Leggende e Fantasmi del passato.

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22:38 Itsuki:
  [Porto > Battello] Notte fonda, in ritorno da quel di Oto dove si sarebbe distaccato dalla sua compagna, vedendo di ridirigersi verso la Nebbia, in quel dove adempire ai propri compiti da Ninja, quella che sarà una missione l'indomani, senza crucciarsi più di tanto riguardo a quell'incarico, noncurante della questione in sè e del funerale che verrà, riflettendo piuttosto riguardo all'incontro di questa giornata, a quella nuova leva del presunto Crepuscolo che verrà, incombe oramai dietro le quinte, ma non è ancora giunta l'ora e nel frattempo, altri fili rossi si annodano, altri eventi si intercedono, altri incontri, invece, ci forgiano. Sbarcato da poco dalla nave che svolge quella tratta più lunga e dispendiosa, in termini di tempo, che lo avrebbe portato sull'isola della nebbia, lì al porto più grande dove non avrebbe intenzione di perdere tempo, dirigendosi con la falcata precisa ed elegante, velata sempre da quella sporcizia meccanica nel muoversi, robotico a tratti, ma sempre più abbandonato ad un'assonanza nobile, derivato dell'altra personalità, di quell'avvicinarsi lentamente giorno per giorno, così come ad avvicinarsi sarebbe il Goryo ora, in direzione del battello ormeggiato ad uno dei tanti punti di attracco del porto, vedendo di salirvici sopra in quel continuare imperterrito, con le mani dietro la schiena, un solo sguardo ed un cenno d'assenso mezzo profondo che vale come saluto posato, garbato seppur silente in quel suo sentir smuovere appena il ponte di leggno sotto ai suoi rimbombanti passi, tonfi sordi sul legno,, poi una pavimentazione dello stesso materiale ma ben più stabile, livellata e meno grezza. Partiranno tra qualche minuto, è questo quello che gli avrebbero detto lì poco prima di salire, vedendo di andare verso il parapetto della nave stessa, al bordo verso la prua, sfoderando dalla tasca dei pantaloni del completo nero, un'accendino, mentre il pacchetto di sigarette vien tirato fuori dalla tasca della camicia bianca, estrae una sigaretta dal secondo e con il primo va ad accenderla, per poi riporre tutto nelle apposite tasche, aggiustare il nodo della cravatta con un secco e delicato tirare e stringere, per poi concedersi quel continuare a riflettere, con calma, senza il suono dei passi di sottofondo < Quel ragazzo, EKazu.. È stato un'incontro interessante.. > ragiona così in quel mormorare ad alta voce, nel ritrovarsi in prossimità e a conoscenza di un elemento vettore dei ricordi di Eiji, dentro di lui, una parte fondamentale mancante a quella personalità per il resto identica a quel che fu il Principe, trovatosi davanti a scorci, al presunto effetto del sigillo, un qualcosa che ha deciso di negarsi il Goryo, senza trovare alcun rifiuto da parte del Kagurakaza, quasi a volersi metter in posizione di meritarsi quel preciso contatto, quegli scorci confusi e misti che riotterrà per avere le basi, nuovi indizi in quel voler ricomporre la personalità altrui <{ Non mi aspettavo fosse cresciuto così tanto.. Il tempo è veramente un tiranno instancabile. }> risponde da dentro l'altro sospirando con un che di affranto e nostalgico, lasciando che il Moro all'esterno vada a trarre quel primo lungo tiro dalla sigaretta, la sinistra che rimane con quella tra indice e medio, la dritta invece chiusa a pugno dietro la schiena, lì dove ondeggia la lunga coda d'ebano allo smuoversi di una lieve brezza marina, che quasi riporta alle orecchie di loro, in quell'estranearsi personale nella mente in comune, il rumore delle onde che pareva lontanissimo, inarrivabile. { ck on }

22:39 Kioku:
  [porto->battello] Tempo cupo et buio in quel del Porto dell’Acqua, via trafficata a qualsivoglia orario meno che questo, lasciando che solo gente pericolosa e ambigua possa affollare tali lochi nefasti. Eppure vi è pericolo e pericolo, d’altronde chi per il Rikudo Sennin può apparire come un pericolo? Come si può temere quel loco e chi lo abita se è egli stesso il pericolo maggiore per gli altri? Conscio di ciò è partito nel primo pomeriggio da Kusagakure, stanco ormai di pernottare in tale loco, dopo aver osservato il compimento del patto con le tigri di Sango Ishiba, ha deciso di tornare a Kiri, ma senza dover ricorrere nuovamente a tecniche dispendiose come la dislocazione, non volendo fare affidamento sul proprio vigore e chakra quale loco migliore se non il porto stesso, non così lontano da Kusa ed ottimo per poter dunque trovare un facile passaggio, remunerato, per il porto di Kiri e dunque il villaggio stesso. Manto scuro a coprirne interamente la figura, armatura Ama Mabushi indosso seppur celata dallo stesso manto oscuro se non le due famose katane al suo fianco, cappuccio però ancora posato sulle proprie spalle, la cui lunga criniera del medesimo colore scenderebbe, pantaloni leggermente scorgibili dai neri colori che poco fanno intendere se non la volontà di rimanere in disparte, difficilmente visibile ad occhio comune. Cammina dunque per quel porto oscuro le cui poche luci servono più agli altri che allo stesso Seiun, un battello in lontananza è la meta da perseguire, a detta dei bifolchi presenti i quali tra un grugnire e l’altro come maiali che sono, hanno dato indicazioni verso tale mezzo affinché il Seiun possa raggiungere le sponde di Kiri, non che mostrare il proprio Rinnegan non abbia facilitato la discussione oltre a diverse minacce ben poco velate ma d’altronde con tali fecce inutili, l’unico modo per rapportarsi è quello o il sangue, diversamente non capiscono. Passi dunque che lo porterebbero agli ormeggi ormai, pagato ciò che deve lentamente ora si imbarcherebbe, portandosi immediatamente verso la prua del battello stesso, così da poter scorgere il mare ben poco mosso e la luna nel cielo, più rigogliosa che mai…più splendente che mai, una volta sistematosi, incuranti di chiunque gli sia attorno, comincerebbe a meditare, ma prima che possa anche solo cominciare, una voce catturerebbe i suoi acuti sensi, una voce vicina a lui per giunta, lo sguardo si sposterebbe verso quest’ultima, una figura non troppo alta e dai lineamenti piuttosto delicato <tra quanto dovrebbe partire questa sottospecie di zattera?> la sua voce tuonerebbe quasi, come tuono stesso in mezzo al mare calmo, incurante che il capitano o quello che più vicino è ad un capitano possa udirlo, d’altronde si aspetta che tutti i presenti sappiano in che loco sporco vivano e come tali si devono aspettare tale trattamento, attenderebbe dunque quell’informazioni che seppur di poco conto, gli permetterebbe di poter anche solo scorgere meglio non solo la figura ma soprattutto comprendere meglio le sue parole, ha udito un nome in quel mormorio ma non è certo che si tratti proprio di quella persona e per giunta che legami avrebbe? La curiosità si prende via via sempre più strada all’interno della mente del possessore del Rinnegan…attenderebbe dunque [chakra on] [Izanami & Izanagi equip] [Ama Mabushi equip]

22:39 Itsuki:
  [Battello] Indubbio è il frastuono notturno che così assieme alle onde tornerebbe a graffiare ed infastidire l'udito del Goryo, che mai si sarebbe dimenticato di dove si trova, con un'allerta passiva a tenerlo saldo in quello sfilare che l'ha portato al battello, alienandosi dal posto, mettendo da parte il vociare ed il grezzo di marinai e simili,dirigendosi dritto e spedito verso dove si trova ora, senza lasciarsi distrarre da qualsivoglia importunio. La salsedine gli pizzica il naso, l'umidità è forte se sommata alla nebbia, ben più rada e dunque meno fitta nei confronti del suo risultar opprimente nell'avvicinarsi a Kiri stessa, il sudore dei lavoratori instancabili e l'odore di legno umido lo riporterebbero del tutto alla realtà, in quel concedersi dunque quel netto ripensamento riguardo ad uno spassionato intento nel poggiarsi lì al bordo della nave, notando quel legno umido talmente gonfio e sudicio che sembra rasente al marcio, inarcando un sopracciglio, ricordandosi quasi soltanto adesso quel ritrovarsi su di un qualcosa di non propriamente lindo e pinto, tutt'altro, seppur a quest'ora non sembra che si possa trovar di meglio, le imbarcazioni più ricche e nobili si tengono alla larga, solitamente, quando la luna è alta in cielo, impallidendo quasi come a mimare il candore dell'astro stesso, che nella sua quasi completa rotondità, questa sera osserva dall'alto, illuminando in maniera mistica il luogo, quasi a ricreare una sorta di pulviscolo lunare, con il favorire di quella fine umidità. Un vociare secco, profondo, qualcosa che lo distoglie da quel suo concedersi il secondo tiro in pace tra sè e l'altro, volgendosi quindi di un quarto in direzione del nuovo arrivato < Mh? > un mugolio leggero, mentre a quanto pare l'individuo risulta tanto ardito e convinto in quel voler anche solo approcciarsi con mozzi ed eventuale capitano, visto che lui più di un cenno con il capo e quel dover pagare più tardi, non farebbe altro, si tiene alla larga dai plebei, nobile ed altezzoso in quel venir contagiato sempre di più dall'altro e dal suo retaggio derivato dal sangue blu, un tuonar concitato in quel domandare con autorità, concedendo dunque al Moro di puntare le rossastre addosso a quella figura, ammantata, armata ma con le proprie lame celate, vestito di tonalità scure, misterioso e chiaramente non tanto semplice da riconoscere, per quanto la sua fama possa parlare prima di lui, solo però in un chiaro ed eventuale andare ad identificarlo, ignorando del tutto chi esso sia, non essendosi manco accorto particolarmente di quell'udir del nome dell'Uchiha, piegano appena la testa di lato in un che di incuriosito, come se risultasse inconsciamente attratto da quella persona, inconsapevole di essere davanti ad un'altro ricettacolo vivente di altri ricordi per il Kagurakaza, non potendo neanche immaginare di aver incontrato due persone così tanto importanti per la fonte di quella sua ossessione, due punti cardine della vita del suo salvatore, quasi come se gli astri si fossero allineati incominciando ad indicargli un figurativo percorso del fato, dove le coincidenze ed il caso regnano sovrane, nonostante gli sforzi e i poteri dei più forti, alcune cose rimangono imprevedibili ed improvvise <{ Lo conosci? }> domanderebbe non potendo sapere, Eiji, da dentro, andando a voler gettar una domanda così, tanto per un fare di circostanza, quasi un'ironia della sorte, mentre Itsuki scuote semplicemente la testa, rimanendo curioso ancora per un paio di istanti, volgendosi poi nuovamente verso il parapetto, fumando in quel terzo tiro, lasciando scivolar quelle parole così come il fumo tra le labbra < Dicevamo..? Ah sì, Ekazu Uchiha.. > e vedrebbe di voler riprendere il discorso, senza però nemmeno saper di preciso cosa ancora ci sarebbe da dire, visto che di ore per trarre conclusioni sull'accaduto, ne hanno già avute molte, sulla nave principale. { ck on }

