{L'Ora dello Sharingan}

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18:33 Kioshi:
 Il giorno tanto atteso è arrivato finalmente. Da ogni tenda dell'accampamento, i membri del Clan escono dirigendosi in maniera ordinata verso la tenda del Capo Clan, visibilmente più grande rispetto alle altre. Il simbolo del Ventaglio sventola in quel luogo disegnate sopra veli di stoffa su quelle tende le cui posizioni formano un sentiero centrale che porta direttamente alla destinazione. L'aria che si respira è carica di elettricità. Chi è abituato alla Guerra, può sentire l'ossigeno che inizia a cambiare sapore. Non è leggero, anzi. Ogni atomo è impregnato dell'odore del sangue, ogni respiro è accompagnato da un'atmosfera che potrebbe rievocare eventi passati nei membri più anziani del Clan. Loro possono presupporre ciò che sta per accadere ed è per questo che Kioshi li ha convocati tutti al suo cospetto. Non bisogna più nascondersi. Bisogna prepararsi ad una guerra. Gli Uchiha inizia a fermarsi a circa 5 metri dall'ingresso della tenda. L'accampamento presenta un grande spiazzo dove una folla si può riunire, senza creare troppi problemi. Si iniziano a formare delle file, più o meno ordinate, dove riescono a trovare posto tutti i membri. Kioshi si trova all'interno della tenda per adesso. Seduto sopra la sua poltrona, la colonna vertebrale chinata in avanti e sorretta tramite l'articolazione del gomito che poggia sui fasci muscolari dei quadricipiti. Le iridi nere osservano quella luce che si emana dalla fessura dell'ingresso della sua tenda. L'aria smuove quella stoffa lasciando la possibilità al ragazzo di veder i membri del Clan in arrivo. Dalla parte opposta, gli Uchiha vedono soltanto oscurità all'interno di quel tendone. Kioshi non si mostra per adesso. Rimane lì seduto con la mente impegnata a riflettere su ciò che è accaduto e ciò che accadrà. Il jonin sente il suo piano farsi sempre più vicino. Sempre più vivo. Non può nascondere di essere eccitato da questo nuovo inizio. In questo momento però è concentrato nel voler trasmettere il suo messaggio ai membri più giovani degli Uchiha e riflette sulle giuste parole da usare per essere il più chiaro possibile. Kioshi non vuole errori da parte del suo Clan per nessun motivo al mondo. In silenzio, attende ancora qualche minuto. Il respiro è lungo e pacato. Riunitevi, possessori dello Sharingan. [chk on]

19:00 Hanabi:
  [Accampamento | Spiazzo] Una missiva, un richiamo. Non ha fatto in tempo a tornare dal proprio esilio che il flusso di quel mondo che credeva dimenticato sembra averla travolta dai suoi primi passi in quelle terre. Poche settimane dal suo incontro con Kioshi; un incontro causale, che tuttavia sembra averla già instradata su un qualcosa di molto più grande. Un qualcosa di inevitabile che l’aria stessa sembrerebbe suggerire in quell’atmosfera tetra e pesante. Sapeva sarebbe arrivato quel giorno; forse non immaginava così presto. Sfortuna? Oh, proprio non direi. Quell’animo inevitabilmente corrotto, rimasto nel torpore per troppo tempo, brama ora le tanto ambite fiamme. E stavolta, non è sola. Non lo sarà più. Stavolta al suo fianco, c’è di nuovo l’unica persona accanto alla quale sente di poter sottomettere il mondo: Ekazu. I passi di entrambi a susseguirsi in quell’accamppamento sconosciuto; tende, ventagli uchiha su veli a smuoversi al vento. Gli occhietti grigi dal taglio affilato si sposterebbero freddamente su ogni dettaglio con una superbia palpabile; quella stessa superbia che da sempre l’ha contraddistinta in quei tratti del volto assurdamente identici al fu Sasuke Uchiha. I capelli corvini scalati in disordinate ciocche irregolari a solleticarle il visino tagliando la pelle candida, sono portati legati in una tollerante e corta coda bassa, capace di ghermire solo le ciocche più lunghe < … Ti giuro che se è iniziato- > la voce bassa e vellutata che tagliente come una lama si rivolgerebbe ad Ekazu < tu e il tuo cazzo di gelato > sibila, raggiungendo il corridoio di veli che sembrano condurli inevitabilmente alla tenda del Capo Clan < mi spieghi dove cazzo avevi intenzione di trovarlo un gelato a Kiri > le tende attorno a loro scorrono, fino a raggiungere finalmente lo spiazzo. Fortunatamente Kioshi non sembra ancora visibile, ed il bruscio generale lascia intendere che non si sono persi nulla. Un tacito respiro di sollievo, le sopracciglia a sollevarsi leggermente accigliate. Rallenterebbe il passo fino ad arrestarsi, guardandosi attorno. Quindi, individuata la meta, tenterebbe di muoversi in quell’incedere elegante e macchiato di superbia verso il punto più lontano dello spiazzo, all’angolo sinistro rispetto alla tenda di Kioshi < .. ti sei salvato > una nota leggermente divertita nella voce, timbro che solamente a lui ormai sembrerebbe concedere. Andrebbe dunque a fermarsi, le spalle che andrebbero a poggiarsi su uno dei pali a sostegno dei veli leggermente di taglio rispetto alla tenda del capoclan, le braccia conserte. Finalmente ha avuto modo di cambiarsi, lasciando da parte gli abiti logorati dal lungo viaggio per far spazio ad un abbigliamento decisamente più consono per l’occasione, per quanto caratterialmente la Pura tutto ricerchi tranne che l’altrui attenzione: una semplice maglietta nera con uno scollo a “v” le aderisce al fisico asciutto mettendo involontariamente in risalto quelle floride forme che ormai sembrano esser fiorite sul corpo non più acerbo. Sotto, i consueti pantaloni da allenamento larghi al fine di non limitare alcun movimento sono infilati nei classici calzari ninja. Infine, porta kunai e shuriken su entrambe le cosce. Non uno stemma di clan, non un coprifronte. Alcun legame con il suo passato oggi, eccetto per i propri lineamenti che in quell’impassibilità velata da un impercettibile ed inconsapevole disprezzo sembrano rievocare in un raggelante specchio l’immagine di suo fratello. Attenderebbe dunque, le sopracciglia sollevate in un’espressione involontariamente scettica. {Chakra ON}

19:06 Ekazu:
  [Accampamento | Spiazzo] Tra le tende, avanzano. Finalmente, insieme. La convocazione di Kioshi non è casuale. Specialmente in questi tempi in cui le tensioni tra i Paesi iniziano si acuiscono sempre più. Il via vai di persone, in quel piccolo sentiero tra le varie tende, non sembra catturarlo. Le manine, guantate di nero, come al solito sono nascoste nelle tasche del completo nero. A coprire quest’ultimo, la sua classica armatura, lucidata e pulita a dovere. Ogni placca, in quel rossastro opaco, ora risulta solamente segnata da graffi, e piccole crepe. Testimonianze di un passato, sofferto e bagnato dal sangue. E forse proprio lui, insieme a pochi altri, riuscirebbe a leggere, a capire la tensione tangibile nell’aria. Avanza, al fianco della ritrovata amica. In volto, come sempre impassibile. Il chiacchiericcio dei più giovani attorno a lui neanche lo raggiunge. Un brusio indistinguibile ad accompagnare lo schioccare dell’armatura ad ogni suo passo. Pochi sono i volti a lui noti. Il cambio generazionale si è fatto sentire decisamente. Le iridi, diverse tra loro, ad incrociare velocemente quelle per la maggioranza nere. Sentirebbe forse il suo nome, accompagnato a quello di Hanabi. I vari cloni, più o meno importanti, a fissarli, per poi rinchiudersi nel loro sussurrare qualcosa. Forse la loro fama. Forse, l’aspetto della Pura. Chissà. Dinnanzi a loro, una volta entrati nell’accampamento, le fila inizierebbero a serrarsi. Tutti attendono, dalla tenda di Kioshi, il suo mostrarsi. Praticamente, arrivati per ultimi, sono costretti nelle ultime file. L’ingresso della tenda a malapena si scorge tra le testoline corvine dei cloni. Il mento dell’Uchiha a sollevarsi appena. Lo sguardo a serrarsi, cercando di scorgere qualcosa all’orizzonte. < siamo ancora in tempo.. > bisbiglia a lei, sempre atono nel proferire parola < te l’ho detto che per il gelato avevamo tempo.. > aggiunge, accennando forse a qualche trascorso tra i due. Si Ekazu, è colpa tua se siete arrivati tardi. Lui ancora, quasi sollevato sulle punte, a cercar di scorgere l’arrivo del Perfetto. Le spalle ad accompagnare il suo allungare il collo. Qualche secondo, e ritornerebbe col busto rilassato, completamente coperto adesso da sicuramente qualche Uchiha ben più prestante fisicamente. La testolina si abbassa. Se fossimo in un anime, la gocciolina scivolerebbe triste sul suo volto.. < potevamo chiedere in giro.. > rassegnato, ma divertito. Felice. L’unica persona capace di farlo scherzare, di tormentarlo bonariamente senza rischiare chissà quale coma. [ chk: on ]

