Equi scambi

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17:04 Tenshi:
 La nebbia, ormai, è diventata la sua casa. Se ne sta lì in mezzo, come se quel grigiore fosse la sua culla. E' seduta su d'una spessa radice che fuoriesce dal suolo. D'altronde, ha avuto sempre un attaccamento particolare verso gli alberi. E quella foresta, solitaria ed aspra, è diventata uno dei suoi luoghi preferiti di quel paese. Gli occhi cerulei sono fissi su una pozzanghera davanti a lei, persi in chissà quale pensiero. Sul capo, non porta più nessun coprifronte. Ha fatto una scelta. Tagliare i legami. E ciò include anche stroncare il rapporto con il proprio villaggio. Perché Konoha stava per ucciderla. Era il villaggio a comandarla come una pedina. E' stato il villaggio a strapparle via tutto. E adesso non sente più l'appartenenza ad esso. Non vuole più essere mossa da nessuno. Combatterà la guerra per sé. Per migliorarsi, giorno dopo giorno. E per dimostrare al mondo quanto si possa diventare forti da soli. Indossa semplicemente un top nero a maniche lunghe e dei pantaloni larghi, anch'essi neri, che si stringono in vita ed alle caviglie. Sulla coscia destra tiene legate delle fasce elastiche bianche che reggono il portakunai nero. Ai piedi porta delle scarpe di tela nere, logorate dal tempo e dall'uso. Il polso sinistro, al quale di solito teneva legato il bracciale rosso che Onosuke le aveva regalato, quest'oggi è libero. Nessun bracciale lo contorna. Le mani, velocemente, verrebbero portate al petto, congiungendole e formando il sigillo della capra. Immaginerebbe, a quel punto, due sfere: una nera, l'altra viola. La prima, all'altezza della fronte, simboleggerebbe la propria forza spirituale. Da cosa è composta quest'ultima? Semplicemente, dal proprio buio. E' la vera essenza di sé. Quell'essenza che per troppo tempo era stata celata agli occhi altrui ed ai propri. La seconda, all'altezza del ventre, rappresenterebbe la propria forza fisica. Essa è composta da tutti i suoi sforzi. Da tutte le volte in cui si è impegnata al massimo. Dal potere che, poco alla volta, la rosata va acquisendo. E comincerebbe a far roteare le due sfere, dapprima sul loro asse. Poi le spingerebbe, l'una verso l'altra, all'altezza del petto. Qui, in un vortice scuro, cercherebbe di unirle, formando una sola sfera: quella del Chakra. Unica parte di lei che brilla ancora. E, se il richiamo fosse andato a buon fine, quella grande forza invaderebbe ogni sua cellula. E lei ne assaporerebbe la forza. La potenza. Un respiro, prima di sciogliere il sigillo della Capra. Un respiro, prima di abbracciare nuovamente ciò che è diventata. Yami. [Tentativo richiamo del Chakra][Chakra 30/30][equip: 3xshuriken - 3xkunai - 1xcarta bomba - 1xfuuda con tronchetto sigillato]

17:16 Mattyse:
 Il dolore lancinante impedisce al giovane di camminare. La scelta di colpirsi con il kunai sul lato interno del ginocchio sinistro è sicuramente contestabile, ma le sue conoscenze anatomiche non gli hanno permesso di riconoscere un altro punto non vitale e sufficientemente doloroso per spezzare quell'illusione. Mat ci ha mosse ore a rialzarsi da quell'albero che aveva retto il suo busto, altrettante per trovare una soluzione all'impossibilità di muovere l'articolazione. Saltellare su una gamba in un terreno come quello è alquanto difficile. Gli stivali neri alti stringono dei pantaloni blu fino metà dello stinco, il ginocchio sinistro è ricoperto e continua a perdere sangue, mostrando una ferita da taglio, inflitta con un affondo di un kunai, all'altezza del ginocchio, sul lato sinistro. Lo strappo dei pantaloni è evidente quanto il sangue che nelle ore precedenti ha dovuto fermare. Una felpa nera copre il busto, munita di una cerniera aperta che mette in mostra una maglietta bianca sotto, maglietta che ormai di bianco ha poco visto lo sporco e l'appoggiarsi di albero in albero del ragazzo. Un porta kuani è presente sulla coscia sinistra, al suo interno un kunai, mentre il gemello è stretto nella mano destra. Mat riesce ad atterrare sul piede destro, buttandosi sull'ennesimo tronco, ma non può continuare così, presto gli alberi finiranno e non potrà aggrapparsi a nulla. "Possibile che ora non ci sia nessuno? Se giravo per c***i miei trovato un esercito intero." Esclama lui posando l'avambraccio destro sul tronco di una mangrovia, stringendo le dita sul manico del kunai, ma non riesce ora ad avanzare con il piede che scivola facendo cascare in avanti, picchiando con entrambe le ginocchia sul terreno. "Aahh!" permettere a quel gemito di dolore di uscire dalle sue labbra, irrompendo con forza nell'area circostante. [Chakra 4/10] [Equip: 2x kunai]

