Trama comune
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Giocata del 08/05/2020 dalle 16:21 alle 21:57 nella chat "Porto con faro"
[Banchina] Molti i pensieri alberganti nella mente del Genin in questo momento. Se ne sta lì, con ambedue gli ischi ben poggiati sulla lignea superficie della banchina. Le gambe penzolano al di fuori lasciando che le fioche onde accarezzino le suole dei sandali. Le braccia si distendono dietro il busto, in piena estensione del gomito portando così ambedue i palmi a poggiarsi sul molo. La schiena lascia gran parte del suo peso alle leve superiori permettendo ai suoi muscoli erettili di guadagnarsi un piccolo momento di riposo. Il Kokketsu si ripara da quella pioggia tramite il suo vestiario preferito. Quella lunga tunica bordeaux avente un grosso cappuccio integrato. Quest’ultimo, ovviamente, indossato in questo momento date le condizioni meteorologiche. Il mare sembra burrascoso a largo con quelle tipiche schiume bianche che si lasciano intravedere in lontananza. Gli occhiali da vista lasciano intravedere quel caotico movimento delle onde mentre i suoi pensieri vagano in chissà quale direzione. Caotica mente e senza un vero e proprio senso logico. Disperso nel suo stesso essere e soprattutto nel suo voler essere. Valuta i suoi obiettivi e le vie più probabili per il raggiungimento di quest’ultimi. Mai stacca la sua attenzione a ciò, abitudinario com’è. Neanche il fioco vociare di quei pescatori lì presenti lo distrae o lo richiama dall’immersione nei suoi pensieri e rimanendo lì, dentro se stesso, opta per quell’operazione basilare dei ninja. Il richiamo del chakra. Contraendo l’addome andrebbe ad incurvare il suo dorso portando le mani a staccarsi da quella superficie ove erano appoggiate. Libere da quel vincolo, ora, ne cercherebbero un altro. Infatti, portandosi al fronte del petto, verrebbero unite nel sigillo caprino. Gli occhi sono aperti a fissare il moto ondoso del mare e nel tentativo di sfruttare tale cadenza come ritmo del suo richiamo. Le forze fisiche verrebbero richiamate spremendo ad ogni singolo muscolo del corpo quel succo vitale necessario ad ogni singola contrazione. Da ogni miofibrilla non farebbe altro che estrapolare quel succo trasparente come si fa con un straccio e lo strizzarlo. Focalizzando questo meccanismo in ogni angolo del proprio corpo creerebbe una quantità tale di succo energico che verrebbe unito alle sue forze psichiche. Quest’ultime verrebbero richiamate da quegli stessi pensieri in cui ora albera. I suoi obiettivi, e la sua volontà nel volerli raggiungere. Quel moto ondoso del mare non sarebbe altro che la visualizzazione del caos intrinseco a sé stesso. Formulate queste energie le unirebbe portandole al plesso solare ove al loro contatto inizierebbe l’esplosione di chakra. Da sottolineare come dal proprio vestiario non sarebbe visibile nulla oltre la lunga tunica avvolgente. Il coprifronte, infatti, è legato alla cinta e ben nascosto da quel soprabito. [Equip: ON] x [SE Chakra: ON] [Porto - inizio banchina] Tra tutti gli eventi atmosferici possibili, perchè proprio la pioggia? È già tutto così umido e pesante di suo a causa della nebbia onnipresente ed il cadere incessante delle gocce non aiuterebbe di certo ad apprezzare maggiormente quel suo dover di ronda, qualcosa che oggi avrebbe evitato con sommo gusto, se non fosse che gli è difficile trattenersi da un passeggiare meditativo, quell'apparente girovagar senza scopo, laddove sarebbe la ronda a definire un percorso, ovviamente solo il contorno di quella che mai sarebbe più di un sano camminare. Per fortuna che ha imparato a portarsi dietro un'ombrello, entrambi sempre pronti a lamentarsi nei confronti dell'acqua che cade dalle nuvole, ma allo stesso tempo talmente noncuranti, a volte, da omettere persino l'utilità di un'ombrello, limitandosi ad imprecare quando quella arrivava senza avvisare nessuno, improvvisa e fastidiosa come sempre, così come adesso con quel suo ticchettio che và ad accodarsi al giungere delle onde da lontano, che