Il Crepuscolo del Suono
Free
Giocata di Corporazione
Giocata del 04/06/2020 dalle 13:56 alle 17:50 nella chat "Dojo Uchiha"
[Ingresso ufficio] Dopo molti giorni di malattia anemica e di convalescenza ecco la frizzante Uchiha che muove i suoi saltelli enfatici all'interno del Dojo del clan, richiamata da una sua vecchia conoscente. L'ultima volta non ha potuto partecipare alla riunione, ma adesso si trova in quel luogo, non capendo il perché di tanta palpitazione. L'aspetto che mostra agli altri, come sempre, è quello di una figura molto minuta e fine, un panneggio che sembrerebbe curato ed elegante, indossa infatti un leggero kimono con lo sfondo completamente nero e, come sublime bellezza di un tradizionale abito orientale, regalatole appositamente da un caro amico, è costellato di rami di ciliegio con i fiori rosa che lambiscono quel legno evanescente e carico di splendore. Lo stesso colore che cinge, con quella lunga fasciatura, il ventre per più volte, un tessuto che stringe l'abito e lo tiene fermo e che, infine, si appunta dietro la schiena a formare una sorta di grande cuscinetto, un tradizionale vezzo regalatole da un suo amico durante una strana missione. Nel folto di lunghi codini argentati, che cadono ai lati della figura, si confondono ad appuntarli, su entrambi i lati, dei grandi campanellini dorati che, quando ella muove il capo, producono un suono sordo unendosi alla dolcezza delle note prodotte, quasi usasse un secondo strumento supplementare [Drin - Drin]. Infine, come coronamento dell'edificio, i piedini, avvolti da due calzari di seta leggera, calzano un paio di Geta alti, così da farla apparire una figura quasi trascendente e antica. Legati all’obi, proprio per non destare alcun tipo di sospetto sul motivo che l’ha spinta in quel luogo, si trovano alcune borsette, due poste ai fianchi e una dietro la schiena, spostato verso la natica destra. Al loro interno si trovano diversi Fuda, con all’interno sigillati alcuni bastoncini con appuntati sopra delle carte bomba, appositamente preparati la notte precedente per non essere colta impreparata; nella sacca posteriore sono inserite alcune bombe accecanti e anche delle carte bomba, proprio per ogni evenienza. Non porta armi con sé, anche perché non saprebbe nemmeno utilizzarle, ma comunque non è una sprovveduta. Un lieve sorriso lambisce le sottili labbra della ragazza, con un lieve tocco di trucco che esalta le guancette rosse e le lunghe ciglia argentate. Con coronamento del suo abbigliamento, a dimostrazione della vita che ha scelto di perseguire, ha avvolto attorno al braccio dritto una fascia di colore rosa, molto personalizzata, dato che semplice le è sembrata poco carina, con una piastra di ferro incisa a mostrare il simbolo del villaggio di Kusa, è una Genin e appare chiaro che voglia mostrare il copri-fronte che le hanno dato per la sua promozione, per quanto indossato in un posto molto singolare. Prima di proseguire verso il piano terra però crede che ci sia la necessità di prepararsi. Volendo emulare l’esatta posizione che l’è stata mostrata durante la prima lezione, andrebbe a dirigere le dita verso l’alto così da chiudere verso l’interno le ultime due della mandritta e appoggiando le opposte su queste; i polpastrelli dell’indice e del medio della prima verrebbero uniti all’altezza dell’intersezione tra la falangina e la falangetta della seconda, ed in pollici misti in quell’unione d’intenti che le permetterebbero, con minuzia, di simboleggiare il simbolo delle Capra. Non mancherebbe di riprodurlo fedelmente ed in modo del tutto impeccabile, essenziale principio di tutto quello che può fare. Se infatti tutto fosse andato alla perfezione, se il posizionamento non fosse fallito, cerca di passare alla successiva fase e cominciare a riprodurre quell’energia trascendente che unisce le due principali nel proprio organismo. Allora sarebbe la componente mentale la primaria forma di rappresentazione sulla quale ella cercherebbe di far perno, una concentrazione assoluta alla quale si aggiungerebbe, per il successo dell’esercitazione, l’immaginazione propria. Quest’ultima rappresenterebbe, cercando di non farsi distrarre dal alcun movimento esterno intorno a sé, in modo del tutto naturale, data la facoltà innata insita in ogni essere vivente, le due cose che rappresentano, per lei, l’energia fisica e psichica. Il suo mortale infermo, attristo e stanco, assoggettato dalle fatiche di tutti i giorni, richiama l’immagine del cibo e dei dolci che lei tanto ama, cioccolata, cannella e ogni altra cosa bella; intanto la sua parte migliore, che s’erge a cura dell’anima, affliggendo il corpo con crudeli pesti, richiamerebbe il gioco degli orsetti di peluche e dei cavallucci a dondolo che tanto le piacciono e le stimolano la fantasia. Dovrebbe quindi essere scontata l’unione così accesa tra le due forze in perenne scorrimento, come fiumi di diversi fluidi, nel proprio corpo che, sfociando per trovare pace all’altezza del ventre, inciderebbero in un’unione sintetica. Una chiara dialettica tra corpo e anima in quelle energie così enfatizzate che comincerebbero ed essere, in quel determinato posto, centrifugate in un vortice profondo, così come il panettiere unisce l’acqua e la farina per dar vita alla pasta, così ella cercherebbe di unire le due energie per far trasudare dal corpo e da tutti i pori di fuga della propria pelle. Per le sole persone che possano mirare quel sublime spettacolo, il chakra della piccola verrebbe rappresentato come fasci di rosata energia che defluirebbero dalla pelle, creando una bellissima opera d’arte della quale lei è la protagonista indiscussa. Adesso è pronta, quindi facendosi riconoscere dalle guardie comincia a saltellare allegramente verso il secondo piano. <Evvivaaaaaaaaaa! Su su su, tutti aspettanooooo!> Detto questo tenta di raggiungere l'ufficio del capoclan per insinuarsi al suo interno e notare cosa ci sia e coloro che sono presenti. Ecco però palesarsi quel tavolo con tante sedie intorno, mentre le guardie le fanno notare che solo ai membri Uchiha è dato sedersi. <Vaaaaaa beeeeneeeee! Io Uchiha io mi siedo. Siiiiiiiiii!> Detto questo comincia a correre verso una delle sedie e sedersi velocemente. <Salva meeeee! Ihihihihih> E' sempre così spensierata, bisogna capirla.[Tentativo impasto del Chakra][Chahra 30/30] [Equipaggiamento: Porta kuni e shuriken X2; Portaoggetti X1: Tonico recupero Chakra Speciale X1; Tonico recupero Chakra X10; Fumogeno X1; Fuda con tronchetto da sostituzione e carte bomba X5; Carte Bomba X5; Bombe luce X2]. Oh che bella giornata di sole, la prima che vede senza avere della nebbia intorno a torturarla come a Kiri. Il dojo Uchiha è li, davanti a se, non troppo lontano nemmeno da quello Ishiba < rimanete qua ad attendermi > la voce delicata che ordina a due guardie portatori del simbolo Ishiba di rimanere li, in mezzo alla strada ad attenderla. Non ha intenzione di mostrarsi a Kioshi con delle guardie ovviamente, sia mai che sembri una qualche specie di attacco. Il corpo avanza lentamente, le iridi che osservano tutto il circondario , quel loco che non ha mai visto da così vicino < Sono Sango Ishiba > direbbe a qualsiasi delle guardie che provano a fermarla, certa che Kioshi stesso si sia prodigato nel dare loro ordini precisi su chi far venire alla sua tavola e certa che la riunione sarebbe stata senz'altro un ottimo modo per conoscere e vedere chi siano gli altri ninja messi in mezzo per quella guerra che dovrà avvenire. Segue il marasma di persone, alcune conosciute altre meno, ripensando alla lettera ricevuta proprio dal capo Uchiha contenenti luogo e ora su quell'incontro. Porta oggi uno Yukata rosso come il sangue, il tessuto delicato e pregiato va a sfiorare la pelle candida che si trova, un tessuto decorato da alcuni fiori cuciti sopra di diversi colori. Questo arriva fino a sopra le ginocchia, e le maniche son molto corte data l'afa estiva che si respira a Kusa stessa , ma il disegno più bello e ricamato in oro è la grande gru dietro la schiena e la piccola portata sul petto a destra, simbolo del proprio clan e simbolo di colei che è già una capo clan in parte. Avanza dentro quell'edificio a due piani, avanza trovando facilmente la stanza designata per quell'incontro , i lunghi capelli rossi lasciati sciolti oggi a danzare sulla schiena in morbide onde, la frangia che copre metà dell'occhio sinistro mentre osserva le sedie e osserva anche gli eventuali partecipanti. Una macchia di rosso la attrae, una macchia che riconosce come Rasetsu, colui che le diede quel bisturi quel giorno. Un sorriso solleva le proprie labbra anche se il non vedere la capo clan Yakushi le fa storcere il naso. Kouki è stata il suo collegamento con quel mondo lontano e diverso, era stato con lei che aveva stretto quel patto di aiuto reciproco, e allora perchè mai non la vede? Il turbamento si fa insito, ma non fa fatica ad avanzare scansando gli altri per dirigersi verso Ryuuma < oh ecco un viso conosciuto finalmente > non sa se l'altro si ricorda di lei, ma di certo preferisce quello schizzato a chi non ha avuto modo di conoscere, a parte il capo clan s''intende. Prende posto vicino al Rasetsu con calma ed eleganza, dritta con la schiena e delicata nei modi di fare, dopotutto con quel simbolo rappresenta il proprio clan a quella riunione < che ha da urlare quella bambina? > dopotutto vedere una piccola bimba correre felice e sorridente..non è molto Uchiha. [chakra on]14:16
Utente anonimo:
Quartiere Uchiha, insomma casa, si potrebbe riassumere così la cosa. Oggi era stato convocato a sedersi dinnanzi ad un tavolo con altra gente per una questione, il che gli fa storcerce un poco il naso al giovane, visto glia ltri impegna che poteva avere, ma il clan è il clan e arriva prima di qualsiasi altra cosa, ed è giusto che partecipi come gli è stato chiesto di fare. Arrivato davanti al palazzo il giovane Genin del clan Maledetto, andrà ad entrare dentro con calma e tranquillità, lasciato entrare enza alcun problema dalle guardie, visto che si conoscevano e che gli mostra la missiva con l'invito per correttezza che poi ripone nella tasca ripiegandola un paio di volte. Una volta entrato sale le scale di quel palazzo, che non sono nemmeno molte a dire il vero, ed una volta arrivato als econdo piano, volterà il capo a guardare fuori dalla finestra, per qualche istante, mentre un leggero sorriso gli si presenta sul volto, ma non dura nemmeno troppo a dire il vero,giusto quei pochi istanti per ilq uale i suoi occhi neri guardano fuori da quella finestra. Ritorna quindi a guardare davanti a se, quel piccolo corridoio, da attraversare, ed in fine la porta dell'ufficio di Kioshi, alla quale va a bussare con la mano destra <Sono Shinuja Uchiha> Va a dire con tono non troppo alto, andando poi ad entrare non vedendo presente ancora nessuno che conosce. Saluti gli altri membri del clan, presente con un cenno del capo, tra cui Usagi, ma che non considera nemmeno, schifandola nemmeno fosse la peste più nera esistente. Quando entra il giovane si prenseta così agli occhid egli altri: Capelli neri come la pece, lunghi che vengono raccolti con un nasto di cotone di buona fatturura in una coda bassa, dietro alla nuca e altri due ciuffi raccolti sempre con questi nastri di cotone molto neutri e senza tanti fronzoli ai due lati della testa, davanti altezza tempia per capirci. Gli occhi sono neri, come la pece, il vestiario pure è nero, una maglia attillata a maniche lunghe per il busto ed un pantalone, che cade morbido e leggermente largo, per poter favorire i combattimenti, ai piedi porta deglis carponcini di taglio amschile con il collo alto a coprirgli tutto lo stinco, aperti solamente all'altezza delle dita dei piedi. All'altezza della coscia destra vi presente il porta kunai. Quelo che però sovrasta tutti, sino a sotto il ginocchio è la tunica bianca, di fattura eccelsa come si può notare, con le maniche corte e il collo alto ed una grande spaccatura a "V" dove attornoa questa vi sono disegnate delle Tormoe nere, esattamente sei, ed è tenuta chiusa grazie ad una fascia di colore nero, nella quale vi è allacciato sia il coprifronte recante il simbolo di Kusa, all'altezza del fianco destro, entre dietro la schiena ha la tasca porta oggetti. Si siederà distante da Usaghi, il più lontano possibile per quanto gli concerne il tavolo sia chiaro, rimanendo li in silenzio, aspettando che arrivino anche tutti gli altri. [Chakra On] Noiosa, pallosa, inutile riunione. Nella sua testa almeno, di cosa bisognerà mai parlare? Si entra si spacca tutto, si uccide e si esce nulla di più facile. Tralasciando però le sue idee malate di come funzioni e si porti l’attacco ad un villaggio possiamo solo sottolineare quanto arrivi già di pessimo umore, non tanto per quella che ritiene una perdita in tempo di perse ma perché si aspetta di vedere quella simpatico di una Yakushi che già l’ha fatta impazzire. Sbuffa appena al fianco della