17:33 Tenshi:
 L'oscurità la avvolge. I pensieri tornano con violenza a quel giorno. Il giorno della sua rinascita. Il giorno in cui la sua intera esistenza è cambiata. Si trovava al faro, nella sua disperazione. Tra le mani stringeva il proprio coprifronte. Quello stesso coprifronte che l'ha fatta diventare ciò che è oggi. Quello stesso corpifronte che ha deciso di non indossare più, per un bene superiore: il proprio. Perché adesso tutto ciò che le importa è il Caos. Tutto ciò che le importa è rendere la sua vita meravigliosa. Rendere la sua vita un'opera d'arte, realizzata con il sangue. Con quel sangue versato con le sue stesse mani. Si lecca il labbro inferiore, mentre pensa al proprio futuro. Un futuro dove nulla la scalfisce. Dove nulla può farle più paura. Perché la morte è diventata una parte di sé. La morte è l'apice della vita umana. Per il momento, si limiterà semplicemente ad assaporarla, poco per volta. D'un tratto, il filo dei suoi pensieri viene interrotto da una voce. Una voce maschile, mai sentita prima di quel momento. Si tratterà di qualcuno che le farà perdere tempo prezioso o, forse, di qualcuno di interessante? Per ciò che ha potuto ascoltare adesso, si tratta di un incapace che non riesce a cavarsela da solo. Sbuffa. Gli occhi ed il capo, adesso, ruotano verso la direzione di provenienza della voce. Si tratta di un ragazzo, ferito che non riesce più ad andare avanti con le proprie forze. I suoi occhi da medico scivolerebbero sul ginocchio altrui. Può ben vedere quella ferita, dato che l'albino si trova solo a qualche metro da lei. Per quanto, comunque, non si sia più presentata all'ospedale, capisce subito di che tipo di ferita si tratta: arma da taglio. Non una ferita poi così grave, d'altronde. Che senso ha trascinarsi in quel modo? < Mm > mormora, per niente estasiata da quella patetica visione. Lo sguardo, ora, si fisserebbe sul viso altrui. < Perché ti lamenti? La tua ferita non è grave > direbbe, tagliente e dritta al punto, con tono palesemente seccato. Perché lamentarsi in quel modo e fare tutto quel teatrino per una ferita di quel piccolo calibro? A lei, una cosa del genere, avrebbe procurato solo un gran piacere. Difatti, s'era quasi fatta uccidere da una lama conficcata nel proprio petto solo ieri. [Chakra on][equip lo stesso]

17:49 Mattyse:
 Le mani del giovane si posano sul terreno, intente a sollevare il busto e a posare il ginocchio destro su questo, sollevando però rapido il capo nel sentire la voce di una ragazza mai incontrata, mai sentita, completamente sconosciuta a lui. Questa pare dare una rapida occhiata alla ferita per poi commentarla come se fosse un esperta. "Sono abituato ad essere colpito sulla carne." Risponde sollevando i propri occhi ambrati verso di lei, mentre la mano destra tenta di cambiare presa sul kunai, intenzionato a portare la lama verso l'esterno, questa inizierebbe vicino al mignolo. E' una presa che non permette degli affondi, ma che trova più comoda per movimenti rapidi e decenti per mantenere l'equilibrio. "E' la prima volta che una lama mi entra nell'articolazione." Stringe appena l'occhio sinistro, mentre il peso si sposta sul braccio sinistro per permettere al piede destro di posare la pianta su quel misto di radici e fanghiglia. "E in ogni caso saresti in grado di dirlo con una rapida occhiata?" Chiede senza impegnarsi a nascondere l'ironia di quella domanda. "Pensavo ci si potesse rovinare le ossa con un colpo ben piazzato, soprattutto in un punto tanto sensibile." Non è il dolore a dispiacergli, a dargli problemi, quanto la sensazione di avere la gamba bloccata. Quel forte pensiero che nasce dalla sua mente e che grida non muovere la gamba! Se si trattasse solo del dolore, forse starebbe ancora ridendo. [Chakra on] [Equip: 2x Kunai]

