[Kokoro no arashi]

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21:50 Sango:
 Eccolo li di nuovo, quel temporale che sembra seguirla ovunque vada ormai , forse un desiderio esaudito per sentire Ame su di se? Ma non se ne preoccupa, per chi ha compreso come vivere felice sotto la pioggia, quello non è altro che un ennesimo cammino verso un piccolo pezzo di felicità. Come gli ultimi giorni prima di ritornare nuovamente a Kusa per ordine di Yukio, l'alleanza che si ritira di nuovo per far fronte a nuove emergenze, e chissà quanti siano pronti ai loro posti per adempiere ai loro doveri, eccetto lei. Lei che si muove con velocità percorrendo delle terre quasi sconosciute solo per inseguire, per trovare lui. Il cuore che batte forte, un sincronismo elevato che ha con quella pioggia che la inzuppa nella sera da capo a piedi nonostante il corpo sia coperto da un pesante mantello nero lungo fino ai piedi, e il volto celato da una maschera molto particolare, quella di una kitsune, un demone volpe. Una maschera bianca con dei dipinti rosso e oro a ricamarne i tratti estetici di quel genere di demone , le orecchie che salgono sulla fronte..e un piccolo campanellino poggiato sul lato destro della maschera che suona lievemente ad ogni suo movimento. I vestiti che sembrano forse non essere per lei, in quanto ne nascondono completamente le forme e il cappuccio tirato su nasconde quei capelli lunghissimi e rossi, vestiti che la legano ai pierrot di cui fa parte. Quell'organizzazione stramba e quasi criminale fondata da Yukio stesso. Ma perchè si sta avventurando nella terra del suono? Perchè si trova a cercare qualcuno in un posto che sembra più che inospitale? Nonostante il freddo, la pioggia che viene assorbita in parte da quel mantello nero e la vista poco favorita dalla maschera, avanza senza fermarsi, cercando di percepire la presenza del riduko sennin. Sa che è li, sa che sarebbe stato ad Oto e spero solo che non si sia spostato, che non abbia preso un altra via chissà dove e quanto lontano da lei. I denti mordono le labbra morbide e rosee, le stringono lievemente nel ricordare quel loro ultimo incontro prima che lui partisse. Perchè non l'ha fermato? No, non è questa la domanda giusta da fare, non a lui. Perchè non l'ha inseguito ? Avrebbe potuto muoversi al suo fianco, averlo vicino, non sentire quella stretta allo stomaco che sa di malinconia, forse tristezza..e forse il proprio cuore non avrebbe vacillato nemmeno una volta. Eppure non è con lei, non lo vede, non lo sente da parecchio ormai, tanti sono i giorni e le notti passate in quel mondo senza che abbia sue notizie, troppe cose sono accadute, ma non è per quello che lo sta cercando, non per avere il potere, per Ame, per il proprio clan. Lo sta cercando solo per comprendere chi sia Akendo Seiun. Chi sia dietro quel nome che si porta dietro e che pesa come un macigno nel mondo ninja, chi è veramente lui dietro a tutte quelle antiche parole che pronunzia in sua presenza? Domande che chiedono risposte. Domande che portano il corpo della donna ad avanzare selvatico, felino e deciso attraverso gli alberi, il fango stesso , le suole degli stivali ninja che non sbagliano un colpo e sotto la quale vi è una lieve patina azzurra, il proprio chakra, richiamato per quella notte per renderla ancora più silenziosa. Una tigre a caccia, non per uccidere, per amare, per desiderio e per comprendere tante cose. Il paesaggio che cambia in breve, diventa sempre diverso dal precedente, e lei non si lascia sfuggire alcun movimento, alcun figuro, grazie anche ai lampi che di tanto in tanto illuminano lei e il circondario. Lo deve trovare, anche in quella specie di foresta in cui si è inoltrata fino a giungere d'innanzi ad un grande lago circondato da alberi. Ha paura? No. Non sente paura, un senso di eccitazione le pompa il sangue nelle orecchie, il respiro che fuoriesce dalla maschera in delle nuvole fuori dal piccolo buco nella maschera che porta, il collo che si volta a destra e sinistra alla ricerca proprio di lui. [chakra on] [vesti Pierrot]

22:59 Kioku:
  [Lago Nero] La notte giunge infine, come ogni cosa, l’ultimo saluto prima che tutto svanisca, prima che la Luna prenda posto alla gemella, prima che la vita di un uomo finisca e che quella di un neonato inizi…prima che i fiori di loto appassiscano e lascino ai nuovi boccioli il compito di fiorire. Per certi versi Akendo è un po’ la notte, egli giunge unicamente per rimembrare a coloro che lo incontrano o conoscano che la fine presto o tardi giunge per ognuno di noi, eppure egli stesso pare quasi intrappolato in un loop immortale dal quale non riesce ad uscire, o forse neanche vuole…altresì potrebbe anelarlo invece. Non di questo certo si sta interrogando su questo, seduto su di una roccia ai limitari del lago stesso, osserva il cielo così come lo specchio del lago stesso che ne riflette colore ed umore, umore tempestoso, profetico di come qualcosa stia per abbattersi su quelle lande del Suono, forse anche per questo che è di nuovo tornato lì, magari nella speranza d’incontrare nuovamente Kioshi, poter approfondire e continuare ciò che hanno iniziato, eppure in cuor suo, spera di non incontrarlo, forse spera di non incontrare nessuno, lo sguardo, così come il viso sono rivolti ai Kami, a quel cielo tumultuoso cosparso di nubi oscure quanto la pece e pioggia pungente quanto le stalattiti di ghiaccio. Il suo sguardo pregno di quel potere antico cerca di scrutare oltre quelle nubi, oltre quei lampi e quella pioggia che lo investe completamente, rendendolo un tutt’uno con l’acqua stessa, non se ne preoccupa, quasi la desidera, par quasi che le gocce d’acqua stesse s’adagino lente sul corpo del Seiun, il suo sguardo è perplesso, a tratti interrogativo, forse per la prima volta da quando ha posato nuovamente i propri piedi su queste terre ninja che si pone una domanda tanto esistenziali quanto inutile, domande che il proprio intelletto hanno sempre evitato onde creare discrepanze in ciò che crede e al sua volontà di ferro che gli hanno permesso di andare avanti…eppure. Egli è li, fradicio e colpito dalla fredda pioggia, il semplice manto nero mal nasconde non solo la sua figura per via del cappuccio adagiato sulla schiena ma per l’armatura stessa che indossa, appesantito ancor di più dalla pioggia stessa, le due katane ai rispettivi fianchi strusciare sul terreno fangoso, con prepotenza uscire fuori da quel manto nero ormai inutile nel suo intento, la folta chioma impregnarsi delle lacrime dei Kami ed il suo viso viene regato ad intermittenza dalle gocce che solcano quelle stanche membra, sembra quasi che pianga, il pianto di un Kami, le lacrime di un figlio abbandonato pare al suo destino ma difatti egli si interroga…perché è lì? Quale sia veramente il suo scopo non gli è dato precisamente saperlo, fin da quando quel potere si risveglio in lui non ha mai dubito di ciò che dovesse fare eppure, ai suoi occhi ora sembra tutto offuscato, come questo cielo, la cui luna è celata dalle nere nuvole. Il braccio destro tendersi verso il cielo, ma il palmo è aperto e rivolto verso i Kami stessi, come se stesse aspettando qualcosa, un segno…una mano, un tocco forse, anela quel contatto, nella speranza che qualcosa sia finalmente chiaro, troppo stanco per pensare, troppo stanco per agire con la fermezza che lo ha sempre contraddistinto. Anche per questo preferirebbe non incontrare nessuno, incapace ora di agire come vorrebbe, incapace di presentarsi in tutta la sua magnificenza e compostezza, a volte anche a lui capitano momenti nei quali si sente spaesato, perduto…abbandonato, incapace di comprendere perché lui stesso sia in vita, nonostante tutto, ancora dopo così tanti anni, sente il peso delle proprie scelte, il sangue e le anime che ha strappato a questa terra, tutte lo chiamano con insistenza ad unirsi, ad alleviare la sua anima stessa, abbandonare ogni cosa, queste deboli carni e trovare infine quella pace, eppure non riesce ad accettarlo completamente, non è nella sua indole non è per questo che ha resistito così tanto, rimanendo in vita così a lungo, vedendo così tante persone care o meno perire d’innanzi ai propri occhi. Volontà o meno qualcuno vi sarebbe, in arrivo, non percepisce distintamente passi e i rumori del cielo si unirebbe alla perfezione per celare con chiarezza questi passi umani, nonostante ciò rimarrebbe in quella posizione, unicamente la propria destrosa tornare al rispettivo fianco, con una smorfia quasi diretta ai Kami non avendo ricevuto alcunché da quel gesto, attende dunque poiché vorrebbe quasi rannicchiarsi e passare inosservato e anche quando l’individuo in questione fosse ostile ne farebbe i conti unicamente ad un suo attacco. Il proprio visto dunque tendersi in direzione della figura palesatasi quasi al centro della zona stessa, lo sguardo seppur di sbieco posarsi sul “volto” quella maschera l’ha già vista…i Pierrot, la strana organizzazione di Yukio, che sia venuto a chiamarlo per qualche faccenda? Non gli è dato saperlo e mai potrebbe immaginare sia proprio Sango Ishiba…la sua Ishiba. [chakra on] [Rinnegan OFF] [Ama Mabushi equip] [Izanami & Izanagi equip]

23:23 Sango:
 Sembra che la pioggia porti seco quello, lacrime di millenni a cercare di farsi rimembrare in quella terra secca e insanguinata, dove ognuno di loro cerchi una via, un segno del fato che possa indicargli la via da proseguire e che quella venga fatta lasciando dietro di se le orme del sangue che loro stessi verseranno. Quanto sangue che trascinano i due amanti di quel luogo, se potessero solo vedersi l'animo allora comprenderebbero che alla fine sono solo quello, sangue e carne. Esiste davvero un fine superiore? Esiste qualcosa di più grande e così lontano da esser invisibile a coloro che non riescono veramente a vedere? Due anime che si trovano a palpitare di dolore e malinconia, la donna che semplicemente desidera dentro di se di avere solo qualcosa di semplice, di poterlo avere li sempre per se stessa, di poter sentire ogni giorno quella felicità e quella malinconia che adesso la abitano dal profondo. E alla fine sposta il proprio sguardo verso la di lui figura. La riconosce senza il minimo dubbio, quel volto quasi piangente, le lacrime della pioggia a bagnarlo in quella posizione, e il cuore manca un battito. Come ha potuto anche solo pensare di potergli stare lontana? Di poter rimanere di nuovo da sola quando egli ha saputo affondare nel suo cuore come se fosse semplice aria da respirare. Lo osserva immobile godendo di quella visione , un angelo vendicatore gettato su quella terra, alla ricerca della propria via, della propria esistenza. Domande che ancora non si pone, non è arrivata la sua ora per farsele, ma di certo un giorno non troppo lontano ne risponderà . La destra lenta si solleva verso il viso nascosto da quella maschera, la tira via delicatamente fino a lasciare a quel giovane volto la possibilità di esser punto da quel freddo intenso, con le gote arrossate, forse per il calore del proprio corpo forse per altro. Ma non le importa del freddo, le membra gelide , candide come la pioggia stessa che si mostrano a lui mentre anche il cappuccio viene tirato giù a mostrare quella fiamma spenta . La pioggia batte su di lei adesso, diretta e intransigente, come a volerla annegare nei propri errori, nelle morti, nelle decisioni e lei deve esser forte abbastanza da poter reggere il tutto. Eppure il proprio cuore non sembra esserlo, non abitato più solo dalla solitudine e dal gelo, ma anche una piccola fiamma al centro del petto che la riscalda, quella fiamma che cresce nel solo guardarlo e adesso Akendo stesso potrà vederla, con la pioggia che la annega, il dolore uno specchio della propria anima dipinto in quegli occhi verde azzurri tanto limpidi da poterla leggere. Un libro delicato, macchiato di rosso. < Akendo > le labbra tremano quasi, leggermente violacee per il tempo passato nell'acqua e nel freddo. Ma non le importa adesso , non quando l'ha trovato finalmente < avrei dovuto seguirti quel giorno > la voce forse annullata da quella tempesta che li accompagna, il vento che spazza le gocce sul proprio corpo mentre questo si muove. Lento all'inizio prima di prender velocità, non come una ninja, come una semplice donna. Il richiamo della sua sirena è davanti a se, il cuore e l'anima stessa che la spinge verso quello che sembra esser miele per il proprio animo. Ha bisogno di lui. Vuole lui. In tutto il suo mondo strano e oscuro, in quei suoi modi.. il corpo che non si ferma nemmeno quando i metri a separarli sono tanto brevi, nemmeno quando potrebbe toccarlo solo allungando la mano destra su di lui per sfiorare quel volto bagnato . Non ha tempo di poterlo ammirare adesso, perchè proprio in quel momento il corpo stesso si allungherebbe verso di lui , le braccia allungate verso le sue spalle e il tutto solo per stringerlo a se. Il petto che si schiaccia sulla sua armatura fredda e dura, troppo ingombrante per raggiungere il suo cuore, ma poco le importa. Se il gesto fosse riuscito allora lei si troverebbe abbracciata a lui, il volto nascosto nel suo collo ad assaporarne l'odore unico che si porta addosso < dovevo venire con te > un sussurro di sollievo che le fuoriesce dalla bocca, entrambi adesso sotto la stessa pioggia, mentre il fuoco si spande dentro di lei nonostante il freddo e il gelo del proprio corpo. In quelle semplici parole l'uomo potrà sentire tutta la speranza e la malinconia che l'accompagna anche in quell'abbraccio. Mai s'era permessa di comportarsi così di fronte a lui, rispettosa di quel suo potere, di quel nome che rimbomba in tutto il mondo, eppure perchè frenarsi dal provare a stringere a se quello che altro non è che un uomo? Rimarrebbe li a stringerlo, non ha bisogno di versare alcuna lacrima, il cielo stesso sta piangendo per loro in quell'attimo ad annegarli e a lenire le loro pene. [chakra on][vesti Pierrot]