21:06 Utente anonimo:
  [Accampamento Spiazzo] Il sigillo della capra viene formato da entrambe le mani del giovane Genin di casa Uchiha, gli occhi rossi vengono chiusi lentamente, andando a visualizzare nella sua mente due sfere: Quella bianca all'altezza della fronte, e quella rossa tra le due gambe, all'tezza delle ginocchia. Shinuja si inizia a concentrare su quella rossa, che rappresenta le energie fisiche, andando a riempirsi quest'ultima inzia a far sentire una sensazione di contrattura dei muscoli come se dei capmpri gli prendessero tutti i muscoli del corpo senza però fargli provare dolore. Questa sensazione aumenta e aumenta per ogni millimitro che la sfera cresce, avvolgendo tutto il suo corpo, e quasi al culminare anche degli spasmi potrà sentire il giovane, colpire diversi muscoli, finoa quando la sfera non sarà alla sua massima espansione ed è proprio in quel momento che una sensazione di rilassamento da parte dei muscoli l'avvolge, lasciandogli addosso uan sensazione che a lui piace. si concentra poi sulla sfera bianca che rappresenta l'energia psichica, e come l'altra sfera inzia ad ingrandirsi, facendo si che le sensazioni provocate dai pensieri e dai icordi siano più vivide in lui, che luis tesso sia più sensibile a quest'ultime, facendogli rivivere in unc erto senso anche ricordi di quando era piccolo, facendogli provare quelle sensazioni e quelle emozioni come se fosse la prima volta che le prova, e questo effetto cresce e aumenta fino a quando la sua mente nonsi calmerà piano piano, lasciando la calma e la concenstrazione al posto dell'agitazione e della confusione. Le due sfere erano così pronte ad essere spostate all'altezza della bocca dello stomaco, e quando collidono per la prima volta, quasi respingendosi dei piccoli brividi risalgono la schiene del giovane Uchiha, e più le due sfere si uniscono per formarne una sola, più questi brividi aumentano, facendo fare delle smorfie involontarie al giovane con la bocca, fino a che un brivido, uno soltanto, non gli risale la spina d'orsale, facendogli fare il classico movimento di tremolio veloce,, e vedendo quel flusso di chakra inziare a scorrere violento in lui, come un uragano. Riapre gli occhi lentamente, e altrettanto lontamente sciogli il sigillo della capra, andandoa guardarsi attorno per qualche istante, facendo un bel respiro <Bene..> Altro non dice, prendendosi il suo tempo per sistemarsi i vestiti e i capelli, poichè si presentà così: Capelli lunghi tirati in dietro di colore rosso rubino leggermente più chiari rispetto agli occhi. Una sciarpa bianca gli fascia il collo, abbellita dalla trama a scacchi, cucita con un filo di colore nero, Il soprabito non c'è più o meglio ve ne è solamente metà, ed è poggiato sulle spalle e legato con un nodo all'altezza dei pettorali. Petto nudo e braccia fasciate da delle bende, dalle dita a sotto le spalle. Alla vita porta una scirpa nera che reca il classico simbolo del suo clan: Un ventaglio di colore rosso per la metà superiore e bianco per la metà inferiore. Gli stessi pantaloni che sono fasciati da quest'ultima sono di colore bianco e sono abbelliti da delle piccole placche di metallo qua e la, tenute al tessuto con tre rivetti ognuna.All'altezza della coscia destra vi è il porta kunai, mentre alla stessa altezza ma della coscia opposta si può notare legat il coprifronte che reca il simbolo di Kusa, mentre dietro alla scheina è presente una tasca porta oggetti. Ai piedi ha i suoi classici sandali,così il giovane si presenta, mentre si avvia verso il luogo disignato per la riunione che il capo clan ha organizzato per questa sera. [Chakra On}[inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1}

21:24 Kioshi:
 Le file di serrano, il brusio dei più giovani si fa sempre più rumoroso. Qualche viso cattura l'attenzione delle giovani leve più di altri, forse per la loro fama quando la Guerra Civile di Otogakure era in atto o forse per dei tratti facciali che non li differenziano troppo dal Secondo Kokukage, Sasuke. I più giovani trovano posto davanti: un misto tra cloni ed esseri venuti al mondo naturalmente. Oh sì, le generazioni sono cambiate. Forse non è una fortuna questa. I Cloni erano esseri ordinati e precisi, i più difettosi venivano lasciati indietro. Non c'era possibilità che un Clone si potesse comportare male portando il Clan ad una pessima visione del mondo nei suoi confronti. La chiusura dei Laboratori, invece, ha permesso al Clan di iniziare a riprodursi in maniera naturale. La perfezione è andata via via sempre più sfumando ed ecco quello che ora si mostra agli occhi dei presenti in quella folla: cloni esperti che sanno cosa significhi essere un Uchiha e giovani membri che non hanno mai imparato quanto il potere dello Sharingan possa essere temuto nel Mondo. I talloni spingono sul terreno portando il corpo del jonin a sorreggersi in piedi in tutta la sua lunghezza. Il mento è alto, le spalle dritte e ben larghe e le braccia distese lungo entrambi i fianchi. I passi avanzano verso l'uscita di quella tenda dove ad aspettarlo ci sarebbe il Clan al completo, o quasi. La mano destra si innalza davanti a lui spostando lateralmente quella leggera stoffa. La sua figura si mostra agli occhi di tutti i presenti. Per l'occasione, Kioshi ha deciso di indossare il suo vecchio completo. Quello che veniva indossato al Villaggio del Suono, un po' il simbolo del Clan in quegli anni. Il jonin indossa una maglia di color bianco a collo alto e a mezze maniche. Una zip divide la maglia in due e la cerniera è tirata su fino all'altezza della bocca dello stomaco lasciando intravedere i lineamenti dei muscoli pettorali. Due polsini blu coprono metà degli avambracci in entrambi gli arti superiori. Una Shimenawa di color violaceo stringe intorno alla vita un haori ripiegato di una tonalità più scura di quella precedente. Sotto, invece, porta un paio di pantaloni di color nero di un tessuto elastico che seguono le linee dei suoi muscoli e infine un paio di stivali di color nero che si allungano fino a metà della tibia. I capelli neri si disegnano sul capo e delle ciocche cadono sulla fronte coprendo in parte la visibilità dei suoi occhi. La tenda dell'ingresso viene lasciata cadere alle sue spalle separando le dita della mano destra dal contatto con essa. Il braccio torna disteso sul fianco e Kioshi compie un ultimo passo prima di arrestare nuovamente il suo corpo. Le iridi nere osservano attente quelle altrui. Sono molti i presenti, quasi una percentuale vicina al totale dei membri. Il brusio si fa più basso, anche se in prima fila qualcuno ancora sembra chiacchierare in quella situazione. L'espressione sul viso di Kioshi è la solita: non da alcun segno di felicità. Un volto cupo, avvolto in un'identità tenebrosa. Le labbra serrate le cui curve scendono appena verso il basso. Rimane ancora alcuni secondi a fissar quei giovani davanti a lui cercando di incrociare i loro sguardi. Il jonin non proferisce parola, al momento. Li osserva in malo modo cercando di far capire che è ora che stiano in silenzio. Quel rumore in sottofondo si abbassa con il passare dei secondi fino a scomparire del tutto. I suoi occhi scuri guardano la differenza di generazione descritta in precedenza. Da chi si avvicina il più possibile all'immagine di Sasuke fino ad arrivare ad Uchiha dai capelli rossi. Un cambio radicale quello fatto dal Clan nell'ultimo periodo. Ma a cosa ha portato? Pochi secondi di silenzio e le labbra di Kioshi si aprono lasciando che la sua voce si propaghi per tutta l'area circostante. <Era da tempo che aspettavo questo momento..> il jonin inizia a parlare. La testa si muove a destra e sinistra cercando di osservare tutti, uno ad uno. <Ormai è troppo tempo che il nostro Clan vive nascosto nell'ombra altrui. Siamo stati costretti a seguire il Villaggio in questa 'Alleanza'..> sottilinea quel termine, in cui non ritrova nessun valore al momento. <.. e abbiamo finito per dimenticarci di noi stessi. Ora basta, però..> scuota la testa lasciandola cadere leggermente verso il basso. <Basta..> sussurra ora come se volesse ripeterlo solo a se stesso. <Ora è tempo di riprenderci quello che ci è stato tolto..> lo sguardo si alza nuovamente e viene puntato sulla folla. <Il Villaggio..> il tono aumenta di spessore rimanendo pur sempre molto profondo. <La Gloria..> spiega quel che vuole indietro. Gli occhi neri vengono portati sui giovani in prima fila. Li osserva attentamente. <Prima, però, qualcuno di voi non ha ben chiaro cosa significhi essere un Uchiha. Non conosce il potere che può incutere lo Sharingan. Lo leggo nei vostri occhi..> dichiara ai quei giovani che sono immobili davanti a lui. <Chi è degno di esser chiamato Uchiha, venga qui davanti a me e si presenti al Clan> un chiaro ordine da parte di Kioshi. Non è più tempo di nascondersi, no? Quindi è ora di mostrarsi al Clan, soprattutto. Chi ha combattuto per il Suono, chi ha combattuto durante la Guerra Civile e chi ha nelle vene lo stesso Sangue di Sasuke Uchiha faccia un passo avanti. [chk on]

