{RinneSharingan}

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23:53 Kioshi:
 Prima dell'incontro con il Clan Uchiha e dopo aver visto Hanabi Uchiha all'esterno dei Laboratori del Villaggio del Suono, Kioshi cammina al di fuori di Otogakure per tornare verso il Paese dell'Acqua e verso il Villaggio della Nebbia dove il resto del Clan è accampato. Il jonin torna ad un passo lento all'esterno di quelle mura osservando con attenzione tutto ciò che si disegna attorno a lui. Quelle immagini rievocano ricordi del passato indelebili nella sua mente. Il profumo di quell'atmosfera inebria i suoi sensi. Gli alberi, l'erba, l'acqua del Lago Nero. I suoi movimenti si interrompono proprio qui. Kioshi osserva l'orizzonte ai piedi di quel lago lasciando che la sua immagine si rifletta sullo specchio d'acqua. Anche la Luna si riflette su di esso ma il fato ha deciso di rendere meno teatrale questo dipinto. Gocce di pioggia scendono dal cielo iniziando a battere sulla terra a ritmo non cadenzato. La superficie del lago viene smosso e l'equilibrio di esso è distrutto dalla pioggia che batte. Gli occhi scuri del ragazzo osservano la sua figura riflessa, rovinata dall'acqua che cade sopra di lui. I suoi capelli corvini iniziano a bagnarsi trovando contatto con la fronte di lui. Il mantello nero si inumidisce e, al momento, copre il resto del vestiario composto da una camicia con colletto coreano di color grigio scuro con sopra un gilet di una tonalità più chiara rispetto alla precedente mentre nella parte inferiore si trovano un paio di pantaloni color nero abbastanza aderenti di un tessuto elastico e un paio di stivali del medesimo colore. Le iridi ora si alzano e il viso segue quel movimento. I tratti della faccia vengono bagnati dalla pioggia che cade a gocce su di lui. Kioshi riflette, in silenzio assoluto. L'ultima volta che è stato qui, la sua vita è cambiata. Qui è dove ha incontrato per l'ultima volta Katsumi. Da quel momento, tutto è svoltato. Dalla sua esistenza fino al destino del Clan. Immobile, rimane passivo dall'attacco di quell'acqua battente. Al jonin non importa adesso di essere quasi zuppo di pioggia. Nel suo silenzio, Kioshi sta dedicando un momento al defunto Uchiha. Un segno di riconoscenza verso l'uomo che ha saputo risvegliare il ragazzo dal suo sonno e lo ha portato sul binario giusto in cui trovare il corso del proprio destino. E così, silenzio sia. Solo la pioggia rompe quell'assenza di suono. Non è poi così male però. [chk on]

00:18 Kioku:
  [--->Lago Nero] Lunga la notte, lunghi i suoi passi, il cielo tuonante, urla a squarciagola ad ogni movimento del Rikudo Sennin, come se ogni sua apparizione fosse preceduta ed accompagnata sempre da moniti catastrofici o strane perturbazioni. Una figura nera in quella notte oscura, silenzioso come una saetta si muove a ritmo dei lampi, egli agisce con il favore delle tenebre, un’arte piuttosto consono ai ninja del loro calibro e alla massima espressività di quello che significa essere un ninja, teatralità e inganno sono armi potenti nelle mani dei capaci. Poteva direttamente utilizzare la dislocazione, ma non sapendo l’attuale situazione ad Oto, se non per le informazioni fornitegli da Sango, senza rischiare e senza indugi, dopo i dovuti preparativi, avrebbe utilizzato dotale tecnica proibita unicamente per avvicinarsi al limitare dei confini di Oto e solo a quel punto dirigersi verso Otogakure no Sato. Se non altro ha avuto la fortuna di poter trovare l’Ishiba ancora nella sua tenda, dall’ultima volta non hanno avuto modo di parlare nonostante il gran tempo che i due trascorrano assieme non più fatto di sole casualità ed incontri ricercati o dettati dal fato, espressa la sua volontà di partire alla volta di Oto unicamente per curiosità e per comprendere affondo quelle parole da lei dette, dopo celeri saluti ed un bacio fugace, si sarebbe separato dalla ragazza, volgendo dunque mente e sguardo al paese del Suono. Rapidi e felini i propri passi, tra montagne e fitte boscaglie, la presenza del Possessore del Rinnegan si spingerebbe sempre più ove una volta era a conti fatti il suo villaggio “origine”, dove ha sostenuto il proprio esame genin, dove incontrò per la prima volta Kenji Tsuki, suo futuro mentore e stella luminosa, memorie che dunque la mente cercherebbe di rievocare, ma così antiche e lontane da sembrar quasi favole raccontate più che il proprio passato, non identificandosi più con quel ragazzo, così puro ancora sotto certi aspetti, la guerra lo chiamò, gli tolse tutto e tra il sangue ed il fuoco lo plasmò. Una tappa d’intermezzo però sarebbe il lago nero, forse uno dei luoghi più accoglienti di tutto quel malsano paese, nato sotto inganni e sangue e come tali è sempre stato portato avanti, passi fulminei lo porterebbero sempre più vicino. Tanto vicino da arrivare allo spiazzo stesso, potendo in un primo momento adocchiare dinnanzi alle proprie iridi il vasto lago, ma quella figura in lontananza è quella che ne catturerebbe maggiormente l’attenzione a quel punto, lesti i propri passi giungerebbero velocemente verso quella figura, portandolo sempre più vicino, ai sensi dell’acuti Uchiha nulla dovrebbe sfuggire men che meno i passi di quello che ora non sta assolutamente celando la propria presenza, anzi, passi sempre più evidente e con una sensazione tutt’altro che minacciosa, di questo si potrà anche constatare la