lievemente più roboanti del solito a causa del maltempo, si infrangono con vigore e rinnovata veemenza contro gli scogli, gettando un'occhio proprio sulle creste spumose che sfumano dal blu profondo al bianco, ripetendosi all'infinito, lasciando che le rosse colgano il giocare e lo svanire di quei tumulti salati, tornando poi in direzione della banchina stessa che avrebbe iniziato a percorre, con il solito passo, ne di fretta ne con calma, meccanico ed elegante, ben ritto con la schiena e con i capelli legati, una coda alta che dondola con il colore dell'ebano, essendoci Itsuki e non Eiji al timone. La mano destra regge saldamente l'ombrello che viene tenuto rigido ed immobile sopra di lui, largo abbastanza da permettere soltanto alle scarpe eleganti scure di subire le angherie della pioggia, mentre il resto del completo è pressochè intonso, solito nero, camicia bianca e cravatta che vien appena scossa dall'aria salmastra, venendo poi rimessa al suo posto dalla sinistr,a che invece regge una sigaretta accesa qualche istante fà, prima di giungere in loco. Una figura più distante, intenta a riflettere probabilmente, avvezza al clima in questione a differenza di loro due, scorge una macchia rossa ed i capelli biondi, continuando ad avvicinarsi con lo sguardo dritto davanti a sè, non riconoscendo il Kokketsu, pur potendo notare con la propria coda dell'occhio l'ingrandirsi della figura dell'altro, avvicinandosi sino a giungere a si e no due metri di fianco a lui, lasciando dietro di sè fili di fumo che vengono brutalizzati e distrutti nella loro armonia da parte della pioggia, fumando in quell'arrestar dell'incedere, lasciando che le vermiglie rimangano puntate davanti a sè, senza ancora osservare il ragazzo, lasciando quasi che il suo dubbio che oramai lo sfianca solo di rado, vada concretizzarsi velatamente con quel battere della pioggia lì al porto, chiudendo gli occhi per scuotere brevemente la testa e scacciare il pensiero in questione, lasciando che il fumo vaporoso, processato dai polmoni, vada scivolando fuori dalle labbra, concedendo poi quindi l'attenzione a Rio, inclinando appena la testa di lato, riconoscendolo dopo qualche paio di istanti < Ah, sei tu.. Quel Genin di Konoha, giusto? Se la memoria non mi tradisce.. Rio. > afferma alla fine con un tono che parte da un che di vago ed impreciso, finendo poi su note ferme e concise, riportando il viso dritto, tenendolo girato appena verso di lui, riportando gli occhi sulla marea. {ck on} [Banchina] Quante volte lo ha fatto e quante volte lo farà ancora? Quel richiamo delle sue energie più recondite. Anche quest’oggi andato a buon fine. Il chakra inizia a scorrere in quell’apparato parallelo al circolatorio portando la sua forza all’interno di ogni sistema. Muscolo-scheletrico, più degl’altri. Le mani non attendo oltre, lasciandosi l’un l’altra e sciogliendo quell’abbraccio poc’anzi creato. Il sigillo caprino viene così sfaldato lasciando liberi palmi di riportarsi nella posizione precedente. Le braccia si estendono oltrepassando il busto e le mani si poggiano su quella lignea superfice sopraffatta ormai dei liquidi residui piovani. Non se ne cura, non si cura di molte cose il Kokketsu. La schiena lasciandosi andare indietro torna a scaricare gran parte del suo peso sulle leve inferiori e lo sguardo viene alzato a puntare l’orizzonte. Quel manto marino così burrascoso non può che smuovere i suoi pensieri. Quel frastuono di acqua piovana che si sfalda su quella salata lasciando un lieve impronta circolare per pochi attimi di tempo. Ne cerca la musicalità, come suo solito e non fatica a trovarla. Adesso, inoltre, a quella melodia caotica dell’ambiente si aggiunge un ritmo più cadenzato. Un susseguirsi di leggiadre note dal rumore .. ligneo. Sono passi, che in quella sequenza sempre uguale si farebbero sempre più presenti e dunque vicini. < mh .. ! > qualche attimo, prima che quei passi si celino dietro l’arresto della figura altrui e , soprattutto, prima che il vociare dell’altro giunga alla corteccia acustica