22:46 Kioku:
  [battello] Ormai su quell’ammuffito battello attenderebbe che presto o tardi si mollino gli omessi e dunque si possa partire alla volta di Kiri, del suo stramaledetto porto e di tutti i casini che vengono con esso, a tratti rimpiangerebbe quasi la volontà di non utilizzare tecniche fin troppo ardite e dal consumo esoso della sua vitalità, ma del resto per un essere come lui a tratti comportarsi da ninja normale ed anonimo gli da un sapore diverso, anche solo per ingannare il tempo, fretta non ha e di certo nessuno gli sta correndo dietro, d’innanzi a lui non vi sono reali obiettivi se non un incommensurabile noia che lo attanaglia ad ogni singolo risveglio su queste terre, ormai futili e noiose, ninja. Un sospiro, stanco di doversi approcciare con personalità rilevanti quanto un ratto stesso che abita quei posti, occhiate dubbie su quei volti dall’esistenza così misera, d’altro canto non è nemmeno colpa loro in parte, nati per quello che erano e moriranno per quello che sono. SI volterebbe dunque verso la figura maschile, che questa volta avendo l’attenzione totale e completa del Rikudo Sennin, al solo accennar nuovamente a quel nome, confermando dunque quanto ipotizzato in precedenza da Akendo stesso porterebbe lo stesso Seiun a prender parola nella sua direzione, macinando ulteriormente la distanza che dapprima li separava, un sospiro, evitando fin da subito un contatto diretto con i propri occhi affinché la propria figura possa rimaner celata e goderne seppur per qualche istante, proferendo parola solo in quel frangente <cosa sai tu di Ekazu Uchiha> un nome che non si sarebbe mai immaginato di dover pronunziare nuovamente, d’altronde è un nome antico tanto quanto il suo quasi, dato per morto o per disperso questo ormai non lo sa nemmeno più, soprattutto dopo esser mancato per così tanti anni da quelle famose terre ninja, nulla è più lo stesso anche per il Sannin leggendario, ma quel nome rievoca in lui antichi ricordi e una vita così lontana da quella attuale che a tratti par nemmeno essere la sua. Volgerebbe infine lo sguardo verso il mare, lasciando che la luna possa illuminarne completamente il volto, poco si cura dei passeggeri, pochi probabilmente, all’interno di quel battello, dubito che in quella notte buia qualcuno voglia rischiare la propria vita anche solo esclamando qualsiasi parola…ancor di più il nome di quel demonio dalle fattezze leggendarie, quelle fattezze che per molto tempo lo hanno caricato di un peso non descrivibile e che poco a poco però è riuscito a plasmare, ricreare e che ora lo rendono quello che è e non quello che un viso tale rappresentava, non vi è più Madara Uchiha ma unicamente Akendo Seiun. Posta dunque la domanda, il tono usato comunque tenderebbe al più cordiale possibile, per quanto cordiale possa essere lo stesso ninja leggendario, il cui tono, tuonante come prima emanerebbe una ferrea sicurezza ed un che di gelido, d’altro canto vuole solo comprendere come sia possibile che un tale nome venga rievocato da bocche sconosciute, ciò desta la sua infinita curiosità come non mai [chakra on] [Izanami & Izanagi equip] [Ama Mabushi equip]

22:56 Itsuki:
  [Battello] Pallido l'astro nel cielo si riflette sulle ondi miti del mare, una marea placida e leggera in quel posto che continua a far da sottofondo a quel vociare e grugnire generale, mentre di lì a poco il battello dovrebbe ritrovarsi in procinto di partire. Eppure la sua mente tutt'ora ronza attorno all'immagine dell'Uchiha, rivaluta le informazioni in proprio possesso sull'altra personalità, quel suo dovere e patto di renderlo nuovamente sè stesso, un bisogno impellente di andar ad avvicinarsi sempre di più verso quella figura, l'unica mai venerata e onorata in quel restituirgli una vita della quale era stato privato, abbandonato a sè stesso ed alla genitrice folle in quel misero piccolo villaggio sperduto, l'intenzione di scavare sempre di più nel suo passato per renderlo di nuovo la gloria che era un tempo, per rendere completa quella trasposizione della sua personalità priva di una buona parte dei suoi ricordi più incisivi. Un'altro tiro di quella sigaretta, il fumo esala leggero sospinto dall'aria in quel semplice esalar del proprio respiro, continuandosi a perdere il quel ragionare per poi andare ad mormorare < Ricapitoliamo, oltre a Yukianesa, cosa potrebbe reagire al sigillo..? > e quindi andare a restituirgli frammenti confusi di ricordi sui quali approfondire, scorci che gli darebbero indizi e basi per porsi nei confronti di quella persona, luogo o cimelio che sia, riferendosi chiaramente all'altro che andrebbe a rispondere con un fare vago e scostante, senza essere in grado lì per lì di andare a trovare una lista precisa e dettagliata di tutte le possibilità in questione <{ Ce ne sono diverse, ho vissuto abbastanza per visitare molti luoghi, lasciare qualche lascito tangibile, conoscere tante... Persone. > sospira lasciando decadere il discorso in quel cedere al ricordo della Lei verso la quale, per ultimo, volge il suo pensiero, lasciando poi un silenzio deditoo ad un proprio riflettere e ragionare, un'estranearsi che ha un che di indubbiamente nostalgico, per quanto ci sono ancora tanti, troppi buchi e lacune in quella mente che và ricostruita pezzo per pezzo < Mh? > il moro e l'altro all'interno vengono smossi e richiamati all'attenzione proprio dal tono imperioso e serio di quello sconosciuto che si avvicina, si posan le rosse sul viso che ora viene illuminato dalla biancastra luce lunare, andando a rivelare quei lineamenti tanto particolari che però chiaramente, non potrebbe riconoscere, anzi non potrebbe ricondurli direttamente ad una persona specifica, pare identico al fu Madara Uchiha, ma oramai quel nome appartiene ad un passato molto remoto, mentre colui che ha davanti, si rifà ad uno vagamente più recente, seppur questo dire possa sembrar un'eufemismo, dipende dai punti di vista, dopotutto. Inclina appena la testa di lato, la coda d'ebano segue quel movimento scendendo di un paio di centimetri, andando poco oltre le ginocchia, mentre la sigaretta rimane nella mancina sollevata e piegata sul polso, ad angolo retto, a reggere la sigaretta in prossimità della spalla, la dritta invece permane dietro la schiena mentre una live perplessità si dipinge sul volto serio del Goryo, che andrebbe a percepire come una sorta di magnetismo verso quella figura, un presagio, nulla di più visto che non darebbe molto adito alla cosa, sentendo però l'altro esprimersi da dentro, mosso anche lui da curiosità ed un vago senso di un qualcosa di insolito <{ Mh... Strano, sento come un che di familiare, ma questo viso non mi dice niente.. Sarà l'età. }> ci scherza sopra, forse in quel andar sarcasticamente a sdrammatizzare, in quel suo esistere nel tempo, abbandonate le spoglie fisiche per trasfomarsi in quella predisposizione ben precisa per lo svilupparsi ed il crearsi stesso di quella personalità, ombra di un fantasma priva di una forma definita, ora al cospetto di una leggenda, qualcuno di sin troppo cresciuto, al quale si potrebbe attribuire quello stesso dire ironico di poco fà, non potendo far affidamento riguardo al viso di quello che un tempo fu un giovane intraprendente Samurai < Io? Non molto, ma qualcuno di mia.. Conoscenza, vorrebbe poter ricordare più cose su di lui. > enigmatico, vago e allo stesso tempo con un tono che si vela di un'amaro dettato da quella nostalgia condivisa nel loro coabitare nello stesso corpo, ritrovarsi come due entità pronte a sostenersi l'un l'altro, quasi sempre più in sintonia, rispetto a tempo fà, scostando lo sguardo alla finedel suo disre verso il paorama oltre il parapetto, la vista sul mare, lasciando che altro fumo venga portato via dal vento, lì dove attenderebbe una risposta, se non che prima di concedere all'altro l'effettivo replicare, aggiungerebbe < Con chi ho l'onore di parlare? > mettendo da parte la questione di Ekazu in questo momento, indubbiamente un Ninja famoso e fiero combattente di Kunimitsu, conosciuto anche globalmente, ma la questione non è quella della semplice fama, quest'oggi, vi sono forze più grandi e questioni, che esulano il comprendonio delle menti più limitate, a tirar le fila e gli incroci di queste trame. {ck on}