18:14 Tenshi:
 Osserva il ragazzo, con occhi blu notte semichiusi in due fessure. Se non fosse cambiata, si sarebbe precipitata verso di lui, curandolo. Ma adesso che scopo avrebbe farlo? Lei cosa ci guadagnerebbe? Lo scruta, ne ascolta le parole. < Abituato ad essere colpito sulla carne? > ripeterebbe con tono tagliente ed ironico. E si alzerebbe da quella radice, facendo leva sulle proprie gambe esili, nascoste da quei larghi pantaloni neri. < Cos'è per te... il dolore? > darebbe più enfasi all'ultima parola, rispetto alle altre, come per focalizzare l'attenzione dell'intera domanda su di essa. Dolore. Piacere. Due opposti, ma strettamente connessi. Ha potuto sperimentarlo, in quei giorni, quanto sia piacevole un veleno che ti brucia le carni. O una lama conficcata nel petto. E' l'apice della vita. L'apice dell'oscurità. < Oh, povero, nell'articolazione > la sua lingua biforcuta non si ferma di certo davanti ad una persona che soffre. Anzi, quella situazione la diverte. Perché lui non sa che lui potrebbe aiutarla in modo concreto. E' come se non volesse concedergli un po' di pace. Il gioco sadico è appena iniziato. E la sua preda, oggi, è un ragazzo dai capelli bianchi. E si avvicinerebbe verso di lui, con passo lento, felpato, quasi felino. Occhi blu notte che brillano, osservando il deshi. Il sorriso s'allarga. Ma quel sorriso, potrà ben vederlo il ragazzo dai capelli bianchi, non ha niente di simpatico o carino. E' un sorriso sadico, contornato dalle due fessure degli occhi, che la fanno sembrare una leonessa che ha appena puntato la propria preda. E, se le fosse permesso, si fermerebbe a meno di un metro da lui. Adesso, ha una visione completa sia del ragazzo che della sua ferita. Che, comunque, rimane una ferita poco grave, dopo gli orrori che ha potuto vedere all'ospedale. < Si dà il caso che io sia un ninja medico >. O, forse, lo era, dato che non si presenta all'ospedale da campo da più di una settimana. Improvvisamente, non ne ha sentito più il bisogno. Come se non le importasse più di quelle vite misere che avevano finito per essere ferite. Come non le interessa proprio nulla della vita del suo interlocutore. Se vorrà qualcosa, dovrà guadagnarsela. < Ho visto di peggio > sibilerebbe, mostrando, ancora una volta, quel suo sorriso sadico. [Chakra on][equip lo stesso]

18:31 Mattyse:
 Cos'è il dolore, quella è una domanda semplice quanto complicata. La risposta è secca, esce rapida come a completare la frase più che a rispondere a quella domanda. "Vita." Esclama secco, cercando pian piano la posizione eretta. La mano destra verrebbe fatta cadere lungo il fianco, puntando il kunai verso le proprie spalle, mentre la mano sinistra si poserebbe sulla coscia sinistra, pronto ad afferrare la seconda lama. "Il dolore è l'unica differenza tra un morto e un vivo. Un morto non si lamenta. Deve essere proprio noioso." Al termine di quelle parole accenna ad una lieve risata, scuotendo appena il capo per agitare i lunghi capelli bianchi. L'espressione dolorante non svanisce sul suo volto, ma vi nasce anche un sorriso. Gli occhi ambrati la osservano mentre si avvicina, non sa bene se permetterglielo, ma opta solo per stringere la presa sull'arma. "Ah... allora la fortuna gira anche dalla mia parte ogni tanto." Esclama mentre le spalle vengono scosse da un altra risata. "Ho problemi solo a muovere la gamba, non mi hanno aperto un braccio." Soffia via dell'aria dalle labbra, abbassando appena il capo ma senza allontanare gli occhi dalla figura di Tenshi. "Purtroppo." Sussurra l'ultima parola, scuotendo ora lentamente il capo. "Puoi darmi una mano? Mi basta poter camminare decentemente." Non vorrebbe sfuggire al dolore, è interessato a poter camminare, anche provando dolore ad ogni passo... non sarebbe male, affatto. [Chakra on] [Equip: 2x kunai]

