Voler Essere a tutti i costi.

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con Itsuki

17:08 Utente anonimo:
 Silente il giovane stava avanzando verso le mura di Kiri, dove intendeva uscire per fare una ronda e vedere se era tutto tranquillo, come faceva di solito o quasi, in fondo da solo non vi è mai visto gli shinobi di guardia sopra a queste e quelli che sono di ronda, questo forse lo tranquilliza un po. Si presenta vestito come suo solito, con quel soprabito lungo strappato a metà e poggiato solo sulle spalle con le maniche annodate l'una all'altra all'altezza dei pettorali che sono nudi come il resto del busto. Delle bende bianche coprono dalla punta delle dita a sotto la spalla le mani e le braccia del giovane Uchiha, come la sciarpa bianca gli fascia il collo, dolcemente. Un'altra sciarpa questa volta nera e recante il simbolo del clan Uchiha, gli fascia la vita e di conseguenza anche la prima parte dei pantaloni che sono di colore bianco, e sono abbelliti, almeno per shinuja con delle palcche metalicche sparse qua e la e tenute aggrappate al tessuto grazie a tre rivetti ognuna. All'eltezza della coscia destra però è possibile vedere il porta kunai di colore nero, mentre alla stessa altezza ma della coscia sinistra vi è legato il coprifronte che reca il simbolo del villaggio dell'erba. Ai piedi porta dei sandali neri e dietro la scheina, attaccata ailla cinta dei pantaloni, vi è la tasca porta oggetti. I capelli invece sono di colore rosso e sono lunghi fino alle spalle, gli occhi sono leggermenti più scuri del capelli, ma talmente tanto poco che è difficile capire quale sia il rosso più o meno scuro. Così si presenta, con un espressione neutrale ma che trasuda tranquillità, ed è proprio con questa che si apparta in un piccolo vicolo, per non essere disturbato dopoa ver controllato che non ci sia nessuno, per poter richiamare il chakra, visto che non vuole uscire senza quest'ultimo attivato, non si può mai sapere. Forma il sigillo della capra, e chiude gli occhi, visualizzando il suo corpo e le due sfere quella rossa che simboleggia l'energia fisica e che si mostra tra le due ginocchia, e quella bianca che rappresenta l'energia mentale che si msotra all'altezza della fronte. Comincia con quella rossa, permettendo così a tutte le sue energie fisiche, di confluire nella sfera, concentrandosi, fino a farle raggiungere la sua espansione massima. Una volta che quest'ultima si trovera inq uesto stato, la lascerà li e si concentrarà nella sfera bianca, andando come prima a far confluire tutte le sue energie mentali nella sfera bianca, lasciando che questa si vada ad espandere, fino al raggiungimento della massima espanione e quando sarà pronta, andarà a spostare entrambe le sfere verso il centro del corpo, facendole incontrare esattamente all'altezza della bocca dello stomaco. Le sfere si toccano, all'inzio sembrano quasi respingersi, per poi inziare a sovrapporsi e a mischiarsi dunque, sovrapponendosi e amalgamandosi sempre di più, fino a dare vita ad un unica sfera, che rilascerà il chakra dentro di lui, facendogli invadere tutto il suo corpo, lasciandogli una sensazione che lui adorava, quella sensazione di potere, di energia, che ora si gusta, per qualche sitante sempre con gli occhi chiusi, mentre va a sciogliere il sigillo della capra, e pian piano riapre anche gli occhi, andando poi a muovere qualche passo, uscendo dal vicolo, e mostrandosi nella strada principale, dove li vicino vi è il cancello per poter uscire fuori dalle mura. [Tentavi attivazione Chakra}[inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1}

17:27 Itsuki:
 Sta quasi imparando a conviverci, ci prova, mantiene una parvenza di lucidità a mascherare quell'animo fragile in quel sentirsi solo e privo della di Lei presenza, tentando di sfuggire oramai di continuo tramite il sempre più netto riavvicinarsi a quell'altra entità che quest'oggi invece avrà modo di concedersi quel passeggiare in prima persona. Vagano da giorni ed il sonno è quel che è, una mezza razione dopo giorni in quel ritrovarsi misero tanto come quello stesso pasto, ha quasi fatto l'abitudine il Goryo in quel farsi bastare le capacità del loro sangue per concedersi di rimanere in vita senza alcun particolare problema. La sua tenda troppo vuota, gli ricorda quel non volersi ammettere di essere perlopiù solo, la Seimei l'ha abbandonata da qualche giorno e non ha modo di sfogare quell'odio, l'astio passivo che lo pervade, tanto da non voler nemmeno trascorrere il resto della giornata praticamente, preferendo alienarsi ed isolarsi in quel riflettere riguardo all'evoluzione della sua tecnica, c'è vicino, vuole un mezzo per scoprire ed ammirare la sofferenza altrui ma senza rovinar la tela, senza infangare il suo operato con delle volgari e problematiche ferite. Non ha voglia di avere a che fare con chissà chi - per quanto sembra che interagire con le persone lo distragga - quindi tantomeno di avere Anbu o Ninja alle calcagna che vanno interrogandolo sul perchè e il come abbia ferito il Genin malcapitato di turno, sarebbe noioso avere a che fare con accuse di mutilazioni e simili < Neanche una missione seria da giorni.. > direbbe mormorando tra sè e sè con fare pigro e distaccato dalla stessa realtà che lo circonda, mentre un tintinnio alternato ad un metallico sfregare gli fa da sottofondo <{ Non avresti accettato, lo sai anche tu. }> risponde il fu Principe da dentro in quell'andare e far spallucce e concedersi una spassionata verità nei confronti del corvino che volge il rosso sguardo in direzione del muro che stanno costeggiando, lì su quel Kunai che è l'artefice di quel minimo clangore < Probabile, non pongo il minimo interesse nei confronti dell'Alleanza, lo sai, ma un pò di movimento non mi dispiacerebbe... > direbbe senza curarsi di chi possa o non possa sentirlo in quel tono sommesso, stanco quasi di vivere, l'espressione sul viso non è semplicemente un'espressione e quella piatta flemma che gli tinge i lineamenti androgini è la stessa con la quale regge quell'arma, manco fosse un semplice pennarello con il quale tracciare una linea infinita, un fare semplicemente senza senso solo per aggiungere rumore aggiuntivo in quel casino riversatosi dentro di lui. Mano destra in tasca, è la sinistra a proseguire in quel gesto moderatamente molesto mentre continua a scivolare lungo le mura, ritrovandosi non troppo distante da un cancello dal quale starebbe uscendo proprio l'Uchiha, chiaramente ancora distante una serie di metri, apparendo lui come una figura elegantemente tenebrosa, formale in quel suo indossare costantemente un completo dai neutri colori, bianca camicia sotto alla giacca di fattura impeccabile tanto quanto gli scuri pantaloni, una cravatta sempre perfettamente appuntata anch'essa nera, rigorosamente sistemate in maniera a tratti nevrotica, scarpe comode ma dal taglio indubbiamente elegante e distinto dai banali stivali che preferiscono gli Shinobi, tessuto a coprire le mani con un paio di guanti, neri d'ebano così come i capelli portati a mo di coda alta in quel ciondolare di pece che dietro di lui dondola con altrettanta pigrizia. { Chk On - EQ Tutte cose in scheda + Tonici }