stessa figura ammantata di nero se vorrà girarsi, ma non prima che il Seiun abbia dapprima proferito parola <e dunque nulla sembra essere cambiato> esclamerebbe per poi continuare <mi aspettavo un paese in fiamme ma o è già accaduto o ancora deve accadere> non nasconde ciò che sa ne il motivo, facilmente intuibile dalle sue parole, del resto non è che poi sappia molto, Sango oltre alle varie informazioni un nome avrebbe pronunciato…Kioshi Uchiha e dunque perché non far visita ancora una volta a codesti Uchiha, uniti tra di loro non solo dal passato ma dal sangue stesso. Qualora volesse girarsi a tali parole, d’innanzi al ragazzo, una figura ammantata quasi dallo stesso manto, se non fosse per un manto ben più che inzuppato e logoro quasi, sotto di esso l’armatura Ama Mabushi e i foderi delle due katane spuntare unicamente da quel manto zuppo, ma di certo non è quello che ne catturerebbe l’attenzione e forse lo stupore, lo sguardo, i lineamenti, quel mento, quei lunghi capelli seppur ora annegati nella pioggia ed infine quegli occhi, quel violaceo dai motivi concentrici occupare ed assorbire tutta la sclera delle sue iridi. Già è proprio lui, ma non più quel volto legato alle favole e alle storie antiche, no, quel volto ora risponde unicamente ad un unico nome e padrone…Akendo Seiun o per meglio dire…Akendo Uchiha Seiun. [chakra on] [Rinnegan OFF] [Ama Mabushi equip] [Izanami & Izanagi equip]

00:50 Kioshi:
 Il cielo è completamente nero macchiato da alcuni nuvoloni grigiastri carichi di acqua da rendere nuovamente alla terra sotto forma di pioggia. Nessuna stella è visibile e la Luna passa dall'esser visibile al nascondersi dietro una di quelle nuvole scure. Soltanto i lampi riescono ad abbagliare quella volta celeste e il luogo sottostante che si disegna nel Villaggio del Suono. Fulmini che squarciano il cielo a metà tra saette che prendono differenti strade fino a dissolversi tra le particelle di ossigeno. Tuoni che rompono quel silenzio intorno all'Uchiha e rimbombano in lontananza fin dove la potenza delle onde sonore lo portano e in seguito sparire nel suo stesso eco. Il battere della pioggia aumenta e quel riflesso della sua figura non è che una macchia ormai. Le iridi scure si abbassano nuovamente intravedendo quelle piccole onde che si propagano dopo che ogni goccia viene assorbita dall'acqua di quel lago. L'oscurità di quel luogo circonda il jonin e lui si adagia su di esso. Quell'atmosfera lo rende vivo, quella mancanza di colore e armonia lo plasmano all'interno. Kioshi riesce a trovare se stesso in questo momento. Percepisce la sua natura e ne trae la sua forza. In lontananza, dei passi in avvicinamento catturano i suoi sensi. Lo sguardo riflesso nell'acqua dolce di quel lago si muove ancora una volta spostandosi in alto, verso quelle nuvole. Kioshi sente qualcuno arrivare ma al momento si concentra sulla sua mente e su quel silenzio che sta donando al defunto Katsumi. Sarebbe una mancanza di rispetto interrompere quel che lui sta offrendo per ricambiare il gesto altrui. Il respiro del jonin è profondo. I polmoni si riempiono di ossigeno mentre il viso viene bagnato dalla pioggia ancora. Una brezza leggera regala una sensazione di freschezza al corpo di lui. I suoi capelli non si muovono, ormai pieni d'acqua dalla punta fino alla radice. L'udito dell'Uchiha sente quelle parole rivolte alla situazione del Villaggio del Suono. Questa persona sa che deve accadere qualcosa. Questo è certo. <Sei arrivato in tempo per assistere..> sussurra Kioshi volgendo quelle parole verso il lago lasciando che il suono di ogni sillaba sia trasportato dall'aria che soffia su di loro. Il corpo ruota cercando di fronteggiare ora quella figura. E le iridi nere del jonin rimangono sorprese nel vedere palesarsi all'interno di esse una figura uguale in ogni tratto a Madara Uchiha. Quegli occhi scuri cercano il contatto con quelli altrui e scrutano il potere dell'Eremita delle Sei Vie. Il Rinnegan si mostra agli occhi di Kioshi, per la prima volta. Le labbra si separano tra loro e nel frattempo il capo inizia a scuotersi più volte, senza distaccare il contatto da quello sguardo. <Rikudo Sennin..> sussurra nuovamente verso l'altro. Kioshi lo ha cercato così tanto nel passato quando aveva bisogno di lui e del suo potere. Quanto può essere beffardo il destino a farglielo incontrare proprio ora che aveva deciso di dimenticarsi del suo passato? I contorni della labbra si allungano e l'espressione del ragazzo si disegna in un riso malefico. <Ahah!> ride Kioshi, stranamente, mentre alza leggermente il capo in alto verso il cielo e socchiude gli occhi. Sbuffa l'aria dalle narici mentre ritorna a fissare il possessore del Rinnegan. <Proprio tu..> dice verso quell'uomo osservandolo dalla testa ai piedi. Un brivido percorre la schiena dell'uomo, eccitato dall'idea di trovarsi di fronte ad un essere con il potere di un Dio e con una somiglianza palese a quelle di Madara Uchiha. <Vuoi vedere il Suono in fiamme?> domanda a lui, più che altro per capire cosa lui sappia del suo piano. Qualcuno evidentemente deve avergliene parlato. Qualcuno che conosce il piano. Dunque, una persona che si è alleata con lui stesso. [chk on]

01:39 Kioku:
