Sono giorni difficili quelli si intercorrono susseguendosi l'un l'altro in quelle Terre Ninja maledette, ed inoltre, Kusa ha innalzato le proprie difese ed il proprio rigore, rendendosi più severa e protetta. Ma al Dojo dei Koshirae è tutto perfetto come al solito, nessun'animo particolarmente turbato e nulla che possa andare a far percepire i dissapori ed i problemi che vivono fuori da quelle mura, onore e rispetto permeano ogni centimetro di quella struttura imponente e di quel giardino curato sino nel più piccolo dettaglio, in ogni possibile elemento, così come esige la Capoclan < Mh.. > riflette la Mora, con il proprio taglio simmetrico e preciso che vien appena smosso da una leggera brezza estiva, simmetrico così come lo sarebbe il giardino rettangolare che si estendi per diversi metri quadri frapponendosi tra l'ingresso del Dojo e l'entrata effettiva nell'edificio, un'architettura composta dalla frazione principale di mezzo che si estende orizzontalmente e poi due sezioni che proseguono verso quell'ingresso lasciato libero, tutto chiaramente e tipicamente giapponese, così le piante come il laghetto con le Koi. Inginocchiata sulla veranda davanti alla porta della frazione principale dell'edificio, in quella parte di mezzo dritta di quella presunta U, la donna tiene gli occhi chiusi e soffia delicatamente su una tazza in ceramica scura, le dita affusolate della destra a lambirne il contorno senza effettivamente stringerla, la mancina aperta volge il palmo verso il fondo, reggendola. Non sta attendendo nessuno ed il silenzio regna sovrano nella sua mente,nonostante vi siano altri Koshirae che si allenano, lei medita e tace in quel ricercare una perfezione interiore, quel suo dover farsi carico dell'onore del suo Clan mettendo da parte il passato che giace bruciante sulle cicatrici argentee che ha in viso, cercando di concentrarsi sempre di più sul futuro. { No tempo | Ingresso Clan Junpei }
Un lento sorso vien tratto da quell'affusolata ceramica che somiglia perlopiù ad un banale bicchiere, se non fosse per l'essere impreziosito dai decori che rappresentano un ciliegio, sporcato saggiamente d'oro qua e là. Il respiro scaldato dal thè affumicato si perde innanzi a lei mentre un rozzo figuro farebbe avvicinandosi in direzione di Tamako stessa, la quale non batte ciglio e pur avendo avvertito la sua presenza mantiene gli occhi chiusi, il capo appena chino e la posa statuaria della tazza poggiata sulla mancina, permettendo all'uomo di soffermarsi a qualche metro da lei, lei che lo lascerebbe parlare senza interromperlo minimamente, sino alla sua presentazione che per quanto possa giungere per ultima, viene ben udita e registrata nella mente della Mora, la quale attenderebbe qualche istante prima di rispondere, facendo un'altro sorso corroborante, schioccando poi appena le labbra. È una donna più giovane di qualche anno rispetto a Junpei stesso, ma non disdegna quella sorta di riverenza che lui gli concede chiamandola in quel modo, deducendo che molto probabilmente l'uomo non abbia un'idea precisa riguardo al con chi starebbe avendo a che fare, concedendo a lei un breve sospiro, prima di aprire gli occhi vitrei, grigiastri, posandoli sulla figura dell'uomo, affilati come lame < E se non ci fosse alcuna spada a reclamarti? > domanderebbe lei, per prima, curiosa di sentire il punto di vista del suo interlocutore, forse intenta a saggiare meglio quell'animo che non ha adempito da subito ai suoi doveri come Koshirae, iniziando ad analizzarlo ed osservarlo facendo scorrere le iridi su tutta la sua figura, senza muoversi. Lei indossa un'haori grigio e sotto ha un kimono di un blu notte abbastanza scuro, nulla di così appariscente ma allo stesso tempo tutto di fattura impeccabile < Come un'albero che si accorge di esser rimasto senza foglie, vieni dunque a cercar riparo? Dimmi, Junpei, perchè brami una delle nostre spade..? > il suo tono è di una pacatezza quasi fastidiosa, disarmante, neutra e posata in ogni parola che gli rivolge, come una spada pronta ad essere estratta, non si sbilancia verso nessuna particolare inflessione, continuando poi, aggiungendo un dettaglio fondamentale che aveva volutamente omesso, sino a questo istante, chiudendo di nuovo gli occhi < Ah, si dà il caso che il Capo Clan sia proprio davanti ai tuoi occhi. > e riavvicinerebbe la tazza alle labbra, gelosa e più che protettiva nei confronti di quelle spade e riguardo l'onore della propria casata. Non cederà la spada al primo che capita dopo essere stato distante per così tanto tempo ha bisogno di vedere se è in grado di meritarsela più di molti altri consanguinei. { Ingresso Clan | no tempo }
