Bombaroli crescono

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21:49 Mattyse:
 Mat si trova all'esterno del proprio alloggio, seduto su uno sgabello che ha portato fuori lui con non poca fatica. La gamba sinistra presenta una fascia all'altezza del ginocchio, sporca in più punti di sangue, ed è tenuta allungata verso la propria sinistra, con il tallone che piantato sul terreno come supporto. Entrambi i piedi indossano degli stivali neri alti, che stringono fino a metà polpaccio un paio di pantaloni bianchi. Lo stivale sinistro si presenta slacciato e non stringe il pantalone, che è tirato su fino a metà coscia a causa della ferita. Al busto è una semplice T-shirt nera, una maglietta a mezze maniche un poco spiegazzata. Mat sta usando la gamba destra come sostegno, usandola per reggere un fuuda in cui è sigillato un tronchetto da sostituzione, una carta bomba e due kunai. Le due armi sono posate sopra le due carte, con l'intento di tenerle ferme per non farle volar via col vento. "Ok. Senza saltare in aria Mat." Parla da solo mentre la mano sinistra va ad afferrare il kunai presente sopra la carta bomba, tenendoli entrambi con la stessa mano, mentre la destra stringe tra pollice e indice un filo di nylon. Mat tenterebbe di far passare il capo del filo nell'anello presente sotto al manico del kunai, intenzionato poi a farci un piccolo nodo per non permettergli di scappare. Se riuscisse nell'intento, la mano sinistra lascerebbe l'arma per far scivolare il filo fra le dita del giovane che pochi millimetri dopo stringerebbe la presa. Successivamente tenterebbe di legare il capo opposto del filo alla carta bomba "Basta un poco di zucchero e la cartina qui fa bum, la carina qui fa bum." Prende a canticchiare visibilmente nervoso, più che altro per paura che di manomettere la carta bomba in qualche modo.

21:53 Furaya:
 La giornata s'è rivelata essere nuovamente piuttosto lunga. Però, adesso, può vantare d'avere dalla sua ben due allievi e rivaleggiare con Yukio. Non la dovete com'è contenta? Dal volto tirato non si direbbe affatto, poiché è uscita dalla tenda sotto l'occhio attento e severo di Jushan-san che non è dissimile dal proprio. <Sto attenta.> Gli risponde soltanto, neppur fosse realmente il padre che cerca di controllare tutti gli spostamenti della figlioletta adolescente, con chi esce e dove va. La donna ha dovuto optare per un abito più leggero e differente dal solito yukata che indossava. La parte superiore è formata da un tessuto rosso acceso simil kimono, con una chiusura a V sul petto che lascia sì intravedere la pelle e lo scorcio, ma evitando di sembrare provocante. Non ne trova il bisogno. I lembi sottostanti son infilati in una gonnella con una fascia elastica che ne copre la vita, d'una tonalità scura tendente al grigiastro. Le giunge sin ad altezza delle ginocchia, dotata di piccole frange che non ne limitano i movimenti. Sulle spalle, inoltre, di seta fine, v'è un haori bianco con delle maniche larghe e giungenti sin alla chiusura del gomito; dietro la schiena, ad altezza delle scapole, vi è raffigurato sia il simbolo del Villaggio della Foglia in rossiccio e quello del Clan Nara in nero subito sotto. I bordi delle maniche son circondate anch'esse di rosso, mentre è lasciato aperto sul davanti. Tramite un cinturone, vi son agganciate le due katane dalle quali difficilmente si separa, poste precisamente sul fianco sinistro. Attorno alla coscia destrorsa, v'è una tasca Porta Kunai e Shuriken con oggetti non dissimili da questi ultimi al suo interno. Sul gluteo sinistro, infine, porta anche una Tasca contenente degli oggetti utili quali tonici -sia di recupero chakra che coagulanti- e Fuda di differente genere. Avendo le braccia scoperte, sgombre persino dei vambracci metallici che solitamente userebbe nelle battaglie o nelle missioni alle quali prende parte, son visibili delle sottili cicatrici frastagliate e poste più o meno su gran parte di esse. Son talmente parte di sé che non se ne cruccia oltre. Attorno al collo, troviamo anche una fascia cremisi ed una collana recante il ventaglio degli Uchiha, sempre in bella mostra; tra i lunghi ciuffi rosei, tenuti sciolti, capeggia invece il coprifronte di Konoha. Vaga tra le tende dell'accampamento condiviso, principalmente nei pressi delle tende appartenenti ai propri sottoposti. I suoi lupi dovrebbero gironzolare là attorno specialmente di notte, venendo lautamente ripagati da possibili avventori -umani o bestie- che s'avvicinano all'accampamento e che non sono ovviamente graditi. Una voce canticchiante sembra appartenere ad un ragazzo giocante con un kunai e... una carta bomba? La zona dovrebbe essere alquanto illuminata da diverse torce poste tra le mangrovie, trovandosi nei pressi della Foresta che li ospita. <In realtà> Si intromette, neppur una decina i metri di distanza. <basta un po' di Chakra.> Era una battuta, questa? [Chk On]

