For the Peace

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14:32 Furaya:
 Non parteciperà -mai- più ad un concerto dei Random Heroes. Non berrà -mai- più in compagnia d'una donna. Senza dubbio, questa è l'influenza di Saisashi. Ha pure baciato una donna, cioè. Andiamo! Inizia a perdere colpi con l'età assieme alla sua reputazione. Per questo motivo, Jushan-san non le toglie gli occhi di dosso. Ormai, anziché restare fuori con le guardie, resta seduto di fronte alla scrivania per osservarla lavorare. <Jushan-san, mi stai mettendo un po' d'ansia.> Gli si rivolge alzando appena gli occhi dalle scartoffie che ingombrano la sua scrivania. "La prego di fare silenzio e concentrarsi sul suo lavoro, Hokage", incidendo particolarmente col timbro vocale sull'ultima parola rappresentativa del grado. <Ho già promesso che non mi farò infinocchiare di nuovo.> Brontola contrariata, sporgendo in fuori il labbro inferiore e mordendolo appena con gli incisivi. Insomma, ha davvero fatto qualcosa di sbagliato? Prendersi un giorno fuori dai propri obblighi e doveri è così fuori luogo? Aveva bisogno di staccare con tutto quel che è successo: l'attacco a Konoha, la morte del Mizukage, il corteo funebre, l'occhio di Norita, la preoccupante situazione di Saisashi. Non è niente da sottovalutare. Andiamo oltre! Gli abiti indossati dalla fanciulla son colorati e leggeri. La parte superiore è formata da un tessuto rosso acceso simil kimono, con una chiusura a V sul petto che lascia sì intravedere la pelle e lo scorcio, ma evitando di sembrare provocante. Non ne trova il bisogno. I lembi sottostanti son infilati in una gonnella con una fascia elastica che ne copre la vita, d'una tonalità scura tendente al grigiastro. Le giunge sin ad altezza delle ginocchia, dotata di piccole frange che non ne limitano i movimenti. Sulle spalle, inoltre, di seta fine, v'è un haori bianco con delle maniche larghe e giungenti sin alla chiusura del gomito; dietro la schiena, ad altezza delle scapole, vi è raffigurato sia il simbolo del Villaggio della Foglia in rossiccio e quello del Clan Nara in nero subito sotto. I bordi delle maniche son circondate anch'esse di rosso, mentre è lasciato aperto sul davanti. Tramite un cinturone, vi son agganciate le due katane dalle quali difficilmente si separa, poste precisamente sul fianco sinistro. Attorno alla coscia destrorsa, v'è una tasca Porta Kunai e Shuriken con oggetti non dissimili da questi ultimi al suo interno. Sul gluteo sinistro, infine, porta anche una Tasca contenente degli oggetti utili quali tonici -sia di recupero chakra che coagulanti- e Fuda di differente genere. Avendo le braccia scoperte, sgombre persino dei vambracci metallici che solitamente userebbe nelle battaglie o nelle missioni alle quali prende parte, son visibili delle sottili cicatrici frastagliate e poste più o meno su gran parte di esse. Son talmente parte di sé che non se ne cruccia oltre. Attorno al collo, troviamo anche una fascia cremisi ed una collana recante il ventaglio degli Uchiha, sempre in bella mostra; tra i lunghi ciuffi rosei, tenuti sciolti, capeggia invece il coprifronte di Konoha. Che altra bella giornata l'attende, eh? Chissà chi busserà quest'oggi alla sua tenda. [Chk ON]

14:56 Izayoi:
  [pressi tenda > tenda] Come da copione, il suo giungere a Kiri l'avrebbe portata a raggiungere il traguardo ambito, il primo passo che sancisce la sua nascita come kunoichi, ma mai si sarebbe rilassata o concessa un qualsivoglia festeggiamento, visto che il suo dovere di mettersi alla prova, per testare quanto arde la volontà del fuoco dentro di lei, non vien mai perso di vista. Cammina, con passo adagio e posato per le tende dell'accampamento, sfilando con grazia e leggiadria in quel susseguirsi di volti, chi la guarda notando un volto nuovo e fresco, per quanto serio e mai spensierato, in quel ritrovar sempre le stesse facce in preda alla guerra ed al nervosismo generale, lei è rosea e pura nell'animo, impossibile da corrompere, come fiori di ciliegio prosegue in quel tener lo sguardo innanzi a sè, concedendo quelle lilla si muoversi solo ogni tanto per cogliere scorci ammantati dalla nebbia di quell'enorme accampamento, un susseguirsi di tende che risulterebbe sempre lugubre, come tutto il resto di quel villaggio, almeno ai suoi occhi < È tutto così grigio.. > sospira tra sè e sè in quel concedere un che di pietoso nei confronti della Nebbia, tralasciando quel fenomeno atmosferico persistente ma dispiacendosi per quel cupo presentarsi del paese dell'acqua, ritrovandosi ad ogni modo nei pressi della propria destinazione, mettendo da parte un qualsivoglia pensiero negativo. Un piccolo brivido di eccitazione, vago timore che si maschera di quella sua formalità ed aristocrazia che l'hanno forgiata, impettita e con le mani giunte tra di loro, a braccia distese, si sofferma davanti a quella che dovrebbe essere la tenda della Kage, vista e ammirata più volte nel contesto ben più ridente e solare di Konoha, seppur mai si sarebbe concessa un'incontrarla, sperando di poter approfittare del ritrovarsi tutti sullo stesso piano sociale, se così vorremmo vederla, lì in quella Tendopoli, schiarendosi appena la voce prima di domandare < È permesso, Hokage-sama? > e solo e soltanto nel caso ricevesse una risposta positiva, un permesso d'entrare, vedrebbe di andar quindi a varcar la soglia della tenda, per così palesarsi ai presenti, ritrovandosi in quel presentarsi nel mezzo di un momento magari vagamente scomodo < Buongiorno, Hokage-sama, sono Izayoi Koshirae, nuova Genin della Foglia giunta da poco a Kiri, ci tenevo a porgerle i miei omaggi. > sarebbe quel che direbbe dopo pochi passi in quel perimetro marcato dalla stoffa spessa, apparendo come di suo solito, con i capelli rosa sciolti, la parte superiore di un kimono semplice bianco con ritagli e ricami rossi, una gonna rosso scuro a dissociarsi dallo stile orientale della parte superiore, lunghi calze bianche così come lunghi guanti scuri, stivali da ninja scuri a punta, l'obi spesso e lungo dei due colori neutri e chiaramente il coprifronte, legato morbido al collo, lucido e nuovo di zecca, un segno chiaramente di puro orgoglio per lei. Un lungo e lauto inchino, flettendo il busto di quasi novanta gradi, in direzione della Judai, per poi chiaramente volgersi verso l'altro individuo presente < Buongiorno anche lei. > e chiaramente sussegue un'altro profondo inchino, formale e precisa quasi da dar la nausea, ritrovando umanità solo nello sfuggire da quei modi, ogni tanto, persino correggendosi, quando succede. Un sorriso in viso, le lilla che tornano sulla Kage riergendosi in piedi, nei suoi occhi si legge pura ammirazione per un simbolo della Pace come colei che ha davanti.