copia di Hanae che non solo non ha usato la sua persona per presentarsi ma che l’ha pure costretta a mettersi un maledetto haori nero con una mezzaluna rossa sulla schiena. Ovviamente si è rifiutata di coprire ulteriormente la pelle motivo per cui da quell’indumento tipico lasciato aperto spuntano solo una fascia nera intorno al seno ed un paio di cortissimi pantaloncini dello stesso colore, sia mai che il veleno diventi difficile da reperire. Ai piedi semplici sandali in gomma scuri come tutto il suo vestiario, diciamo che non è una che dedica troppo tempo allo stile. Ovviamente mentre cammina ignora malamente entrambe le copie, un po’ per quella specie di muso che ha messo per essere stata costretta a cambiarsi un po’ perché avrebbe preferito avere l’originale, solo uno dei due, al suo fianco in quel momento, per quanto comunque comprenda le motivazioni che spingono Nemurimasen lontano da lei al momento. Si concentra mentre i passi portati da quelle gambe allenate ed estremamente chiare la conducono verso la sede degli Uchiha, per ogni evenienza lei sta andando a cercare di controllare il suo flusso di chakra così da spostarlo verso le sue stesse ghiandole salivari, lì dove il veleno viene prodotto e quasi ristagna, andrebbe quindi a bagnare il suo chakra per poi rimetterlo semplicemente in circolo questo dovrebbe renderla tossica al semplice contatto. Abitudine quella che ha sin da quando ha scoperto il suo potere, una sensazione simile ad euforia che come al solito la pervade, per quanto u quel volto candido nulla vada a segnalare il mutamento, lieve, d’umore. Lo sguardo è puntato davanti a lei mentre cammina per raggiungere il luogo indicato da Kioshi, un occhio azzurro e l’altro rosso, un contrasto che va a sommarsi con i capelli profondamente neri e lunghi, colori che fanno quasi a botte tra loro su quel corpo quasi cadaverico, labbra sottili e semplicemente chiuse in un’espressione che non vuole comunicare, fredda e tratti addirittura gelida per via dell’assenza di emozioni nelle iridi. La destra si alza appena andando così a sistemare la frangetta sulla fronte, il resto della chioma è sciolta e liscia, ricade sena una logica precisa dietro alle spalle e sul quel seno di certo non pronunciato. Per la questione guardie invece lascia eventualmente fare alla simpatica copia che ha accanto, dubita che presentarsi possa convincere un qualsiasi Uchiha a farla entrare nuovamente nel loro territorio, per quanto con Kioshi sembri vigere una specie di rispetto reciproco meglio non sfidare troppo quel clan, non che provi sensi di colpa o simili sia ben chiaro. Cammina quindi al fianco di Hanae, silenziosa come la morte stessa, stessa flemma che la porterebbe poi a prendere posto accanto all’amato, oggi un po’ meno. Gli occhi che poi inespressivi poi andrebbero a spostarsi sui presenti, alcuni di loro li riconosce, come ad esempio quel cadavere ambulante di Ryuuma, altri no, ispira profondamente per trattenersi quando lo sguardo cade sul rosso, come a volersi palesemente trattenere ricorda fin troppo bene com’è finita l’ultima volta e forse è proprio per questo che ora le palpebre calano appena assottigliandole lo sguardo mentre andrebbe a fissarsi su di lui. Siate consapevoli del misfatto compiuto quando avete deciso di volerlo tra i piedi. Lui che, in men che non si dica, si farà cacciare dalla riunione con un plausibile Amaterasu dritto al centro della fronte. Lui che degli Uchiha non conosce niente se non l'arte innata oculare, pur non avendo studiato alcunché sulla loro storia. Lui che si è fatto trascinare in questo limbo del quale non gli frega assolutamente nulla soltanto per un accordo preso con Kioshi, volendo aiutare Kouki a riprendersi Oto. L'importante è che abbia come unico appiglio quest'ultimo, dovendo occupare anche il ruolo della Serpe quest'oggi poiché rimasta all'ospedale di Kusa per occuparsi delle sue mansioni, quelle che il Rosso le ha regalato. Questi dovrebbe riuscire ad entrare senza destare nessun grossolano sospetto, se non quello d'essere un inguaribile deficiente. Il sorrisone a trentadue denti, quella mezzaluna lucente di zanne aguzze, non cessa di mostrarsi a chiunque: dalle guardie a tutti coloro che sono in quella stanza, raggiunta in breve tempo e da ampie falcate. <NYAHAHAHAHAH!> Lo potranno sentire dal corridoio, da dentro l'ufficio, tanto sguaiata è la sua risata. Annuncia il suo ingresso, in breve, per quanto soltanto dopo pochi istanti apra la porta della stanza con nonchalance e incurante di far casino. L'ho già detto che vi pentirete di averlo invitato. <È QUI LA FESTA, FIGLI DI P****NA?!> Non è esattamente la miglior entrata scenica che potesse fare, considerando come probabilmente si ritroverà addosso degli occhi rossi e qualche palla di fuoco di lì a breve. Chiaramente, le pupille sono dilatate e ha assunto, altrettanto sicuramente, almeno una pasticca di Sbrilluccica rossa che è la sua preferita. Mica scemo. Si tratta di una riunione e lui le odia, reputandole noiose. Cioè, devono soltanto attaccare un Kage. E sono anche in troppi! Pensava che si trattasse di ben poca gente, invece or pare sentirsi quasi sicuro. Farà il giusto e oggi non è contemplato. Indossa una camicia nera con le maniche piegate sin ad altezza dei gomiti, mostrando la pelle pallida e le vene scure, oltre alle innumerevoli cicatrici sul polso che usa per attivare la propria innata. Per questa ragione, le ferite non sono mai rimarginate completamente. Di sotto, troviamo un pantalone scuro, sorretto da un cinturone in cuoio al quale è agganciata una tasca porta oggetti. Essa contiene, in ogni scomparto, delle bustine contenenti delle pillole di diversa tipologia. Non ha alcun coprifronte. L'unico simbolo che potranno notare è quello violaceo dei Kokketsu al centro delle scapole, in grande poiché motivo di vanto. Sul naso, son appioppati un paio di occhialini dalla montatura cremisi, stesso colore dei corti capelli che gli incorniciano il viso. <UH?> Si accorge di Sango, vicino alla quale vuole prendere posto. <Affetta chiappe, sei tu!> Memore della serata indimenticabile con Sakir. [Chk On] Finalmente, il giorno è giunto; il giorno che segna l'intervallo tra due sinfonie speciali in cui i motivi di tutti i piccoli e grandi ambiziosi concorrono per esprimere il proprio personale estro. Osservando la maestosità di quella perfetta replica dei quartieri non può che sbruffare spavaldo, percependo un silenzio musicale in cui la sola cosa che palpita è l'immaginario cuore di quell'essenza di chakra che adesso lo compone e manifesta. L'atmosfera che lo circonda è vivente e misteriosa, un velo di densa inquietudine che accompagna i fieri passi di due figure che in quanto ad aspetto si equivalgono. I passi di entrambi son estremamente lente e teatrali, con entrambe le braccia nascoste tra le larghe maniche dell'Haori nero indossato. Le gambe son coperte da un Hakama, quell'indumento che può ricordare una lunga gonna-pantalone legata alla vita. I piedi son calzati di bianco e posano sopra un paio di sandali in legno. Ciò che però caratterizza più d'ogni altra cosa il vestiario è la presenza di una mezzaluna rossa che occupa lo spazio della schiena, un vestiario incompleto ma rappresentante di quello che sarà più avanti il Crepuscolo. Hanako, lo spirito Seimei, indossa un vestiario identico, ed i due son distinguibili semplicemente dalla presenza di un sigillo sulla guancia che per l'Insonne è nero e per lo spirito Bianco. Dopo aver attraversato la via principale in cui tante volte s'è già mosso, s'avvia al secondo piano del palazzo, superando le solite guardie Uchiha per raggiungere la stanza indicata da Kioshi come tavolo da discussione. Lo sguardo scivola verso la Doku e non fa altro che un piccolo e malizioso cenno, volgendosi rapidamente su Hanako e fissandolo per qualche momento prima di schiudere le labbra. "Sei del Crepuscolo." Sembra elevarlo di posizione, ma di fatti il proprio è un monito e quasi una ripresa. 'Comportati come tale', suggerisce quel suo dire. La risposta del corpo a lui gemello è un farsi più cupo dello sguardo ed un cenno. Apparendo in un silenzio ritmico e solenne, accompagnato dalla musica della natura, si avvicina a quel tavolo. Cloni superiori, purtroppo, ma in fin dei conti la sua intima essenza è lì presente, scoperta e messa in comunione come lo sarebbe stata se il corpo principale fosse stato presente. Il vero Insonne è ancora alla montagna delle Serpi, ma ha affidato a sè stesso e alla Doku i documenti contenenti le informazioni principali sul piano che verrà posto a Kioshi non appena avrà l'occasione d'incontrarlo. Superate le guardie, senza rivolger loro uno sguardo - dando per scontato l'impeccabilità organizzativa di Kioshi- s'avvia all'interno. E così, andrebbe a prendere posto in quella tavola dalle forme circolari; Hanako s'accosta silenziosamente nella sedia affianco ed intanto lo sguardo dell'Insonne si fissa su Kimi per osservarne azioni e reazioni. Lo sguardo si fissa su chi è già presente, gli occhi dell'Insonne fissano senza passione ma le sue labbra allungate in un sorriso evidenziano un sorriso colmo di una certa malizia. "Manda è apparso alle Montagne delle Serpi." Il tono è normale, non si cura realmente di chiunque sia già arrivato e rivolge semplicemente gli occhi su Kimi, aggiornandola sugli eventi recenti. Anche Hanako a quelle parole s'illumina e volta lo sguardo sulla Doku, come se ne cercasse la stessa reazione sorpresa da lui avuta. Intanto, Nemurimasen poggia una missiva chiusa sul tavolo, di fronte a lui. { Clone superiore di Hanae ed Hanako, 50 di chakra ognuno } { Missiva per Kioshi } { Posizione a sedere: Kimi - Hanae - Hanako } Tra le guardie del Clan non avrebbe bisogno di annunciarsi. I loro volti sono ben noti nelle gerarchie. Nei corridoi, i volti più o meno simili tra di loro, fatta eccezione per qualche fuori serie, si incrociano per qualche attimi con quelli dei due compagni. Al suo fianco, la Pura. Una strana tensione ad avvolgerli. Il silenzio è interrotto solamente dallo scricchiolare delle porte massicce in legno che si aprono e chiudo. I passi delle guardie Uchiha che, diligenti, controllano ogni angolo del luogo designato per l’incontro. Il visino pallido, completamente piatto, si illumina delle luci del corridoio che vagamente ne ricordano i Laboratori. Indosso, l’Armatura. Le placche rossastre contrastano col completo nero al di sotto di esse, ad oscurarne così ogni lembo della carnagione cadaverica. Proseguendo lungo la figura, un paio di pantaloni anch’essi neri si infilano nelle fasciature strette a metà gamba. Ai piedi, semplici e banali calzari ninja chiusi. Niente di troppo formale, o diverso dal solito. Se non fosse per un presentimento, per una strana ed innaturale consapevolezza di ciò che potrebbe accadere. Nuovamente, una riunione del Perfetto. Le parole di Hanae ancora si stagliano nella memoria confusa. La Serpe di Oto deve cadere. Ogni muscolo, per quanto inespressivo possa essere in volto, è teso. Lo stomaco sottosopra. Il legame è spezzato, ma il Marchio quasi canterebbe un ultimo e solenne richiamo alla [ex]Padrona. Una risata sguaiata, fin troppo, ne spezza i pensieri. Le palpebre calano a mezz’altezza sullo sguardo bicromo. Il palmo guantato di nero si poggia sulla porta. Un elegante fischiare delle cerniere ad annunciare l’ingresso dei due. Volti più o meno noti a precederlo. Una tavola rotonda, forse simbolica, a stagliarsi imponente al centro del Salone. < sediamoci vicino la finestra.. > sussurra ad Hanabi. I piedi della sedia, nudi, strusciano sul pavimento. Il tonfo sordo delle placche che gli muoiono addosso nel sedersi. Entrambi i gomiti poggiano sul tavolo, mentre tagliati dal ciondolare del crine corvino, inizierebbe ora a squadrare i visi degli altri. [ Chakra: ON ] [Tavolo | Fianco sinistro di Ekazu] Una notte praticamente insonne, l’ennesima; Ekazu era suo fianco, come unico supporto. La convocazione di Kioshi di primo mattino, veloci e poco entusiasti preparativi, ed eccoli dunque a sfilare per i corridoi del Dojo Uchiha, risalendo le scale fino al secondo piano indicato nelle direttive. Il passo è regolare, né veloce né lento in quell’incedere involontariamente elegante ed impostato, quasi una regalità innata le fosse estata ereditata da quella linea di sangue maledetta. Nessuna parola viene momentaneamente rivolta ad Ekazu, al suo fianco. Probabilmente, quella notte, le parole sono già state consumate fino ad esaurirsi. Una corta coda raccoglie le poche ciocche più lunghe dei capelli corvini in quell’insolita doppia lunghezza, che vede quelle frontali, corte e scalate, libere di tagliarle la candida carnagione in filamenti irregolari, intervallandone il gelido e distaccato sguardo, scurito da profonde occhiaie. Indosso un haori nero riportante lo stemma Uchiha tra le scapole è solamente poggiato sulle spalle senza aver infilato le maniche, che libere sventolano