21:46 Hanabi:
  [Accampamento | Spiazzo] Una bellezza nauseante, maledetta in quell’androginia che nulla andrebbe a togliere al glaciale fascino che ha contraddistinto i due gemelli di età diverse. Una bellezza per nulla appariscente, lontana dal canonico in quel cupa aura indecifrabile. Lo sguardo sottile e distaccato, senza alcun apparente interesse si sposterebbe progressivamente su quella folla: visi nuovi, visi noti. Una lieve contrazione dello stomaco; dodici anni. Qualche clone incrocerebbe il di lei sguardo dando una gomitata al compagno. Altri la additerebbero, bisbigliando concitatamente spostando lo sguardo sul duo. Le era mancato tutto questo? No. Schiocca morbidamente la lingua sul palato, le labbra a schiudersi, leggermente lievemente stizzita <… che cazzo si guardano> un sussurro verso Ekazu, nonostante gli occhietti continuerebbero a spostarsi ad intervalli regolari verso la ancora socchiusa tenda. Lo sai benissimo cosa si guardano Hanabi, lo hanno fatto ogni singolo giorno della tua vita. Sei l’unica Uchiha Pura rimasta in vita, sei la sorella di uno dei ninja più popolari e temuti di Oto. Il tuo viso, il suo specchio fatta eccezione per i capelli più lunghi e lineamenti più morbidi e femminili. E forse dimentichi la scia di sangue che avevi al tuo seguito gli ultimi anni passati ai laboratori? < … > un leggerissimo arricciare il naso, stizzita dalle sue stesse riflessioni. Ma ecco che finalmente un movimento della tenda anticipa l’entrata in scena di Kioshi: immediatamente le iridi grigie inchioderebbero la di lui figura, seguendone ogni elegante movimento. Lo stomaco a sprofondare per un attimo; quegli abiti, quel portamento. No, non si è ancora abituata a quella somiglianza perfetta con suo Fratello. E pensare che è questo ciò che dovrebbero provare gli altri al proprio cospetto. Un impercettibile scuotere il capo, quasi un tic che forse solamente Ekazu potrà riconoscere in un’inquietante rimando ai tempi che furono, dunque tornerebbe a fissare il Perfetto, ascoltando le sue parole. Non si muove, le braccia conserte il visetto sollevato in una posa altezzosa. Alleanza. Ombra. Gloria. Assapora ogni parte di quell’orgoglioso discorso, completamente d’accordo seppur nulla di quel gelo esteriore lascerebbe intendere quell’emozione. Ma ecco che Kioshi conclude il discorso. “Chi è degno di esser chiamato Uchiha, venga qui davanti a me e si presenti al Clan”. Solleva un sopracciglio, il viso che di taglio andrebbe a cercare quello di Ekazu accanto a se; quante volte ha dovuto farlo in passato? Quante volte l’hanno ostentata fino alla nausea agli occhi del Clan? Eppure, ora è diverso. Ora è scomparsa per 12 anni. Era pronta a questa entrata in scena plateale? <mpf.. andiamo> no, non lo era. Ma non ha importanza. Con un movimento fluido andrebbe a staccarsi dal palo a cui era poggiata sul fondo dello spiazzo iniziando ad incedere verso Kioshi, sperando di essere seguita da Ekazu. Passi solenni, impostati, pregni di un’eleganza che ostenta superbia. Il mento è alto, il portamento orgoglioso. Mormorii concitati al proprio passaggio “Ma è Hanabi” “E’ tornata” “Non era dispersa”. Se tutto fosse andato per il meglio raggiungerebbe quindi Kioshi, salutandolo con un rapido e secco cenno del capo; gli occhietti grigi che cercherebbero quelli di lui in un breve ma intenso contatto visivo. Quasi in quello sguardo vi fosse implicitamente un rimando a quanto hanno già avuto occasione di dirsi. Dunque, senza alcuna fretta andrebbe a voltarsi verso quella folla, saggiandone il numero impossibile da cogliere dalla propria postazione precedente. Sono tanti, troppi. Diversi. Capelli rossi, capelli rosa, biondi. Che diavolo è successo? Il cuore ad accellerare mentre tutti gli sguardi si poserebbero su di lei. Meno male che voleva passare inosservata <Non credo ci sia bisogno di presentazioni> il tono è fermo, vellutato eppure solenne. Le sopracciglia sollevate in pura superbia, i capelli corvini a smuoversi leggermente al vento < Hanabi Uchiha > taglia corto per ora, per lasciare spazio a Ekazu. {Chakra ON}

22:06 Ekazu:
  [Accampamento | Spiazzo] Lo sguardo è ancora basso, quando il vociare nello spiazzo scema rapidamente. Qualche leggero sussurro. Sarà arrivato. Il frusciare della tenda maestra ad interrompere quel silenzio. Una rapida occhiata ad Hanabi al palesarsi della figura del Capo Clan. E’ identico. E di rimando, anche lui ed Hanabi. Due gocce d’acqua. Le iridi bicrome che tenterebbero di incrociare fugacemente quelle di lei. Certo che percepisce l’attimo di tensione alla vista del Kioshi, e i Kami solo sanno a cosa potrebbero andare in contro, sia loro che tutti quei cloni, se solo Lei decidesse di partire. Ma, nulla accade. Ne ascolta, ora, in religioso silenzio le parole. Quel fare teatrale. La Sua supremazia sul Clan che, palese e spiccata, va a manifestarsi in ogni suo elegante movimento. Si, lui ha decisamente i geni dell’Uchiha originale. Il Clan vive nell’Ombra. Verissimo. Completamente d’accordo con ogni sua parola. In viso è impassibile, incapace di dimostrare ed esternare ogni tipo di emozione. Il Clan vessillo dell’Ombra, del Potere.. lasciato lì, confinato fuori dalle sue mura. Mezzi cloni a contaminarne le fila. Una razza, quella Uchiha, già corrotta dall’avanzare delle generazioni in provetta. Lo stesso Ekazu ne è pieno esempio. < oooh.. > il gomito che lento va a picchiettare su quello dell’amica < .. ha studiato.. > aggiunge, sussurrandole mentre l’altro accenna alle presentazioni. Lei si avvia, lui la segue a ruota. L’Armatura, ingombrante, aumenterebbe il divario tra le fila di cloni che lenti, e forse stupiti dalla loro immediata risposta, si voltano ad assistere. I calzari ninja a malapena si alzano da terra in quell’avanzare trascinato. Giungono dinnanzi a tutti. La figura del Perfetto che, in qualche attimo, verrebbe squadrata interamente. E’ la prima volta che lo vede. Lei si presenta, lui qualche passo indietro. Lo sguardo, nascosto dai lunghi ma irregolari ciuffetti corvini, a perdersi tra gli osservatori. Un rapido scattare con lo sguardo su di Lei mentre quel nome viene pronunciato. Fiera, impettita. Orgogliosa di quel che è quasi quanto lui lo è di lei. E al suo nome, inevitabilmente un vociare staccherebbe la presentazione dei due. E’ il suo turno ora. Qualche passo, così da affiancarla. Il busto, molle e rilassato, ad incurvarsi appena. < .. Ekazu Uchiha.. > metallico nello scandire le parole, quasi avesse parlato un automa. < .. e niente.. > aggiunge, rimanendo lì. Fermo, immobile.

22:13 Utente anonimo:
  [Accampamento Spiazzo] Passo dopo passo, sta raggiungendo quello che doveva essere il luogo fissato per la riunione, nona veva fretta a dire il vero, e davanti a se è palese che era nel posto giusto. Continua ad avanzare, ma non raggiunge gli altri Genin, seduti in prima fila, si ferma dietro a tutti, appoggiato ad un palo con una spalla e le braccia conserte all'altezza del petto, lasciando che quel brusio generale continuasse, mentre i suoi occhi si guardano attorno con calma, senza lasciarsi sfuggire Hanabi ed Ekazu, che osserva per qualche istante più, prima di riportare l'attenzione su Kioshi che ora si mostra al pubblico. Lo sguardo è concentrato nel sentire le sue parole, nel guardare i suoi movimenti, le sue espressioni, in fondo è la prima riunione di clan per lui, e non sa cosa aspettarsi. "Gloria, Potere, gli uchiha devono tornare ai vecchi fasti, ma come vorrà farlo?" Si domanda tra i suoi pensieri il giovane, che non dice nulla per ora, continuando ad ascoltare, guardando anche gli altri membri davanti a lui, essere tutti molti simili, assomigliare tutti a Sasuke, tranne che per Hanabi, lei era identica. "Tutti uguali..Dobbiamo tornare a come eravamo quando vi era Madara, vedendo questa clan si rivolterebbe" Un pensiero che ha tra se e se, che custodirà gelosamente, ma da questo pensiero viene interrotto, sentendo le ultime parole del Capo Clan, che sembra invitare a presentarsi davanti al palco. Per ora rimane fermo, lascia andare Quella che poi si presenterà come Hanabi. Lo sguardo viene posato su di lei "Quindi è lei, la famosa Hanabi Uchiha, interessante.." Doveva procurarsi un occasione per poter parlare con quest'ultima, ma non è ora il momento di pensarci,Shinuja, ora hai davanti a te il clan, tra poco tutti sapranno il tuo nome. Vede partire anche l'altro ragazzo, che si presenta come Ekazu, ascolta la sua presentazione un poco misera certo, ma a volta è meglio dir poco che straparlare. Si stacca dal palla, con una leggere spinta, andando a portare le braccia lungo i fianchi e incomminandosi sulla strada percorsa anche dagli altri due membri, si guarda attorno, guarda gli appartenenti del clan delle vecchie generazioni e di quelle nuove di cui fa parte anche lui, guarda gli altri due davanti a se, e poi più in alto Kioshi, il capo clan, lo fissa negli occhi, facendo un leggero sorrisetto, prima di mettersi di fianco ad Ekazu, e dare un ultimo sguardo ai presenti <Io sono Shinuja Uchiha, e sono colui che diventerà il nuovo Madara Uchiha> La voce con cui si presenta è seria, è ferma, come il suo sguardo, che non è più quello di un ragazzino sprovveduto, ma di un uomo che ha scelto quale strada percorrere e quali obbiettivi raggiungere. Non c'è altezzosità, non c'è vanto nella sua voce, solo fermezza e convizione, di chi sa chi vuole essere e di chi sarà e di conseguenza di chi sà cosa materialmente vorrà. Per ora però non dice nulla, lasciando uno sguardo anche sugli altri due membri li vicino a lui, uno sguardo convinto, rispettoso, di rispetto, prima di riportarlo davanti a se, infilandosi le mani in tasca, un gesto abituale, nemmeno ci fa caso. [Chakra On}[inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1}

