Alone, 404.

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con Ekazu

17:05 Ekazu:
  [Caverna] Ren non è lì, con lui. In una delle tante grotte, è solo. Attorno a lui, il silenzio più totale. Il solo battere incessante e violento della pioggia sulla nuda roccia dei pendii scoscesi delle Montagne a spezzare quell’illusoria quiete. Una calma che solamente nell’aria risulterebbe essere tangibile. Dentro di se, le urla. Urla sempre più forti, violente, presenti. Urla confuse che non direbbero niente. Un Chaos che, giorno dopo giorno, lo sta sempre di più consumando. Gli occhietti sono chiusi, con forza. Quasi vogliono privarsi della fievole luce che filtra attraverso le nubi. Infondo alla caverna, è seduto. L’Armatura è buttata a morire in un angolino a qualche metro da lui. Stessa sorte per la parte superiore del completo nero. Indossa solamente un paio di pantaloni neri, strozzati all’altezza delle tibie dalle tipiche fasciature ninja logore e sporche. Ai piedi, un paio di calzari ninja scuri, stretti in punta. La schiena nuda, arrossata a chiazze dal contatto con la roccia tagliente, si appoggia pigra sulla parete. Il Marchio, nudo e visibile, spicca nel contrastare il pallore della carnagione. Il fisico asciutto, esile ma ben delineato nella sua acerba muscolatura, appare tuttavia teso. Gli addominali sono contratti. Le braccia sono ritte. Le dita si incastrano tra loro. I palmi a baciarsi. Le unghie affondano nei dorsi delle mani. Le gambe, divaricate, ad accennare ogni tanto rapidi spasmi. Il suo fisico sta cedendo. Non dorme, mangia ciò che basta a non farlo morire di stenti. Le occhiaie che ne circondano lo sguardo afflitto da quell’eterocromia, ad ogni giorno che passa diventano più nere. < uuuh.. > le labbra sottili, impallidite, si schiudono appena in un lamento metallico, atono. La testolina si abbassa, cedendo su se stessa. I ciuffi corvini, irregolari, ne coprono i tratti affilati, ma terribilmente provati. Perché sta accadendo questo. [ chakra: on ]

17:34 Ekazu:
  [Caverna - Mente di Ekazu] Perché sta accadendo non lo sa neanche lui. O almeno, vorrebbe non saperlo. Ma lui sa, ed è questa la chiave di tutto. Lui sa cosa gli sta accadendo. E’ pieno di contraddizioni. Nelle vene, dentro di se, il sangue del Clan Uchiha a dettargli il potere. Il non sottomettersi a nessuno. L’Orgoglio che nel tempo è sempre più stato messo da parte.. per Lei. Eccola. Un flash bianco a spazzare via l’Oscurità ed il Chaos dentro la mente di Lui. Dal nulla, la chioma violetta. Le curve sinuose. Quasi pare che scenda dall’alto, come un Angelo. Lui lì, in ginocchio. Uno spazio bianco, luminoso come il Sole a mezzogiorno, a circondarli. Il suono dei tacchi di Lei a risuonare in quella totale desolazione. Il lungo vestito bianco quasi danza ad ogni suo passo, aderendo ad un fisico dannatamente attraente. E proprio quel fascino, quel potere, quasi lo acceca più di ogni altra cosa. <[Quanto tempo è passato.. ]> la lingua serpentina schiocca il palato. Un sorriso affilato a curvarsi sul visino della Kage. Gli occhi ambrati di lei si posano immediatamente sul Marchio. <[.. mio caro Ekazu]> La promessa del potere. La Guerra che andava per le lunghe, e l’Uchiha convocato lì, da Lei. Tutto ebbe inizio quel giorno. <.. perché mi hai lasciato da solo > diretto, a chiederle in quel dialogo frutto solamente del suo pensiero. Ma sembra tutto così reale. Sente che è lì. Ed anche il Marchio, in quella caverna umida, quasi sembrerebbe reagire involontariamente eccitato dal ribollere del Chakra Uchiha. < ho fatto tutto.. voglio tornare a casa.. > non vi sono emozioni nelle parole. Ma è palese. Se solo potesse, la voce verrebbe meno. Il magone sul volto non è percepibile, ma è presente. Il dolore si maschera in quell’invisibile magone. < [A casa?] > domanda Lei. L’indice destro, dubbioso, a posarsi sul mento. Pochi secondi, e scompare. <[ cos’è casa Ekazu..? ]> ricompare dietro, seduta, quasi appoggiata a lui. Le labbra rosee si posano a pochi millimetri dall’orecchio dell’Uchiha. Le dita, smaltate di nero, che affilate ne accarezzano le spalle. Lui rimane immobile. Sente lo sfiorarlo di Lei, ma lascia fare. L’indice destro gioca sul suo collo, lì dove ne ha sancito la sua proprietà. < [ ti dona sai.. ] >