al suo seguito quasi un mantello. Al di sotto una semplice maglia da allenamento nera con uno scollo a V riempito da una trama in rete le aderisce al fisico asciutto ed atletico, sovrastando dei comodi pantaloni da allenamento del medesimo colore infilati in anfibi altrettanto scuri. Avanza, lo sguardo sottile che senza un palese interesse scorre sulle varie insegne delle porte. Nessuno a fermarli, nessun ninja di guardia a chiederne l’identità; del resto non ve n’è bisogno. Non ce n’è mai stato, da quando ha memoria. E finalmente, ecco la porta. Ekazu la anticipa, la mano di lui a sospingere la parete lignea anticipando l’imminente comparsa dei due Uchiha ai presenti. Un istante sulla soglia, gli occhi sottili ad indagare con distacco i volti dei presenti. Sango, Hanae, Kimi, Usagi, Ryumma. Nessuno di essi le dice nulla, e proprio per questo, dopo un veloce e altezzoso sguardo di innata superbia, farebbe per varcare la soglia di quella stanza, facendo il suo ingresso. Seguirebbe Ekazu, annuendo con un singolo cenno alla di lui intenzione di sedersi accanto alla finestra; la sedia alla di lui sinistra che viene spostata. Un morbido fruscio dell’haori, la schiena abbandonata lungo lo schienale in quell’involontaria strafottenza che la contraddistingue; un perenne contrasto tra innata eleganza e puro fuoco < Già mi sono rotta il cazzo > sibila a denti stretti verso Ekazu. Attende dunque, il mento sollevato, la postura fiera, le braccia abbandonate lungo i fianchi. {Chakra ON} L'ultimo step prima dell'inizio degli scontri è arrivato. Una riunione in cui saranno presenti tutti gli alleati. Dal Team messo insieme dallo stesso Kioshi ad arrivare a tutte quelle persone che hanno trovato un patto con il jonin. Hanae, il creatore del Crepuscolo pronto a dare una nuova linfa a questo mondo grigio. Kimi, amante del caos e della guerra con la voglia di creare disordine nell'equilibrio delle Terre Ninja. Sango, portatrice di un ideale simile all'Uchiha che ha trovato in Kouki un alleato e ha la possibilità di trovare in Kioshi lo stesso. E poi il Team, che mostra oggi l'assenza di una pedina fondamentale come la Capo Clan Yakushi. Ne fa le veci Ryuuma, elemento squilibrato in netto contrasto con l'Uchiha ma che potrà rivelarsi molto utile alla causa. E poi Itsuki, il più giovane del gruppo ma le sue capacità sono sotto gli occhi di tutti. Infine, il Clan Uchiha a partire dalla Pura Hanabi e l'ermetico Ekazu arrivando ai più giovani Shinuja e Usagi. Tutti presenti, dunque. La porta dell'ingresso dell'ufficio viene aperta e agli occhi dei presenti all'interno si palesa la figura di Kioshi. I lunghi capelli cadono davanti all'occhio destro. Un mantello nero racchiude il suo corpo e soltanto in parte si mostra il resto del vestiario di cui una camicia di color grigio con un colletto alla koreana con sopra un gilet di color grigio chiaro, un pantalone di color nero e uno stivale da shinobi dello stesso colore precedente. Il Jonin è seguito da alcuni componenti del Clan che si uniscono al resto della Casata trovando posto in una fila ordinata seguendo la linea delle quattro pareti. Gli alleati sono seduti invece intorno ad un tavolo rotondo, abbastanza grande da lasciare tutti distanziati uno dall'altro. Kioshi ha fatto allestire la sala per l'occasione e non si è lasciato trovare impreparato. Dunque, i passi dell'Uchiha rimbombano all'interno della stanza. Le iridi scure non guardano in faccia nessuno fino a quando non arriva davanti alla sedia, posta dal lato opposto dell'ingresso, esattamente alle ore dodici se quel tavolo fosse un orologio. La mano destra afferra la sedia trascinandola indietro di mezzo metro. I glutei si lasciano cadere trovando contatto con il legno dell'oggetto. Gli occhi ora si muovono intorno al tavolo scorgendo la presenza di tutte le persone che aveva invitato a ritrovarsi quest'oggi. <Sappiamo tutti il motivo per cui siamo qui> le labbra si schiudono permettendo alla voce di Kioshi di uscire all'esterno ed arrivare all'udito di tutti. <Non fate diventare questa riunione un circo.. Vi avviso. Non ho voglia di dover discutere> chiaro, sin da subito. Non è venuto a far da baby-sitter a dei bambini. Il motivo per cui sono tutti riuniti è d'importanza fondamentale e per questo ci sarà bisogno di concentrazione per un tempo minore se tutti seguiranno questa semplice regola. <Ho studiato il territorio del Suono in questi ultimi giorni. Qualcun altro lo ha fatto?> domanda semplicemente, seppur con tono cupo, ai presenti per capire quanto loro sappiano sul resto. Si silenzia per alcuni secondi, quindi, attendendo che i presenti dicano la propria se ne avessero il bisogno. [chk on][Ambient di Saga | Non siete obbligati ad intervenire in ogni turno se credete che il vostro personaggio non debba dire qualcosa di importante al fine della giocata] [Ingresso ufficio] Chiaramente nota tutti gli ingressi, ma più persone entrano più la piccola alza gli occhi al cielo e sbuffa annoiata. <Ufiiiii! Ma quanti musoni ci sono qui?> Alza le braccia al cielo e impreca il firmamento per la situazione in cui si è andata ad infilare. Gonfia le guancette scarne assumendo la sua solita espressione buffa e poi, come a non voler avere a che fare con nessuno cerca di poggiare i gomiti sul tavolo per posare così il mento su entrambe le mani. <Uffiiiiiiii! Che barbosi in questa stanza. Poi dicono perché non voglio partecipare a queste riunioni. Sono di una noia mortale!> Dolce dodicenne che troppo presto ha saggiato il nettare malevolo della realtà, bevuto il calice della disperazione e, da questa, cerca adesso di arrancare, passo dopo passo, verso i ricordi di una vita passata nella bambagia e nel vizio dettato dalle calde braccia della madre. Madre morta violentemente, un regalo macabro per la piccola, un dono elargito dalla stessa maledizione che affligge il clan di cui è parte integrante. A dimostrazione appunto di tali natali, figlia della guerra e del tormento e loro degna discepola non si fa per nulla scrupolo a far defluire una minima quantità di quella forza, presente attualmente all'interno del ventre, verso l'alto come una serpe velenosa che striscia e si insinua in ogni sua viscera, in ogni suo organo, invadendo di prepotenza gli tsubo semplici per invadere quelli dei propri occhi diabolici. Maledette iridi rossicce che si tingono di una luce pericolosamente vermiglia, una diabolica forza che si palesa in entrambe le iridi come un cerchio nero all'interno della pupilla, macchiata a sua volta da una piccola forma astratta, orpello maledetto di segreti sgraziati e privi di pietà. Un solo ed unico tomoe a scoccare la mezz’ora nei bulbi oculari, un’unica forma astratta di pura oscurità che le concederebbe un potere incredibile. Tutto il mondo si tingerebbe di un colore spaziale, diverso da ciò che avrebbe mai potuto vedere privata di quel potere, ogni linea di chakra sarebbe visibile, chiara e distinta al proprio sguardo, tanto da farle comprendere l'assenza di qualsivoglia impasto dalle persone che la circondano; il tempo stesso sembra quasi piegarsi al proprio volere, apparendo rallentato, come se fosse sommerso da un grande quantitativo d’acqua che non permette alle persone di muoversi alla loro normale velocità. Naturalmente quella dovrebbe essere solo la percezione dell’Uchiha, soltanto la sua visuale, nulla viene alterato all’interno della realtà fattuale se non l’apparire di quel fenomeno apparso nei bulbi oculari. Solo quando il detto Kioshi si fa vedere gli oculi si posano su di lui. <Si per annoiarci!> Dice in risposta alle sue prime parole. <E comunque io non lo so! Sono stata ricoverata sino a qualche giorno fa!> Dichiara con tono netto, prima di tornare ad ascoltare senza spostare il capo da sopra le mani. [Chakra On 29/30] [Tentativo attivazione Sharingan 2/4][Tentativo metà del movimento ¼][Equipaggiamento: Porta kuni e shuriken X2; Portaoggetti X1; Tonico recupero Chakra Speciale X1; Tonico recupero Chakra X10; Fumogeno X1; Fuda con tronchetto da sostituzione con carte bomba X4; Carte Bomba X5; Bombe luce X1; Fuda con tronchetto da sostituzione normale X5; Coprifronte di Kusa; Sigillo Potenziante Ninjutsu Speciale X1]. I vari componenti fanno la loro entrata, li va ad osservare uno ad uno riconoscendone alcuni tra cui Medusa Doku. Non ha nulla contro di lei , ma colui che le fa sollevare un sopracciglio è quel bambinetto che avanza , e pensare che un tempo lo incontrò già in un altro corpo ed entrambi con i mantelli dell'Akatsuki. < non chiamarmi in quel modo > un monito per Rasetsu adesso, di certo esser chiamata affetta chiappe non è nelle proprie intenzioni, ne farlo sentire ad altri. Nemmeno il diretto interessato ricorderebbe che il segno che porterà per sempre sulle chiappe è il proprio nome. Li osserva tutti con quel fare molto nobile soprattutto vicino ad un essere strambo come il kokketsu, non ha mai avuto modo di incontrare così tanti Uchiha nello stesso momento dopotutto. La mano sinistra va a giocare con un piccolo ciondolo posto sul polso sinistro , un origami intagliato in esso e sporco di rosso, un simbolo molto più importante per la propria famiglia che per il clan stesso. Un movimento quello della porta stessa che fa alzare quegli occhi azzurro verdi su un volto che riconosce, il capo clan è arrivato dunque. Lo osserva incuriosita da quello che dirà a quella riunione di condominio. Il silenzio proviene da lei, ricorda bene il motivo per cui ha deciso di andare lei stessa da quell'Uchiha , di come il suo obiettivo possa portarla ad avere due alleati molto forti dalla propria parte, Yakushi e Uchiha insieme. Il pensiero le solletica un lieve sorriso sulle labbra, eppure è così pronta ad iniziare una guerra non sua, ad uccidere chissà quanti ninja solo per il desiderio di quell'uomo..eppure tutto ciò è specchio del proprio desiderio, di rimettere mano di nuovo al consiglio di Ame, a riportarla alla rinascita. Due desideri, due fuochi simili, con modi e portamenti diverti certamente ma quello che conta è il risultato finale, entrambi puntano allo stesso obiettivo . Lo osserva sedersi, il movimento della sedia che provoca un suono fastidioso , ma le iridi non si scollano da lui mentre pronuncia le sue parole. Il sopracciglio che si solleva a quelle prime parole, chissà chi sono veramente gli Uchiha in questione , pazzi, scalmanati? Non saprebbe dirlo esattamente. Un cenno viene posto a Kioshi stesso, ovvio che sa il motivo per cui li ha chiamati, eppure la conoscenza delle terre di Oto le è completamente ignota < desidererei qualche informazioni in più su Oto e sulla sua conformazione, capo clan Uchiha > la voce rimbomba , musicale e consapevole di quello che sta chiedendo, avere uno sguardo più ampio delle terre del suono e di come potersi muovere al suo interno senza troppi problemi. Ma l'attenzione adesso viene portata ad altro, ad una voce di bambina che si lamenta di quello che stanno facendo. < mh? > ma cosa ci fa una bambina ad una riunione così importante? Ma dopotutto lascia la parola a qualcun altro, non sarà lei a rispondere. [chakra on] [Albergo > Dojo] Un lieve cerchio alla testa, un fastidio perenne della sera prima nelle perdizioni del Tanzaku, si concede molto raramente delle sbandate simili, ma insomma, quando lo fà, lo fà come si deve. Nemmeno il tempo di respirare, di chiudere gli occhi per più di tre ore e tentar dunque di riprendersi del tutto, che una missiva gli sarebbe pervenuta nella camera d'albergo nel quale era semplicemente morto per qualche minuto sul letto, stoico e inamovibile ma pure sempre un'umano, necessita di dormire, ed a quella mancanza il sangue nero non può sopperire. Quindi dopo un secco sbuffare, una convocazione da parte di Kioshi stesso, avrebbe indossato nuovamente la giacca nera ed una volta sistemata la cravatta di sarebbe diretto in direzione del Dojo, il passo comunque impeccabile ed elitario, un'automa in quel muoversi solo velato di eleganza, la mancina che regge una sigaretta e la dritta in tasca nel mentre che sfila per l'Erba, soffia il fumo con pigrizia e lo sguardo è perso davanti a sè, evitando di pensare al giorno prima, ma ritrovandosi semplicemente di lì a poco davanti a quello stesso palazzo di due piani che gli è stato indicato nella missiva < Notevole. > direbbe soffermandosi quindi in mezzo alla strada, alzando il capo per osservarlo e lasciar che le vermiglie percorrano i centimetri esterni di quel posto, perdendosi appena nell'architettura senza porre alcuna fretta in quel finire della sigaretta, godendosi quegli ultimi tre tiri come se nulla fosse, noncurante del proprio non essersi presentato lì per tempo, poco burocratico, preciso solo per quel che vuole, carente di zelo dopo l'intaccare dell'alcool < Come il nostro ritardo, praticamente. > si ricollega al dire di prima per poi gettar a terra con assoluta placidità il filtro e quel poco fumante che ne rimane, soffocandolo con la punta della scarpa