Kina - Yosai

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con Yosai, Kina

13:00 Kina:
 Lo scazzo è profondamente evidente sul suo volto, le rughe di espressione -non di certo di vecchiaia- le conferiscono un’espressione imbronciata e incarognita con le sopracciglia che si contraggono e i denti stretti che irrigidiscono la mascella. Non le piaceva l’umidità di Kiri e il puzzo di bagnato ma nemmeno le piace il villaggio di Konoha dato che non è il suo villaggio e ci vive da qualche settimana ormai mica da una vita. <Inizio a sentire la nostalgiaaa! Ma quanto ancora ci devo stare qui?!> sbotta inviperita mentre tira un calcio a un sassolino presente sulla sua strada, e non è un modo di dire lei si sente padrona di quella strada come fosse sua e lo si nota da quel suo incedere sicuro e baldanzoso con ampie e veloci falcate ad ogni suo passo ben piantato al suolo sembra sollevarsi un gran polverone ma è tutta scena. Si sistema meglio i pantaloni neri stretti e a vita alta e la t-shirt bianca che è infilata nell’elastico dei calzoni bella morbida, ai piedi porta dei sandali neri e indossa anche una felpa senza cappuccio tenuta aperta di colore rosso e con le maniche bianche a tre quarti. La folta e bionda chioma è acconciata in una coda alta ed è lunga fino alle caviglie, nonostante sia bionda ci sono alcune ciocche verdi e rosse che ravvivano quella zazzera di capelli che ondeggia vistosamente ad ogni suo esagerato passo. <Solo una cosa mi renderà di buon umore oggi! Poco ma sicuro!> è per questa ragione che si sta dirigendo verso la zona che è stata più distrutta dall’attacco che c’è stato a Konoha giorni fa manco fosse una turista, le manca solo la macchina fotografica ed è a posto. Raggiunto il luogo si ferma di fronte alle macerie ancora esistenti e allarga le gambe distanziando i piedi intanto che si mette le manine ai fianchi e gonfia il petto con orgoglio ergendosi in tutta la sua piccolezza e gracilità apparente. Sapeva che ci sarebbe stato un attacco da parte del padre a Konoha ma purtroppo non ha potuto essere presente per suo ordine, quindi è incazzata si perché si è persa tutto il divertimento però respirare quell’aria ora la mette di buon umore.

13:18 Yosai:
 Non sei molto più avanti della deshi tu. Non più di una decina di metri vi separano. Tu sei davanti a lei e state camminando verso la stessa meta, sulla stessa strada. L’unica cosa visibile di te ai suoi occhi è dunque la parte posteriore del tuo corpo. Calzari ninja graffiano il terreno quando cammini, sollevando nuvolette di polvere di terra battuta delle strade del villaggio, proporzionate alla tua stazza e al tuo peso. In essi si immergono le fasciature da combattimento color cremisi che ti avvolgono l’articolazione della caviglia, dalle dita dei piedi fino al polpaccio squadrato, l’ampio, nero pantalone di un kimono copre le gambe spesse e tornite con ampie volute di stoffa. Un obi nero cinge la vita che par quasi sottile rispetto alle ampie spalle. Il torso, più simile al tronco di un albero che a quello di un’umana persona, è coperto da una canotta nera aderente come una seconda pelle ai muscoli che imprimono su di essa le loro forme sinuose, scattando ad ogni movimento. Le spalle stondate e le braccia scolpite son lasciate libere dal tessuto, ai lati del busto, ben distanziate dal corpo dalla larghezza dei dorsali. Il sole s’insinua tra le forme dei muscoli che paiono esplodere sotto la pelle tatuata, creando deliziosi giochi di luci e ombre. Il collo taurino sostiene il volto affilato che ora è invisibile all’allieva, decorato dalle solite cicatrici che solcano la pelle, la prima scende in verticale dalla fronte fin sotto lo zigomo sinistro salvando l’occhio, la seconda percorre la fronte in orizzontale come il taglio sul coprifronte dei mukenin, ma sulla carne viva. I capelli scuri, al sole rivelano le varie tonalità di rosso che senza di esso non verrebbero mai rivelate. E cosa ti porta, gigante, ad arrestare il tuo passo? Molto semplice. Il sasso da calciato dall’allieva prende un rimbalzo strano, finendo per colpire la parte posteriore della tua tibia sinistra. Arresti immediatamente il tuo incedere, facendo rimanere la leva inferiore destra arretrata rispetto all’altra e sfruttando questa posizione per arretrare il baricentro, ruotando anche spina dorsale e spalle stondate fino a rivolgersi frontale la dove prima c’erano le spalle. Due occhi del color dell’oceano in tempesta s’abbattono sull’Akimichi <Mi hai tirato un sasso> ti rivolgi a lei, con voce baritona e profonda. Serrando i muscoli della mascella. Non ti piace quando ti tirano i sassi. Decisamente.

13:40 Kina:
 Prima di fermarsi ad ammirare qualche stralcio di distruzione qua e là, ha avuto modo di osservare l’enorme ragazzo davanti a lei ma senza concentrarsi troppo su di lui dato che non le interessa in particolar modo per il momento. <Pfu!> sbuffa annoiata da quella passeggiata e da quel panorama fino a quando non giunge nei pressi di qualche agognata maceria e allora -come detto- si sofferma ad ammirare tutta orgogliosa. Contempla il panorama disastroso e l’odore misto a quella visione rilassa i muscoli del volto rendendola meno incazzosa e facendo affiorare un sorriso maligno che porta alla visione della sua dentatura. Lei si è messa in quello che chiama assetto da chakra e solleva ora le braccia per creare il sigillo della capra con le dita e le mani all’altezza dello sterno. Chiuderebbe gli occhi e inizierebbe il suo viaggio catartico all’interno di se stessa dove il buio calerebbe come un sipario sopra di lei escludendo suoni e distrazioni esterne. Questa sarebbe la sua concentrazione e dall’alto figurerebbe immaginaria e imperiosa una linea che discendendo taglierebbe in due parti uguali e simmetriche il corpo della giovane attraversandola dalla testa fino ai piedi. Immaginerebbe ora la prima sfera ad altezza della fronte di un bel rosso brillante come il sangue che le piace tanto che indicherebbe la sua forza spirituale con sentimenti e desideri forti e radicati in lei. In seguito immaginerebbe la seconda sfera al ventre di un bel blu mare profondo, e simboleggerebbe la forza fisica e anche quella non le mancherebbe, impetuosa e violenta. Spingerebbe queste due forze l’una verso l’altra e le farebbe ruotare man mano sempre più velocemente mentre si avvicinano ad altezza del petto dove ci sarebbe il sigillo composto e continuerebbero a ruotare nello stesso punto insieme fino a fondersi. Diventerebbero un’unica sfera e da quel punto farebbe diramare quell’energia lungo tutto il suo corpo dalla testa ai piedi. Le piace l’assetto da chakra così come le piace avvertire quella forza per lei dirompente all’interno del suo corpo poiché si sente in grado di poter fare qualsiasi cosa. Ora che avrebbe concluso va a far scontrare il pugno destro contro il palmo sinistro aperto, lanciando uno sguardo di sfida verso il nulla forse intenzionata ad attaccar briga con qualche maceria chi lo sa. <Come scusa?> si volta verso l’omone che ha deciso di fermarsi e rivolgersi a lei con un’accusa tanto strana che la spinge a sollevare un sopracciglio e assumere uno sguardo stizzito. <Credimi che se ti avessi tirato un sasso me ne vanterei!> sbotta ghignante e senza alcuna paura di quella bestia d’uomo che ora osserva meglio e inizia a riconoscere dato che la somiglianza col padre si vede lontano un miglio e poi lei sa benissimo chi sia quel ragazzo. Lo sguardo si sgrana e il ghigno viene marcato in modo che tagli il viso come una ferita da guancia a guancia e quella è l’espressione di folle gioia massima che la ragazzina riesce a fare mentre prende conferma nella sua mente di chi si trova davanti. Getta le braccia verso l’alto e le allarga in un impeto di gioia <Ti ho trovatooo!!> urla a gran voce facendosi sentire con un alto rimbombo e veloce accorcia la distanza che li separano camminando velocemente verso di lui. <Ti saresti mai immagino un giorno più bello di questo?!> mette giù le braccia lungo i fianchi e si mette sulle piccole punte dei piedi per allungarsi quanto può verso di lui. [Tentativo Richiamo del Chakra, Tempo: 4/4][Chakra: 10/10]