Le parole dell'uomo risultando grezze e pregne d'ego, di certo quel modo di fare non propriamente fine e posato viene riflesso nel suo modo di parlare così come quello d'apparire, ma non sembra una cattiva persona agli occhi della Koshirae, che quindi riporta la tazza a poggiarsi sulla mancina, rimanendo in quella posa per qualche istante, con gli occhi chiusi < Mh.. > riflettendo sulle parole di lui in quelli che sembrano interminabili attimi, tipo che ci si potrebbe esasperare facilmente nei confronti di quel meditare della Capo Clan, capace di elargire poche taglienti parole, o frasi che inanellate tra di loro risultano come una moltitudine di fendenti verbalmente letali < Onora le nostre lame, poichè loro sanno essere più pazienti di chiunque altro.. Devi ritenerti fortunato della loro clemenza.. > ed ogni frase cade così, lasciando in sospeso qualcosa che spetterà a lui cogliere, mentre il capo di lei si alza ed il mento volge appena verso il cielo, andando probabilmente a perdersi in ricordi più freschi e recenti, senza scadere nelle memorie ardenti delle quali porta i marchi sul viso, quei segni d'ustione simbolo del suo odio e di quello che ha patito al Paese del Ferro. Un breve sospiro, quando lui dice di voler diventare un Samurai e di voler riscattare, breve sì, ma di certo non poco pesante nonostante le labbra rimangono serrate, senza riportare le plumbeee sul viso dell'altro, continuando a guardare il cielo terso privo di qualsiasi nuvola < È dunque la fama che cerchi? O la redenzione? La rettitudine è una via impervia costellata di ostacoli e difficoltà.. Sei sicuro di voler impugnare un passato che hai omesso piuttosto che continuare con qualunque cosa tu abbia fatto sino ad ora? > domanda, riportando solo verso la fine di quel periodo, gli occhi sul viso adulto del Ninja, osservandolo per qualche lungo istante in attesa di una risposta che possa soddisfare quel suo metterlo alla prova, per poi tornare a quel penultimo sorso di thè. E nel mentre che lui guarda per terra e si cruccia ringraziamo che la Capo Clan non abbia modo di leggere nella mente o il tutto si sarebbe fatto più teso ed indubbiamente curioso, anche se chiaramente le ultime parole con le quali lui esordisce non sono di certo le migliori, nonostante lei, fredda come il ghiaccio, scosterebbe la mancina per portarla appena davanti al viso, a coprire un mesto e lauto sorriso che non snuda manco i denti < Inclusivi? > gli occhi si chiudono ad assecondare l'espressione gioiosa che però è nettamente in contrasto con le parole a seguire, probabilmente offesa in maniera intrinseca la Koshirae, lei che quel posto l'ha guadagnato, dedita ed onorevole nonché protettrice federe di quelle spade e dei suoi consanguinei < Divertente, ma farò finta di non aver sentito così come tu potrai ringraziare di avere ancora la lingua al suo posto. > e la manca torna a far da base alla tazza, un'ultimo sorso prima di poggiare il tutto su un vassoietto in bambù alla di lei destra, con una teiera che fuma pigramente, permettendo pi alla dritta di scivolare all'indietro ad afferrare la propria Arma Divina, che giaceva orizzontale dietro di lei spuntando solo con elsa e punta del fodero. Qual'ora le risposte dell'uomo non scadranno nuovamente nell'indecenza, lei si alzerebbe e lo inviterebbe ad entrare < Seguimi. > e gli indicherebbe con la mancina ad aprirsi l'ingresso con la porta in carta di riso e legno aperta per metà, smuovendo un paio di passi per poi soffermarsi al veder passare all'interno dell'edificio, poco distante dalla porta, una ragazza dalla lunga chioma del color dei ciliegi in fiore più belli di sempre < Ah, Izayoi tesoro, ti dispiacerebbe mettere a posto il servizio da Thè? > e getterebbe uno sguardo sulla veranda ricevendo in risposta dalla diciassettenne in kimono e gonna un'inchino ed un'assecondare di quella stessa richiesta < Certamente, Onorevole Tamako. > sono le parole che la più giovane rivolge alla Capo Clan, giungendo all'esterno e gettando un'occhiata in tralice a Junpei, che di certo non si presenta nel migliore dei modi, seppur nulla gli vieterà di seguire la donna a Capo del Clan delle Spade all'interno < Andiamo. > e dei passi ne troppo svelti ne troppo lenti verrebbero smossi a costeggiare una stanza dove vi sono alcuni individui intenti ad allenarsi.