sinistra, con indosso il solito completo, uno stringere nevrotico della cravatta, un piegar la testa a destra ed a sinistra strizzando gli occhi, quasi sente delle biglie rotolargli nel cranio ma è una sensazione fortunatamente remota, il peggio della sbornia l'ha smaltito di mattina <{ Un Principe si fa sempre attendere. }> direbbe Eiji da dentro rispondendo in maniera pigra e scostante, il suo solito modo di fare intramontabile, lui stesso ritrovatosi più volte in mezzo a riunioni e quisquilie simili, spirito libero che quasi riusciva a distaccarsi dal contesto nel quale si trovava a furia di distrarsi e starsene sulle sue, perennemente convinto di far quel che vuole, mentre il Corvetto all'esterno ridacchia semplicemente per poi smuovere i propri passi in prossimità dell'ingresso e quindi delle guardie < Itsuki Goryo Kagurakaza. > e si annuncia chiaramente utilizzando entrambi i cognomi, sono due entità a varcare quella soglie e non una sola, senza contare il fatto che oggi più che mai potrebbe risultar tangibile quel riprendersi Oto con la forza, dunque, è ora che il cognome di quella casata dalle rose viola riecheggi, elevandolo nuovamente alla fama che merita. Espressione piatta, piattissima, prosegue con le mani in tasca in quel non posar lo sguardo su nessuno, secco in viso così come nel tono quando andrebbe a ritrovarsi dunque al piano adibito a quella riunione < Sì sì, sono in ritardo. direbbe lui quindi palesandosi ai presenti con un'annuire accompagnato da quel chiudere di occhi che quasi indica il non voler incrociare nessuno sguardo, non volersi porre in condizioni di dover dire niente di più se non quel suo ammettere, andando poi a passar con lo sguardo i presenti, sentendo la domanda di quelll'Uchiha che pare a capo della seduta < Sò quel che basta, non mi pare ci siano particolari avvenimenti recenti degni di nota. > non sente il dire di Hanae essendo arrivato in ritardo, ma soltanto ora và a scorrere con le rosse tra i presenti. C'è una nanerottola con i capelli bianhi petulante, Rasetsu che riconosce, persino Sango al suo fianco, poi c'è la Doku e l'insonne, porge un saluto a loro con un cenno del capo relativamente profondo, riconoscendoli tutti, per poi andar a proseguire verso gli altri, passando agli altri Uchiha. Prima Shinuja, ricordando la promessa che gli ha fatto, poi c'è persino Ekazu, quel ragazzo dal quale pretende di meritar il contatto, un contenitore di ricordi così come.. Pausa. Stava facendo scorrere la sedia sul quale sedersi, la più vicina a lui in quel tavolo rotondo, senza curarsi di fianco a chi si troverebbe e a chi no, dall'altro lato rispetto alle finestre. Un crollo. Perchè ci sono/due/ persone parecchio simili a Sasuke? Perchè delle due, una ha parvenze decisamente maschili e l'altra invece è puramente femminile? Pausa. Cerca di metabolizzare, ma dentro di lui sembra che l'altro ancora non ci abbia fatto caso, si stava guardando pigramente intorno per notare il gusto della sala, ma non tarda, quello sconvolgersi, a far preda quel corpo <{ N-non è possibile. }> tutto svanisce, le parole dei presenti sono lontane e la voce sussulta, Itsuki stesso sgrana gli occhi e dona un pò più di vita quel viso spento, rimane con le mani sullo schienale della sedia che aveva fatto strusciare verso di sè, non si siede, immobile mentre da dentro può percepire solo un paio di sillabe confuse, spezzate, qualche tentativo di parlare che risulta solo in un farfuglio confuso <{ Non avrei mai immaginato.. }> è Itsuki a tentar di spezzare il blocco dell'altro, le rosse non si distolgono più dal viso di Hanabi ed allo stesso tempo l'altro va cercando di ricomporsi, ed ordina da dentro, imperativo <{ Itsuki, fammi uscire. }> tra tutti i posti, proprio ad un'importante riunione doveva incontrarla? E dire che sì, la cercava, ma non aspettava di trovarla così... Casualmente in fretta. Un momento di silenzio, mentre l'altro l'avrebbe detto senza volersi imporre fisicamente, l'ha ordinato ed in un momento simile è anche tanto, il cuore prendere a batter più in fretta, ansia e tensione, è dunque lei la famosa amata del Kagurakaza? <{ Ho detto: fammi. Uscire. }> e non lo ripeterà un'altra volta, ma per ora, Il Goryo andrebbe a far semplicemente un profondo respiro, sedendosi senza smuovere gli occhi di dosso alla Uchiha, chiudendoli solo per qualche istante, preparandosi ad attivare l'innata e dar spazio al Principe. { ck on }15:24
Utente anonimo:
[Tavolo] Con lo scorrere dei minuti sembra che quella sala si stia man mano riempiendo di tutte gente che a guardarli, sembrano assai poco raccomandabili, partendo da Kimi, ad Hanae, a Ryuuma insomma non sono volti che lo convincono, forse non li conosce bene, ma la prima impressione non è proprio il massimo. Le braccia a poggiare nei braccioli della sedia, in attesa, nell'ascoltare quel chaicchiericcio che sembra diffonderse, ma che alla fine non gli interessa poi molto, rinchiuso nei suoi pensieri come sempre, in quei pensieri che ogni giorno vannoa d aggiungere qualcosa, un pezzo piccolo di quel puzzle che sta cercando di costruire e di vedere nella sua interezza ma che ancora è lungi dall'essere finito, si potrebbe dire che è appena stato inziato. Ma qualcosa interrompe i suoi pensieri e lo riporta alla realtà, l'ingresso di Ekazu, che conosce, e al quale va a rivolgere un muto cenno del capo, educato, silente come suo solito di saluto e poi entra Hanabi, l guarda, l'espressione del volto non cambia molto, forse un leggero sorriso viene portato, alzando la punta del labbro destro, ma in modo proprio leggero, ricordandosi cosa sia successo ieri sera {Cosa combinerà il tuo fuoco oggi?} Pensa mentre la segue con lo sguardo per qualche istante, prima di andare a guardare tutti i presenti {O si abbatterà su tutti questi pagliacci, con furente sdegno e arroganza?} Un pensiero che tiene per se, un pensiero che si lo fa sorridere, un sorriso completo, che dura ben poco però, che viene rotto al col tempo delle parole i Usagi, nella quale sposta i suoi occhi per qualche istante <...> Vorrebbe dire qualcosa, ma forse è emglio non alimentar eun caos proprio ora, e poi i panni sporchi si lavano in caso, arriverà anche il momento di occuparsi di questa questione. Ma entra Kioshi e l'attenzione viene portata su questo senza mezzi termini, lasciando perdere gli altri, mostrandosi calmo e pacato, ascolta le sue parole, assieme al suo compagno di avventura più prezioso: il silenzio. Un cenno del capo, che va ad abbassarsi per qualche istante, rispettoso, degno saluto ad un capo clan, che non lo convince, ma che pur sempre deve essere trattato per quello che è. Ascolta le sue parole, andando ad accomodarsi meglio nella sedia e puntare i gomoti nei braccioli di quest'ultima, andando ad intrecciare le dita delle mani l'una con l'altra, tipo quando si prega, ma come le mani chiuse, e rimane così in silenzio pronto ad ascoltare, mentre osserva tutti, di tanto in tanto, studiandone i movimenti, le smorfie, insomma tutto quello che poteva osservare, dedicando un po più di tempo ad Hanabi inq ueegli sguardi senza però essere pressante, anzi, voleva studiare la sua naturalezza, come quella di tutti gli altri.[Chakra On] [Lì con gli altri] Che giornata frizzante, questa, non è vero? La primavera porta con se' le novità a cui tutti aneliamo, bene o male. La fioritura che il giappone ama tanto. Le festività nei templi. O la guerra di cui solo pochissime bocche parlano, le stesse bocche che oggi hanno deciso di riunirsi al Dojo. Il ticchettio ligneo dei geta lungo la stanza, la trasferisce al seguito d'Hanae e Kimi, come un'automa ligia e silenziosa. La schiena ritta, l'haori bianco che sorvola sulle spalle comprendole le braccia, mostrando solo il primo barlume del libretto dalla copertina nera che stringe contro il costato lasciato prevalentemente nudo. Il corsetto nero mozzato, i pantaloni in cuoio color tabacco a vita alta, fino all'ombelico. Una figura eclettica, nascosta dietro ad una maschera bianca che non sa di niente. Un bel sorriso, per una bella giornata. All'entrata s'è prestata a salutare Hanae, dopo la convocazione, riservando a lui - e a Kimi stessa - venti gradi d'inchino. E silenzio stampa. C'è una folla nella testa ed un filtro al timpano che vuol cercare le parole chiave da utilizzare in qualità d'abile narratore. Cosa possono fare delle persone attorno ad un tavolo ? E tante persone di spicco. Le plumbee ricercano, nell'antro nero della maschera, le figure rilevanti. Ekazu. Ryuuma. Kioshi. Sango. Itsuki. Fino a soffermarsi su Hanabi; Sasuke è presente? No, sono sciocchezze partorite da una mente che ha passato la notte a delirare contro un pezzo di carta. L'ombra nera di Pomyu alle sue spalle, a cui è stato posto sul capo un sacchetto di Juta. Come se non fosse già abbastanza quella da orso. Occulta tratti che sarebbero altrimenti riconoscibili ovunque, guardandosi attorno con un non so che di spaesato. Infastidito. Lo sguardo vien calamitato da Kioshi, alla fine, dopo una roulette analitica. La man manca smaltata di nero lucido si solleva a posare il blocco d'innanzi, sul tavolo. Ascolta. {ck on}{pressi HanaexKimi} Se lei sorridesse in pubblico ora lo starebbe facendo, nella realtà si limita ad incurvare appena gli estremi delle labbra mentre le schiude appena in sorpresa <oh allora qualcosa ha fatto> replica per tutta risposta, no l’apparizione di Manda non può ritenerla un puro e semplice caso, che la Regina si sia davvero messa all’opera? Un certo orgoglio verso le sue stesse evocazioni la pervade distraendola per un solo istante dalla quantità di persone che vorrebbe avvelenare male. Alla fin fine non riesce ad ignorare così tanto Hanae, diverso è per Hanako che come al solito non viene minimamente degnato di attenzioni. Kioshi prende poi parola con la sicurezza di chi quel gruppo l’ha messo insieme, su di lui si sposta lo sguardo, ignorando quindi per forza di cose la presenza di Ryuuma, almeno per ora. Maledetto ammazzafarfalle. Torniamo però alle questioni serie, alla domanda del capoclan Uchiha si limita a scuotere appena le spalle <non in questi giorni ma è un territorio che conosco> negli anni trascorsi ad Oto, più fuori in realtà, o come membro dell’Alba ha potuto osservare spesso quei luoghi, cosa che quindi le permette di vantare una conoscenza sicuramente relativa ma che spaccia come buona. Questo si chiama mentire sul curriculum. La voce è fredda come suo solito, non si può più cogliere alcuna inflessione in quella voce abbastanza profonda quasi provenisse da lontano e fosse per lei faticoso parlare. Ovviamente l’idilliaca magia si interrompe nel momento stesso in cui Usagi decide di trasformare il luogo in un circo, non la fissa nemmeno restando solo su Kioshi <lascia che ti elimini un problema> lo sguardo solo successivamente si sposterebbe su Hanae quasi a chiedere un permesso, non che ne abbia bisogno ma è sempre meglio assicurarsi di non dover poi affrontare una discussione in merito al suo mancato autocontrollo o cose simili. Attende però, ancora non si alza e non parte, rispetta profondamente il capoclan Uchiha, sa che al suo posto vorrebbe sistemare quel “problema” lei stessa ed è solo quello a tenerla immobile e lontana dalla ragazzina che ancora ignora, proprio come se si trattasse solo di un piccolo insetto da schiacciare tra una parola e l’altra della discussione, gli unici degni del suo interesse sono i due a cui si sta riferendo. Potrebbe rispondere con la sua solita acidità al resto dei preseti ma per fortuna, sua e di tutti probabilmente, ha deciso di concentrarsi solo su quei due, escludendo il resto del mondo così da evitare di finire come nella tenda di Yukio, specie considerando che oggi non se ne starebbe ferma. [chk:91/95][arte del veleno liv 4-tossico][prima avevo dimenticato i tag zorry] Gli occhi verdognoli del Demone glissano sulle varie figure presenti nella stanza. Alcune le conosce, altre le ha viste di sfuggita o ne ha sentito soltanto parlare. Una di queste è Kimi con la quale ha avuto modo di affrontare una missione. Strafatto com'è, non si rende conto che sarebbe giusto evitare di fare una domanda simile. <Ehi, acidella> Non chiamarla così, perché vuoi rischiare la tua vita oggi? Non sai usare i nomi propri? Andiamo, un po' di rispetto nei confronti di gente che non conosci e che non ti vorrebbero neppure tra i piedi. Ma sappiamo bene che è la Sbrilluccica a parlare al posto suo, anche se... beh, io non ne sarei mica tanto sicura. <come sta la tua farfalla?> No, non è una frase con un doppio senso al suo interno. Sghignazza come suo solito, accavallando la gamba destra alla mancina. Ritira indietro la sedia, cosicché possa poggiare la caviglia sul ginocchio opposto e trovare una posizione che sia comoda per se stesso, non tanto per chi gli sta vicino o attorno. Insomma, è piuttosto palese che della gente lì dentro non gliene freghi assolutamente un fico secco. <Io non ci sono mai stato ad Oto!