13:59 Yosai:
 Le iridi blu la squadrano. Cercano i dettagli. Corpo minuto. Voce fin troppo da bambina per i tuoi timpani. Capelli particolari, quello strano modo di inarcare il sopracciglio. Ti ricorda qualcosa? Non ti viene in mente che ce l’hai anche tu? È esattamente il modo in cui, al sentirla parlare, anche il tuo sopracciglio si alza. Il destro. Disegnando un’espressione stranita sul tuo volto. <Come?> una risposta molto simile alla sua, ma tu non ti scuseresti mai. Non in questo caso almeno. La squadri di nuovo. Non ti è sfuggito il fatto che lei non indossi il coprifronte, ma a dirla tutta neanche tu lo indossi, quindi potrebbe voler dir poco. Certo anche la giovane età che lei dimostra ti porta a pensare che potrebbe davvero trattarsi di un deshi, ma la verità è che non puoi averne la certezza. Quando lei ti urla di averti trovato d’istinto strizzi gli occhi incassando la testa tra le spalle stondate. Odi le voci stridule a quel volumi. Mamma mia quanto le odi. Tant’è che le labbra si stendono fino a snudare le zanne in un ringhio animale <MA CHE CAZZO HAI NEL CERVELLO! MI SERVONO LE ORECCHIE!!> Urli a modo tuo, dando fiato agli immensi polmoni e alla voce profonda che perde tutta la sua musicalità. Solleveresti dunque la mano destra per portarla ad infilare il mignolo nelle orecchie, tentando di stappare quella sensazione ovattata che hai ricevuto dopo quell’urlo e di esaurire quel fischio perenne che adesso senti nelle orecchie. Quando lei si avvicina però istintivamente compi un passo indietro, approfittando di quel lasso di tempo per portare la stessa mandritta al plesso solare con le dita a disegnare il mezzo sigillo della capra. Andresti immediatamente a scavare nella tua psiche per trovare ciò che da principio e forza ai tuoi pensieri, alle tue emozioni, ai tuoi sentimenti, l’energia psichica che tutto questo soggiace, per portarla, in forma sferica, al plesso solare e quindi concentrati su ciò che permette ai tuoi muscoli di contrarsi, al tuo sangue di scorrere, al tuo cuore di battere, l’energia fisica, benzina per il tuo corpo. Convogliata anche questa al plesso solare rapidamente innescheresti un moto rotatorio dell’una nell’altra, dell’altra nell’una per dar vita alla tua energia. Il chakra, che spediresti a scorrere violento nel suo sistema circolatorio. <ne immagino a migliaia, ad essere sincero, ma chi hai trovato, e…cos’è tutta questa felicità immotivata?> chiedi. Diffidente come una bestia. <Chi sei? E cosa hai trovato?> iniziamo a cercare di capirci qualcosa. [Richiamo del chakra][Chakra ON]

14:29 Kina:
 La somiglianza è così incredibile che non riesce a trattenere l’entusiasmo, e quel profondo amore che prova nei confronti del padre si trasmette all’enorme pezzo d’uomo che ha riconosciuto come suo fratello. Lo ha cercato a lungo dopo aver finito di studiare le tecniche dell’accademia e stava perdendo anche la pazienza già ridotta al minimo e invece eccolo davanti a lei in tutta la sua bellezza animale. Lei in confronto è un cucciolo pur sempre famelico e bestiale ma un cucciolo in confronto a lui! Quel modo di sollevare il sopracciglio lo sente tremendamente suo e la gioia continua ad esplodere nel suo petto ad ogni battito cardiaco manco iniettasse serotonina ad ogni pulsazione. Apre la bocca con espressione sorpresa e esaltata non soffermandosi sui particolari del vestiario o del coprifronte mancante, ma che le frega a lei, lo scazzo è completamente sparito e il sole illumina i suoi occhi rossicci che guardano l’Akimichi. Anche lei chiude gli occhi quanto lui urla, incassa la testa nelle spalle ma continua a sorridere in quella maniera tanto ghignante. <E che cazzo urli anche tu allo stesso modo?! Servono anche a me le orecchie! Pare di aver sentito un tuono!> risponde a tono ma a differenza di lui rimane allegra anche quando si da qualche colpetto all’orecchio sinistro e inclina la testa verso destra per stapparsi l’orecchio destro e poi viceversa anche per il sinistro. <Ma ti pare il caso??> sbotta e intanto si avvicina a lui che esegue l’impasto del chakra o almeno è quello che la sua piccola mente può immaginare nel vedere il sigillo compiuto e lui indietreggia di un passo, lei va avanti di uno per continuare ad accorciare le distanze. <Perché indietreggi? Mica mordo! Cioè si, in realtà si… ma non ho motivo di mordere te adesso, non temere!> azzannerebbe volentieri della carne ma non la sua poiché prova troppa gioia in questo momento e anche se gli urla contro o gli risponde male non toglie il fatto che è visibilmente emozionata mentre lo guarda. Guardalo, così grosso e fiero, animalesco, proprio come il padre che li accomuna e la ragazzina chiude i pugni così forte da farsi venire nocche bianche da quanto sia eccitata per questo momento. Allunga il braccio destro e con dito indice impudente lo indica, nessuno le ha mai detto che è maleducazione indicare le persone e se ne strafrega alla grande anche se fosse il contrario. <Tu! Che domande!> ghigna con gli occhi sgranati dalla pazza gioia improvvisa. <Tu sei il motivo della mia felicità!> abbassa il braccio e si mette le manine ai fianchi. <Non ti facevo così grosso in verità… avevo capito che lo eri, eh! Però non così taaaaanto!> gonfia il petto per cercare di apparire grande anche lei di statura. <Hai l’onore di avere davanti a te la temibile Spaccaossa!> così dicendo toglie le mani dai fianchi e sbatte il pugno destro contro il palmo sinistro generando uno schiocco niente male per la statura che ha. <E ho trovato te!> come dirlo in maniera delicata non ci prova nemmeno a pensarci, lei e la delicatezza stanno su due pianeti diversi. <Sono tua sorella e tu sei mio fratello! Abbiamo lo stesso sangue nelle vene e ti stavo cercando da un saaaacco!> lo guarda tornando con le manine ai fianchi. <Lo avresti mai detto?> con la mano destra si smuove la frangia bionda che le copre appena il viso. <Spero che tu non voglia qualche prova di quello che dico! Ma volendo ce l’ho… potrei dirti tranquillamente chi è nostro padre!> e sbuffa irrigidisce la mascella e incattivisce lo sguardo. [Chakra: 10/10]