17:45 Utente anonimo:
 Il limitar di quel cancello che segno un confine, labile alla fine se vogliamo, un gioco di centimetri, di millimetri, che però segnano qualcosa, che si può vedere e al col tempo immaginare. Questa è la riflessione che ora sorge spontanea nella mente dell'Uchiha, mentre va a muovere le proprie gambe, sorpassando quel limite, quel confine, ritrovandosi fuori dalle mura cittadine, scoperto da quelle che potevano essere considerate come una rmatura tutto sommato, certo un armatura un po rotta e traballante, ma che un minimo di portezione poteva anche darla e forse forse proteggere anche qualche punto vitale, se diceva bene la sorte. {i confine che dovrò superare sono tanti, che possa essere sempre così semplice, come compiere un passo?} Pensa tra se e se, {Un respiro profondo ed un passo, ma quanto è difficile fare poi quel passo e assaggiare subito dopo l'aria fresca?} Pensieri che portano il giovane Uchha a distrarsi, ad estraniarsi dal presente per qualche istante, ricadendo dentro quel circolo vizioso di domande, dubbi, obbiettivi, convinzioni, che ogni volta lo trattengono e los trattonano, come se fosse lui stesso il loro gioco e stesso creatore. Ma qualcosa, lo riporta alla realtà, olte che una leggera brezza, che va ad accarezzargli i capelli e ed il volto, anche un rumore, fastidioso, di un kunai che striscia contro il muro, e che proviene da quello che poi identifica come una figura che potrebbe sembrare angosciante, ma che rimane a guardare per ora, incuriosito in parte, infastidito dall'altra. Infila le mani in tasca, un gesto che ormai era diventato automatico per il giovane, che va di nuovo a muovere qualche passo, verso Itsuki, ma che si ferma subito, andando a poggiarsi con la schiena lungo le mura esterne, rimanendo in piedi e piegando solamente il ginocchio destro, così da far aderire la suola del sandolo perfettamente alla parete. <uhm..> Una leggera smorfia, quel rumore sembrava essere talmente tanto fastidio da fargli scoppiare la testa, ma fortuna vuole che passi in secondo piano, tra la nebbia, che definirebbe il male peggiore, i suoi pensieri, e la curiosità, questa volta vince la curiosità di capire chi sia quella figura, così ben vestita, che stona quasi con il mondo nel quale stanno vivendo, dove tutti o per lo meno la amggiorparte sono shinobi e vestono in un determinato canone, o almeno tutti si avvicinano a quest'ultimo. {Strano,chi andrebbe vestito così?} si domanda tra se e se dentro la propria mente, andando in fine a staccarsi da quel muro, procedendo proprio versi Itsuki, senza però volergli dar fastidio, badando a camminare con passo lento, e con aria attenta a guardarsi attorno, in fondo era li proprio per fare una ronda in solitaria, per rompere un po il ritmo di quella giornata, che sembrava in effetti, non possare mai. [Chakra ON}[inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1}

18:18 Itsuki:
 Sospira, andando a far sì che le spalle si abbassino di qualche centimetro in quel finto mutar dell'espressione che inganna l'occhio volendo apparir più affranta di quanto non sia, stanca sia moralmente che fisicamente, sottili occhiaie sotto allo sguardo vermiglio, impossibile apparire più amaro in viso di quanto già non lo sia, sicuramente non il ritratto della felicità, anche se appunto, stanco di quel nullo star all'esterno, deciderebbe di cedere il passo all'altro, chiudendo gli occhi per qualche istante in quel proseguire lungo il muro, con solo quel cozzare del metallo che continua imperterrito ad infierire su quel muro, senza lasciar quasi segno alcuno, se non un fastidio tra le orecchie dei Ninja sulle mura < D'accordo. > direbbe in quel che appunto è un tacito accordo tra i due, intendendosi quanto basta per far sì che sia la sensazione del Chakra che verrebbe mosso attraverso il sistema circolatorio a far presagire l'imminente cambiamento. Fluisce rapida l'energia azzurra in direzione della testa e come se stesse risalendo la corrente và ad insinuarsi negli tsubo della mente, l'organo cerebrale verrebbe irrorato lì da quella precisa quantità di Chakra, nella fenditura centrale ad andare a stimolare i recettori e le cellule, smuovendo le sinapsi per lasciar rapidamente spazio all'altro, in quel processo che sembra veloce quanto basta per essere notato da chiunque, chiaramente anche da quel Genin che starebbe camminando nella sua direzione, al di fuori dei propri interessi, per ora. Dunque quelli corvini, lunghe piume nere, ciocche scure che vanno schiarendosi e desaturandosi in maniera progressiva, uno sfumar dalla pece ad un candore intenso, quasi fastidioso in quel risultar perfetti ed in grado di donare un che di angelico che tanto contrasta anche con la personalità del Kagurakaza, i tratti sembrano diventar sempre più definiti e diversi, più maturi con il tempo, o meglio, con l'avvicinarsi all'altro, perdono di quel tratto indefinito ed androgino andando a marcarsi più verso un'affilatura maschile e ben marcata, una somiglianza, la possibilità lieve di ricondurlo proprio a colui al quale quella personalità si rifà, mentre le palpebre vanno togliendosi di mezzo, si schiudono come le tende di uno spettacolo teatrale, sotto un viola unico ed inimitabile che ha una profondità ed una tonalità diabolicamente dolce, il colore di quelle rose, di quella nota < Da quanto. > direbbe l'altro inspirando profondamente, mentre Itsuki si rifugia silente all'interno, visibilmente diverso lui è sempre la stessa persona, diverso allo stesso tempo nei modi. La schiena si fà ben più dritta la mano destra esce dalla tasca portandosi dietro al bacino, chiusa a pugno, impeccabile andrebbe a porsi appena più impettito e regale, altezzoso, mento in alto e l'espressione che si tinge di quella malizia felina che va scacciando l'inespressività altrui, dipingendo un flebile sorriso truculento sul volto, tornando a guardare il Kunai, continuando in quel gesto che per quanto possa risultare ad altri fastidioso, per lui è un qualcosa. Insomma, tutto è un qualcosa di sensato quando si trascorre la maggior parte del tempo ad osservare da dentro il corpo di qualcun'altro, no? Tanto che ogni volta che si ha la possibilità di fare e toccare con mano, di utilizzare il proprio tono di voce, qualsiasi cosa andrebbe bene < Mmmhmmmh ~ > ed intona una melodia a labbra serrate, il tono è più languido e caldo, diverso e pungente rispetto a quello spento di prima, due facce terribilmente opposte della stessa medaglia, quei due. Va dunque, dopo qualche altro passo, a riporre il Kunai nell'apposito contenitore per poi tirar fuori di tasca un pacchetto di sigarette ed un'accendino metallico, squadrato, il quale però sembra non voler collaborare quest'oggi, così come praticamente starebbe facendo da ieri quel maledetto aggeggio < Mi chiedo quando ti deciderai a fumare cose più raffinate. > direbbe lui mentre l'altro da dentro risponde scostante <{ Sono comode ed alla mano. }> il che non toglie il fastidio del Kagurakaza nel provare a far scoccare quella scintilla girando sulla rotella, una fiamma, senza risultato alcuno, finendo per sibilare un'imprecazione tra i denti per poi ritrovarsi, nel mentre, ad un metro di distanza dall'Uchiha < Ragazzo, hai per caso modo di accendere? > direbbe lui in maniera ben più garbata e a modo di quanto avrebbe fatto Itsuki, rispettoso, ma non dell'umore più adatto negli ultimi tempi, si sà. { Ck -2 Goryo II }