> Esclama, allargando le braccia verso l'esterno, facendone passare una dietro le spalle di Sango ma non per questo sfiorandola od anche solo toccandola. E' consapevole, per quanto drogato sia, che a Kouki non farebbe piacere ed evita ben volentieri di litigare con l'unico amore della sua vita. <Cosa dobbiamo aspettarci? Sappiamo cosa sia in grado di fare questo nemico comune? Abilità particolari delle quali dovremmo sapere qualcosa? Organizzazione dell'assalto? Daidaidai!> Batte le mani tra di loro, palmo contro palmo, ravvicinando le braccia. Sì, lui è quello che non sa che cazzo dire o fare, però incita gli altri a spremere le meningi al posto suo. [Chk ON] Lo sguardo scivola finalmente su ognuno dei presenti. E' un attimo dedicato ad ognuno, un insieme di visi noti e sconosciuti, ma anche di alcune facce appartenenti certamente ad un passato diventato irrilevante. Ironico, abbastanza dal cancellare alcune delle impressioni più negative ricevute. Si sofferma appena più del necessario quando osserva Zero, verso il quale le palpebre superiori s'abbassano per mostrargli un che di complice e, considerato più il corpo che l'intenzione reale, 'affettuoso'. Le braccia sciolgono il loro esser incrociate e la mano sinistra s'allunga sulla missiva che ha precedentemente poggiato sul tavolo. Il sigillo di cera posto sopra viene rotto e quanto è contenuto, una semplicissima ed elegante lettera, portata di fronte al proprio sguardo, velando per qualche momento chi si trova dall'altra parte del tavolo. La gemella, libera, afferra dall'interno di quella busta preparata per l'incontro un anello riportante in una cavità il kanji della tigre bianca; un oggetto che utilizza al momento per evitare di dover fare troppe dimostrazioni o presentazioni al prossimo. L'Anello che notoriamente è appartenuto da konan fino al precedente capoclan degli Uchiha: Katsumi. Un oggetto che più passa da mano a mano e più acquisisce in qualche modo potere. Presto, sarà comunque inutile. Prima di anche sol parlare lo mette al posto che gli appartiene, il medio Destro. "Sei libera; ma terrei le pulizie per il momento in cui la Serpe cadrà." E' un suggerimento a risparmiare fatiche e problemi adesso che ancora devono definire come occuparsi di ciò che realmente ritiene in qualche modo un 'problema'. Inspira, mentre lo sguardo scende placido e privo di sentimento da un kanji all'altro della missiva. "Dallo all'Uchiha." Passa la lettera ad Hanako, che s'alza senza produrre rumore per afferrare quella lettera e giungere poi di fianco alla figura di Kioshi, a cui porrà una missiva contenete numeri ed analisi riguardo il via vai di Keimusho. Ha già accennato a lui il piano in una precedente missiva. Ed ora è l'Insonne a parlare. "Avverrà tutto in meno di un'ora." Pronuncia adesso Nemurimasen - Hanae - rivolgendo lentamente lo sguardo a chiunque NON sia in alcun modo affiliato alla Yugure. Si sofferma per un momento su Hanabi e Ryuuma, senza alcun evidente ed ulteriore segnale. "Un gruppo dovrà causare grandi danni presso Keimusho. Il piano è conquistare e barricarvi dentro la Torre Centrale delle prigioni: esche" Senza perdersi in dettagli che ogni squadra riceverà a seguito di effettive e concrete istruzioni del capoclan Uchiha, prosegue. Lo sguardo si fissa partendo dai più vicini sui vari membri della Yugure, una sorta di rotazione che parte da Kimi, Hanako e Ren per passare a Ekazu, Itsuki e concludersi nuovamente su Kioshi. "Il secondo gruppo sfrutterà questa grande distrazione per attaccare la Tana degli Eredi. La Yugure, noi" puntualizza "si occuperà di Kunimitsu." Non è soltanto un piano, ma in qualche modo le condizioni. { Clone superiore di Hanae ed Hanako, 50 di chakra ognuno } { Hanako da missiva a Kioshi } { Posizione a sedere: Kimi - Hanae - Hanako - ren } Giusto qualche attimo, che le braccia pigre e lente vanno ad incrociarsi sul petto. La schiena, coperta dalla placca dell’armatura, poggia a peso morto sullo schienale della sedia. Alla sua sinistra, Hanabi già ringhia. <ci siamo appena seduti.. > gli occhietti che si rimanderebbero ai grigi di lei, per poi tornare sugli ospiti. Le spalle, finte rilassate, si abbassano. Noterebbe solamente ora Shinuja, qualche posto più in la, Kimi ed Hanae. Li osserva, posti quasi di fronte. Qualche parola, qualche cenno forse tra i due. Una voce squillante alla sua sinistra risuona nella stanza. Con le mani ancora conserte al petto, staccherebbe il busto dallo schienale per qualche secondo. La testolina, lenta, a voltarsi verso Usagi. Che ci fa lì una bambina? Neanche potrebbe risalire al gene Uchiha dall’aspetto; lei, completamente estranea ai canoni del Clan. Il busto che tornerebbe sullo schienale della sedia. < .. mah > la testolina si abbassa, chiusa in se stessa. Solamente gli occhi, da sotto la frangia scalata ed irregolare, a puntar sul tavolo. Il Perfetto fa la sua entrata. Gli occhi che di taglio ne saggiano la figura, seguita da altri funzionari Uchiha. Una coda di passi che ben presto si ammutolisce lungo le pareti. Esordisce convinto. Altre figure a riempire la stanza, in ritardo. Il mento si solleva al sentir il nome del Principe. Da quel suo rifugiarsi nel suo stesso petto, le bicromi si sollevano. Ne segue i movimenti, fino al tentativo di sedersi. I suoi occhi sono la sua forza. Il suo osservare costantemente, una prassi, un dogma che nei Genjutser è fonte di vita. La sedia di lui si scopre dal tavolo. Rimane interdetto qualche secondo. Gli occhi sgranati di lui si specchiano nei celesti e neri. < .. > le labbra si schiudono in un fievole sospiro, mentre intanto la riunione già entrerebbe nel vivo. Alle spalle del Principe, una figura mascherata. ‘’…’’ E’ stanco. Non puo’ essere. Però, li vicino. Una figura imponente che riconosce. Il volto è nascosto, ma quella stazza è ben più che rara nelle Terre Ninja. Non dice niente. Vede la maschera sul volto, pensa. Non vuole essere riconosciuta. Per ora, tutto morirebbe lì. Lo Studio di Oto, certo che no. Da Ninja del Suono, possiede conoscenze abbastanza standard. Se non fosse, per il legame con la Yakushi. La Tana degli Eredi. < .. mhh > la testolina ancora abbassata. Una voce familiare a prendere parte alla discussione, quella di Hanae. Il musino che ora si mostra pienamente. Gli occhi si muovono verso Kioshi prima, e verso Ryuuma e Sango poi. < .. Oto è pericolosa. Siamo nella sua Tana.. > risponde al rosso < un minimo errore e tutto puo’ saltare > [ Chakra: ON ] [Tavolo | Fianco sinistro di Ekazu] e stesse espressioni, gli stessi lineamenti. Gli stessi occhi corrotti da un’ombra oscura ma al contempo magnetica, le stesse posture. Assurdo quanto nonostante il genere diverso, nonostante i lineamenti di Hanabi rimandino una palese femminilità nelle folte ciglia e morbide labbra, le figure dei due Fratelli sembrano continuamente sovrapporsi.Lo sguardo affilato tagliato da ribelli ciocche corvine permane indifferente su un punto indefinito del tavolo; alcuna espressione, alcun accenno a voler socializzare con i presenti. Un lieve espirare spazientito, il collo che viene fatto roteare in un istintivo sgranchirsi, quando ecco che involontariamente andrebbe a notare Shinuja; lo stomaco ad avere uno spasmo. Un inevitabile rimando agli avvenimenti di ieri, una leggerissima e fugace nausea ad accompagnare il ricordo di quella sensazione: stava perdendo il controllo. Schiocca silente la lingua sul palato, distogliendo bruscamente lo sguardo, accigliata. Di Kioshi ancora nessuna traccia, quindi, annoiata, torna a studiare i volti dei prenti. Qualche secondo verrebbe passato su Usagi, di cui per grazia dei Kami non ha notato l’ingresso: un veloce indagarne i lineamenti dolci e l’aspetto curato, i capelli raccolti in femminili codini. NO, non ha idea del suo essere una Uchiha, e mai potrebbe immaginarlo considerandone l’aspetto. Passa poi a Sango, il suo rosso crine, il suo vestiario fascinoso ed il rosso crine. Kimi, con i suoi occhi bicrom; come quelli di Ekazu. Resta per qualche secondo su di lei, su quel suo essere “svestita”. Alcuna espressione a palesare i pensieri della pura, che andrebbe poi a scorrere su Hanae e Hanako al fianco della Doku: due ragazzini. La fronte ad aggrottarsi appena, interiormente perplessa. Non ha tempo di porsi domande, se sono stati convocati da Kioshi, quest’ultimo avrà avuto le sue ragioni. Passa dunque a Ryuuma, al suo ghigno aguzzo e a mezza luna: lo sguardo freddo ad assottigliarsi appena, ma ecco che all’improvviso la porta viene aperta: Kioshi. Un involontario tuffo al cuore ad incontrare i di lui lineamenti cosi identici al suo Fratello, un contorcersi delle interiora: chissà se ci si abituerà mai, soprattutto di questi tempi. Ma non è questo il momento. Seguirebbe il capoclan con lo sguardo, mantenendo il contatto visivo con egli ogni qualvolta cercherà il suo; ed ecco che egli parla. Approva i suoi modi, il suo imporsi: gradualmente sta iniziando ad inquadrarlo, e fino ad ora ancora non si è pentita della fiducia in lui riposta. Ma improvvisamente, ecco che la voce di Usagi interrompe il suo contatto visivo con Kioshi. Le di lei parole, il mancato rispetto al clan. Quella superficialità. Quel chiamarli musoni. Immediatamente, quasi uno zampillare schiavo dei propri sentimenti, il chakra verrebbe incanalato lungo il keirakukei fino a raggiungere i bulbi oculari. Un ponte tra occhi e cervello a venir instaurato, le iridi a venir irrorate fuoriosamente. Ed è un attimo: gli occhi grigi sfumerebbero in un rosso scarlatto, tre piccole tomoe a vorticare attorno alla pupilla fino ad assestarsi. La schiena che con uno scatto si distacca dallo schienale, alzandosi, i palmi a venir poggiati sul tavolo in una protesa posa aggressiva < Hoy- > richiamerebbe l’attenzione di Usagi, un tono minaccioso, cupo e vellutato, ringhiante < cosa cazzo credi di fare ah? > il volto si abbassa appena, le ciocche nere a intervallarle lo sguardo < Con chi cazzo di credi di parlare > la fissa, la inchioda con lo sguardo. Attorno a lei parole vengono scambiate, ma il suo sguardo permane su Usagi. E non vede Itsuki, per ora, non ha idea di CHI, dietro gli occhi cremisi del moro, si celi, fissandola.Tantomeno si avvede dell’ingresso di Ren E all’improvviso la voce di Hanae a irrompere nel suo campo uditivo “Si occuperà di Kunumitsu”. Un secondo di ritardo sulla conclannata, dunque si appresterebbe a voltarsi verso Hanae, attratta da quella frase. Non sa cosa sia la Yugure, ma per ora sembra dare per scontato che sia automaticamente inclusa nella missione di uccisione Kunimitsu. Non può essere altrimenti. Accanto a lei Ekazu parla. Ne segue il discorso, eppure lo sguardo torna a inchiodare Usagi in un tacito ammobimento {Sharingan 3 Tomoe: Attivazione}{Chakra 75/80} {Chakra ON} Durante quel percorso dall'ingresso alla sedia sente troppo brusio all'interno della stanza e soprattutto una voce stridula che risuona all'interno di quelle pareti. Una voce che ha già sentito in precedenza e una volta seduto i suoi occhi si posano su quella figura che riconosce. Usagi. La ragazza che aveva già conosciuto sulla spiaggia a Kirigakure e di cui aveva già notato i comportamenti strani. L'avviso di Kioshi sembra non aver funzionato e la ragazza prende la situazione troppo alla leggera. Gli occhi si spostano su Kimi che chiede il permesso per potersene occupare <Non c'è bisogno> sussurra verso la Doku fissando nuovamente la genin del Clan Uchiha. <Tranquilla Hanabi. Lascia a me> sussurra alla Pura ora invece, senza concederle uno sguardo al momento però. <Avrai tutte le informazioni che ti servono in una missiva che riceverai. Lascia che ci annoiamo ora.. Senza di te> il suo tono si abbassa, ancor più tenebroso verso quella figura minuta. Il chakra viene direzionato verso i canali oculari del jonin e il gene dello Sharingan reagisce con esso. L'iridi subisce una trasformazione divenendo di un colore rosso accesso e all'interno di esso si disegnano tre tomoe, una equidistante dall'altra. Ora il chakra di Kioshi viene direzionato verso la mente della ragazza. L'energia si insinua all'interno del suo corpo e la mente di Usagi apparirà sempre più pesante. I suoi occhi inizieranno a veder le pareti prender fuoco e tutti i presenti esser coinvolti nell'incendio. Si ritroverà con gli arti immobilizzati alla sedia e le fiamme che lentamente prenderanno possesso delle sue carni fino a bruciarle del tutto. E lei, immobile, sentirà l'aumento della temperatura e, fino all'ultimo, ogni centimetro della sua epidermide sciogliersi a causa del fuoco. In quel preciso istante, la sua mente non reggerà al confronto con il potere del jonin e lei svenirà sul pavimento, portata via da un membro del Clan che si separa dalla parete in assoluto silenzio. Gli occhi ritornano sui presenti mentre lo Sharingan si disattiva, sicuro che non ce ne sarà più il bisogno del suo utilizzo. Kioshi ascolta il dire di tutti aspettando che ognuno chieda le informazioni che vorrebbe sentire. E, infine, Hanae si dimostra quello più utile del gruppo. Com'era lecito aspettarsi, d'altronde. Per una persona che vuole instaurare una nuova ventata d'aria nel mondo, non rimane ad aspettare che siano gli altri a dirgli cosa fare. <Dovresti conoscere bene una Yakushi, no?