22:52 Kioshi:
 Ed ecco che lentamente i membri più anziani del Clan inizia a compiere dei passi avanti. Qualcuno rimane a lato di quella folla pronunciando solamente il proprio nome donando un cenno di intesa a Kioshi. Alcuni, invece, si portano davanti a Kioshi presentandosi poi al resto del Clan. La prima è Hanabi. Come iniziare meglio di lei? La Pura si presenta a tutti e scatena quel che Kioshi voleva esattamente da lei. Sorpresa, timore, interesse. Il jonin non voleva niente di meno da lei. Il capo si china leggermente in quell'intenso scambio di sguardo. I due si sono visti pochi giorni prima ed entrambi sanno bene come la pensano su quello che sta per accadere. Il secondo a presentarsi è Ekazu. La fama dello Special jonin lo rende uno dei membri più conosciuti all'interno del Clan. La stessa occhiata donata dall'altro al jonin viene ricambiata dallo stesso. Un primo sguardo, da testa a piedi, per conoscere il ragazzo che si presenta in poche parole. All'improvviso, prima che Kioshi possa prendere nuovamente parole, qualcun'altro decide di presentarsi. La folla si sposta facendo largo ad un giovane ragazzo dai capelli rossi. Ecco che agli occhi neri come l'oscurità di Kioshi si palesa la differenza tra la nuova generazione e quella vecchia. Le iridi si spostano da Hanabi che non presenta un singolo difetto nei suoi tratti. La purezza dei suoi lineamenti fanno quasi rabbrividire. E poi dall'altra parte Shinuja. Il ragazzo si presenta svelando a tutti quale sia il suo desiderio. Il nuovo Madara. Kioshi rimane immobile nell'osservar questa scena. Colto un po' di sorpresa forse, quel nome lo irrita ancor di più. Non per la sua grandezza che non viene messa in discussione ma dal fatto che viene ricercato un esempio da seguire in un Uchiha che non ha lasciato nulla al Clan in realtà. Soltanto la sua abilità di shinobi è famosa al mondo. Cosa ha lasciato invece al Clan dopo la sua famosa battaglia con Hashirama? Niente, il vuoto più assoluto. La testa del jonin viene scossa più volte mentre si avvicina a Shinuja. Si porta davanti a lui arrivando ad azzerrare la distanza. La mano destra si alza e si sofferma sotto il mento dell'uomo sollevandolo leggermente, se lui non opponesse resistenza. Lo osserva attentamente. Quei capelli rossi, quelle iridi rosse senza la presenza delle tomoe. Ai tempi, sarebbe stato un errore di Laboratorio. Ora, le nuove generazioni di Uchiha nascono così. <Un giorno, forse, sì..> gli sussurra lasciando ancora lo sguardo fermo su di lui. <Al momento non sai neanche per quale motivo sei qui, tra le persone che ho chiamato. Pensi che basti risvegliare il potere dello Sharingan per poter essere degni di essere un Uchiha?> il tono si fa più duro adesso mentre le dita continuano a mantenere il contatto con il mento altrui. L'aria smuove i capelli davanti alla sua fronte. Le iridi nere si rispecchiano in quelle rosse di lui. Shinuja gli ha dato modo per mettere alla prova le nuove generazioni. Una semplice dimostrazione di ciò che era il Villaggio del Suono e quel che era il Clan Uchiha anni fa, prima che cadesse vittima di un profondo sonno causato dalle scelte dell'attuale Kokukage. <Ekazu> cerca di attirare l'attenzione dello Special Jonin. La mano destra si stacca dal viso di Shinuja e il suo corpo si muove verso la prima fila della folla. <Mostragli la gloria e il potere di Otogakure e del Clan. Sai cosa fare..> spiega al ragazzo dalle strane fattezze cercando in lui una reazione veloce alle sue parole. <Hanabi..> richiama la Pura ora, invece. <Vuoi spiegare tu al resto della nuova generazione, invece?> vuole un discorso da lei. Chi meglio della Pura può raccontare l'ideale del fratello Sasuke? Ognuno di voi ha un ruolo nel Clan ed ora è tempo di mettere il vostro potere al servizio di esso. Tra un'illusione e la realtà, la nuova generazione deve avere una 'lezione'. <E che nessuno fiati più da adesso..> conclude le sue parole serrando le labbra aspettando che i due si diano da fare. Questo non è il tempo per tirare fuori nomi che fanno parte dell'antichità del Clan. Bisogna guardare al futuro. [chk on]

23:31 Hanabi:
  [Accampamento | Spiazzo] Ekazu la affianca. Il viso che andrebbe a fissarlo di sbieco in quel volto impassibile; le di lui parole, quel tono monocorde, quella conclusione. Gli angoli delle labbra che andrebbero impercettibilmente ad incurvarsi in un ghigno trattenuto. Non c’è niente da fare, Ekazu riuscirà a sdrammatizzare sempre qualsiasi situazione. Avrebbe riso, l’avrebbe preso platealmente in giro, ma non ora. Nonostante quel trattamento venga riservato ormai soltanto al migliore amico, il massimo che può permettersi è quell’impercettibile sorriso, che subito andrebbe a sfumare al raggiungerli di Shinuja: non lo ha mai visto. Un breve squadrarlo in quel suo vestiario eccentrico e seminudo, coronato da un colore di capelli insolito, il nasino a storcersi appena in quell’involontario costante disprezzo che la contraddistingue. Ascolta le parole del Genin e per un istante, il gelo. Il visetto a storcersi appena, le sopracciglia aggrottate quasi non avesse capito bene. Lo sguardo cercherebbe quello di Ekazu, un sopracciglio a sollevarsi alla ricerca di intesa. Anche lei era ambiziosa, certo. Anche lei era sfrontata, irriverente, forse una delle facce toste più discusse del Clan abbia mai avuto – lungi da lei realizzare che FORSE lo è ancora -. Ma a quanto pare la stessa tolleranza che ha per sé stessa non vale per gli altri. Andrebbe a voltarsi verso Kioshi, entrambe le sopracciglia sollevate ad ostentare un’espressione interrogativa sprezzante e interdetta, quasi si aspettasse da lui una spiegazione o una reazione. Ed ecco che la reazione del Capoclan arriva; afferra il Genin per il mento, esattamente come ha fatto con lei qualche sera addietro. La Pura schiude appena le labbra, assorta dalle parole del Perfetto: ne segue il labiale, assapora il di lui dire, completamente d’accordo. Studia le movenze di Kioshi in ogni micro espressione, gli occhi assottigliati quasi stesse valutando l’effettiva fiducia che può riporre in lui, la sua credibilità. E di fatto, il capoclan non la delude; un angolo delle labbra si tende in un impercettibile sorrisino soddisfatto. Ed ecco che Ekazu viene chiamato in gioco: torna a voltarsi verso il migliore amico, cercandone lo sguardo, complice. Sa di cosa lui è capace: e stavolta, sorride. Un sorriso aguzzo, vagamente inquientante. Un sorriso di intesa, di chi sottintende un qualcosa di chiaro ad entrambi. Un implicito “Vai” vagamente sadico. Dunque è il suo nome ad essere chiamato; le iridi grigie a mantenersi su Ekazu ancora per qualche istante prima di voltarsi con un superbo movimento verso Kioshi. Lo fisserebbe, immergendosi nei di lui occhi mentre egli la invita ad esporsi di nuovo. Sa cosa vuole, non c’è bisogno di dettagli. Le loro anime già si sono fuse nello stesso fuoco, risuonando in quella melodia insolitamente affine qualche sera addietro. L’espressione è seria, fiera in quel cenno di assenso che ad egli rivolgerebbe. “Che nessuno fiati più da adesso” un brevissimo sorrisetto compiaciuto. Approva Kioshi, approva i suoi modi. Ed eccola di nuovo a voltarsi verso la folla, portandosi un passo avanti; l’espressione a tornare gelida, impassibile. Il visino a venir sollevato nella consueta insolenza che la contraddistingue, le spalle erette, impostate ed eleganti. E per un momento, le figure dei due Fratelli figure si allineeranno, sovrapponendosi in un’uguaglianza raggelante. Per un momento, lo stesso sguardo di Sasuke rivivrà in Hanabi < Il fatto che ci sia bisogno di spiegarvelo già mi delude > inizia, il tono è alto e impostato, femminile seppur nulla di artefatto vi sia in quella voce glaciale e vellutata < Avete idea del sangue che scorre nelle vostre vene in questo momento? Avete una vaga idea del potenziale che vi è stato conferito solamente venendo al mondo, tramite una ridicola provetta o tramite una madre?> una pausa, lo sguardo sottile a spostarsi sui vari volti che la starebbero fissando, leggermente intimoriti < No, non ne avete idea. O il vostro Capoclan si sarebbe risparmiato di perdere tempo.> distoglie per un momento lo sguardo dalla volta spostandolo di lato, sprezzante. Le sopracciglia ad alzarsi in un breve sbuffo di dissenso. < Il mio nome > riprende, tornando ora a fissarli < il VOSTRO nome, porta con sé un passato di gloria e potere. Un passato dove il Clan Uchiha era temuto e rispettato. Un passato di ideali, di valori, di orgoglio, di fuoco. > l’espressione a scurirsi, il tono che progressivamente andrebbe a tingersi del fuoco che da sempre l’ha contraddistinta < E sapete da dove nasceva quel fuoco? Dall’odio. Dal dolore. Dalla maledizione che da secoli sporca di sangue la nostra innata > flash. Il proprio kunai che raggiunge la gola di Ekazu. Suo fratello a soffocarla, costringendola ad uccidere le persone che amava < Ho visto alcuni di voi crollare, sotto quel dolore. Ho visto anime soffocate dal proprio passato > Non guarda Ekazu, incapace di sopportare il palese riferimento a se stessa in primis celato dietro quelle orgogliose parole < stronzate. Deboli stronzate. > i dentini a venir scoperti, quasi un ringhio alla se stessa di un tempo. Ma non si scompone, mai. < Quel dolore è ciò che potrà rendervi più forti. Sfruttatelo. Piegatelo al vostro volere. Servitevene fino alla totale obbedienza dei vostri sentimenti e rialzatevi con l’orgoglio che contraddistingue il nostro nome > solleva il viso, fiera. Le ciocche corvine a solleticarle i lineamenti affilati < Chiunque rifugga questa via, chiunque rifugga questo potenziale, non merita di portare questo nome. Non merita..> esita. Le labbra a venir serrate, il fiato trattenuto < il sangue di mio fratello. > e dunque, silenzio. Un rintocco interiore, un eco delle proprie parole. Lo sguardo resterebbe sulla folla, vuoto per qualche secondo. Lo ha detto. Un breve battito di ciglia, dunque farebbe per tornare leggermente indietro, lasciando di nuovo la parola a Kioshi. {Chakra ON}