18:36 Utente anonimo:
 Sicuramente una gironata piatta monotona, può anche riservare delle sorprese, come quella che sta accadendo al giovane, vedendo per direttissima il cambio di colore dei capelli del giovane che ha di fronte a qualche decina di metri davanti a lui. Per un momento un espressione sorpresa gli si dipinge sul volto, come se non se lo aspettasse, ed ecco che ancora una volta la situazione diventa più interessante, rimanendo però sempre con quell'alone misterioso di sorpresa {Strano tizio, ma la cosa è interessante} Si interessante per l'appunto, ma quanto rischiosa? Questo non può saperlo, forse non lo è per nulla, forse lo è tanto, quanto lo è la presunzione di voler andare a fare un giro di ronda fuori dalle mura della cittadina da solo, fors elo è di più. questo però, non può saperlo l'Uchiha, che oltre a quel giovane, proprio perchè al situazione poteva essere rischiosa, va per un momento a chiudere gli occhi, senza fermare il passo, andando a concentrarsi nel chakra che ha nel mezzo del proprio corpo, e va a spostarlo verso i bulbi oculare, una quantità esatta, in modo che i suoi occhi, il suo chakra e il gene Uchiha possano reagie e dare vita allo sharingan. difatti quando riaprirà gli occhi, lia vrà di un rosso sangue, con un cerchio nero fino, attorno alla pupilla ed una tomoe in questo cerchio più grande ad accompagnarlo. Un tratto distintivo quest'ultima innata, un tratto di potere, ma anche di maledizione, e questo il giovane lo sa più che bene. Analizza l'ambiente attorno a se, per poi riportare los guardo su Itsuki, quando lo interpellerà, andando a posare los guardo su di lui, vedendo il suo flusso di chakra, e vedendo oltre a lui per qualche istante <Aspetta> Sussurrà per qualche istante, andando a piegare il braccio destra verso la scheina e infiando la mano dentro la tasca porta oggetti, va a cercare quell'accendino, che alla fine fa uscire fuori e che porge all'altro <eccolo, a te> Glie lo porge aprendo la mano, e mostrando qust'ultimo che si presenta come un nromale accendino, uguale a quello dell'altro, solamente di colore nero, e con la rotellina, che è di un color dorato, anche se non è vero ora, non potrebbe permetterselo in questo momento. <Un abbigliamento strano per uno shinobi> Afferma con tono leggermente più basso del normale, ma che per lui è abitudine, accompagnato da gentilezza ed educazione <Come mai qua fuori?> Domanda in fine, dando sfogo alla sua curiosità, che ha stuzzicatto il suo interesse, risvegliando questa gironata da un sonno di noia e da una nebbia di pigrizia, che per quanto presente non riesce mai a sovrastare il giovane Uchiha, che deve tenersi in movimento e affaccendato in qualche maniera, che sia allenamento, ronde o anche solo mangiare ramen e bere thè verde. [Chakra On}[Innata ON - sharingan 1T}[inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1}

19:04 Itsuki:
 Sembrerebbe appunto una giornata come le altre, ma in realtà destino ha sempre in serbo qualcosa divertente, se così lo si vuol considerare quell'agire infame del suddetto, che ci si voglia credere o meno, di essere imbrigliati dalle catene del fato, le coincidenze accadono in maniera frequente e costante, andando a far scaturire eventi che portano poi al semplice succedere delle cose, più o meno gravi, belle o brutte, giuste o sbagliate che queste siano. In questo caso, volendo andare ad appellarci all'evento in questione nella situazione apparentemente banale che si pone in quell'interagire tra i due - o tre - è proprio l'attivare altrui dello Sharingan, un paio di occhi ben conosciuti, globalmente o personalmente parlando che sia, una tomoe, una nera virgola soltanto mentre il rosso che già era presente negli occhi del Genin va accentuandosi e diventando più concreto. Sgrana lo sguardo, la mente và inevitabilmente in un riflesso incondizionato a volgersi in direzione di quel che possiede del proprio passato, quei pochi scorci che messi assieme per ora formano solo un ritaglio di quel che era, perdendosi prima nei confronti dell'allievo incontrato ad Oto assieme alla Doku, finendo poi inevitabilmente per ricascare su di /Lei/. E no, non è la lei di Itsuki di cui parliamo questa volta. Per niente. Un sorriso amaro và affilando il volto di lui in quell'assottigliare lo sguardo e ed andare ad estrarre una sigaretta tenendo lo sguardo su di lui, scuotendo appena la mano sinistra con il cilindro di carta e tabacco tra indice e pollice, puntata verso il basso, mentre la gemella ripone il pacchetto ed il malfunzionante accendino < Non preoccuparti.. Sono un Principe d'altri tempi.. > un sarcastico rispondere in quell'ironico rimaner ancora per qualche istante imbrigliato in quella rete poco fitta di ricordi nei quali può concedersi di perdersi per quei brevi istanti, apparentemente interminabili. Sorvola, anzi accompagna il proprio dire con una risata che ha un risuonar composta ed elegante,, mai sgraziata, breve ed allo stesso tempo che suona come un'arpa dal tono scuro, la melodia di un demone fascinoso che non può far a meno di levarsi di dosso quell'aristocratico carisma < Perfetto. > direbbe lui in quell'andare ad afferrare il suo accendino con grazia e dunque portare alle labbra il filtro in cotone per illuminare la punta, quel tondino di tabacco che arde e prendere fuoco dando subito vita a sottili fili argentei. Un espirare che non ha nulla di forzato, pacato anche in quel lasciar scivolar fuori il primo tiro, sempre un un pò più deciso del solito per illuminare a dovere l'apice di quel plebeo palliativo, per quanto a suo avviso la lavorazione sia degna di nota < Ti ringrazio e.. Non è propriamente una scelta personale, ma non la disdegno. > direbbe lui in riposta al ragazzo sempre mantenendo un che di distaccato e superbo nel tono, alludendo al fatto che è volontà del Corvino all'interno quella di indossare quel completo, un marchio oramai distinto di quel suo bisogno legato al passato di riappropriarsi di un'apparente virilità, un'altra storia che ora non staremo qui a spiegare nei dettagli, dato che il lignaggio del Kagurakaza non disdegna certamente un completo formale e di buona fattura come quelli indossati spesso da Itsuki, per quando lo stile non sia classico dello Shinobi. Un lieve scuoter delle spalle, la mano destra è tornata dietro alla schiena e poi le suddette tornano ben ritte, il braccio sinistro è disteso e si muove soltanto per avvicinare alle labbra la sigaretta < Vagavo, ma a quanto pare ho trovato ho trovato uno sguardo familiare. > direbbe lui in quell'osservare il coprifronte dell'altro, probabilmente di ronda, vedendolo relativamente giovane e con il simbolo dell'Erba < Sai, anche io conoscevo due Uchiha.. > direbbe lui in quel sollevare lo sguardo verso il cielo e perdersi per qualche istante in quella nebbia, volendo poter ricordare di più ma semplicemente aggrappandosi a brevi momenti di silenzio, attendendo un qualche dire di Shinuja che magari lo farà riprendere da quell'essersi perso, mentre Itsuki, tace, poco propenso a voler pensare più del dovuto ad eventuali persone amate. {goryo II}

14:25 Utente anonimo:
 Riprende l'accendino con calma, riponendolo nuovamente nella tasca porta oggetti che ha dietro la schiena, mantenedo però il suo sguardo sull'altro <Un principe di altri tempi..> ripete, sottovoce, con tono curioso si potrebbe definire così <Curiosa questa tua affermazione> Ammette senza troppi problemi il giovane Uchiha, che ora torna con le braccia conserte, a guardarsi attorno con lo sharingan attivo, che gli permette una vista molto migliore, e il tutto sembra essere tranquillo attorno a loro, il che gli permette di tornare a guardare l'altro <Chi conosci del clan Uchiha?> e quando pronunia il nome del suo clan, lo fa in maniera seria, fiera, si può percepire che il giovane è fiero di far parte di quel clan, forse più di chiunque altro. <Comunque sia non ci siamo prosentatipuoi chiamarmi Grigio> si presenta così, con il suo soprannome, come tutti dovranno imparare a conoscerlo <E tu chi sei?> una domanda forse stupida, ma che è sempre bene porre, sopratutto in un posto come kiri che per quanto sia tranquillo, la situazione rimane sempre pericolosa.[Chakra On}[Chakra:38/40}[Innata ON - sharingan 1T}[inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1}