00:13 Kioku:
  [Lago Nero] L’animo e la mente del Rikudo Sennin sono costantemente tormentate da quesiti ed enigmi di questo tipo, d’altro canto sono così rare le occasioni ove la sua mente si apre e tutto ciò che ha vissuto collassa su di esso. Ciò nonostante quella pioggia par non voler cessare così come le lacrime dei Kami a rigar quel volto a tratti così stanco a tratti così intoccabile, immortale nel tempo, un’aura quasi divina, da Kami, circonda e lo ha sempre circondato da quel momento in poi. Nonostante il temporale, il suo sguardo ancora su quella figura nascosta, non calerebbe d’attenzione ma neanche ne darebbe priorità, chiunque sia, fosse anche solo di passaggio non avrebbe avuto alcun cenno o intenzione da parte del Seiun anzi, conscio del proprio status vorrebbe solamente rimanere da solo in quel suo tormentato richiamo di anime e morte, essere errante e vivente in un limbo a cavallo tra ciò che è terreno e ciò che è divino. Lo sguardo segue ogni suo movimento, svogliato a tratti si, ma la seguirebbe, da quella maschera a quei lunghi capelli dal color rosso seppur densi dell’acqua raccolta ora, è lei...la sua Ishiba, il corpo non si muoverebbe, forse scomodo, forse non volendo nemmeno muoversi, come statua la osserverebbe, come una magica apparizione. I di lei passi muoversi verso la propria figura, lo sguardo assottigliarsi, il violaceo colore accompagnare quella sinuosa figura corrergli quasi incontro, finalmente può posare le proprie iridi su quella creatura, osservarla in ogni sua movenza, quasi anelando per certi versi quel loro incontro, non voleva vedere nessuno, né incontrare alcun’anima viva…eccetto lei. Lei avrebbe potuto, lei potrà farlo e lo potrà fare sempre, segue ogni suo passo, quasi contando il momento in cui le di lei braccia si allunghino verso la sua figura e lo abbraccino, accettando e volendo quel contatto che per un certo periodo è mancato, si sono mancati a quel filo rosso invisibile nuovamente comincia a danzar attorno a loro a quelle due figure ora sotto le lacrime del cielo. Ciò che prima era labiale mentre le correva incontro ora è voce, sussurro, seppur momentaneo, Akendo lo cattura, lo fa suo, così come lei, assapora quel suo odore, mentre il viso e la folta chioma posarsi sulla sua corazza e incavarsi nel suo collo, in quel momento, la destra si porterebbe con una lenta rotazione a posare il proprio palmo sul di lei capo, quasi a proteggerla da quella pioggia ma non solo… dal mondo intero, forse non è questo ciò che vuole Sango, come disse a suo tempo, essere protetta da lui ma al tempo stesso è ciò che desidera Akendo quando la vede, è forse sbagliato? Il capo del Possessore del Rinnegan a quel punto piegarsi verso sinistra così che possa entrare a contatto con il suo freddo viso sulla rossa criniera bagnata, mentre la destra semplicemente scivolerebbe lungo la di lei schiena, le bluastre e fredde labbra schiudersi lentamente, il respiro come lento torpore farsi strada in quel loro piccolo ambiente intimo creatosi, poche e lente parole fluire, come timido ruscello in un giorno freddo d’inverno <avresti potuto> andrebbe a risponderle per poi continuare <si saresti potuto venire con me eppure> si arresterebbe d’un tratto, lasciando che la destra continui ad accarezzare i capelli sulla schiena, ricercarne ogni tipologia di contatto e solo a quel punto vociare un ultima frase <eppure ora sei qui> un tono più caldo ora verrebbe usato dal Seiun, un tono che al invita a pensare che nonostante tutto, nonostante quello che avrebbe o non avrebbe dovuto ora sono lì, uniti in quel abbraccio, uniti sotto il cielo piangente, nonostante tutto sono li. [chakra on] [Rinnegan OFF] [Ama Mabushi equip] [Izanami & Izanagi equip]

00:36 Sango:
 Che sia quello il segno del loro destino? Che quel filo rosso li abbia strattonati fino ad unirli in quel momento? I pensieri della rossa che giacciono confusi nella mente poco lucida, non quando è li, non quando lo vede. Un kami, l'apparizione di un dio sceso in terra, pronto a portare morte e distruzione con i soli occhi che adesso la stanno guardando. Potrebbe distruggerla solo pensandolo, non avrebbe bisogno di molto tempo per farlo, come creta basta che quelle mani stringano il filo della propria vita e lo rompano per sempre. Non pensa a tutte le possibilità che possano accadere, come potrebbe prenderla per quel gesto che il corpo s'è già mosso per finire in mezzo a quella fredda armatura. Il viso nascosto e grondante di acqua nuova, l'aria che si purifica, un mondo nuovo appena nato intorno a loro. La natura stessa sembra trattenere il suo respiro mentre avviene quell'abbraccio attendendo che la scintilla della vita torni in quel mondo per farlo brillare come poche altre volte. Due figure simile e così diverse, di colui che è cresciuto nell'oscurità e di colei che è nata nelle fiamme , uniti in quel momento. Sussurra, respira finalmente, e la mano altrui che ne cinge il capo e la schiena lasciando dei brividi nel proprio corpo a scaldarla, si sente protetta e per una delle poche volte ne gode di quella sensazione, dove non deve combattere, dove non deve soffrire. Ne ascolta le parole, sente quello che dice eppure non riesce a smetterlo di stringerlo. Adesso è li, con lui, adesso è tornata a quella che sembra esser il barlume della propria casa. < avrei dovuto dire qualcosa > un altro sussurro viene donato prima che lente le braccia scivolino facilmente dalle sue spalle, che il freddo delle mani possano carezzarne le forme nascoste ma che conosce e ricorda bene, il tutto solo per poter mettere il proprio volto di fronte al suo, solo per guardarlo negli occhi, i visi vicini , i nasi sfiorarsi < mi sei mancato > utilizza sempre la stessa frase che l'altro le avrà sentito già dire, eppure questa volta le parole sembrano avere un peso diverso, un peso sulla propria anima. Lo ama? Gli occhi affondano in quelli magnetici e violacei, alla ricerca del suo animo , alla ricerca di qualcosa di profondo e radicato. Quanto è semplice adesso comprendere quel sentimento così poco puro che prova dopo averlo avuto così lontano.. se solo qualcuno le avesse mai raccontato di quanto siano facili gli uomini, di quanto certi sentimenti non siano che passeggeri e leggeri come piume, e che poi ci sarebbe stato qualcosa di talmente pesante da riempire un vuoto . Le labbra si sollevano, gli occhi piangono con la pioggia nell'osservarlo di fronte a se < ho visto una casa abbandonata venendo qua , non è lontana > sussurra quell'invito per un luogo che avrebbe promesso calore e modo di poter stare insieme di nuovo. La destra scivolerebbe in avanti, alla ricerca della sua mano , entrambe fredde,eppure il proprio volto stranamente rosso ma non di vergogna ne di imbarazzo , un riflesso alla pioggia? Se solo egli avesse accettato avrebbe iniziato lei a far strada, senza mollare quel contato nemmeno per un attimo < Akendo, son successe diverse cose.. sarei dovuta venire prima > nemmeno lo guarda adesso, il rammarico che sembra volerla schiacciare. Sarebbe dovuta partire con lui, avrebbe dovuto inseguirlo quel giorno e accompagnarlo , eppure sembra sempre così legata a qualcosa di duraturo. Una casa, un clan, un villaggio.. legami che l'uomo ha ormai tagliato da così tanto tempo che lei non lo sa nemmeno < ma voglio ascoltare la storia di Ame > si volta a guardarlo di nuovo, gli occhi che scintillano di curiosità e di qualcos'altro. Sta prendendo una decisione adesso, ed è pronta per ascoltarlo. Farebbe da guida in quel fogliame, alla ricerca di una vecchia casa poco lontana, visibile anche da li per quanto le mura siano di un bianco sporco e lurido, per quanto il tetto non sia completo, per quanto la natura sembra averla voluta inghiottire per metà. [chakra on][vesti Pierrot]

01:49 Kioku:
  [Lago Nero] Fermi in quel loro abbraccio, il mondo intero si arresterebbe per qualche istante, come se la fitta pioggia rallentasse, l’aria stessa di quel posto cambierebbe, lasciando ai due un momento immortale in quel lasso di tempo, un momento che solamente le loro due menti potranno mantenere in vita finché ne avranno. Un momento tutto loro, uniti da quel destino strano e a volte giocoso, i fili del destino loro intrecciarsi, che sia stato voluto o meno ora poco importa, ciò che conta è questo momento, questo attimo, memoria indelebile e scolpita nelle loro iridi. Ascolta le di lei parole, senza mai staccarsi da quell’abbraccio, da quel contatto seppur freddo, ricolmo di calore, un calore incredibile, come una fiamma che arde alta fin su nel cielo, la destrosa continuare a scivolare sulla rossa cute mentre le labbra andrebbe d’istinto a schiudersi per risponderle con il tono adottato poc’anzi <a volte le parole non servono> a testimoniare ciò che questo momento rappresenta per entrambi <anche te mio piccolo origami> la prima e forse unica volta che Akendo si prenderebbe al liberta di darle un nomignolo, non tanto libertà nei confronti di Sango quanto più nei propri confronti, un soprannome, un gesto affettuoso, un qualcosa di così raro per la propria anima, così intimo per se stesso che mai si era permesso di fare, per quanto sia innegabile ciò che unisce i due è qualcosa di ben più profondo di semplici parole. Le parole seguenti della Kunoichi indicherebbero dunque la presenza di una abitazione e per quanto ad entrambi, essendo originari di Ame, piaccia la pioggia, indubbiamente un luogo coperto da questa tempesta e ove trovare del calore al difuori di queste fredde lacrime dei Kami sarebbe sicuramente più indicato, senza perdere neanche troppo tempo, accoglierebbe con piacere quel legame tra le loro mani gemelle, lasciando che sia lei dunque a fargli da guida, ironico quasi, poiché ella ignora completamente che lui oltre ad essere originario di Ame come la stessa Sango, abbia vissuto per parecchi anni sotto il villaggio di Otogakure, ogni loco presente nel Paese del Suono lo rimembra bene, ogni odore e colore sono ben impressi nelle sue memorie. Primi passi dunque che verrebbero mossi, passi verso l’abitazione dalla ragazza indicata <avremo tempo per parlare> andrebbe unicamente a vociare per risponderle velocemente all’esclamazione della ragazza per poi ascoltare con piacere la richiesta, quasi imposizione sotto certi versi, da parte di Sango, riguardo la famosa storia di Ame che a suo tempo Akendo stesso le promise, un sorriso, seppur abbozzato, si dipingerebbe sul volto del Rikudo Sennin <deduco che debba tener fede alla parola data> sghignazzando quasi alla vista di quello sguardo così ricolmo di curiosità, un sospiro prima di lasciar fluire un nuovo flusso di pensieri e parole, riesumare un arco della sua vita così lontano da sembrar quasi leggenda o mito, ciononostante è pronto a raccontarle, in parte, di ciò che una volta era Akendo Seiun, chi fosse e la sua reale appartenenza di origine, qualcosa che nessuno sa eccetto il sottoscritto. La stretta alla di lei mano diverrebbe più salda, le labbra schiudersi, la verità celata per così tanto tempo, farsi strada ed infine rivelarsi <Ame non è solamente il tuo villaggio d’origine> andrebbe ad esclamare <ma anche quello mio…di Akendo Seiun> strano sotto alcuni aspetti che si sia auto nominato in terza persona ma tutto verrà rivelato a tempo debito <all’epoca non ero altro che un semplice ninja, la cui vita era piena di missioni scarne di pregio, una vita semplice per un ninja semplice e di certo non avevo nozioni o anche solo una parvenza di pensiero che presto o tardi tutto sarebbe cambiato> doserebbe ora le sue parole, d’altronde la notte è lunga e ora che si sono ritrovati difficilmente si lasceranno andare, il racconto verrà dosato così come la volontà di far crescere la curiosità in lei. [chakra on] [Rinnegan OFF] [Ama Mabushi equip] [Izanami & Izanagi equip]