16:03 Yosai:
 Ti provoca un ghigno divertito la reazione di lei. Difficile dire se sei semplicemente contento di aver ricambiato con la stessa moneta l’urlo di lei o semplicemente perche state avendo reazioni molto simili. Alla fine tra bestie ci si capisce. Sta di fatto che mantieni quel solco sottile e affilato ad attraversarti la faccia <hai cominciato tu> rispondi alla sua domanda semplicemente. Irrigidisci la mascella istintivamente nel vederla avanzare di nuovo. Dovresti colpirla. Magari imparerebbe a mantenere le distanze. Fai un passo indietro mentre lei avanza. Non hai voglia di essere toccato. Questo è chiaro <mi da…*fastidio* essere toccato dagli sconosciuti> commenti con tono ben più basso e minaccioso di quell’urlo. Ecco perché indietreggi. Un fremito ai muscoli scolpiti e tatuati delle braccia rivela che ti stai contenendo. Che partiresti volentieri all’attacco senza remore se anche solo fiutassi una minima minaccia. Quando lei ti indica inarchi un sopracciglio, il destro, esattamente come ha fatto lei poco prima, inclinando leggermente il capo verso la spalla sinistra, come fanno le bestie quando sono curiose. <io?> c’è qualcosa che ti sfugge. Decisamente. Ma in realtà alla fine sapere che sei motivo di felicità per qualcuno non è che ti dispiaccia poi tanto. È solo che sarebbe interessante capire il motivo. Ma quel terremoto di ragazzina non tarda a rivelartelo. Quel complimento ti porta a gonfiare il petto. Orgoglioso. Lasciando che due linee rosse molto timidamente compaiano sugli zigomi rocciosi. Non sai come reagire ai complimenti, questo è chiaro. Fai per distogliere lo sguardo ma la successiva frase della ragazzina ti porta a sgranare lo sguardo blu oceanico e a piantarlo su di lei. una parola che ti martella nel cervello rimbalzando e distruggendo tutto. *sorella*. E lei rincara la dose, al punto che le labbra sottili si schiudono, come se ti mancasse aria dalla sorpresa. Come fa quella a essere tua sorella? Bah effettivamente tu non sai nulla di tua madre, potrebbe avere avuto un’altra bambina… ma no. Lei stessa ti conferma che è il padre ad accumunarvi. Non resisti oltre. Fletti le gambe e lasci scattare i muscoli. Utilizzi una buona dose della tua destrezza. Una quantità tale di Agilità da far scomparire letteralmente alla vista gli arti che muove, e una quantità tale di forza da risultare implacabile e non contrastabile nei movimenti. Semplicemente allungherebbe molto velocemente l’avambraccio destro verso di lei, sparando la mano aperta contro il suo petto. Una mano rovente al tocco, poco curata e solida come il legno le cui dita, lunghe e forti, andrebbero a stringersi intorno al tessuto che la vesta. Per quello tenteresti di afferrarla per sollevarla di peso con un braccio solo. Non hai voluto prenderla per il collo perché ti serve che parli <Attenta ragazzina. Non mi va di scherzare> in generale questo <soprattutto su mio padre> un’espressione dura le rivolgi. Spietata, distorta dalla rabbia mentre snudi le zanne e ci fai passare attraverso le parole, storpiandole. La guardi con l’odio che si meriterebbe chiunque fosse stato generato da una tale bestia ti avvicineresti al suo viso con quell’espressione <Tu sei la figlia del Demone Rosso?> Raccontagli la tua storia Kina, o trova una storia abbastanza convincente da persuaderlo che non sei il nemico. Perché è questo che vede davanti a se. Quanta ipocrisia in tutto questo. Non sei forse anche tu figlio di quel demone? Dovresti essere nemico di te stesso se chiunque è da lui generato deve esser nemico. Ma questo è, così ragiona il tuo cervello. <Perché dovresti essere felice di avermi trovato?> rabbioso, quasi famelico nel dire. Nascondi dietro una maschera di rabbia l’emozione di aver trovato una persona che potrebbe davvero condividere con te qualcosa. Perché questo ormai ti è rimasto. La tua rabbia [Tentativo di presa con Forza 20 e Agilità 40][Chakra On]

16:33 Kina:
 Non ha certo nulla da ridire a quello che le dice dato che è evidente che è stata lei ad avere iniziato ad urlare, eppure non è così facile per lei lasciare l’ultima parola a qualcun altro e quindi come di consueto trova qualcosa da ridire. <Veramente sei stato tu ad accusarmi di qualcosa che stava solo nella sua testa!> come se centrasse qualcosa ma a lei questo non frega proprio un’emerita cippa. Se ne sta lì tutta tronfia davanti al fratello osservandolo con immensa gioia e felicità, perché mai non dovrebbe essere contenta di aver trovato il sangue del suo sangue, colui che le ricorda così tanto il padre, persona per la quale prova un amore smisurato. Quell’amore passa dal padre al fratello, suo compito è quello che di stargli accanto, seguirlo, vedere come migliora e nel frattempo fare rapporta ogni tanto al padre su quello che scopre riguardo al fratello o al villaggio. Nulla le impedisce di amarlo ed è forse l’unica persona che potrebbe amare in mezzo a tutto quel merdume. <Ma io mica ti voglio toccare! Mi sto solo avvicinando… sei un poco prevenuto, nèèè?> se la ride sghignazzando indicando poi se stessa e per nulla intimorita dal suo ringhiare basso e minaccioso, essendo abituata alle parole e ai modi di fare del padre. <Ti sembro davvero così tanto minacciosa? Sono solo un’allieva!> gonfia il petto e chiude gli occhi con aria orgogliosa. <Ma fai bene, non potresti mai sapere quando potrei colpire!> lo guarda e ancora fa scontrare il pugno destro col palmo sinistro aperto, sembra che sia un gesto alla pari di un tic e si vede che si sta anche divertendo molto sentendosi a suo agio con lui. Ghigna divertita quando lo vede appena appena imbarazzato per il complimento che lei gli ha fatto definendolo decisamente molto più grosso di come immaginava. Quando il fratello chiede conferma lei annuisce più volte e poi rimane ad osservare la reazione del ragazzo a quella scioccante rivelazione. Sorride osservandolo e nota quella rabbia che balena in quel suo sguardo blu, l’odio che sembra indirizzare verso di lei e ora è proprio la ragazzina a sollevare il sopracciglio destro e a fissarlo incuriosita senza capire che cavolo gli prende. Nemmeno il tempo di dire: demone rosso; che si ritrova sospesa in aria, afferrata nel giro di pochi secondi dal braccio possente del fratello e sollevata dal terreno. Lui le ha afferrato la t-shirt bianca che per il colpo, lo strattone e la forza di gravità esce dall’elastico dei pantaloni rivelando gran parte della pancia liscia della ragazzina ed è lì che sono presenti delle cicatrici, non evidenti come quelle sul volto del fratello ma ci sono a creare una trama sulla pelle. Lo lascia parlare con espressione delusa poiché si aspettava un’altra reazione, magari un abbraccio, la gioia, l’offerta di un pasto e poi tutti a casa tranquilli e felici, ma no ovviamente la vita le sta sul cazzo. Afferrerebbe con entrambe le sue minuscole manine il braccio enorme del ragazzo senza stringere e fare forza ma posandole con una delicatezza che non è sua, e lo guarda negli occhi per nulla intimorita. Papà del resto ha fatto molto peggio. <E secondo te io me ne vado in giro a scherzare su queste cose?!> gli urla nelle orecchie alzando il tono di voce e lasciando trapelare rabbia con aria stizzita. <Certo non mi aspettavo baci e abbracci, ma nemmeno tutta questa rabbia! Altrimenti pure io avrei potuto accoglierti con un cazzotto in faccia, ti pare?!> ghigna toccando quel braccio scolpito accarezzandolo con le mani. <Ti senti forte a prendertela con una bambina, vero? Certo che sono belli gonfi e duri questi muscoli! Starei a toccarli per ore… ah, una cosa… anche a me da fastidio quando qualcuno mi tocca, quindi mettimi giù o ti stacco il naso a morsi!> ringhia con rabbia perdendo il ghigno di colpo, non era così prima ma dopo il trauma ricevuto da quei banditi il tocco altrui la disturba, non è facile convivere con delle violenze sessuali. <Perché non dovrei essere felice di aver trovato mio fratello?! Ma sei scemo? Hai la segatura nel cervello?!> ringhia come un piccolo orsetto ma non si dimena e non cerca di liberarsi dalla presa non ne avrebbe nemmeno la forza e questo è indice del fatto che non è una minaccia. <Sono completamente sola! Ovvio che mi faccia piacere aver trovato la mia famiglia!> non gli racconterà la sua storia con quelle premesse non fin tanto che rimarrà appesa come un cavolo di salame lasciato a stagionare. [Chakra: 10/10]