22:09 Mattyse:
 Il kunai viene fatto dondolare, tenuto dal fino in nylon tra indice e pollice, lasciando penzolare la lama da un lato e la carta bomba dall'altro. Mat ha avuto un idea particolare sull'utilizzo delle armi, diverso dal classico kunai, da lancio o meno, motivo per cui solo uno di quei due kunai è stato scelto per essere legato ad una carta bomba. Una voce femminile spezza il silenzio già disturbato dal canticchiare del ragazzo, richiamando la sua attenzione e obbligandolo a posare su di lei, o almeno su quello che la luce presente gli permette di vedere, i propri occhi ambrati. Mat pare pensarci un poco, annuendo poi lentamente. "Basta un poco di chakra e la cartina qui fa bum! La cartina qui fa bum!" Ora quel canticchiare è seguito da un ampio movimento del busto, che dondola di lato a ritmo, facendo poi scendere e salire le spalle con lo stesso ritmo. "Si. Mi piace di più!" Esclama con un ampio sorriso, mentre la mano destra richiamava il kunai dal filo, per tirarlo su e afferrarlo dal manico. Successivamente non farebbe molto di ché, si limiterebbe a a sollevare il braccio destro, rendendolo verticale, per poi abbassarlo rapido per imprimere energia all'arma che viene lasciata con la speranza di farla impuntare sul terreno. La mano appena liberata andrebbe ad afferrare ancora un poco di filo, mentre la mancina rapiva l'ultimo kunai ed il fudda. "Una passeggiata tutta sola?" Chiede tornando con lo sguardo rivolto verso il proprio lavoro. Mat tenterebbe ancora di legare un capo del filo all'anello sottostante il manico del kunai, per poi fare lo stesso con il fuuda. "Per caso fai fatica a dormire? Problemi di digestione? Il sakè fa miracoli sai?" Pare più una pubblicità a quel liquore che una domanda di un allievo interessato alla motivazione di quella che sembra una semplice passeggiata.

22:27 Furaya:
 L'avanzare della donna si ferma a non più di qualche metro. Vuol tenere la distanza dal ragazzo, quest'è sicuro, ma al tempo stesso non vorrebbe star neppure troppo lontana. Urlare non serve a niente, sveglierebbe soltanto l'intero accampamento, e avvicinarsi non vuol dire che rischi la pellaccia. Beh, certo, tra le mani ha un kunai al quale è legata la carta bomba, ma ciò non toglie che non lo reputi un pericolo per se stessa. Non ancora. <Visto?> Gli risponde con una mezza risata. <Ora suona davvero bene.> Porta appena la mano destra ad altezza delle labbra, nascondendole un minimo mentre ridacchia tranquilla. Almeno in apparenza. Maschera quel che il suo volto mostrerebbe altrimenti, non volendo pesare su nessun altro che non sia se stessa. Il suo dolore ha fatto sì che troppe persone ne risentissero ben più di lei stessa, dunque non oserebbe mai a prescindere esporlo ancora. Gli occhi azzurri della fanciulla or glissano alla volta delle armi che impugna e del lavoro che sta compiendo col filo di nylon. <Posso chiederti cosa stai facendo?> Che sia una trappola? Non può saperlo con esattezza, per questo motivo cerca di comprendere dapprima che sia troppo tardi cosa possa star creando il Deshi. Riporta l'attenzione al di lui volto, sentendola domanda che le viene rivolta subito dopo. <Per fortuna, sì.> Fortunatamente, è riuscita a scappare alle grinfie di Jushan-san, il quale s'è comunque reso conto che starle troppo addosso e controllarla non è esattamente il metodo migliore per assicurarsi che l'Hokage non venga sfiorata neppure di striscio. <Anche se sono appena uscita dalla tenda.> Rivela, spostando il peso corporeo da una leva inferiore all'altra per trovare un equilibrio ottimale utile a tenersi ben in piedi e frontale all'altro. <Direi più la prima.> Fa fatica a dormire ultimamente, essendo rimasta sola in quella grande tenda che le fa pure da ufficio. <E no, per favore, non nominare mai più quella robaccia.> L'ultima volta che ha bevuto del sakè, ha baciato Sango di fronte a Saisashi, il quale nel bel mezzo del concerto se l'è trascinata sul palco asserendo di come siano una coppia di fatto. E... alla fine, ubriaca fradicia, ha lanciato il sostegno del microfono contro un tipo nella folla che aveva iniziato una rissa. Insomma... NIENTE più sakè. MAI più. Inorridisce al sol pensiero e sente già gli occhi di Jushan-san dietro la schiena che la guardano torvi. [ChK ON]

22:46 Mattyse:
 Annuisce alle parole della ragazza, sollevando ancora gli occhi verso di lei, mentre le dita vanno a stringere il nodo sul fuuda "Mi preparo, penso. Ho pensato che l'utilizzo di un fuuda ed una carta bomba con dei kunai possa essere una variante tanto particolare quanto vincente." Nella sua mente è apparsa quell'immagine la mattina di quella stessa giornata. Tenere la carta bomba col kunai, stretto con la mano solitamente più avanti, di conseguenza la prima che attira l'attenzione. Significa aver la possibilità di far credere di aver due esplosioni e poter giocare con un bluff. E anche se andasse male, lanciare il kunai per far apparire il tronchetto creerebbe un sostegno su cui piantare il secondo e farlo esplodere, rendendo più semplice così l'utilizzo in zone aperte e prive di sostegni. "Ah... proprio zero?" Chiede conferma mentre le dita vanno a prendere il filo per far penzolare, come fatto con l'altra, l'arma e la cartina, testandone così i due nodi. "Neanche se ti supplicassi per un po' di compagnia?" L'hokage è difficile da non conoscere, ma è diverso per chi non ha mai partecipato alla vita politica del villaggio, sempre chiuso sui propri libri non ha mai dato importanza a chi regnasse il mondo, convinto che la vera chiave per regnare bene sia nelle stesse pagine che sfoglia. "Perfavore... Un giovane ferito e tutto solo è in cerca di compagnia..." Tenterebbe ora di farle gli occhi dolci, mentre la mano sinistra andrebbe a posarsi sull'arto ferito