23:44 Ekazu:
  [Accampamento | Spiazzo] Tra le fila, una chioma rossa a spiccare. Sempre più vicina, lo affianca. I bicromi lo puntano immediatamente, scivolando sulla figura del Genin quasi a squadrarne ogni minimo particolare. Ha i capelli non neri, i tratti che non ricordano quelli in provetta degli Uchiha, ma non sarebbe questo ciò che più lo interesserebbe. Le parole di lui. Pesanti, pesantissime. Lo spirito, a quella dichiarazione, ribolle. Proprio lui. Non si tratta di Itachi, di Sasuke stesso o di qualsiasi altro Shinobi. Di Madara Uchiha. L’Uchiha più forte di sempre. Suo modello, da sempre. L’Armatura, oramai sua seconda pelle, a dimostrarne la più totale fedeltà a quel vero e proprio Dio. Le labbra si schiudono appena. Non direbbe nulla. Lascerebbe la parola al Capo Clan che, dalla sua, saprebbe bene come gestire la cosa. Forse parole troppo pesanti, non pesate, dette da uno Shinobi ancora agli inizi. Ma il coraggio sicuramente non gli manca. Starà solamente a lui, e alle sue scelte, trasformare quel coraggio in risultati. Ed eccolo Kioshi, pregno di un orgoglio Uchiha senza eguali, ad avvicinarsi. Il silenzio a circondarli. Le bocche dei numerosi cloni rimangono in attesa. Gli stessi sguardi pendono dall’avvicinarsi del Perfetto al Rosso. Tutto finisce lì, per ora. E attende che l’altro concluda il discorso, richiamandolo dunque all’azione. < sei stato fortunato.. >le labbra a schiudersi appena, la testolina che lentamente ruota verso di lui, lasciando che i suoi occhi fissino direttamente in quelli dell’altro. < ho visto cloni sterminati per molto meno.. > ed è la realtà. I morti nei Laboratori abbondavano. Le pareti, di roccia nuda e grezza, erano intrise del sangue Uchiha. Ma proprio quella selezione, assoluta e senza scrupoli, ha portato il Clan, anni addietro, a conquistare il potere ad Oto. < va bene.. > il tempo di scandire quelle parole, che il Chakra verrebbe immediatamente reindirizzato ai bulbi, irradiandoli, stimolando così il gene Uchiha. Il celeste ed il nero mutano in un cremisi vivo. I tre tomoee ruotano vorticosamente. La pupilla, nera come la pece, fissa al centro. Lento, quasi pigro, distoglierebbe lo Sharingan da Shinuja. Rapido, scruterebbe i faccini Uchiha tra la folla mentre intanto le parole di Hanabi, ben lontane da una mera dimostrazione di potere, risuonano nel silenzio. Conosce quella Fiamma. L’animo di Lei scalpita. E quasi come guardiano di quel silenzio, ne assicurerebbe l’indisturbato proseguire. Quei cloni non sanno, forse fortunatamente, ciò che erano i Laboratori una volta. Ma tempi pigri formano uomini deboli. Uomini deboli causano le crisi. E di crisi, i due come tutti gli altri membri più anziani del Clan, ne avrebbero viste. L’ultima, culminante con la chiusura di Oto. Quel Clan. Quello stesso potere che in quegli attimi sembrerebbe irrorare l’aria che respirano, deve tornare nelle loro mani. Parola di Hanabi Uchiha. Non aggiunge nient’altro alle parole di lei. Non saprebbe neanche cosa dire. Si limita ad eseguire gli ordini. < come siete carini.. > bisbiglia tra se e se. Ne sceglierebbe uno abbastanza anonimo. Capelli marroncini, già più simili al corvino caratteristico. Occhi neri. Tratti affilati. Prometterebbe bene. < .. tu > l’altro capirà, senz’altro. Lo Sharingan, abbracciato dalle profonde occhiaie scure, si assesta nelle sue iridi. Alcun sigillo, le mani sono ancora nascoste in tasca. < dimmi un po’.. > sbiascica quasi < attaccheresti mai Kioshi Uchiha > una domanda che non suona come tale. Gli darebbe qualche secondo per rispondere. Il clone, evidentemente preso alla sprovvista e con tutti gli occhi del Clan addosso, scuoterebbe il capo con convinzione. <[ NO. NON POTREI MAI ]> . Un leggero accennare con il capo, convinto fermamente dalla risposta del povero Uchiha. Kioshi sarebbe proprio lì, vicino alla prima fila. < [ KIOSHI-SAMA, LA MIA VITA E’ NELLE SUE MANI. NON MI PERMETTEREI MAI] > urlerebbe, fiero, al Capo Clan. Il Chakra ribolle. Immediatamente, mentre lo Sharingan mai si distoglierebbe dalla vittima, il flusso di Chakra ad impattarlo. La mente del giovane a venir intaccata. L’Ipnosi Uchiha si attiva. Una voce nella sua mente. La voce di Ekazu. ‘’ Tu odi Kioshi. Sei tu il Capo Clan. Non lui. “ Lo sguardo del povero giovane si perde. La testolina a voltarsi, nervosa, verso il Puro. Il pugno della vittima a stringersi. Povero clone. < .. il prossimo > aggiunge, ignorando la magra fine che l’altro, probabilmente, farà. [ Chakra: 63/80 ] [ Se attivazione Sharingan III tomoee ] [ Se Ipnosi Uchiha ]

00:00 Utente anonimo:
  [Accampamento Spiazzo] Una presentazione azzardata la sua, pregna di coraggio, di ambizione che non vuole nascondere, un obbiettivo che ne nasconde tanti altri e che ora non è il caso di tirare fuori. Avverte gli sguardi altrui, non lo imbarazzano ne lo indispongono, sembra quasi stare bani li, davanti a tutti, ergersi come quello che vorrà diventare, ma con un po di modestia per non sembrar del tutto sfacciato. Osserva Kioshi poi, los guardo serio, le mani in tasca, non le toglie, si lascia afferrare sotto il mento, ne regge lo sguardo, con il suo, che è quello di un genin, di un uchiha in erba, ma con molta fermezza, con molta motivazione e volontà. Ascolta quello che gli viene detto, senza dire una parola. quando quella mano verrà levata da li, il giovane farà un sospiro, per quanto vuole essere forte, ancora è un moscerino a differenza di chi ora, sta di fianco o vicino a lui, ma la lingua non gli manca e la risposta arriva in breve tempo <Non basta risvegliare lo Sharingan per esserne degni, ha ragione Capo Clan> Afferma <Essere Uchiha, vuol dire molto di più, siamo un clan maledetto, abbiamo delle responsabilità, come riportare ai vecchi splendori il nsotro clan, ergerlo sopra ogni cosa o persona, questi occhi non sono nient'altro che un mezzo per poter riportare gli uchiha dove meritano> Va a dire, rimane nel generale, non espone a pieno la sua idea, ora non porebbe, non ne era il caso <Essere uchiha vuol idre, rinvigorire le fiamme che ora non sono altro che tizzoni ardenti e far riflettere la potenza di quel fuoco davanti agli occhi di chiunque> Asserisce, e non dice più nulla, si sposta con il volto verso Ekazu, ascolta quello che dice, un mezzo sorriso verrà posto in sua direzione, mentre ora osserva quello che sembra essere un genjutsu anche se non è sicuro di questo, ma la dimostrazione che da è parecchio forte, come il suo utilizzatore " Bisognerà guardare il vecchio, per poter tornare a splendere con il nuovo" questo è il pensiero che viene in mente al giovane, dopo quanto detto e quanto gli era stato detto. Ma per ora non può far altro che starsene li, in silenzio, a guardare, sperando di non essere lui il prossimo della lista.Almeno, per ora.[Chakra On}[inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1}

00:39 Kioshi:
 Rimane in piedi Kioshi, osservando tutto quello che si disegna attorno a lui. Hanabi prende parola e regala un discorso d'effetto a tutto il Clan. Le prime file, composte dalle nuove generazioni, rimangono ferme a fissarla quasi incantate dal suono della voce della Pura. Kioshi si trova d'accordo con ogni singola parola lasciata uscire dalle corde vocali di lei. Il jonin sapeva di poter trovare in lei un'ottima portavoce e non ha deluso le aspettative per neanche un attimo. Ekazu, invece, comprende male la volontà di Kioshi e usa un genjutsu su uno dei Cloni presenti in prima fila. La testa del jonin ruota verso di lui mentre il resto del corpo rimane fermo. Un leggero disappunto si disegna sul volto del ragazzo e gli occhi scuri osservano la figura di Ekazu. Lo sguardo del Capo Clan si muove verso quel clone che sembra essere stato perverso dalla mente di Ekazu e sarebbe pronto a muoversi verso il jonin. Kioshi scuote la testa più volte. Non parla, anche se ne avrebbe di cose da dire. Il chakra viene direzionato verso gli tsubo oculari del ragazzo e qui entra a contatto con i geni della sua innata. L'iride si trasforma diventando di un color rosso e al suo interno si forma un disegno preciso composto da vari elissi. Il Mangekyou Sharingan si attiva e attorno a Kioshi inizia ad espandersi un aura di colore nera. Il chakra esce all'esterno del suo corpo fino a che non prende forma attorno a lui uno scheletro. Prima le costole, poi le articolazioni della spalla, l'omero, l'ulna e il radio e tutte le osse delle mano. Infine, il cranio si disegna sopra il resto di quell'essere. Occhi che brillano di una luce gialla sul Susano'o di Kioshi. I fasci muscolari stringono quelle ossa ora. La mano del jonin si protrae in avanti e il Susano'o segue quei movimenti. Le falangi si avvicinano a quella copia e stringono il suo corpo sollevando da terra. Il busto di Kioshi ruota, successivamente, di 90 gradi osservando sia quel Clone da una parte e sia Shinuja dall'altra. Lo sguardo è rivolto verso l'Uchiha dai capelli rossi adesso. Il Susano'o si avvicina a lui allungano il suo busto in avanti. Kioshi porta l'indice della mano ad alzarsi verso le sue labbra chiuse. E così, allo stesso modo, il Susano'o porta le ossa dell'indice verso la sua cavità orale vuota. <Silenzio..> sussurra un'ultima volta il Capo Clan che non ama ripetersi. Lo sguardo è serio, più che mai. L'anima invece è divertita da quella dimostrazione di potere. Se non lo faranno gli altri, ci penserà lui. L'aura del chakra dovrebbe coinvolgere tutti i presenti. Ruota ancora lo sguardo verso il Clone scelto da Ekazu stringendolo ancora attorno a quella presa. Poi lo lascia cadere, da quei 3 metri di altezza. Non sarà questo ad ucciderlo, di certo. Sicuramente non tenterà più di provare a minacciarlo. Lo sguardo ruota verso Ekazu adesso <Sarei curioso di sapere cosa gli hai mostrato..> il viso serio mentre le fiamme del Susano'o vanno a spegnersi lentamente. Il chakra attorno a Kioshi scompare fino a lasciare il corpo del ragazzo nella normalità. Ora lo Sharingan si mostra ai presenti. <Questo è il potere degli Uchiha> dice a quelle prime file che sono leggermente arretrate adesso per la paura che possa toccare a loro. [Mangekyou Sharingan][Susano'o]