15:04 Itsuki:
 Fili sottili di grigio umano si levano nell'aria per andare a mischiarsi con quella coltre di nebbia perenne, mentre lo sguardo violaceo và mantenendosi su di lui, sul viso dell'Uchiha, nonostante sia impossibile per quel Principe non perdersi in quei barlumi di ricordi, lasciare che la corrente lo porti via lentamente da quel posto in quel voler desiderare di più, in quel soffrire tutt'ora nel pensare a lei e agli annessi, vorrebbe riavere indietro di più, vorrebbe poterla rivedere, ricordare tutto, provare nuovamente cosa significhi amare, per quanto chiaramente allo stesso tempo, quando la rincontrerà e se la rincontrerà, sarà indubbiamente tempesta < Aggiungerei anche triste come aggettivo, ma che tu ci creda o no, è la verità.. > direbbe sollevando le spalle, con quel tono che dondola, giocoso e sempre velato di quel suo pungente sarcasmo, autoironismo ed un criticarsi che assieme a tante altri piccoli modi di fare cercano quasi di fungere come cerotti lenitivi per quel suo dover accettare che quel che era è lontano anni, arrendersi a quella morte fisica e farsi forza in quell'andare avanti in due, ritrovandosi costretto in quel corpo. Non è alquanto semplice, per quanto ci provi da anni, farsene una ragione, ci si può convivere, ma la nostalgia ed i rimpianti sono all'ordine del giorno, per quanto sarebbe potuta andargli decisamente peggio, visto che dopotutto per quanto il rapporto sia ambiguo, l'andare - di nuovo - d'accordo con Itsuki è tangibile. Mano destra chiusa a pugno, rilassata dietro la schiena, impettito e con le spalle ritte, nemmeno la mano sinistra è pigra in quel reggere la sigaretta, parallela al petto i nquel tenere l'angolo a formare un'angolo ben preciso, il sinistro si intende, distanziando il bruciante cilindretto quanto basta dal viso per non farsi infastidire dai rivoli argentei. Poi chiaramente, giunge la domanda di lui, inevitabile, ed il fumo di quel tiro che aveva appena fatto si blocca nei polmoni, secondi di interdizione in quel realizzare l'ovvio, divenir cosciente di quel che era più che prevedibile, ovvero il doversi pronunciare riguardo a chi si stesse riferendo, andando chiaramente a riferirsi a quei due più importanti per lui, una coppia non di certo scelta a caso, per quanto di occhi rossi ne avesse visti più di due paia, dopotutto, era pure sempre di Oto < Erano solo due miei allievi, lui un'impacciato e taciturno ragazzo, Ekazu.. > esce il tono a sospingere quel fumo che cola come nostalgico veleno dalle sue labbra, ricorda perlopiù il loro ultimo e recente incontro ma del resto poco e niente, se non quello che l'ossessione di Itsuki nei suoi confronti ha potuto concedergli, una melodia affranta il tono lo sguardo propende automaticamente verso il basso, nel mentre, come richiamato a cercare qualcosa che ha smarrito < Lei era puro fuoco, io libero come il vento, non poteva che divampare un'incendio.. > e riesce ad ironizzare pure lì nel mentre che è distrutto, un cupo e tristo ridacchiare di giusto un paio di note, si perde lì tra le corde vocali mentre le labbra sono appena schiuse, in quel'alludere al vento ed al fuoco che si alimentano, volendo essere precisi e considerare le peculiarità degli elementi, nel mentre che cerca di farsi coraggio, l'hanno nominata entrambi di rado e persino il taciturno Moro all'interno mantiene quel riverente silenzio nel percepire quella fatica nel tiro di sigaretta di EIji, un voler mandar giù fiele nera, nell'andare a pronunciare quelle tre sillabe < Hanabi. > distante, lontano dalla realtà in quel ripetere il di lei nome, lo sconforto che ha reso preda il suo tono è palpabile, un sorriso che pare miele grezzo, poco dolce e perlopiù tristo, sembra quasi che un velo lucido vada a tingere lo sguardo purpureo, ma un battito di ciglia e quel miraggio svanisce, risolleva la testa ed andrebbe poi a portarsi in direzione del muro, pochi passi ben precisi, regali. Lì, in prossimità della superficie ruvida sulla quale prima strideva e ronzava il kunai, andrebbe abbandonandosi appena poggiando le spalle al muro, annuendo poco prima di lasciarsi andare per appoggiare le spalle, in quel voltarsi andando a porre quel cenno d'assenso, con tanto di mugolio di aver capito, riguardo il soprannome di lui, un qualcosa che probabilmente verrà definito più in là, ma per ora tocca a lui presentarsi ed ovviamente quella sua drammatica teatralità non potrebbe di certo abbandonarlo in un'annunciarsi qualsiasi. Allarga le braccia, rimane lì con la gamba destra appena piegata che tocca di punta, mentre la sinistra è stesa a reggerlo con il tallone un sospiro che pare vagamente scocciato, seppur è solo un'enfatizzare della cosa, aveva le braccia conserte, intrecciate in quell'appoggiarsi, ma ora le apre teatrale andando, con gli occhi chiusi in quel voler risultar tragico, piegando appena la testa all'indietro, il tono è canzonatorio ma allo stesso tempo solenne, un'incrocio strano < Oh, mi chiedo quanti altri Principi ci siano nei libri di storia, ed io che credevo di avere l'esclusiva.. > ed il capo che si era appena gettato indietro in quell'alzare il mento imperioso ed altezzoso quasi da dar fastidio, come se stesse annunciandosi dall'alto di un trono, capace di sentirsi pervaso e corrotto da quel sangue blu che quasi cola, straripa in quell'impregnare l'erba ed il terreno sotto di loro, quasi rendendo l'aria stessa, quella frammento di mondo, più elegante al suo cospetto, mentre ora la testa torna appena in avanti e si piega di lato, portando il sinistro come prima, piegato parallelo, e la mano destra nell'incavo del gomito < Eiji Goryo Kagurakaza. > direbbe in quell'assottigliare dello sguardo e lasciare che un ghigno vada tingendosi il suo volto di un velo cupo e malizioso, viziata quell'espressione dell'ego di se stesso, mentre la candida coda ciondola < Se non mi conosci, dovresti tornare in Accademia a ripassare un pò di storia. > continua rincarando la dose, in quel suo sembra spocchioso, seppur il tono non andrebbe mai in direzione di un'inflessione offensiva, giammai, non vuole sminuire l'Uchiha quanto invece elevare se stesso, in quel modo di fare passivo che è semplicemente parte della sua natura, nessuna imposizione. Per quanto non sia fisicamente Lui, è pur semmpre lo stesso, fascinoso ed aristocratico, nobile bastardo di sempre.

15:25 Utente anonimo:
 Ne osserva i movimenti, ne sente le poche parole scaturite subito, e quei silenzi, quelle teatralità che accompagnano i movimenti dell'altro. Non dice nulla piega un poco la testa, in fondo non reputava necessaria tutta questa scena, sempre che lo sia, e quando pronuncia quei due nomi, che conosce bene, perchè li ha avuti di fianco alla riunione di clan, rimane più concentrato {due suoi allievi, eppure non è un Uchiha} pensa tra se e se, mentre una domanda sorge spontanea nella mente del giovane, forse stupida per chi la riceverà, ma chiarificatrice per chi la pone <Come puoi essere un loro insegnate, se non sei nemmeno un membro del clan?> Domanda, rifugiandosi poi in quel silenzio, visualizzando poi sia Ekazu che Hanabi, di cui a ripensarci ha fatto una descrizione pressochè perfetta. Il fuoco di Hanabi, una ragazza che assomigliava in modo impressione al Perfetto, con un carattere forte e da cui dover stare alla larga se non si vuole correre il rischio di scottarsi, almeno questa ès tata la sua impressione ed Ekazu, il classico secchione, silenzioso e taciturno. Difficile dire per Shinuja in questo momento chi abbia davanti, la situazione diventa un poco strana, ambigua quasi <Forse il suo soffiare non sarà per sempre vano> Gli risponde così sulla questione di Hanabi, un modo intrigato, non pragmatico, e sicuramente difficile da intendere. Non crede di essere nella posizione di poter dire che Hanabi c'è ed è tornata, non sa i loro trascorsi, non si azzarda per il momento, e forse non si azzarderà mai <Eiji Goryo Kagurakaza> Ripete il nome dell'altro, come a volerselo fissare in mente, un nome non troppo difficile a dire la verità <L'accademia è fatta per altri scopi, ed il nome più importante e che tutti dovrebbero sapere è quello di Madara Uchiha> risponde, sempre con tono cortese, pacato, di chi ammira quel nome poco prima pronunciato, di chi quel nome vuole farlo proprio in qualche senso e che è fiero di discendere dal suo stesso clan <Da come parli, è successo qualcosa tra te e Hanabi, posso chiedere quale sia la vostra storia?> domanda in fine, facendo vincere la curiosità, la brama di sapere e di conoscere, sopratutto perchè si stava parlando di un Uchiha, e lui è parecchio sensibile e protettivo con i membri del suo clan. [Chakra On}[Chakra:38/40}[Innata ON - sharingan 1T}[inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1}