18:53 Tenshi:
 La risposta alla sua prima domanda arriva evidente alle sue orecchie. Forse, il suo tempo non sarà poi così sprecato in compagnia di quel ragazzo. Il dolore è vita. Sì, il dolore è piacere. Il dolore ti scorre dentro, dandoti quella scossa vitale di cui hai bisogno. Ma allo stesso tempo ti fa sentire così vicino alla morte. Ti fa sentire di essere arrivato all'apice della tua vita. < Questa tua risposta mi affascina >. Le labbra si schiudono a mostrare i canini affilati, mentre gli occhi, brillanti, sono puntati sullo sconosciuto davanti a lei. Se lei non avesse ucciso Tenshi, quella risposta l'avrebbe destabilizzata. Perché il dolore era tutto ciò da cui lei fuggiva. Adesso, invece, ne va alla ricerca. Va alla ricerca di quell'adrenalina che ti circola nelle vene quando senti la morte vicina. < Fortuna? > ripeterebbe. Questa piccola parola sarebbe seguita da una risata di gusta, con una sfumatura di malvagità. Che fortuna c'è nell'aver incontrato un ninja medico che ha ormai rifiutato di curare gli altri? Che fortuna c'è nell'aver incontrato una sadica e masochista? Beh, se è stato fortunato, lo scoprirà presto. Lei, sicuramente, lo è stata. Perché ha trovato un'altra preda con cui giocare. Ha trovato una nuova preda con cui salire su quella giostra infernale. < Darti una mano? > un'altra risata, smorzata dalla mano destra che si colloca sulle proprie labbra. La mano sinistra, se le fosse concesso, andrebbe a poggiarsi sulla gamba ferita di lui, subito sopra al taglio, senza toccarlo direttamente, per il momento. < Cosa ci guadagnerei io? > sibilerebbe, tagliente. Il mondo si basa su semplici scambi. Scambi equi. Se vuoi qualcosa, c'è sempre un prezzo da pagare. Nulla viene dato gratuitamente. Solo uno sciocco potrebbe farlo. Solo quella ragazza di un tempo, di cui adesso rimangono solo quei capelli rosa, potrebbe farlo. Adesso, non è più disposta a dare nulla gratis. Quanto è disposto a pagare quel ragazzo per arrivare fino alla sua destinazione? E le dita comincerebbero a scendere verso la ferita, per il semplice gusto di stuzzicare la sua preda. [Chakra on][equip lo stesso]

19:06 Mattyse:
 Il sorriso che la ragazza va a mostrare lo affascina e fa nascere quella nota di interesse che gli chiederebbe di chinare il capo verso la propria sinistra, lasciando ricadere i capelli lungo quel lato. La ragazza risponde, parla della stessa fortuna che lui ha invocato. Si, la definisce fortuna. "Si. Ci metterei più di un giorno ad arrivare al mio alloggio." Risponde mentre il sorriso si amplia lievemente sul suo volto. "E non può essere che fortuna l'incontro con un ninja medico che fa un test per sapere come comportarsi. Ah, il sorriso... ti prego, fammelo di nuovo." Non si preoccupa a mostrare quel suo debole per quel sorriso sadico che la ragazza ha sfoggiato già qualche volta. Mat le permetterebbe di avvicinare la mano alla ferita, senza reagire in alcuna maniera ora, come se lei avesse conquistato qualche punto della sua fiducia. "Faccio fatica a camminare. Odio non potermi muovere." Risponde in maniera semplice. "Quello che vuoi. Non ho alcun problema.. o al massimo ti dovrei chiedere un poco di pazienza." Osserva la mano della ragazza per lui intitolabile confettino. Mat chinerebbe il busto in avanti, allungando la mano mancina per posarla sul dorso della sua con l'intenzione di far pressione per andare a farle toccare la propria ferita, anche con una certa forza, cercando di stuzzicare la propria carne, se vi riuscisse la sensazione di quella mano andrebbe a crearli alcuni lievi spasmi lungo il busto e qualche lieve gemito... Probabilmente non solo causato dal dolore [Chakra on][Equip: 2x Kunai]