00:54 Hanabi:
  [Accampamento | Spiazzo] I suoni attorno a lei sembrano ovattarsi. Lo ha detto. Le labbra appena schiuse a consentire una respirazione leggermente più controllata, un tentativo di calmarsi senza mutare la propria espressione. Ha ufficialmente dichiarato la sua parentela con Sasuke in pubblico, ma non è solo questo. Aveva già imparato ad accettarlo in questi dodici anni. Ha difeso le sue volontà. Ha parlato di “meriti” del suo sangue. Lo spazio attorno a lei a dilatarsi, il brusio della folla ad allontanarsi. E per un momento, lo sentirà: delle mani inesistenti a poggiarsi sulle sue spalle, una voce melodiosa e crudele accanto al suo orecchio “Il nostro sangue, bambolina mia. Sono fiero di te” le labbra gemelle alle proprie a sfiorarle i capelli con fare predatorio. Ma non sono che istanti: trasale interiormente scuotendo impercettibilmente il capo. Un brivido lungo la schena, i suoni che sembrano tornare tutti insieme, lo spiazzo di nuovo a fuoco. Ekazu nel frattempo starebbe agendo, fa appena in tempo a vedere i suoi occhi bicromi mutare in un color cremisi ornato da tre piccole tomoe. Sbatte di nuovo gli occhietti, a cercare lucidità. Che cazzo le è preso? Cos’era quella sensazione? Sarà stato un influsso dell’aspetto di Kioshi? No, non ha tempo adesso. Tenterebbe di scrollarsi di dosso il tutto, scacciando via quei pensieri. Il musetto superbo che si costringe a seguire l’eccellente operato del migliore amico. Un respiro, un altro. Lo segue, fiera di lui. Sa di cosa è capace. Cercherebbe il suo sguardo ad ostentare approvazione, completamente ignara del disappunto di Kioshi e di quali fossero le aspettative del Perfetto riguardo Ekazu. Ma ecco che il Capo Clan ostenta finalmente il suo potere: le basta un attimo per intuire cosa stia per succedere. Quel formicolio, quelle articolazioni ad assemblarsi attorno alla di lui figura. Ricordi. Sasuke. Wooaki. Lo stomaco a contorcersi, ancora provato dall’esperienza di pochi istanti addietro, mentre lo sguardo leggermente incrinato da un sentimento soppresso rimarrebbe letteralmente ipnotizzato da quella visione. Il clone cade, gli occhi di lei a seguire quel movimento con un distacco inumano; qualche clone in prima fila si allontana con un gemito di terrore, altri a trasalire spaventati. Ma non lei, lei tornerebbe a fissare Kioshi come se l’altrui vita non avesse importanza, fin quando l’allenato corpo del perfetto non torna alla normalità. Distoglie quindi lo sguardo, spostandolo in un punto indefinito sul terreno alla sua destra, assorta, lasciando che Ekazu e Kioshi si confrontino senza intervenire. {Chakra ON}

01:24 Ekazu:
  [Accampamento | Spiazzo] E quella povera vittima, che tra qualche secondo si ritroverebbe serrata tra gli artigli del Susano’o, non centrerebbe nulla. Un piccolo errore nell’interpretare le parole del Perfetto, che ecco che la situazione degenera. Le parole del discepolo di Madara a far da sottofondo al Genjutsu. Gli occhietti, colorati dall’innata cremisi, segue i movimenti di quel clone. Un attimo di pace. Il capo di Kioshi si scuote in palese segno di disapprovazione. Non ha capito. Il capo ruota verso Shinuja. Nuovamente verso Kioshi. Intanto il Genjutsu è spezzato. < aaah.. > E se Shinuja vedrà mai Ekazu di fianco a lui, potrà notare quel susseguirsi di sguardi, capendo forse che la vittima designata era lui, e non l’altro. < ripeto.. > ora diretto con lo sguardo prima verso il Rosso < .. sei stato fortunato > per poi spostarsi subito sulla migliore amica, lì. Fiera di lui. Orgogliosa. Non si avvede, per forza di cose, delle di lei turbe. E se solo fosse necessario, raderebbe al suolo l’intera schiera di Cloni per alleviare anche di un minimo ciò che la disturba. < visto che gioch-.. > la stuzzica. Ma l’espandersi del Chakra di lui a far sbiascicare quelle parole atone < .. -ino.. > Una ventata di potere a smuovergli il crine corvino. Le placche dell’armatura svolazzano ordinate, sollecitate dalla leggera onda d’urto. Il capo che da Hanabi ruota verso il Perfetto. Il mento si solleva, seguendo i movimenti del braccio del Susano’o. Gli occhi rossi brillano di luce propria. Si specchiano quasi in quelli eterei del Dio evocato da Kioshi. I tratti palidi si illuminano, baciato dall’oscuro bagliore di quel chakra nero. Il clone sollevato in aria, lasciato poi cadere a terra. In un che di tragicomico, il viso ne seguirebbe persino la caduta a terra. Impassibile. Le manine a sbucar fuori dalle tasche. Il vento di Chakra si placa. Applaude il potere del Capo Clan. Quegli occhi, mai finirebbero di sorprenderlo. < .. niente, robe strane.. > risponde alle parole di lui. Qualche passo ad avvicinarlo ulteriormente al rosso. Proprio dinanzi al Genin, il busto si piega. Entrambe le mani si poggerebbero sulle spalle di lui. Delicate, quasi fanciullesche. Il visino ad accorciare le distanze < quello a terra lì.. > la testolina ad inclinarsi appena cosi da mostrare a Shinuja il clone collassato alle sue spalle < .. saresti dovuto essere tu.. > le labbra appena si schiudono, quasi gli sussurra quelle poche ma semplici parole. Una leggera e all’apparenza amichevole patta sulla spalla destra, e tornerebbe a voltarsi verso il pubblico. < questo è il potere.. > aggiunge alle parole di lui, a confermarne ogni singolo gesto < e quelli, sono gli occhi di chi di Potere si nutre.. > le mani tornano nelle tasche. Il mento è sollevato, ora fiero. < probabilmente, gran parte di voi morirà prima.. > come incoraggiarli < .. ma se sopravvivete, se accogliete il dolore, il Sangue dei vostri nemici bagnerà la terra > e inizierebbe a muoversi verso la migliore amica, notando solamente adesso il suo estranearsi. Un colpetto col gomito a cercar di farla ritornare. < pss > quegli occhi, lo sharingan furioso che ruota. Il viso pallido. Tutto insieme, e lui ‘’psss’’. [ Sharingan III Tomoee ]

01:38 Utente anonimo:
  [Accampamento Spiazzo] Il silenzio, quel clone che sembra impazzito tutto d'un tratto, lo sguardo del Grigio, si porta a guardare tutti i presenti con calma, anche se rimane colpito dall'abita oculari di chi ha di fianco, del potere dello sharingan, che viene ulteriormente mostrato, al massimo forse della sua potenza dal capo clan, che ruba la sua attenzione. Non è paura quella che sente crescere, non c'è timore nel cuore di Shinuja, c'è ammirazione, sia verso Kioshi, ma sopratutto verso quel potere, verso quegli occhi che appartengono anche a luie che possono fare questo"e forse potrebbero fare di più?" si domanda dentro la sua testa, venendo innondato da quel chiakra nero che si espande e che poi viene rivolto anche verso di lui. I suoi occhi rossi sembrano brillare, ad uno sguardo così ravvicnato con quel susano'o, così bello, così perfetto. Una rappresentazione di potere, una rappresentazione di superiorità è certo, e quello che fa, andando a prendere quel ragazzo per poi farlo cadere da tre metri, lo guarda di sbiffo, la sua attenzione è tutta li su quell'essere che avvolge il capo Clan, fino a quando non sparisce ed è Ekazu a farlo tornare alle realtà. Ne ascolta il sussuro e sposta gli occhi rossi verso quest'ultimo, lo fissano per un poco, e non dice nulla, osserva quel clone ancora una volta, può solo rendersi conto di quanto forte l'abilità oculare dell'altro <Al tempo, serve tempo> dirà solamente il giovane, in tono educato, rispettoso, come suo solito, usando un detto come risposta, criptico magari, ma che dava ragione a quello che ekazu voleva dire, sa che avrebbe fatto la fine del clone, sa che non avrebbe potuto alcun che, sa che deve ancora riuscire a migliorare e questo glie ne ha dato un ulteriore e stoica conferma "Se voglio essere devo imparare ad essere", ha ancora molta strada davanti, non può e non deve sbagliare "Se i loro occhi possono questo, anche i miei potranno..i miei potranno anche oltre" una frase di autoincoraggiamento questo, non voleva mostrarsi debole, non poteva, non davanti a tutto il clan, non dopo quello che ha detto questo sera, pubblicamente.[Chakra On}[inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1}