23:42 Kioku:
  [battello] E dunque in quella tarda nottata forse non tutto è perduto, forse una qualche sorta di compagnia o simil potrebbe se non altro, occupare la durata del tragitto richiesta dal trasporto stesso prima di poter volgere il proprio sguardo alle sponde di Kiri, per adesso nulla se non onde. Sponde che anni e anni orsono lo videro li, al fianco di due membri ormai morti e scomparsi dell’Akatsuki, partire verso Kiri stessa, ove portarono morte e distruzione seppur per una “giusta” causa se così si può dire. Motivo per il quale lo stesso Rikudo Sennin ora rimane in disparte dagli affari politici e non della stessa Kirigakure, non sapendo nemmeno quali possano essere le reali intenzioni del villaggio nei suoi confronti se sapessero della sua presenza, ciò lo porta a rimanere sempre nell’ombra, agire con il favore delle tenebre e celare la propria presenza alla maggior parte degli occhi indiscreti, d’altronde la notizia stessa del ritorno del possessore del Rinnegan dopo quasi un decennio dalla sua ultima apparizione , porterebbe certamente scompiglio e rivoluzione, tale è il motivo che lo spinge ad usare comunque mezzi anonimi e convenzionali, rimanere nei limitari di Kiri ed osserva dal proprio covo ciò che accade, soprattutto ora che la guerra incombe sempre più e fa padrona della situazione, arriverà il momento forse per lui di agire o mostrarsi ma non è certo questo il momento. Osserva i lineamenti ed i movimenti del ragazzo, uno scambio di sguardi il loro, apprezzando in quest’ultimo anche il solo sorregger quello stesso sguardo così penetrante, lodi che pochi possono avere, osserva le sue movenze prima di ascoltare ciò che il giovane ha da dire, non sa ben cogliere i giusti particolari per presupporre o meno che sia un ninja lui stesso, ma anche solo la conoscenza di quel nome sicuramente desta il suo interesse, ora più che mai che il ragazzo stesso parlerebbe di ricordi celati, prima di porre la fatidica domanda, una domanda alla quale molti ninja hanno avuto risposta ma altrettanti non sono riusciti ad andare oltre quel giorno. Fortuna vuole che non vi sarà nulla da temere, non su quella sottospecie di imbarcazione, non in quel tragitto, non oggi questo è certo, le labbra schiudersi, mentre il volto e così lo sguardo verrebbero rivolti completamente all’individuo d’innanzi a sé <Akendo> non andrebbe a specificare il proprio cognome, un cognome appartenente ad un clan di cui nemmeno fa più parte, né si sente parte stessa di esso, d’altronde come potrebbe? Così diverso dagli umani, così diverso dai ninja stessi che solcano queste terre ninja, un sospiro prima di proseguir il proprio parlato <i ricordi sono armi preziose> andando a marcare quella parola in particolare <essi ci illuminano su fatti oscuri e celati> esclamerebbe con un flebile tono ora <a volte sono l’unica cosa che mantiene in vita una persona ormai scomparsa> una breve pausa prima di concludere, come se vi fosse un peso reale in quelle parole e quello stesso peso ricadesse sull’anima del ninja leggendario <altre volte ci rammentano unicamente gli errori e gli orrori del passato> nulla di più, volgendo a quel punto il capo verso l’oscuro cielo, che se non fosse per la splendente luna parrebbe quasi inglobare il mondo stesso e governarlo. Sguardo e viso infine si riporterebbero verso il giovane andando a sua volta a porre la medesima domanda posta poc’anzi <chi si para dunque d’innanzi ai miei occhi> un parlato sicuramente strano il suo, contorto e poco chiaro ma del resto l’intera sua figura è un ammasso di mistero e enigmi, frasi criptiche e pensieri talvolta sconnessi e poco comprensibili…questo è il Rikudo Sennin. [chakra on] [Izanami & Izanagi equip] [Ama Mabushi equip]

00:21 Itsuki:
  [Battello] Il toglier gli ormeggi della barca andrebbe a distrarlo per u brevissimo istante in quel veder la mancanza dei suddetti orpelli a tener ferma la nave, notando un leggero discostarsi dalla banchina, l'annunciare di una partenza, del muoversi verso la propria meta, in quel percorrere una tratta già conosciuta, ma che questa volta non porterà soltanto ai soliti luoghi conosciuti, bensì verso un nuovo orizzonte, un nuovo scoprire e riscoprire, un ritrovare di qualcuno di lontano e distante, per quanto lasceremo che il tempo ed i momenti vengano scanditi ed assaporati a dovere. Sì, sostiene quello sguardo e nonostante l'assottigliarsi del suo in quel rimaner vagamente perplesso, ignora il suo volersi celare dalle masse, quel bisogno di imporre alla propria figura di non mostrarsi ai più, di rimaner il testimone di tempi he furono lontano da occhi indiscreti, forte di azioni del passato che hanno forgiato il suo cammino ed illuminato quei passi, dopo l'aver gettato l'ombra su quella nuova Alba che voleva essere il volto di un male interminabile. Buffo, quasi il pensar che l'affiancarsi all'ideale del Crepuscolo, sia una visione più articolata e metodica di quel voler portare il Caos che tentò il Kagurakaza anni fà, accecato dall'odio e tanto da privarsi lentamente del senno, finendo poi per tentar di accettare i propri mali, ritrovandosi la metà - se non di meno - di quel che era, ora, nel corpo di quel ragazzo, come personalità e non come persona. Ma tralasciamo il futuro, concentriamoci sul presente e lasciamo che le note amare e nostalgiche del passato suonino la loro litania ammaliante e ci concedano il tempo necessario per estraniarsi dal tempo stesso, in quel perdersi con gli occhi, in quel voler fare un'altro tiro, incompleto però, visto che il filtro di cotone si sofferma a pochi centimetri dalle labbra che rimangono dischiuse, le rosse che si erano scostate sul cilindro di carta e tabacco, tornano con quel ruotare rapido e puntiglioso su di lui, gli occhi appena sgranati, più incredulo che altro, inconscio sul come reagire, forse convinto di aver sentito male. La fama precede e sottostà a quel nome come leggenda, e dal suo canto, per quanto permane per qualche istante interdetto, l'altro da dentro tende le orecchie, mozza il fiato in quel rimaner appena anche lui colpito da quello stesso nome <{ Non.. È possibile. }> è il suo iniziale dire, in quel non ricever risposta da Itsuki che riabbassando la sigaretta, distendendo il braccio in quel portarlo lungo il fianco, andrebbe dando un tocco secco con l'indice, come a voler rimarcare un concentrarsi nuovamente, un'evitare di quell'apparir sorpreso, ma l'emozione di trovarsi davanti ad un'altro vessillo vivente di ricordi, di quel preciso individuo, lo fa fremere e concedersi solo una brevissima risata isterica < Haha.. Non ci credo.. > e scuote appena il capo, con quel dondolare della coda nera a seguirlo, più un mormorio tra sè e sè vagamente udibile dall'altro ammantato, prima Ekazu e poi Akendo, nello stesso giorno, un ridere che inizialmente sembrava scomposto di Eiji, si fà poi più sguaiato e lugubre, interpretandolo in quel vederlo introspettivo, con le lacrime agli occhi, seppur non sembrino di certo solo lacrime dovute alle risate, anzi, tutt'altro, quelle che soltanto Itsuki potrebbe vedere in quel figurato rappresentarsi dell'altro dentro di lui <{ Ooh.. Il destino non la smetterà fai di fare questi scherzi, un giorno forse, mi ci abituerò.. }> riprende fiato e si concede quella frase che riecheggia nella mente di lui, mentre permangono in quell'evitare di rivelarsi fin da subito, quasi volendo continuare iin quel suo essere allo stesso modo enigmatico, a voler metter giù le basi adatte per poi presentargli l'altro, sempre senza pretendere un contatto che potrebbe rivelargli quegli scorci di ricordi, ma desiderando di ottenerlo per merito, assecondando le parole dell'altro < Ah.. Sono parole sagge e degne di un'uomo che sembra averne vissute sin troppe in queste terre, ma nel nostro caso, suonano ancora più adatte. > direbbe in quel terminar con un sospiro, risollevando la sigaretta verso le labbra, lasciando che il fumo poi si perda verso l'altro, lì verso la volta stellata alla quale porge il proprio sguardo color del sangue, < È solo col senno di poi, che si è in grado di pentirsi. > e così come ai tempi abbandono Oto, abbandono i suoi allievi, allo stesso Eiji fallì anche con l'avvenimento che si diffuse riguardo il tradimento nei confronti di quello che fu Sensei ed in seguito Leader di un giovane ad ardito Akendo, qualcuno con il quale avrebbe fallito, così come con i membri del Team Oni, per costringerlo a tanto, realizzando solo con la possibilità fornitagli, con il senno di poi, che a volte un male troppo grande è necessario estirparlo. Non prova rancore oramai per l'atto in sè, quella personalità, nemmeno Itsuki ne avrebbe il diritto nonostante il suo ossessionato ricercare, comparare notizie ed avvenimenti con testi e quant'altro per andare a ricreare il passato del Principe con tutto quello che poteva avere a disposizione, rispettandolo nel suo dolore e condividendo le esperienze che il Moro gli ha potuto permettere di ricordare, globalmente parlando, in aggiunta alla sua ossessione stessa < Ah io..? Io sono un semplice Chunin di Kusa, mi chiamo Itsuki Goryo, onorato di una presenza simile, considerando chi tu sia... > un portar della dritta libera sul petto, le punte delle dita a poggiarsi sul petto in quell'indicarsi nobile, il palmo staccato dal costato, un vago mezzo inchino formale, poi un proseguir di quel dire che sembrava lasciato in sospeso < ..Ma, c'è anche qualcun'altro, con noi.. > l'utilizzar prima del pronome plurale riferendosi a lui e all'altra personalità, non era certo casuale, dunque dopo una breve pausa in quell'osservare proprio il punto dove stà la dritta, riponendola dietro alla schiena, chiusa a pugno, continua < Sai.. Lui c'era quanto mezza fortezza Tetsu no Kuni ti crollò addosso.. > la mette giù così, in maniera velatamente imprecisa, una notizia che ai tempi fece il giro delle terre Ninja e che non risulta nemmeno tanto ardua da reperire se si è dediti e attenti nel cercar qualcosa in particolare, tracce di un passato di una persona di cui è sempre stato spinto a voler sapere di più, citando quindi quel luogo del paese del ferro, andando a rimembrare che, se non erra, non vi erano molti presenti lì se non i tre Samurai, in quella battaglia che lasciò comunque un suo modesto segno nella storia. Brama la reazione dell'altro, la attende mantenendo gli occhi su di lui, facendoli scendere dal cielo, rimanendo quasi immobile a puntare il suo sguardo, solo i fili della sigaretta a danzare attorno alla mano, quasi trattiene il respiro, mentre da dentro l'altro si concede un guardar talmente suggestivo, insolito ed irreale, da non riuscire ad aver un'espressione precisa in volto, se non un misto tra amarezza e serenità. { ck on}