16:47 Yosai:
 La sensazione di accarezzare liscia pietra levigata dalla pazienza dell’acqua è quella che si è toccando i tuoi muscoli quando son tesi e contratti a quel modo. Disegnando forme tanto definite da lasciar pensare che siano tanti pezzi semplicemente appoggiato l’uno vicino all’altro in una composizione rocciosa e armonica. Eppure non diminuisce quella presa inesorabile e quello sguardo d’odio. Ascolti le sue parole, i suoi atteggiamenti spavaldi anche quando è in difficoltà, i suoi ringhi, la violenza anche verbale, quello sguardo dorato e animalesco. Tutto effettivamente richiama una violenza primigenia. E tu stai lì, pronto ad azzannare come una belva, ad annusare quella ragazzina che stringi nella mano. Solo una parola ti porta a desistere. *Sola* allarghi lo sguardo, quasi lei avesse detto la parola magica. Sbuffi forte dal naso, come un toro abbassandola lentamente, lasciando che lei tocchi il suolo prima con le punte dei piedi e lentamente con tutto il peso, fino a lasciarla <Sei.. sola?> che sia un’altra storia come la tua? Che sia stata salvata dalle grinfie di quella bestia anche lei? Non puoi saperlo, ma hai reagito male, come sempre. Sposti lo sguardo su di lui. Non sei capace a mostrare colpevolezza con lo sguardo, ma a parole hai imparato <scusami… parlare di certe cose mi rende… nervoso> si è visto. La osservi <Sono Yosai Akimichi… ma suppongo che tu questo lo… sappia?> sei quasi titubante. Lei sembra sapere pezzi della storia che tu non conosci. Hai bisogno di conoscere come stanno le cose <Quindi il Demone Rosso ha avuto… un’altra figlia…> strano eh, che quella bestia possa dar vita ad una progenie… in realtà è normale, ma sei visibilmente sorpreso e interdetto a quella notizia. Dopo la rabbia iniziale dietro la quale hai nascosto le tue emozioni è rimasta l’incapacità di reagire <e come…dove…?> c’è della difficoltà <come ti chiami?> sei di nuovo tu a fare un passo indietro, come timoroso di aver avuto una reazione eccessiva [Chakra On]

17:09 Kina:
 Rimane affascinata ad accarezzare la pelle scolpita del ragazzo, un insano piacere nel sentire quei muscoli duri come roccia sotto le sue dita e non risponde con violenza fisica, ma verbale si non si tira certo indietro. Lo sguardo dorato attraversato da quei toni rossicci che sanguinario si rivolge al fratello, i ringhi che si scambiato, i denti che si mostrano come due belve inferocite troppo occupate a dimostrare chi è superiore a chi e i loro odori che si mischiano. La spavalderia mai l’abbonderà in qualsiasi momento e la sua voglia di farsi sotto, primeggiare e lottare contro tutti anche se sola senza mai provare paura. Si mostra stizzita e rabbiosa e le dita iniziano a stringersi intorno a quel braccio a voler conficcare le unghie in quella pelle che non è d’acciaio e quindi sensibile ai graffi ma non fa nulla perché poco prima del suo agire è il fratello a fare qualcosa. Lentamente viene rimessa a terra, incredibilmente non viene lanciata, strattonata o altro, ma delicatamente i suoi piedi tornano a toccare il terreno e mentre lui parla borbottando scuse e parole, lei si sistema la maglietta cercando di nascondere le cicatrici infilandola nell’elastico dei calzoni. <Solo sola, si!> sbotta offesa. <Sono in questo stramaledetto villaggio da poche settimane, non conosco nessuno e nemmeno so come si vive in una società, so solo che mi va stretta e non riesco a trovare nessuno che possa comprendermi!> ha vissuto tutta la sua vita col padre, in giro senza ricevere ordini da una figura come un Hokage, senza sapere nulla di gerarchia e doveri. Sbuffa una grande quantità d’aria dalla bocca e solo in piccola parte dalle narici, come il fratello e solleva il labbro superiore mostrando i denti innervosita. <Si, so il tuo nome. Razza di genio.> si ravviva i capelli e mette ancora le mani ai sottili fianchi e torna a guardarlo negli occhi. <E di che ti scusi, salto per ogni minima cosa pure io! L’altro giorno mi sono allenata in accademia e me la sono presa con un manichino!> solleva le mani verso l’alto. <Sia chiaro, aveva iniziato prima lui a guardarmi storto, però è riuscito ad atterrarmi.> sbuffa. <Lo sapevi che facendo la tecnica della sostituzione non si può rispondere con un attacco subito dopo? Pazzesco! Ci ho provato comunque ma sono crollata a terra!> la sua passione è il divagare se si lascia prendere dai pensieri e potrebbe divagare per ore parlando di svariati argomenti senza alcun collegamento tra loro. Solleva un sopracciglio alla perplessità del fratello sulla capacità di riproduzione sessuale del padre e allarga le braccia. <Direi di si, eccomi qui!> sghignazza ridendo. <Il come… insomma direi che tu sappia già come nascono i bambini, no?> non è molto sicura. <Se vuoi te lo spiego! Mentre il dove… uhm… direi un po’ in giro, un po’ lì e un po’ qui!> scuote la testa smuovendo la sua zazzera di capelli. <Poco importa! Finalmente ti vedo di persona!> e se lui fa un passo indietro lei ne fa sempre uno in avanti, non vuole perdere ciò che ha appena trovato. <Kina… Akimichi.> sbuffa ancora una volta. <Non so, la mia madre biologica non l’ho mai conosciuta, ma a quanto pare era Akimichi!> batte le mani tra loro le quali fanno un sonoro -clap!- poi osserva il fratello inclinando la testa da un lato esattamente come ha fatto lui poc’anzi. <Sembri scombussolato! Ma dimmi… e tu? Sei solo come me? O hai qualcuno?> le brillano quegli occhi rossicci nella speranza di condividere con lui almeno parte delle loro storie dato che almeno lui si è salvato -per così dire- dalle grinfie del padre. [Chakra: 10/10]