19:24 Tenshi:
 Il ragazzo sembrerebbe interessarsi a lei. Sembrerebbe non aver paura davanti a quel sorriso sadico ed a quegli occhi che brillano di malvagità. E questo a lei piace. La fa sentire come al centro dell'attenzione. Come se lei fosse una dea da venerare. Non potrebbe chiedere di meglio da parte di uno sconosciuto ferito. E lui chiede ancora di avere quel sorriso. Quelle parole portano la rosata a distendere ancora le proprie labbra, mostrando i canini. Come se lei fosse un'opera d'arte. Come se fosse una modella che si mette in posa per il proprio artista. Non c'è niente di meglio che sentirsi la protagonista di un evento speciale. Gli occhi vengono spalancati, euforici. < Quello che voglio? >. Le iridi blu notte si fisserebbero su quelle di lui, cercando ciò che lei più vuole nel profondo. Poi, quegli occhi le si palesano davanti. Occhi cremisi, dipinti da linee nere. Il Mangekyou Sharingan. Sorriso sadico. Capelli neri. Mantello nero che avvolge tutto il suo corpo. < Voglio che tu trovi per me Kioshi Uchiha >. Il desiderio proibito che si è portata dietro in quei giorni. Trovare quell'uomo che è diventato quasi una fissazione nei pensieri di lei. Per mostrargli cosa è diventata. Per affiancarlo in quella giostra infernale, chiamata vita. Ecco la sua proposta. Uno scambio equo. Un aiuto, in cambio di qualcos'altro. E adesso la sua mano scivola lungo la sua ferita. E quella di lui va a poggiarsi su quella di lei, come se volesse guidarla. Come se volesse mostrarle che non ha paura del dolore. E che, invece, gli piace. Perché il dolore è vita. Il dolore è il piacere più alto che si possa raggiungere. L'amore, in confronto, non vale nulla. Lei, quell'amore, non è più in grado di provarlo. E sta bene così. Anzi, sta meglio così. E l'adrenalina attraversa il proprio corpo, quando vede l'altro in preda agli spasmi. In preda ai gemiti. Sì, sentilo quel piacere che ti scorre dentro. Assaporalo. E lei non può che essere euforica mentre gli fa dono di quel dolore. Mattyse accetterà la sua proposta? O preferirà tornare all'accampamento zoppicando? [Chakra on][equip lo stesso]

19:37 Mattyse:
 Prende un profondo respiro mentre la mano andrebbe ad allentare la pressione sul suo dorso, leccandosi poi lentamente le labbra. Non si è fatto donare chissà quale dolore, quello datogli da Medusa, attraverso il veleno, è su tutt'altra scala. Ma quello che voleva era strapparle un sorriso, cosa che riesce a fare a quanto pare. Le parole di Tenshi sono chiare, vuole trovare un Uchiha... Bhe, nulla di troppo complicato no? E' riuscito a trovare Mekura in meno di ventiquattro ore, quanto ci metterà a trovare Kioshi Uchiha? Sarà una sfida più divertente? "Posso farlo." E' secco, sicuro di riuscirci, sicuro quanto di essere intenzionato a portare a termine quell'incarico. "Kioshi Uchiha. Posso avere un nome da dargli?" Già va a presupporre di trovarlo come nulla. Se lo avesse trovato lo avrebbe mandato in quella stessa foresta in cui i due si sono appena incontrati. "Però ci aggiungi alla promessa che se avrai bisogno di nuovo, verrai te a cercare me." E' una clausola stupida, le chiede praticamente di non farsi bastare quella richiesta, di contare su di lui quando avrà ancora bisogno di qualcosa. Mat è intenzionato a crearsi una cerchia particolare, composta da qual si voglia tipo di gente. Lui che adora sapere, conoscere e imparare, sa che avere tante persone simili attorno, significa sapere e conoscere. Significa vincere. [Chakra on] [Equip: 2x Kunai]

19:47 Tenshi:
 Ed ecco che l'altro accetta la sua proposta, come se nulla fosse. Gli occhi di lei si sgranerebbero ancora, euforica. Già assapora il momento in cui rivedrà quella figura enigmatica. Già pensa a come potrebbe essere il loro incontro, dopo il cambiamento. E si lecca di nuovo le labbra. < Yami > è tutto ciò che direbbe, rispondendo alla sua domanda. Quel nome glielo ha mostrato lui. Era così che, da quel giorno al faro, si è presentata agli altri. Lei è buio. Lei è oscurità. Lei è Yami. E tutto questo lo deve solamente a Kioshi, che le ha dato l'opportunità di assaporare la bellezza che aveva dentro e che per troppo tempo era rimasta nascosta in lei. < Così sia, sconosciuto > suggella la promessa, mentre adesso andrebbe a concentrarsi sulla sua ferita. Lui ha accettato la sua proposta, per cui lei adesso deve fare la sua parte. Ciò che la rosata deve fare adesso è attivare il proprio Chakra medico, senza il quale non potrebbe fare nulla. La prima cosa da fare è cercare le due energie che compongono il Chakra ed estrapolare solamente l'energia fisica. Si concentrerebbe sulle proprie cellule, immaginandole come una connessione infinita di parti. In ognuna di esse scorrerebbe un grande flusso chiaro, il Chakra. Esso scorrerebbe velocemente, senza fermarsi mai, in ogni cellula, in ogni connessione, da ogni parte. La parte difficile viene adesso: deve cercare di distinguere le due forze precedentemente unite. Cercherebbe di delineare più chiaramente quel flusso chiaro. All'interno di esso, nonostante il chiarore emanato, noterebbe due colori, lievi: uno rosso, l'altro blu. Immaginerebbe di scavare più a fondo, di essere un tutt'uno con quel grande fiume: ecco che qui distinguerebbe chiaramente i due colori, più vividi adesso. Cercherebbe di tirare fuori parte del filamento di colore blu, ovvero quello che simboleggia la forza fisica. Rinvierebbe la parte della forza fisica prelevata verso i palmi delle proprie mani e, a questo punto, la spingerebbe oltre gli tsubo dei palmi. Se tutto ciò fosse andato a buon fine, vedrebbe le proprie mani avvolte da un alone verde e tiepido. Adesso, allontanerebbe la mano dalla ferita, di circa dieci centimetri ed avvicinerebbe anche la gemella. E comincerebbe, così, a far fluire il proprio Chakra medico verso quel taglio e verso quell'articolazione, in un flusso continuo. Pian piano, la ferita andrebbe a rimarginarsi. [Tentativo mani terapeutiche][Chakra 25/30][equip lo stesso]