  [Lago Nero] Quell’incontro par quasi dettato dal destino, Kami beffardi nel fare accadere ciò, tuoni e lampi ed una intensa pioggia ad adornare questo quanto mai incredibile incontro, da una parte il passato degli Uchiha e quello che se solo avesse voluto avrebbe potuto essere il futuro e dall’altro lato quello che è il futuro degli Uchiha attualmente. Arrivato dunque sul loco e proferite le famose parole, attende dunque risposte o anche solo un movimento del ragazzo non ancora identificato, d’altronde prima ancora che egli stesso possa girarsi, giungerebbero le parole a precederlo, parole che confermano che dunque questa nient’altro è che la “calma” prima della tempesta e se questi lampi e questi tuoni ne sono l’anticipazione beh il resto vorrà dire che sarà ancora più spettacolare. Sopracciglio sinistro, curioso in quel suo parlare, ancor più curioso nell’apprendere che quella figura ora visibile agli occhi del Rikudo Sennin nient’altri è che proprio Kioshi Uchiha, l’unico nome donatole da Sango, non ne avrebbe ancora la certezza, d’altro canto però quei lineamenti, quel volto e quelle nere iridi, condurrebbero logica e pensiero, tra l’altro piuttosto elevati, del Seiun a pensare che chi ora abbia di fronte a se non sia altri che Kioshi Uchiha in persona. Osserva quei movimenti, a tratti increduli, a tratti incerti, passato e futuro incontrarsi e ancora una volta divenire un tutt’uno tra loro, fortuna vuole che unicamente Katsumi Uchiha sapeva del legame di sangue e della discendenza di Akendo, volto a renderlo a conti fatti probabilmente più Uchiha lui di tutti coloro che al giorno d’oggi portano quel cognome, non che gli interessi, così lontano dall’idea di un semplice uomo, così lontano da ciò che significa clan, lignaggio, sangue, egli è entrambi e tutti racchiusi in un'unica entità. Ode esclamare il proprio titolo onorifico e poi quella risata che tanto lo riporta agli antichi fasti Uchiha, a quanto pare le cose non cambiano mai, novelle parole raggiungerlo ed infine quella domanda, forse la più agognata, aria nei polmoni richiamata a se, un sospiro quasi a governare i propri movimenti ora più sciolti e fluidi, come se gli pesasse quasi dover esternare pensieri tanto profondi a quella data situazione e dover far riemergere ricordi così antichi nella propria mente, riviverli e contemplare ancora il proprio fallimento <l’ultima volta che misi piede ad Oto, era già in fiamme, io…> breve pausa prima di concludere <accelerai l’operazione> non vi è fierezza nelle sue parole quanto più una convinzione ferrea di giustizia propria, ciò che doveva essere fatto fu fatto, non a caso l’alleanza ninja mandò lui e la sua Akatsuki a risolvere il conflitto interno con gli Yakushi, allora rivoltosi, nel tentativo di usurpare il trono a Kunimitsu, fu lui a doversi far carico della vita di numerosi civili e ninja, fu lui che quando tutto sembrava perduto dovette prendere la scelta più ardua e al tempo stesso più distruttiva, radere al suolo ogni cosa per poter abbattere definitivamente quel nemico. Nella memoria del Rikudo Sennin non vi è fierezza questo è certo, ma il suo sguardo non lascia intendere altro, non vi è rimorso, né dispiacere, la giustizia venne applicata secondo i propri canoni e tutti vennero giudicati colpevoli, nessuno escluso, donne, bambini, anziani, chiunque fu reo colpevole e cadde con il proprio villaggio. Nelle sue parole però, non vi è di certo l’intenzione di imbeccare su una questione così antica da essere ormai riportata nei libri di storia delle accademie ninja, nulla di tutto ciò, vociando unicamente a sua volta <immagino tu sia il famoso Kioshi Uchiha, l’attuale Capo del Clan Uchiha> andrebbe dunque ad esclusione, sulla base delle parole di Sango, sui propri sensi e su quel volto, conscio della vita stessa dei cloni nei laboratori, avendo potuto prendere parte seppur brevemente a quell’ambiguo sviluppo, darebbe così la propri conclusione, in attesa di una conferma o meno sull’identità della persona che ora vi si trova d’innanzi le labbra si schiuderebbero, per un ultima volta, in direzione dell’Uchiha, lo sguardo fermo negli occhi altrui, volto a comprenderne anima e carne, uno sguardo tanto profondo e penetrante da trafiggere ogni corazza ed arriva dritto al cuore dell’anima stessa, le parole infine scivolare da quelle fredde labbra mentre la pioggia ne accompagnerebbe il fluire <dimmi dunque perché non dovrei fermare questa tua rivolta e far si che il Suono non diventi ancora una volta un campo di battaglia?> una domanda più d’interesse che di reale intenzione, anche perché se avesse voluto fare qualcosa, l’avrebbe già fatto, ma questo Kioshi di certo non lo sa, come probabilmente non sa neanche la fine dell’ Akatsuki e che attualmente Akendo più che muoversi per l’alleanza è la più grande incognita e pericolo stesso per l’alleanza, un gioco mentale ora cominciato dallo stesso Seiun, anche solo per soddisfare la propria curiosità di scoprire meglio chi sia questo famoso Kioshi Uchiha, il liberatore degli oppressi, colui che darà nuovo lustro al clan Uchiha, le voci corrono…Kioshi saprà essere veloce altrettanto? [chakra on] [Rinnegan OFF] [Ama Mabushi equip] [Izanami & Izanagi equip]

02:20 Kioshi:
 Hanabi Uchiha e subito dopo Akendo Seiun. Il destino deve osservarlo attentamente in questi ultimi mesi e ha deciso di porlo su un sentiero dedicato soltanto ai più privilegiati. E Kioshi si trova bene su questo percorso. Cammina con decisione, non perde mai l'equilibrio e detta il passo a chiunque voglia seguirlo. Il jonin ha incontrato molte persone in questo ultimo periodo. La morte di Katsumi è coincisa con un totale cambiamento dell'esistenza stessa del ragazzo. Da un sonno dormiente il jonin è passato a viver l'adrenalina di ogni incontro. Varie figure di spicco nel mondo ninja sono state incontrate per stringere rapporti e alleanze in vista dell'attacco al Villaggio del Suono. Ognuna di loro però non può essere messa a paragone con l'incontro momentaneo. Aver di fronte il possessore del Rinnegan spinge ogni singola cellula del corpo di Kioshi al massimo della potenza, ogni centimetro della sua pelle viene coperto da un brivido scatenato dall'adrenalina che scorre nel corpo di lui stesso. Quanto gli piace sentirsi vivo. Quel sorriso malefico vien tramutato nella solita espressione scura e cupa. Le sopracciglia si abbassano leggermente, assottigliando la larghezza delle palpebre. Le curve della bocca tornano ad essere dritte senza che le estremità spingano all'insù. Le braccia lungo i fianchi sono immobili. Le dita giocano con le gocce d'acqua che cadono su di esse muovendosi come in una danza tra loro. Kioshi rimane ad ascoltare Akendo mentre parla del suo attacco durante la guerra civile ad Otogakure. E poi lo stesso Eremita pronuncia il suo nome, come se lo conoscesse già. La testa si inclina di pochi centimetri e le iridi totalmente nere fissano quelle dell'altro <Immagini bene, allora> conferma la sua identità non avendo motivo per fare il contrario. Concentrato, silenzioso e di poche parole, Kioshi analizza l'altra persona davanti a lui cercando di delinearne gli aspetti principali. E, infine, quella domanda. Diretta, senza troppi giri di parole. Proprio come piace a Kioshi. Il ragazzo rimane fermo alcuni secondi lasciando serrate le labbra. Riflette su quella domanda cercando le parole giuste per donare una risposta all'uomo davanti a lui. <Fermare questa rivolta?> ribatte ripetendo parte di quella domanda. Il tono ora è basso, profondo. La voce di Kioshi esce arrivando comunque all'orecchio altrui. <La giustizia non si può fermare, Rikudo Sennin> svela l'Uchiha lasciando che il capo ritorni perpendicolare alle sue spalle. Gli occhi rimangono su quel potere celato, proprio come il suo. <Il Villaggio del Suono ha toccato il punto più basso della sua vita. E la colpa è soltanto di Kunimitsu che si è prostrata a questa Alleanza fino a far diventare il Suono un corpo silenzioso> spiega i motivi che lo stanno spingendo a compiere questa missione di giustizia. L'ha definita in questo modo. <Tu, Rikudo, ricordi cosa era Otogakure tanti anni fa? Ricordi come incuteva timore soltanto il pronunciar di quel nome? Ricordi come le gambe avverse tremavano all'arrivo del Suono?> nella sua giovinezza, ovunque egli sia stato, non può dimenticare quale minaccia rappresentava il Villaggio del Suono. Il ricordo di Otogakure è chiaro nella mente a tutti quelli che non sono più dei fanciulli. <Cosa faresti al mio posto? Non vorresti vedere il tuo Villaggio rinascere?> cerca di far mettere Akendo nei suoi panni, se ci riuscisse. Kioshi non vede nulla di sbagliato nel suo piano. Anzi, è convinto di essere dalla parte del giusto. Il piede destro si muove in avanti, sorpassato poco dopo dal mancino. Il corpo del jonin si muove avvicinandosi a quello di Akendo. E si ferma a circa due metri da lui. Gli occhi lo analizzano meglio da quella distanza adesso. Osserva ogni linea del suo viso, così uguale all'antenato Uchiha. <Ti ho cercato così a lungo nel passato, Rikudo Sennin..> svela quale fosse uno dei suoi obiettivi tanti anni fa, dopo la morte di Arima. <Ed eccoti qua ora..> ora che forse è troppo tardi per potergli essere utile in qualche modo. Il viso è completamente bagnato dalla pioggia. I lunghi ciuffi dei capelli neri lasciano cadere gocce d'acqua dalle loro punte che si infrangono sul terreno. Rimane in silenzio adesso attendendo una qualunque reazione dell'altro. [chk on]

03:14 Kioku:
  [Lago Nero] La pioggia cade eppure a quell’incontro avvenuto poc’anzi, par che le gocce stesse rallentino attorno a loro, il clima si plachi quasi unicamente per permettere dai due di poter conversare, nonostante questo, da ciocche e vestiario gocce cadrebbero zampillanti, così come le parole dei due presenti si scambierebbero e come fiume in piena scivolino da un torrente all’altro, giungendo all’udito altrui. Violacee iridi ormai fisse sul volto del giovane Uchiha che a quella risposta affermativa dunque accosterebbe anche il nome di Kioshi Uchiha, guarda caso la persona che stava cercando, non per chissà quali reali motivi, Sango ha giocato così tanto con la curiosità del Sannin leggendario che essa ha preso il sopravvento, incapace di trattenersi dall’andare a vedere in che situazione Oto dovesse trovarsi, rimanendo anche con una certa punta di disappunto. L’arrivo stesso con la dislocazione, sulle prime catene montuose, a separarne i confini con il Paese del Fuoco e quell’Erba, si immaginava di ritrovarsi con un paese sotto piena rivoluzione, l’angoscia, la paura, il fuoco ardere letteralmente un paese intero e tutto ciò che ne deriva e che ha già vissuto in ben più di una occasione, eppure nulla di tutto ciò. La domanda stessa posta poc’anzi all’attenzione del giovane capo clan era più di un interesse quasi frivolo, conscio che certo questo non avrebbe mosso altro che una discussione, eppure, quelle parole fluire verso