17:54 Sango:
 Si sente bene, dopo tanto troppo tempo da quando provò qualcosa di simile a quella carezza donatale, il calore che si spande nel corpo . Un senso di protezione che può concedersi solo con lui, finalmente quel senso quasi di pace eterna sente muoversi intorno a lei, inutile preoccuparsi di altro che non sia proprio quel momento, godendoselo, imprimendoselo nella memoria della mente e del cuore. Lentamente quel tocco va a sciogliersi per poterlo guardare e sentire quelle parole, per sentire quel piccolo nomignolo che la fa sorridere. Un altro le diede un soprannome simile eppure non era riuscito a scatenare in lei nemmeno una piccola parte di quello che prova adesso, forse un tempo non se lo sarebbe aspettato dal possessore del rinnegan eppure adesso sembra quasi averlo compreso, come se la lontananza e quei pensieri che le sono venuti alla mente in quel periodo le abbiano donato finalmente gli occhi per poterlo vedere veramente, oltre il suo potere, la sua conoscenza, quanto di più nascosto e profondo sia in quei gesti, in quelle parole. E'conscia che quella sia veramente la prima volta che egli ricambi quel sentimento così apertamente e che si disponga anche nello sceglierle quel nomignolo , ma perchè andare a rovinare il momento con stupide parole? Rimane silente, solo il sorriso che si addolcisce dimostra una parte della sua felicità. Riesce a prenderlo per mano , le dita sottili che si incastrano perfettamente in quelle grandi e ruvide altrui, colui che ha usato diverse armi in passato, mani che hanno visto il tempo scorrere e la pelle che ne porta seco i segni. Fa quella richiesta, vuole sapere di Ame, la curiosità che le sta dilaniando l'animo e il volto ormai è solo per lui , concentrata sul notare quei segni che mostrano parte della sua anima . I passi che avanzano, ormai vicini a quella casetta che ha puntato per potersi riparare dalla tempesta in atto ma a quelle prime parole il corpo sembra quasi prendere una scossa, il gelo che le riempie le viscere e il battito che aumenta, cavalca verso le sue ulteriori parole fino a fermarsi, totalmente incapace di trattenere la sua anima e il proprio viso tra lo spaventato e lo scioccato. Lui..lui è di Ame. Lui è un Seiun. La verità arriva come uno schiaffo in faccia tanto che la mano rimane molle nella sua rimanendo indietro probabilmente, incapace di muoversi o pronunciare alcuna parola. La gola si trova secca, e la mente si affolla di domande. Perchè non gliel'ha detto? Hanno tanto parlato di Ame stessa, di quello che fu, di quello che sarà eppure mai aveva dato modo di farle comprendere che quella era la sua casa un tempo. La curiosità cresce e con se la paura di quello che potrebbe raccontarle. Lo osserva senza ancora proferir parola, il tempo che passa scandito da quella pioggia battente che la annega < Sei di Ame anche tu > una sfumatura di dolore accompagna quelle parole, vorrebbe gridargli il perchè non l'abbia mai messa al corrente..ma il riduko sennin è così, sfuggente, sempre protetto da quella corazza non permettendo ad alcuno di avvicinarvisi < Akendo.. Seiun > pronuncia quel cognome come se non ci credesse davvero, come se tutto fosse una burla eppure non vede in lui nessuna luce di scherzo o presa in giro . Deglutisce cercando di assorbire quelle informazioni < mi ero sempre chiesta quale fosse il tuo cognome ed ora so..che sei un Seiun anche tu > la mente che corre ai due altri figuri che conosce < e pensare che tra non molto partirò per Ame con uno di loro > il sussurro si spegne adesso , scuote lievemente il capo per riprender lucidità per camminare silente verso quella casa e spingere la porta con la mano bianca e delicata ma prima si volta verso di lui < non ti importa allora quello che desidero fare con Ame ? > una domanda che punge l'animo , le iridi che si incastrano nelle sue e una vaga tristezza dipinge il proprio viso mentre il cielo continua a pianger per loro. Rimane li d'innanzi senza muoversi adesso, attendendo una risposta. Come può non importargli di quella che un tempo fu la propria casa? [chakra on][vesti Pierrot]

19:22 Kioku:
  [--->Casa] Tumultuosa è la tempesta così come gli animi dei due presenti, in primis quello dello stesso Akendo, intento a rivelare qualcosa che solamente Katsumi un tempo sapeva, un passato celato a tutti meno che a quell’Uchiha con cui condivise anche se non per volontà diretta tutto il suo passato, costellato di tradimenti, sangue, morte e sconfitte anche, il dolore attanaglia ogni secondo del suo animo al solo lentamente far riemergere quei ricordi, poiché egli stesso è storia di quel villaggio, non molti ricordato quegli avvenimenti, ancor meno è piacevole ricordarli men che meno andarli a raccontare in giro, soprattutto per un villaggio enigmatico come quello della pioggia, vi è dell’ironia nel pensare che a conti fatti un villaggio così oscuro, enigmatico celato sempre da una nube di informazioni scarne e di poca conoscenza, tutto sommato non vi è da stupirsi se un entità come il Rikudo Sennin provenga da essa no? Ironia a parte tutto ciò che ora sta per dirle corrisponde a verità, poiché egli è parte integrante di quel passato e non solo come semplice spettatore anzi, lui stesso prese parte a molti degli eventi trascorsi, e via via che il discorso continuerà molti segreti verranno rivelati, segreti che appartengono unicamente ad Akendo Seiun. Le parole dunque vengono pronunciate e non con poca fatica, anzi, parole che pesano come macigni quasi sull’animo del possessore del Rinnegan, ricordi che appartengono ad una vita fa…ricordi che appartengono ad un Akendo che ormai lo stesso Rikudo Sennin non si identifica più, come se fosse più una voce narrante che la storia della propria vita, come se ciò che raccontasse è la vita di un individuo…ma non la sua, sarà così che Akendo le narrerà non di come sia “morto” ma di come sia vissuto Akendo Seiun e del suo amore per il proprio villaggio. La reazione della “Piccola Origami” non tarda ad arrivare, arresta lentamente il proprio passo, rimanendo al seguito di quella della ragazza, ne osserva il volto, lo sconforto quasi nel conoscere la reale origine di un mostro con il Rikudo Sennin, nato come tutti quanti gli altri ninja, un leggero sospiro, mantiene quello sguardo sulla giovane kunoichi, comprende bene che tutto questo non sia facile da digerire, da comprendere eppure è la realtà dei fatti, ne ascolta le parole, ne osserva le movenze, ogni singola parola da lei pronunciata attraversa le membra del Sannin, avrà domande, considerazione, dubbi che la perseguiteranno e a cui vorrà risposta, ma ogni cosa a tempo debito, vi sarà tempo per ogni cosa. Annuisce a quelle sue prime frasi, non c’è moto da aggiungere, le sue stesse affermazioni non lascerebbe spazio, è un Seiun, ora le è stata data la consapevolezza del cognome di Akendo, incuriosito quasi dal sentir pronunciare quelle parole riguardo i membri del clan Seiun stesso, non che sia sconcertato della cosa, ne conosce, se non di persona almeno di vista, ma ora come ora poco gli importerebbe riguardo invece alla domanda che ora gli verrebbe posta da Sango, vuole sapere…il perché. Un sospiro, lasciando che nuova aria, seppur pregna di quel tempo, riempia i propri polmoni, arresterebbe nuovamente il proprio passo a quello della Ishiba, osservandola ora su quell’uscio della casa <mi sono sempre preoccupato delle tue azioni ed intenzioni riguardo ame…non ricordi?> una domanda che riceverà una risposta si…ma forse per metà, d’altronde non è ne un si ne un no a conti fatti eppure quest’oggi non vi saranno mezze domande e non vi saranno mezze risposte <come ti dissi tempo fa, non sono più quell’Akendo Seiun, non comprendo più e non ne ho più consapevolezza di cosa significhino parole come “clan”, “appartenenza” attimi di respiro prima di concludere “villaggio> a domanda ecco dunque la reale risposta, quella risposta che mai Akendo darebbe a qualunque persona glielo domandi eppure lei non è una qualunque…non più, non ai suoi occhi. Sa bene che questo non sarà un concetto facile da comprendere, lei stessa non sa che non può più accedere nemmeno a quel potere dei Seiun a causa di quell’enorme ed incredibile potere, quel Rinnegan così opprimente, ma se ella ne darà opportunità allora tutto le sarà svelato, qui, questa notte…non vi saranno più risposte enigmatiche, non vi saranno più mezze risposte. Questa è la storia di Akendo Seiun, nato ad Ame, vissuto ad Oto, ricongiuntosi con i propri familiari e “morto” come ninja di Ame e con esso il suo cuore. [chakra on] [Rinnegan OFF] [Ama Mabushi equip] [Izanami & Izanagi equip]

19:43 Sango:
 La rivelazione arriva, non riesce a controllare il proprio volto, le proprie emozioni, tempestose e oscure in quella notte dove ogni cosa le verrà rivelato, eppure già da quella prima parte si potrebbe vedere come il cuore della special venga provato. Il non sapere che egli sia un suo stesso..consanguineo sotto certi aspetti, che entrambi in modi diversi hanno appreso la guerra e la morte fin da piccoli, di come tutto il loro mondo sia stato distrutto per un mero e misero capriccio di chissà chi. Deglutisce sostenendo il suo sguardo, il rossore in volto che rimane li nonostante il freddo e lo shock, il corpo che le sembra un poco debole rispetto ai movimenti precedenti anche quando tenta di nuovo di avvicinarsi a lui. Di mantenere quella breve distanza per essere l'unica a poterne sentire una storia antica ma non troppo, una storia dove morì il Seiun e nacque il riduko sennin in persona. Lo ascolta e quella domanda la lascia un pò perplessa , ma lascia che sia lui adesso a parlare , a confessare quel suo esser solo, per scelta o per scelta altrui non lo comprende ancora, ma dopotutto chi non vorrebbe il riduko sennin come membro del proprio villaggio? < non intendo questo > il sussurro si spegne quasi subito raccogliendo le parole da pronunciare < se dovessi portarlo di nuovo alla distruzione..non ti importerebbe? > si tratta comunque della sua casa..ma è pur vero che l'altro non riconosce più quelle parole, quei pensieri, quel significato a cui lei invece si attacca disperatamente < e dunque chi sei adesso..riduko sennin? > una domanda che non desidera una reale risposta, mentre il fascino ha effetto su di lei quando la destra prova a sollevarsi verso il di lui volto, provando a carezzarlo sul lato sinistro , percorrendo quel volto maschile, la mascella forte e pronunciata, le labbra violacee e più calde al tatto gelido che ella gli dona < non ti mancano queste cose? > una domanda intima di certo, una domanda che le sorge dal cuore mentre sente il proprio bruciare < quella notte oltre le mura esterne..a kiri > rammenta adesso quell'incontro folle, fatto tra evocazioni , dimostrazione del suo potere..ma non mira a quella parte < quando ti dissi che ad Ame ci sarebbe stato sempre un posto per te > che ironia della sorte, aver pronunciato parole a colui che vanta molti più diritti di lei stessa verso il villaggio, per quello che egli ha fatto nel suo passato di gloria ed onori < quella notte avrei voluto aggiungere qualcos'altro..ma le parole alle volte non hanno il coraggio di uscire > un sorriso malinconico si forma sul volto della special rammentando come il non dire delle cose porta a quello, a doversene pentire dopo < avrei voluto dirti che ci sarebbe stato sempre un posto li, con me.. da poter considerare come..> come cosa? Come una casa? Come qualcosa di più? < una casa sembra il termine più vicino..eppure che diritto ho io di dirti questo? > nessun diritto, perchè l'altro poi dovrebbe considerare tale una casa in mezzo ad un villaggio mezzo morto che si è lasciato alle spalle chissà quanti anni fa prima? La mano lenta scende, le lacrime lievi e calde si mischiano con quelle della pioggia prima di dargli le spalle per poter spingere infine la porta della casa. Abbandonata da un pò di tempo ma non troppo, solo lo spesso strato di polvere ne rammenta il tempo trascorso all'interno di quella grande stanza < ho controllato prima, non c'è nessuno qui > cerca di trovare il tempo per non mostrarsi fragile, non di fronte a lui. Entra con calma, il pavimento adesso che viene ricoperto dalla pioggia che si trascina dietro e un brivido di freddo la coglie lungo la schiena , ma ancora non riesce a guardarlo in viso prodigandosi solo a togliere quel mantello, mentre si pente di quelle ultime parole spese solo per la possibile risposta che le possa esser donata, la peggiore tra tutte. [chakra on][abiti Pierrot]