23:18 Furaya:
 Ascolta il di lui dire oltre a tenere sotto controllo le sue movenze, nel caso in cui voglia far esplodere quelle bombe carta all'improvviso. Non si sa mai chi possa avere di fronte, per questa ragione opta per non distogliere lo sguardo da ciò che tenta di compiere. <Sì, solitamente kunai e carta bomba> Solleva il palmo destro a simulare il sostegno d'un kunai ed il sinistro per la carta bomba, equiparandoli a livello d'altezza. <vengono spesso usati in sincrono. Questo perché schivare un kunai è molto semplice, ma allo stesso modo non lo è l'esplosione d'una carta bomba improvvisa.> Gli spiega, da brava utilizzatrice d'armi qual è come testimoniano le due katane poste sul fianco. Invero, potrebbe avere con sé anche molte altre armi oltre a quelle visibili sul fianco sinistro. <Ha un'estensione massima di cinque metri.> Analizza ancora, dando modo a Mattyse di farsi un'idea ben più chiara delle armi che ha tra le mani in questo momento. Non vuole chiaramente mettersi troppo in mezzo, ma conosce tutte le armi a menadito abbastanza da sapere i loro punti di forza e quelli di debolezza, così come il loro massimo utilizzo e ciò ch'è meglio non fare con esse. Non si sbilancia però poi tanto, spostando l'attenzione dal terreno al Deshi e ritorno, piegando appena il capo di lato. <Zero.> Ed annuisce persino al di lui dire come se fosse davvero convinta che, vita natural durante, non toccherà mai più un goccio d'alcol. <Per la compagnia, non posso assicurarti d'essere la migliore. Ma senza alcol.> Lo sottolinea ancora una volta. Hitomu e Jushan-san in questo momento potrebbero persino essere fieri della scelta appena fatta dalla donna. Quanto meno, sta cercando di tenersi quel poco di reputazione che l'è rimasta. <...> Si irrigidisce appena nel vedergli adottar quell'espressione, gli occhi dolci d'un ragazzino che vuole convincerla a bere ancora. <V-Va bene.> Come fai a dire di no a quello sguardo, eh? Semplice non puoi. <Ripeto, però, senza sakè!> Davvero, signori, non vuole più vederlo finché campa quell'arteficio del DEMONIO. <E poi, non ti stavi mica esercitando?> O era una trappola? Ancora non n'è sicura. [Chk On]

23:39 Mattyse:
 Sa bene che l'utilizzo di una carta bomba usata insieme al lancio di un kunai rende difficile la schivata dell'esplosione, ma la spiegazione della donna viene accolta con particolare attenzione, che si possa intavolare un discorso? "Vero, ma far scoppiare la carta bomba nel momento giusto è difficile no? Soprattutto in campi aperti in cui non ci si può basare su pareti o sostegni in cui piantare il kunai prima dell'attimo. Ma se il primo lancio non fosse una carta bomba?" Chiede lui sollevando ora con la mano destra il kunai con legato il fuuda, mettendo questo in mostra. Se schivando il kunai, apparisse un tronchetto, da poter colpire con il secondo e così aggiustare le distanze? O al massimo dare più forza al tronchetto per lanciarlo in faccia a qualcuno... non lo so" Ed ecco una mezza spiegazione di quello che è il suo pensiero. "O anche riuscire ad affondare un colpo... se l'arma rimanesse incastrata nel suo corpo... credo che avrei un buon vantaggio così, no?" Chiede conferma prima di chinare il busto verso la propria destra per andare ad cercare con la mano il kunai piantato nel terreno poco prima nel tentativo di strapparlo da questo. Non si sa mai, non conviene lasciare armi in giro. "Bhe, io bevo invece. Vuoi entrare o preferisci stare fuori?" Chiederebbe prima di issarsi sulla gamba destra nel tentativo di caricare su questa tutto il peso ed alzarsi in piedi... o sul piede. "Credo di non essere in condizione di far male a qualcuno no?" Chiede ironico, sollevando un sopracciglio prima di piegare lievemente il ginocchio sinistro, con non poca fatica e senza nascondere una smorfia di dolore, saltellando poi un poco sul piede destro per avviarsi verso l'ingresso della tenda. "Non avrai mica paura?"