16:20 Itsuki:
 Difficile non essere scenico e teatrale per lui in quel considerare tutto il mondo un palco sul quale esibirsi, dove concedere agli altri quella propria nobiltà quasi nel tentativo di elevarli alla sua altezza, un volerli portare a guardare il mondo da lassù, dall'altro di quel piedistallo intarsiato e decorato sfarzosamente. Un concetto comunque limitante quello che gli vien posto dall'Uchiha lì dinnanzi a lui, inclina lievemente il sopracciglio deserto in quell'andare a trarre un'altro tiro da quel filtro, mentre quella oramai volge verso la metà, aspira con l'aria che sibila tra i denti e solleva nuovamente le spalle, con un lieve sbuffo per cacciar fuori quel vapore al sapor di nicotina < LA vera domanda è, come faccio ad esser stato lor allievo se sono più giovane di loro, semmai. > non si limita quelle barriere da lui imposte, non è necessario essere dello stesso Clan per andare a formare un Team, a scegliere degli allievi specifici, diventando il loro Sensei per la vita, salvo chiaramente tristi risvolti degli eventi futuri, legami saldi che vengono intaccati dalle circostanze e dagli avvenimenti, finendo per risultare flebili e fragili al cospetto del male e dell'odio, che corrode tutto come un'acido infinitamente potente, svoltando il discorso in direzione di quel suo dimostrare l'età che aveva alla morte quel corpo, intorno ai ventisei, coetaneo ma più giovane di quei due nominati, con il viso più maturo e definito nei lineamenti grazie all'Innata stessa, rendendo i lineamenti androgini di Itsuki più riconducibili a quelli del principe stesso, occhi viola e lunghe ciocche di neve a parte, contorni che sembrano angelici in quel paradossale voler nascondere in realtà il diavolo sotto eleganti e candide spoglie. Una pausa, vuole andare ad insinuare il dubbio dentro di lui, non è scontato che il suo nome sia conosciuto a tutti, è storia di anni fà ed i meno avvezzi a quell'argomento è normale che ignorino quando altisonante sia quell'appellativo, non vuole sforzarsi in quell'inculcare la propria immagine, preferisce essere riconosciuto che doversi scoprire del tutto, mettere tutte le carte in tavola sin da subito, così c'è più gusto, avvolto in quel velo di mistero, anche se l'enigmatico fascino vine messo da parte per dar spazio ad un triste e saggia verità < Un vento che soffia è niente se non sà dove cercar la fiamma da alimentare.. > direbbe lui, non avendo notizia alcuno di quella lei che sembra svanita, ed invece in realtà è più vicina di quanto immagini, qualche scorcio di informazioni, voci, ma mai nulla di confermato, niente di tangibile e considerabile reale, vero, ne il nome di un luogo ne di un paese, sparita nel nulla probabilmente nel rifugiarsi dalla sofferenza che la perseguita.Ah, se solo sapesse. Di nuovo un fumare amaro, sembra quasi che quel fumo abbia il sapore della malinconia e della nostalgia, lascia che vada a lenire i polmoni, avvelenandoli e corrodendoli così come vien corrotto il suo animo nel mentre <{ La troveremo. }> dice semplicemente da dentro Itsuki, che invece di pensare alla propria perdita si concede quella certezza, quell'obbiettivo che coincide chiaramente con quello del Principe, nel voler ripristinare la sua memoria ed ovviamente concedergli di posar nuovamente gli occhi sulla di lei tanto decantata figura, seppur la risposta è solo un sorriso più tirato di prima, raramente puro, tacita risposta al Corvino che da dentro torna a sua volta a tacere, mentre il discorso volge in direzione di quell'altro suo antenato < Madara? Mh.. Beh, io stesso ho tentato di elevarmi all'altezza dei Kami, un Dio della distruzione che voleva portare Caos e rovina.. > una drammatica pausa nel sollevare la sigaretta ed osservarne la punta, andando a smuoverla con un secco e preciso tocco dell'indice, osservando la cene che cade quasi a rappresentare quel suo dire che ne viene di seguito, mentre lapilli grigiastri si accingono a cadere, vinti dalla gravità < Eppure, quando ci si avvicina troppo al sole, è inevitabile perdere le proprie ali e cadere. > e quell'ultima parola coincide con quella lieve brezza che porta via quel tocchetto di carta e tabacco bruciato, facendolo rotolare appena sull'erba umida, riportando poi lo sguardo su di lui, comprendendo che a quanto pare non è uno di quelli dediti ad una conoscenza globale approfondita ma più al proprio Clan, il che gli fà indubbiamente onore, ma probabilmente è troppo distante dal concetto del Suono degli Uchiha, antichi fasti che sembrano essersi persi nel tempo, tra l'Alleanza ed il governo di Kunimitsu, poco importa, avrà tempo di scoprire di più su quel fu Jinchuuriki, se solo vorrà, per ora tralascia l'argomento storico per andar a lasciarsi cogliere da quell'ultima domanda, andando ad abbassar lo sguardo lasciando che lembi di neve vadano a cingergli il volto, qualche ciocca ad annerire, gettare lo sguardo nella penombra < Fosse solo qualcosa, sarebbe stato più semplice.. > fà una breve pausa, tenta di forzare un sorriso nostalgico ma non gli viene nemmeno quello, vorrebbe avere di più di quei pochi scorci inerenti a quella ragazza ardente, ma deve limitarsi a quel poco che ha < La amavo.. O meglio, la amo ancora e per sempre la amerò ma.. > deglutisce, si stringe la cavità orale quasi impossibilitata in quel mandar giù come un cucchiaio della medicina più amara e peggiore che ci sia, sente come pungere lungo la trachea ed è quasi quella sensazione d'aghi nel petto a render il tono rotto e distante, rivolto sì all'altro, ma estraniato dal contesto, perso in se stesso mentre lo sguardo giace morente sul terreno, a fissare fili di rugiada < L'ho fatta soffrire, sono stato folle ed ingiusto, accecato dall'Odio, abbandonandola... > sollevando lo sguardo ora al cielo, come a voler cercare un perdono scritto tra le nubi offuscate dalla nebbia, come a voler cercarei lsuo fiso nella foschia grigia, a volerla vedere un'altra volta, in grado di sorridergli e dirgli che nonostante tutto, forse ungiorno lo perdonerà. Se solo avesse modo di ricordare quel tutto, forse soffrirebbe ancora di più in quel ricordare di avergli promesso che no, non l'avrebbe mai abbandonata, ed invece < Io... Ho fallito miseramente con lei. > direbbe con l'occhio destro che cede lasciando cascare una lacrima lungo il viso, eppure il rosso lì presente non dovrebbe vederla tanto semplicemente, visto il suo trovarsi più verso le porte delle mura, quindi un pò pi a sinistra dell'afflitto nobile, che soffocando quel luccichio negli occhi con un'altro tiro della sigaretta, ritornando a guardare dritto innanzi a sè, avendo Shinuja solo nella coda dell'occhio < Mi chiedo se avrò mai modo di rivederla.. > e se sarà degno di incrociare il suo sguardo, incapace di trovare una risposta precisa a quell'infinito domandarsi che cosa sarà quando e se mai si rivedranno, quali saranno le parole giuste e quali quelle sbagliate, in un volersi immaginare qualcosa di assolutamente imprevedibile, data l'indole dei due elementi in questioni. { Goryo II }