21:44 Kioku:
  [Battello] A quanto pare la nottata sarà più animata del previsto, sicuramente la lunga tratta fino alle coste di Kiri ben più piacevole del dover rimanere in disparte ad insultare gli stolti e i mediocri uomini che ora affollano quella chiatta in questa bruna foschia notturna, come se le nebbie stesse di Kirigakure stessero richiamando l’individuo e con esse anche il suo destino. Sopracciglio che lentamente si alzerebbe nel notare le strane reazioni del ragazzo d’innanzi a lui, ma poca attenzione vi farebbe, d’altronde ognuno ha i propri problemi, sorpreso quasi da quella risatina, non chiedendo oltre non avendo un reale interesse a capire il perché si possa comportare, di lui non sa molto e per tanto attende che la sua curiosità venga soddisfatta, così come la conoscenza stessa di Itsuki a lui ancora non nota. Ascolta infine le di lui parole, le braccia si porterebbe al petto, conserte, tra di loro chiuse a forma di X <il pentimento è solo per i deboli> esclamerebbe a risposta di quelle parole, non che non concordi fino in fondo ma d’altro canto vi è ben più di quel che sembra <vi è unicamente la volontà di agire secondo propri interessi o ideali> quasi sentenziose le sue parole, parole che si perderebbero quasi nel loro interessi per fare così dunque la conoscenza con il ragazzo e così anche la sua identità, ora rivelata, d’innanzi gli occhi del Rikudo Sennin. Osserva il giovane da capo a piedi, ascolta le sue parole a cui ribatterebbe unicamente <ormai incontro più ninja di Kusagakure che qualsiasi altro ninja> un riferimento ovviamente a Sango, la sua Ishiba, colei a cui per qualche strano motivo si sente così legato, un legame che ancora non sa ben spiegare ma tant’è che li rende unici a modo loro in quello strano rapporto che li unisce. Le parole seguenti, forse, sarebbero quelle a scuotere maggiormente il Possessore del Rinnegan, parole dette dal giovane Itsuki che rievocherebbero nella mente altrui ricordi nefasti, ricordi di tante vite fa, così antiche e lontane che nemmeno ricordava più a tratti, ma qualcosa non torna…come è possibile? Qualcuno qui tra loro era presente quando tutto accadde? Quando i Kami per scherzo o per qualsivoglia altro capriccio, decisero di intromettersi nella vita del normale Samurai dai capelli tinti, ritrovatosi da poco con il suo sensei ed il proprio clan a cui mai aveva potuto sentirsi legato, eppure quel giorno tutto fu perso, le urla, il sangue, nulla di tutto questo vide, a lui i Kami non diedero manco il tempo di rendersi completamente conto che il buio calò sulle sue palpebre, non gli fu fatto neanche dono di poter vedere o anche solo cercar di aiutare i propri compagni, al suo risveglio, morte e devastazione erano le uniche presenze in quel loco fatta eccezione per lui ovviamente e questo Akendo lo sa molto bene, seppur in parte…lo sa molto bene <impossibile ragazzo> il suo tono diverrebbe freddo e tagliente, ben diverso da quello adottato fino a poc’anzi nei confronti del Chunin <ciò di cui parli è un evento talmente antico che ben poche ne è la memoria, io ero li e come puoi ben vedere sono l’unico superstite di quella tragedia> eh già, l’attacco alla fortezza di Tetsu no Kuni che negli anni prese il nome della Tragedia dei Samurai. Anche solo ripensandoci adesso, questo farebbe di lui…l’ultimo samurai, ma la realtà è ben diversa, poiché rinnego qualsivoglia giuramento, Bushido e via della spada, rinnegò ogni cosa, perduto e vuoto, senza più una dimora, senza più un clan, senza più alcun legame, un ronin errante e nulla di più, il ragazzo ha intavolato una discussione dalla quale difficilmente riuscirà ad uscirne fuori e di questo sicuramente la curiosità e l’intelletto del Seiun ne verrebbero attratti, volendo comprendere sempre più quella scelta di parole piuttosto particolare < ciò di cui parli ormai vive solamente nelle mie memorie e nei racconti di quel poco che si sparse al tempo come voce dunque> breve pausa, il respiro farsi carico di ossigeno e nuvoletta rilasciata successivamente <chi mai dovrebbe essere sopravvissuto oltre al sottoscritto?> d’altronde è di questo che si parla no? Qualcuno addirittura qui presente che è sopravvissuto a quella tragedia, qualcuno che era presente allora così come lo è adesso. Domande dirette che non attenderebbe risposta se non il tempo necessario per formularle, Itsuki dovrà ponderare bene le sue prossime mosse e parole. [chakra on] [Izanami & Izanagi equip] [Ama Mabushi equip]

22:21 Itsuki:
  [Battello] L'allinearsi degli astri, il disegnarsi di una mappa cosmica che li avrebbe portati a ritrovarsi in quella notte, una coincidenza dettata puramente dal caso in quell'andare a far collidere quelle tre entità, per quanto il tutto sia perso perlopiù negli anni ed il Goryo lì presente sarebbe solo di contorno, coerentemente parlando nel rifarsi a quei tempi antichi, seppur tutt'ora sussiste la sua presenza, in quell'andare a manteenere la sigaretta lì sollevata ad offuscargli appena i lineamenti con qualche lembo grigio e sottile, offuscando appena quelli androgini, per qualche breve istante, mentre un velo di perplessità, una virgola si dipinge sul volto del Sennin che gli si para davanti, per quanto divino, paradossalmente più umano dell'altro, che si smuove poco dal suo risultar piatto e poco flessibile incline ai sentimenti, da ben poco ritrovati < Parole forti e giuste, ma quando perisci per mano del tuo stesso ideale.. > una breve pausa, si concede quelle parole nel conoscere bene quell'altro ,la personalità a lui riconducente, che lo lascia parlare e mantiene semplicemente un rigoroso silenzio in quel permettere all'altro di esprimersi per lui, una breve pausa nel misurare le proprie parole mentre lo sguardo si sposta di lato verso il mare oltre il parapetto, perdendosi sullo smuoversi dell'acqua causato dall'avanzare placido del battello, a ritmo relativamente sostenuto, il sottofondo di quella voce che suona come lo sconforto di un passato, nel continuare < Non ti resta che riflettere sugli errori fatti. > e non è necessario pentirsene, anche perchè da alcuni sbagli non si è nemmeno in grado di tirarsi indietro, di redimersi, no, si può solo tirare avanti e far sì che prima o poi si diventi abbastanza saggi e caparbi da farsene una ragione ed evitare che in futuro si ripresenti di nuovo la possibilità di sbagliare. Un sorriso pigro e spento, un fumar da quella sigaretta che permane sempre non troppo distante dal viso ed il viso che torna in direzione del Seiun abbandonando all'orizzonte quelle parole lungo la linea che divide terra e ciel, posandosi di nuovo sul viso ammantato dell'altro, concedendosi un semplice trovarsi in accordo con quell'affermazione riguardo in Ninja di Kusa, facendo però appena spallucce in quel coniugare un'espressione di sufficienza al pensare alla questione, plausibile data la situazione attuale < Sarà l'effetto dell'Alleanza. > dice lui semplicemente lasciando che quelle parole si perdano nel vento così come giungono dando spazio all'odore di saledine, svaniscono senza bramare risposta alcuna perdendosi tra la nebbia che inizia sollevandosi poco alla volta, in quell'avvicinarsi prolisso verso Kiri stessa. Già, impossibile, o almeno così sembra. Il tono di lui si fà gelido e potrebbe sembrar una lama, il calar della scure di un boia che pare andar a toccare ricordi reconditi nella mente del possessore del Rinnegan che dinnanzi a lui si ritroverebbe ora ancor più toccato dal dubbio, come serpi vanno le parole a suscitare perplessità nel Sannin che andrebbe a definirsi come l'ultimo ancora in vita, come quell'ultimo araldo dei Samurai che erano un trio che spiccava tra tanti, tra tutti, tre nomi distinti, in quel giorno che li ha visti come commedianti di una tragedia che è oramai un pezzo di storia, remoti quei tempi che vengono risollevati. Eppure lui sospira flebilmente, lo sguardo andrebbe calando verso le assi di legno sotto ai loro piedi, rigonfie dell'acqua del mare che le ha straziate nel tempo, perdendosi nelle venature umide nel mentre che dell'altro fumo vien debolmente sospinto dal proprio respiro all'esterno, vedendo di ruzzolare più in là sospinto dalla brezza marina, un lieve vorticare che sà di mare, poi le parole del Chunin < Effettivamente, i ricordi sono estremamente importanti, ma i dettagli, sono oramai andati perduti, per Lui. > direbbe riferendosi ad Eiji, in quell'andare a mettere giù le basi per andare a far sì che quindi possa palesarsi, andare a permettere all'altro di venire allo scoperto e spiegarsi in prima persona, per quanto assurdo, intento a ripristinare parte di se stesso tramite quel sigillo sul corpo del Goryo, convinto di poter stabilire anche un semplice contatto fisico, spiegando all'altro la situazione, che per quanto assurda ed impensabile sia, è la verità, e starà a lui crederci o meno, in quel potergli restituire frammenti di una memoria svanita in quel processo nel ridefinirsi come personalità del Corvino, confidando di poter ricevere comprensione da un'uomo saggio come quello che ha davanti a lui < Eppure, tu puoi aiutarlo ma.. Sarà meglio giungere al dunque.. > direbbe in un non voler far innervosire ulteriormente il Rikudo, per nulla propenso a tenerlo sulle spine e dunque prossimo al rivelarsi, o meglio, rivelare l'altro, iniziando a smuovere il Chakra dal centro del Keirakukei per così quindi veicolarlo verso la mente, lì dove si ritrova intento ad irrorare la fenditura nel mezzo < Eiji. > direbbe nel mentre, chiamandolo, non tanto rivelando il nome dell'altro, un mormorio comunque udibile, mentre i capelli inizierebbero lentamente a schiarirsi e gli occhi si sfumano appena per passare al viola lentamente < Spero ci rincontreremo, Rikudo. > direbbe quindi ora svanendo del tutto lasciando spazio all'altro, i lineamenti si fanno appena più affilati e definiti, piega il collo a destra ed a sinistra e drizza ancor di più schiena e spalle, impettito nella posa ed allo stesso tempo impeccabile, regale e teatrale. Lo sguardo che si è socchiuso per qualche istante ora è pura ametista ed i capelli sono diventati del colore della neve, l'espressione si rende più maliziosa e vagamente malevola, un'innato carisma oscuro quasi come un'intorbidire di un'acqua che altrimenti sarebbe troppo cristallina, come quella voce che ora sembra più vellutata, capace di subir qualche emozionale inflessione, un'emozione che ora sarebbe un brivido lungo la schiena, ed il tono è quello che si rivolgerebbe a qualcuno che non si vede da tanto, troppo tempo, un ritrovare di un'amico dai trascorsi antichi e tumultuosi, nel bene e nel male < Non avrei mai pensato di incontrarti nuovamente, devi averne fatta di strada.. Akendo, sono io Eiji. > direbbe facendo una pausa, tirando un ghigno nostalgico sul volto, andando a smuovere quella sigaretta con un gesto vago ma elegante < Suppongo che per come tu dica, anche Kyuzo ci ha abbandonato... > direbbe in quel voler poter ricordare di più sullo Yoton, impossibilitato però ad andare nel personale, a cercare di risollevare frammenti perduti, qualcosa di infranto che però ora ha modo di riparare, almeno parzialmente, qual'ora la conversazione volga in direzione dei migliori scenari. Indubbiamente si aspetterebbe di dover dare delle spiegazioni, domande, perplessità, ma come ci piace dire più volte, tutto a suo tempo. { Ck on -2 Goryo II }