00:27 Furaya:
 Le orecchie ben tese ascoltano con attenzione ciò che viene pronunciato a proposito delle armi. <In realtà, ti basta comporre il mezzo sigillo ed urlare "Kai".> E s'affretta subito ad aggiungere, non conoscendo il figuro che ha di fronte e non essendo sicura che possa starsene con le mani in mano senza far niente. <Non pronunciarlo ora, ovviamente.> Meglio non testare proprio nulla nel bel mezzo dell'accampamento, dove potrebbe causare non poco sfacelo specialmente con il raggio dell'esplosione. Ridacchia nervosamente, sperando che non lo faccia davvero. Ha conosciuto talmente tanta gente che qualcosa di anche solo simile lo farebbe in un battito di ciglia e senza neppure pensarci. <Quindi, quando cercherai di colpire un avversario, potresti volutamente sbagliare la mira. Il nemico potrebbe credere che tu sia stato preda dell'adrenalina che ti ha condotto al fallimento e, in quel frangente, pronuncerai Kai!> Esclama, allargando appena le braccia verso l'esterno come a simulare proprio l'esplosione che ha appena citato. Piega appena un sopracciglio quando le pone un quesito recante proprio la possibilità di lanciar altro prima della carta bomba, quale appunto potrebbe essere un Kunai. <Per far uscire il tronchetto dal Fuda, hai bisogno di tenere tra le mani quest'ultimo ed infondervi del Chakra. Per questo motivo, è congeniale che venga utilizzato in concomitanza con la tecnica della Sostituzione.> Gli rivela, dandogli un'altra sommaria spiegazione di quel che potrebbe fare e quale sarebbe l'uso più congeniale. <Sì, anche in questo modo avresti non poco un ottimo vantaggio.> Muove la testolina per annuirvi, convinta delle parole appena pronunciate. Piega le braccia al petto, ancor con la schiena ben ritta. <Uh? Intendi in tenda?> Dove altro, sennò? L'ultima son successe non poche cose che ne hanno rovinata la reputazione, dunque è quasi scoraggiante l'idea di entrare nella tenda d'uno sconosciuto. In effetti, non ne conosce neppure il nome. <Preferisco fuori.> Le conviene. L'ultima volta che ha baciato una donna, c'era Saisashi nei paraggi. Che osa possa ripetersi la stessa scena? Non sarebbe neanche un male considerando che non lo vede ormai da qualche giorno. <Sai, potresti anche fingerti zoppo per poi attaccarmi alle spalle quando meno me l'aspetto. E con questo, non intendo dire che tu possa farlo davvero.> Non vuole affatto apparire maleducata o scontrata nei di lui riguardi né insinuerebbe mai qualcosa in tal senso. <E avresti un notevole vantaggio anche in quest'altra maniera.> Gli sta concedendo man mano degli aiuti notevoli in battaglia, tutto sommato. Che sia un modo per sviare dal discorso principale? <Paura di cosa? Non posso permettermi di avere paura.> E' l'Hokage, insomma. [Chk On]

00:50 Mattyse:
 Sono tante le cose di cui non ha afferrato bene l'utilizzo, o di cui magari non conosce effettivamente la difficoltà, motivo per cui le parole di quella che è l'hokage sono tanto ascoltate. Può catturare dalle sue labbra nozioni utili, esperienze di vita della donna da poter fare sue, evitando di eseguire magari errori simili... o trovando soluzioni per problematiche relativamente grandi prima ancora che possa incrociarle. "Ah intendi così?" la mano sinistra si sposterebbe rapida verso il petto, componendo il mezzo sigillo della capra e, come indicatogli, pronunciare "Kai!" ma con una certa sicurezza. Aveva timore nel legare la carta bomba al kunai, ma questa non è mai stata maneggiata neanche dopo l'impasto del chakra. Al termine di quella scenetta che potrebbe avere solo del comico, Mat scoppierebbe a ridere, scuotendo il capo prima di fare qualche saltello ancora in favore della tenda, di cui apre l'ingresso con il braccio sinistro per lanciarvi, letteralmente, dentro i due attrezzi. Il discorso continua, spostandosi su quella che è la sua idea. In effetti non può richiamare il tronchetto dopo aver lanciato il kunai. E' un problema da risolvere. "Bhe, posso sempre usare il tronchetto come copertura e installarci in maniera più rapida la carta bomba... Almeno fin quando non trovo modo di lanciare effettivamente un tronco che, con molta probabilità, peserà quanto me." Non sa quanto pesi il tronchetto medio, ma si dice che nel dubbio sia giusto esagerare, o almeno quella è una delle tante dicerie che ha sentito lungo la sua non poi così lunga e intensa vita. La donna esprime poi la sua preferenza, rimanere fuori, in fondo non la biasima, sia per delle voci che potrebbero nascere, quanto per la fiducia che possa avere per uno sconosciuto. Mat annuisce, sedendosi nuovamente sullo sgabello. "Bhe, ammetto di divertirmi a usare inganni simili, ma al contrario.!" Esclama lui con un lieve sorriso che va a nascere sul suo volto, mentre gli occhi si abbassano in favore del proprio ginocchio. "Fa sempre nascere qualche domanda quando un ragazzo privo di coprifronte va sotto al naso ai chunin e jonin. Iniziano a pensare quasi tutti che ci sia qualcosa che non va." Si tratta di buon senso, cosa che lui spesso ha dimostrato di non avere. Se qualcuno che non si conosce, che appare nettamente inferiore, non pare temere la notevole differenza di livello fra lui e l'ipotetico aggressore... Bhe, forse si ha sbagliato a valutare quel qualcuno no? Non serve per forza far ricredere le persone, basta un dubbio, una domanda, un incertezza. Sarà quella poi a far guadagnare abbastanza tempo per permettere di vincere lo scontro. Una battaglia si può vincere prima ancora che inizi.. Ma le parole di Furaya, le ultime, sono alquanto bizzarre e lo richiamano dai suoi pensieri. "Non puoi permetterti?" Chiede conferma, mentre il sorriso svanisce rapido e il capo viene fatto chinare verso la propria destra, lasciando ricadere i capelli bianchi verso quel lato. "Questa è una stron***a bella e buona."