23:16 Kioku:
  [--->Casa] Molte sono le parole che scorrono tra i due, lo stesso Akendo ne sarebbe meravigliato, raramente ha speso così tante parole, raramente si è ritrovato ad esternare qualcosa che vada ben oltre le sue semplici ideologie e pensieri, qualcosa di più legato alla sua anima, qualcosa di ben più insito, ben più profondo per lo stesso Seiun. È così strano e particolare per lo stesso Rikudo Sennin ritrovarsi a parlare in maniera così diretta, così nuda con qualcuno ma entrambi sanno bene che l’uno per l’altra sono ben più di un semplice qualcuno, qualcosa di ben più forte li lega, li unisci e ora li porta li, a pochi passi da quella abitazione, con parole, sguardo, rossore e dubbi ad unirli e dividerli. I respiri cominciano a divenire pesanti, ma non è l’aria, non è la tempesta almeno non quella in cielo ma quella dei loro cuori, delle loro anime, tumultuose ora imperversano e le parole divengono ben più pesanti, così come la discussione, scendendo in qualcosa di ben più profondo. Parole che dunque ora raggiungerebbero Akendo, ascolta in solenne silenzio, non fiata, non si muove, le violacee iridi fissano unicamente il viso d’ella, anelando ogni parola che prosegue ed è successiva alla precedente, ascolta come ella lo porti a rivivere tutto ciò per cui lui è “MORTO” per cui Akendo Seiun divenne il Rikudo Sennin, quel nome e quel cognome che per così tanti anni, decenni e più non è mai stato unificato, ora d’innanzi a lei si ricompone, le viene dato saperlo ed ora si ritrova a ponderare sulla di lei domanda, proprio come prima, su quella roccia, quel braccio teso verso i suoi padri, verso i Kami, un sospiro, le labbra schiudersi, i due corpi avvicinarsi <se mi importerebbe?> andrebbe a soffermarsi ripetendo ad alta voce quella domanda…già, gli importerebbe davvero? Forse non lo sa nemmeno lui, è passato così tanto tempo da quando calcava il suolo di un villaggio, aveva con se quella placca di metallo e per lui non era solo un oggetto, era orgoglio, era appartenenza, era un nindo, nonostante questo, non ricorda nemmeno più l’emozione di alcuna di queste sensazioni…non più, d’altro canto quella placca di metallo è ancora con lui, riposta, nascosta come si farebbe con qualcosa di prezioso o forse un mero ricordo, la domanda che gli viene posta è qualcosa di così profondo e mirata a scavare ben oltre l’apparenza stessa, ben oltre quella semplice figura divina ed onnipotente del Rikudo Sennin, mirare alla sua anima, sradicare quella maschera e giungere al nucleo…il suo cuore. SI avvicina di qualche passo, venendole incontro, novelle parole verrebbe proferite, novelle parole abbandonerebbe quelle fredde labbra <per risponderti alla prima domanda dovrei prima trovare una risposta al senso di chi io realmente sia> potrebbe suonare un po’ contorto e per quanto lui stesso abbia promesso chiarezza, beh è pur sempre lui, per quanto si stia sforzando <cosa pensi o credi che io sia?> una domanda posta quasi in maniera retorica, per quanto gli possa far piacere sapere effettivamente come la ninja lo veda con i di lei occhi, come lui appaia realmente d’innanzi lei <sono forse un ninja?> esclamerebbe seppur in maniera dubbiosa, come se nel risponderle mettesse in dubbio se stesso <eppure non ho gradi, non ho segni d’origine, non ho nulla che mi leghi ad un vessillo > breve pausa prima di continuare, le sue parole come una cavalcata infinita si succederebbero senza una vera sosta, cavalli imbizzarriti in una roboante carica assordante <allora dovrei essere un traditore> vocerebbe <eppure come posso aver tradito qualcosa che allora mi fu strappato dalle mie stesse mani? Qualcosa che i Kami o chicchessia me ne privarono> si avvicinerebbe ulteriormente a lei, lo sguardo forse per una di quelle poche e rare volte mostrerebbe un Akendo quasi spaesato, senza certezza che normalmente lo contraddistinguono, in quello sguardo vi è solamente sincerità <Ho forse tradito qualcuno o qualcosa? Me stesso, i miei sentimenti, io sono stato tradito, io ho perso ogni cosa e sono stato gettato in una pozza infinita di disperazione e codardia> il suo diverrebbe quasi uno sfogo, ma non è iracondo, non con lei, il suo è uno sfogo dell’anima, qualcosa che ha sempre provato nella sua mente, nei suoi monologhi nel suo io ma che mai ha esternato <un ragazzo cresciuto nelle atrocità della vita, la cui stessa non ha avuto riserve per lui, ingoiandolo e risputandolo, solo ed inerme d’innanzi a tutto ciò che ne consegue> quando perse tutto, quando divenne quell’anima errante, quando ogni cosa gli fu portato via, senza neanche aver potuto combattere per esse, difenderle, urlare a quel dolore che ha sempre provato ma che mai ha urlato <Ho amato, ho creduto, ho sperato, ho sofferto ed infine sono morto> in quell’ultima parola per quanto metaforica è serio, la stessa Ishiba potrà percepirlo, non è stato plasmato, non è stato trasformato, non ha covato odio per la vita ne ha giurato vendetta, nulla di tutte queste storie cliché, lui in quel momento è morto, Akendo Seiun è morto e con esso tutto ciò che riguardava quel ragazzo, giovane...a tratti spensierato a tratti giocoso, pregno di amore verso il proprio Nindo, verso i samurai, il suo Bushido, il suo villaggio…la sua famiglia, il suo clan. Respira a fatica, quasi provato da quelle stesse parole <chi sono io dunque? Non un ninja, non un semplice uomo…una divinità forse? Se così fosse allora perché non plasmo tutto a mio volere e discrezione?> breve pausa, un ultimo passo per rimanere vicino quanto basta alla donna <So bene che non è questa la giusta via ma allora perché? Perché i Kami hanno voluto darmi questo potere? Perché sono stato scelto? Una volta forse lo sapevo> andrebbe così a chiudere quella sua specie di sfogo, lasciando che le parole cadano così, se vorrà rispondere, se vorrà prender parola potrà farlo, può solo immaginare quanto sia difficile comprendere discorsi così contorti come i suoi. Lascerebbe che quella mano gentile e femminile solchi il proprio viso, la gota sinistra i suoi lineamenti, la propria sinistra di rimando la catturerebbe, lasciandola sulla propria guancia sinistra vociando infine <Non sono un ninja, non sono un uomo> un’ultima pausa, infinta quasi in quell’istante, in quelle gocce d’acqua <non sono una divinità> Non è uomo. Non è un ninja. Sa soltanto quello che non è, se solo capisse quello che è. Finalmente dopo tutto questo, la voce di lei raggiungerlo nuovamente, in quel legame ora fisico con la di lei mano sul proprio viso, si crogiolerebbe in quel contatto e in quella voce così bella, lo sguardo sul viso della Ishiba, il suo piccolo origami dalle rosse fiamme, sente quel calore ben diverso dalle loro labbra, un calore insito in quel semplice contatto puerile, ne ascolta le parole, rimanendo per qualche istante quasi annebbiato da tali parole <non so se potrò mai più chiamare un villaggio casa ma so che con te potrei comprenderne il significato> non sarà forse un villaggio che chiamerà casa, ma l’Ishiba potrebbe diventare la sua nuova casa, sarà lei il loco ove tornare, non una cosa, non un edificio ma una persona….si lei, la sua Ishiba. Molte sono le parole proferite e ancora la tempesta imperversa, segue quei suoi movimenti in attesa che prima o poi tutto quel miasma di sue parole abbiano una reazione o effetto e nel frattempo, i due possano ripararsi sotto quel tetto a quanto pare disabitato, poco importa, calore o meno che vi sia, le loro carni potranno riposare e quelle lacrime del cielo non li raggiungeranno più. [chakra on] [Rinnegan OFF] [Ama Mabushi equip] [Izanami & Izanagi equip]