di se, raggiungere la propria mente, imprimersi, parola per parola, Kioshi toccherebbe punti, punti fondamentali del suo pensiero, un pensiero però giovane…acerbo agli occhi di Akendo, a tratti quasi immaturo, forse dettato dalla giovane età dello stesso Uchiha, non che gliene faccia una colpa, osserva il volto di lui contrarsi ad ogni parola, la mandibola e le espressioni, plasmarsi ad ogni sua affermazione, ed infine quella domanda. Domanda atipica quanto particolare, una domanda che di certo spiazzerebbe lo stesso Seiun, nonostante ciò, accoglierebbe di buon grado quel suo avvicinarsi, quasi come gesto di sfida, intravede in lui i segni distintivi di ogni Uchiha, quelli caratteriali in un certo qual senso ma soprattutto rivedrebbe in lui accenni di quello che a sua volta era un giovane Akendo, ignaro di ciò che il futuro gli avrebbe riservato. I polmoni gonfiarsi, lampi illuminare il cielo, tuoni abbattersi e come tali anche le parole del Possessore del Rinnegan, abbattersi sul giovane jonin <tu parli di giustizia giovane Capo Clan?> tuonerebbe quasi quel suo profondo tono, continuando <la giustizia non esiste> esclamerebbe con una certa fermezza nel suo dire <esiste solamente coloro che possono applicarla, ineluttabili, contro i quali non vi è risposta> il braccio destro levarsi dal proprio fianco, il dito indice della destrosa volgersi assieme al busto indirizzando proprio la direzione ove dovrebbe sorgere Otogakure per poi esclamare <potrei raderla al suolo anche adesso e chiamarla giustizia> sentenzierebbe <chi avrebbe il potere o anche solo il diritto per contraddirmi> il braccio riportarsi al proprio fianco, il busto tornare in posizione originaria, lo sguardo rimarrebbe fisso, glaciale, sul volto dell’Uchiha <la verità Kioshi è che sei un giovane sciocco, ma con le capacità di plasmare il tuo futuro e quello degli altri> una breve pausa affinché il giovane possa metabolizzare e comprendere al meglio le sue parole, parole forti e a tratti quasi contorte, come un gioco di potere al quale non vi si può sottrarre se ne si ha le capacità per prendervi parte, questo Akendo lo sa molto bene e da allora non ha mai smesso di muoversi all’interno di questo infinito ed insidioso gioco mortale <tu hai la possibilità di cambiare il tuo futuro, il futuro di chi ti sta accanto ed il futuro del tuo villaggio stesso ma> vi è sempre un ma in ogni cosa <porterai guerra, sangue, dolore, morte, è inevitabile, tutte queste cose non daranno giustizia a nessuna causa> un sospiro ora nell’aria, appesantito da quelle parole con cui lui stesso a suo tempo dovette comprendere, accettare ed infine conviverci <potrai chiamarla giustizia e forse agli occhi degli altri sarà anche così, la verità però è che sei giudice e boia al tempo stesso, capace di compiere atti che gli altri potrebbero solo seguire o sognare> compirebbe a quel punto una lieve inclinazione del capo, volgendolo verso quel famoso villaggio di Otogakure <come questa tua rivolta Kioshi> breve pausa prima di concludere <la chiamerai giustizia ma la realtà dei fatti è che eri tu stanco di ciò che ti circondava e con il potere schiaccerai, plasmerai e riformerai sotto tua idea, il sangue gronderà dalle tue mani e ti sentirai potente, poiché potevi farlo, avresti sempre potuto farlo e volevi farlo, questo è ciò che ci rende diversi da tutti i comuni ninja, incapaci di diventare qualcuno in queste aride terre che noi chiamiamo mondo> e come un tuono, piomberebbe in quel silenzio che tanto viene reclamato quando uno di questi si abbatte, il capo portarsi nuovamente verso Kioshi, per qualche istante sostare verso il cielo, come ad assaporare la pioggia, quella pioggia che Ame gli ha sempre donato, un sorriso amaro sul suo volto, ma ben altre questioni attendono. Vorrebbe rimanere li ad assaporare quel silenzio, attendere una risposta dal giovane a tutto quel suo contorto discorso, comprende quanto sia difficile da accettare tutto questo ma non vede nulla di diverso da quello che una volta era lui da giovane, con lo stesso sguardo negli occhi e nulla di così diverso quanto egli stesso decide di annientare Oto, abbattere ogni cosa perché ai suoi occhi era cosa buona e giusta…giustizia. Il volto e lo sguardo ora rivolti a Kioshi, le parole non si arresterebbero, per una di quelle rare volte il Rikudo Sennin non sarebbe arido di risposte anzi, come fiume in piena ne elargirebbe di nuove, quasi più come contorno, non volendo distogliere troppo l’attenzione del giovine dalla reale e più importante questione <ricordo benissimo ciò che una volta era Oto poiché sulla mia pelle provai quegli anni, vivendo in quelle strade ma alla tua domanda, non potrei darti risposta, anche se volessi> una breve pausa prima di concludere <come fiamma eterea io divampo ma se scruti alla mia base, non vi sono radici ne un promotore di quel fuoco stesso, non ho legami, non ho radici e non ho villaggio, nulla di tutto ciò ai miei occhi ha valore> seppur da qualche parte nel suo cuore vorrebbe rivedere Ame tornare a quello che un tempo era, tutto ciò è sepolto da anni e anni di dolori, potere e corruzione stessa data da quel potere <qualunque cosa ti possa dire riguardo al tuo quesito non avrebbe a cuore l’idea del villaggio stesso> un modo veloce e semplice come un altro per dirgli che potrebbero anche radere al suolo interi paesi e poco gli interesserebbe, probabilmente lo farebbe lui stesso ma poi avrebbe da pensare a troppe cose, per le quali ora non ha interesse, non ancora. Muoverebbe lenti passi verso il lago e la sua riva, un invito quasi a seguirlo, un sospiro nella notte prima di vociare per un’ultima volta <sono qui> sussurrerebbe quasi <e non è la prima volta che lo ripeti giovane Kioshi Uchiha> marcando quella loro differenza di età che quasi lo diverte, il passato ed il futuro incontrarsi, ancora una volta <cosa tormenta la tua anima?