01:14 Furaya:
 Non sembra abbia timore e, inizialmente, non sembrerebbe neanche darle tanto retta se non fosse che tenta immediatamente di fare ciò che gli è stato spiegato. <Così cosa?> E s'irrigidisce di colpo nel sentire la pronuncia di quella formula che, appena espulsa dalle labbra, genera una reazione correlata alla carta bomba nella quale è instillato il Chakra. Di conseguenza, dovrebbe scatenare un'esplosione e lei è lì, immobile nel bel mezzo dell'accampamento Ninja con le tende vicine. Qualcuno potrebbe rischiare di farsi del male, loro due in primis. E starebbe già per compiere un iniziale scatto in sua direzione per portarlo via dalla zona occupata in questo momento, qualsiasi movimento elusivo possa portarli nella maniera più celere lontani dall'esplosione imminente. Ma poi si rende conto di qualcosa d'ovvio. Non sta esplodendo un bel niente. <...> E arresta il proprio passo con il pié manco già sporto innanzi rispetto al gemello, soffermatosi sul retro. <Potevi farci esplodere.> Lo dice con una naturalezza tale da sembrare irreale. Gli occhi si fanno inespressivi, raddrizza la colonna vertebrale e si limita a rifilargli un'occhiataccia torva una volta ripresasi dall'improvviso infarto. <M'è preso un attacco di cuore.> Aggiunge a bassa voce, inspirando profondamente e portando la mano al petto, laddove il cuore ha accelerato di gran lunga il battito per via dello scherzo di DAVVERO cattivo gusto dell'altro. E poi si chiede perché non è voluta entrare nella tenda con lui, con uno sconosciuto per di più patito delle bombe. E degli scherzi di cattivo gusto. Una volta ripresa coscienza della situazione che la circonda così come la capacità di ascoltare e parlare, risponde anche al suo indiretto quesito. <Sì, non è una cattiva idea neppure quella.> Ultimamente ne ha visti parecchi di Deshi o Genin sfruttare una tattica simile. Si limita ad un ennesimo movimento del capo per sottolineare la propria tesi. <Al contrario?> Non comprende in un primo momento a cosa voglia alludere con un'espressione del genere, pertanto si limita ad aggrottare le sopracciglia e rivolgerglisi interrogativa. Si stringe nelle spalle alla sua valutazione circa l'avvicinarsi ad un Chunin od un Jonin senza il coprifronte. <Puoi biasimarli? Siamo nel pieno della guerra. E' naturale provare sfiducia nei confronti degli altri. Inoltre, come fai ben notare, sei privo di coprifronte.> Non ha tutti i torti esattamente come non ce li hanno coloro i quali scelgono di mettersi sulla difensiva, esattamente come la donna in questione. Ella rimarrebbe distante da Mattyse il minimo indispensabile, giusto per sincerarsi che non abbia in mente d'agire nella maniera antecedente. Resta sorpresa dall'ultima asserzione. Una stronzata? <Non posso permettermelo.> Deve essere coraggiosa per difendere il Villaggio, no? Per assicurare che tutti possano vivere in pace e serenamente. <Se ha paura l'Hokage, che aspettative può avere la popolazione e i Ninja di quest'ultimo?> Dà per scontato che stia parlando con qualcuno che conosce i gradi gerarchici nonché la figura dell'Hokage in persona, quando invece potrebbe davvero essere il contrario. [Chk On]

01:33 Mattyse:
 Si, lo scherzo fatto era sicuramente di pessimo gusto, ma in fondo si trattava di una ricompensa, chi è il folle che, avendo tutta la pace del mondo attorno, lavorerebbe con una carta bomba pronta ad esplodere? Si, lui molto probabilmente lo farebbe, ma in casi in cui è per lo meno sollecitato da una chissà quale fretta. E quella attorno a lui è la pace più totale. "Se voglio farmi esplodere lo faccio e basta. Magari lontano da altri no? La mia morte sarebbe un affare mio, non devono pagare altri." Esprime quel commento sincero, ma senza darvi peso, essendo un discorso che pian piano sta andando a morire... meglio così no? La ragazza ora è sulla difensiva, ma continua ad esporre i suoi pensieri. "Non posso biasimarli. Ma d'altro canto, nel caso fossi io quello sfortunato e venissi aggredito comunque, la mia unica possibilità di salvezza sarebbe quella paura di perdere fatta nascere a inizio scontro" Continua Mat a sottolineare quella che è una parte della sua scuola di pensiero. La sicurezza permette di giungere a un traguardo in maniera più o meno difficile. Solo un dubbio può far crollare tutto. "Anche te hai paura, non ti fidi... giustamente" Ammette ancora, sollevando ora la mano destra, lasciando il gomito piegato di novanta gradi, come per assumersi una qualche colpa. "Ma questa paura non ti permetterebbe di muoverti al meglio e colpirmi. Temeresti di star sbagliando qualcosa. E quel pensiero sarebbe la tua rovina." Soffia ora l'aria dalle proprie labbra. Conosce si la gerarchia del paese, come il sistema dei kage inventato dal primo hokage, ma non è aggiornato su chi sia in carica in quel momento. "Non è ver-" Si blocca nel sentire le parole successive, il ragazzo si blocca per qualche secondo, per poi scuotere il capo con forza, agitando i capelli con tanta foga da lanciarli, fargli perdere qual si voglia forma potessero avere prima. "Che ne dite di un aspettativa umana?" Chiederebbe prima di rialzare lo sguardo verso di lei. "La paura è ciò che ricorda all'uomo che non è immortale. E' qualcosa che lo tiene in vita. Ed in ogni caso, rimanete umana, è un vostro diritto avere paura, temere per la vostra vita e combattere per tenerla stretta. In fondo, da morta non potete essere utile a nessuno." Ha preso così a darle del voi, di colpo, comprendendo solo ora con chi sta parlando. Non può mancarle certamente di rispetto, o almeno non ancora. "Comunque, hokage... Io sono Mattyse." Ed ecco che finalmente si presenta, anche se a modo suo, senza strette di mano, senza presentare il proprio clan e anzi, facendo svanire il sorriso che ha dominato sul suo volto fino a quel momento.