23:37 Kioku:
  [Battello] Molte sono le parole che continuano a fluire tra i due, così come quella sorta di discussione sembra prender vita, nulla di tutto ciò però può preparare entrambi ad una discussione di tale portata ne il Rikudo Sennin può di certo immaginare in cosa si sia imbattuto questa notte. Annuisce semplicemente alle parole di rimando del ragazzo, del resto e per lo più sono tutte parole circostanziali, nulla che abbia veramente bisogno di replica o altro, riporterebbe nuovamente il proprio corpo e viso verso lo sconfinato mare, mare seppur poco visibile data già la presenza di nebbia, lo porterebbe a rivolgersi con lo sguardo più alla luna nascosta che a tutto il resto. Le di lui parole lo raggiungono infine, criptiche ma che lasciano un dubbio questo è certo, ascolta dunque con attenzione, volgendo dapprima l’attenzione e successivamente lo sguardo, seppur di sbieco, al giovane, interessato dunque al proseguo di novelle parole da parte di Itsuki. Non tardano di certo ad arrivare anzi, tumultuose tanto quanto l’ardire non solo di concetti ambigui, quanto più nella sua azione e volontà, riconosce in lui un qualche moto impetuoso di chakra, seppur senza il suo Rinnegan ha abbastanza esperienza per capire che quel ragazzo qualcosa sta facendo, ciò nonostante rimarrebbe fermo ed impassibile, semplicemente porterebbe il proprio busto e corpo ora d’innanzi al giovane, poco si bada degli occhi estranei ora rivolti al duo, osserva quasi più interessato da ciò che Itsuki vorrebbe fare che dal resto, ode quel tiepido sussurro ma non ben comprende il perché, così come le sue ultime parole che sanno quasi di un arrivederci, nonostante nessuno dei due se ne stia andando proprio da nessuna parte, ancora ancora in mezzo al bare in questa sorta di battello. D’innanzi a lui, la trasformazione attuarsi, trasformazioni così atipiche raramente le ha viste e per quanto la sua memoria sia piena d’informazioni, difficilmente potrebbe ricondurla a qualche clan o strano potere, nonostante abbia visto lo stesso Yukio avere una simile trasformazione non si interesserebbe più di tanto all’atto in se e la sua metamorfosi quanto più non vorrebbe sbilanciarsi nel pensare affiliazioni errate con clan o quant’altro, infine quelle parole, parole che ora paiono ben più chiare agli occhi e la mente del Rikudo Sennin, il suo sguardo assottigliarsi, un espressione glaciale sul suo viso, nulla penetrerebbe quella corazza, nulla passerebbe ne potrebbe essere percepito, silente osserva ed ascolta quelle sue ultime parole, quelle di Itsuki <e tu dovresti essere..> breve pausa prima di continuare <Eiji?> esclamerebbe con un tono dubbioso, un profondo respiro, onde evitare che il suo temperamento tutt’altro che placido alle prese in giro emerga, verrebbe fatto, lasciando che le sue labbra si schiudano nuovamente e novelle parole fluiscano fin alla cima del capo del ragazzo dai nuovi contorni e colori <ragazzo io non ho idea di chi tu sia ma di certo non sei Eiji> non solo nei connotati questo è ovvio ma anche nell’impossibilità stessa del fatto in se, come può Eiji essere vivo? Anche nel caso in cui si trattasse di una resurrezione impura, connotati e lineamenti sarebbero dovuti rimanere eguali e ancora una volta, sempre in quel caso, comunque l’unico a possedere conoscenza e rotolo stesso di quella antica arte proibita è lui, oltre a Yukio ovviamente, quindi facilmente riconducibile all’utilizzatore. Diverse domande, molte certezze tanto quanto i dubbi si farebbero strada nella mente di Akendo <hmm> andrebbe a mugugnare <Eiji è morto e di quella tragedia alla roccaforte io ne sono rimasto ormai unico sopravvissuto> a conti fatti di tutti quei presenti egli in effetti è ancora l’unico, per ora, in vita <non so dove tu sia riuscito a procurarti determinate informazioni ma si Kyuzo Hosoi Yoton è morto> esclamerebbe senza neanche pensarci troppe volte a nominare e soprattutto parlare di lui, colui che a suo tempo immemore fu sensei ed egli suo allievo < ma non morì alla roccaforte, fu catturato e morì in seguito a varie circostanze> e questo e quanto aggiungendo infine <se qualcuno fosse sopravvissuto oltre a me dovrebbe saperlo questo> riferendosi al presunto Eiji, anche perché la morte di Kyuzo all’epoca fece un certo scalpore, non ha idea di dove abbia trovato notizie tanto antiche ma quella del Sannin nonché Mizukage di Kiri di certo ebbe maggior risonanza dell’attacco alla roccaforte. Non ha idea di chi sia questo Itsuki, né del perché vada in giro a dire cose simili, lo osserva dunque in attesa di una sua qualche reazione equivalente o maggiore a quella avuta a sua volta all’udir simil parole, attende che il fato si abbatta sui due. [chakra on] [Izanami & Izanagi equip] [Ama Mabushi equip]