Il tono ed il dire di lui si fà più formale e seppure non è la riverenza che cerca la Koshirae, ai suoi occhi tutto risulta più allietante, come quella sua regola numero cinque che per quanto possa suonare poco chiara alle orecchie della Capo Clan viene accolta in maniera positiva, mentre scivolano lungo il lato dell'interno dell'edificio, costeggiando un tatami largo e vasto sul quale appunto cadono gocce di sudore dovuto all'allenamento intenso degli allievi < È un'ottimo inizio, vedo un diamante grezzo in te, Junpei, devi soltanto mostrare di saper brillare. > si rivolge all'uomo senza voltarsi e proseguendo in direzione di una parete che si troverebbe opposta rispetto all'ingresso effettivo segnato dalla porta scorrevole, accostandosi al limitare dell'edificio che sembra nascondere qualcos'altro, voltandosi ora in sua direzione, reggendo nella dritta la propria spada, dal fodero. L'espressione è sempre e perennmente rilassata, quella di una guerriera che è pronta a sfoderare la lama senza alcun minimo turbamento, pronta a colpire qual'ora ce ne fosse bisogno, senza porsi alcuna remora o dubbio a riguardo, una lama giusta e necessaria in questo mondo, per difendere ii suoi discendenti e diretti consanguinei, mantenendo alto l'onore dei Koshirae < Ti è concessa la possibilità d farti scegliere, non lo nego a nessuno, se una spada ti sceglierà allora avrai modo di dimostrare a noi, ma soprattutto a te stesso, che quel ragazzino gracile non è altro che un'ombra del passato, invece di un ragazzino troppo cresciuto. > severa e tagliente nelle parole, ma dopotutto giusta e per nulla intenta ad offendere, bensì ad elevare l'animo di uno dei membri di quella stessa casata alla quale lei appartiene, voltandosi appena con il lato sinistro del proprio corpo in direzione della parete, perpendicolare a quello che a malapena sembra un meccanismo, un ritaglio di legno sulla parete che si discosta dalle assi impilate e disposte verticalmente l'una di fianco all'altra. Ed a quel punto, la mancina della donna si solleva con maestosità e solennità, andando a posarsi di piatto con il palmo su quel riquadro che, reagendo al proprio Chakra, andrebbe a permettere a quella parete apparentemente banale di scorrere di lato, incassarsi nella struttura dell'edificio di qualche centimetro e mostrare numerose spade e lame, dalle diverse forme e colori, ognuna con il proprio fodero, uniche e differenti le une dalle altre < Impasta il Chakra, Junpei, dovrai attivare il terzo occhio prima di permettere ad un'Arma Divina di sceglierti.. > e si sofferma per qualche istante, distogliendo la mancina dal meccanismo per poi voltarsi nuovamente verso di lui, mentre nel frattempo, per un solo e singolo istante, il clangore delle spade pare essersi fermato, incuriositi come sempre gli allievi, allo scoprire di qualcun'altro che verrà scelto. Certo, se non fosse per lo sguardo severo della donna che andrebbe a trafiggere ognuno dei presenti con una singola occhiata, facendoli stizzire e rabbrividire, obbligandoli a rimettersi all'opera e sottolineando che non c'è nulla da vedere, tornando poi verso Junpei, con un'espressione più rilassata < Una volta attivato il Chakra, concentralo sulla fronte, proprio nella parte di mezzo sovrastante i tuoi occhi, a quel punto, otterrai una percezione straordinaria unica del nostro Clan e sarai pronto per essere scelto. > e detto ciò, non andrebbe ad aggiungere nient'altro, semplicemente poggerebbe la propria Spada con il fodero che punta a terra, dritta l'arma così come lei ligia e composta che attende il di lui fare. { Entrata in clan | No tempo | Attivazione Chakra ed eventuale avvicinamento alla parete se le statistiche lo permettono in termini di quarti, nell'azione seguente verrai scelto dalla spada scorrendo davanti ad esse. }