16:40 Utente anonimo:
 Una questione indubbiamente spinosa, racconti che vagano in un passato ormai andato, dissolto come le nebbia che ora li circondano e del quale Shinuja non sa nulla, ne è distante, non partecipe e non può far altro che rimanere in silenzio, ascoltando e cercando di leggere tra quelle righe, anche se non riesce, non conoscendo bene Hanabi, non sapendo nulla di questa storia di vita vissuta e privata fatta di forti emozioni, di forti sentimenti contrastanti e rindondanti che l'altro gli sta raccontando, anche se solo per un piccolo frammento, che è parte di una tela ampliamente molto più grande. <Meriteristi di peggio, solo per il fatto dia ver fatto soffrire e per aver abbandonato un membro del clan di cui faccio aprte> Asserisce, il tono è morbido, ma condito con una venia di serietà e fermezza, che non ha paura di esporre, facendo capire, anche involontariamente magari, quanto sia importante e sopra a qualunque cosa e persona il clan per lui. <vorrei continuare a sentire questa storia di cui mi hai reso partecipe, anche se solo per un attimo> Una semplice richiesta, portata con educazione e pacatezza, mentre le mani tornando dentro le tasche dei pantaloni, e gli occhi vengono chiusi per un qualche lungo istante, il tempo di prendere un bel respiro e buttare fuori l'aria e qando li riaprirà torneranno ad essere normali, senza più lo sharingan attivo. <Ti vorrei augurare di rivederla, ma non posso farlo Eiji> Afferma, in fondo anche se l'ha solo vista per poco tempo e non ci ha nemmeno parlato con Hanabi, non vuole che soffra ancora, proprio perchè è un membro del suo clan e come tale tiene a lei <Non posso> Ripete, come se fosse lui a decidere, si, se augurargli di rivederla o no, quello può deciderlo ma per il resto dovrà aspettare, e dovrà farlo mantenendosi in moto il più possibile facendo quello che deve fare <Quando ci si avvicina al sole, è inevitabile perdere le proprie ali e cadare, è vero> Afferma <Ma credimi quando ti dico, che anche il sole, deve arrendersi davanti a questi occhi> Spiega, forse presuntuoso nei suoi modi, forse troppo sicuro di se, ma non ha detto tutto, non ha spiegato bene, ne rivelato nulla, quel sole verrà euguagliato e nel caso superato quando anche Shinuja sarà il sole, non prima, sarebbe impossibile.[Chakra On}[Chakra:36/40}[Innata Off}[inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1}

17:26 Itsuki:
 E lui non sà, non ha idea del fatto che quell'altro lì, poco distante da lui, l'ha vista e sà a differenza di lui, potrebbe parlare, ma sembra tacere, coraggioso in quel crudele e vagamente avvelenato dire che rivolgerebbe Shinuja nei confronti di quell'addolorato figuro che gli si para dinnanzi, crogiolato nel proprio dolore ma allo stesso tempo capace di sopportarlo, a differenza dell'altro sopito all'interno. Affila lo sguardo, assottiglia quelli d'ametista facendoli diventare lame in quell'assumere un'espressione più rigida ed autoritaria, altezzoso in quello scostarsi dal muro e ritornar serio, un'altro paio di passi in direzione del Genin, ora, così da portarsi lì a poter incrociare quel suo sguardo, puntando dritto sullo Sharingan dell'altro, il tono è fermo e tagliente, come una lama di rasoio < Bada a come parli, tu non conosci il mio dolore. > e permane immobile, rigido nel tono e così nella posa, la mano destra dietro alla schiena e la sinistra stesa assieme al braccio lungo il fianco, un guizzo, un bagliore malevolo che si accentua e si definisce in quello sguardo, andando a farsi più marcato, intransigente riguardo a quel metter becco nella loro storia, a qualcuno di sconosciuto, che non può comprendere, al quale è tanto già il fatto di stargliela raccontando. Ma l'espressione tornerebbe poi annoiata, delusa in quel non poter proseguire oltre, si volta di lato e risolleva la mancina per fumare tirando dal filtro di cotone per circondarsi di lembi grigi, lasciando che lo sguardo vaghi verso il cielo a cercare questa volta frammenti distanti e perduti, rispondendo a lui < Non potrei continuare nemmeno volendo, mi mancano dei pezzi fondamentali che devo recuperare purtroppo, ma l'unico modo per farlo.. È incontrarla. > allude lui al sigillo che quel corpo nel quale coabitano detiene dietro alla nuca, sotto al crine ora di neve, altre volte d'ebano. Eppure, il moro all'interno,o più truce ed allo stesso tempo analitico tanto quanto l'altro, sembra assottigliare lo sguardo e voler leggere meglio il modo di fare ed i toni di quell'Uchiha, sembra avere un che di autoritario, o forse è un pretendere di avere il senso di protezione nei confronti di una consanguinea? O forse è Lei che non dovrebbe incontrare lui, perchè nel tempo è stata corrotta dal male, ha perso la retta via e non è più come lui se la ricorda. Che poi ricordare, è forse troppo, per i ritagli che gli restano di quella /Lei/ unica ed insostituibile. Lo stesso Eiji, si acciglia in quel sentire il tono dell'altro, è conciso tradisce in chè di personale, non sembra solo una questione di Clan, o forse sì? Ma vuole vederci lungo, l'ossessione per rivederla è tanto grande quanto il desiderio di gettare il mondo nel Caos, del veder sorgere il Crepuscolo, se non di più, almeno ora come ora, dove un tuffo del cuore, in quello sprofondare nel dubbio, accompagna un <{ Eiji. }> sà qualcosa, vorrebbe aggiungere Itsuki, per quanto è solo un puro scommettere e non ci metterebbe la mano sul fuoco, quello all'interno, l'azzardo ed il rischio rimangono due irresistibili manie <{ Lo so. }> direbbe semplicemente in risposta l'altro in quel rispondere nella mente di quel corpo che li unisce, con il tono che esce ora peggio di prima, insidioso, nei confronti dell'altro < Ne parli come se avesi diritto. Come se.. Avessi modo di impedirmelo.. Di.. > si sofferma andando ad abbassare il tono di voce per farlo ancora più greve e pesante < Omettere, oserei dire. > ed il limite tra bluff e convinzione ferra è praticamente impalpabile, una sottile linea che distingue quel volersi aggrappare disperatamente ad una possibile traccia di lei. Dopotutto, non ha detto che non la conosce, è sembrato genuino ed onesto, forse sin troppo, per un'animo paranoico come quello dell'altro, amante delle parole e del loro potere più di molti altri, sempre intento a voler vedere oltre a quello che giace dietro al verbale < Dimmi. > Pausa. Sembra quasi un'ordine, inspira e mantiene il fiato lì nel mezzo per qualche secondo, lo sta fissando con la cosa dell''occhio ed il viso è appena volto verso di lui, un lieve impeto andrebbe smuovendo vagamente ed in maniera progressiva le vesti e la coda bianca, mentre rincara la dose, togliendo ora il tono questionario nel farsi più avido e spietato che mai, sin troppo instabile quando si parla della Uchiha < Non è che l'hai mai incontrata. > e ci prova, tutt'ora si trattiene e cerca di mantenere un contegno nonostante la mandibola sia serrat,a le bianche perle han cozzato tra di loro un'istante dopo le proprie parole, non può definirsi convinto, non sà, ma è l'unica parvenza che ha. Sta tutt'ora domandando, non proprio, sta cercando di evitare di abbandonarsi a modi più grezzi, vuole forzare una convinzione che potrebbe essere potenzialmente sbagliata ma è troppo tormentato e corroso dentro per non volersi aggrappare a un qualsivoglia scorcio di una mera e singola possibilità. Ed il Genin, farebbe bene a scegliere saggiamente le sue parole, potrà mentire potrà dire la verità, ad ognuno il suo, ma non garantisce per eventuali sviluppi, anzi, non lo garantisce nessuno dei due. Ne Eiji, Ne Itsuki. { Goryo II }