15:14 Furaya:
 Contrariata e ancor brontolona, sente su di sé gli occhi di Jushan-san. Non può permettersi mosse false col ragazzo che la tiene sotto controllo purché svolga i propri doveri. Fortuna vuole che ci possa pensare qualcun altro a fermarla, a darle un riposo dalle stesse scartoffie che il suo braccio destro le ha messo sotto il naso quest'oggi: firme da apporre a dei permessi, missioni da controllare e valutare, gradi da assegnare e tutto ciò che concerne anche Konoha dove ha lasciato una copia di sé e i suoi due lupi maggiori ai rispettivi ingressi per poterla difendere. Le guardie all'ingresso della tenda bloccano l'avanzare della fanciulla, frapponendosi tra lei e l'entrata della tenda. "Le armi", d'altro canto non è insolito che bisogni controllare chi entra nella tenda del capo Villaggio, trattandosi d'un figuro importante. <Lasciatela passare.> Agita la dritta nell'aere ancor munita di pennino sporco d'inchiostro con il quale starebbe firmando quelle carte piene di particolari e proposte. Jushan-san le rifila un'altra occhiata bieca, della quale la Nara non s'accorge, alzandosi in piedi e mostrandosi alla volta dell'altra rosata. Il ragazzo, neppur tanto giovane per quanto se li porti piuttosto bene, ha dei capelli neri non troppo corti, degli occhi chiari ed indossa una classica mise da Ninja: pantaloni scuri, sandali ninja, t-shirt a mezze maniche ed un haori sulle spalle dalle maniche a tre quarti di color bianco. Apparentemente non ha alcuna arma con sé e si sposta lateralmente, affiancandosi alla scrivania dell'Hokage come una buona guardia del corpo. <Non hai proprio intenzione di scollarti da me, vero?> Deve controllarla. Le ha fatto davvero una bella ramanzina dopo quella serata al bar di Yukio. Sta iniziando a seguire delle pessime compagnie e deve educarla a camminare ritta sulla strada più corretta possibile. "Ovviamente no, Hokage-sama", quasi la sbeffeggia mentre s'arresta in piedi con le mani dietro la schiena. Tornando alla Koshirae, avrà libertà d'accesso anche con la sua arma, avendo ben avuto a che fare in passato con questi ultimi e conscia di come la loro spada non verrà facilmente lasciata nelle mani di chi non sa occuparsene. Ha ben compreso l'orgoglio del Clan, trasmesso ad ogni suo membro, accondiscendendo ad esso e risultandone esserne affine. <Piacere di conoscerti, Izayoi. Prendi pure posto.> Le indica una delle due sedie presenti nella tenda, frontalmente ad una scrivania di legno. Sulla sinistra, v'è uno scaffale anch'esso in legno in cui son riportati rotoli, scartoffie d'ogni genere e ciò che deve tenere sempre a portata di mano. Sulla destra, invece, un tavolo con dei viveri e niente di realmente importante che debba venir menzionato. <Omaggi? Non ce n'era alcun bisogno, ma saranno senza dubbio graditi.> Le sorride, mostrando un'espressione gioviale come spesso accade nei confronti delle nuove leve o di chi solitamente non le fa perdere la pazienza (e ce ne vuole!). <Posso chiederti come mai hai scelto di venire a Kiri?> D'altronde, aveva dato loro tempo e modo di decidere, tuttavia risulta incuriosita da questa scelta. [Chk ON][ Diamo un volto a Jushan-san: https://i.pinimg.com/236x/02/87/fc/0287fc648cb7a9a9c43d5c3a70e99ccc.jpg ]

15:40 Izayoi:
  [tenda] Dunque, concessole il permesso di entrar nella tenda, si ritroverebbe al cospetto del ragazzo dai capelli neri, a quanto pare il diretto consigliere della Kage e chiaramente in presenza della donna che ammira in maniera onorevole, in quell'ambire ad un desiderio di pace, a voler essere la spada che miete i mali in nome della giustizia, per la Foglia e per la Judai stessa, la quale pare trovarsi in un tedioso venir tenuta sotto controllo dal ragazzo in maniche corte, probabilmente in seguito a chissà quali recenti eventi, ignara lei del concerto tenutosi in quel bar, giunta lì da sin troppo poco per esser presente a quell'evento, magari si potrebbe anche dire per fortuna, o avrebbe potuto rivalutare la figura stessa della Rosata, o magari, apprendere un qualcosa di nuovo da una figura alla quale si rifà, in termini di esser un simbolo di pace e giustizia, i capelli rosa sono solo un coincidenza, non sia mai che una qualche scimmia la confonda per una Furaya in miniatura (?).. Ma tralasciando pensieri nefasti, la Genin è del tutto concentrata in direzione della grande Kunoichi che ha d'innanzi, rapita dalla sua figura, soffermandosi con quello sguardo lilla sulle katana ai suoi fianchi, quasi attratta in maniera morbosa dalle spade, visto l'indottrinamento indotto dalla sua casata, che si ripropone in quel rispettoso ribadire e in diversi altri cenni della sua ferrea personalità < Piacere mio e non si preoccupi, ci tenevo a farlo di persona. > ed un cenno d'assenso profondo che è solo l'abbozzar di un'inchino, andando poi a volgersi verso Jushan, volgendo un sorriso per poi porgere chiaramente il dovuto rispetto anche all'altro, chiaramente un superiore se non di più ai suoi occhi < Lei è forse il consigliere dell'Hokage? Dev'essere un'onore essere al suo posto. > e allarga appena di più il sorriso che rimane comunque composto, labbra ne troppo sottili ne troppo carnose a tendersi verso l'alto, per poi tornar con lo sguardo lilla in direzione della sedia in questione, andando ad accomodarvisi sopra, poggiandosi con la schiena ben ritta, accavallando la destra sulla sinistra per poi posar le mani una sopra l'altra, sulla coscia della stessa gamba destra, statuaria e dritta come una spada, pronta ad esser estratta nel momento del bisogno, qual'ora il bene venga messo in questione < Ci tenevo a mettermi al servizio dell'Alleanza sin da subito e ho dunque chiesto di raggiungere Kiri.. > e poi farebbe una breve pausa per andar a sgranar appena lo sguardo, in quel far ardere le violacee desaturate di convinzione e di una determinazione imperturbabile, con il viso che si illumina di quello stesso focoso ed entusiasta dire < Tra pochi giorni, sarò in grado di metter la mia spada al servizio della pace. > e poi l'espressione và però facendosi più realista, più morbida, tornando quasi ad un chè di minimo, più che altro andando a rendersi conto che dopotutto, per quanto sogni in grande e sia in presenza di uno degli esponenti di grado più alto del mondo ninja, le è soltanto una Genin per ora e non può di certo far più di tanto, per quanto non si sta di certo lasciando prender dallo sconforto, semplicemente, è un riconoscere dei propri limiti, senza mai ritenersi utile < So che non posso ancora fare chissà che, ma sarà un onore combattere in suo nome, al servizio della giustizia. > parole che per lei valgono forse più della vita stessa, un codice d'onore impostogli da tutta la famiglia, un'animo del tutto in grado di coincidere da quegli insegnamenti rigidi, insomma, una perfetta bambola pura e buona, forse agli occhi del moro lì presente, un perfetto motivo per andar a rimarcare il dover di esser ligia della Kage, in quel vedere la Koshirae dedita ed ossessionata da tutto ciò. Chissà, sarebbe divertente, ma una sbandata lungo la strada, è più che normale, suvvia.