17:40 Yosai:
 Non ti sono sfuggite quelle cicatrici. Ma non è ancora il momento di toccare un argomento del genere. Semplicemente la lasci andare, ignaro della sfuriata da tigre che stavi per ricevere sul tuo braccio. Lei rimarca il concetto E tu la osservi risistemarsi, la osservi sbuffare e la ascolti parlare <hai vissuto con lui fino a qualche settimana fa?> allarghi lo sguardo, sorpreso di come uno scricciolo del genere sia potuto sopravvivere per tutto questo tempo con lui, che poi si è evidentemente liberato di lei. è di questo che ti convinci. Deve averla abbandonata a se stessa reputandola inadeguata. Senti quasi una stretta al cuore al pensiero di che tipo di vita deve aver vissuto. Eppure, continuando ad osservarla e ad ascoltarla non puoi non notare come abbia una forza di volontà che la rende incapace di farsi abbattere da ciò che ha vissuto. Senza neanche accorgertene di nuovo distendi le labbra allungando quel sorriso sottile fino ad incunearlo negli zigomi al suo dire <Capisco bene. I manichini danno soddisfazione, ma i compagni di accademia sono meglio> ti ritrovi anche ad essere complice con lei. Anche perché hai vissuto le stesse cose che ha vissuto lei. Arrivi di nuovo a sgranare lo sguardo sorpreso <anche io ho provato ad attaccare subito dopo essermi sostituito. Non ci sono ancora mai riuscito> probabilmente non è una questione di allenamento, ma un movimento portato ad una velocità tripla rispetto al normale deve essere chiaramente troppo deleterio per la mente. Ti ritrovi a snudare le zanne in un nuovo sorriso, un sorriso poco animalesco, più irruento e visivamente emozionato. Hai davvero trovato tua sorella? Storci il naso tuttavia imbronciandoti quando lei si propone di raccontati certe cose… cose che probabilmente conosci molto meglio di lei. Si spera almeno, o quei nove anni di differenza per te sono stati anni buttati per te <No, me lo puoi risparmiare, grazie> Non è che ti schifi tanto la cosa, è più associare certe cose al Demone Rosso che ti fa rabbrividire. Le regali di nuovo un sorriso prima che lei ti regali un’altra sorpresa. Condividete lo stesso cognome. Una madre Akimichi. Ti spiazza lei per prima con quel battito di mani che ti porta a battere le palpebre un paio di volte, come se stessi tornando dai tuoi pensieri <io…> eh come fare a raccontare? <Adesso si.> Commenti semplicemente. Senza una madre, senza un padre, senza un villaggio. È rimasto poco di te. <Sono stato accudito dagli Akimichi da quando ero in fasce…Ho avuto...> oh se è complicato <diciamo che ho avuto gli stessi problemi che stai avendo tu adesso. Non è una questione di abitudine… mi dispiace dirtelo non sarai mai a tuo agio con altre persone, con qualcuno che ti dà ordini… potrai al massimo fare finta che ti vada bene e sforzarti di sopportare. Io non ce l’ho fatta> e infatti non hai il coprifronte, non hai resistito a quella finzione, hai preferito essere libero <Poi il Demone Rosso si è palesato, ha ucciso prima il mio padre adottivo, poi ha attaccato il villaggio, come avrai saputo e ha ucciso anche mia madre> quindi si, due persone sole. Il volto nel frattempo è diventato una maschera di gelo che accompagna il tono di ghiaccio. Lo sguardo su di lei in quegli occhi rossicci <Kina Akimichi> la chiami, dopo lunghi attimi di silenzio. La chiami come se volessi farci l’abitudine <come procede il tuo percorso in accademia?> ti sei quasi vergognato di chiederlo. Lo sai che sta andando da dio… il sangue non mentemai.[Chakra On]

18:05 Kina:
 Quella spavalderia un po’ sembra abbandonarla quando il fratello pone una domanda molto importante per lei, vergognosamente abbassa lo sguardo con molta difficoltà perché odia farlo, ma la tristezza che all’improvviso la pervade non le lascia il tempo di respirare. <Si.> è una semplice risposta monosillabica e per la prima volta non divaga e non allarga quel discorso nonostante ci siano molte cose da dire e raccontare, però non ha voglia perché la nostalgia si fa sentire e a lei manca il suo papà, così tanto da zittirla così tanto che la Sindrome di Stoccolma in confronto non è nulla. Come si fa ad amare così tanto un padre che con molta probabilità è l’essere meno amorevole su questo mondo, vivere con lui non è stato semplice e sottostare alle sue regole è stato difficile, testimoni sono quelle cicatrici, eppure tutta quella sofferenza nella sua mente è stata trasformata in un amore talmente profondo che lei non ha più visto il dolore e la cattiveria, è diventata come lui. Ritrova il largo sorriso risvegliata dalla frase del ragazzo che la costringe a ridacchiare e annuire più volte. <Oh, magari avessi avuto dei compagni per allenarmi! Mi sarei divertita molto, ma moooolto di più!> e ancora una volta il pugno destro viene battuto con forza nel palmo sinistro. <E invece ho avuto solo dei manichini e la puzza tremenda di bagnato che c’è a Kiri, puah! Non che qui sia meglio.> scuote la testa forse i boschi sono migliori, le montagne o qualsiasi altro luogo che ha visitato col padre nel corso della sua vita. <Oh, mai? Allora è proprio una cosa impossibile da fare… quella tecnica è una fregatura, non trovi?? Costringe a schivare e basta, ma io voglio rispondere all’attacco! Non sono una che si ritira e basta!> è frustrante per lei e si nota dalla rabbia che prova al solo ripensare a quella tecnica, sbuffa di nuovo stringendo i pugni. Per lui questo scricciolo è stato abbandonato perché non ritenuto idoneo ed è probabilmente quello che lei per il momento vuol far credere almeno fino a quando non avrà ben compreso cosa ne pensa il fratello del padre anche se un’idea se l’è fatta. Lei al momento è contenta così di aver trovato suo fratello e di avere qualcuno con il quale condividere qualcosa e non sentirsi più sola, qualcuno così simile a suo padre al quale attaccarsi. <Sicuro? Guarda che ultimamente ho imparato molto sull’argomento! E’ stata una lezione molto forzata, ma non si può dire che non abbia capito come si concepisce un bambino!> ride con quel ghigno non dando la giusta importanza a quello che le è successo e che ha appena detto e si limita a affusolare il ghigno e lo sguardo. Ora lo ascolta non molto piacere e sbuffa delusa da quello che ascolta, si inalbera sconfortata. <Ma come non migliora col tempo?! Non mi abituerò mai?? Aaaah!!> solleva le braccia in alto stringendo i pugni contro il cielo e un fato così meschino urlando tutta la sua frustrazione. <Io già non ce la faccio più e ancora non nemmeno un ninja!> sbuffa sonoramente e poi guarda il fratello. <In che senso non ce l’hai fatta? Che vuol dire?> si accovaccia piegandosi sulle ginocchia ma tenendole larghe dato che i piedi sono distanziati tra loro e appoggia le braccia mollemente sulle ginocchia molleggiando un po’ sui piedi. <Quindi… sei solo anche tu ormai.> borbotta nascondendo il viso alla vista del fratello tenendolo basso a guardare il terreno, sa di cosa è accaduto e sapeva dei piani del padre. <Allora… tu odi nostro padre? Ti vuoi tipo vendicare?> biascica con espressione imbronciata anche se lui non può vederla ma il tono molle si può benissimo sentire, solleva lo sguardo solo quando si sente chiamare e porta i suoi occhi tristi su di lui. <Benissimo, ho studiato tutto quello che c’era da studiare! Devo solo guadagnarmi il coprifronte per diventare un ninja ora!> rientra nei piani anche se è sofferente a quello che le potrebbe spettare, il fratello non ha certo contribuito a renderle piacevole la cosa. [Chakra: 10/10]