23:56 Sango:
 Che strana quella notte, per un momento non è la rossa a spender tante parole per quanto queste vengano direttamente dal cuore..questa notte è l'animo del Seiun ad aprirsi al mondo e la sua voce sarà quella a tuonare in quel miasma di caos e tempesta. Una tempesta che sente dentro di se , una tempesta che spinge l'animo del seiun ad abbandonare quel caldo tepore rimasto sopito troppo a lungo per uscire alla fine e sprigionarsi, e lei diventa una spettatrice di quello che è il riduko sennin. I corpi vicini e lei catturata da lui come una farfalla davanti una fonte di luce , le proprie domande che escono, sfuggono a quelle morbide labbra per comprendere chi sia davvero l'uomo, il kami, il ninja, che ha d'innanzi. Ma adesso tace, silente e sorpresa da quelle sue parole novelle, sentire qualcosa che non si leghi alla sua mente di cui è già succube ma a quell'animo errante e perduto che non trova una risposta. Chi è davvero Akendo Seiun? Chi è questo? Uomo, kami, o ninja? Rapita lo ascolta adesso, non si convince di nulla, segue quel fiume in piena di emozioni e dubbi, quello sguardo che per una delle poche volte si fa veramente umano , un uomo tranciato da quei pensieri, da quei dubbi . Lascia che la sua voce lentamente svanisca a quelle prime parole, anche alle ultime non risponde nonostante il cuore prende uno sbalzo ed il calore che nuovamente si impossessa di lei, solo per guidarlo dentro quella casa. La porta ancora aperta mentre alla fine si volta, lo guarda . Un uomo bellissimo e terribile, la tempesta dietro di lui che imperversa in quella massa scura che circonda il loco, e la sua ombra a troneggiare su di se. Il cuore che le si stringe, come potrebbe mai potergli dire qualcosa che possa aiutarlo? Cosa mai potrebbe dire per riuscire a schiarirgli le idee quando è lui stesso famoso anche per quella mente acuta e decisa? < non credo che qualcuno possa definirti Akendo > la voce che spezza quel silenzio lugubre, l'oscurità che li circonda, il respiro che si fa più veloce , doloroso in quelle parole che son però sincere, il proprio pensiero su di lui < e non voglio definirti nemmeno io , non ne sarei capace> una risposta a quella domanda posta poco prima, sul proprio pensiero , su quello che crede sia l'essere che si trova di fronte < sei un uomo.. > il corpo che si avvicina di nuovo a lui, i visi vicini nuovamente, lo sfiora con le labbra sul mento < il tuo corpo è caldo sotto le mie mani > la destra che per un altro istante va a solleticargli quella parte del volto bagnato < un kami ? Per il mondo lo sei..> le dita che lente salirebbero in quel tocco per finire vicino a quegli occhi violacei senza toccarli, solo le occhiaie altrui che vengono stuzzicate dal freddo delle proprie dita < e un ninja > la destra che scende ancora su di lui, ne segue il corpo, la clavicola, l'armatura che porta seco, fino a raggiungere quelle due spade < quello che vedono tutti sono queste tre cose eppure alcuno ha mai avuto la fortuna come me di poter guardare quello che c'è dentro di te > le iridi che non si staccano dal suo viso, sincera in quello che dice e..innamorata. < tutti abbiamo perso in questa vita, forse divenendo ninja il destino è già segnato > che amarezza quando pronuncia quelle parole , il dolore che sboccia nuovamente per dar vita a qualcosa di profondo ed intenso < eppure abbiamo la forza di poter essere chi vogliamo , chi desideriamo nel nostro cuore. Non importa adesso chi eri in quel tempo, mi importa chi sei adesso, con me , qui in questa casa fatiscente >.. < non è questa forse la meta finale? Comprendere perchè siamo qui su questo mondo? Perchè siamo nati, perchè siamo ninja..che sia stato il fato a scegliere o noi stessi la domanda rimane > cerca di consolarlo con quelle parole, di fargli comprendere alla fine che per quanto vada via dalla civiltà stessa, per quanto erri nelle vie e nelle terre più lontane, non è solo come crede < mi addolora sapere questo > il suo passato, immaginare Akendo come un ragazzino lasciato dalla vita stessa e tradito da essa < ma non sei solo , non più > non lo avrebbe lasciato a quel cammino, a costo di mollare tutto, i propri sogni , desideri, qualunque cosa pur di stargli accanto . La destra che sale da quelle spade andando a provar a prendere di nuovo quella sua mano per portarla al cuore, al proprio cuore < non so perchè i kami abbiano deciso di donarti questo potere..eppure ciò ti ha reso speciale, anche la loro scelta lo è stata > sicura di quelle parole non si vergogna a pronunciarle, sicura che per qualche motivo quell'uomo avrebbe potuto cambiare il mondo stesso se solo l'avesse voluto, se solo avesse trovato un motivo per farlo < non potrò rispondere a queste domande, non ne sono capace..eppure se per scoprirlo dovrai scendere nel punto più basso dell'inferno, ti seguirò in ogni passo che farai > una promessa vera e propria la sua, l'avrebbe seguito senz'altro, senza alcun dubbio o remora, senza possibilità nemmeno di scegliere qualcos'altro. E rimembra adesso quelle ultime parole, quelle parole che portano il sorriso dolce a sporgere sulle labbra e addolcirle il cuore stesso . Come può rispondere a quelle parole? Come può reggerne il confronto? Quella mano che terrebbe ancora la sua andrebbe a provare a portarla in alto verso il proprio viso per donargli un bacio sul palmo di essa, le iridi che si celano a quel mondo, rimanendo sola con se stessa per un attimo < e tu sarai la mia , ovunque > la sua casa . Alla fine comprende anche lei che quello che cerca non è un semplice tetto, un semplice villaggio, il potere o chissà cos'altro..solo non dover più rimanere sola in una stanza addobbata di tante cose eppure sempre così vuota e sterile da farle male. Le iridi che si aprono lentamente ritornando alla realtà, sollevando il viso verso di lui. Gli occhi lievemente umidi ma decisi in quelle parole, in quel suo dire, prima di riportarsi alla realtà. Lascia andare lievemente la mano dell'uomo, le proprie dita che slacciano quel mantello pesante per via dell'acqua che lo impregna per poterlo sciogliere dalle spalle e mostrare quello yukata nero come la notte stessa, borchiato di finiture in oro che mostrano disegni di splendide tigri in tutto il tessuto. Il profondo scollo inzuppato, i seni umidi dalla pioggia così come le spalle stesse e le mezze maniche. La cintura spessa nera che tiene il tutto sembra essersi salvata dall'acquazzone così come la corta gonna che copre a malapena quelle gambe nude e lunghe < direi che potremmo cercare un posto più comodo > dolce e aggraziata mentre volta il proprio corpo alla ricerca di una delle stanze , trovandone una con un vecchio camino spento e un grande tappeto logoro e vecchio steso d'innanzi, e della legna un poco umida su un lato, ma prima di muoversi oltre lo attende, sicura che lui sarebbe venuto da lei adesso, sicura che lui l'avrebbe trovata sempre e l'avrebbe desiderata come lei desidera lui. [chakra on]

02:04 Kioku:
  [Casa] Ora finalmente in quella casa, la pioggia verrebbe sbattuta fuori, ospite indesiderato di quel momento così intimo, tale è la burrasca che riempie i loro animi che distanza vi sarebbe da quella che il cielo stesso propone, finalmente in quella casa, i due possono riunirsi come avrebbero voluto fin dal primo istante. Molte parole sono state spese dal Rikudo Sennin stesso, così tante che probabilmente potrebbero superare la conta di quelle proferite in tutto quest’ultimo anno, ciononostante quello che potrebbe essere sembrato uno sfogo era più uno squarcio della sua anima, un lamento ed un urlo del proprio io, insito e recondito in quell’enorme vuoto che risiede in lui, ascolta dunque le di lei parole proferite verso di lui. Silente ascolta, attento in ogni sillaba, parola, respiro, attento carpisce ogni sua movenza, quelle morbide labbra che si incontrano di tanto in tanto per poi staccarsi nuovamente, quelle corde della sua voce vibrare ed emettere un tale e soave suono che altri non è la voce stessa di Sango, Akendo ascolta con ardore ogni singola parola d’ella, da ciò che potrebbe essere a ciò che lei pensa della sua figura, di chi sia realmente, osserva e lascia che ella si avvicini e si muova come vuole sul proprio viso, il suo sguardo le labbra della giovane Ishiba, neanche un istante di quello da lei proposte verrebbe perso, ritrovandosi in parte in molte delle parole da lei proposte compresa la visione stessa della “meta” ultima, ciò che forse più lo sorprenderebbe e quel suo sincero rincuorarsi, quel tono strozzato, triste per quello che una volta era Akendo Seiun, per quel ragazzo innocente perduto ormai in quel passato recondito, morto per le troppe ferite riportate a cui la vita lo ha stesso provato più volte, accetta anzi anela quei contatti con la giovane donna rossa cremisi, quella mano portata sul di lei cuore, percepire fin da subito quel battito, forte, veloce, istintivo, le violacee iridi non si staccherebbero mai dal viso e dallo sguardo suo, infine quell’esclamazione riguardo il suo “dono” seppur di una maledizione a tratti sembri al povero Akendo e la sua intenzione stessa di seguirlo fin negli spazi più reconditi, ultime parole che lo sorprenderebbero più di tutti, chiedendosi fino a che punto ella possa spingersi, crogiolandosi in questo pensiero e nelle parole poc’anzi udite, ricercando d’stinto le di lei labbra, poggiarvisi con le proprie, le gemelle così ad unificarle in un bacio quasi solenne, come se non volesse che le parole da poco pronunziate volino via, come un patto silente…esatto proprio come il loro incontro in quella notte di Kiri. Qualora fosse riuscito nell’intento di baciarla, si discosterebbe, lasciando che l’ultima parola stessa non faccia altro che confermare ciò che già erano le intenzioni di entrambi ed infine poterla osservare nel suo svestirsi, al quale seguirebbe unicamente il gesto di slacciarsi il proprio mantello e nulla di più, rivelando però così la leggendaria armatura Ama Mabushi e con esse anche le due Katane Izanami & Izanagi che fino ad allora erano rimaste per lo più celate dal manto stesso se non per la forma, a quel punto la seguirebbe ma non appena avrebbe d’innanzi a se la stanza con camino, letto ed un tappeto, la supererebbe, lasciando che i toni tornino più normali e meno malinconici. Una volta superata si dirigerebbe verso il tappeto, una veloce torsione del proprio corpo verso la figura d’ella, abbassarsi fino a sedersi in una posizione particolare, più tipica dei samurai o monaci che delle persone normali, d’altro canto lei stessa non ha mai visto seduto in una posizione consona e che non fosse un pezzo della natura stessa, per poi schiudere ancora una volta le proprie labbra e lasciar fluire novelle parole verso ella, mai come stasera Sango potrà dire di aver udito parlare così tanto il Seiun <potrai anche vedere ciò che sono adesso, ma ti avevo promesso una storia e per andare avanti> esclamerebbe quasi divertito ora, mostrando un sorriso quasi complice, infantile <dovrai sapere anche chi era Akendo Seiun, nipote del Capo Clan, Chunin di Ame, Spada dell’ordine dei samurai Kamikashin ed infine Kuroi Kaminari> breve pausa prima di concludere < Anbu del corpo d’esecuzione di Ame> così come fu ad inizio serata la rivelazione di chi fosse, nuovamente andrebbe a lanciare informazioni su chi effettivamente fosse quel ragazzo e anche qualcosa in più a quanto pare. Silente ora rimarrebbe in attesa di reazioni o domande, mentre intento si slaccerebbe lentamente la propria armatura, ma prima di questo, afferrerebbe entrambe le proprie katane, una per volta, e con un leggero inchino le riporrebbe d’innanzi a sé, un fodero nero e un fodero bianco…lo Ying e lo Yang, fatto ciò si dedicherebbe all’armatura che una volta tolta verrebbe risposta al proprio fianco, porterebbe il proprio sguardo su Sango, rimanendo in quella posizione, probabilmente tutto ciò lo diverte e anche tanto. [chakra on] [Rinnegan OFF] [Ama Mabushi equip] [Izanami & Izanagi equip]

02:29 Sango:
 Le parole ormai sono state pronunciate, non ha bisogno di dirne ulteriori, non a lui. Comprende come quelle possano bastare anche solo per lenire in parte quella pena che egli prova per se stesso, per il suo destino ancora invisibile e per il perchè sia su quella terra insieme a tanti altri , alla ricerca di un possibile perchè. Ecco perchè ama tanto la pioggia, capace con la sua delicatezza di entrarti dentro e lasciare uscire il dolore più profondo che si possiede, quello tenuto in catene chissà per quanto tempo, ed adesso è lei a spendere qualche parola per lui, per il suo lui. E' suo. Si, non potrebbe più dubitarlo dopo quello che le ha confessato quella notte, dopo averle aperto l'anima stessa ed essersi messo a nudo d'innanzi a lei. Non debole, non potrebbe mai considerarlo tale, ma delicato sicuramente, portando seco forse molto di Ame stessa senza rendersene veramente conto. Lo tocca, la pioggia che fa loro da sinfonia battendo su quella vecchia casa,eppure le sembra così bella solo perchè vi è lui con lei a spazzare il lugubre loco di chissà quale infausto passato. Lo guarda senza staccare nemmeno lei lo sguardo..e le labbra che alla fine poggiano sulle sue, dolci e delicate. Le palpebre tremano e le iridi si celano. Quanti uomini ha baciato in passato senza provare se non una briciola di quello che prova adesso, ad avergli infine donato il suo amore e non solo il suo cuore. Assapora quel dolce bacio prima che le labbra prendano nuova distanza, rendendo il tutto ancora più dolce, suggellando con un leale bacio un contratto con la morte stessa, per lei, per entrambi, una discesa in cui l'avrebbe seguito senza alcun timore. Lo osserva slacciarsi quel mantello e lo prenderebbe lei, quasi avesse un ossessione per i suoi mantelli ma non è a quello che vuole parare, osservandolo con quella armatura evidentemente molto pesante, troppo pesante per lei anche solo immaginarla indosso . Segue la stanza dunque, aprendosi a loro nella sua tetraggine senza un focolare acceso. Lo osserva sedersi in quel modo rigido, mentre la mano appende i due mantelli ad un sedia. Lo osserva sempre dall'alto mentre novelle parole vengono pronunciate da lui che la portano ad avere un ulteriore pezzo del suo passato, qualcosa di diverso decisamente da quello che si aspettava, ma cosa si aspettava in realtà? < oh ecco perchè delle due Katane > le osserva mentre vengono poggiate con un vago senso d'onore e rispetto verso quelle due lame < hanno un nome? So che molti danno un nome alle loro lame > innocente quella domanda fuoriesce mentre si prodiga lei stessa al fuoco, concentrandosi su quel katon che risiede in lei per modificare il proprio chakra prima di buttarlo fuori in modo controllato e costante solo per creare abbastanza fiamme da incendiare quei ceppi e lasciare che un allegro fuoco possa scoppiettare davanti a loro . Il calore che la invade subito, gli abiti fradici non aiutano, anche se le sembra che la temperatura si stia alzando velocemente a giudicar dal rossore del volto, troppo calore forse < Kuroi Kaminari > sussurra tornando a lui , non prima di aver preso un paio di cuscini per gettarli a terra e sedervici sopra , elegante anche in quel sostare ferma e immobile, presa dal suo racconto. La sorpresa e il fascino che si dipingono sul proprio volto illuminandolo di una luce infantile < eri un anbu ! > esclama a quel punto, quanto è facile adesso poter digerire quelle informazioni rispetto alla sua vera identità < ma dunque, come..quando è cambiato tutto? Ed Ame com'era? Ho vaghi ricordi ma ero molto piccola a quel tempo e.. > una domanda sorge spontanea, se lui ha vissuto ad Ame, vedendo la sua ultima distruzione sicuramente < quanti anni hai? > il suo sembra un interrogatorio in piena regola, ingorda di sapere chi sia stato Akendo seiun e chi sia anche adesso, poter avere un quadro completo di cose molto semplici da sapere < e..i tuoi genitori sono..? > la voce che si incrina lievemente ritornando a qualcosa di difficile da dire, ella stessa perse la madre nell'ultimo attacco ad Ame < all'ultima puoi anche non rispondere, non voglio esser indelicata > si scusa in anticipo divenendo ancor più rossa di quanto non sia già in realtà, i brividi di freddo che ancora non si fermano nonostante il fuoco e il calore del corpo altrui, vicino abbastanza da poterlo toccare solo alzando un dito, beh gli sta attaccata insomma. [chakra on]