> enigmatico e contorto come sempre nelle sue parole, andrebbe ed esprimere il suo interesse sul perché lo stesse cercando, per quale motivo? Nulla di più ora, molte parole sono state spese, tante forse troppe, al ragazzo ora rispondere e muovere primi passi in quel terribile gioco mortale. [chakra on] [Rinnegan OFF] [Ama Mabushi equip] [Izanami & Izanagi equip]

02:22 Kioshi:
 Le gocce di pioggia cadono dall'alto battendo una ad una sui due corpi presenti davanti a quel lago, luogo distintivo del Villaggio del Suono. La pioggia si immerge all'interno di quell'acqua dolce scomparendo all'interno di essa, come se non fosse mai esistita. Quell'incontro prosegue in una serie di scambi di opinioni. Le parole si incrociano, i loro pensieri si intrecciano cercando un punto in comune. Uno scontro verbale che si accende ogni secondo di più. Dove può portare la loro discussione non è possibile saperlo. Bisogna affrontarla, viverla parola dopo parola e scoprire cosa il destino ha nascosto dietro il suo volere nel lasciare che queste due entità si incontrassero proprio in questa giornata buia e tempestosa. Le parole di Akendo arrivano dritte all'udito dell'Uchiha. Kioshi riflette su di esse, le assembra e le custodisce all'interno della sua mente lasciando che i suoi neuroni si attivino nella ricerca di una reazione. Per il Rikudo, la giustizia non esiste. Tutto quello che avverrà, sarà soltanto per un capriccio del jonin stufo di vedere il suo Villaggio in un profondo sonno. <Potresti..> sussurra Kioshi abbassando lo sguardo verso il terreno. <.. Ma non lo fai> il filo di voce esce nuovamente dalle sue labbra con l'obiettivo di raggiungere Akendo. <Se la tua motivazione fosse giusta perchè evitare di farlo?> si domanda il jonin alzando adesso lo sguardo verso l'altro fissando le iridi dell'uomo tramite i suoi scuri occhi. Il Mondo è pieno di shinobi che potrebbero sovvertire l'equilibrio esistente e portare una nuova linfa alle Terre Ninja. Le parole volano via, però. E nessuno le può ricordare una volta sparite. I fatti, invece, rimangono. <Sai qual è la realtà dei fatti invece, Rikudo Sennin?> il mento si mostra alto adesso, le spalle larghe a mostrare tutto il suo orgoglio. Le iridi nere a specchiarsi in quelle altrui che nascondono il più grande dei poteri. <La verità è che sono l'unico che ha una volontà così forte da compiere ciò che deve essere fatto> in un Mondo in cui tutti si sono adattati agli avvenimenti e in cui tutti si sono seduti comodi restando soltanto a guardare come le decisioni venivano prese, Kioshi è la persona che ha deciso di alzarsi in piedi e urlare contro tutti che questo non gli sta più bene. L'attenzione dell'Uchiha è rivolta ancora ad Akendo. La sua voce esce forte, seppur il tono è basso e cupo. La sua determinazione si fa sentire però. <Dovrei restare a guardare Otogakure che muore sotto le decisioni che sono state prese?> chiede nuovamente al Rikudo la sua opinione, a tratti interessato nel cercare di trovare in lui un consenso nelle azioni che porterà nel futuro. <Non sarebbe ancor di più sbagliato non far nulla quando si è consci di aver la forza per portare il cambiamento?> l'ultima domanda posta all'uomo davanti a lui. La testa si muove leggermente cercando la giusta angolazione con cui guardare l'altro. Il resto del corpo sarebbe in una paralisi momentanea, per propria volontà. I muscoli sono talmente rilassati che non si muovono di un millimetro. Il corpo dell'Uchiha si lascia abbattere da quelle gocce che cadono sopra di esso. Infine, Akendo domanda cosa tormenta l'anima del jonin. Kioshi riflette su questa domanda portando l'estremità delle labbra ad allungarsi all'insù. <Ora niente più> rivela all'altro. Tanti anni fa, avrebbe avuto bisogno di lui però. <Ti ho cercato perchè avevo bisogno del tuo potere. Venni a conoscenza che un ninja con il potere di quegli occhi era in grado di riportare le persone in vita, anche solo per breve tempo> spiega il jonin all'altro rivelando il motivo delle sue parole. <I fantasmi sono spariti adesso> dice concludendo le sue parole riferendosi ovviamente ad Arima. Riportarlo in vita per scoprire quale fosse il suo piano. Questo spingeva Kioshi a ricercare Akendo. [chk on]

03:01 Kioku:
 Un incontro voluto dai Kami? Forse, difficile a dirlo, del resto quest’ultimi hanno uno strano senso dell’umorismo, ben diverso da quello che potrebbe essere la concezione umana, annoiati si divertono così in quel macchinoso gioco che è la vita stessa. Nonostante questo, la pioggia non si accennerebbe ad arrestarsi e con essa neanche le parole, sia dalla propria che da quella dell’Uchiha, i diversi concetti espressi ma soprattutto le ultime parole proferite dallo stesso Rikudo Sennin, volte a far comprendere meglio dinamiche che magari agli occhi di Kioshi ancora sono celate o poco comprensibili, prima farà i conti su chi è realmente, prima accetterà quella che è la realtà dei fatti, poco importa che etichetta si danno alle cose o alle azioni, ciò che rimane sono i demoni, le anime, il sangue che sgorga, ci ricopre e ci affossa, in un tormento infinito con cui conviverci o porre fine con la propria morte. Differenze sottili tra chi ne è in grado e chi no, non a caso quella scelta oculata di parole, l’esserne in grado non è solo un concetto basato sul mero potere, non si tratta solo di forza pura, non a caso il riferirsi a se stesso, con il suo solo becero potere potrebbe plasmare ogni cosa ma come giustamente esclamerebbe il giovane Jonin non lo fa, <rifletti su di questo ragazzo, comprendi ciò che va aldilà della semplice comprensione delle cose, vi è un equilibrio in tutto e se tu sei in grado di portare disordine dovrai anche essere in grado di ripristinarlo> esclamerebbe d’un tratto, volendo unicamente porre attenzione sulla riflessione appena fatta dal ninja di Oto <sarai in grado giovane Kioshi?> una domanda quasi retorica la sua, starà all’Uchiha darsi una risposta, trovarla dentro di se. Ascolta ora le di lui parole, vorrebbe rimanere silente a tutto ciò, ma non può fare a meno di reagire di far comprendere, di “guidare” questo capo clan, agli occhi altrui potrà sembrare strano e ambiguo tale comportamento ma la verità è che in tutti questi anni, dal risveglio del Rinnegan dall’accettazione di ciò che è realmente, della sua discendenza, la sua reincarnazione, i propri lineamenti, quel volto, in tutti questi ultimi anni si è avvicinato di più a ciò che è al sua metà Uchiha, allontanandosi sempre di più da quella Seiun, l’unico a sapere di questa discendenza e legame di sangue con gli stessi Uchiha era Katsumi, ironico come Akendo ancora pensi che sia sano e salvo, ignaro di tutto ciò che sta accadendo, di come anche quell’ultima anima si sia spenta e con essa ogni sollievo dell’anima del Sannin <la volontà non è tutto Kioshi> tuonerebbe come il temporale stesso, nella sua voce non vi è rabbia, non nei confronti del Jonin <porterai un cambiamento perché sì, ne sei in grado, puoi farlo e lo farai probabilmente > brevi attimi di pausa, i propri polmoni riempirsi di ossigeno, gustarsi l’odore della pioggia che li circonda <ma sarai in grado di sostenere e guidare il cambiamento che porterai? Non sarà nulla di semplice, anzi il contrario….dovrai lavare la scia di sangue che tu stesso hai portato> lo sguardo fisso nelle nere iridi del ragazzo e ancora una volta, le proprie labbra schiudersi nuovamente per portare…ancora una volta quella domanda < ne sarai in grado giovane Kioshi> un ripetersi voluto, l’intera conversazione verrebbe oculatamente predisposta dal Seiun stesso affinché tocchi le giuste tempistiche e i giusti temi, in modo che egli possa elaborare le proprie parole, quelle appena proferite dal Sannin e a quel punto elaborarle, farle sue, comprendere e solo a quel punto capire il significato reale di tutte quelle parole e di quel flusso di pensieri. Un continuo alternarsi e proseguire di parole, andando e tornando in maniera costante, infine l’ultima frase dell’Uchiha, non solo riguardo i propri poteri ma soprattutto riguardo ciò che tormentava un tempo quest’ultimo, un sorriso quasi sadico dipingersi sul volto di Akendo <non so chi fosse quel ninja di cui ti hanno parlato ma io non riporto in vita le persone per breve tempo> attimi di pausa, in attesa che la pausa crescente e snervante prenda il sopravvento prima di esclamare con ultime parole <io trascino via dal regno dei morti per donarle una nuova vita> lo sguardo ora diverrebbe molto più serio rispetto a prima, un pensiero malato legarsi a quelle parole e prendere via via sempre più forma <se ti dicessi che anche ora, adesso, potessi riportare quella persona d’innanzi a te, cosa faresti> una nuvola calda disperdersi nell’aria prima di concludere <cosa faresti…giovane Kioshi?> nulla di più. Ovviamente non è sua intenzione riportare in vita proprio nessuno, non solo per l’elevato costo che il Rinnegan ne richiede, letteralmente un pezzo della propria vita, ma soprattutto perché è più interessato alla reazione dell’Uchiha, a ciò che potrebbe fare e come potrebbe reagire, una prova se così si può definire. [chakra on] [Rinnegan OFF] [Ama Mabushi equip] [Izanami & Izanagi equip]

03:51 Kioshi:
 Non è un incontro come gli altri questo. L'essenza delle loro parole supera l'ordinario e la presenza del Rikudo eleva ad un livello superiore questa conoscenza. Kioshi comprende che l'altro non è come tutti. Degli incontri avuti fino ad adesso, nessuno di quelli si può paragonare ai concetti che sta esprimendo l'uomo. Kioshi si sente messo in una continua sfida con l'altro pronto a pesare le parole rilasciate dalle labbra del jonin. Uno scontro verbale che anima l'io di Kioshi. Questo non è tempo perso e l'Uchiha lo ha capito ben presto, prima che l'incontro finisca addirittura. Akendo continua a domandare se Kioshi sarà in grado di ripristinare il disordine che porterà o se sarà in grado di togliere le macchie di sangue che bagneranno il territorio del Suono. Akendo vuole testare le reazioni di Kioshi e quelle domande spingono l'Uchiha ad esprimere la sua natura, senza nascondersi dietro una corazza pronto a fargli da armatura. Kioshi mostra se stesso e non ne ha alcun timore. Le iridi nere si riflettono nel Rinnegan altrui. Il potere celato dello Sharingan scruta quello dell'Eremita delle Sei Vie. Un contrasto tra colori e abilità che fusi nella stessa persona scatenerebbe un potere ineguagliabile per chiunque. <Chi dice che io voglia ripristinarlo?