19:40 Mattyse:
 Aspetta quasi impaziente la risposta della ragazza, ritenendola in effetti un fattore alquanto fondamentale. Chi è il pazzo che accetterebbe un invito da uno sconosciuto che non farebbe altro che palesarsi, chiedere qualche informazione e poi dare una vaga descrizione di un soggetto che, si suppone, essere importante? Giunta la risposta, Mat annuisce appena con il capo. "Yami..." ripete a bassa voce intento a incidere quel nome nella propria mente. Dimenticarlo sarebbe un bel problema. La proposta successiva che ha fatto alla suddetta Yami, non gli porterebbe nessun tipo di vantaggio, ma allora perché offrire una possibilità tanto amplia? Il giovane dai capelli bianchi non si sta circondando proprio di ottime persone. Ha uno strano e curioso interesse per la donna chiamata Medusa, la stessa che probabilmente lo ha obbligato a ridursi in quello stato. La rossa Sango ha preso una figura alquanto importante nel suo circondario, la sua bizzarra simpatia, mista a sadicità, attrae Mat come una falena attratta dalla luce. L'unica persona interna alle linee classiche impartite dal mondo odierno è Mekura... Non sa bene schierare la senjuu da un lato della medaglia, ma il suo fare suggerisce che lei stia nel bordo, che non glie ne freghi nulla di un innocente o di un ladro... Si, Mat non ne ha la certezza, è solo una stupida supposizione, ma in ogni caso avere la sua fiducia e averla tra i piedi potrebbe portare ad un vantaggio anche per lui: sciogliere quel bizzarro casino che ha per la testa, il classico quesito bene o male, che termina con un sonoro ED IO DOVE SONO? Quel palesissimo sentimento che prova per Mekura lo tiene legato ad un paese a cui non vuole promettere fedeltà e la paura che questa lo trovi con le mani sporche di sangue lo terrorizza, ma dall'altra parte, Medusa lo attira in maniera bizzarra. Non è lo stesso sentimento che prova per la prima, quanto più ammirazione e desiderio di quel suo veleno... E' un po' di chiasso che si somma a già i pensieri che normalmente lo attanagliavano, come il quesito di chi fosse veramente la madre e perché il padre si rifiuta di dirgli la verità. Sono i pensieri che sfociano nella mente del ragazzo, che si è perso la seconda risposta della giovane, troppo immerso in effetti in quello che sarebbe stato il vantaggio offertogli da lei. "Comunque, io sono Mat." Non sa se Yami sia il suo vero nome, quindi nel dubbio, perché non dare mezza versione? Non è sbagliato, ma neanche completamente vero! Osserva così immobile con i propri occhi ambrati il fare di Tenshi, incuriosito su quella tecnica, ma non glie ne importa effettivamente molto. Non ha veramente interesse nel capirla per poterla riapplicare un giorno. [Chakra on] [Equip: 2x Kunai]