03:25 Kioku:
  [Casa] Quel bacio a suggellare le parole proferite da entrambi ad entrambi, un silente patto, complice tra i due a testimoniare ciò che realmente provano l’uno per l’altra, un’unione che ormai li vincola così, proprio come quel filo rosso del destino che tanto pare richiamarli ogni volta e attrarli a vicenda. Nella stanza, il fuoco grazie a Sango riprenderebbe vita e Akendo libero ora da pesi e blocchi si rilasserebbe, per quanto quella posizione tutto sembra tranne che essere rilassanti, ben diversa da quella presentata dall’Ishiba, ecco infine le prime domande giungere all’attenzione del Seiun, che ancora divertito da tutte quelle informazioni non coglierebbe l’occasione per rispondere con una certa enfasi <avere due katane è qualcosa di molto raro per un Samurai> un profondo respiro <generalmente il daishō, ovvero il termine ad indicare la presenza di una coppia di spade è formata da una Katana, come queste qui presenti e da una wazikashi, ovvero una katana più corta> tratterrebbe qui le informazioni ma di certo la sua parlata non si arresterebbe < anche se ad essere sinceri la combinazione originaria era formata da una Tachi, ovvero una katana un po’ più lunga e dal tantō, una lama corta molto più simile ad un pugnale> fiero quasi della sua spiegazione, ascolterebbe con estrema soddisfazione la richiesta del nome delle due Katane, con estrema eleganza, una quasi innaturale movenza, un equilibrio perfetto, andrebbe a prendere la prima Katana, quella dal fodero bianco, ricami neri e simboli sparsi, in particolare quello che riporta il nome di Izanagi, i pollici sul loro dorso, sollevare con estrema pazienza il fodero e la katana stessa dunque, una volta portata d’innanzi a Sango con un breve allungamento del proprio busto andrebbe a vociare <questa è Izanagi> e una volta esclamato ciò andrebbe ad estrarla lentamente, rivelando mano a mano quello che nient’altro è che l’oscurità fatta lama, un denso nero entrare in contrasto con il fodero stesso <essa rappresenta lo Ying una parte dell’equilibrio stesso, è qualcosa che ho studiato nei miei lunghi viaggi> d’altronde lo Ying e lo Yang appartengono ad una cultura simile alla loro ma diversa sotto ogni aspetto e religione ed è proprio li che ha appreso il Taijitu, molto simile alla loro terminologia di Taijutsu ma che rappresenta tutt’altro, per i monaci di quel luogo rappresentava la meditazione e l’equilibrio dell’uomo. Lo sguardo dalla lama si riporterebbe a Sango, le proprie mani ora discostarsi dalla nera lama, lasciando che la giovane kunoichi possa osservarla e toccarla, sempre che non si faccia male <mentre invece> continuerebbe con la sua spiegazione <questa è Izanami> andando ora a prendere il nero fodero esattamente come ha fatto poc’anzi con quello della lama gemella, elegante e lento nei suoi movimenti e torsioni, andando a posare al fianco di Izanagi il nero fodero e lentamente estrarla, rivelando così una lucente lama dal bianco candore, quasi immacolato, un filo perfetto e dall’egregia manifattura, sul fodero stessi simboli incisi ed uno in particolare a riportare il nome della lama stessa <essa rappresenta invece lo Yang, l’altra metà dello Ying> un breve respiro continuando <due parti della stessa entità. Lo Ying e lo Yang sono come il giorno e la notte, il bene e il male, l’equilibrio della natura stessa> sembrerebbe quasi una lezione se non fosse che lo sguardo di Akendo non si scosterebbe mai dal viso d’ella e in quei violacei occhi il desiderio di poter condividere il suo sapere e raccontare di qualcosa a cui è così legato <ti chiederai magari il perché scambiarle di fodero se una lama è bianca come mai dunque il fodero nero e viceversa?> anche qualcosa Sango in realtà non se lo stesse chiedendo ormai è tardi Akendo è partito è si fermerà solamente quando finirà di raccontare <un monito> esclamerebbe tutto serio <per ricordarmi che non sempre il bene è assoluto, così come il male stesso, nell’equilibrio stesso vi possono coesistere diverse sfumature> un significato ben più profondo di quello che magari inizialmente poteva sembrare unicamente una scelta stilistica. La spiegazione dunque sembrerebbe fermarsi qui, a Sango poi chiedere ulteriormente di quegli anni, di ciò che voleva dire essere un Samurai e cosa accadde, le sue domande si sposterebbe infine su qualcosa di più generico, costellate da una certa sorpresa nel venire a sapere di quale ruolo ricopriva l’allora Akendo nel corpo Anbu, seppur non si soffermi troppo su quel cognome e sul corpo d’esecuzione Anbu, per fortuna quasi, andrebbe ad accogliere con piacere le domande inerenti a com’era la vita in quei suoi momenti, isolati a tratti <al tempo facevo molti viaggi per via della mai appartenenza all’ordine dei Samurai, Ame è sempre stata un villaggio in parte misterioso, in parte pericoloso, non ha mai goduto di una grande ricchezza e tutto quell’avanzamento tecnologico pesò molto sulla vita della gente comune e aumentò ancor di più il divario che vi era tra ricchi e i poveri, la maggior parte dei quartieri stessi era ridotta a case ammassate e povertà, delinquenza e crimini erano all’ordine del giorno, lotte tra quartieri e il popolo ammassato a protestare non erano una novità e molte volte si sfociava in massacri veri e propri, io stesso nel tentativo di migliorare le cose mi ritrovai nei corpi Anbu e senza rendermene conto mi ritrovai dalla parte opposta, intento a sedare le rivolte popolari proprio con quei massacri da poco citati> si arresterebbe qui con il racconto, molto è stato detto e lascerebbe il giusto tempo a Sango per assorbire ogni informazione del suo racconto, procedendo in un secondo momento <tutto cambiò quando Ame subì un durissimo attacco, quel giorno tantissime persone morirono e altrettante persero tutto> il volto si scurirebbe nel raccontare quegli accaduti, senza entrare però nei dettagli, non è ancora giunto il momento e per tanto taglierebbe anche corto aggiungendo <tra quelle perdite vi fu anche la mia famiglia> a tempo debito racconterà anche la sua appartenenza al clan e che di certo non fu solamente il nipote del Capo Clan ma lui stesso divenne il Capo Clan dei Seiun, ma per ogni cosa vi è un tempo, la notte è lunga questo è certo <non sono poi così vecchio> esclamerebbe riportando i toni su qualcosa di più scherzoso <non ne avrò più di una decina rispetto a te> mente, mente in maniera spudorata ma anche con la consapevolezza che in tutti quegli anni di viaggi erranti ha anche perso la concezione del tempo e per lui è anche difficile quantificare con esattezza la sua reale età, giocando inoltre sul fattore della sua pelle, così ancora vigorosa e giovane <mi piacerebbe sapere anche a me però qualcosa di più sulla tua vita, da dopo Ame> d’altronde è una conversazione, sarà ben felice di raccontarle altro della sua vita e dovrà farlo Sango, soprattutto se vorrà comprendere meglio Akendo e scoprire anche qualcosa di più su Ame stessa, d’altro canto però anche il Rikudo Sennin vorrebbe comprendere meglio la sua Ishiba. [chakra on] [Rinnegan OFF] [Ama Mabushi equip] [Izanami & Izanagi equip]

03:59 Sango:
 Le domande che pone la donna danno il via ad un lungo fiume di spiegazioni, lo osserva nel suo dire, nei suoi modi, e tanto traspare di lui, di una quasi serenità andata via col tempo. Non le rimane che ascoltare, comoda su quei cuscini rispetto a lui sopra la quale si allunga tirando via gli stivali coi piedi stessi per stare comoda. Lo osserva quasi sognante rimembrando il tempo che trascorreva con Ren e quando le raccontava certe storie solo per farla dormire. Osserva le due katane, la spiegazione e infine il loro nome. Si puntella sui gomiti per potersi alzare un poco per avvicinarsi alla prima lama, bella, nera come l'oscurità dentro e bianca come la luna fuori. Lo osserva allungando un dito per toccarne il piatto della lama cercando di non farsi male, un dito mozzo avrebbe causato non pochi problemi quella notte < ying> ripete portando la mano di nuovo al proprio posto e ripetendo quel nome, quel concetto tanto estraneo a lei . Ascolta il resto della spiegazione osservando la seconda lama bianca e il fodero nero < yang > ripete ancora ma qualcos'altro la cattura di quella spiegazione , il concetto stesso di bene e male < oh..credo sia..giusto > confessa < un equilibrio di forze > cerca di comprendere quel concetto, ripensando a come l'uomo abbia viaggiato per trovare dei concetti e delle parole così strane e così veritiere. Bene e male sempre in equilibrio tra di loro. La discussione adesso verte su altro..su altri ricordi che la interessano veramente, la storia di Ame dal suo punto di vista. Era già un ambu prima che Ame cadesse sotto l'ultimo attacco ma quella è solo il condimento della storia che sta per ascoltare quello che fu ame. Il dolore si propaga, quanta morte e distruzione all'interno di un singolo villaggio , abitanti che si combattevano tra di loro < ricordo solo una parte di questa storia > rammenta lei, dopo la fine del suo dire per non interromperlo < ma è così triste sentirle così.. > ecco perchè vuole riprendere lei Ame e riportarla alla sua gloria, innalzarla con le sue capacità e portarla a splendere sotto quel cielo sempre in lacrime. Quanta morte che hanno visto fino all'ultimo, fino all'estinzione di tante cose e di tanta vita stessa. Non può che crogiolarsi nel dolore stesso del ricordo, dopotutto si impara dal passato, almeno questo l'ha compreso nella propria volontà di essere migliore di Konan < capisco > non sta a lei giudicare gli atti dell'uomo, ne il passato stesso < ricordo quel giorno ancora > lei come lui, molto più piccola, stava scappando cercando di salvare la propria vita mentre una madre non fece che sparire per sempre dalla propria vista < mi spiace molto > gli occhi che si intristiscono a quella confessione, indecisa se fosse una giusta domanda da porgli alla fine ma la conversazione verte adesso su questioni più leggere, come la sua età < mmh non so se crederti > scherza anche lei, in un tentativo di lasciare l'amaro e il dolore ad un altro momento < ma non che abbia importanza..tranne che tu non abbia una cinquantina d'anni allora sarebbe...strano > molto strano decisamente . L'ultima frase la lascia un pò spaesata, non pensava di dover parlare di se quella notte, ma è anche giusto nei suoi confronti < la mia vita non è stata nulla di che in confronto alla tua > ci scherza sopra rialzandosi e mettendosi a sedere < mmh vediamo > pensa a cosa dire , dopotutto non venendole posta una diretta domanda la questione si fa più spinosa < la mia vita da piccola la conosci abbastanza ..> ne ha parlato così tanto con lui che vuole solo evitare di indugiare in quei ricordi ulteriormente < avevo 10 anni quando fuggì da Ame e arrivai a Kusa > confessa in un certo senso la propria età < ho passato il resto del tempo al clan, ma nessuno ha mai veramente voluto che io stessi li, e nemmeno io volevo starci. Fu qualche anno dopo che decisi di entrare nell'accademia ninja senza grandi sogni e grandi speranze > il racconto comincia , il velo di malinconia che accompagna le proprie parole < ero sola, sono sempre stata sola da quel momento in poi. Ero una traditrice dopotutto.. imparai molto nell'osservare e fu in quel momento che divenni genin e finii per diventare amica di Yukio stesso > oh come vola lontana la mente adesso, a tempi più felici < credo sia stato l'unico legame che riuscii a costruire in tanto tempo, e non ne ebbi alcun altro. Se non legami blandi e di alcun interesse > la lingua adesso che umetta le labbra morbide e carnose < nonostante molti furono gli uomini a chiedere la mia mano > una risatina che sfugge da quelle labbra, la malinconia che sparisce per lasciare il posto ad argomenti leggeri < alcuni del clan volevano cedermi a uomini molto più grandi e alcuni veramente squallidi > un brivido di protesta le si spande nel corpo formoso e ormai cresciuto < credo nella vana speranza di cacciarmi ma alla fine eccomi qui.. la capo clan è tornata ad Ame, e mi ha concesso l'onere di tenere il clan a Kusa. Quando tornerò da Oto quel posto sarà mio > è così dannatamente vicina a realizzare quel piccolo sogno < ma se vorrai sapere qualcosa di più dovrai fare delle domande mirate > un sorriso viene donato adesso insieme a quel breve occhiolino tornando a spostarsi sui cuscini, rilassata nello stare con lui adesso, nel potersi lasciare andare. La sinistra che si muove provando a toccargli la gamba e poggiarsi li, solo per sentire quel contatto < chiedi pure, prometto che sarò sincera > un ulteriore invito a domandarle qualsiasi cosa egli desideri sapere su di lei, anche se la propria vita non sia nemmeno paragonabile a quella del riduko sennin.[chakra on]