18:07 Ekazu:
  [Caverna - Mente di Ekazu] L’unghia affilata quasi lo graffia a sangue nel saggiarne le forme. Fatale, ma ipnotica. Questo è ciò che la renderebbe così pericolosa. La chioma violetta che, disordinata, ricade in avanti solleticando la candida pelle di Ekazu. Proprio lui, tenterebbe di puntarla. La coda dello sguardo a cercare di incrociarne le iridi ambrate, mentre intanto Lei continua a giocare con lui. Come ha sempre fatto. <Oto è casa.. è il mio posto..> si lascia sfuggire in quel suo appena accennato farfuglio. Ma eccola. <[AHAHAHAHAHAHAH]> scoppia a ridere. La femminilità lascia spazio al Mostro. La voce quasi si distorce. Il busto di lei, prosperoso e ben mostrato dall’aderenza del vestito, si piega all’indietro. <[ è questo ciò che hai da dirmi, Ekazu? ]> le unghie affondano nelle sue spalle, dandosi così la spinta per tornare in posizione eretta.. Lui inevitabilmente rizza la schiena, preso dal dolore. Qualche passo a scandirsi alle spalle di lui. Una cantilena che anni fa ha imparato a riconoscere tra le tante. <[mio povero Uchiha..]>lo sguardo serpentino a fissarlo dall’alto. Giunta ora di fronte a lui, si piega sulle ginocchia. I visini alla stessa altezza. Gli sguardo a perdersi l’uno nell’altro. Silenzio. Ma sono vicini, tremendamente vicini. Il Chakra pulsa, e immediatamente l’eterocromia si trasforma in un pieno Cremisi. I tre tomoee ruotano. Lei li osserva, estasiata. <[aaah..]> le labbra si schiudono, l’esalare quelle parole culla il ciondolare delle ciocche corvine. I respiri si fondono in quella loro così invadente vicinanza. < [ eccolo lo Sharingan.. ] > un sorrisino a curvarsi sul volto, mentre con il dorso della mano delicatamente lo sfiora. < ho fatto tutto ciò che mi hai chiesto.. > lui perso, completamente. E’ nelle Sue mani. Se solo volesse, e se solo fosse reale, potrebbe tranquillamente ucciderlo. Intanto il Marchio pulsa, nervosamente. Forse richiamato dalla Sua Padrona. I muscoli del collo si piegano in spasmi. Le vene pompano più del normale. Il corpo è piegato al Suo volere. Ma su quel volto, la Maschera non si crepa. La testolina si abbassa. < .. non ho più nulla da dimostrare.. > sussurra.