16:50 Furaya:
 Il di lui pensiero espresso non è molto lontano da quello della Kage. Morire da soli pur di non rischiare di portarsi dietro altri è pur sempre una filosofia di vita degna d'essere chiamata tale. Lei stessa agirebbe in quella maniera se fosse costretta a dover scegliere. Salvare soltanto se stessa o far sì che si salvi chi ha giurato di proteggere? Il ragionamento è talmente azzeccato che la Nara si sente d'accordo, talmente tanto da muover il capo per annuir alle di lui parole. <Agirei così anche qualora io stia combattendo qualcuno> Come Hotsuma, come qualunque altro essere coi suoi colpi possa distruggere e bersagliare il Villaggio o degli innocenti. <lo condurrei in qualche zona isolata pur di non investire chi non c'entra nulla.> Appunto. Si limita a stringersi nelle spalle, non trovando altro da aggiungere che possa giustificare questa sua scelta. Insomma, lo reputa abbastanza palese trattandosi dell'Hokage così come i motivi al titolo legati e che le consentirebbero d'agire in siffatta maniera. La di lui scuola di pensiero continua ad esser senza dubbio ottima, pur trattandosi d'un Deshi alle prime armi e che ha iniziato da poco a prendere confidenza coi Jutsu. <Sbagli> Commenta, distogliendo per un attimo lo sguardo in tutt'altra direzione. <ogni Ninja segue un addestramento> Lei più di tutti ha seguito quello difficile ed esigente degli Anbu, innanzi al quale non ci si può rifiutare, bisogna continuare fino alla fine e mai perdersi d'animo. Se t'arrendi, sei finito. Se ti fermi, sei fuori. <non si farebbero fermare dalla paura, pur avendone.> Inspira profondamente, riportando or le iridi color del mare sul viso altrui. <Io stessa> Sincera fin nel midollo come suo solito, non riesce a limitare quella che è la cruda verità. <provo paura, come tutti> La paura è un sentimento naturale insito in ogni essere umano, come le ha fatto notare proprio il Kanishiro. <ma non posso mostrarla, prima come Ninja e poi come Hokage.> Non è un permesso che può lasciarsi sfuggire in qualsiasi ambito, poiché dimostrerebbe quanto debole possa essere e quanto quest'ultima possa fermarne l'avanzare. Tuttavia, è ormai abituata ad affrontare le situazioni che le si parano davanti con lo stesso coraggio di sempre, restia a fermarsi finché la missione non volge al termine, rimasugli passati degli Anbu nei quali ha vissuto gran parte della propria vita dapprima come mero elemento sacrificale e, successivamente, al comando degli stessi. <Il mio obiettivo è chiaramente quello d'evitare di morire tanto quanto di proteggere chi ho giurato di difendere. Qualora morissi, lo farei> Come se fosse una sua scelta quando e come morire. <soltanto consapevole che son tutti al sicuro, non prima. Sfrutterei ogni stilla del mio Chakra, ogni singola cellula per sopravvivere finché tutti non saranno protetti.> Lei ragiona così e potrà ben notare quella fiamma ardente nei di lei occhi chiari, quell'orgoglio che mai l'abbandona. <Chiamami Furaya.> Si presenta a sua volta, al termine, con un piccolo sorriso a sbocciar sull'ovale pallido rischiarato dalla luna. [Chk On]