15:58 Furaya:
 Finalmente lasciate da parte le scartoffie, può dialogare con la neo giunta. Avverte su di sé in maniera costante le occhiate di Jushan, il quale le ha promesso che sarà controllata a vista ventiquattr'ore su ventiquattro. Non avrà un attimo di privacy finché non avrà terminato tutti i suoi doveri. Non che ci fosse bisogno di ricordarglieli, ha soltanto disobbedito mezza volta a quella che dovrebbe essere la sua guardia del corpo. Tutto qui. Izayoi prende posto di fronte alla Nara, la quale rilassa la schiena contro la sedia e poggia le mani in grembo. Accavalla la leva inferior manca, senza distogliere lo sguardo dall'interlocutrice. Le guardie, frattanto, si son ritratte all'esterno, poiché non corre alcun pericolo. Qualora dovessero esservi screzi, potranno intervenire quanto più velocemente possibile e confidano anche nell'azione di Jushan all'interno. Le sorride di rimando all'ammissione di voler esserci di persona e poterlo fare con le proprie mani. <Lo apprezzo molto.> Non lo nega ed appare anzi piuttosto sincera in merito. Sposta lo sguardo sul ragazzo, al quale vien posta la domanda fatidica. "Sono la guardia del corpo dell'Hokage", si inchina lievemente in avanti in tutta risposta, aggiungendo la sua presentazione: "Può chiamarmi Jushan-san" con il doveroso suffisso che costringe persino la Nara ad usare. Che tipetto tutto pepe. Non ha certo timore della sua autorità, dove svolgere proprio il ruolo di guardia nei confronti di quest'ultima, cercando appunto una collaborazione da essa. Ed eccolo rifilarle un'altra occhiata truce. <...> Non può neppur dirgli che somiglia a suo padre perché risulterebbe essere più un'offesa che un complimento, un insulto all'onore e all'orgoglio da Ninja che si presume possegga. Torniamo, però, ad occuparci della Koshirae. La donna si limita a muover il capo dall'alto al basso, annuendo alle di lei parole segno che ne ha comprese le motivazioni, oltre ad aver seguito ogni parola pronunciata. <Sai> Abbassa lo sguardo sulle proprie mani per un istante, trovando le giuste parole da mettere in fila nella frase. Rialza subito dopo gli occhi color del cielo terso sul viso della fanciulla <Molti hanno scelto di tornare al Villaggio e li comprendo. Ben più importante dell'Alleanza è la difesa della nostra casa.> Inizia coi suoi soliti discorsi da Hokage comprensivo, volendo constatare il pensiero di chi ha di fronte e con cui ha il piacere di dialogare e confrontarsi. <Pensi che quest'Alleanza sarà duratura?> Dovrebbe essere informata circa la situazione presente e venutasi a creare sull'isola di Kiri. <Sei informata, deduco, sugli ultimi avvenimenti.> Per essersi recata lì in aiuto dell'Alleanza, dunque, dà per scontato che a questa domanda risponda in maniera positiva. Caso contrario, si premunirà di aggiornarla in merito per far sì che non sia esente da alcuna vicenda conosciuta sinora. <Ti ringrazio davvero per riporre fiducia in me.> China nuovamente il capo, seria in volto, facendo affiorar un sorrisetto sol quando l'avrà rialzato e avrà rivolto ancor una volta le iridi a lei. <Il tuo orgoglio è già grande. Il tuo futuro sarà senz'altro radioso.> Lo spera davvero per quanto conscia che, dietro ad ogni passo, si nasconda l'oscurità che tutto inghiotte e tutto tramuta. [Chk ON]

16:28 Izayoi:
  [tenda] La giovane dunque si ritroverebbe un pò come una ragazzina davanti ad un suo mito, gli si legge in faccia quel velo di soddisfazione nel trovarsi lì, per quanto l'espressione sia posata e soltanto gli occhi ed il tono sembrano più vispi del solito, qualche nota più acuta nei toni, senza chiaramente andar oltre alla confidenza ed al contegno, ponendo un rinnovato sorriso e cenno d'assenso davanti all'apprezzare della Kage, in quel notar i modi di fare allo stesso modo eleganti e garbati della Nara, per poi conceder alle lilla di tornare sulla guardia del corpo < Molto lieta, Jushan-San. > e da lì dove si trova seduta, piega il busto appena in avanti, non come se fosse in piedi, un mezzo inchino per poi tornare con la propria attenzione nella direzione della Rosata, ritrovando, in quel lieve perdersi delle violacee per la tenda, una semplicità ed una modesti degne di una Kage di tutto rispetto, quel considerarsi al pari dei propri sudditi, del proprio esercito, quell'essere un simbolo di prosperità e speranza, riconfermano il fascino nei confronti della figura della Judai, che con il uso tono andrebbe richiamando la sua attenzione, proprio un'istante dopo che lo sguardo della Genin si sia posato nuovamente sul di lei viso < Ha ragione e non nego che penso spesso alla Foglia.. > un breve soffermarsi, drammaticamente penserebbe all'attacco avvenuto non troppi giorni fà nei confronti di Konoha, nella quale purtroppo non ha potuto far più di tanto, riprendendo si da quei ricordi sgradevoli, proseguendo < Ma voglio essere una spada in grado di mietere anche solo una radice del male, voglio poter estirpare all'origine ogni pericolo, per la Foglia e per tutte le cinque terre. > ambiziosa, conscia di essere poco ma desiderosa di diventare molto, di poter effettivamente diventare quella lama che mieterà i peccati e la discordia, che porterà equilibrio laddove è l'oscurità a prevalere, donando speranza e gioia nell'animo di chiunque potrà salvare e liberare dall'oppressione della sofferenza. Una breve pausa per lasciare che lei ponga la sua domanda, rispondendo con un lieve abbassarsi dello sguardo di lei sul grembo della Kage, un guardar impreciso che non si fissa su nessun punto in questione, parlando onestamente, non essendo quasi in grado di mentire, giusto dopo che lei abbia agginto pure riguardo l'essere informata o meno < È qualcosa di meraviglioso, ma tra quello che si è scoperto sull'ex Mizukage e quant'altro.. Io temo per la sua stabilità.. > per il resto, non sà altro riguardo, ha sentito diverse voci ma li considera avvenimenti troppo grandi per il suo calibro, per mettervi in relazione qualcosa di più che un semplice pensiero ed un proprio punto di vista < Non sia modesta, lei ed Hitomu-sama siete simbolo di grande speranza. > direbbe con un sorriso, per poi andar a concedersi un vago e timido arrossire, minimo e quasi impercettibile quel tingersi delle guance, in quel ricevere quei profondi , quanto apparentemente semplici, complimenti da parte della Judai < Ah.. La ringrazio, vedrò di non deluderla. > e di nuovo china il capo anche lei, in quel voler andar poi a domandare in maniera più precisa, chiaramente tornata con le lilla sul viso di lei da diverso tempo, osservandola in quelle sue fattezze autoritarie < Se ci fosse un qualsivoglia scopo al di fuori delle missioni per una semplice Genin come me, sarei lieta di adempirlo. > e poi silenzio, rispettoso e pacato silenzio, in quell'attendere con una posa impeccabile, precisa e mai in grado di scomporsi, con l'umidità che forse solo ora pare essersi diradata dalla capigliatura rosa, in quell'ammorbidirsi da un che di gonfio, per quanto tra le due, non si sà quale delle due chiome sia più riconducibile a zucchero filato.