18:26 Ekazu:
  [Caverna - Mente di Ekazu] Lei, spudoratamente falsa, quasi sembra accoglierlo in quel lamento. Le mani che adesso scivolano sul suo collo, così da intrecciarsi delicatamente nei suoi capelli. < [ mio piccolo Ekazu.. ] > la voce è calda, materna quasi. E fa con l’accoglierlo. Il viso di Lui si poggia sul suo petto. Le braccia lo stringono a se. Lui, completamente inerme, si lascia cullare. < [ cosa ti hanno fatto.. ] > Le palpebre di lui si chiudono, rilassate. Da quanto tempo attendeva questo momento. Erano anni che desiderava riunirsi con la sua Padrona. Ed ora è lì. Nessuno più potrà mai allontanarlo da lei. Mai più. Staranno insieme, per sempre. Passano i secondi. Nell’aria, totale silenzio. I soli sbuffetti di Ekazu, tesi, nervosi ma via via sempre più omogenei e rilassati, ad annunciare la loro presenza. Le braccia di lui che, lentamente, tentano di abbracciarla. Impacciate cingono il vitino da vespa di lei. < [ Sh, sh.. ] > quanto dannatamente simile al più velenoso dei Serpenti. < [ Ora andrà tutto bene.. ] > lui completamente riversato su di lei, immerso con lo sguardo e con i pensieri in un’apparente tranquillità forse ritrovata. Ma no. Il sorrisino benevolo muta gradualmente un ghigno malefico. I canini acuminati, bestiali, nel loro mostrarsi spezzano l’armonia sul visino d’angelo. Il Marchio è davanti a lei. Lui ha abbassato la guardia. Le pupille si restringono riducendosi ad una fessura nera, immersa completamente nel giallo viperino. La pelle candida si trasforma; a chiazze, scaglie draconiche ne deformano i lineamenti. < Mia Signora.. quale sarà il suo prossimo ordine.. > spezza il suo silenzio. Le unghie nere, in un che di felino, si allungano improvvisamente. Vero e proprio fumo a soffiare dal muso. La vera natura della Yakushi si sta mostrando. < .. mia signora.. > continua, in quel suo dire ovattato < [ morire ] > sussurra lei.

18:47 Ekazu:
  [Caverna - Mente di Ekazu] Gli occhi di lui si spalancano. Lo Sharingan, richiamato dal pericolo, inizierebbe a ruotare. Ma è tutto così veloce. Gli artigli immediatamente puntano la gola di lui. Ne lacerano la carne. La cicatrice sulla giugulare si riapre. Zampilli di sangue bagnano la pelle squamata della Yakushi, tingendola di rosso. < [ MUORI. MUORI. MUORI. MUORI. MUORI. MUORI. MUORI. MUORI. MUORI. MUORI. MUORI. ] > e continua, imperterrita. Inferisce. Più e più volte, le unghie affonderebbero nel suo corpo. Potesse, quasi ne tirerebbe via veri e propri brandelli di carne. Lei urla. La voce gentile e femminile cede alla mostruosità. Stona, le corde vocali si lacerano. Ma lui, non urla. Non reagisce. Gli occhi, ancora spalancati, assisterebbero al violento gocciolare in aria di quelle gocce rosse. Cosa sta facendo. Perché mi sta facendo questo. Eravamo qui. Io, Lei. Noi. Lo sguardo è vuoto, completamente appannato, perso in quel surreale orizzonte luminoso. Ed in sottofondo, appena percepibile, il suo ‘’MUORI’’ ripetuto. E’ ancora lì, sul suo petto. Ma, non muore. Gli ambrati rettiliani si spalancano. Proprio a pochi centimetri da dove lei avrebbe affondato in quel suo scellerato attacco, il Marchio si attiva. Pulsa, contro di Lei. Fiamme nere, disordinate iniziano a propagarsi sulla metà sinistra del corpo. L’artiglio di Lei si ferma a mezz’aria. Anche nella realtà il Marchio da solo si attiverebbe. L’oscurità totale nella caverna. Un lampo improvviso. Il bagliore a sciogliere le tenebre. Il corpicino malandato dell’Uchiha, seduto a terra spalle a muro in un angolo, a ricoprirsi del manto maledetto. < [ IMPOSSIBILE ] > urla. Lui, nel più totale silenzio. Lascerebbe parlare il Sigillo che, scioltosi completamente, si fonderebbe anch’esso col fiammare scuro. < .. perché > la voce metallica risuona, mentre col viso è ancora appoggiato sul Suo petto. L’Artiglio riprende la sua corsa verso le sue carni, ma quelle stesse fiamme sembrerebbero proteggerlo. Lei lo spinge via. Lui cade viso a terra. Sul volto, nulla muterebbe. Rimbalza sul pavimento brillante come un corpo morto. Solamente lo Sharingan a dar segni di vita. E con la guancia a poggiarsi a terra, proprio lo Sharingan si muoverebbe verso di lei. Dal basso verso l’alto. < muori > [ Atitvazione: Sigillo del Cielo I ]