17:52 Utente anonimo:
 Stava forse rischiando molto, forse anche più di fare un combattimento ad occhi coperti? Non può saperlo questo, ma quel senso di protezione del clan, non riesce a domarlo, c'è è presente ed ogni volta esce imperterrito, infermabile, è sempre stato così. <No, non conosco il tuo dolore, non conosco nulla di voi due> Asserisce verso l'altro, con fare calmo <io ho esposto un mio pensiero, non ti posso impedire nulla, ne posso prendermi questo diritto> In fondo non poteva avere controllo sulla vita e le scelte degli altri. Nemmeno gli interessava averne, lui aveva le sue scelte, la sua vita, il suo clan, i suoi fratelli e le sue sorelle, a cui badare, anche s enon richiesto, per sua volontà, per raggiungere i suoi obbiettivi. Ascolta le ultime frasi, la penultima suona quasi come un comando, quella dopo come una domanda. L'espressione cambia, diventa fredda, distaccata quasi, analizza l'altro, cerca di capirlo, non gli dirà sicuramente nulla, non ne ved eil motivo, non si sente di farlo, forse si sta solamente preoccupando troppo. Era palese però, che in questo discorso, non sapeva come muoversi, compeltamente accecato da un uscurità che nemmeno lo sharingan poteva essere di aiuto, o almeno non quello che possedeva lui. Si prende lunghi attimi, dove cerca di riflettere su cosa sia meglio fare, su cosa sia meglio dire. Non poteva prevedere il futuro, ne poteva prevedere quello che sarebbe stato dire una verità, ne dire una bugia.. Lui che voleva proteggere il clan, lui che voleva proteggere tutti i suoi membri, ed ora si trova qui, davanti ad Eijii, non sapendo che dire ne che fare, per poteggerre quell'Uchiha, che non sembra aver bisogno di protezione. {Dire la verità ed esporre Hanabi ad altro dolore? Mentire e causarne ad Eiji per il momento, e se la trovasse, cosa succederebbe dopo?} Domande che non passano come se nulla fosse nella sua mente, dmande che gli premono, che gli fanno capire il peso delle sue scelte, che gli fannoa vvertire in minima parte, quanto sia difficile il suo percorso. Lui che vuole diventare il capo Clan, ora le difficoltà lo assalgono, lui che è solo un genin, e non ha armi affilate, ma solo rudimentali, lui che è solo su di una lunga salita, cosparsa di trappole e fallimenti..{Come posso risolvere tale questione? Quale sarà la giusta scelta da fare in questo coso?} Si domanda, anche perchè non sa dove sia Hanabi in questo momento, è da quando ci fu la riunion di clan che non la vede più <La conosco, di nome, e non so dove sia in questo momento> Una verità assoluta, non la conosce di persona, non ci ha mai parlato e non sa dove si trovi, se all'accampamento o ad Oto o chissà dove. Questa è una verità, tra le tante, starà all'altro accettarla e quindi credergli, o rifiutarla e quindi credere che sia tutto un Bluff[Chakra On}[Chakra:36/40}[Innata Off}[inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1}

18:40 Itsuki:
 L'aria è tesa e la tensione si può tagliare con un coltello. Tralascia quel dire solenne riguardo i propri occhi di prima, c'è spazio sola per quel desideri odi alimentare il proprio dubbio, quel bisogno impellente di incontrarla, pur non ritenendosi pronto, nonostante gli anni trascorsi. Permane calmo l'altro, almeno a vedersi pare composto quell'Uchiha nonostante il tormentarsi interiore, un qualcosa che và a renderlo dubbioso a sua volta, per quanto Eiji non possa sapere e si limita a quelle parole, parole vengono processate e vanno a discernersi dentro di lui in un'analizzare una per una, osservandolo senza più lambire alcun tiro dalla sigaretta, sospinto dal vento quel consumarsi a rilento di carta e tabacco, mentre lo osserva e non colla le violacee dal di lui volto, cercando di carpirne la minima facciale, i gesti e quello che può trasparire dal viso del rosso, comparandolo in quel suo folle voler ritrovare una pista, un punto dal quale proseguire, un modo per andare avanti e permettergli di parlarle di nuovo < Mh... > schivo e diffidente di natura, lo lascia a crogiolarsi nelle proprie domande mentre non distoglie minimamente lo sguardo da lui, a malapena batte le ciglia, fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio, eppure non riesce a delineare un qualcosa di evidentemente errato nel di lui dire, è più un non ricevere risposte vaghe e confuse, quel suo comunque conoscerla, sapere di un nome lontano, dai trascorsi con il Clan impervi e probabilmente responsabilità mai volute. È giusto aggrapparsi così tanto disperatamente ad una convinzione che è basta più su una grande congettura, che altro? Su un sesto senso, una sensazione, un'alimentare di un nulla a cui viene dato forma grazie al suo sentimento persistente ed intramontabile < Non sapere dove sia in /questo/ momento, implica il fatto che tu sapessi dov'era, in un un'altro momento. > perchè dover precisare che non sà dove sia ora piuttosto che non sapere semplicemente dove non sia in generale, parlando nella maniera più vaga possibile? Un tradirsi non propriamente calcolato da parte dell'altro, o forse un voler forzare e far leva su piccoli punti cardine che gli permetto di continuare ad aggrapparsi in quella scalata verso una verità, verso l'apice di quel voler vedere più in là < Può bastare. > direbbe lui, senza andare a far intendere nulla se non qualcosa di malevolo, quel tono dimostra una sufficienza oscura, l'espressione sul suo viso e sembra quasi che peer un'istante gli dispiaccia farlo, ma in realtà quella parvenza svanisce in un'attimo così come altrettanto rapidamente andrebbe smuovendosi il Chakra che poco fà ha smosso i vestiti và canalizzandosi lungo il sistema circolatorio ed và ad appellarsi alla forza del vento nel mentre che si volta verso di lui in quel voler andare a sollevare da terra il ragazzo, andando a smuovere una potente raffica che dovrebbe andare a sollevarlo di una buona manciata di centimetri. Roba di poco conto, lo vorrebbe tenere lì sollevato per qualche istante per tenere le ametiste puntate nei suoi occhi rossastri < Ci ho provato con le buone. > direbbe in quel non doversi nemmeno più di tanto sforzare nel mantenere per qualche istante lì sul posto il Genin, andando poi con un gesto pigro a dirigere quella folata in direzione del muro, un turbinio violento che dovrebbe portare il ragazzo ad impattare contro il muro, nulla di chè, una botta relativamente sonora che dovrebbe riecheggiargli il petto, un pizzico di dolore per l'impatto, ma veramente nessun particolare danno, si starebbe comunque contenendo, volendo ancora perseguire una parte delle buone maniere, più o meno < Riproviamo. > sospira, rammaricato in maniera puramente finta, nel mentre che continua in quel mantenere il controllo sull'elemento del vento, volgendosi ora in direzione del uro e quindi dello stesso Genin < Suppongo tu ci tenga ai tuoi occhi. > una minaccia palpabile, non se ne farebbe nulla lui, probabilmente ed allo stesso tempo è ben conscio del fatto che quelli siano il tesoro più grande per un'Uchiha. Lo trapassa con lo sguardo, punta dritto ai suoi bulbi oculari, nonostante quel paio di metri o poco più di distanza < Non vorremo che accadesse qualcosa di spiacevole. > Di nuovo una breve pausa, la destra rimane in sua direzione per mantenere quella morsa di vento, poi la sinistra porta la sigaretta alle labbra, per gettarla a terra senza seguirla con lo sguardo, una regale calma diabolica sul viso, un misto atipico e unico < Dimmi soltanto questo: l'hai vista, recentemente? > si farà bastare quel dire, nel mentre che gli concede quella possibilità nell'andare a pestare con la punta della scarpa sinistra proprio quel mozzicone di sigaretta che nemmeno degna di uno sguardo, trafiggendo l'altro con le violacee, considerando l'età di lui, facendo un paio di conti e di allusioni, cercando di mettere su un'immaginaria bacheca le poche informazioni a sua disposizione, convinto in quell'estorcere, che magari no ngli farà ottenere nulla, o magari, chissà. {Manipolazione Fuuton Ck 44/50 - Nin 125 }