00:24 Itsuki:
  [Battello] Tutto nella norma, non può di certo leggere nella mente dell'altro, questo è chiaro, ma quella maschera di perplessità va infittendosi sul viso dell'altro e quell'osservarlo durante la trasformazione è degno allo stesso modo di comprensione, per quanto sia un'innata e nulla di così fantasmagorico o inimmaginabile, c'è molto da spiegare, tanto da dire dopo tutto questo tempo, seppur il tempo stesso sembra non essere mai abbastanza. Svaniscono quindi gli uomini e l'ambiente intorno a loro, metaforicamente si rinchiudono in uno spazio privato a se stante della realtà dove il Kagurakaza andrebbe a porre un sospiro di breve sconforto, quei modi di fare che non disdegnano mai l'eleganza sono intramontabili e per quanto lui non possa riconoscere i connotati e l'innata non ha ancora ridefinito abbastanza quei lineamenti per marcare la somiglianza del fu Principe, ci sono scorci di quella personalità che anche un'Akendo lontano anni da quel che era, dovrebbe riconoscere. Un breve e scarso annuire, flebile in quell'andare a far intendere che per quanto la cosa possa sembrare strana è effettivamente la realtà, certo vi sono delle restrizioni ben precise e delle mancanze, ma quella personalità, quel tutto che definisce l'esistenza di quell'altro lato di Itsuki, è la cosa più fedelmente riconducibile alla persona del fu Jinchuuriki, un modo di vivere attraverso qualcun'altro, di trascendere il tempo e rimaner aggrappato in quel mondo, nonostante il prezzo da pagare sia il vivere privo delle proprie memorie, un prezzo caro da pagare, lenito vagamente dal compulsivo ed ossessivo voler indagare sul Kagurakaza da parte di quello stesso Itsuki, libero di vivere solo grazie a quell'incontro del passato, finito poi per venerare quella figura come il suo unico salvatore, per quanto l'avido ed egoista Principe in lui non vedeva altro che una seconda possibilità < Lo sò, è complicato, comprendo la tua perplessità.. > direbbe lui portando lo sguardo negli occhi suoi in quell'assumere un'espressione di rassegnazione, pronto ad andare a spiegare quanto meglio possibile, e con la mano dietro alla schiena, la destra, andrebbe volgendosi di lato in quell'incominciare a camminare avanti ed indietro in precise falcate aristocratiche, dal sangue blu, un passo impettito mentre la mancina fa dondolare la sigaretta in un cincischiare gestuale che ha un che di attrattivo e affascinante, quasi un'estensione stessa di quella sua leggerezza nobiliare con la quale si atteggia, inconfondibile < Non lo sono fisicamente, concordo, ma sono la cosa più vicina a quel che era.. > direbbe puntando lo sguardo verso il cielo che và sempre più coprendosi a causa della nebbia, nonostante la pallida luce lunare continui filtrando attraverso quel velo sottile, soffermandosi solo per un'istante, dandogli appena le spalle in quel voltarsi di un quarto verso di lui, sino ad ora perpendicolare in quel camminare, fermandosi al vertice più a sinistra di quell'incedere esplicativo < Tutto grazie a questo sigillo impresso a questo ragazzo. > direbbe scostando la dritta da dietro al bacino per andare a sollevare la coda bianca appena con un gesto delicato, mostrando tra il crine, all'altezza della nuca, visibile a tratti a causa del contrasto dei due colori, un nero sigillo intricato < In realtà, è stata più una scommessa, un'azzardo, non ero certo che funzionasse eppure.. Eccomi ancora qui.. Ma a quale prezzo? > direbbe dopo aver ripreso a camminare lasciando cadere la coda, in quel fermarsi ora dall'altro lato di quel suo monotono e rettilineo, breve percorso < Non ricordo più niente, ho usato il mio sangue del quale non mi sono mai curato a causa del Nibi per imprimere la traccia specifica della mia personalità, una cosa che nasce di diritto nei possessori di questo sangue che ho donato a questo ragazzo, salvandolo dalla sua maledizione, permettendomi ora di essere qui.. > tante parole, troppe, non vorrebbe nemmeno delle risposte a quel che ha detto, è uno spiegare che cercherebbe di essere il più sintetico con risultate relativamente buoni, un sospirare triste che andrebbe in direzione di quei ricordi perduti < Almeno ho la possibilità di riottenerli.. Non so se ritenermi fortunato o meno. > dice voltandosi nuovamente verso di lui, ora ad un paio di metri di distanza posto diagonalmente alla sua destra, un turo dalla sigaretta che si ricorderebbe di avere in mano solo ora, la cenere che vien faccia cadere sul ponte umido, la segue con lo sguardo < Posso ricollegarmi a quello che è successo a livello mondiale, posso rifarmi alla storia, fregiarmi dei frammenti che mi ha concesso lo stesso Itsuki ma... > di nuovo una pausa, un filo di esitazione, vuole far pesare la cosa con il giusto dignitoso fare, assottiglia lo sguardo in quel cercare di puntarlo nei suoi scuri, di andare a voler stabilire un contatto in quel definirlo un'elemento cardine < Ho bisogno delle parti fondamentali. > direbbe per poi tornare quindi a smuovere altri passi, ritrovandosi innanzi a lui a quella distanza colloquiale che si era stabilita sin dal principio, avvicinandosi senza mai scollare lo sguardo dal viso altrui < Dopotutto, cos'è un'essere privo dei propri ricordi, se non un contenitore mezzo pieno? > retorica sulla quale non vorrebbe nemmeno soffermarsi, il tono sà chiaramente di nostalgia ed è velato chiaramente di un'amarezza ma allo stesso tempo determinato in quel suo dire, non ha intenzione di fare pensa, vuole solo metterlo al corrente di quella sua condizione, fargli capire che è lì, davanti a colui che ha tradito, seppur non in carne ed ossa, un fantasma del passato riproposto in quel corpo giovane, un contorto sfuggire per metà alla morte < Non posso ricordare qualcosa che non possiedo.. > direbbe lui andando a concludere in quell'andare ad alludere allo stesso Kyuzo, quasi mortificato nel non poter aver modo di onorare la memoria di quel compagno fedele, per nulla rancoroso oramai nei confronti del passato ma comunque dedito a vendicarsi nei confronti del mondo, non del singolo, avendo avuto abbastanza tempo per riflettere sui propri errori, seppur ricordati grossolanamente e mai nel dettaglio < Sai... Lasciando da parte le mie attuali condizioni... Io credo che fu giusto così. > direbbe alludendo ai trascorsi che hanno avuto, a quell'averlo al suo fianco per poi finire corrotto nel frattempo dall'Odio, non può ricordare in tutto e per tutto, per filo e per segno, sa solo che i fatti narrano del suo essere diventato spietato e dedito all'odio, incapace di guardare oltre a se stesso, tradito dai suoi stessi compagni ma < Sono arrivato al punto da chiedermi: è tradimento evitar che qualcuno finisca per diventare del tutto un mostro, ponendo fine alle sue sofferenze? > direbbe con quel sorriso saggio che si tira sul volto, è un che di onesto, è un qualcosa che mette sul tavolo come se fosse una lettera che non ha mai potuto consegnare, come se fosse un pensiero che aveva bisogno di anni per maturare, un frutto troppo acerbo che richiedeva una maggior comprensione degli eventi, l'espressione di un voler dimostrare ad una delle poche figure familiari che rimangono al mondo, dei suoi tempi, che dopotutto, non ha motivo di provar rancore, anzi, sugellare il tutto con il riottenere parte dei propri ricordi sarebbe l'ideale, ma non vuole forzare alcun tocco, chiederà garbatamente, sperando lui comprenda, andando ad appuntarsi anche quel bisogno di chiedere la precisa ubicazione della propria tomba, chiaramente dimenticata come il resto, in quel bisogno di riappropriarsi della propria lama < Mi chiedo se tu voglia restituire una parte di sè a questo fantasma del passato.. Basterebbe una semplice stretta di mano, ma chi sono io per pretenderla? > direbbe con un lasciar che la mente si perda in quel vuoto, in quel volersi sforzare di ricordare, in quel voler poter dire qualcosa di più personale all'altro, per farsi riconoscere ma non potrebbe manco volendo, senza quel contatto in grado di restituire immagini e scorci sui quali poi andar a ritroso, ricomponendo il mosaico infinito di quel che era. { Goryo II }

23:53 Kioku:
  [battello] In quella cupa notte, il Rikudo Sennin mai si sarebbe sognato, non solo di incontrare una persona come questo Itsuki ma per di più di udire quelle determinate parole e nello specifico il nome di Eiji…Eiji Kagurakaza, un nome appartenente a quel passato che ormai ricorda più di favola che di propri ricordi. Ne ascolta ogni singola parola, gli occhi sgranarsi di tanto in tanto, ma non vi è realmente stupore, lasciato al primo ascolto di quelle parole, bensì altri sentimenti, d’altronde lui stesso ha speso anni e anni della sua vita a comprendere come eludere la morte, sacrificare quasi ogni goccia della sua stessa vita pur di riuscirci e ora ne avrebbe un caso proprio d’innanzi ai suoi occhi? Un sigillo?! No, impossibile, le braccia incrociarsi, fredde, rigide al petto, la sua mente vaga ma non vi è altro che rifiuto totale, anche solo impossibile pensare sia vero, sarebbe solo un insulto alla propria intelligenza e i propri sforzi, certo egli vi è riuscito tramite il potere del proprio Rinnegan ma ciò non toglie che ai suoi occhi tutto ciò rasenta più fantasia che follia stessa, le parole continuano a fluire e ad ogni spiegazione il Seiun si mostrerebbe sempre più interessato si ma con ben altra intenzione, lasciando parlare affinché tutta questa assurda storia venga eviscerata. Lo sguardo assottigliarsi <dunque tu dovresti essere Eiji?> una domanda che ha quasi del retorico, non vorrebbe nemmeno la risposta, ciò che ha udito fino a poc’anzi basta e avanza. Il tono della sua voce è freddo, tagliente, lo sguardo quasi spietato <se tu fossi lui sapresti bene che io sono il motivo per cui lui ora non è più qui nelle terre ninja> d’altronde lui è il motivo grazie al quale Kunimitsu lo trovò in quel covo, lui è l’artefice di tutto, non solo del proprio destino ma di gran parte delle persone, sotto molti sensi è lui il motivo della dipartita del precedente possessore del Nibi, fu lui ad uccidere lo stesso Eiji e nonostante questo, ora questo ragazzo che pretende ragioni di qualsivoglia su questa storia e a quanto pare risponde anche al nome di Eiji, parla di ricongiungimento con i ricordi perduti e vorrebbe qualcosa dallo stesso Akendo <sapendo o meno questo cosa ti fa pensare che ora, qui, seduta stante, io non ti divida in due con la mia lama> libererebbe le proprie braccia, portando per qualche istante la destrosa ad accarezzare l’elsa della katana posta sul fianco sinistro, pochi istante prima di riportarsi in posizione neutra e ancora una volta far fluire novelle parole, le labbra inumidirsi forti anche della pioggia stessa <dammi un motivo per cui non dovrei più considerare questo Eiji una minaccia o ancora meglio> esclamerebbe quell’ultima parola <Itsuki> marcherebbe il nome del ragazzo <dammi una ragione per non porre fine alla tua vita> lo sguardo non è solo spietato ma non riconosce verità in nulla, d’altronde fece in modo di eliminare Eiji per ciò che rappresentava, non ha idea se la storia del ragazzo sia vera o meno ma quest’ultimo con questa mossa si sta giocando un po’ il tutto per tutto. L’aria comincerebbe a riempirsi di una leggera tensione, nulla verrebbe richiamato, niente verrebbe mosso ma in quella placida calma è racchiuso tutto ciò che è l’essenza di un attimo, lo stesso momento che precede quasi uno scontro tra due samurai, se fosse Eiji di certo ne avvertirebbe la sensazione non di certo il ricordo, un affondo, nulla di più <il tradimento è semplice conseguenza della debolezza stessa di chi lo ha subito, possiamo incolpare chiunque ma alla fine l’unico che muore è chi si fida troppo degli altri o sopravvaluta se stesso> compirebbe un passo in avanti, uno solo, non uno di più, lo osserverebbe con il proprio sguardo violaceo, lineamenti volto, ma oltre ad un semplice ninja, non vedrebbe nulla di più <ciò che mi chiedi è una stretta?> attimi di pausa <dovrai dimostrarmi ben di più di qualche racconto di storia ed un nome che si può facilmente reperire> un sospiro prima di concludere <fino ad allora e per adesso, hai ben altro di cui preoccuparti><Wakamono> nulla di più, con quel vezzeggiativo come farebbe un adulto ad un ragazzino, attenderebbe ora una risposta. [chakra on] [Izanami & Izanagi equip] [Ama Mabushi equip]