> risponde a Rasetsu inclinando leggermente il capo di lato. <Alcuni di noi si occuperanno prima di un valido alleato di Kunimitsu. E in questo modo la nostra forza aumenterà grazie all'alleanza dell'ultimo Clan che rimane del Suono> gli occhi si muovono in direzione di Kimi lasciandole intendere il piano che hanno studiato per i Doku. <Itsuki e Sango. Voi due vi unirete a me e Kimi in questa occasione che dovrà avvenire prima dell'inizio della guerra> spiega ai presenti chi sono i prescelti per seguirlo nella sfida contro Itawooshi. <Rasetsu..> cerca di attirare la sua attenzione richiamandolo. <Ho bisogno che i tuoi uomini trovino il modo per accedere all'interno del Villaggio del Suono. Le alternative penso che tu le conosca meglio di me..> la mafia può essere utile in un'occasione come questa. Corrompere o uccidere prendendo il posto delle guardie di accesso. Un buon metodo per poter penetrare all'interno del Villaggio. Kioshi riflette infine sul piano di Hanae. <Mi sembra un'ottima soluzione. Ma alcuni Uchiha verranno con noi> spiega accettando le sue condizioni ma ponendone una a sua volta. E nel frattempo ora riflette su chi mandare a Keimusho. [Sharingan a tre tomoe][Potere illusorio su Usagi][Mente 125][chk on][Ambient di Saga | Non siete obbligati ad intervenire in ogni turno se credete che il vostro personaggio non debba dire qualcosa di importante al fine della giocata] Altre figure fanno il loro ingresso nella stanza, Itsuki e una donna mascherata insieme . Un cenno viene rivolto al ragazzo che risconosce, rispettosa verso quello che hanno condiviso nel loro ultimo incontro, mentre la donna con la maschera la fa dubitare che lo stesso Yukio sappia molto di più, che sia un pierrot? Che l'abbia mandata li ad osservare il tutto? Anche il Rasetsu è specchio delle proprie domande, permettendole di non dover aprir bocca , gli lancia solo uno sguardo tranquillo, sperando proprio di non doversi trovare sola con lui ad Oto, si sarebbero persi in due secondi probabilmente..ma chi più di tutti avrà la propria attenzione è proprio Hanae con quella busta..e quell'anello. Lo riconosce quasi subito, rimembra ancora la notte in cui il riduko sennin lo utilizzò per aprire un passaggio per un covo dell'akatsuki, ma quel bianco anello le ricorda altro, qualcosa che le scorre nelle vene, l'innata che freme per potersi mostrare < Konan> la voce che sibila e tutti potranno sentirla pronunciare quell'antico nome, le iridi piantate sul ragazzino, la sorpresa che si mostra sul volto e il corpo che si muove verso quel tavolo, perchè lui detiene quell'antico e prezioso tesoro? Come fa lui ad averlo? Deve essere un membro dell'akatsuki , non vi è dubbio , non si tratta di una semplice cappa come quella che si porta dietro appartenente al sannin stesso. Il corpo che lento si riporta al proprio posto senza staccargli gli occhi di dosso anche quando parla di strategie, più attratta da quello stesso anello che dalle sue parole < mh? Esche?> non le piace quel piano, decisamente no. Ma quello che la fa dubitare è quel nome < Yugure? > chiede sollevando delicatamente un sopracciglio, confusa da quel suo dire. L'attenzione che si sposta sul volto di Ekazu, le ricorda qualcosa , una serata ma non riesce a rimembrare bene dove l'ha incontrato, ma la sua fama lo precede comunque < pericolosa come? > meglio avere tutte le informazioni del caso, non che la spaventi la questione, nata e cresciuta nelle continue guerre interne al proprio villaggio, dove il sangue aveva sostituito la pioggia stessa. Lo sguardo che passa sul volto di Hanabi adesso che con quelle parole apre il preludio di una piccola guerra interna contro quella bambina. Si ritrova a sospirare adesso, in cosa s'è immischiata? Si guarda intorno, diversi sono i volti noti al mondo ninja, e diversi altri completamente sconosciuti, una stramberia non da poco , trovarsi insieme a diversi volti riconosciuti a livello mondiale quasi . L'attenzione viene richiamata adesso da Kioshi stesso che snocciola il da farsi < comprendo > almeno sarà con due figure già conosciute , l'ultima volta che incontrò Kimi si presentò come Medusa. < e in cosa consiste esattamente? > le iridi che sorvolano i presenti sostando su Itsuki stesso , cosa dovranno fare prima della guerra? La questione si fa sempre più interessante dopotutto . [chakra on] [Dojo] Lui tralascia chiaramente il fare di quella Uchiha petulante, la propria attenzione viene rapita da Hanae stesso e dal passare del suo sguardo in direzione dei presenti, ritrovandosi però poi a precisare e restringere il campo, far quasi una selezione visiva e andar a dividere chi è e chi non è del Crepuscolo, andando ad enunciare per la prima effettiva volta il nome di quel che saranno, della luce che verrà portando con s'è il calar dell'Alba , seppur nel frattempo, non vi è più Itsuki lì presente, capelli bianchi ed occhi viola come la nota di quel Villaggio stesso che vogliono attaccare, lineamenti più maturi ed affilati. Un cambiar di connotati e del viso relativamente drastico, un riaprire degli occhi in quel vago concentrarsi che mostra le ametiste, le quali andrebbero proprio in direzione dell'Insonne e del corpicino di Hanae che lo ospita < Yugure.. Meraviglioso.. > mormora più tra sè e sè che in un voler effettivo rivolgersi all'altro, riuscendo per un solo, singolo istant e a distrarsi dalla realtà, ritornando poi con gli occhi su di /Lei/. Ed è un fremito, un brivido lungo la schiena che è peggio di quello percepito al pronunciare del nome di quell'organizzazione che verrà, una secchiata d'acqua fredda ed allo stesso tempo un lasciar che lava gli coli addosso, caldo e freddo, gli si torce lo stomaco e il cuore sembra venir preso da una morsa, le violacee permangono morbose su di lei fissanddola però non con un fare invasivo, nemmeno con un che di fastidioso, è un guardarla estasiato, quasi serafico ma allo stesso tempo incapace di nascondere lo stupore, quasi aggrappandosi alla consapevolezza che è lì, l'ha trovata, e per quanto difficile sia, cercherà di appellaris a tutto il suo regale contegno, per evitare di far scaturire un putiferio in quella sala dove già alcuni animi paiono più che tesi. Kimi e Ryuuma battibeccano tra di loro in maniera breve ed affilata, Sango ha più di una domanda da porre mentre Ekazu và a rimarcare la pericolosità della Serpe, mentre Shinuja tace in riverente silenzio ad ascoltare le parole del Capoclan, quelle stesse parole che ora vanno a smuovere solo l'attenzione di Eiji e non quello sguardo, costretto e quasi catturato dai lineamenti di quella donna che arde, brucia e quasi lui lascia che sia la pelle d'oca a raggrinzire l'epidermide in quel sentire quel tono focoso, quel bruciare che arde come nient'altro e che la rende inconfondibile, un'espressione amorevole ed un sorriso di un qualcuno di stanco, il viso di una figura stanca e stremata che si è persa in un deserto d'odio, finendo poi per trovare l'oasi tanto agognata. E no, stavolta non è un miraggio. Ma nonostante il suo trasognante e mellifluo guardarla, affettuoso ma allo stesso tempo sempre velato di toni malevoli in quella suo esprimersi appunto malizioso, punta i gomiti sul tavolo e sfrontato come sempre va posando il mendo sulla mancina, mentre la dritta và appena ad indicare sè stesso, concedendo solo ora uno sguardo a Kioshi stesso, un'espressione relativamente annoiata, carisma che lo anima in maniera ben diversa da prima, mentre il corvino dentro si cela silente < Mhh.. E quindi dovrei fare i preparativi alla festa per poi non parteciparvi direttamente? Che noia.. > direbbe lui sospirando e lasciando crollar la dritta, andando in direzione della Ishiba e della Doku, ritrovando con il suo sguarod violaceo quelle figure ben conosciute, un vago sogghignare d'intesa ed un cenno del capo che non si solleva dalla mancina, un secco salutare come a ritrovarsi con colleghi, mentre quel tono di voce è ben più caldo ed espressivo di prima < D'accordo, mi basta riprendermi ciò che è mio, per il resto... Ho sempre adorato veder il mondo bruciare. > si accontenterà di quello, di osservare in disparte e far il più possibile con quel corpo che si ritrova, consapevole che l'andare oltre porterebbe alla morte e lui ha intenzione di riprendersi casa sua così come la Casata dei Kagurakaza e tutti gli annessi, rivendicare la sua fama e la sua gloria, ritornare se stesso. Eppure, tra tutto quel voler riottenere, quel bramare quel che aveva, in tutto ciò, le ametiste tornano a guardare Hanabi, è lei che brama più di tutti e pagherà col sangue se sarà necessario, pur di stargli affianco, felino in quell'espressione che ora gli porge, guardandola come se fosse il quadro più bello di una mostra, dalla quale no nriescii a staccarti, mandando la destra a sorreggere il mento in quell'intersecarsi con la gemella. Itsuki condivide, sono sin troppo simili da questo punto di vista quei due, quindi, non ha nulla da aggiungere, per quanto solo Eiji sentirebbe. { Ck on Goryo II - 2 pt ck }https://bsoulshippuden.rel.to/img/chat/pulsante_invia.png16:36
Utente anonimo:
[Tavolo] kioshi parla, gli altri rispondono, chi un modo chi in un altro, chi invece se na sta silente, molto probabilmente solamente lui, mentre mantiene quellos guardo con Hanabi per qualche istante, prima di spostarlo su Ekazu, nuovamente, e poi riportarlo su Eijii quando entrerà. Non si è scordato di quella promessa che gli ès tata fatta, l'ha accolta, in fondo non poteva far altro, sembra surclassarlo in quanto arti magiche, ma la memoria del genin è difficile che possa scordarsi, {Ecco la tua tanto ricercata Hanabi, ed ora che fare Eijii?} Si domanda, non con strafottenza ma più con interesse, di chi, fondamentalmente sa, che sta correndo un rischio, ma che probailmente sa anche che nell'altro piatto della medaglia, quando sarà tempo, restituirà con gli interesse tutte quelle minacce, che gli sono state fatte.Sposta di nuovo lo sguardo, gli altri stavano parlando, di cose più grandi di lui, missioni nelle quali lui non sarebbe mai potuto andare, e proprio per questo va a chiudere gli occhi in questo momento, andando a spostare le braccia sulle proprie gambe che sono sotto al tavolo, e andando a formare il sigillo della capra, andrà a visualizzare i due puntini sul suo cropo quello rosso e quello bianco che risultano essere quello bianco l'energia psichica e quello rosso l'energia fisica. Si concentra su quest'ultimo, andando a sentire i muscoli irrigidirsi, come se avesse dei campri, ma senza alcuna presenza di dolore. Quel pallino stava crescendo e stava diventando una sfera, e più cresceva più quella sensazione di contrattura dei muscoli cresceva, sempre di più sempre di più finoa quando una sensazione di rilascio muscolare, segno che la sfera rossa era compelta e poteva passare a quella bianca, che inzia a riempirsi facendogli scorrere inzialmente piano i ricordi e i pensieri che ha in mente, facendogli rivivere quelle sensazioni provate in quel momento, e più la sfera cresce, più la velocità aumenta andando come a creare un turbinio di emozioni, di pensieri di ricordi che gli avvolgono la mente, fino a quando tutto quanto non cesserà, alsciandogli come se nulla fosse una mente lucida, vuota da confusione, e con quei ricordi e quei pensieri che sono tornati pacati e ordinati. Pronte le due sfere, va poi a spostarle al centro del corpo, all'altezza della bocca dello stomaco, dove andranno prima a toccarsi, e piano piano ad unirsi le due sfere, ad amalgamarsi ed è qui che alcuni brividi sembrano inziare a pervade il corpo del giovane figlio del clan Uchiha. Come per le altre due sfere, quella sensazione aumenta, sempre di più, in liena con il miscelarsi e l'amalgamarsi di quelle due sfere che alla fine di questo progetto daranno vita ad un unica sfera, che farà si che il chakra scorra dentro il corpo del giovane, invadendolo come un uragano. Un unico e secco brivido gli va a percorrere la spina dorsale, segno che il processo se svolto correttamente sarebbe stato finito e il chakra attivato. Fa un bel sospiro, senza far rumore, riapre gli occhi neri, e scioglie il sigillo, fatto solamente con una mano, il che gli permette di riportare il braccio sul bracciolo della seggiola e starsene sereno e tranquillo almeno per il momento, ma qualcosa, richiama la sua attenzione, ed è proprio Hanabi, che sembra prendersela con Usagi, un leggero sorriso, in quella reazione forse esagerata della pura, forse no. A risolvere tutto però c'è il capo clan, che non ha mai brillato agli occhi del giovane Uchiha, ma solo in questa occasione, sembra stimarlo davvero, librandosi di quella cosa, che non saprebbe definire in altro modo. Per ilr esto rimane in silenzio non dice nulla, ascolta solamente quello che verrà detto da quest'ultimo in modo da capire quali siano le soluzioni per questo piano e chi si debba occupare di cosa. Non serve che parli, almeno per ora, e rimarrà li con calma fino a quando la riunione non sarà finita, rimanendo li, dentro quel palazzo, scendendo solamente di piano, fermandosi dentro al Dojo, dove si allenerà e mediterà.