19:09 Utente anonimo:
 Il tutto si svolge in maniera particolarmene veloce, ma allo stesso tempo lenta, è strana come situazione questo lo può ben capire il giovane Uchiha, che in quel silenzio, la tensione cresceva, e assieme a questa la sua consapevolezza che era capitato in una questione vecchia, dove oggi si pagano gli scotti dell'anima e della mente. Osserva l'altro senza rompere quel silenzio che vi è tra i due, rimanendo con lo sguardo su di lui fisso, non pensava fosse saggio togliergli gli occhi di dosso, non per l'imprevedibilità, ma per mantenere viva quella verità che poteva essere magari fraintesa. <ti ripeto, la conosco di nome, non so dove sia ne come stia> Asserisce, o almeno ci prova, venendo investito da quella raffica di vento che lo fa ritrovare addosso al muro. Ci pensa, il tutto si è svolto in un attimo, non ha avuto modo di reagire, forse ne va anche del fatto che non aveva lo sharingan attivo, o forse più semplicemente non si aspettava una reazione del genere da Eiji. Un suo errore, che gli ha insegnato qualcosa ora, e spera che potrà continuare ad usare questo insegnamento, uscendono senza troppi danni. Vorrebbe dire qualcosa, ma non dice nulla, non vorrebbe peggiorare la situazione, in fondo capisce che è uan mente instabile quella dell'altro, o solo folle non saprebbe decidersi, e ancor meno quando gli viene mossa la minaccia ai suoi occhi. Un vuoto lo prende dentro, per qualche sitante quella paura si fa reale, palpabile, netta e decisa. Quello che voleva fare e che sembrava solamente un accorgimento di troppo, ora non lo è più, ora vuole a tutti i costi proteggere quegli occhi se uscirà vivo da questa situazione. <Non ho mai incontrato Hanabi, la conosco solamente di nome, è famosa all'interno del clan> Ammette, una mezza verità ma che dice in modo convinto, non lascerebbe mai Hanabi ad un pazzo del genere, come non lascerebbe il clan o i suoi membri a qualcun'altro, più tosto ci rimetterebbe la vita. <quidni stai solo sprecando il tuo tempo ed il tuo chakra con me> Altro però non dice, andando a sentire quel poco di dolore al petto, dovuto all'impatto con il muro, ed anche alla nuca, colpa anche questo dell'impatto, ma si concentra sull'altro, si impone di farlo, non può cedere alla paura, non può cedere al dolore, non può cedere punto. Perchè i suoi obbiettivi richiedono anche questo, perchè la strada che vuole percorrere è anche questo {Io devo essere, e per essere non posso cedere, non posso esitare, non possa barare} Non può far tutto questo e molto altro, può solo affrontare tutto quello che la sua strada gli parerà davanti, mostrando intelligenza, forza, tutte le armi che ha e che avrà con se, lungo la via, per difendere se stesso, i suoi occhi, i membri del clan e il clan stesso. Lui vuole Essere Madara Uchiha, ed essere comporta anche questo.[Chakra On}[Chakra:36/40}[Innata Off}[inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1}

19:37 Itsuki:
 Sguardo piatto in quel trafiggere quello di lui e far sì che vada quasi a bucare anche lo spesso ed alto muro dietro, lo osserva gelido e con il sangue che allo stesso ribolle, un fremito quel guizzo del proprio Chakra che comunque non ha intenzione di andare a porre alcun danno effettivo all'altro, un semplice volerlo spaventare, un qualcosa di minimo rispetto a quello che potrebbe fare, nonostante non si trovi più nel suo corpo, è abbastanza forte da potersi concedere di peggio. Lui ripete, ribadisce il concetto ma non riesce a definirsi del tutto soddisfatto, anzi, c'è qualcosa dentro di lui che lo anima e lo smuove a non volersi convincere, assottiglia quelle sue purpuree ed inclina appena il capo di lato in quel voler scorgere oltre a quel che vede, quel voler andare di nuovo oltre alle parole, rendendo le viola due fessure < Sei cocciuto, o forse troppo onesto? Mh, mi chiedo quale dei due.. > o delle tre, visto che gli pare quasi di sentirla nell'aria, di percepire quel velo di paura che ora si insinua appena nell'animo altrui, mentre il tono superbo ed analitico, giudice, andrebbe a lasciar spazio al silenzio ed al lieve ronzio del vento, che persiste. Sembra che qualcosa si smuova dentro quell'Uchiha, ma allo stesso tempo non vuole darlo a dimostrare, il timore si insinua dentro di lui andando ad intorbidire quella sua calma, volendo permanere nelle sue mezze verità, senza voler sbilanciarsi in favore del fu Principe, mentre Itsuki intanto bramerebbe, di più, il dolore, l'estorsione attraverso vera e propria sofferenza <{ Ah, se solo avessi ultimato quella tecnica. }> direbbe con un tono dispiaciuto che và spegnendosi nella mente di loro due, mentre poi il regale figuro andrebbe lasciando la presa, lasciando all'altro la possibilità di scivolare a terra, mentre dentro però permane il dubbio e l'analizzare di quelle parole, il voler andare a calarsi nei panni del ragazzo ed immaginare con la sua testa. Non vuole andar a creare più problemi del dovuto, non ha intenzione di stare a macchiarsi di qualcosa di inutile, l'insieme di reazioni e la dedizione dell'altro nel voler proteggere un membro del Clan non sono percepibili, per il fu Principe, che quindi porterebbe la mancina sotto al mento in quel posar il gomito sulla destra che si porta parallela al busto, volendo riflettere in quel perdersi tra se e se, ripercorrendo i periodi dell'Uchiha, come a voler tratte una deduzione unica da tutto lo svolgersi degli eventi, crederci o non crederci, cercarla ancora più disperatamente in quel credere di rivederla o convincersi che è solo un'illusione < Ho imparato con il tempo a diffidare anche dei più onesti. > ed andrebbe effettivamente a gettare un'occhio alle luci del tramonto che vanno tingendo il cielo, mentre volge lo sguardo in direzione del sole che si appresta a svanire lentamente, mentre i colori caldi prendono il sopravvento anche se offuscati dal grigiore della nebbia < Cercherò qualcuno di più utile, vedremo quale sarà la verità. > dice quindi voltandosi per andarsene, senza però ancora smuovere alcun passo, volgendo lo sguardo in direzione di lui, dandogli le spalle e guardandolo di sbieco, color di quella Nota a fissarsi sul volto dell'altro, che si starebbe riprendendo da quel'impatto al muro < Cerca solo di non farti trovare impreparato, qual'ora avessi mentito. > ed il tono è secco, arido, una minaccia probabilmente inerente al voler mantenere quella propria figura autoritaria, degna di rispetto nonostante non sia ad Oto e non possa imporsi con la forza, evitando scomodità da parte della noiosa Alleanza che li lega, considerando scomodo appunto far sfoggio del proprio potere in maniera crudele, solo come al Suono si era liberi di fare. Svanisce, un fantasma che si allontana dal luogo e lascia lì il rosso, in preda a domande e dubbi, ed un monito, di farsi trovare in grado di sopportare il prezzo delle proprie mezze verità, qual'ora il Kagurakaza si ritroverà nel giusto. { end per entrambi }

Itsuki e shinuja si incontrano casualmente fuori dalle mura, e dopo un poco di parlare esce fuori il nome di Hanabi Uchiha, al quale Itsuki cerca follemente, ma non riceverà da uno spaventato ma deciso shinuja a voler proteggere Hanabi come membro del clan, in quel suo non dire ne dove si trovi ne quando l'ha vista l'ultima volta, utilizzando una verità prima, una mezza verità poi e una bugia alla fine.