16:54 Furaya:
 Ha conosciuto alcuni membri del Clan Koshirae ed ognuno d'essi si rispecchia per l'orgoglio che portano alto, tanto che Izayoi, per quanto giovane ed inesperta possa apparire, non n'è esente. Jushan-san le risponde con un mero cenno del capo, tenendo sotto controllo la situazione e sfruttando i suoi sensi per poter garantire sicurezza anche per ciò che proviene dall'esterno. Dalle sue parole, evince come sia interessata al Villaggio, memore anche delle parole pronunciate dalla Capo Clan, ossia la scelta individuale di appartenere alla Foglia senza alcun obbligo o sforzo. Tutti pensano alla Foglia. Tutti vorrebbero tornare a casa quanto prima, smettere di combattere una guerra che loro non appartiene. <Ero portata a credere che combattere non facesse altro che alimentare le guerre.> Comincia col dire. In effetti, non è neppur poi tanto falsa come affermazione. Se qualcuno decide di combattere e far del male, vi sarà sempre qualcuno che vi si opporrà con forza. Al contempo, non può neanche permettersi di imporre la pace, come l'è stato fatto notare. <Eppure noi Ninja nasciamo e veniamo educati, oltre che addestrati, proprio per prevenire e fermare le battaglie.> Prosegue, sempre molto cheta. Sfrutta le sue esperienze passate per instillare la fiducia negli altri, facendo loro capire che tutto può essere risolto se lo si vuole davvero e se si lotta (è sempre lì l'inghippo) per averlo. <Sarebbe insensato non affrontarle, ma non ti nascondo che il mio desiderio è tutt'altro. Vorrei che non foste più obbligati ad impugnare le vostre armi o ad adoperare i vostri jutsu.> Gli occhi restano ben fissi in quelli della fanciulla, l'espressione seria in viso tanto quanto il tono usato per esplicare i suoi perché. S'è sempre aperta con chiunque, avendo riconosciuto nei Genin la facoltà d'agire e il buonsenso; alcuni d'essi son veramente fieri di quel che sono, nonché di ciò che vorranno diventare in futuro. Non potrebbe davvero desiderare generazione migliore, se non fosse per questa guerra "fredda" se tale vuole definirsi. V'è stato un unico scontro oltre alle missioni svolte nell'effettivo. Il Dio? Che fine può aver fatto? Che stia pianificando dell'altro? Beh, non è il momento per pensarvici. Vi annuisce ancor una volta. L'Alleanza stessa è instabile, tutti se ne sono resi conti ed è il motivo che ha spinto l'Hokage ad unire gli accampamenti alleati. <Non posso neppur mentirti a tal proposito, poiché significherebbe soltanto apporre una pezza s'una falla che riempie la nave d'acqua.> Non serve a niente mentire al popolo. Non è mai davvero servito neppure ad aiutare, neppur fatto in buona fede. <Cercheremo di far andare le cose come devono, ma dobbiamo risolvere il problema cardine.> Il finto Dio che s'è impossessato in un primo momento del Mizukage, rendendo la situazione del Villaggio della Nebbia instabile. <Ti ringrazio.> Riconferma la sua modestia, non riuscendo davvero a comportarsi diversamente. Il suo carattere, per quanto voglia o non voglia, è sempre lo stesso. Seppur cresca e avanzi con l'età, difficilmente vi sarà un cambiamento differente che possa esser in meglio o in peggio. L'esser riuscita a riconquistare almeno il sorriso è un grande passo avanti nel condurre una qualsivoglia discussione pacifica. La rende persino più bella e solare. <Stiamo cercando di raccogliere informazioni aggiuntive sulla situazione di Kiri, ma ti terrò senz'altro in conto qualora fosse necessario anche il tuo aiuto.> Promette, non potendole assegnare ancor nulla. Per quanto riguarda la squadra di ricerca, anche quella è composta da un considerevole numero di membri. Le cede, dunque, la parola. [Chk On]

14:48 Izayoi:
  [Tenda Furaya] Permane, immobile su quella sedia, in preda ad un che di euforico ed alle emozioni positive, per nulal asciate trasparire all'esterno, seppur si starebbe abituando al fatto di essere in presenza di quella figula idolatrata, rilassandosi giusto una virgola in più di quando era entrata, sciogliendo un'attimo la rigidità delle spalle, andando a lasciar che un'espirare, profondo ma pacato, quasi silenzioso, accompagni quell'ammorbidirsi. Poco dopo, le parole sagge della Judai, la porterebbero però ad un vero e proprio sospiro, affranta, seppur chiaramente solo per quegli istanti nel rispondere riguardo al combattere, saggia quanto può dal basso dei suoi diciassette anni, lasciando che lo sguardo lilla, socchiuso un'attimo in quell'amaro respiro, vada nuovamente, lilla, sul viso della Rosata < I conflitti sono eterni, ed anche con l'esistenza di noi Ninja, finchè la pace non regnerà sovranna, saremo solo le pedine di una scacchiera mossa dal costante cercare l'equilibrio, tra bene e male. > eppure, allo stesso modo se ne rende conto leei stessa che in quelle parole vi è un tranello, poichè per quanto lei stessa sia dedita alla giustizia ed alla pace stessa, per quanto desideri il bene per tutti e di tutti, non si può pretendere di certo di portare la pace esclusivamente con la forza, laddove non voglia essere accettata, poichè alla fine ci si ridurrebbe sostanzialmente ad essere dei veri e proprio inquisitori, come un monarca che decreta cosa è giusto per il popolo e cosa no, insomma, si finirebbe soltanto per essere qualcuno di fintamente pacifico, la trasposizione dell'inevitabile voler rendere qualcosa assoluto. Eppure, lei stessa non comprende quale sia il giusto equilibrio, perchè deve esistere la guerra ed i tumulti? Perchè dissapori ed incomprensioni devono esssere all'ordine del giorno? Dal gradino più basso della società a quello più alto e prezioso, causando un ciclo infinito di effetti farfalla che porteranno prima o poi alla prossima guerra, al prossimo spargimento di sangue, per cose futili quali il potere, le terre, il denaro e chi più ne ha più ne metta. Non capisce, e forse non vuole capire, tanto che scuote lievement il capo, assicurandosi di essere una lama al servizio della giustizia e della pace, senza lasciarsi turbare, agendo secondo i principi imposti dalla famiglia e dal suo stesso modo di essere < Ah, ma noi siamo onorati di combattere in vostro nome, venerabile Hokage. > almeno, questo vale per lei, parla al plurale convinta che chiunque alla Foglia sia dedito alla volontà del Fuoco, incapace a volte di vedere il male là dove si annida in maniera più concreta, ancora giovane ed inesperta, a volte spensierata, o meglio, troppo buonista per vedere il male che alberga dietro l'apparenza, rimandando il suo dovere di estirparlo con pura e semplice incoscienza del momento, andando a concedersi un sommesso e lungo mugolio in quel sentire le parole riguardo l'alleanza ed i trascorsi degli ultimi giorni, portanto una mano sotto al mento, riflettendo, non potendo però venire a capo di chissà quale grande soluzione < Spero solo che le vostre forze non vengano impiegate in qualcosa di instabile. > ed annuisce brevemente per poi andar ad aggingere, riportando la mano in grembo, lo sguardo è sempre bonari oe positivo ma l'espressione si vela di un che di vagamente crudele, egoistico, quel male necessario che potrebbe però portare la salvezza di alcuni, se non di molti, mettendo da parte chi non approva ed accogliendo chi invece condivide < Sà, sembrerà ingiusto ma secondo me, nel peggiore dei casi, potremmo ritirarci a Konoha e definirla una frontiera di pace.. > una breve pausa prima di continuare con il proprio punto di vista, andando a mantenere lo sguardo ardente di determinazione sulla donna, sbagliando a priori nel suo dire, probabilmente, ma spiegandolo e difendendolo a spada tratta, visto che se il mondo non vuole farsi curare dai propri mali ed affiancare la pace, allora lei farebbe semplicemente così, che poi semplicemente è tutto un dire < Insomma, se non riusciremo ad estirpare il male dal mondo... Basterebbe accogliere tutti sotto un'ala pacifica e difenderla con le unghie e coi denti... > sì, può sembrare egoistico, come già detto, ma dal suo punto di vista, se gli altri non vogliono essere salvati, lei ci proverà indubbiamente sino all'ultimo, riducendosi all'osso e stremandosi pur di veder un barlume di luce anche nell'animo più oscuro, ma qual'ora il male si dimostri recidivo nei cuori altrui, allora sì, per quanto giusto per metà, quello sarebbe il suo modo d'agire, dettato probabilmente dall'ingenuità dell'età misto ad un pizzico di onesta saggezza, uno strano connubio < D'accordo, non esiti a contattarmi per qualsiasi evenienza. > direbbe con un'annuire che segue il proprio dire, tacendo poi in attesa del dire della Nara, osservandola con quel misto di ammirazione e serenità, velata vagamente dalla serietà degli argomenti.