del Kokketsu. Si volge con lo sguardo in sua direzione. Le braccia rimangono fisse, ben ancorate, mentre il collo inizia una rotazione verso quel proferire . < mh ? > mugugna cercando di collegare un nome a quel viso. Aggrotta la fronte come a voler spremere le proprie meningi. Odia non ricorda i nomi.. < sono io , sisisi .. > annuisce più volte accompagnando quell’affermazione ripetuta . < e tu sei .. > guadagna tempo ricercando nei meandri della propria bacata mente il suo nome .. < mmmm Itsuu .. ki .. > o almeno così dovrebbe essere. Il viso si piega leggermente a sinistra come a cercare di intravedere una reazione nell’altro. Un segno dell’aver proferito il giusto nome .. < ci eravamo visti al quartiere .. povero .. giusto ? > domanda, lasciando che i ricordi di quell’incontro sopraggiungano alla sua mente. Tralascia la definizione utilizzata dall’altro. ‘Quel genin di Konoha’. Quale appellativo peggiore potrebbe mai essere usato per lui che ripudia le sue origini? Non se ne cura, lasciandolo andare via insieme al vento e allo scorrere di quella incessante pioggia. [Equip: lo stesso] x [Chakra: ON] [Limitare Banchina] Concede il tempo necessario al ragazzo per quei due mugolii, il prima di di vaga sorpresa e il secondo un pò più perplesso, lascia che il proprio viso venga inquadrato e definito dai ricordi di lui, andando quindi a ricollegare il nome del Goryo, che seppur con un filo di titubanza, vien pronunciato correttamente, tanto che in tutta risposta andrebbe rispondendo, nel mentre di un'altro andar a consumare la sigaretta, attirando sul tizzone l'ossigeno con quell'inspirare mentre la mancina la tiene tra le labbra < Mh mh. > ed annuisce brevemente in quel cenno di conferma, lasciando poi che la sigaretta venga scostata e le labbra si schiudano appena per un'ulteriore breve immissione d'aria, colpo in gola, aspira, butta fuori, ripeti. L'ombrello permane immobile, la sinistra rimane sempre più o meno all'altezza del viso, al massimo si arresta lì nei dintorni del mento, ma non oltre, il polso è pigro e primo di tensione alcuna, volte verso l'esterno, mentre la mano lasciata lì, morta, si sforza giusto per reggere tra indice e medio la sigaretta < Ah sì, una conversazione intrigante, non c'è che dire. > un tono sincero e mesto, l'espressione in viso permane perlopiù piatta e leggermente infastidita dal clima, ma nessun particolar sentimento viene espresso dai suoi lineamenti androgini, relativamente più avvezzo al sociale ma tutt'ora in dovere di metabolizzare con cura sentimenti e quant'altro, avendoli riscoperti da non troppo tempo. Parlando di quest'ultimo, piuttosto, sono passati giorni da quando si sarebbero incontrati, chissà quali mirabolanti ed incredibili eventi avranno da raccontarsi, cioè, l'altra volta era tutto un discorso introspettivo comprensibile solo a loro due, tre se vogliamo considera Eiji di mezzo, che soltanto ora si farebbe sentire in quel ricordare anche lui il ragazzo <{ Ora ricordo, è l'atipico Ninja della Foglia. }> e schiocca le dita a confermare quel suo dire, suono e parole che si descrivono solo nella mente del Goryo, vedendo di esprimersi piuttosto nei confronti del Kokketsu, ignorando la di lui natura dello stesso clan della sua amata, vedendo di instaurare quello che potrebbe sembrare l'inizio di una normale conversazione, non come quella da potenziali psicopatici fatta l'altra volta, sì insomma, ci prova almeno ad essere normale, ed anche l'altro fà del suo meglio, tipo < Sono passati dei giorni.. Qualche eclatante avvenimento recente da voler condividere? > dice con il tono che cerca di farsi un più accondiscente, portando la mano verso il basso in quel rigirarsi sottosopra e distendere del braccio, facendo cadere la cenere, portando le scarlatte su di lui, per poi fumare di nuovo, con un'espressione che ha un che di velata curiosità, ma è tutto uno sperimentare di questioni sociali, non è che sappia tutt'ora come esprimersi in maniera corretta, facilmente capibile e con abbastanza fruibilità nel parlato. { Ck