00:40 Itsuki:
  [Battello] È sempre un chiedere troppo, gli sembra quasi di aver peccato più del dovuto con quel sigillo, ma nessuno al quale si rivolge sà del prezzo che ha dovuto pagare, di quel perdere la metà di ciò che definisce, rimanendo con i suoi modi di fare, di porsi, di esprimersi, quel carisma indomito quel portamento regale e tutto ciò che avrebbe potuto andare appunto a riprodurre il se stesso defunto dentro a quel corpo, non una trasposizione vera e propria dell'essere quanto appunto un ricreare un qualcosa di quanto più riconducibile, non lo stesso, ma la versione più identica possibile. Nota il risultar di lui sempre più perplesso e crucciato, sospirando appena in un chè di malinconico permanendo con la mano che richiede quella stretta ad impigrirsi appena, è più complicato del previsto farsi credere da chi di fondamentale nella sua precedente vita, non c'è che dire < Sei stato il risanare del mio Odio, questo ragazzo ha studiato in maniera ossessiva ogni possibile cavillo reperibile sul sottoscritto per permettermi di ricordare a grandi linee il possibile ma.. Non vedo motivo per temerti, ho pagato cara questa seconda possibilità, non ricordo più nulla oltre a queste poche tracce rimastemi... > lasciando poi che l'occhio cada proprio su di una delle due Katane da lui stesso citate, ametiste che vanno seguendo quel movimento in direzione della lama alla destra del Rikudo, vi è un che di nostalgico nel vedere quelle famose Katana per quanto i nomi tutt'ora gli sfuggano così come tutto il resto, tornando su quel viso famoso e leggendario, tanto simile a qualcuno che era ma appartenente ora a qualcuno che tutt'ora è, lì davanti a lui andato avanti forse anche a quello stesso rimanere indietro di Eiji, quella battaglia dove il Kagurakaza aveva già perso in partenza, uno scontro iniziato con la consapevolezza di essere giunti alla fine della propria storia, comprendendo i proprio errori ad ogni scambio di Jutsu, forse la prova finale per quelli che allora erano ragazzini, costringendo persino la sua amata a dargli il colpo di grazia poichè soltanto da lei avrebbe potuto sopportarlo, ora tutti destinati ad essere grandi Ninja, un'amaro sorriso a pensare che forse, dopotutto, non ha fallito completamente come Sensei. Un'espressione sul viso infinitamente saggia e comprensiva, è una determinazione pacata quella sul proprio viso in quel ricercar il motivo per il quale non debba porre fine alla sua vita < Perchè non provo rancore, Akendo, ho deciso di perdonarti anni orsono poichè tu ai tempi agisti nel giusto, sono stato un mostro e non lo nego. > disse lui inizialmente rinchiuso in quel limbo prima che tutto rincominciò di nuovo in quel corpo del Goryo che da dentro ascolta con un filo di tensione, andando a percepire quel diventar più pesante dell'aria che và come addensandosi attorno a loro in quel diventar tangibile quasi quanto la pioggia stessa, che descrive quel voltarsi di lui a delinearne la figura in quel battere incessante, disegnando precisamente dov'era e poi dove sarebbe pochi centimetri più in là, voltandosi a guardare verso la sagoma annebbiata di Kiri, lo sguardo perso verso la pallida signora in cielo < Voglio portar equilibrio nei confronti di questa pace, voglio vendicarmi contro questo mondo , ma non voglio ridurre tutto in cenere come ai tempi.. Cos'è un Ninja, dopotutto, senza il proprio scopo? > glielo dice, lo rivela con onestà e leggerezza perchè sente che non ha alcun motivo per andare ad omettere ad un figura simile la verità, ha mentito abbastanza hai tempi e svolto lo sporco lavoro indottogli dall'oscurità dentro di lui, nonostante il tramare nei propri confronti, nonostante il tradimento che inizialmente lo fece adirare per un solo istante, cedendo ad una ragione ritrovata proprio quando si sarebbe perso del tutto, proseguendo con quel tono di voce serio e composto, appena struggente in quel < Rivoglio ciò che è mio Akendo, non farmi una colpa per il voler essere un'agente del Caos che già alberga in ogni angolo di queste terre. > e sì, se fossero ancora armati entrambi come ai tempi, a quest'ora sarebbero lì distanti qualche metro, con i muscoli pronti e tesi, le lame pronte a venir estrarre in un'incrociarsi che avrebbe un che di diverso, di onorevole, uno scambio di colpi che probabilmente n
on finirebbe ne con la morte di uno e nemmeno con quella dell'altro, un'esprimere dei loro ideali a cozzare e prendere forma, lo scoprire dei loro credo che definiscono ciò chi sono, potendo probabilmente capire l'uno un qualcosa di più dell'altro e viceversa. Chissà, forse un giorno, lo perdonerà anche lui per essere ceduto all'odio, ma deve prima credergli per incominciare a pensare di farlo, mentre per ora sono dure parole riguardo al tradimento quelle che vengono espresse dal Seiun, verso il quale si volterebbe nuovamente guardandolo prima appena oltre la propria spalla, con il profilo in sua direzione, sospirando di nuovo, amaro < Sono parole sulle quali ho avuto modo di riflettere, non te ne faccio una colpa come ho già detto, ma se non vorrai credermi, non ti biasimo. > gli dice appunto prima di voltarsi, tornando dunque ritto innanzi alla figura del Sannin che davanti ai suoi occhi si muove di quel solo passo imponente e minaccioso, potrebbe spazzarlo via in un'istante, ma tutt'ora gli concede il lusso della diplomazia, la mano ritirata da quel chiedergli della stretta di mano che lui stesso rimette in questione < Mh... Non posso di certo pretendere qualcosa di così importante, per quanto teoricamente mi spetterebbero di diritto i ricordi a te annessi, sarebbe come rubare. > così come Itsuki non ha voluto rubare ad Ekazu, lui non ruberò al Rikudo, uomo d'onore non pià consumato dall'odio e di nuovo galante e ligio, nonostante quel suo comportarsi in maniera carismatica come al solito, in grado di beffarsi dell'atmosfera tesa anche durante queste situazioni, con Akendo stesso che dovrebbe accorgersi sempre di più di quei modi di fare, quel gesticolare pigro e felino tra una frase ed un'altra, portando la dritta come ad afferrare il proprio viso, lì sotto al mento, ridacchia appena senza voler schernir nessuno, un'abbandonarsi al suo nobile sarcasmo, specchiandosi in una piccola pozzanghera lì tra di loro, in una conca appena avallata delle tavole di legno < Ah, mi dona, non è vero? > riferendosi al suo aspetto, nonostante tutto in grado di essersi come fissato all'età della sua morte, un'entità morta non può di certo invecchiare, ma non è la giovinezza il suo scopo < D'accordo, attenderemo fino ad allora, anche se vorrei chiederti un favore, Oji-san.. > e lui stesso andrebbe con quel vezzeggiativo di rimando, non è un'infierire o un voler andar con uno stiletto a punzecchiarlo, è un dimostrargli che per quanto a livello di potere possano essere su piani completamenti diversi, è capace di stare al gioco, di accettare e restituire, volgendo lo sguardo verso una direzione casuale, un puntare delle viola verso Oto, un nostalgico istintivo andar in direzione della propria casa, con le mani dietro la schiena lui, alludendo il prossimo proferire un voler cercar della propria tomba, lì dove, secondo il codice dei Samurai, la sua lama teoricamente giace come monito e pegno onorario dello stesso fu Jinchuuriki < Vorrei recuperare Yukianesa, dopotutto cos'è un Samurai senza la sua spada? Sono certo che ti aiuterebbe a credermi.. > direbbe senza voler spiegare la questione dei ricordi che riotterebbe, di quelle volte in cui per allenarsi le loro lame si saranno incrociate, di quella battaglia combattuta a Tetsu no Kuni, di quelle prime volte che conobbe quello che un tempo era un giovane Samurai e che ora vive nella leggenda. Che l'abbia aiutato nel bene o nel male la figura dello stesso Eiji? Questo spetterà al RIkudo dirlo, non di certo a lui, ma forse non sarà nemmeno questo il giorno. { goryo II }