17:11 Mattyse:
 Pare che i due abbiano lo stesso modo di ragionare, o almeno di vedere quel problema. Ma per Mat si parla in un contesto suicida. Se deve fare una follia come porre fine alla propria vita, lo farebbe da solo, lontano da altri, in maniera da essere sicuro di non nuocere ad altri. Ma se il contesto fosse differente? Sarebbe lui in grado di sacrificarsi nello stesso modo dell'hokage? Portar via un nemico tanto potente, rischiando la vita, anche semplicemente per limitare i danni? No. Al giovane non gli interesserebbe di salvare il villaggio, quattro case o due contadini. Se avesse riconosciuto in un nemico la possibilità di lasciarci le penne, sfrutterebbe a suo vantaggio ogni impedimento ed ogni distrazione per potersi allontanare in cerca di aiuto. Forse è per quella sua poca voglia di legarsi al villaggio a differenza degli altri shinobi, ma il tutto ha anche una seconda spiegazione: poter tornare con una squadra formata appositamente per quella precisa minaccia può essere una tattica vincente, ma solo lui, o lei, saprebbero di che tipo di pericolo si stia parlando... Morire sarebbe non poter dire ai compagni come fermarlo, firmare la morte di altri. Inutilmente. "Oh ma non serve che si fermi." Rettifica il ragionamento della Nara. "E' la pressione, la paura di non poter sbagliare e non saper al contempo se si sta facendo la cosa giusta. E' semplicemente... Il potere del dubbio? Mi piace definirlo così" Entrambe le mani verrebbero ora portare dinanzi al ventre del giovane, mentre un un ciuffo di quei capelli bianchi va a ricaderli davanti all'occhio destro. "Posso far l'esempio suo e della carta bomba?" Chiede risollevando la mano mancina per andare a indicare la tenda con il pollice di questa. "L'hokage non sarebbe stata in grado di fermare un allievo nel caso fosse stata innescata? Sono convinto che con la certezza che fossi veramente pericoloso avrebbe reagito. Ma... la certezza non la aveva e ha rischiato di far saltare qualche metro di terra." Al giovane piace considerarsi diretto, come vantarsi dei propri successi. Spaventare l'hokage è sicuramente fra uno di questi e gli ha concesso un valido esempio.

21:45 Furaya:
 Nella loro similitudine, sono due visioni completamente distorte. Resta ad ascoltare, muovendo il capo al contempo per confermare quel che dice. Il dubbio. Le fa pensare a quando ha dovuto comprendere se l'attacco ai danni di Konoha fosse una trappola o una finzione. Il dubbio che fosse reale l'ha spinta ad agire, quello che non lo fosse ad usare delle contromisure. Il timore -la paura fottuta- che Konoha potesse cadere sotto le mani d'un traditore dell'Alleanza era tanto. Il dannato dubbio, il non avere una risposta alla moltitudine di domande che ti sovvengono giornalmente. Legarsi a qualcuno comporta esattamente questo genere di problemi. Lascia che sia il silenzio a far da padrone per qualche istante, momenti durante i quali cerca di far ordine nei propri pensieri. Corruccia la fronte, arcua un sopracciglio e riporta lo sguardo chiaro sul viso di lui. <E' come una spina nel fianco.> Si sente in dovere di replicare al suo Potere del Dubbio, così definito, con un proprio ragionamento. Sofferenza, ecco cos'è il timore di non poter sbagliare. <Una spina che non toglieresti mai> Prosegue, stringendosi appena nelle esili spalle. <perché col suo dolore ti ricorda il tuo dovere.> Ha giurato eterna fedeltà al Villaggio di Konoha, per lei sempre definito il Baluardo della Pace che va difeso, sostenuto fino a diventarne lei stessa una fondamenta con il ruolo di Decimo Hokage raggiunto. Scuote il capo innanzi al suo esempio, non trovandolo conforme a quanto accaduto. <Mi sarebbe bastato toccarti> Reagire al sigillo dell'Hiraishin tra le spalle della copia sita a Konoha e portarlo lontano da lì. Avrebbe messo in pericolo la Magione e la copia stessa, sicura che quest'ultima si trovasse in un punto specifico del Villaggio. <dunque, allungando soltanto la mano non appena avessi pronunciato "Kai".> E trasportarlo altrove. <Vi sarebbero stati anche differenti ed altri metodi per fermarti> Prenderlo a sberle, bloccarne l'ombra, infilzarlo, ucciderlo... insomma, la lista sarebbe piuttosto lunga e metà di queste ultime non le avrebbe neppur mai messe in pratica. A costo di farsi saltare in aria lei facendo scudo con il proprio corpo, non avrebbe messo a repentaglio la vita di nessun altro. <ed io ho soltanto esitato.> Ma non è forse l'esitazione quella che fa perdere le battaglie? Ti starai rammollendo, Judai? Probabilmente, è arrivato il momento di riprendere in mano la tua forza e il tuo coraggio battagliero, signorina, far capire al mondo che non si scherza con te e che hai tutte le carte in regola per ribaltarlo, qualora volessi. Quella fenice tatuata sta a ricordarti che dalle ceneri ti sei alzata così tante volte da averne perso il conto, per cui risorgi ancora. <Ad ogni modo> Esita per un attimo, scacciando pessime e nefaste elucubrazioni mentali. <sei solito divertirti in questo modo?> Indica la carta bomba con un rapido quanto leggero cenno della mano. Bei passatempi, eh? [Chk On]