on} [Banchina] Il viso rimane inclinato a sinistra per qualche attimo. Ne osserva le fattezze, i lineamenti, e quei lunghi capelli seppur quest’oggi legati. Lo fissa, senza curarsi troppo di essere invadente. Ne riceve, finalmente, conferma dell’esatta pronuncia del nome. Sogghigna, vistosamente lasciando intravedere all’altro i prominenti canini in quella risata tipica del Genin. Quest’oggi infatti s’è alzato con quel lato di sé molto più eccentrico. Ma probabilmente se ne accorgerà presto il Goryo . La mandritta si scosta dalla banchina portandosi agli occhiali ove afferrando l’asta destra vengono tolti dalla posizione a loro più consona. Li sfila via, nel tentativo di ripulirli velocemente da quelle gocce rimaste aggrappate sulle lenti < eh sì .. > bofonchia, annuendo al dire dell’altro. Una decisione alquanto intrigante, tra due persone alquanto simili. < me la ricordo ..sisi .. HIHI > eccola finalmente quella risata stridula. Acuta, accesa, che tanto si discosta dal suo tono di voce rauco e basso. Quella risatina incontenibile ch’accompagna spesso il suo proferire. Ogni qualvolta il lato di carattere più insolito prende il sopravvento, ovviamente. La mandritta mantenendo gl’occhiali al suo interno si porta all’altezza della tempia destra ove il dito indice si allunga ad indicare, appunto quella zona. Come a voler far capire all’altro di aver ricordato per bene quel loro incontro. < HIHI .. > ne ride ancora, accompagnando quel gesto della mano al suo più tipico verso sonoro. Soltanto ora anche l’altra mano si scosta dalla posizione precedente portandosi sotto il colletto della tunica. La schiena si incurva in avanti e il capo rimane ruotato verso l’alto osservandolo dal basso verso l’alto. Inevitabile viste le diverse posizioni dei due. < vediamo .. > sibila mentre la mano sinistra afferra la maglia bianca sottostante così da tirarla verso il mento nel tentativo di estrarre una piccola parte. Quanto basta per utilizzarla come straccio. < solo noiose missioni .. > pronuncia portando la mano destra, e dunque gli occhiali, in vicinanza di quel pezzo di maglia estratto sotto il collo. Volgendo una delle lenti verso esso, non gli resterebbe che iniziare un movimento circolare con indice e pollice sinistro così da dare una celere asciugata a quelle lenti. < qualche incontro interessante .. ma la noia la fa da padrona, in questo mondo noioso .. > ripetitivo, ma così da rendere al meglio la sua concezione di questo periodo della sua vita. Lo sguardo s’alterna tra il Goryo e gli occhiali, ma ora si sofferma sulla figura altrui < e tu invece ? avvenimenti ECLATANTI .. ? HIHI .. > accentua quella parole come se la ritenesse impossibile nella sua reale accezione. [Equip: lo stesso] x [Chakra: ON] [Limitare Banchina] Insolito, o meglio diverso dal solito, il Genin che si ritrova preda di un breve ridacchiare isterico dopo quel rimarcare il ricordar del loro incontro, concedendo al Goryo di assumere un'espressione un filo più accigliata, andando ad analizzarlo vagamente in quel risultar simile, ma non troppo all'ultima volta, deducendo quindi, tramite il sapere della questione della bipolarità, il seguente dire < Ah, capisco.. Oggi hai messo già il piede sbagliato dal letto.. > una breve pausa, lo sguardo si discosta sulle onde e si perde nuovamente nella marea, due rubini in balia della corrente, riavvicinando la sigaretta verso il viso, con un paio di lapilli di cenere che vengono smossi dalla brezza, concludendo il dire lasciato in sospeso poc'anzi, con un tono più incalzante < O è forse quello giusto? > insomma, a lui può interessare se un lato dei due sia più propenso al male rispetto l'altro, potrebbe apprezzare di più quel tratto folle, curioso in quel voler scoprire se lui preferisce essere uno o l'altro. Lo lascia fare in quel andar ad afferrare quel lembo di maglia, fumando nuovamente nel mentre dando adito a quel tizzone che consuma la carta ed il tabacco lentamente <{ Credo che con la giusta spinta, sia un buon candidato a fare cose pericolose. }> dice l'altro