01:37 Kioku:
  [battello] La pioggia cade e con esse ogni singolo ragionamento e parola proferita dal giovane Chunin di Oto, d’altronde perché mai perdersi in ulteriori chiacchiere se sia vero o meno ciò che afferma, la verità molte volte sta nel mezzo o celata agli occhi di chi effettivamente non riesce ad andare oltre alle singole apparenze. Di questo Akendo ne è molto cosciente e non a caso avrebbe mosso passi offensivi, una postura molto più aggressiva rispetto a quella precedente, lo stesso ciondolare della sua destrosa sull’elsa della propria Izanagi è unicamente volto a punzecchiare la figura del ragazzo, ogni singola parola scelta con cura, ogni singola movenza lo porterebbero dunque all’unico e solo obiettivo di comprendere meglio la figura che ora si para d’innanzi a lui, riempiendosi la bocca di parole altisonanti e profonde che mal coincidono con quello che a conti fatti è l’aspetto di un ragazzo, nulla di più, chiunque pur applicandosi potrebbe ricavare le informazioni da lui tanto decantate, anzi in alcuni casi alcune delle domande da lui poste, come quella su Kyuzo lo tradirebbero quasi, ciò nonostante su di una cosa indubbiamente la sua logica non può efferatamente negare a priori, il racconto di Tetsu no Kuni. A quei tempi egli fu “l’unico superstite” questo perché oltre a lui si salvo anche Eiji Kagurakaza, questo è vero, ma quest’ultimo, di li a poco, avrebbe raggiunto i propri compagni samurai caduti, rendendo così di fatto lo stesso Akendo Seiun l’unico superstite di quel grave incidente che la storia riporta come la “Tragedia dei Samurai” o il “Massacro di Tetsu no Kuni”, aiutato anche dal fatto che lo stesso Eiji fece perdere le sue tracce dopo quell’attacco, basto poco al Rikudo Sennin, allora poco più di un giovane a far credere di essere rimasto l’unico ancora vivo. Il fatto che questo ragazzo ora a distanza di così tanto tempo gli venga a raccontare di come in quell’incidente oltre al Sannin ci fu un altro sopravvissuto è qualcosa che nessuno potrebbe sapere, questo è forse l’unico motivo per cui non darebbe alle acque di Kiri e i loro abitanti il corpo del ragazzo, d’altronde su una tratta così poco affollata, con la peggior feccia presente, nessuno si meraviglierebbe o si porrebbe domande se vedesse un cadavere da un momento all’altro, scaricato da questo sudicio battello. Non è un carnefice per il gusto di farlo ma non è nemmeno il salvatore di cui le antiche leggende sul Rinnegan narrano, egli pone la propria ideologia, logica e giustizia al di sopra di tutti, giudicandoli secondo proprio pensiero, raramente ha agito d’istinto o colto dall’ira funesta, la stessa decisione qui, ora, di lasciare in vita quel corpo di carne ancora caldo è unicamente rivolta al comprendere meglio la situazione stessa, reclamare o meno un anima in più non gli cambierebbe nulla, ma se ciò che il ragazzo ha detto corrisponde a realtà, allora sarà bene comprendere fino a dove si spingerà e in quel caso divenire lui stesso garanzia del suo fallimento, per la seconda volta, altresì lo lascerà vivere conscio comunque di ciò che è il dono della vita e quanto valore possa avere. Silente ascolta le sue parole, la moltitudine che quasi si accalcano una sopra l’altra, ne segue il filo conduttore così come la ragione stessa di quelle parole che ora vengono proferite dal giovane Goryo, non accenna nulla ne interviene, lasciando che i di lui pensieri prendano forma, che il discorso stesso si snellisca e fluisca verso l’unica ragione di questo loro incontro, ovvero ciò che vuole realmente Itsuki. Il capo ora si solleverebbe per qualche istante, rilassando le proprie spalle, lo sguardo al cielo, a quei Kami infidi e perfidi, non si meraviglierebbe se tutta questa situazione stessa sarebbe un loro derivato, un loro perverso desiderio di vedere ancora una volta come il loro “eletto” si comporterà, come se tutto ciò fosse un test, una “prova” ma poco importa ora come ora, non saranno i Kami a scegliere per lui, non ora forse <perdono?> esclamerebbe quasi stupito <il perdono è qualcosa che puoi dare unicamente a chi lo richiede> con il capo adesso tornato in posizione originaria e lo sguardo penetrante nel di lui animo, farebbe quasi spallucce, portando i propri occhi a muoversi prima a destra e poi a sinistra, come a voler sottolineare come tra i presenti, compreso lo stesso Akendo non vi sia nessuno che abbia mai chiesto il suo perdono <anche volendo non saprei che farmene, ciò che fu fatto, fu fatto in virtù della ragione e della giustizia> la mia, ma non è qualcosa che aggiungerebbe, non ha senso intavolare una discussione su ciò che sia giusto o sbagliato, come non ha senso dare più del dovuto a questo giovane Kunoichi di Kusa. Un sospiro, nuvola calda condensarsi per poi sparire immediatamente nelle gocce della fitta pioggia <Nonostante io non sia più un samurai> esclamerebbe conscio di essere ormai un reietto, un Ronin, nulla di più <ho le mie katane e anche quando esalerò il mio ultimo respiro, saranno al mio fianco> un breve attimo di silenzio <da me non avrai alcun aiuto, potresti essere chiunque ma puoi essere grato poiché non sarò il tuo boia questa notte> esclamerebbe in maniera secca, un tono gelido ad accompagnare il suo timbro vocale ed il suo sguardo che seppur un pelo più ammorbidito dal discorso continuato non cesserebbe di minacciarlo come si conviene a chiunque cerchi di pretendere qualcosa dallo stesso Akendo Seiun. Si volterebbe ora di spalle , una quiete innaturale si stabilizzerebbe intorno a lui, le gocce d’acqua cesserebbero di impattare sul suo manto scuro, dal profondo della propria anima, il chakra verrebbe richiamato a se, fonte di potere ineguagliabile, unica certezza di questa vita, le palpebre si abbasserebbero per qualche istante, visualizzando con estrema precisione il loco ove dirigersi, nelle vicinanze di Kiri, di ritorno da quelle lande del Suono e soprattutto nella speranza di rivedere perché no Sango Ishiba, visualizzato infine il luogo congeniale, lentamente la figura comincerebbe a distorcersi d’innanzi allo stesso ragazzo, un modo come un altro per stuzzicarlo, prima che la propria figura venga completamente risucchiata e scompaia, con una leggera torsione del proprio capo, volgerebbe un ultima volta il suo sguardo verso Itsuki <la spada e con essa la tomba dovrebbero trovarsi vicino al luogo della sua morte, come conviene ad un samurai, Kunimitsu dovrebbe saperne di più> non è vero ma giusto per fargli perdere un po’ di tempo, d’altronde fu proprio lo stesso Akendo Seiun ad assicurarsi che il corpo del Kagurakaza fu non solo seppellito ma protetto da diversi sigilli impenetrabili laddove incontro la morte. [Se tecnica della dislocazione istantanea superiore] [se chakra 65/100] [chakra on] [END]

02:16 Itsuki:
 Un perdersi nel proprio ragionare ed in quel mettere tutti i vari tasselli a propria disposizione in quel tentare di formare il mosaico che compone la verità di Itsuki, o meglio, di quell'Eiji non risorto, non rinato, ma trasposto nel suo essere attraverso quella personalità. Lo osserva nel mentre che tutto nella mentre del Sannin venga delineato e definito in maniera consona, riflette su Tetsu no Kuni e tutto il contesto che li hanno portati in direzione di quel percorso, quell'andar a far sì che dunque pare la vita del Goryo possa venir risparmiata così come quella del Kagurakaza, se può definirsi vita il dover condividere un corpo con un ventiduenne. Ma d'altronde, questo e altro pur di poter aver la possibilità di ricaricare un salvataggio, se così vorremo definire il fatto, corrotto o meno che sia, più scarso di progressi rispetto ad un tempo, è comunque un punto dal quale ricominciare. Sogghigna e scuote le spalle a sua volta quando quasi stupito lui và a proferir parole degne di nota, seppur nell'animo del fu Jinchruuiki vi è soltanto una pace riguardo a tutto ciò, un poter rispondere in maniera assennata dettata dal tempo che ha avuto per riflettere e ragionare riguardo ad Akendo, al tradimento ed ovviamente a quelle altre cose alle quali poteva permettersi di pensare con i ricordi a propria disposizione, senza risultar vittorioso quest'oggi, ne nei confronti di Ekazu e nemmeno nei confronti del Rikudo stesso. Ciò che è più sofferto, sarà fonte di maggior soddisfazione. Ma è un cenno vago della mo a voler si e no precisare la questione < Dirò allora che non provo rancore nei tuoi confronti, anche volendo, nemmeno io saprei che farmene.. Vedila come vuoi, essere in pace con me stesso vale più della tua comprensione ora come ora.. > e non è uno sminuire quanto un semplice atteggiarsi come suo solito, da Principe altezzoso che è, per poi portar nuovamente gli occhi sulle sue Katane e ritrovarsi poco dopo costretto a voltarsi in direzione del porto più vicino a Kiri stessa che oramai è chiaramente a portata di quelle iridi violacee, si volta appena di tre quarti in direzioen della banhina e del faro distante ancora qualche chilometro, o nodo, se volessimo essere puntigliosi < Mh Mh.. A quanto sento non hai intenzione di rendermi questa seconda vita facile, d'accordo, suppongo sia una punizione dignitosa. > direbbe in quel ridacchiare mentre Itsuki da dentro non potrebbe far altro che risultar rispettoso e comprensivo di quel non voler andar a concedergli i dettagli necessari per recuperare la perlacea Katana. Eppure, nel mentre che il porto va avvicinandosi sempre di più, lentamente, la figura del Seiun verrebbe distorta agli occhi del Kagurakaza che dunque a quel sentore di un Jutsu a lui sconosciuto, vedrebbe semplicemente di tendere le orecchie concedendogli quelle ultime parole, una bugia che probabilmente lo costringerebbe a perdere tempo senza ottenere nulla, ma dopotutto la Kokukage è già sulla lista delle cose da uccidere per proseguire lungo il proprio cammino, quindi p un'espressione pensierosa quella che assume il viso puntando appena verso il basso, a perdersi mentre risponde a lui così coem parla tra sè e sè, la dritta dietro la schiena e la mancina sotto al mento < Uhm... La serpe eh? Dobbiamo giusto andare a fargli visita... > mormora a bassa voce tra se e se in quell'alludere al piano del Capo Clan Uchiha, attendendo poi quell'attraccare del battello per dunque dirigersi verso la Nebbia, allungando ulteriormente la linea di quel loro proseguire nelle tenebre, sempre più diretti verso il Caos al quale lo stesso Eiji anelava, seguito ora da Itsuki stesso, che ritorna al controllo accendendosi una sigaretta per poi dialogare con quell'altro Principe riguardo all''intensa giornata, dirigendosi verso il Villaggio in mezzo a quella stramaledetta nebbia. { End }

Itsuki ed EIji incontrano Akendo su di un battello per tornare a Kiri, dopo qualche istante, il Rikudo richiamato dal sentire il nome di Ekazu Uchiha si avvicina al Goryo che dunque, allo scoprire dell'identità del Sannin, quasi non crede alle sue orecchie. Lascia posto ad Eiji, che andrebbe ad annunciarsi ad Akendo iniziando una discussione che li porterà ad un diplomatico e teso scambio di parole.

Diffidenza, fiducia ed altre infinite importanti parole sarebbero alla base di quest'incontro fatidico.

Infine, al domandare del Kagurakaza sul dove poter reperire, il Seiun risponde (probabilmente mentendo) di domandare all Kokukage.

// ROLE TOOOP!!! °O°