21:54 Kioku:
  [casa] Osserva la giovane Ishiba cercare di fare mente locale a quella mole di informazioni che lo stesso Seiun durante al sua pseudo lezione improvvisata ha intavolato, una cosa però sicuramente la kunoichi ormai l’avrà capito, porre domande al Rikudo Sennin può divenire un arma a doppio taglio, per quanto ad onore del vero, questa volta le molte parole spese sono di un Akendo ben diverso da quello sino ad ora mostratosi, vi è passione in quelle parole e non solo dell’arrogante saccente o verità precluse ai meno affetti da intelletto. La osserva ed un buffo sorriso si palese sul suo volto nell’ascoltar le parole ripetute come a voler fermare nella propria mente, annuendo infine su quanto detto dalla ragazza riguardo ad Ame, cosa era e cosa vorrebbe che fosse, la parte più importante arriverebbe successivamente, ove la domanda di Akendo otterrebbe risposta ma non prima che lei stessa cerchi, seppur invano di fare breccia tra le verità celate dal possessore del Rinnegan…età compresa <beh se fossi un vecchietto te ne accorgeresti di certo> sbufferebbe quasi divertito, mantenendo la parte del sostenuto, quasi offeso da quella esclamazione, si divertono e tanto basta, del resto egli stesso non sa bene la sua stessa età raggiunta, il conto e gli anni sono passati, sicuramente non più un ragazzino ne un coetaneo di lei e di questo si che si può stare certi. Lo sguardo è fisso su di lei, ne segue movenze, lineamenti e ondulamenti delle labbra che fremono ad ogni suono vocale emesso, la storia di Sango viene dunque narrata, attento nell’ascolto, carpirebbe ogni particolare, ogni momento importante, comprendendone anche angoscia, dolori e rabbia, una rabbia che sfocia però nella voglia di rivalsa, di dimostrare a tutti coloro che l’hanno sempre etichettata come traditrice ed allontanata che è qualcosa di ben altro, qualcosa di superiore anche a loro. Di questo lo stesso Akendo non solo se ne rincuorerebbe ma ne sarebbe anche orgoglioso, di come tra tante, in quel loro primo incontro a Kusa, riconobbe qualcosa in lei ed il tutto combacio con la notte stessa di Kiri dove quella piccola fiamma crebbe ed ora d’innanzi a lui un fuoco immenso che divampa…è cresciuta la sua piccola Ishiba. Nessuna parola però verrebbe proferite, attende che il silenzio cali, anche a seguito della richiesta stessa da parte della special jonin, ripensa ai loro primi momenti, alle loro chiacchierate, un veloce excursus di ciò che vi è stato tra loro fin dal quel primo incontro, un sorriso abbozzato comparirebbe su quel volto, nei violacei occhi lo sguardo fisso nelle di lei iridi <sono sicuro che riuscirai a realizzare ogni tuo sogno, ne hai fatta di strada mio piccolo origami> andando a marcare volontariamente proprio quelle ultime parole, volendo scatenare in lei una qualche reazione, anche la più piccola, magari cercando anche di trasmettere come può i propri sentimenti a quest’ultima. Un lento respiro, prima di umettare le proprie labbra ed infine schiuderle lasciando che come pioggia abbondante, il torrente trasbordi e novelle parole fluiscano nella direzione d’ella <non ho effettivamente delle precise domande, d’altronde è ora che la tua storia si sta scrivendo, bensì sono interessato a conoscerti in ogni tua sfaccettatura e questo solamente il tempo potrà farmene dono> andando seppur in maniera non così esplicativa, ma che si possa ben capire anche ai meno agili, la sua volontà di restarle al fianco, una ripromessa di quelle parole già esclamate sotto la pioggia, dove lei lo seguirà fino agli inferi, lui non avrà che occhi per lei, riconoscendo la sua fiamma più ardente tra tutte. Abbandonerebbe quella postura così solenne e rigida dei samurai per stiracchiarsi, le scapole seguire il movimento della schiena stessa, ambedue le braccia tirarsi oltre, agli occhi di Sango potrebbe sembrare tranquillamente un felino intento a sgranchirsi e difatti è ciò che Akendo stesso è intento a fare, buffa a dir poco come visione questo è certo, fatto ciò, riporterebbe lo sguardo verso la ragazza, una lacrimuccia dall’occhio destro scendere a seguito dell’azione appena compiuta, la quale verrebbe subito raccolta dalla propria mano, vociando al tempo stesso <piuttosto, immagino te abbia molte altre domande o sei ancora interessata alla storia del giovane Akendo Seiun> il suo tono è divertito, d’altronde poter parlare di quella sua vita, seppur non la riconosce più come propria, a Sango, in qualche modo lo fa star bene, non se ne capacità ancora bene del perché, ma poter raccontare di ciò che ha passato, di ciò che ha visto, condividere quei momenti di storia non solo propria ma in generale che per molti è oscura, ignara o mai esistita addirittura. [chakra on] [Rinnegan OFF] [Ama Mabushi equip] [Izanami & Izanagi equip]

22:28 Sango:
 Che strana quella notte che sta trascorrendo col sannin , lo osserva in tutti i suoi movimenti, in quei sorrisi, le sue parole che riempiono lo spazio angusto di quella piccola stanza umida e ammuffita, riscaldata solo e soltanto da quel fuocherello che scoppietta allegro illuminando i volti dei due. Com'è normale. Se dovesse rispondere a quella precedente domanda, su chi sia in realtà il riduko sennin, non avrebbe alcun timore a dire che sia un uomo. L'espressione si fa più docile nell'osservarlo. Una notte normale come chiunque altro la vivrebbe, i loro incontri sempre costellati da cose tanto grandi e lontane, che quei momenti sanno di leggerezza e felicità. A quella frase non può fare altro che ridacchiare , il Seiun che rivela quella parte di se, quella più spensierata e divertita, come un bambino. Quella notte molti sono i tasselli a completare l'oscura figura del portatore del rinnegan stesso , dai più considerato come un demone , eppure se altri occhi avessero visto adesso il Seiun avrebbero dovuto rimangiare quelle parole < penso di si..anche se questa risposta è come giocare sporco > anche lei si diverte nonostante quella risposta le innalzi la curiosità, di solito sono le donne a non rivelare la loro età. La propria storia che viene narrata, molto semplice, umile a tratti, non se ne vergogna ne se ne lamenta, perchè dover rimembrare quei giorni di nulla totale. Le labbra fremono sulle ultime parole, lasciando adesso che sia lui a poter parlare , quel silenzio che aumenta il fuoco che prova nello stare sola con lui durante la notte. Le vesti ormai asciutte , il corpo pesante e il fiato accelerato..è un bene che l'uomo torni a parlare portando la testa altrove e non verso il suo corpo , il suo viso. Contegno Sango! Adesso è il turno altrui di pronunciar novelle parole per lei,e di nuovo quel soprannome. Il volto che avvampa di rosso, il corpo che si stringe lievemente su se stesso quasi a volersi nascondere e gli occhi lucidi che si spostano verso il basso. Annuisce lievemente incapace di poter dire altro ma qualcosa fa per la verità, sentendo come l'altro ci stia mettendo molto di se stesso, come quei sentimenti possano scaldarle il cuore. Il corpo che si muove verso di lui quasi gattonando ma certamente in maniera più sensuale e provocante anche se in realtà non vorrebbe apparire così. Le mani che vanno prendendo i cuscini con se, per accomodarsi proprio al suo fianco destro . Il volto verso il suo mentre prova a tendersi, le labbra che provano a poggiarsi lievi e delicate sulla sua guancia < si > un sospiro accompagna quella singola parola, tornando ad accomodarsi su quei cuscini, in quel bacio imprimerebbe i propri di sentimenti, ciò che prova, quello che desidera. La mano che sale sul suo collo, ancora lievemente umido per via dei capelli umidi < e allora...chi pensi che io sia? > la voce che si mantiene bassa, sensuale, provocatrice con la stessa domanda postale prima dall'uomo stesso, con un intenzione diversa da quella altrui, solo per comprendere quale sia il suo pensiero, come la veda veramente . La mano che cala vedendolo muoversi , il movimento che la fa sorridere, un neko che si sta sgranchendo da quella posizione rigida , come se si fosse appena svegliato < voglio sapere più su di te in realtà. Per altre domande ci sarà tempo dopo > asserendo il fatto che non lo avrebbe lasciato andar via tanto presto, non quella notte, nemmeno quella dopo probabilmente < una domanda la avrei.. ma cosa ha colpito Ame tanti anni fa? > una domanda che s'è sempre posta e che mai ha trovato una risposta sensata. Una grande sfera di luce e poi il caos, non ricorda altro di quel momento . Avrebbe qualcos'altro da dirgli, un ragazzino che lo cerca..ma non ancora arrivato il momento per inserire un altro uomo in quella conversazione rischiando di rovinare quella bolla creatasi finalmente. Attende lei adesso, li vicina, molto vicina, il corpo che preme contro il suo braccio e il viso che prova anch'esso a poggiarsi sulla sua spalla. [chakra on]