20:05 Tenshi:
 La ferita prenderebbe a rimarginarsi completamente. Se adesso essa fosse completamente guarita, la rosata allontanerebbe le proprie mani da essa. Adesso, cercherebbe di ritirare il proprio Chakra medico. Spingerebbe verso l'interno quell'alone verde che poco prima circondava le proprie mani. Andrebbe a ricongiungere la forza fisica che era stata espulsa, quel filamento blu, alla forza spirituale. Se ci fosse riuscita, il chakra medico scomparirebbe dalle sue mani. Ciò che ha appena fatto, non lo ha fatto per bontà. Neanche per malignità, sia chiaro. Semplicemente, ha attuato uno scambio equo. Quello stesso scambio su cui si basa il mondo intero. Dare per ricevere. Perché nulla si regala. E nulla si riceve gratuitamente. Per lei, non esistono bene e male. Quelli sono solo dei limiti che la gente si impone. Poi, ognuno agisce solo per perseguire i propri obiettivi. Per seguire la propria volontà. A che serve schierarsi da una parte o dall'altra, quando invece si può vivere liberi? Quando si può vivere slegati da stupide regole che trattengono solamente la propria personalità? < Mat > e, proprio come lui ha fatto con il proprio nome, anche lei ripeterebbe il suo. Perché entrambi stanno esattamente facendo la stessa cosa: circondarsi di gente che può aiutarli a diventare sempre più forti. Che può aiutarli a far diventare l'oscurità sempre più buia. Avrebbe potuto ucciderlo, è vero. Ma, ancora, non è il momento giusto. Vuole prima vedere se lui riuscirà a portarle ciò che vuole: Kioshi Uchiha. Quell'uomo che per lei è diventato una persona da ammirare, quasi un idolo, simile ad un dio. Quello stesso uomo che ha visto solo una volta nella propria vita. Ma quell'incontro le ha cambiato profondamente la vita. Ha cambiato profondamente il suo modo di essere. La luce è stata spenta. Adesso, non rimane altro che buio. Perché il buio è bellezza. Queste erano state le parole dell'Uchiha quella notte. Quegli occhi vivi, rossi, sono sempre piazzati lì, nella mente della genin. E non andranno via facilmente. Perché il pensiero di incontrarlo di nuovo è quasi diventato per lei un'ossessione. Qualcosa da fare, ad ogni costo, anche vendendo la propria anima al diavolo, se necessario. Lei dovrà incontrarlo nuovamente. < Qual è il tuo paese di provenienza? > in qualche modo, deve avere dei riferimenti, così da rintracciarlo e potere scambiare informazioni con quello sconosciuto. < Appartieni ad un clan? > un'altra domanda, per far sì che possa trovarlo e non perderlo nel nulla. Perché quel prezzo deve essere pagato. [Chakra 25/30][equip lo stesso]

20:27 Mattyse:
 Osserva con un ampio sorriso le mani della giovane allontanarsi dal proprio ginocchio, accennando ad una sorta di inchino con il proprio capo per ringraziare la genin. Il fatto che tentasse di avere altre informazioni su di lui era scontato, doveva sapere chi andare a recuperare nel caso fosse sparito nel nulla... Probabilmente lo avrebbe fatto anche lui! "Vengo da Konoha" Parla senza aver la più che minima intenzione di mentire e nascondersi. Trovare l'Uchiha è diventato il prossimo traguardo da raggiungere, o almeno prossimo dopo il genin, la vincita di quella sorta di sfida con Mekura. La domanda riguardo il suo clan invece lo spiazza, non sa effettivamente come rispondere: Kanishiro non è un vero e proprio clan, è il cognome del padre e in quella famiglia rimangono solamente loro due. La madre invece presentava un cognome differente, di cui, nonostante il giovane ami leggere e studiare, non ha mai trovato informazioni, per lo meno non all'interno della propria casa. "Non appartengo a nessun clan" Risponderebbe di conseguenza, voltando ora appena lo sguardo verso la propria destra, quasi cercando di nascondere una lieve nota di disagio dietro chissà quale muro invisibile. Se solo sapesse, probabilmente troverebbe un altro vantaggio per cui essere lui a cercare quella stessa ragazza, ma non può saperlo. "Mio padre è un Kanishiro. Mia madre..." Si blocca quasi non ricordandone il clan di appartenenza. "...Il simbolo è una linea orizzontale con quattro semi cerchi, due rivolti verso sinistra e due verso destra." A differenza del nome Senjuu, il simbolo pare essergli rimasto ben impresso nella memoria. Ora è quasi vergogna, chi non ricorda il clan di origine della propria madre? Solo lui è riuscito a dimenticarlo. [Chakra on] [Equip: 2x Kunai]