18:38 Yosai:
 Quel monosillabo che lei proferisce in risposta arriva come un cazzotto allo stomaco. È difficile immaginare una bambina con il Demone Rosso, anche se i modi di Kina rivelano quanto abbia preso del padre. Una bestia con gli artigli troppo corti e i denti troppo giovani, destinata a diventare tale e quale. La osservi abbassare lo sguardo e ovviamente fraintendi. Sarebbe difficile fare il contrario senza una specifica. Sarebbe difficile non pensare che quella tristezza sia dovuta al ricordo di quanto vissuto anziché alla mancanza. Sorridi di nuovo al sui dire sui compagni. Annuisci. È vero, molto banalmente vero. È più bello sentire i pugni che si scaraventano sulla carne viva piuttosto che sul freddo legno. Il dire sul villaggio ti solleva un sorriso che però è diverso, quasi più dolce <almeno non c’è la nebbia. Odio la nebbia> ascolti il suo dire su quella tecnica. Sulla sostituzione <non è detto> commenti semplicemente scrollando le spalle stondate e definite <è inutile in un combattimento corpo a corpo, colpo su colpo… ma ci sono due situazioni in cui potrebbe esserti utile> ami parlare di tattica. Vivi per la battaglia, per mettere in difficoltà l’avversario. Vivi per la guerra e si vede. Sposti lo sguardo blu su quello rossiccio di lei <la prima è se ti trovi a combattere con un avversario troppo più veloce di te> fondamentale <se non sei in grado di schivare in altro modo, ti sostituisci e cerchi di nasconderti in un posto sicuro e recuperare l’effetto sorpresa>. Ti prendi una pausa, gonfiando l’ampio torace, prima di enunciare il secondo modo in cui una tecnica come la sostituzione può essere utile <il secondo è inserire questa tecnica in una strategia. Potrebbe esserti utile per esempio mandare a vuoto il colpo dell’avversario e poter usare un oggetto, una palla luce, qualsiasi cosa. in quel caso è molto utile questo tipo di sostituzione. E comunque è un ottimo modo di preparare la ritirata. Come Jolly di riserva> una cosa che non concepisci e a questo punto sei sicuro non concepisca neanche lei. Si vede che storci il naso nell’enunciare l’ultima frase. <In ogni caso, se ti piace così tanto attaccare devi fare in modo di non aver bisogno di quella tecnica per schivare un colpo. Solo così puoi attaccare e schivare insieme> una dura lezione che ti è costata anni di allenamento incessante e che adesso sempre meglio padroneggi. Sorridi nel sentirla disperarsi <te l’ho detto, magari sei fortunata e impari a fare finta> di nuovo scrolli le spallone facendoti più serio a quella domanda <beh. Lo vedi da sola. Io non ho il coprifronte> sono dei dettagli ai quali l’Akimichi dovrà abituarsi il prima possibile, saper capire la provenienza e il grado di chi ha davanti. Fatto sta che distogli lo sguardo da lei, portandolo di lato, nella direzione verso la quale tutti e due vi stavate dirigendo, verso la devastazione portata da quella bestia del Demone Rosso. <Io non ce la faccio a vivere in un mondo pieno di vincoli, di etichetta, obbligato a svolgere missioni che non mi interessano, a potare rispetto a persone che non significano niente per me… non ce l’ho fatta a sottostare a tutto questo. Mi sono sentito soffocare peggio che in una gabbia> hai scelto la libertà e non ne provi vergogna. Scuoti il capo tuttavia alla sua successiva intuizione <in realtà si direbbe che io non sia più solo… Kina> la chiami nessuno dei due è più solo, le sorridi per qualche istante prima di continuare a parlare, guardandola dall’alto della tua stazza <e poi ho mantenuto i contatti con le persone che mi interessano> poche a dire il vero, molto poche. È la successiva domanda che lei ti fa a far morire di nuovo il tuo sorriso. Il tuo proposito <con tutto me stesso, si.> ineluttabile quella sentenza. Avrai la sua testa. È il tuo unico obbiettivo ora. Hai solo la tua vendetta. Riporti lo sguardo su di lei. Annuendo con convinzione. Beh è esattamente come ti aspettavi <Quindi… se ti sei allenata solo con i manichini… non hai mai provato a combattere?> un ghigno animale ti snuda un canino più lungo del normale, uno strano baleno rosso macchia i tuoi occhi blu… cos’hai in mente?[Chakra On]