> la testa si inclina sulla destra di qualche millimetro guardando perplesso Akendo. Otogakure è soltanto l'inizio di un nuovo Mondo. L'Alleanza si sgretolerà mostrando la sua vera essenza scomparendo semplicemente come una nuvola di fumo. <Tutto ha un equilibrio, esatto> ripete le parole dell'altro, come a voler incidere di trovarsi d'accorso con lui. <Dopo un terremoto però, gli assi del Mondo si spostano e la terra si assesta su un nuovo equilibrio> spiega, in poche parole, cosa avviene dopo un evento come quello che colpirà il Villaggio del Suono nelle prossime settimane. <Il Mondo si dovrà adattare al nuovo equilibrio. E il disordine da me creato sarà soltanto l'inizio di una nuova Era> dice il jonin restando fisso con lo sguardo verso il Rikudo Sennin. Il viso è serio mentre parla. La voce è ferma e mostra la sua volontà. Ecco, sì.. La volontà. Akendo dice che non è tutto. <La volontà fa la differenza, invece> ed è questa che ha trascinato Kioshi fuori dall'abisso in cui era caduto e lo ha portato a intraprendere questo nuovo capitolo della sua vita. <Prima ero perso e brancolavo nel buio. Vivevo, anzi.. Sopravvivevo senza aver un obiettivo nella mia vita. Ora invece è tutto chiaro. Riesco a vedere il motivo della mia esistenza, Rikudo Sennin> riportare il Clan alla gloria antica. Questo è il motivo per cui Kioshi sta compiendo ogni sua azione. Non c'è nessun motivo egoistico dietro di esso. Non esiste altra volontà se non quella di mostrare al mondo quanto il potere dello Sharingan sia da temere. <Se servirà per portare a termine il mio obiettivo, mi farò carico di tutte le conseguenze sul mio corpo. Immergerò le mani in quel fiume di sangue se sarà necessario e mostrerò a tutti quanto una volontà ferrea possa far la differenza> la mano destra si alza e il gomito si piega portando le dita all'altezza della spalla. Queste si stringono con veemenza all'interno del palmo pressando contro esso con maggiore forza sempre di più. <Il Clan Uchiha tornerà a brillare sotto la rinascita del Suono. Questa è una promessa che ho fatto> l'ultimo incontro con Katsumi lo ha portato a prendere questa decisione, prima che diventasse il nuovo Capo Clan. Ed è per questo che è pronto a farsi carico di tutto il fardello che ne conseguirà. La mano destra si abbassa e il braccio torna lungo il fianco. Il discorso si sposta sui vecchi obiettivi di Kioshi e il potere di Akendo. <Storie e leggende che ho letto sui libri> spiega da dove ha trovato quelle informazioni precedenti sulle abilità dell'Eremita delle Sei Vie. Kioshi lo ascolta attentamente. Il jonin sente quella proposta che potrebbe allettarlo. Riportare in vita Arima. Questo è sempre stato il suo sogno. Il sogno di un Kioshi che ormai non esiste più. Un Kioshi che è scomparso all'interno di quel corpo che si palesa davanti gli occhi di Akendo. Non è più lo stesso di quando anni fa lo cercava. Quella proposta non lo tocca minimamente, proprio ora che ha visitato la casa in cui ha vissuto l'ultimo ricordo con il suo vecchio defunto amico e ha lasciato lì la parte passata della sua anima. <Il futuro è troppo imminente per guardare ancora una volta al passato> rivela l'Uchiha posando gli occhi neri sull'altro. Non è più tempo di tornare indietro. Bisogna andare avanti ora. <Arriverà un tempo in cui forse avrò bisogno di guardare dentro me e combattere contro i fantasmi che ho trascinato in fondo alla mia anima ma..> si ferma alcuni secondi abbassando leggermente le sopracciglia e lasciar così trasparire uno sguardo più tenebroso <.. ora è tempo di Guerra, Rikudo Sennin> conclude così il suo dire lasciando passare alcuni secondi di assoluto silenzio. Le vesti umide si appiccicano alla pelle del suo corpo. Il respiro si fa rilassato, ancor di più. <E tu, invece, per quanto tempo hai ancora intenzione di restare a guardare il Mondo mentre scorre verso la sua fine?> domanda adesso ora lui all'altro ponendogli un semplice quesito. Perchè lui non interviene? Perchè Akendo non ha un obiettivo nella sua vita? <C'è qualcosa che ti rende ancora vivo in questa esistenza?> chiede il jonin all'uomo davanti a lui. Quanto sei ancora umano, Rikudo Sennin? [chk on]

Il Rikudo Sennin ed il capo Clan Uchiha, Kioshi, si incontrano sulle rive del Lago Nero. Li, tra i due, avviene un accesa ed animata discussione, dai forti toni ed emozioni contrastanti, molto viene messo in dubbio dai due, soprattutto per Kioshi, alla vigilia di un discorso che porterà Oto a ribellarsi e liberarsi dal gioco sia di Kunimitsu che dell'Alleanza Ninja stessa. Akendo su queste basi lo porterà a dubitare delle proprie azioni unicamente per comprendere quanto pura, sincera e forte sia la sua volontà, affinché trovi la forza per andare fino in fondo...ciò che vuole ottenere, sarà edificato su di una montagna di cadaveri. Allo stesso Akendo però vengono poste diverse domande che mettono lui stesso nella condizione di dover pensare quanto ancora di umano ci sia in lui e quanto ancora gli importi degli umani e del mondo ninja stesso. Infine i due si promettono di rivedersi a cose compiute se così dovrà essere...un incontro che purtroppo non avverrà mai più.

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