21:46 Mattyse:
 Lo sguardo del bianco è vigile, ben rivolto in favore dell'hokage che ora non si sente di interrompere. E' palpabile la sensazione di crescita interiore che la sta avvolgendo, le ha dato modo di migliorarsi, le ha donato la più grande arma che il mondo umano possa mai conoscere ed utilizzare, un'arma in grado di piegare eserciti senza la perdita di una singola vita... Ecco, che le prime parole della ragazza si fanno strada nell'aria per poi raggiungere le orecchie di Mat, ben puntate e concentrate sulla sua voce come se fossero due antenne nate solo per quello scopo. No. Un buco nell'acqua, quel buco tanto misero da non farsi neanche vedere nel centro dell'oceano. Le forze come la volontà di suggerire un ottima variante alla violenza svaniscono nel più completo buio, andando quasi a paragonarsi al numero di gioie che una certa sorella di Sasuke possa aver ricevuto nell'arco della sua intera esistenza. Mat ora la lascerebbe parlare a ruota libera, la lascerebbe così nella sua convinzione che quel dubbio, quella sensazione, sia la cosa peggiore che possa esistere. Senza rivelarle che come lo ha provato lei, potrà provarlo chiunque altro. Furaya prende a fare l'elenco di come lo avrebbe potuto fermare e... ecco, esattamente alla parola esitato che la donna perde quell'unica possibilità che gli è stata concessa di portare il bianco dalla sua parte. L'hokage, che si gioca la fedeltà di un ninja in un incredibile partita a scacchi in cui ha perso già dalla prima mossa. Pagherà quest'errore e Mat non può che sperare che se accorga troppo tardi. "No, altrimenti qualcosa sarebbe scoppiato veramente!" La donna gli ha messo una bella pulce nell'orecchio, perché non provare? Magari potrebbe effettivamente provare quel passatempo... "Di solito leggo, ma il libro mi è stato rubato e..." Scrollerebbe ora le spalle, accennando in fine una piccola risata. "Te invece? Sei solita passeggiare e rischiare di saltare in aria per degli allievi zoppi? Devo averti farti proprio pena" Tenterebbe di sviare discorso dal proprio problema bibliotecario, intenzionato a risolverlo in completa autonomia, in un modo o in un altro. Costi quel che costi. "O magari ogni tanto riesci anche a trovare qualche persona civile con cui scambiare due chiacchiere salutari?" Tutta la formalità acquisita in precedenza è caduta, svanita proprio quanto il ragazzo ha compreso di aver fallito miseramente.

00:04 Furaya:
 Che non fosse brava a rapportarsi con gli altri lo ha capito dai primi anni di vita. Pur essendo passato tanto tempo e nonostante abbia avuto a che fare con gli individui più disparati, spesso e volentieri, non c'entra palesemente -nulla- con alcuni di essi. Talvolta, riesce a trovare delle analogie interessanti in ciascuno di loro, delle metafore di vita e creare tramite d'essi delle piacevoli discussioni. Altre volte, non dissimili da questa, non riesce a trovare niente in comune con chi ha di fronte. Un po' come se avesse innanzi un elemento negativo che con l'indole della Nara non rientra in nessun modo. Si sente un po' fuori posto, come se avesse appena pronunciato qualcosa di tremendamente sbagliato; come se si sentisse in soggezione per via d'un pensiero espresso che non trova stesso appiglio o congruenza con chi le rivolge il dialogo. <...> Si morde l'interno della guancia, non riuscendo a trovare una risposta adeguata al contesto in un primo momento. <Dovresti usare le carte bomba con cognizione> Lo dici soltanto perché lui ha appena giocato lo scacco matto su di te, spero ne sia consapevole. <e specialmente con attenzione.> Si stringe nelle spalle, esponendo il di lei dire con tono mellifluo, come se intendesse nascondere quel malumore generato dal discorso appena affrontato con quest'ultimo. Che sia stata presa in contropiede è abbastanza palese, tanto da risultare ben lontana dall'alto difensore che vorrebbe sembrare nei confronti di Konoha e dei suoi concittadini. <Puoi sostituire il libro rubato con un altro.> Qualsiasi cosa pur di non permettergli d'usare quelle carte bomba per scopi fuori dall'ordinario. Si sta arrampicando sugli specchi, la qual cosa non è poi tanto innaturale se non si ha molto da dire. Cerca di trovare il bandolo della matassa, sbrogliarlo e risolvere possibili problemi futuri, ma non tutti diventano dei problematici adulti. Certo, trovarselo a giocare con le carte bomba non è stata propriamente la visione migliore che potesse aspettarsi, specialmente se con tanta leggerezza ha provato a scherzare. Non si scherza con la Nara, lo sappiamo, ma soltanto perché non riesce a comprendere quando si ironizza e quando invece non lo si fa, incapace lei stessa di far dello spirito o scherzare. Soltanto ultimamente ha iniziato quasi a comprenderne la meccanica. <Solitamente, rischio di saltare in aria per colpa dei nemici> E negli ultimi tempi ne ha dovuti affrontare sin troppi, in particolar modo il Mizukage del Villaggio in cui sono ospiti. <e scarsamente per via di qualche allievo. Dunque> Cerca a sua volta di ironizzare, adesso. <credo che tu sia il primo allievo a potersi vantare di ciò.> Ridacchia appena, ci prova anche sol per smorzare la tensione venutasi a creare poc'anzi. Non vuole insistere oltre nella discussione prettamente incentrata sulle carta bomba. <Spesso sono riuscita anche a trovare persone capaci d'affrontare un discorso salutare, sì. Oppure semplicemente sedersi con me per bere qualcosa, senza la necessità impellente di dialogare.> Sono persone rare queste ultime e Mattyse sicuramente non vi rientra affatto. Infine, resterà ancor lì per scambiarci qualche altra chiacchiera, ma tutto sommato hanno avuto sia un inizio burrascoso che una fine tragica. [ End per entrambi ]

Un incontro burrascoso. Mattyse gioca con le carte bomba, finge di farne esplodere una e Furaya rischia di prendersi un infarto, unita alla faccia tosta del bombarolo che le rende palese la sua impossibilità di salvare l'accampamento qualora avesse pronunciato davvero "Kai".

//OFF: non ci sto credendo che siamo riusciti a finirla ç_ç ♥
Ovviamente è una extempore.