19:19 Kina:
 È stato facile travisare quella sua risposta monosillabica e la tristezza che le viene spontanea dal cuore e la ragazzina non dice nulla che possa portare sulla corretta via di interpretazione, non è nelle sue intenzioni farselo nemico -per il momento- infatti non è di certo una bugia quella felicità che prova per averlo visto e trovato, lei lo ama esattamente come ama il loro padre, è qualcosa di istintivo che non può controllare. Sorride nel notare che lui la comprende molto bene, è come se avessero gli stessi pensieri e le stesse esigenze, la stessa necessità di sentire la carne e le ossa sotto i loro pugni. <La nebbia non la odio, ma è noiosa! Estremamente noioooooosa!> sbuffa roteando gli occhi al cielo con un’espressione disgustata. <Mi piace il sole, la neve! Amo la neve! Quando è tutto bello bianco è candido, perché si vede subito il contrasto col rosso del sangue! Ci hai mai fatto caso?> inquietante sentire certe parole da un volto così sorridente ed estasiato ma è ancora convinta che solo lui possa davvero comprenderla e forse anche lui ha fatto caso quel contrasto tra bianco e rosso. Le orecchie della ragazzina si attivano quando si inizia a parlare di tattica e per lei ogni cosa è importante da fare tesoro, anche se come un animale lei è molto più istintiva e ignorante per così dire. <Eh… io non sono molto da strategia, forse devo imparare qualcosa ancora, ma io sono più tipo da menare le mani e basta!> ghigna chissà se anche lei ha quei canini più pronunciati come il fratello, si passa la lingua sui denti per averne conferma. <Penso che cercherò di fare come hai detto tu, farò in modo che quella tecnica mi sia totalmente inutile per schivare dei colpi! Così potrò fare affidamento solo alla mia velocità e potrò contrattaccare! Che te ne pare? Tu hai scelto così? O usi la tecnica della sostituzione in quei modi che mi hai detto?> una smorfia dato che non le piace l’idea di sfruttare una cosa per scappare o nascondersi ma questo lui lo può comprendere benissimo. Piega la testa e lo osserva notando l’assenza del coprifronte e solleva un sopracciglio in maniera confusa. <E va bene così? Non sei un traditore in questo modo?> è palese che lei non sappia come si sta in un mondo simile e la cosa le crea un po’ di disagio, la fa sentire inappropriata e scazzata ma per fortuna c’è lui ora. <Anche io sono abituata ad un mondo più libero e senza regole! Assolutamente!> annuisce più volte e poi lo guarda, vede quel sorriso ma è difficile per lei ora ricambiarlo, ora che sa che lui nutre odio e sentimenti di vendetta contro il loro stesso padre, lei non lo comprende ma non intende dire qualcosa che vada contro a quei suoi sentimenti e di certo non per paura! <Quindi… posso stare con te? Intendo tipo muovermi con te e starti vicino, come una famiglia!> sgrana lo sguardo rossiccio, brillano quegli occhi e si alza rimettendosi in piedi colta da una emozione incontrollabile. <Non ti sarò di certo di peso e non dovrai preoccuparti per me! Però non vorrei stare da sola e…> stringe i pugni perché sta per ficcarsi in un grosso grossissimo guaio. <Potrei aiutarti.> si riferisce alla sua vendetta. <Non ho altri che te! E sono stata davvero tanto con papà e potrei darti qualche dritta!> fa ancora un passo avanti e cercherebbe di prendergli quell’enorme manona che potrebbe benissimo spiaccicarle la faccia in un nanosecondo, esattamente come suo padre e sorride all’idea come una macabra masochista mentre la osserva. Con queste premesse non avrebbe ragione di mentirgli e per lui anche lei avrebbe tutti i motivi per portare avanti una sorta di riscatto e vendetta contro il padre. <Uh, non ancora, ma mi piacerebbe un sacco!> gli lascerebbe la mano e lo osserva ghignando a sua volta in maniera animalesca. <Uuuh…> le piace quello sguardo. <Cosa hai mente?> [Chakra: 10/10]

17:07 Yosai:
 Ancora una volta inondi l’esile figura dell’Akimichi con lo sguardo oceanico, inchiodandola a sé stessa. È incredibile come con un tipino del genere si possa passare da argomenti che non fanno altro che metter tensione a cose come il tempo. La osservi istintivamente cercando di immaginare come dev’essere in battaglia. Se sia davvero in grado di dare tutta sé stessa come si concede nelle emozioni e nella vita, e se sia stata in grado di fare in modo che quel sacro furore che evidentemente condividono sia davvero utile e non controproducente. Lui ci ha messo del tempo e tanto dolore per affilare e incanalare quell’incontenibile energia. <Non mi è capitato molto di rado di vedere la neve in realtà> commenti semplicemente la sua risposta. Non la trovi così inquietante, ma solo perché condividi con lei quella… stranezza di pensiero. La ascolti e di nuovo ti si disegna un sorriso affilato sul volto <è normale. Imparerai a ragionare. Imparerai che non sempre potrai andare contro il nemico a testa bassa dando tutta te stessa. Ci saranno i tuoi compagni e le tue missioni potrebbero non essere sempre e solo “distruggi e torna a casa”. La tattica è un’arma che bisogna imparare a usare quanto le doti fisiche.> Se qualcosa hai imparato nel tempo è la pazienza, per alcune cose almeno. Stare sul campo il più possibile aiuta sempre. <è una tecnica che conosco e che cerco di usare al meglio conoscendone i pregi e i difetti, come tutte le cose> le rispondi. <conosco poche tecniche, Kina, ma quelle che ho mi sono tutte utili in qualche modo> non c’è bisogno di dire molto altro. Le sue parole successive ti destano un misto di sentimenti differenti che varia praticamente ad ogni concetto espresso. Prima emerge l’incapacità di stare in quel mondo, poi la volontà di avere qualcuno vicino, poi la volontà di non essere di peso, e addirittura un’offerta per invitarti ad acconsentire a che lei ti stia vicino. Le emozioni provate restano ad agitare quel mare in tempesta che hai negli occhi, ma nient’altro emerge per ora. Ti fai prendere la grossa mano solida e la stringi con la tua destra, tirandola a te e impedendole di liberarsi da quella stretta, che è irruenta, ma non dolorosa per lei con l’altro avambraccio tenteresti di potare l’indice della mandritta sotto al mento di lei e tirarla su un modo tale da tenere lo sguardo sul tuo. Lei in basso lui dall’alto <Il tuo primo pensiero adesso deve essere di guadagnarti il coprifronte> commenti piano. Non ammetti repliche <io in questo periodo sarò qui a Konoha. Ci organizzeremo per l’appartamento nel quartiere Akimichi, per gli allenamenti e ti avviserò il più possibile su quello che succede. Mi dirai ciò che sai sul Demone Rosso, ma non verrai con me sul campo e meno che mai ti permetterò di restituire un coprifronte che ancora devi guadagnarti. A costo di cucirtelo sulla pelle> La guardi fisso. Non stai scherzando. La lasci andare solo dopo averle sottoposto la sua proposta. Praticamente le ti sei proposto di ospitarla nel tuo appartamento e di farle da sensei per quello che sai. In cambio lei condividerà le informazioni che ha sul Demone Rosso e si terrà il coprifronte che si guadagnerà all’esame <a messo che tu riesca a guadagnartelo, quel coprifronte> commenti ghignando, guardandola con la coda dell’occhio, mentre la spingi via da te <ho in mente di fornirti un manichino che possa rispondere a quelle mozzarelle che chiami colpi finchè non diventeranno in grado di spaccare le ossa> e qual è il manichino che intendo fornirle? Semplice. Te stesso <ci stai?> Insomma è un patto equo, ma devono essere entrambi d’accordo. [Chakra On]