01:56 Kioshi:
 Quel Clone rimane lì disteso sul terreno, senza muoversi per ora. La sua vita gli appartiene ancora ma per il momento non sarà cosciente di quel che accadrà da ora in poi. Con la coda dell'occhio, Kioshi osserva la Pura distogliere lo sguardo da quella scena e preferisce al momento non dire niente. La reazione altrui è stata sicuramente notata però. Ekazu prova a salvarsi uscendosene con un bel discorso che porta il jonin a lasciar perdere la questione. I sussurri di Shinuja invece vengono uditi debolmente. Ora che la nuova generazione ha avuto una dimostrazione di ciò che può essere il potere dello Sharingan, Kioshi può continuare spiegando cosa accadrà nel breve periodo. Le spalle si rivolgono verso tutta la folla, ancora una volta. Le braccia tornano distese lungo i fianchi e le iridi cremisi osservano uno ad uno i membri del Clan. <Il Villaggio del Suono si è spento dopo l'entrata nell'Alleanza. E la colpa è soltanto di una persona..> l'attuale Kokukage, ovviamente. Sposta il capo da sinistra a destra e viceversa cercando di parlare a tutti i presenti. <Il tempo di Kunimitsu è terminato. Ora è tempo che lo Sharingan risplenda nuovamente sul Suono> un chiaro segnale lanciato ad ognuno di loro. Il tono rimane deciso, oscuro, cupo. Le mani fremono dalla voglia di uccidere la Yakushi. <Questa dimostrazione è servita per farvi capire che non possiamo più commettere errori da oggi. Il Clan Uchiha deve tornare ad essere l'eccellenza del Suono, in ogni sua sfumatura> sotto l'aspetto mentale, sotto l'aspetto militare. Un Uchiha non ha più bonus da giocarsi nella sua esistenza. Tutti i bonus sono stati giocati in precedenza da chi era all'interno del Clan. <Conquistiamo il Villaggio del Suono e conquisteremo la nostra gloria> usa le parole per spronare i membri del suo Clan ad accendere la fiamma insita in loro. Lo Sharingan Ipnotico va a dissolversi lasciando che l'iride ritorni completamente nera. Alcuni secondi di silenzio nascono in quel luogo. Kioshi non interrompe mai lo sguardo con gli altri Uchiha. Il primo che abbasserebbe lo sguardo, darebbe l'idea di non esser pronto ad affrontare una sfida del genere. <Il fallimento non è contemplato. Sia chiaro..> lascia scivolare quelle ultime parole nell'aria per farle arrivare a tutti loro. Un ordine, il suo. Vietato fallire. Vietato sbagliare. Kioshi non transige su questo. [chk on]

02:20 Hanabi:
  [Accampamento | Spiazzo] Oh, se solo avesse guardato Ekazu invece che Kioshi. Se solo avesse potuto vedere la reazione del migliore amico alla mastodontica tecnica di clan a quest’ora probabilmente si starebbe strozzando con la sua stessa saliva nel tentativo di restare impassibile. Ma purtroppo non è andata cosi. Shinuja, Ekazu, Kioshi sono momentaneamente in secondo piano rispetto il proprio flusso di pensieri che ruota ossessivamente attorno ad un volto che era convinta di saper ormai gestire. Flusso che all’improvviso, quasi un sasso nell’acqua, viene interrotto. “Psss” un rapido scuotere il capo, gli occhietti grigi ad incontrare quelli del migliore amico accanto a lei < Mh? > si riprende rapidamente, gli occhietti a venire strizzati un paio di volte in un rapido sfarfallio delle folte ciglia. Un brevissimo recap mentale delle ultime parole che sarebbe riuscita a cogliere di sfondo “probabilmente gran parte di voi morirà prima” <.. ottimista... > risponderebbe ad Ekazu in un mormorio sarcastico, quasi sarebbe stato giusto dire “la totalità”, un sopracciglio a alzarsi eloquente in quell’espressione che tornerebbe ora glaciale e superba. Dunque ecco la voce di Shinuja a raggiungerla, ancora una volta determinato nei suoi obbiettivi. Anche lei era cosi? Si, ma lei non conosceva il rispetto. Lei ha rischiato di farsi ammazzare 6 giorni su 7 < I tuoi occhi non è che potranno…> interverrebbe in quel discorso, il viso ad inclinarsi appena lasciando che le ciocche corvine le taglino lo sguardo < TU potrai fare oltre. DOVRAI fare oltre se sei realmente convinto delle tue ambizioni.> un consiglio? Uno stimolo? Una critica? Chi può dirlo dietro quel viso severo e glaciale, pregno di superbia. Ma ecco che il Kioshi torna a parlare; distoglierebbe immediatamente lo sguardo dal Genin tornando silente a fissare il Perfetto. Non sa che ha notato le sue reazioni di poco prima e probabilmente è meglio cosi. Lo ascolta dunque; parole fiere, degne di un Capo Clan. Solleva il mento, assorta, presa, completamente in sintonia con le parole di Kioshi. “Il tempo di Kunimitsu è terminato”. Un brivido di eccitazione mista a impazienza lungo la schena. Quanto ha aspettato questo momento? Per quanti anni ha bramato di sfigurare il volto di quella donna? < Facciamo fuori quella troia > un sussurro appena udibile ad Ekazu al fine di non disturbare Kioshi, i dentini stretti, serrati in un ringhio muto e assetato di una vendetta covata negli anni “il fallimento non è comtemplato”. No, non lo è. Tenterebbe di incrociare lo sguardo con Kioshi in un lento cenno di assenso e approvazione, dunque sposterebbe lo sguardo verso la folla, ancora presa dal discorso del Perfetto. Ancora nessun verso di approvazione, la platea è completamente assorta. Dovrebbe stare al suo posto. Dovrebbe lasciare che le reazioni vengano da se. Già, dovrebbe. Ma Hanabi è mai stata al suo posto in 28 anni di vita? < E questo sarebbe il fuoco del nostro Clan?! > la voce determinata a richiamare gli occhi di tutti < E’ questa la vostra determinazione nel riprenderci il nostro cazzo di Villaggio e la nostra gloria?!? > fuoco, puro fuoco nella Pura. Pura impulsività in quel richiamare l’altrui assenso. E di fatto, dopo un brevissimo istante, il clan esploderebbe in grida di approvazione, grida determinate. Qualcuno più entusiasta solleverebbe i pugni, qualcuno in grida di conquista. Hanabi? Hanabi sembrerebbe poco soddisfatta, quasi quella reazione fosse appena sufficiente rispetto alla missione che li aspetta e alla gratificazione in caso di vittoria. Schiocca la lingua sul palato, le sopracciglia sollevate, scettiche, dunque farebbe un ciondolante passo indietro spostando lo sguardo verso Ekazu in un implicito “ma ti pare normale?”. Dunque lo sguardo tornerebbe su Kioshi, le grida fomentate del Clan di sottofondo. {Chakra ON}

22:12 Ekazu:
  [Accampamento | Spiazzo] Di fianco ad Hanabi, cerca di attirare la sua attenzione, richiamandola a se. Lo sguardo di lei puntava a terra, perso. Lei, prontamente risponde. La visione, nel suo discorso, certo che era ottimista. Da esperto della retorica qual è (cit.) sarebbe stato imprudente mettere dei giovani ed inesperti Cloni dinnanzi ad una realtà a loro ancora estranea. La terapia d’urto non sempre si rivela efficace, e non tutti hanno fermezza e convinzioni forti abbastanza da saper affrontare l’idea della morte. < oh beh.. > le risponde, lasciandola continuare nelle sue parole. Lo sguardo bicromo, tagliato dal mezzocalare delle palpebre, ad alternarsi sui due, seguendone il botta e risposta <.. vero confermo tutto> aggiungerebbe in direzione di Shinuja mentre, col visino che andrebbe ad avvicinarsi all’orecchio di Hanabi a lui piu vicino < .. poi queste cose me le devo segnare.. > belle parole, sottolinea ironico seppur nella voce nessuna sfumatura ne accompagnerebbe il dire. Intanto, il Perfetto continua la Sua marcia al Potere. Il nome di Lei a risuonare nello spiazzo dell’accampamento. Il visino è ancora a pochi millimetri dall’orecchio di Hanabi. ‘’Il tempo di Kunimitsu è terminato. Ora è tempo che lo Sharingan risplenda nuovamente su Oto ‘’. Le labbra si schiudono, tese. Gli occhi, ancora cremisi dall’innata, si spostano lentamente sul Perfetto. Loro non sanno. Una morsa allo stomaco, intensa quanto istantanea. Rimane immobile. Lascerebbe che l’altro concluda il tutto. Hanabi aggiunge il suo. Gli occhi che ora da lui, vanno su di lei. Ruotano lenti. Qualche secondo. Il busto che tornerebbe dritto, cosi che il capo pigramente torni ad allontanarsi dalla migliore amica. Rimane in silenzio, cercando ora di chiudersi qualche secondo in se. Il Marchio, assetato di potere, fortunatamente ancora dorme. In sottofondo, le parole di lei ad ovattarsi nella sua mente. Sono attimi in cui la sua stessa percezione del mondo risulterebbe alterata. Ogni senso, ogni sua forma di attenzione d’urgenza a canalizzarsi sul cercare di contenersi. Ce l’hai fatta, non puoi perdere adesso. Kunimitsu è morta, Ekazu. L’hai uccisa tu. Come un mantra, lo ripete a se. Il silenzio di quella caverna, l’umidità delle pareti. Quasi ritorna agli attimi in cui avrebbe domato la volontà di Lei. Ma all’improvviso, le urla dei Cloni. Il viso pallido si solleva, verso la folla. Il battito che, lentamente, tornerebbe a regolarizzarsi. < si ma non urlate.. > sbiascica, quasi impercettibile agli altri. [ Sharingan III Tomoee ]

22:25 Utente anonimo:
  [Accampamento | Spiazzo] Quelli che dovevano essere solamente pensieri, invece si sono tramutati in parole, che sonos tate sentite anche dalla giovane Hanabi Uchiha e di conseguenza anche da Ekazu che stava tra loro. Si volta verso quest'ultima sentendo le sue parole e il suo sguardo su di lui, ascolta tutto quanto e poi risponde con tono basso, sussurrato per non disturbare il capo clan, <con il tempo, dimostrerò a questo clan che non sono solo parole> Afferma con tono fermo, ma gentile e cortese, pacato andando a sorridere verso Ekazu poi, senza dire altro, mentre torna a guardare gli altri membri del clan, e la voce di Kioshi ancora risuona forte negli orecchi dei presenti, 'Quindi è Oto la nostro missione..un'altra guerra, altro sangue', pensa, il che non è la cosa migliore per lui, ma è solo un genin, non può cambiare certo l'idea del loro attuale leader. <Che sia> Andrà a sussurrare impercettibilmente, mentre continua a posare los guardo su tutti, fermandosi poi su quel clone che è ancora a terra, facendo un leggera smorfia, sapeva che lui non sarebbe stato tanto meglio al posto del clone, non si sente di giudicarlo, passa oltre, analizza quegli sguardi quelle figure, è tutta al sera che guarda i presenti, che guarda il suo clan, per quanto possa amare il clan, per quanto vive per il clan, vede in questo errori che forse potevano essere evitati, 'non posso giudicare quello che è stato fatto, dovrò trarne insegnamento e riportare il clan nella retta via..' Un ultimo pensiero, prima che la folla, scoppi in urla e quant'altro in preda a quel fuoco che kioshi aveva instillato e ravvivato dentro ognuno di loro.[Chakra On}[inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1}