15:17 Furaya:
 Assume la consueta posizione educata, composta e pensante, da brava Hokage. Jushan-san le ha sempre dato delle dritte su come mostrarsi al popolo, per quanto poi sia lei a lasciar trasparire tutto quel che vuole, senza dare particolare adito all'etichetta che le vorrebbero imporre. Come per gli abiti. Quel vestitino succinto indossato al matrimonio dei Daimyo non compare neanche più nel suo guardaroba e la stessa guardia del corpo è stata linciata, anche se n'è valsa una nottata mozzafiatante con Saisashi. Torniamo al presente, ch'è meglio. <La pace alla quale anelo è un'utopia, ora come ora. Per tutti. Siamo pochi a desiderarla e, in questo modo, non avremo mai l'appoggio di tutti gli altri.> Specifica alla di lei volta, mantenendo il solito tono pragmatico e pacato. China appena il capo da un lato, non volendosi mostrare per forza così rigida ma l'argomento trattato richiede una certa imposizione, oltre all'attenzione sui dettagli. <Fino ad allora, continueremo a lottare per fare in modo che il Baluardo della Pace> Che altri non è se non Konoha. <continui a resistere a qualsiasi ingiuria, a qualsiasi attacco venga attuato ai suoi danni. Saremo noi le sue mura, saremo noi a proteggerla.> Un discorso degno di chi ha combattuto a lungo per ostentare quell'egoistica Pace, una guerra che non avrà mai fine finché ci sarà qualcuno in grado di sol pensare in maniera negativa. <Sarà una battaglia lunga e sfiancante, si ha bisogno di Ninja che credano in quest'ideale e spero di infondere in voi della Nuova Generazione> Così chiamati poiché in epoche differenti da quelle passate, per quanto se ne portino a loro volta dietro gli strascichi mai dimenticati dei loro avi. <la mia stessa credenza, senza imposizione alcuna, ma soltanto facendovi comprendere quanto la Pace sia la via della quale Konoha e i suoi cittadini ha bisogno.> Arde in lei la Volontà del Fuoco, la stessa che l'ha condotta dov'è adesso, imponendosi con ferrea decisione nelle sue scelte per quanto egoistiche possano essere. D'altro canto, però, ha sempre dato modo ai suoi diretti sottoposti di decidere cosa fare della loro vita: un caso lampante è la decisione che ha ceduto loro sul tornare a Konoha oppure aiutare l'Alleanza. <Lo farei ben volentieri, ma Konoha fa ancora parte dell'Alleanza Ninja delle Cinque Terre. Per questa motivazione, non posso permettere che venga meno all'aiuto richiesto. Chiaramente, il Mizukage s'è rivelato essere un traditore e da parte nostra non riceverà alcun aiuto esattamente come Kiri.> La promessa e la parola data è un obbligo morale oltre che di mero orgoglio. Ha giurato che, qualora Hotsuma attaccasse o danneggiasse nuovamente i Ninja della Foglia o i loro territori, l'aiuto del Villaggio sarebbe decaduto nei confronti della Nebbia. Contrariamente, lei è rimasta lì soltanto per il Finto Dio, dando modo agli altri Ninja di scegliere. <Come propostovi, potete tornare a Konoha e difenderla. Non l'ho lasciata sguarnita.> Una sua copia gironzola per il Villaggio notte e giorno, assieme ad Ithaeur e Fenrir, per non parlare delle Forze Speciali al completo e i turni di guardia raddoppiati specialmente sulle mure esterne. No, Konoha non è sguarnita. Annuisce alle ultime affermazioni della fanciulla, comprendendo il suo punto di vista che, invero, non è neppure tanto dissimile dal proprio. <Si può dire che abbiamo un obiettivo in comune, Izayoi. Aspiro ad ottenere qualcosa che non sia molto lontano da quanto detto da te adesso. Ma ci vuole tempo, bisognerà lottare, sudare e sanguinare.> Glielo rende ben noto, sincera come sempre, cedendole infine il dire. [Chk On]

16:25 Izayoi:
  [Tenda Furaya] La tenda sembra oramai piccola, diventando sempre più misera in quel non riuscir a contenere l'onore di quelle parole, la serietà con la quale si vuole guardare al futuro con u'occhio di riserva, speranzosi ed allo stesso tempo determinati nel voler far valere il proprio ideale benevolo, ispirata e motivata ancora di più dalle parole della figura che si para davanti a lei, illuminandole il viso in quel riflettersi di un'autorità che la stuzzica dentro, gli riempie gli occhi di ardore < Un giorno la sua parola farà breccia anche negli animi più malvagi, ed io, sarò lieta di esserne portatrice. > fiera ed indomita in quell'ardere di sentimenti di giustizia e quant'altro, pensando all'immagine della Foglia nel mondo dei Ninja, concorde in quel definirlo IL baluardo della pace < La mia spada, un giorno, veglierà dall'altro di quelle mura, può starne certa. > seria nel tono, in quell'essere ambiziosa e forte delle sue capacità, talentuosa e desiderosa di puntare in alto, di elevarsi sopra a qualunque altro Shinobi, magari diventando lei volta una Kage, in un futuro remoto che verrà, non necessariamente intenta a prendere quel titolo, quantopiù volenterosa di diventare un simbolo di pace e benevolenza, promettendo quella sua lama al servizio delle forze della speranza di quel consolidarsi dell'utopia della quale parlano. Una breve pausa, un pensare ed un riflettere nel confronto della generazione alla quale lei stessa appartiene, conoscendo non molte persone al di fuori del Clan, possedendo dunque un metro di giudizio solo relativo ed impreciso, concedendosi piuttosto un rimarcare dell'operato della Nara, sorridendo in quel proferire < Sta facendo sicuramente un'ottimo lavoro, sia qui che a Konoha, così come ha sempre fatto.. > una brevissima pausa prima di continuare, rinnovando l'ammirazione in quello sguardo sul viso della Judai < Io stessa sono molto ispirata dalla sua figura e scommetto che è lo stesso anche per molti di noi. > e con quell'ultimo dire andrebbe parlando a nome dei novizi della Foglia, quasi facendosi carico di quel voler considerare tutti sulla retta via, tutti pronti a combattere per difendere quella terra di pace del fuoco, senza mai pensare in maniera malevola, per quanto sia ben conscia dell'esistenza del male stesso, il suo unico ma variopinto nemico. Ascolta il dire riguardo i doveri della Foglia nei confronti dell'alleanza e non potrebbe far altro che annuire profondamente, comprendendo chiaramente la questione e rivalutando appunto quel suo dire di prima considerandolo vagamente egoista, sorridendo amaramente in quel rispondere < Sono sicura che anche se l'Alleanza crollerà, Konoha sarà un frammento di pace invidiabile, per tutte le terre Ninja. > essendo si speranzosa ma a tratti anche realista, in quel dover