20:45 Tenshi:
 E' strano come le combinazioni della vita ti portino a fare certi incontri. E quello, è di sicuro un incontro particolare. Due konohani, che non si erano mai incontrati prima d'ora, che fanno uno scambio equo. Adesso, lei ha portato a termine il proprio compito. Ora tocca all'altro compiere il proprio. Trovare l'Uchiha, costi quel che costi. < Anche io sono una konohana > rivelerebbe, per far sì che l'uno possa fidarsi dell'altra. Anche questo, è uno scambio equo, una legge che regola da sempre il mondo. Poi, egli diviene cupo, mentre dice di non appartenere a nessun clan. Come se quella fosse una colpa o qualcosa da nascondere. Ma che importa a lei? Le basta sapere il cognome altrui, così da poterlo rintracciare quando ne avrà bisogno. D'altronde è stato lui a chiedere di cercarlo quando si troverà in difficoltà. Ancora non sa, però, a che prezzo potrà cercarlo. < Kanishiro, mmm > non ha mai sentito quel cognome, né tanto meno esso le ricorda qualcosa. La presentazione dell'altro, però, non si ferma lì. Egli le rivela chi era sua madre. E gli occhi blu notte andrebbero a spalancarsi. Perché quello che ha davanti è un suo conclannato. Le coincidenze che accadono in quel mondo sono davvero strane. Un giorno credi di essere completamente solo, il giorno successivo trovi qualcuno che condivide il tuo stesso sangue. E la tua stessa voglia di scoprire quell'immensa oscurità che vi è in ognuno di noi. < Sei un Senjuu > esclamerebbe, quasi sussurrando, fissando gli occhi altrui. Non ci sono dubbi. Quello è chiaramente il simbolo dei Senjuu. Qualche passo indietro, per poi voltarsi, dandogli le spalle. < Trova Kioshi > direbbe con decisione, guardando la foresta davanti a sé. < Quando avrai portato a termine il tuo compito, ti mostrerò la potenza del clan Senjuu >. Con queste parole, lascerebbe intendere che anche lei porta quel cognome e, se egli fosse abbastanza perspicace, potrebbe ben capirlo. < Ci vediamo >. Alzando la mano destra in segno di saluto, si allontanerebbe dal luogo, per addentrarsi nella foresta. [END]

21:15 Mattyse:
 Ed ecco qualcosa che lo stupisce, la coincidenza... la stessa ragazza che gli ha curato quella ferita, si rivela appartenere al suo stesso villaggio. Quante possibilità c'erano? Se esiste un dio questo deve avergli sorriso in questa occasione. Ma questa non è la cosa che più lo bloccherebbe. In un lampo, un istante che pare essere eterno per il giovane, il clan di appartenenza della madre gli viene rivelato, ma non dalla sua mente, non dai suoi ricordi. Dalla voce di Tenshi. "Senjuu..." Ripete a bassa voce, come fatto per il nome della ragazza, con la differenza che gli occhi ora sono spalancati, stupito quanto colto da un attimo di panico. Pare essere la rivelazione della vita per lui, finalmente un passo per sapere cosa il padre gli abbia sempre tenuto nascosto. Le premesse della ragazza lo richiamano rapidamente, la potenza del clan Senjuu? A cosa può riferirsi? Ad un arte a lui sconosciuta, che sicuramente ha catturato tutto il suo interesse. Cosa deve fare? Domanda stupida. Deve trovare Kioshi, a tutti i costi. Se prima riteneva quell'obbiettivo una missione da compiere per ripagarla, ora è il suo obbiettivo principale. "Ci... Ci vediamo..." Ricambia il saluto pure lui, sollevando appena la mano mancina per poi voltare lo sguardo verso la propria destra. La testa è altrove, rivolta a come trovare il famigerato Kioshi. Deve trovare qualcuno a cui chiedere. Le opzioni rimangono Sango, Medusa e Mekura. Il giovane così prenderebbe a camminare, riposando nel mentre il kunai nel porta kunai stretto alla coscia sinistra. Vagherebbe verso la propria dimora con la testa tra le nuvole, continuando a pensare a come diavolo potesse trovarlo. [End]

Tenshi e Mattyse si incontrano, per una pura coincidenza del destino, nella foresta di mangrovie. Il ragazzo è ferito e la rosata decide di curarlo, ma ad una condizione: che egli trovi per lei Kioshi Uchiha. Il premio in palio si alza quando lei gli rivela il significato del simbolo del cognome della madre: un clan a cui appartenere. Il clan Senjuu. Solo se lui porterà a termine il suo compito, lei gli mostrerà cosa sono capaci di fare i Senjuu.

Giocata importante per il bg di Mattyse, dato che scopre qual è il suo clan di appartenenza.
Grazie Mat per aver pazientato ç.ç