19:09 Ekazu:
  [Caverna - Mente di Ekazu] Disteso a pancia in giù, continua a fissarla. Lei fa qualche passo indietro. Traballante, per nulla elegante. Cerca di aumentare le distanze tra i due. E’ un qualcosa di ridicolo. Fino a pochi attimi prima, lei sorniona e provocatrice lo avrebbe accolto a se. Ora, proprio lei, lo rimanda via, lasciandolo rantolare in quella maledizione a Lui donatagli. Deja-vu? < muori > ancora, il proferir parola completamente atono. I palmi di entrambe le mani a poggiarsi a terra, a darsi così la spinta. Il corpicino ad accompagnare il tutto. Un lento innalzarsi, degno forse del peggior dei non morti. Quasi si trascina nei movimenti. < muori > lei non proferisce parola, ma quasi vorrebbe. Nella realtà potrebbe metterlo a tacere. Ma lì. Lì è Ekazu che comanda. E’ la sua mente, e forse per la prima volta in vita sua ne ha il pieno controllo. Lei balbetta. I passi che arretravano, ora si arrestano. Il trascinarsi in avanti dell’altro si trasforma rapidamente in un assalto. Le distanze si azzerano rapidamente. La testolina è ancora tenuta bassa. Lo Sharingan furioso, cremisi nella sua bellezza, punta a terra. Il cremisi dell’innata a scontrarsi col nero delle fiamme. Le mani di Lui ad affondare nella gola di lei. I pollici che furiosamente premono alla base. < muori > aggiunge. Nello slancio, entrambi finiscono a terra. < muori > Lei sotto, lui sopra. Il peso del suo corpo a schiacciarle l’addome. E proprio sfruttando il peso, premerebbe ancora di più. Il volto impassibile di lui. Le smorfie di dolore di lei. La sclera degli ambrati a tingersi di rosso. La bava a scivolare ai bordi delle labbra. La sta uccidendo. Sta finalmente eliminando l’ultima traccia di Lei dentro di lui. < muori > ancora lui < [ FALLO ] > negli ultimi sprazzi di voce, urla. Poi il silenzio. Il sottile collo da cigno, ora livido e segnato da impronte, si rilassa. La mano, affusolata ed elegante, si poggia delicatamente al suolo. Gli occhietti, di quel giallo viperino, cessano il loro scattare in cerca di chissà quale ancora di salvezza. Ma lui, ancora stringe. Lei è morta. Non oppone resistenza. Ma lui serra ancor di più la presa, come non mai. Quasi come ansie, paure, dolore e sofferenza venissero canalizzate in quel ancor di più inferire su di lei. E chissà quanto tempo passerà, con lui sopra di lei, nella sua mente. Forse, l’indomani si sveglierà da quel sonno. In quella grotta, affaticato dall’attivazione istintiva del marchio. Togliamo il forse, Ekazu si sveglierà. E sarà tutta un’altra storia. // END

Ekazu, nella sua mente, incontra finalmente Kunimitsu. Dinnanzi alla sua, oramai ex Padrona, capisce ciò che per anni non ha voluto credere.

E' stato usato.
Il Marchio reagisce al tutto, e libera l'Uchiha dal dominio della Yakushi.