immaginare il peggiore dello scenario, dove difendere la Foglia, nell'eventuale Caos che si creerebbe in una situazione simile, diventerebbe qualcosa di assoluto, pur andando ora come ora a scuotere lievemente la testa, in un breve cenno di diniego ripetuto un paio di volte, rimanendo sempre e perfettamente ritta con la schiena, senza mai farsi cogliere sprovvista di quella sua formalità < Ammetto che penso molto a casa ma... Come le ho accennato poco fà, voglio poter essere in prima linea e se dovrò mietere qualche vita in nome della Pace, sarò pronta a farlo. > tagliente nello sguardo, determinata e pronta ad uccidere se necessario, storpiata nell'animo, nel profondo del suo essere da quegli allenamenti a volte anche crudeli, ripetuti infinite volte, quasi da generare dentro di lei un lato diverso in quell'approcciarsi alla battaglia, facendogli considerare la morte del nemico un gesto di salvezza e purezza, quasi non vedendolo nemmeno come un'umano. Per quanto per ora, è soltanto una semplice Genin, l'ardore dentro di lei è qualcosa di irrefrenabile, malsano e troppo automatico, forse, pericoloso, probabilmente, se mal gestito. Si ammorbidisce nell'espressione affilata riconcedendo alle lilla quella raffinatezza di base della sua espressione posata, andando a metter da parte fierezza e determinazione sfrontata, per sorridere riguardo all'obiettivo in comune < Sono pronta a dare tutta me stessa, finchè potrò io sarò lì a combattere in suo nome ed in nome della Pace. > dovesse costargli la vita, per quanto quelle parole appena pronunciate potrebbero levar le ultime invece non dette, andando a concedersi un'espressione dove le labbra si schiudono, un'idea gli balena in mente e lì per lì, per quanto una punta di imbarazzo la coglie di soppiatto, si ritrova costretta a pensare che potrebbe non avere altre occasioni per una domanda simile < Ah, emh.. > un pizzico di esitazione, una mano si solleva, la destra, andando ad afferrare con due o tre dita una delle ciocche rosate, iniziando a giocarci ed arrotolarne appena le punte in quel risultar vagamente nervosa, solo a tratti umana in quel cedere a modi di fare dopotutto normali < Mi chiedevo.. Se non le è di troppo disturbo... Non è che potrebbe considerare il fatto di prendermi come allieva..? Non.. Voglio necessariamente che mi insegni le arti Ninja, vorrei poter imparare di più dall'alto della sua esperienza, per diventare.. Sì insomma.. > un giro completo, anzi due, no sono tre quelli che vengono fatti fare alla ciocca che vien presa nella sua interezza, divenendo vagamente rossa, dopotutto davanti alla sua eroina, se così vogliamo metterla < Per diventare, un giorno, come lei. > e sì, ci proverebbe ancora a guardarla in quegli occhi autoritari della Nara, lasciando che il fiato in eccesso vada in un sospiro appena nervoso in quel farla cedere, scostando le iridi lilla di lato, in un fissare un punto impreciso della tenda, pensando cose del tipo che sì, l'ha fatto veramente, come gli sia venuto in mente e cosine varie. È quasi carina quando fà così, non c'è che dire.

17:05 Furaya:
 Jushan-san è ancor lì in piedi a presiedere a quell'incontro, silente come suo solito, ma attento a quel che accade attorno a loro. D'altronde, il suo ruolo è puramente quello d'una guardia che deve assicurarsi che il proprio cliente non venga neppure sfiorato. <Sono sicura che il tuo aiuto non sarà vano. Spero che molti altri possano seguire il tuo esempio e raggiungere la medesima maturità che mi stai dimostrando adesso.> E n'è veramente compiaciuta, dal momento che ben pochi Genin della sua età dimostrano la stessa attitudine. <Non posso dirti più che grazie, in questo momento. Il vostro Clan si sta dimostrando molto affine ed orgoglioso, non posso che apprezzare tutto ciò.> Dei Koshirae, ha conosciuto ben quattro elementi: la Capo Clan, Saneatsu, Meijii (l'unico nel quale non vede il medesimo orgoglio dimostrato dagli ultimi due) e Izayoi. Quest'ultima viene parecchio apprezzata dall'Hokage, potendo finalmente rivedere in qualcuno il suo stesso ardore e, al tempo stesso, il desiderio di pace che vorrebbe a tutti i costi ottenere per sé ed il Villaggio, chiaramente includendo chi vi vive tra le mura. Solleva l'arto manco, bloccandone il successivo dire e scuotendo mesta il capo. <Questo non posso accettarlo> Il sorriso malinconico prende a far capolino sul viso della donna che s'affretta a replicare al di lei dire. <non ho gestito tutto nel migliore dei modi.> E ne spiega subito la motivazione, senza farla attendere oltre. <Qualora l'avessi fatto, non vi sarebbero state delle vittime> Eppure ve ne sono in ogni guerra, in ogni battaglia ed i Ninja vengono addestrati per questo. Le si può davvero attribuire una colpa? Per lei, sì. <non vi sarebbe stata la necessità di piangerli.> Si pente e si duole, com'è giusto che sia secondo il suo pensiero, poiché tutto pesa esclusivamente sulle proprie spalle. Saisashi voleva far sì che il peso venisse suddiviso anche sulle proprie, ma ha abbandonato quella tenda e, di conseguenza, tutto è tornato a pesare, assieme alla sua momentanea sparizione che ben più aggrava la psiche della Nara, esclusivamente su quelle della donna. Che venga meno alla promessa fattale? Non sa più cosa pensare e non intende fare in modo che il proprio cerebro or rifugga esclusivamente nei meandri della preoccupazione. Non userà l'empatia per cercarlo. Tornerà da sé, con le sue sole gambe. <Anche se ho commesso degli errori imperdonabili?> La sua spiccata sincerità è un vezzo fastidioso, tanto quanto l'ostentarsi portatrice del male del mondo purché non crolli tutto addosso agli altri. Lei è quella sulle cui spalle deve pendere tutta la valanga, evitando a tutti i costi che cada su chi è sotto di sé. Un onere difficile, che probabilmente non è in grado neppure di portare. <Voglio che Konoha venga vista come il Baluardo della Pace> Eccola che riattacca con sogni che sanno di illusioni. <quel Baluardo come un faro nella nebbia che non può essere abbattuto. Può venire ferito, danneggiato, distrutto, ma mai domato né sotterrato.> Vede così il suo amato Villaggio, allo stesso modo vede se stessa. Sol ora, dopo quanto detto fino a poco prima, mostra la parvenza d'un debole sorriso ben più raggiante e solare. Ci prova a fare in modo di credere e pensare che tutto possa finalmente tornare alla normalità, ma il male è sempre in agguato e questo -cara bambina- tu lo sai benissimo. Rifugiarti nei ricordi pacifici non farà in modo ch'esso cessi di esistere. <...