22:51 Kioshi:
 Hanabi incita il Clan a mostrare la propria fiamma. Lentamente, le loro urla si uniscono in un coro all'unisono. Grida, incoraggiamenti e pugni che battono contro i palmo opposti. Il fuoco del Clan Uchiha si accende tutto d'un tratto dopo quegli attimi di tensione. I membri più anziani esternano la loro volontà di tornare a primeggiare nel Villaggio del Suono mentre le generazioni più giovani seguono secondo dopo secondo quell'incitamento lasciando da parte la paura iniziale. Ecco il Clan che lascia incendiare la propria anima grazie alle parole dei membri più anziani e famosi. Kioshi osserva tutti loro tramite il suo scuro sguardo. I suoi occhi non tralasciano nessuno. Hanabi, Ekazu, Shinuja e tutti i presenti, dai più giovani ai più anziani del Clan. Ognuno di loro dovrà dare il massimo in questa battaglia e Kioshi non vuole lasciare nulla al caso. Le iridi nere cercano di trasmettere quella sete di ambizione che vive in lui. Il jonin vuole donare ad essi la fame di potere che in questi ultimi mesi hanno cambiato completamente la sua esistenza. Ormai quel Kioshi che viveva nell'ombra di Arima non c'è più. Lasciato in un angolo profondo e oscuro della sua anima, quella parte di lui giacerà per sempre nel sonno. Per cambiare qualcosa, devi cambiare prima tu. Ed è questo ciò che ha fatto l'Uchiha. Lui è diventata un'altra persona. Si è posto degli obiettivi e dei sogni da realizzare. Ogni suo passo è stato deciso per poter arrivare a questo esatto punto. E adesso manca soltanto l'ultimo step da eseguire. <State pronti. Otogakure ci aspetta..> un ultimo ordine il suo. Tutti non devono abbassare l'attenzione da oggi in poi. Ogni momento può essere quello buono per marciare verso il Villaggio del Suono. Il corpo di Kioshi ruota e i suoi passi si direzionano verso la sua tenda. La mano destra sposta nuovamente la stoffa dell'ingresso e la figura del Capo Clan sparisce dietro di essa. Il suo movimento termina davanti alla sua poltrona dove Kioshi si appoggia nuovamente. La schiena viene spinta verso di essa aderendo completamente con quel materiale morbido. L'ulna e il radio vengono appoggiati entrambi sui bracciali della poltrona. Lo sguardo rimane fisso davanti a lui. Il jonin sente ancora quelle voci fuori dalla tenda e rimane in silenzio ad ascoltarle. Ora è davvero arrivato il momento di far sul serio. Il piano tanto atteso è giunto al suo inizio. In lontananza, Kioshi può udire qualcosa: il Suono che ritorna a incutere paura all'intero Mondo. Siete pronti, Uchiha? Questa è l'ora dello Sharingan. [end]

23:07 Hanabi:
  [Accampamento | Spiazzo] Ekazu a spalleggiarla, come sempre, da sempre. Un lieve sollevare le sopracciglia a quel “poi queste cose me le devo segnare, un impercettibile e tacito assenso in quelle labbra sottili che tenderebbero leggermente gli angoli in un sorrisino mal celato. Del resto, quanti cloni li hanno sfidati promettendo di tornare più forti un giorno e quanti giacciono ora sepolti prima di aver adempiuto a quella promessa? Abbastanza per concedere al duo quel sottile scetticismo. Shinuja quindi le risponde, e gli occhietti dal taglio glaciale tornerebbero sul rosso, inchiodandolo con quello sguardo penetrante e distaccato che l’ha sempre contraddistinta < Vedremo. > una sentenza? Una sfida? O uno spronarlo? Impossibile decifrarlo in quei lineamenti impassibili e superbi. Manterebbe lo sguardo sul genin per qualche istante, quasi potesse leggergli nell’animo e dunque tornerebbe su Kioshi. Lo osserva guardare uno ad uno i membri del Clan, inclusi loro; risponde al suo sguardo quando cercherà il proprio. “Otogakure ci aspetta”. I pugnetti lungo i fianchi a stringersi leggermente, contagiati da quella determinazione che la circonda – fatta eccezione per Ekazu a quanto pare - . Lo faranno. Si riprenderanno Oto. Si riprenderanno il loro passato. Ma soprattutto, uccideranno quella donna; rapide immagine a susseguirsi negli occhi della Pura. Se stessa in terra, sanguinante, un dolore lancinante a mozzarle il respiro. La risata gelida di Kunimitsu. Urla di odio sovrapposte a scherno. Gli occhietti a venire chiusi per un istante: morirà. Vuole vedere il suo viso soffrire, deformato dall’agonia. Vuole vedere il suo corpo smembrato e lacerato, vuole bruciarla fin quando potrà ancora provare del dolore cosciente, e oltraggiare il suo cadavere fin quando non sia più riconoscibile. Gli occhi affilati vengono riaperti, le labbra a schiudersi in un tenue sospiro controllato. Kioshi rientra nella sua tenda, rompendo le righe e lei, di conseguenza, si volta verso Ekazu disinteressandosi completamente alla folla. Quasi non avesse bramato altro che sottrarsi a quei riflettori < … Andiamo > un invito, dunque tenterebbe di superarlo con un invito del capo cosi da allontanarsi dalla loro visibile posizione. Un lento incedere, i capelli a smuoversi sul viso gemello a Sasuke mentre si allontanerebbe senza fretta dallo spiazzo < cerchiamo il tuo cazzo di gelato > una nota celatamente divertita nel timbro cupo, mentre, se l’amico la stesse seguendo, andrebbe a sparire in quel corridoio di tende. Il dado è tratto. Sia per Oto, che per il gelato di Ekazu. [//END][ Chakra ON ]

23:32 Ekazu:
 E se gli altri, alla promessa di Kunimitsu morta, non riuscirebbero più a trattenere l’emozione, lui ancora stenta a crederci. La vendetta che libererà un giorno Oto sicuramente arriverà. Ma non sa quel giorno come si ritroverà a reagire. Lui da un lato, Hanabi, la sua migliore amica, la sua migliore amica da un altro. Di fronte a loro, Kunimitsu, sua Padrona, il Clan, la sua vita. Le palpebre lente calerebbero, strizzandosi quasi in un nervoso scattare. Quasi volesse scacciare, ora come ora, tutti quei pensieri praticamente inutili. Ma la vista di lei, a terra, sofferente per mani di altri.. Le dita si serrano nei pugni, nascosti nelle tasche. Ogni muscolo teso, a contrarsi in rapidi spasmi. Lei è morta, ma nella sua mente. Niente li lega più, se non fosse per quel Marchio ora domato. Le parole di lui a scandirsi, imponenti, tra la folla entusiasta. Lo sguardo celato che intanto riprenderebbe i suoi colori, mostrandosi nuovamente alla luce. Di fianco, Kioshi che rientra nella sua tenda. Le iridi bicrome ne seguono i movimenti fin dove possibile. Il frusciare della tenda di lui, e la sagoma del Perfetto sparisce nel buio da dove era venuto. Dinnanzi a loro, la folla inizia a liberare lo spiazzo. C’è chi parla, eccitato e rinvigorito dall’orgoglio del Clan. Chi, invece, mogio e pensieroso si avvia verso la propria tenda. ‘’ Andiamo.. ‘’ E’ ora del gelato. Il capo ruota verso di lei. Sorriderebbe, se solo potesse. Ma no. < a limone.. > aggiunge alle parole di lei, mente intanto sempre a qualche passo dal suo avanzare, si incammina, allontanandosi anche dall’altro Uchiha, Shinuja. Un piccolo cenno con lo sguardo al fortunato Genin, per poi abbandonare definitivamente l’accampamento. Voci dicono che lo stesso Ekazu, giunto in prossimità della gelateria, abbia confessato di essere al verde. < non ho i soldi però.. > le sue ultime parole all’amica, seguite poi da urla incomprensibili e rumori di vetri infranti. //END

23:41 Utente anonimo:
  [Accampamento | Spiazzo] Lo sguardo si posa di nuovo su Hanabi, regge quello sguardo, vuole penetrarlo, sorride al suo dire <Fatemi sapere quando siete liberi da impegni, mi piacerebbe parlarvi> Va a dire sia ad Hanabi che ad Ekazu <Per favore> Non comanda, chiede, ed anche con cortesia e rispetto il giovane che poi, sposta los guardo su Kioshi, seguendolo nei suoi movimenti, facendo un leggero sorriso, che subito va a cancellarsi dal suo volto. Non approva tutta questo sangue da versare, ma comunque sia, dovrà farselo andare bene, forse gli sarà utile questa guerra se avrà il risultato sperato, e se lui sopravvierà, visto che è solo un Genin. Risponde al cenno di Ekazu e li segue con gli occhi, andarsene, come stanno facendo tutti gli altri, rimarrà da solo li, per qualche istante, prendendosi il suo tempo per poter riflettere su cosa non ci è concesso saperlo, prima di incamminarvi vrso il centro di Kiri, in fondo se Ekazu aveva voglia di gelato al limone, Shinuja aveva voglia di Ramen e si, notiziona, aveva anche i soldi per poterlo pagare. [Chakra On}[inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1}[END}

Il Clan Uchiha si riunisce per prepararsi al piano di Kioshi. La nuova generazione di Uchiha viene messa di fronte a ciò che il Clan si aspetta da loro.

Siamo fottutamente pronti per un po' di sangue.