23:16 Kioku:
  [casa] L’atmosfera e i toni diverrebbero ormai più dolci, più morbidi, il fuoco divampa e così le loro carni si riscaldano, la pioggia e la tempesta sono un mero ricordo, scenario perfetto per aggiungere quel tono in più a questa nottata, d’altronde per lo stesso Rikudo Sennin basta e avanza un abitazione simile, vissuto per lo più in viaggio non si è mai fatto dono di sfarzo o altro, il che sarebbe anche ironico se lo si paragonasse al poc’anzi citato Yukio, ove sfarzo e feste sono più o meno nella sua indole. Ne ascolta divertito le parole, prima di posare il proprio sguardo non più sul viso d’ella ma sul corpo stesso, le sue forme, la vede gattonare, involontariamente o meno, vi è del movimento sensuale in tutto ciò ma solamente poiché la stessa Sango in ogni suo movimento è sensuale, il respiro diviene più profondo, lo sguardo assottigliarsi, la mente divagare su scene e toni ben più distanti da una normale conversazione. Contegno Akendo! Non è di certo questo il momento, accogliendo con piacere quei movimenti si e lasciando ch’ella si possa posare al suo fianco, sente il caldo tatto delle sue mani e quelle labbra che si imprimono sulle proprie guance <mhmm chi tu sia?> andrebbe ad esclamare facendo suo quel tiepido bacio <fin dal primo istante in cui ti ho vista> e qui andrebbe a compiere una leggera torsione del busto e del viso per poter posare nuovamente i propri violacei occhi in quelli di Sango <ho compreso che vi fosse ben più di quello che si palesava a tutti, c’era una piccola fiamma che nel profondo dell’oscurità gemeva, si strattonava, combatteva> parole forse un po’ criptiche ma del resto la domanda stessa ha diverse possibili risposte o forse nessuna come nel caso di Akendo dove la stessa Ishiba non ha potuto ne voluto dare una reale risposta, forse neanche potrebbe, di rimando anche il Rikudo Sennin sta dando più una sua sensazione che “a risposta” alla domanda della ragazza, entrambi sanno bene a cosa serve porre una domanda di tale profondità filosofica <e da quella notte> attimi di pausa <quella fiamma non ha fatto altro che ardere sempre più, crescere ed infine divampare in uno splendido fiore si arresterebbe qui con le parole ma di certo non rimarrebbe fermo. Un leggero sospiro, volto a prendersi un istante di quiete, prima di distaccare il braccio destro dal fianco, tenderlo verso ella, la destrosa ricercar il viso di Sango, le labbra ora un po’ più secche rispetto a prima schiudersi un’ultima volta e novelle parole accarezzare le sue gote, le sue orecchie…la sua mente < Il fiore perfetto è una cosa rara, se si trascorresse la vita a cercarne uno, non sarebbe una vita sprecata > citerebbe così uno dei più famosi versi di un loro poeta samurai del tempo, ancora una volta la volontà del Rikudo Sennin è quella di toccare il lato più fragile della sua Ishiba, coglierne le reazioni sia sul suo volto roseo ora sia della sua mente, vuole conoscerla meglio ed in ogni sua sfaccettatura del resto. Rimarrebbe quindi silente, lasciando che il silenzio possa ora riempire quella stanza, dare valore alle sue ultime parole affinché il suo violaceo e concentrico sguardo la possano annegare in esso, farla sprofondare nella marea di emozioni che lo stesso Akendo le sta facendo dono, qualcosa di raro e mai fatto, la stessa notte è più un qualcosa di dedicato a lei, a sé stesso e a loro. I silenzi però sono rari e d’incredibile bellezza proprio perché unici a se, la voce della Kunoichi ora rompere quel velo come giusto che sia, ogni momento di questa notte ha un suo specifico atto, la domanda viene posta e con essa riemergono i di lui ricordi e con essi…anche quelli spiacevoli, lascerebbe ora che la destrosa torni al proprio fianco a meno che non succeda altro attua a tenerla in quella posizione e solo a quel punto, troverebbe le giuste parole per esprimere quel terribile giorno <un esplosione, una grande onda d’urto, un incredibile bagliore> un sospiro prima di continuare <se chiedessi ai sopravvissuti, questa sarebbe la loro versione> e forse quella che anche Sango sa <la realtà purtroppo è ben diversa> li l’affermazione dunque, avendo avuto modo proprio di poter dialogare con Kenji all’epoca molto gli fu rivelato <fu una Bijuu Dama> esclamerebbe con una punta di malinconia < fu quella a spazzare gran parte del villaggio, un'unica e potente sfera oscura di un demone, uno dei nove> purtroppo per lui non ha idea di chi possa essere stato, chi fu quel demone, informazioni che il fu Kenji, non gli rivelo e con la sua sparizione anch’esse rimasero celate. Nulla di più, lasciando che la ragazza possa metabolizzare appieno anche queste ultime parole di grande importanza, in questa notte molte parole sono state dette e molte altre devono ancora venire. [chakra on] [Rinnegan OFF] [Ama Mabushi equip] [Izanami & Izanagi equip]

23:47 Sango:
 I corpi ormai così vicini che scambiano il loro calore, il seno morbido poggiato al suo braccio, appiglio per potervi rimanere ancorata ancora di più. Il mento che va a incastrarsi nella clavicola, gli occhi che osservano il suo profilo, la sua pelle da vicino, ha tutto il tempo del mondo per poter memorizzare più dettagli possibili. Le mani che vanno a muoversi provando a stringere delicatamente il braccio , le dita che spostano quella scura stoffa ponendo le proprie domande, i propri quesiti. Vuole conoscere lui , è li solo per lui questa notte. Tante potrebbero essere le domande che verrebbero poste quella notte , molte di varia natura e spessore eppure nessuna esula dalla figura che ha di fronte. Tutto quello che chiede gira intorno a lui , tutto per poterlo conoscere davvero. Lascia che sia l'altro a parlare e dichiarare cosa vide quella notte in quella locanda , come tutto è iniziato e come sta andando avanti, quel legame sempre più intenso. Non ha bisogno di parole per esprimere quello che il corpo già fa, come si avvicina di più, come si muove contro il suo, spingendolo lievemente, strusciandosi..le spalle dello yukata che lentamente scivolano sul petto lasciando parte del petto scoperto . Lo ascolta, le iridi che non si staccano da lui nemmeno per un secondo, quelle dolci parole che sembrano miele alle proprie orecchie, alla propria mente..al cuore stesso. Le palpebre che tremano a quelle parole, le iridi che si celano per qualche secondo prima di aprirsi e mostrare lui tutta la propria fragilità. Gli occhi specchio della propria anima mostrerebbero qualcosa in più che semplice e puro desiderio, amore, passione, dolore e malinconia tutto insieme. La mani che si sollevano verso di lui , provando a cingergli delicata il volto , mentre il corpo si solleva da terra rimanendo di fronte a lui ma in ginocchio < non è una vita sprecata > quelle parole espresse con tutta la dolcezza, spezzate dalla voce tremolante mentre lentamente prova a poggiare le gemelle sulle altrui. Il bacio che avverrebbe lento, con calma , col corpo stesso che cala giù verso il suo viso per assaporare l'essenza intima della sua bocca, in quella danza lieve mentre lo ricerca . Un bacio lungo ma troppo presto finirà. Il rivolo di saliva che sporca le loro labbra mentre la donna ritornerebbe al proprio posto, rossa in viso, fragile agli occhi altrui. Potrebbe semplicemente spezzarle l'animo e il cuore adesso semplicemente andandosene via. Arrivare fino a li, a quel punto tanto intimo con un uomo non lo avrebbe mai creduto possibile tanto meno con quell'uomo, rivelatosi tanto amabile quanto terribile allo stesso tempo. Il corpo che cala verso di lui, lo sguardo che si spegne a sentir quella terribile storia e come sia stato in realtà un demone a uccidere il loro mondo < un demone...perchè? Ame..noi..perchè uccidere un intero villaggio? > le domande che si pone sono semplici eppure tanto complesse per poter avere una reale risposta. Lentamente si avvicina a lui per fargli comprendere le proprie intenzioni. Si avvicina al suo petto, ora libero da quella pesante armatura per poterne sentire il calore del corpo, il battito del cuore. Prova ad avvicinarsi, ad accucciarsi quasi su di lui. La testa che poggerebbe sul suo petto solo per metà con l'orecchio destro sul suo cuore, mentre il corpo rannicchiato proverebbe a passare sopra la sua gamba per non schiacciarla. E' quello il momento in cui si sente più fragile, quello in cui può abbassare quelle mura e quelle difese per mostrare il proprio animo al Seiun < voglio sapere chi è stato > il suo non è che un flebile sussurro mentre si stringerebbe al corpo del seiun, con le mani sulla sua veste a stringerlo verso di se. [chakra on]

00:18 Kioku:
  [casa] La notte è lunga ma le membra sono stanche e le tante parole e rivelazioni hanno affaticato al mente di entrambi, d’altronde le rivelazioni e quest’ultima in particolare pesano non poco sui loro cuori. Nonostante questo, nonostante quelle parole, in fin dei conti del buono c’è, loro sono lì, uniti ora, i corpi sfregarsi, il calore ed il respiro unirsi, infine un bacio a sugellare il tutto. Le parole, i racconti tutto impallidirebbe d’innanzi a quel loro avvicinarsi, le labbra gemelle chiamarsi tra loro per poi incontrarsi, come amanti nel vento, abbracciarsi, la saliva tenere fino all’ultimo momento quel legame prima che i corpi stessi si riportino alla posizione originaria. Accoglie con il proprio corpo le di lei carni, quasi come ad avvolgerla in un abbraccio, può comprendere come le ultime parole l’abbiano colpita, così…d’improvviso e ora si senta anche spaesata, le braccia del Seiun afferrarla e portarla a se, stretta in quella morsa d’amore, la vuole proteggere, per quanto sia forte ci saranno delle volte in cui magari da sola potrebbe anche farcela ma non lo sarà mai…più. Comprende quelle domande che ora affollano la sua mente, comprende ora il voler sapere non solo perché ma chi, purtroppo ai due non è dato saperlo e con Kenji scomparso, nessuno lo saprà mai più <purtroppo chi poteva saperlo non è più qui tra noi ma ora lascia che scacci via questa angoscia dai tuoi occhi, lascia che allontani le insidiose domande e i dubbi dalla tua mente> così dicendo sigillerebbe le proprie labbra sull’argomento, almeno per adesso, vi sarà tempo per parlare ancora di Ame, dei clan, della storia di Akendo, per adesso solo il silenzio a fare loro da compagnia, il ticchettio della pioggia, ora più calma cullare i loro corpi, la destrosa lentamente scenderebbe sulla scollatura dello Yukata, già di per se molto bassa ora, per andare lentamente con una leggera pressione a sciogliere qualsivoglia nodo e ad abbassare ancora di più la scollatura, affinché le spalle di Sango siano completamente libere, il viso portarsi proprio su di esse, lenti i movimenti, leggere le labbra apporsi sulla morbida pelle trovata, al sinistra le cingerebbe il fianco, lasciando ch’ella possa scivolare delicatamente sul tappetto e i cuscini alle loro spalle. A quel punto, le labbra si staccherebbero da quelle spalle, alla ricerca del viso dell’Ishiba, percorrendo il lungo e sinuoso collo femminile, accarezzandolo con le proprie labbra ed infine arrivare li, nuovamente a quelle gemelle, un viaggio che culminerebbe nuovamente con l’unione di esse, un bacio più lungo, quasi interminabile, il fuoco a riscaldare i loro corpi, i sentimenti i loro cuori, la notte è ben lungi dall’essere finita ma non saranno più parole quelle a fuoriuscire dalle loro labbra. [END]

00:31 Sango:
 Trova posto tra le sue braccia, il corpo pesante e la mente stanca. Le rivelazioni di quella notte avrebbero tolto il fiato a chiunque, scoprire molte cose l'ha reso leggera ma tutto quel tempo influisce sulla propria psiche. Le dita che giocano lentamente con quella stoffa , le iridi che vengono celate al mondo mentre si lascia accogliere e stringere. Non è sola , questo lo sa, eppure sembra assurdo come il fato abbia ancora delle sorprese per lei. Non sarebbe mai stata sola con lui accanto. Gode di quel contatto, di sentirsi fragile e di non dover combattere fino allo stremo. Poter cadere come una piuma e sentirsi tanto leggera da non provare più dolore. Ecco come si sente con quell'uomo, leggera, fragile, creta per le sue mani. E' sua? Adesso si, nel senso più profondo e vero di una semplice unione di corpi stessi- Stringe le spalle a quella notizia infausta < oh > cosa dire oltre? L'unico che sapesse qualcosa è ormai morto, qualcuno che avrebbe potuto rivelare al mondo l'atrocità di quel folle gesto. Scuote lievemente il capo, non vuole indugiare ancora in quei pensieri < si > quasi una preghiera per tenere dubbi e domande lontane, per potersi godere quella notte con lui. Le sue sono le mani a muoversi, il corpo della donna che viene svestito lentamente su quel logoro tappeto, illuminato solo dalla luce di quel piccolo camino, il fuoco che danzerà con loro con le sue lunghe lingue, accarezzando le loro pelli e rendendole ardenti. Le gemelle che si incontrano di nuovo, danzano tra di loro, dando il via a quella lunga notte dove si sarebbero uniti ancora e ancora, fatto di gemiti d'amore e di una pioggia battente pronta a suonar la sua musica per le loro anime. [end]

Sango parte per Oto alla ricerca del Seiun trovandolo al lago nero.
Questa notte i due avranno modo di vedere più dell'animo altrui, specialmente Sango, venendo a conoscenza di chi sia in realtà Akendo.