Il Chakra viene attivato correttamente da parte dell'uomo e le sue vesti logore vengono appena smosse dall'energia dei Ninja che si desta dentro di lui per poi tornar sopita e pronta all'uso. Nel frattempo, la Koshirae permane immobile ad osservarlo, vi è stato un semplice annuire prima al rispondere nei confronti di quel suo dire che non l'avrebbe delusa ed ora vi è un rinnovato cenno del capo, sempre d'assenso, che andrebbe a confermare quel compiersi del primo passaggio, vedendo poi di concedersi poche brevi parole < Bene, ora il terzo occhio. > ed attenderebbe che quell'uomo vada a concentrarsi abbastanza per riuscire ad attivare la loro innata. Lentamente, il Chakra all'interno del Koshirae verrebbe mosso in direzione della fronte con una metodica calma, non vi è bisogno di alcun sigillo e basta solo riuscire a mantenere la giusta concentrazione, basterebbe ancora un pò, una manciata di attimi di dedizione e convinzione per andare finalmente ad attivare quell'innata. La vista di lui, quindi, dovrebbe annullarsi, oscurarsi del tutto per restringersi nel raggio di dieci metri, dieci metri in cui avrà la totale percezione di qualsiasi singola e minima cosa possa succedere, muoversi, essere. L'occhio del Ninja, dovrebbe inoltre andare a tingersi e cambiare già in predisposizione della spada che verrà, in risonanza con una di quelle che al percepire dell'attivazione del Terzo Occhio starebbe già vibrando, seppur in senso figurativo, immobile ma allo stesso tempo desiderosa di farsi imbracciare dal proprio padrone, indipendentemente da che tipo di spada sia, si farà trovare pronta, mentre Tamako osserverebbe con uno sguardo severo e placido i movimenti di Junpei, libero ora di avvicinarsi appunto a quel muro e scorrere di fianco alle mirabolanti Armi Divine di loro. { Chakra attivato correttamente ! L'innata si attiverà all'inizio di questo turno | No tempo // intanto ceno! }
Caduto nel buio percettivo dei Koshirae, Junpei risulterebbe giustamente meravigliato da quella particolare sensazione riguardo l'essere in grado di poter vedere e percepire tutto con chiarezza e lucidità. nonostante la propria vista si sia annullata facendo prevalere il sesto senso unico della loro Innata < Sensazionale, non trovi? > direbbe lei in maniera retorica, la Capo Clan lo guarda con uno sguardo più morbido ed un sorriso onesto, concedendogli quegli istanti per abituarsi alla condizione novizia, permettendogli poi di avvicinarsi al muro di spade, osservando con attenzione i suoi movimenti, puntando il proprio sguardo grigio sulla mano di lui che inizialmente tentenna, giustamente, in cerca della spada giusta. Sentirà appunto come un richiamo, un magnetismo appunto che in quello scorrere per le svariate armi assieme agli occhi di Tamako, si soffermerebbe proprio davanti a quella prescelta, che avrà tranquillamente modo di afferrare ed osservare, di incominciare a farla sua < Una Bishamonten, interessante... > direbbe lei osservando l'espressione dell'uomo che pare eccitato ed allo stesso tempo pervaso da un che di radioso, lasciando la possibilità alla donna di porre un cenno d'assenso per poi rivolgergli le seguenti parole < Ottimo, ora, non ti resta che trattarla come se fosse parte del tuo stesso essere.. Mi aspetto grandi cose, Junpei, così come me le aspetto da ognuno di voi. > direbbe alzando di poco il tono della voce, solenne ed allo stesso tempo intenta a vedere il meglio in ognuno dei suoi consanguinei, sia quelli che sono li ad allenarsi che quelli che non sono lì presenti, lei non fà eccezione per nessuno. Le ultime parole prima di congedarsi e lasciargli la possibilità di aggirarsi per il Dojo come più gli aggrada dopotutto, è uno di famiglia < Rendi Onore al nostro nome, Junpei, ed a proposito d'onore, abbiamo in programma una cerimonia per onorare i Kami, un nostro consanguineo sembra non voler adempire a tale onore... Che disdetta.. > direbbe lei serrando appena la mandibola, quasi inizialmente innervosita dall'affermazione, stringendo la presa sul fodero, per poi scuotere lievemente la testa ed ammorbidire di nuovo l'espressione che si era fatta un filo aspra < Sarebbe onorevole da parte tua prendere il suo posto, assieme a te ci sarà la giovane Izayoi. > direbbe indicando con l'elsa della propria Arma Divina proprio in direzione della ragazza dai capelli rosei di poco fà, che starebbe allenandosi dall'altro lato del tatami, rispetto a loro, permettendosi poi di iniziare a smuovere dei lenti passi, sollevando la mano libera in un cenno di saluto, la risposta del Koshirae non è necessaria, non in quel preciso momento, potrà confermare anche con una semplice missiva o se ci terrà anche di persona < A presto, Junpei, che la tua spada sia sempre affilata e tagliente. > direbbe gettando un'ultimo occhio in direzione ddell'Arma Divina da lui ottenuta, altro chè la Katana che ha al fianco, non disdegna nessuna spada lei, sia chiaro, ma quelle loro lame sono decisamente roba di tutt'altro calibro. { END | La tua End non è obbligaatoria, come preferisci }