> Mietere vittime. Una fanciulla così giovane. Non riesce a vederla macchiatasi di sangue, ma possiede gli stessi ciuffi rosei della Kage, la quale li ha macchiati del cremisi liquido quand'era null'altro che una Genin a sua volta. Ha davvero diritto di ritrattare? Sceglie di tacere innanzi a quell'affermazione, annuendovi appena un paio di volte col capo e lasciando che si concluda una parte del discorso. <Ed io sarò esattamente sullo stesso campo di battaglia al vostro e tuo fianco.> Ha promesso, ha giurato, mantiene sempre la sua parola. Fa della sincerità la sua massima virtù, seguita a ruota dall'orgoglio che appare spesso soltanto come difetto. Prosegue, poi, questa discussione mentre nota il far dell'altra, probabilmente in imbarazzo. In un primo momento non comprende, ma tace. Si limita a tener le azzurre iridi sul viso altrui, in attesa che possa dirle cosa c'è che non va o a cosa stia adesso pensando. <...> Ed eccola, un'altra esosa richiesta, come quella di Ryuka. Allievo. Allievo dell'Hokage. Perché si ostinano a voler gettare la vita di fianco ad una donna che, per maledizione, ha permesso la morte di tanti innocenti? Tamburella piano con i polpastrelli sul tavolo. Jushan-san s'accorge del malessere, lui che tutto sa della Nara ed anche dei momenti bui che ha dovuto passare. Le s'avvicina d'un mero passo, autorevole ma fraterno. L'aggettivo migliore sarebbe paterno, ma assoggettare la figura di Ryota Nara a Jushan-san... oh, non succederà mai finché campa. Lei alza una mano, palmo rivolto in sua direzione e sguardo che s'abbassa per un istante. Un altolà. Non vuole aiuto, non lo ha richiesto e non davanti ad una Genin o a qualunque altro membro potesse trovarsi ora di fronte. Il sostegno morale lo riserverà per dopo. <Prima di te, ho avuto un altro allievo. C'ero molto legata, ma a causa d'una missione fallita, è in mano al nemico.> S'apre nei confronti della Koshirae, sincera. <Uno dei motivi per cui personalmente resto qui è perché pretendo che mi venga restituito.> Vivo o morto, ma questo non glielo dice. Sceglie di soprassedere. Già aver avuto conferma che l'occhio di Hotsuma fosse di Norita la fa inorridire. <E se proprio ciò non dovesse avvenire, lo scoverò fino a far affondare quest'isola se necessario.> Stringe le dita, sente ribollire lo Yoton a causa delle eccessive e contrastanti emozioni che è costretta a controllare e a tenere a bada. Detesta quando si fa vivo senza il suo consenso, ma si tratta pur sempre d'un esperimento. Non v'è eredità nel gene. <Non sono l'eroina di Konoha che pensavi d'avere avanti> Non vuole distruggerle i sogni, ma metterla davanti alla consapevolezza di chi è -realmente- Furaya Nara. <sono molti i miei errori e non voglio ricadano sui miei allievi. Se vuoi essere considerata tale, devi anche sapere cosa sono prima di chi sono. Solo cosciente di ciò> Solo se resisterà di fronte all'aberrante bestia che l'Hokage crede di essere <potrò accettare.> potrà redimersi. [Chk On]

17:54 Izayoi:
  [Tenda Furaya] L'imbarazzo, man mano del proprio domandare riguardo al voler essere sua allieva, và svanendo ed i capelli vengono dunque lasciati in pace da quel venir tormentati dalle dita, la mano che tornerebbe a posarsi sopra l'altra, ricomponendosi nella propria posizione ben dritta e stabile, lasciando che le parole della Kage vadano a far comparire un degno, vero e proprio sorriso, nei confronti di quel dire rivolto al proprio Clan, felice e soddisfatta a riguardo di quel che sente, sentendosi in dovere di porre un mezzo inchino a come a voler ringraziare a nome di tutta la sua casata < Lo spero vivamente anche io e vi ringrazio per le parole dedicate alla mia famiglia. > si raddrizza con il busto solo verso la fine del proprio dire, per sistemarsi appena poi contro lo schienale, cambiando dunque la posizione delle proprie gambe, l'una che si mette sopra l'altra, viceversa rispetto a prima, riportando le mani lì sulla coscia più in alto, osservando poi quel dire affranto della Kage, vedendo quell'incupirsi del suo volto andando a percepire la sensazione di colpa di lei, quell'attribuirsi effettivamente qualcosa che non le spetta di diritto, non potendo comprendere chiaramente il punto di vista di colei che volente o nolente deve farsi carico delle questioni e prendersi le proprie responsabilità, dato il suo stesso titolo che porta con sè non solo la fama, ma anche appunto i doveri. La ascolta accigliandosi, quasi facendosi cogliere dall'animo di lei che sembra spegnersi un'attimo, quasi facendo sentire in dovere la Koshirae di provare, perlomeno, a tirarla sù, per quanto non vorrebbe mancare di rispetto alle di lei convinzioni < Hokage-sama, nonostante i caduti, sono certa che abbia fatto del suo meglio, poteva andare molto peggio. > e posa una mano sul proprio petto quasi a voler sottolineare la sincerità di quel proprio dire orgoglioso, immaginandosi che, effettivamente, oltre ai vari accadimenti più inerenti all'Alleanza, se Furaya ed Hitomu non ci fossero stati quel giorno a Konoha, per qualsivoglia motivo, forse sarebbero rimasti in meno a piangere, rispetto a quelli invece dia piangere. Un breve istante, pochi attimi che si susseguono in quel di lei perdersi nel peso dei propri fardelli, concedendo poi quella domanda, forse più rivolta a se stessa che alla Genin, la quale con un sorriso del tutto naturale, quasi come se stesse per dire l'occhio, scuote appena la testa ed andrebbe avvalendosi agli insegnamenti della propria famiglia, qualcosa che hl'ha forgiata come la più resistente delle lame, inflessibile < Gli errori che facciamo, servono a definire meglio la nostra giustizia. > socchiudendo gli occhi al termine di quel dire annuendo con un chè di profondo volendo definire quella piccola perla di saggezza, se così vogliamo chiamarla invece che un'inculcare come tanti della Casata, con la quale, assieme a tante altre insite in lei, va avanti la giovane rosata, come se non ci fosse spazio per gli errori ma solo per il miglioramento del proprio senso di pace e giustizia eterna, lasciando poi spazio a quel minuto di silenzio, quell'osservarla con gli occhi di una madre forse che non vorrebbe veder una figlia macchiarsi di sangue, se non fosse che appunto lei stessa non si sente in diritto di contestare, guardandosi forse, in un certo senso, in uno specchio rivolto al passato, un guizzo, un brivido