17:10 Kina:
 Sgrana i suoi occhi rossicci in quelli blu del fratello e si perde nella sensazione di nuotare in un profondo oceano terrificante, potente e bellissimo allo stesso modo e sono emozioni che la rendono felice e infatti quegli occhi sembrano quasi brillare di qualcosa simile all’ammirazione. Lo scazzo della giornata è passato da un pezzo e poco importa se non ha potuto partecipare al divertimento con suo padre ora è troppo occupata per pensarci. Tutta l’esperienza che lei porta sono pugni, sangue, violenza, ma la tattica l’ha bellamente ignorata da sempre non sa che farsene quando ha l’ignoranza dei pugni e basta, tutto normale! Lei si crogiola ancora nel dolore trovandolo piacevole e divertente e non è passata oltre dunque non controlla tutto quello che ha dentro ma lo butta fuori in modo violento e senza alcun controllo. <Ooh! La neve è bella. Tempra anche benissimo il corpo! Se stai in mezzo al freddo senza vestiti, ti becchi una polmonite ma se sopravvivi non ti tira giù più nessuno! ~> cantilena quella frase ondeggiando divertita, gonfia anche il petto per sembrare più grossa e si batte un pugno ad altezza sterno per sottolineare che lei è temprata per il livello a cui si trova ma di certo non si trattiene nella spavalderia e nel credere la più forte di tutti, tutto le appartiene. Lentamente il suo volto di trasforma in una smorfia disgustata quando ascolta la spiegazione del fratello sulla tattica e viene completamente smorzata nel suo entusiasmo e pare chiaro che lei non apprezzi molto le tattiche di guerra e battaglia o l’idea di avere compagni e missioni che non siano del tipo attacca e distruggi tutto quello che si muove. <Non è molto allettante… non lo è per niente!> sbotta ad alta voce e si imbroncia incrociando le braccia al petto e volta lo sguardo verso destra decisamente offesa. <Devo per forza farlo? Non posso essere me stessa e basta?!> e che lagna non credeva che stare in un villaggio o tra la gente comportasse una cosa simile, perché mai dovrebbe smussarsi e addomesticarsi a qualcosa che non comprende nemmeno però ora è un altro l’argomento che la preme e necessita di stare con il fratello, appiccicata a lui come la sua ombra. Gli prende la mano e sorride affilando il sorriso proprio come fa lui, qualcosa di simile e non uguale ma che fa comprendere quanto siano realmente fratello e sorella, si lascia stringere e solleva lo sguardo osservandolo con quei suoi occhi brillanti ed emozionati. <Certo che si, è mia intenzione prendere il coprifronte!> non esistono repliche perché è lì per quello figuriamoci se non vuole quel pezzo di metallo cucito su della stoffa con un disegnino sopra. Ancora la smorfia delusa mentre lo ascolta e si imbroncia mostrandosi sia offesa che arrabbiata per quelle condizioni assolutamente inaccettabili, si allontana da lui e stringe i pugni poi porta le mani ai fianchi e fa un respiro profondo ed eccola che si prepara a replicare con violenza. <Te lo scordi!> urla ad alta voce. <Intendo seguirti ovunque anche sul campo, o quello che so su nostro padre te lo sogni, chiaro?! Non riguarda solo te, ci sono anche io!> si sta ficcando in un guaio dato che potrebbe davvero inguaiare suo padre con quello che sa ma è totalmente sicura e convinta di avere la questione in pugno, eccome se ce là! <Io intento prendere il coprifronte ma poi di quello che vorrò fare non devo rendere conto a nessuno!> lo indica con una certa cattiveria in quel gesto pure. <Perché mai se fai tu le cose vanno bene ma gli altri non devono farlo? Ricordati che ognuno pensa con la sua testa e sono libera di fare quello che voglio!> è stata abituata ad un mondo senza regole e ignora anche quelle che per quanto vadano contro al suo piacere sono magari fatte per il suo bene, ma che cavolo ne sa lei di come si vive in una famiglia. <Voglio vivere con te, imparare da te e partecipare anche a tutto quello che riguarda noi!> lo fissa in cagnesco con sguardo deciso e irremovibile come sa essere anche lui. <Non mi escludere solo perché magari mi ritieni troppo debole o per puro spirito di…> alza le mani facendo le virgolette con le dita <Protezione fraterno.> abbassa le braccia riportando le mani ai fianchi. <Perché ti ricordo che ho vissuto con lui fino a poco tempo fa, sono sopravvissuta ai suoi pugni!> non senza conseguenze ma quello è ovvio che si sia rotta almeno tutte le ossa che in corpo durante la sua vita. <Ed è deciso, ci sto!> lo indica ancora. <Sarai il mio manichino! E ti renderai conto che i miei pugni sono già Spaccaossa!> trabocca di sicurezza e ghigna sollevando il labbro superiore di fatto ha accettato che il fratello l’aiuti nel combattimento corpo a corpo. [Chakra: 10/10]

17:52 Yosai:
 Non distogli quello sguardo arcigno e scontroso da lei. La osservi e di nuovo ti limiti a sorridere affilato mentre scuoti il capo. E pensare che anche tu sei stato così nel midollo. Hai solo imparato a plasmarti. Neanche troppo bene in realtà. Come l’oceano in tempesta ti infrangi contro la scogliera che sono i tuoi limiti e finisci con l’adattarti alla coppa in cui sei stato versato, pur rimanendo sempre irrequieto e pronto a rompere gli argini. Non commenti il suo viso contrariato e quelle parole da bambina che fa i capricci perché il piatto che ha davanti perché non le piace. In realtà a te la tattica non è mai dispiaciuta, se non altro perché l’hai sempre considerata come la scrupolosa ricerca del punto debole dell’avversario che hai davanti per fargli più male possibile. Ma come farle capire a cosa può servire la tattica? Beh l’unica cosa che può aiutarti e che lei ti ha mostrato è appellarti al suo senso della famiglia, così mentre lei parla ti concentri sull’invisibile e violento movimento del chakra per spingerlo attraverso la vita nelle gambe e giù fino alle piante dei piedi, mentre alzi il mento, distraendoti da lei finchè non trovi ciò che cerchi. Quando hai riportato lo sguardo su di lei, Kina è già a metà del discorso, che comunque hai colto. Si ascolta con le orecchie <non hai voce in merito alle condizioni che ti ho posto, Kina> commenti guardandola dall’alto, <e si, ti escludo perché sei debole. E io non ho intenzione di perdere tempo a starti dietro. Quando mi dimostrerai di essere all’altezza ne riparleremo> sei schietto come lei come lei lo è con te. <e io faccio le mie scelte perché ho vent’anni e ho fatto le mie esperienze. Se decidi che non vuoi stare da sola fai come ti dico io, finchè non sarai in grado di ribellarti senza prendercele> visto che la buttiamo sul fisico… E di colpo, con un movimento repentino, fletti di nuovo le leve inferiori e sparisci ai suoi occhi. La sensazione per lei sarà simile a quella di essere investita da un treno. Praticamente la placchi colpendola con la spalla stondata all’altezza dello stomaco per poi avvolgere il braccio scolpito sul suo corpicino inerme, e da li spiccare un balzo che ti porterà a quattro metri d’altezza a correre in verticale su ciò che stavi cercando prima, ovvero un palazzo molto alto. In un baleno bruci correndo tutta la parete in verticale arrivando sulla cima del tetto a spiovente, e lì la lasceresti cadere sulle dure tegole. Per lei la sensazione sarà simile a quella della sostituzione di secondo tipo, la sua mente si è spostata ad una rapidità che lei ancora non concepisce. E oltre a quella sensazione dovrà stare attenta a non cadere, non essendo ancora in grado di usare il chakra per muoversi su pareti inclinate o ripide come se niente fosse <ora vediamo se riesco a spiegarti qualcosa sulla tattica. Guarda la> indichi con un braccio scolpito un punto in lontananza, quel palazzo, posto sulla cima di un lento declivio, fornisce una buona panoramica dell’attacco del Demone rosso, che apparirà come un Kunai di distruzione infilato nella carne di Konoha <Guarda quello che ha fatto il Demone Rosso> non lo chiami mai padre. <e dimmi cosa vedi> attenderesti quindi, abbassando il braccio che rimane ben distaccato dal corpo a causa dei dorsali scolpiti. [Rilascio del chakra 2/4][Salto ¼][Scatto fino al tetto, ¼][Forza:20 Destrezza:40][Chakra On]