[Se tentativo di attivazione Chakra}[Chakra On][END} [Lì con gli altri] Un silenzio che permane; i panni di Beto-sama le vanno tanto giusti, tanto a pennello, da farla quasi inorridire. Una sensazione non dissimile dal perdersi nella visione che le si srotola davanti, coccolando con le plumbee la sagoma di Hanabi - o meglio, la sagoma di una donna accanto ad Ekazu. Il capo s'abbassa piano. Un ciondolar asettico delle ciocchette coralline che le sfiorano le spalle nude solamente per metà; perchè è con una donna? Sarà del clan. Una stoccata tra domanda e risposta, rimestandole le viscere. Stringendole lo stomaco. Saranno infantili capricci, gli stessi che farebbe Itsuki nei suoi confronti. Ed è su di lui che si scosta, mentre le terga prendono posto sulla sedia tra Ekazu e Kimi. Pomyu a differenza d'Hanako rimane in piedi, guardando proprio verso lo spettro silente che insegue Nemurimasen. "{povero bastardo}" Un commento stizzito che svolazza tra menti, obbligando Ren ad alzare lo sguardo prima verso Miyazaki-san, poi proprio verso il misero spettro piegato all'esteta. Non è niente che la riguardi, non è neanche niente che riguarda Pomyu che nel mentre, adombrando la Seimei, s'appoggia allo schienale della sedia guardando verso il taccuino. "{Sembra proprio che qualcosa si stia muovendo, non trovi, Loto? Il cuore che un tempo pulsava nel suono. Agire nell'ombra. Tradire. Tutto questo, fa parte di noi. Riportarla all'illibato squallore, che eleganza ! }" Le labbra serrate di lei, dietro la maschera bianca - ricevono il brivido che avrebbe una bambina a sguazzar nel fango. Sorride. Emula la maschera. Le labbra esangui che trovano la beltà della goduria. La ricerca dei diamanti, tra polvere e sangue. E' quello che vuole. Quello squallore. Le unghie sfilano sul bordo del tavolo, perdendosi tra le frustate di Ryuuma e Kimi. Destreggiandosi tra futile ed utile. La punta della matita scorre con eleganza su fogli bianchi latte, scrive senza neanche guardare - rimanendo ritta. Piatta. La pelle nuda sotto l'haori vibra, come se avesse un mostro sotto pelle che chiama d'uscire. < Keimusho. > Lo bisbiglia, s'incastra quasi tra le labbra. E gli occhi si smuovono verso i piccoli Uchiha. Usagi e Shinuja. Non sarà la loro parata della morte? Cosa ci fanno dei bambini, ad una riunione d'adulti. Sorvola sul foglio, mentre gli appunti denudano punti d'estremo interesse. Attacco. Distrazione. Attenti alle teste, miei cari. "E' la pozza d'oro del paese. Sarà difficile." La voce di Pomyu graffia, riconoscibile in tutti i paesi. Nonostante il sacco di juta in testa, il vecchio mukenin, si muoverebbe dalle spalle della Seimei, rizzandosi nel suo metro e novanta di bastardezza. < Sarà eccitante. > E la mano che scorreva sul banco, stringe piano la matita tra i polpastrelli. Freme silente. Sbiancando la carne color porcellana. Le gambe sfilano sotto al tavolo, finisce per posar la sinistra sulla coscia destra, puntellando il ginocchio contro il perimetro ligneo - sfilando il collo del piede a dar un colpetto sotto-tono alla caviglia di Ekazu. Uno sfiorare. Un guardarlo in sottecchi. E la fuga imminente dello stesso piede. {ck on}{posti a sedere: Ekazu - Ren - Kimi }{mask : https://66.media.tumblr.com/0db4d8db103498de246dbae2508553be/tumblr_inline_ow79azIF1Z1uusd3x_400.jpg } La verità è che Ryuuma vuole morire. Non riesce a vederla in modo differente <meglio di te idiota> un semplice ringhio da parte sua, un sussurro quasi in sua direzione come a voler far arrivare il concetto senza andare a sovrastare l’esposizione del piano. Poi un respiro profondo, il tentativo forse vano di tornare ad ignorarlo, non ci arriva ad Oto vivo, questa è l’unica cosa che le frulla nella testa. Deve trovare un modo per evitare di sbottare. Annuisce lievemente a Kioshi poi lasciando che sia lui ad occuparsene e cercando di tornare a concentrarsi solo sul piano che sta prendendo ora forma <Va bene> replica andando quindi ad osservare sia Sango che Itsuki, non ha problemi con loro <il suo corpo resta a me, non una goccia di sangue uscirà da lì> si sente in dovere di puntualizzare, non che tema che qualcuno voglia il veleno del suo attuale capoclan ma la prudenza non è mai troppa in merito a quella questione. Per il resto ascolta tutti in silenzio senza farsi avanti per dare alcuna spiegazione, non è a lei che tocca quel compito per cui si limiterebbe a starsene in silenzio nel suo angolino, Ryuuma permettendo ovviamente. Lascia che la schiena vada a poggiarsi con più comodità alla sedia andando così ad osservare i presenti quasi a studiarli, si può davvero fidare di tutti loro? La fiducia nell’Uchiha e nei membri del nascente crepuscolo è data quasi per scontata ma tutti gli altri? Ogni pensiero viene lasciato nella sua mente, senza altro da aggiungere. Seguirà la copia di Hanae poi, hanno comunque altro di cui discutere prima di separarsi nuovamente [chk:91/95][arte del veleno liv 4-tossico] [eventuale end per me] Ha modo d'analizzare quasi ogni viso dei presenti. Un gruppo di Shinobi che qua raccolti stanno commettendo con una complicità certa un crimine contro l'Alleanza più potente che probabilmente sia mai esistita dai tempi degli Stati in Guerra. Nonostante non tutte le personalità siano affini alla propria riesce a trovare un piccolo spazio per apprezzare chi ancora riesce a farsi guidare da un'ispirazione -banale o meno- che ha il coraggio di collidere con muri troppo alti e troppo spessi. Osservando compiaciuto come il capoclan Uchiha dimostri l'inflessibilità che dovrebbe caratterizzarlo, si distrae quando il nome di Konan giunge al proprio udito. E' istintivo voltare il viso in direzione di Sango, riconoscendo in lei quelle stesse caratteristiche della ragazza con la quale affrontò la sua ultima missione prima del fatale cambio di corpo. Le sorride appena, chinando il capo di lato e facendo battere medio e indice destro sul tavolo per farle notare che..sì, capisce il valore di quell'anello. Specialmente per una Ishiba. Gli sono ignote alcune info, ma sommariamente conosce tanto su ogni presente. Quando una domanda giunge, implicita nella sua essenza, inspira e si alza lentamente in piedi. Le mani scivolano sull'Haori e si allineano ai fianchi; Hanako segue con gli stessi identici movimenti ed un cenno vien fatto in direzione della Doku. "Kunimitsu è morta durante l'antica guerra civile di Oto, quando ha scelto di essere coraggiosa. Ogni momento da allora è in prestito. Il corpo, ciò che le ho dato e ciò che ha preso.." lo sguardo scivola per un istante in direzione di Ekazu, si sofferma e torna a rivolgersi a Kioshi. "..appartengono al Crepuscolo. Abbiamo fatto un patto per la vita ed è stata ricoperta d'oro." Anche troppo a lungo. L'Akatsuki non è mai tornata a riscuotere il debito ma adesso che l'unico erede è qua con quell'anello come prova non può fare altro. Sorride in direzione di Itsuki, quelle parole che riescono a compiacerlo e a destare mutamenti nuovi nello spirito: purtroppo non ha tempo di godere del mondano. Presto, forse. Manda attende in cima alle Montagne delle Serpi, tiene un occhio vigile sul proprio corpo originale che sta ultimando i preparatavi per una scalata senza chakra. "Ci presenteremo al mondo con due grandi trofei, almeno. Indossate almeno questo." Si rivolge chiaramente ai membri del Crepuscolo, a cui si avvicinerà Hanako passo dopo passo per offrire un fuuda contenete un Haori simile a quello che indossa lui e Kimi, una parte di divisa riportante la mezzaluna rossa. E così..uno dopo l'altro, lo spirito s'avvicina a Ren, a cui porge due di questi fuuda, per ovvi motivi. Segue ad Ekazu, davanti al quale si sofferma per osservare i diversi sigilli, probabilmente cercando quello che ti appartiene. Sarebbe terribile se ti ritrovassi con la stessa taglia di Hanae. "..ecco..." e te lo porge. Subito dopo, Itsuki, ed infine ne viene poggiato uno di fronte al posto di Kioshi. l'Insonne, in quel momento, torna a parlare "Puoi anche usare il ventaglio..considerata l'occasione." E con queste parole, con il riavvicinamento di Hanako, andrebbe a muover passi per l'uscita, ricalcando quel palazzo che a lungo è stata casa e oggetto di dannazione. "Andiamo, Medusa" { se non devo bijuu damare nessuno: end} Piega un sopracciglio, notando come sia un ragazzino di sì e no tredici anni a prendere la parola. Parla di gruppi che faranno da esca alla Torre Centrale, di un altro gruppo che attaccherà direttamente il Kage in persona. Il termine esche non gli piace tanto quanto non soddisfa Sango, standole ancor seduto di fianco nella posizione comoda che s'è trovato. <Ehi tu, ragazzino> Non l'ha chiamato bambino, sono passi da gigante fatte da qualcuno che ha nelle vene più droghe che sangue. <è già stato deciso chi farà da esca?> Beh, considerata la frase successiva, si suppone che il Rosso entrerà a far parte del primo gruppo e non del secondo. <Io non faccio la esca di nessuno> Brontola, piegando le braccia sul magro addome, tamburellando con i polpastrelli sul proprio scarno bicipite coperto dalla camicia nera, la quale reca il simbolo del Clan Kokketsu dietro la schiena. <sono stato messo in mezzo per affrontare quella baldracca da quattro soldi> Colui che vuole diventare capo della Yakuza a tutti i costi, pronto a sacrificare delle pedine importanti pur di far fuori quel bastardo che tutt'ora ricopre il ruolo di Heddo. <e voglio almeno riuscire a guardarla in faccia.> Non ci sarebbe divertimento per il Demone qualora così non fosse, pur consapevole che di tirarsi indietro non se ne parla. E' lì soltanto per aiutare Kouki, difatti, la quale ha scelto di allearsi con Kioshi. Inclina il capo di lato quando il Capo Clan degli Uchiha gli rivolge la parola, riferendosi dapprima alla domanda espressa proprio dal Rosso e, in seguito, a quanto sarà necessario fare per compiere quest'attacco. Ditegli che non farà da esca e starà lì zitto, buono buono. Ci vorrebbe la piccola Yakushi, la quale l'avrebbe senza dubbio tranquillizzato e rimesso al posto, facendogli far quel che vorrebbe lei. Non lo sa e non lo sfrutta, ma quella ragazzina ha il potere di chiedere a Rasetsu qualunque cosa e fargli commettere esattamente quel che vorrebbe. <Sì> Conosce fin troppo bene gli Yakushi, tanto quanto i Doku, avendo studiato ed essendosi specializzato -per via delle droghe create- esclusivamente sui loro veleni e sulle loro innate. <mi chiedevo quanto potente fosse.> Un'altra asserzione probabilmente fuori contesto, visto che si tratta di un Kage e non di un Ninja qualsiasi; pertanto, è assai probabile che sappia quel che fa e che non sarà affatto facile buttarla giù. <Non credo sia da sola.> Che il Clan sia in mano a Kouki può anche non voler dir niente. Si tratterebbe comunque d'andare contro Kunimitsu che ha ricoperto quel ruolo prima di lei. Ma della sua bambina si fida, non tanto di Kioshi e di chi ha attorno in questo momento, eccetto Sango probabilmente. <Sono strafatto, ma non sono stupido> Agita la mancina nell'etere, come se stesse scacciando una mosca e continua a sghignazzare come se niente fosse. <la Yakuza sarà presente.> Non ha motivo di nascondere la sua appartenenza alla Famiglia, quella stessa Famiglia che vuole riportare a giorni migliori togliendo di mezzo chi quel ruolo non sa ricoprirlo. <NYAHAHAHAH> E ride, di nuovo, in maniera sguaiata. Se non ci fosse altro, chiaro, s'alzerebbe e se ne andrebbe a sua volta, caso contrario obietterà come sempre fatto fino ad ora! Quantomeno, aspetta delle risposte necessarie per concludere i suoi buchi nella trama. [Chk ON] Il tonfo sordo del corpicino di Usagi che cade svenuta, a terra. Il volere ed il potere del Capoclan regna sulla giovane Genin. Nessuna delle guardie ad assisterla. Rimarrà lì, chissà per quanto. La figurina della bimba scompare, nascosta dalle sedie. Kioshi, intanto, prosegue con le sue parole. Il piano inizia a farsi sempre più chiaro. Una strategia che ora si delinea in ogni sua sfumatura, coinvolgendo personalità a lui note solo nel nome. I nomi dei vari Shinobi man mano prendono posto nello scacchiere del Suono. Le iridi bicrome, contornate da profonde occhiaie, si spostano sulla Rossa. ‘pericolosa come?’ Non basterebbe forse l’intera giornata per spiegare il Potere e la sudditanza della Serpe sul Suono. E su ciò che lui stesso era. Il corpicino nuovamente si stacca dallo schienale, mostrandosi forse meglio agli occhi di lei. Entrambi i gomiti si poggiano sul piano. Le dita sottili si intrecciano davanti alla bocca. Ogni parola è atona, completamente priva di qualsiasi sfumatura. Di taglio, la osserva. < .. in uno scontro diretto, in ben pochi possono pensare di sopravvivere > quante volte le strade del Suono si sono macchiate del Sangue delle sue vittime. Immortale quasi. Come se la stessa linfa del Paese sia l’essenza che le scorre nelle vene. < .. ma le sue abilità Ninja non sono l’unica cosa di cui aver paura. E’..> qualche attimo di pausa in cui il Marchio urla, disperato. < .. niente. Siate pronti al peggio.. > conclude qui le sue parole nei confronti della Yakushi. Volutamente criptiche, desiderose forse di non scoprire troppo quella che è la sua posizione a riguardo. Intanto, passi alla sua destra. La figura mascherata si siede, elegante. Il colpetto sotto il tavolo. Una rapida occhiata ad incrociare la maschera di Lei. Scivolano le iridi, notando se visibili, i segni del loro incontro. Si, è senza dubbio Ren. E l’ingombrante presenza di Pomyu, ora poco più in la alle sue spalle, gli darebbe totalmente ragione. Si tirerebbe fuori da ogni parola per qualche attimo. Tornerebbe a nascondere il busto tra le fila delle sedie. Le braccia tornano penzolanti ai lati. La mano a lei più vicina, lenta e delicata, ne sfiorerebbe la coscia, e rimane li, in quel contatto appena accennato. Da un lato Hanabi, dall’altro Ren. Suda. ‘’Kunimitsu è morta’’ Quanto vorrebbe fosse vero. Non lo interrompe, lasciando che l’altro annunci ufficialmente l’arrivo del Crepuscolo sulle terre Ninja. Le dita, a contatto con la coscia di lei, in un ultimo contatto affondando, senza tuttavia arrecar alcun dolore. Un intrinseco ‘’ci vediamo dopo’’. La stessa mano che ora si porta dinnanzi ad Hanae, impegnato a distribuire i Fuuda. Lo osserva. < .. non ti vedo convinto.. > Tutti iniziano ad uscire. Lo strusciare delle sedie sul pavimento ad annunciare la ripresa di Oto. Starebbe con l’andarsene, aspettando la mossa della migliore amica. < .. fa caldissimo qui.. > la pelle pallida si arrossa sul visino. Il sigillo che quasi verrebbe utilizzato come miniasciugamano < .. torniamo a casa.. > pensa. METTI IL SOGGETTO. Sei in mezzo a Ren ed Hanabi. Sii chiaro. < .. Hanabi. > //END [Tavolo | Fianco sinistro di Ekazu] E’ li, in piedi. I palmi poggiati sul tavolo, il busto proteso in avanti, lo sharingan che in cremisi bagliori traspare tra le ciocche corvine scalate. Non è scomposta, eppure da quella postura trasuda pura impulsività. L’espressione è ancora glaciale, eppure i suoi occhi ardono. Le dita si stringono appena sulla superficie lignea, quasi una contrazione. Ma la voce di Kioshi ne richiama l’attenzione; lo sguardo a spostarsi di sbieco su di lui. E lui non la guarda nemmeno, concentrato nel suo genjutsu contro Usagi. Lo sguardo della Pura si assottiglia interdetto e quasi infastidito da quella “sufficienza” nei propri confronti, ma in un’istante un tonfo sordo annuncia l’esito di Usagi. Torna a guardare in direzione della Conclannata, evidentemente svenuta sotto il potere del Capo Clan. Uno, due secondi in cui dall’alto contemplerebbe il corpo incosciente della Genin. Alterata o interdetta? Impossibile decifrarlo da quelle micro espressioni. Eppure, dopo un altro istante, gli angoli delle labbra andrebbero ad incurvarsi leggermente in un sorrisino velatamente divertito, quasi la reazione di Kioshi, nonostante tutto, l’avesse soddisfatta < mpf.. > un breve sbuffo dalle narici, l’inizio di una risatina sommessa che non partirà, e dunque si lascia ricadere sulla sedia. Il Perfetto continua con le direttive, e gli occhi di Hanabi si concentrano esclusivamente su di lui; il mento sollevato, lo sguardo attento. Sango interviene, si rivolge ad Ekazu. Un battito di ciglia e le iridi ancora cremisi si spostano sul suo volto: la studia, sicuramente i suoi lineamenti non le sono nuovi vista la fama della Ishiba. Ma all’improvviso, qualcosa nel suo campo visivo cambia: un bianco improvviso, una variazione di colori fuori fuoco. Lo sguardo si sposta, attratto dal quel cambio di aspetto di Itsuki che non ha fatto in tempo a seguire. E all’improvviso, incontrerà quegli occhi. Occhi che la fissano senza insistenza, ma che eppure sembrerebbero trapassarle l’animo. Un nauseante senso di familiarità nei lineamenti a circondarli, una similitudine ad un volto seppellito nel più atroce dolore, ma mai dimenticato. Le interiora si contorcono, i polmoni che per un istante sembrano divenire pesanti come la pietra. “Non è possibile” scrolla un istante il capo, strizzando gli occhietti ancora cremisi, per dunque tornare a guardare verso colui che non ha nemmeno il coraggio di pensare. Lo sharigan a confermarglielo, non è una copia. Una trasformazione? Uno scherzo di pessimo gusto? Mantiene lo sguardo sul non-Itsuki, assorta, velatamente incredula. “Non può essere lui”. I suoi capelli erano blu notte, i suoi occhi cremisi. La figura che ricambia il proprio sguardo ha le iridi violacee, i capelli bianchi. E allora c’è quella sensazione di familiarità? Cos’è quel rimando palese a LUI? Con un fruscio la figura di Ren siede accanto a quella di Ekazu. Qualche secondo prima di abbandonare il volto variato di Itsuki, per spostarsi su quello della Seimei. Aggrotta appena la fronte nel notare la sua maschera. Ma che diavolo ha quella riunione? Ma è Hanae ora a distrarla, con quelle tuniche. Consegna i tessuti praticamente a tutti, tra cui Ekazu. Assottiglia lo sguardo verso l’insonne, dunque lo sposterebbe verso Ekazu, ignara dello sguardo di Ren < …Che significa > bisbiglia secca verso il migliore amico, lo sguardo a passare da lui all’haori in un che di esaustivo. Cos’è questa storia? Cos’è la Yugure? Cos’è quell’haori, quel simbolo, e chi diavolo è quel ragazzino? E soprattutto, perché Ekazu non gliene ha parlato? Lo sharingan inchioderebbe Ekazu, in attesa di risposta. Che diavolo sta succedendo in quella stanza?! Attorno a lei persone si alzano, iniziano ad allontanarsi. Si guarda velocemente attorno, e di nuovo incrocerebbe gli occhi del non-Itsuki. Uno sguardo ostile di risposta lo sguardo di chi non capisce e per difesa scopre i dentini. E non nota i movimenti della mano di Ekazu sulla coscia di Ren, per l’amor del cielo. Solo le di lui parole a richiamarla “fa caldissimo qui”. Abbandona lo sguardo violaceo di Eiji –la player urla a scriverlo- riportandolo sul migliore amico. E’ arrossito. E’ arrossito? <…?> lo fissa, inquisitoria < che c’è > diretta, mortalmente diretta. Non ha idea. E non attenderebbe risposta, andandosi ad alzare bruscamente in un morbido fruscio dell’haori sulle spalle. Tenterebbe di afferrare la stoffa della manica esterna all’armatura, in un imperativo tirarlo a se, a seguirla. SE lui non opponesse resistenza, lo trascinerebbe dunque fuori dalla stanza lungo i corridoi, il passo che andrebbe progressivamente ad accelerare fino a raggiungere una quasi corsetta < dobbiamo parlare > le sue ultime parole al conclannato, prima di sparire per i vicoli del quartiere. {//END}{Sharingan 3 Tomoe: ON}{Chakra 73/80} {Chakra ON} Tolto il problema di Usagi, l'incontro procede velocemente senza nessun altro intoppo. Le informazioni vengono condivise, gli alleati si scambiano opinioni su quel che ci sarà da fare. Sango domanda in cosa consiste quella missione prima di arrivare al combattimento principale. <Dovremo entrare nel Clan Doku e uccidere il Capo Clan. In questo modo, diveranno nostri alleati. Itawooshi è troppo vicino a Kunimitsu. Dobbiamo eliminare il problema prima> spiega Kioshi alla donna dai capelli rossi. Le iridi scure si muovono sui presenti e l'attenzione viene posta su quel che ognuno di loro dice. Fa un cenno con la testa verso Kimi essendo d'accordo con le sue parole. Itawooshi sarà una questione personale per lei. E l'Uchiha potrà dargli supporto, se non dovesse essere solo l'uomo. Afferra ora i due rotoli offerti da Hanako. Il fuuda contenente l'haori viene posto in una tasca del gilet, inserendo la mano destra all'interno del mantello nero così che sparisca alla vista dei presenti. La sinistra afferra invece la informazioni relative alla prigione iniziando ad analizzarne i dati. <Seguirò il consiglio> dice nei confronti di Hanae per poi guardarlo andare via insieme alla sua donna. Ryuuma sembra invece non esser molto d'accordo nel fare da esca, visto che vuole essere presente alla sfida con Kunimitsu. <Bisogna distribuire la nostra forza in entrambe le parti. Non posso permettermi di mandare un gruppo alle prigioni e lasciare che venga sconfitto in breve tempo> spiega brevemente la sua visione al mafioso. <Sono sicuro che dietro un altro accordo, non avrai problemi ad andare lì. Uccidi tutti, così non sarai l'esca di nessuno> conclude il suo punto di vista verso Rasetsu. Essendo parte della Yakuza, potrebbe bastare concedergli qualcosa di suo interesse. <Ci sentiremo presto. Chiedimi quel che vuoi e cercheremo un punto d'incontro> le labbra si serrano adesso distogliendo lo sguardo dal Kokketsu che va via anche lui. Le iridi nere fissano i presenti rimasti. Sulla fronte, un ciuffo di capelli corvini viene spostato dalle dita con un leggero tocco. <Per quanto riguarda gli altri, vi farò sapere quale gruppo seguirete> spiega ai presenti, concedendosi ulteriore tempo per poter analizzare la divisione. <Tu..> pronuncia quelle lettere spostando gli occhi cupi verso Hanabi. La guarda attentamente, come prima non aveva fatto. Kioshi non vuole lasciarla indietro perchè ha bisogno che il mondo la veda come una protagonista della vicenda. <.. verrai con me, Hanabi> un ordine il suo, per quanto sicuramente possa soltanto far piacere alla donna. La riunione sembra esser terminata. Non ci sarebbe al momento altro su cui discutere. <Per tutti gli altri, avrete presto l'informazione su quando inizierà la guerra. State pronti> afferma verso i presenti mentre il Clan Uchiha inizia ad uscire dalla porta. <Uscite ora> ordina a tutti i presenti mentre lui rimarrà all'interno della stanza studiando come suddividere i due gruppi e cercare di capire tutta l'analisi della situazione a Keimusho. [end] [Lì con gli altri] Hanabi? Ha detto, Hanabi? Di rimando come una stilettata in gola ogni ipotesi astratta che depisti da una realtà plateale le annebbia la mente fino a spinger la matita tanto a fondo da spezzare la punta. Macchiando il foglio lindo sopra cui non ha mai smesso di scrivere, come un rapporto stilato per qualche fantomatico superiore. La rimembranza gioca brutti scherzi con il tempo, e di sicuro, non siamo il tipo di persone a cui piacciono gli sgambetti della vecchiaia. La mano tende a rilassarsi, osservando la macchia color grafite sul foglio che prima era tanto curato, con una mano tanto leggera, da potersi sbiadire in qualsiasi momento. Gli occhi riversi verso il basso vanno oltre, quella polverina grigiastra. Che stupida, che è stata. E la mano sulla coscia, quel baluginio che l'ha distratta dal personaggio che riveste - è stato catturato da Pomyu solamente, che abbassa gli occhi in tagliole avvelenate. Spenta, come una fiamma a cui son state posate le dita sopra con un irruenza tale, da lasciane un moccolo fumante. Ciocchette mozzate che s'accostano alla gola, mentre il petto vibra sollevandosi, arido. Anche questo breve incontro volge al termine, posandosi pigramente sulla figura di Itsuki, o di Eiji, o di qualsiasi cosa sia. Le ciglia basse, assonnate, nascondono il bagliore incosciente della consapevolezza di esser solamente una stolta. E tutto il sangue gettato per definire una linea che possa separarla dal corvetto, ambendo all'uomo che ora - o prima - le sedeva accanto. "E' perfetto." Lo schiocco della lingua sul palato di Pomyu le fa' alzare lo sguardo, svegliandola da un torpore tra l'amaro e l'acidulo in cui s'è blindata. "Più vicini alla morte. Più forti." Oh che amarezza, la drammatica canzone dei Seimei. Prima ancora che possa rispondere anche lei, farebbe strider la sedia violentemente, abbandonando la scena rigida ed elegante. S'issa, come se le prudesse la pelle nella propria stessa carne. < Non mangeremo, Pomyu. Non se non sarà necessario. > Ed il canto dei tacchetti, lignei, da uno strappo secco allo scenario. Nella destra il fuuda suo, e di Pomyu - allungandogli solamente quello che gli deve. Il congedo è poco meno di un inchino fatto con le mani congiunte a livello del ventre, dove si volge per mero rispetto prima a Kioshi - data la sua carica di rilievo, poi ai restanti ninja nella stanza. Onori e oneri tutti al loro posto sotto una lastra antartica. Stabile. E mentre sfila sulla passerella del dojo, alla volta dell'uscita, la man destra scosta appena la maschera dal viso. "Aveva ragione Itsuki. Una notte non vale niente." Le iridi barcollano, come paletti che passano da parte a parte la mascella dello spettro antico. Non vuole sentirlo. E' l'ultima cosa, che vorrebbe sentirsi dire, proprio questa. < Pensa a morire. > [ end ] {ck on}{posti a sedere: Ekazu - Ren - Kimi }{masked}