lungo la schiena in quel poter immaginare di combattere al fianco della Nara < Sarà indubbiamente uno degli onori più grandi della mia vita. > e di nuovo un mezzo inchino, prima di lasciar nuovamente spazio al silenzio, in quel di lei aver chiaramente notato l'imbarazzo di prima da parte della di lei dalla chioma a mo ciliegio, che con sommo rispetto andrebbe ad acvoltare la risposta della Kage, che non tarda ad arrivare, nonostante quel cenno verso Jusha-san, verso la quale si concede una brevissima occhiata. Non può immaginare lo sconforto e la rabbia della donna innanzi a lei, ma può percepirlo dal suo tono, andando a sentir quasi quella minaccia sulla propria pelle, quasi scottata metaforicamente dal ribollire del suo stesso elemento lavico, in quel lasciar che il petto della diciassettenne si soffermi a metà di un respiro, gonfiandosi appena più del solito, tenendolo lì sospeso, il fiato, in quel poi ammorbidirsi quando sente nuovamente quel giudicarsi in maniera negativa da parte sua, concedendosi un sorriso amaro, ma dolce allo stesso tempo, piegando appena la testa di lato, così come lo sguardo che in quel parlare si punta a sua volta di lato, in un punto impreciso, un lieve rossore per la questione in sè dell'essere allieva, sugli zigomi < Sono costernata per le disavventure accadute al suo allievo, veramente, ma.. > si prende una breve pausa per scandire nuovamente le ultime parole, quel monito che lei gli ha posto e quelle condizioni per permettergli alla Judai di accettare, nei confronti della propria richiesta, continuando con il proprio dire < Ognuno commette errori e cede a volte ai peccati, siamo umani e per quanto perseguiamo la via della pace, io non sono un giudice e non condannerei mai qualcuno per le scelte che ha preso.. > una breve pausa e poi riporta lo sguardo su di lei < Fino a quando le gesta di un'individuo, nonostante le ostilità, porteranno l'ago della bilancia verso il bene, io non potrò far altro che ammirarlo e.. Se lei mi concederà di conoscerla meglio e di imparare, sono certa che un giorno, forse lontano, potrò comprenderla, nel bene e nel male. > convinta nel proprio dire, riferendosi comunque a quel che è insito in ognuno, quell'equilibrio che spesso è precario e volge o in una direzione o nell'altra, senza andare a vedere quella figura innanzi ai suoi occhi splendente di sola luce, ma ritrovando anzi ammirazione e rispetto nei confronti di qualcuno che si è fatto lambire dal male, che si è lasciato cogliere di sorpresa dall'oscurità, finendo per diventar un faro ancor più luminoso e radioso, un'astro splendente al quale far affidamento, brillante di luce propria, rinnovata dal dolore e dalle sofferenze patite, dalla crudeltà di scelte prese che per sempre la tormenteranno. Silenzio poi, lascerebbe il tempo necessario a lei di accettare o meno, rimarrebbe in quella tenda quanto necessario per giungere alla fine del discorso in questione e degli annessi, alzandosi poi per porre indubbiamente due formali inchini ad entrambe le figure lì presenti, salutando in maniera impeccabile ed onorevole verso di loro, per poi avviarsi verso la propria tenda, con l'umore probabilmente alle stelle, malcelato in quel voler rimaner composta con i pugni serrati davanti al viso, rosso da entrambi i lati, qual'ora la Kage avrebbe accettato la sua proposta. Altrimenti, si sarebbe data della stupida o cose simili, qual'ora le sue parole non abbiano convinto la Kage, ma non vorremo mica distruggere il cuore di una povera diciassettenne, vero? {End}

18:44 Furaya:
 Smuove appena il capo innanzi al suo ringraziamento, un lieve diniego che implica come quelle parole siano ben accette, ma non necessarie. E' soltanto un suo pensiero e lo ha esposto ad alta voce come fa sempre, senza limitazione. E, come al solito, genera negli altri un moto di pietà che non vuole affatto trasmettere. E' difficile per la donna gestire tutte le emozioni riaffiorate da quando Saisashi è entrato nella sua vita, di botto, di getto, senza chiedere né bussare. Ci prova a mascherarle, ma solitamente è peggio che andar di notte. Talvolta, basterebbe davvero soltanto essere compresa, quindi le altrui parole in risposta fanno sì che annuisca e mostri un sorrisetto in sua direzione. <Scusami> Scosta una ciocca dalla guancia. <non volevo.> Cosa? Non saprebbe neanche cosa pronunciare al seguito di queste tre parole, per cui sceglie di tacere, scuotendo mesta il capo con un ennesimo fasullo sorrisetto. <Sì, sarebbe potuta andare molto peggio.> Ha fatto bene a non fidarsi di Yukio che gli diceva sarebbe stata una trappola andare al Villaggio, lasciando sguarnito l'accampamento. Proprio per questo, anzi, ha optato per tenere sotto controllo ambedue le fazioni, probabilmente non in maniera eccelsa considerando quant'è successo. Sorvola rapidamente sulle frasi pronunciate successivamente, in apparenza quasi assente. Si limita a fugaci cenni del capo, ascoltandola e non distogliendone comunque l'attenzione di dosso. <Non potrò garantirti sempre protezione, per questo motivo pretenderò da te il cento percento, se non oltre.> Non potrà star loro di fianco per sempre, per questo li addestrerà ad avere di fronte uno dei nemici più forti degli ultimi tempi. <Posso essere ovunque ed in ogni momento, se lo volessi, ma di questo parleremo poi.> Ha in mente di apporre sia un sigillo dell'empatia che quello dell'Hiraishin per garantirsi sempre un intervento tempestivo e non rifare gli stessi errori compiuti nei confronti di Norita. Ma, appunto, è un discorso che non dovrà compiere in questo momento bensì a tempo debito quando avrà ben chiara la situazione sull'isola e capire come agire nei confronti del Finto Dio. <Ti darò quest'opportunità.> Izayoi le piace. E poi Yukio ha due allievi, non può mica sfigurare di fronte ad un altro Kage. Glielo dice con sicurezza, sì. Se consapevole di ciò è rimasta, vuol dire che non ha timore di fallire come Ryuka. A tempo debito, le darà tutte le informazioni del caso, compresi gli allenamenti che dovranno seguire. La lascerà andare, infine, contenta e rossa in volto che sia, mentre lei resterà lì e sol ALLORA, sol quando sarà finalmente da sola con Jushan, gli darà il via libera per assecondarne i gesti. [END]

Il colore dei capelli non è la loro unica affinità. Si ritrovano concorde anche sul tema che tanto affligge l'Hokage: la Pace. E Izayoi le chiede -altra povera vittima innocente- di diventare allieva della Nara.