da dentro, osservando con un sogghigno velato di malizia il giovane Genin dall'interno, mentre Itsuki gli risponde sempre attraverso il loro canale privato <{ Mh.. E a noi piacciono le cose pericolose, vero? }> direbbe in un dire che è una via dimezzo tra il sarcastico ed il retorico, soffiando fuori quel fumo con le labbra che dopo aver lasciato che il fumo vi scivolasse sopra, dipingono un ghigno soddisfatto, come se avesse trovato una nuova vittima da traviare, sostanzialmente. Lascia il Kokketsu rispondere a quella domanda, riporta lo sguardo su di lui mentre il mare e la pioggia continuano incessanti a fare da sottofondo in quel loro placido conversare, mettendo da parte il fastidio nell'immaginarsi sprovvisto di ombrello, al posto di Rio insomma, andando a render la presa ancor più salda sul manico del suo, quasi istintivamente, volgendo nuovamente la propria attenzione a lui < Mmmh.. Capisco, direi che è lo stesso che è successo a me. > solleva appena le spalle in quell'inclinar di lato anche la testa, un paio di gradi in quell'espressione di sufficienza, che sfuma poi verso una più assennata e precisa, con le vermiglie che si puntano in un punto impreciso dietro al biondo, riconsiderando il vero e proprio aver ritrovato emozioni e sentimenti, quel fatto che lo perplime e lo mette ancora in dubbio, lui che ne aveva fatto una forza, di quella mancanza, ora quasi si sente con un'ostacolo in più sul proprio cammino, a volte in preda a forze che non riesce nemmeno a gestire con la giusta logica e coerenza necessaria < Sai.. Ho avuto modo di provare dei sentimenti dopo anni.. > la butta lì così sul vago, giusto un dire più tra sè e sè che effettivamente diretto a Rio, in quel caso, ridestandosi poi con lieve chiudere degli occhi, ritornando alla realtà, distaccandosi dai piacevoli ricordi del massacro compiuto quella notte, il punto di svolta inevitabile per quello che ora sarebbe un ragazzo con un nuovo, ben preciso, scopo, tra l'altro appunto < Ah.. Ho anche deciso di restituire al mondo la sofferenza patita negli anni.. > e aggiungerebbe che avrebbe intenzione di farlo anche con gli interessi, ma il filtro di cotone è già di nuovo tra le labbra ed un'altro processo polmonare verrebbe eseguito, per poi tornar con la mano non troppo distante dal viso, con quei fili di fumo che decadono al solo uscire dal perimetro definito dall'ombrello, dalla zona sicura, con lo sguardo che nell'esser tornato di nuovo sulla volta marina, ora danza di nuovo verso il Kokketsu, di sbieco però, lasciando che siano solo le iridi a muoversi e non il viso a sostenere quel loro puntarsi sul viso del ragazzo < E tu, Rio? Vuoi vedere questo mondo soffrire o prosperare nella pace? > domanda curioso, permanendo immobile con le striscioline di fumo che gli danzando davanti al viso, curioso dell risposta che darà il Genin. { Ck on} [Banchina] Non si perde d’animo in quell’operazione minuziosa di pulizia. L’indice ed il pollice perversano in quel movimento circolare. Il primo sopra la lente e il secondo sotto, con l’interposizione del tessuto della maglia, ovviamente. Un celere sguardo viene lanciato verso l’oggetto prima di intraprendere la medesima operazione verso l’altra lente. < te ne sei accorto .. > bofonchia. Come se fosse possibile non notarlo. Le sue iridi lanciano quel velo di pazzia che forse uno come il Goryo potrebbe cogliere. Questo suo lato di sé stesso, decisamente più propenso al chiacchierare e molto meno scontroso verso l’altro.. ma notevolmente più bellicoso. Verso tutte quelle persone che lo considerano ‘pazzo’, proprio per quel suo essere .. particolare . < giusto o sbagliato .. sono sempre io .. > sentenzia. Accompagnando il suo dire con un assottigliamento delle palpebre < HIHI .. > e quella stridula risata. Ride delle sue stesse parole, anche quando queste non hanno nessuna parvenza di essere scherzose. Ma le rotelle in questo suo essere, non sono tutte al loro posto (?) < mh ? > mugugna, inarcando le sopracciglia al dire dell’altro . Sentimenti ? Lo colpisce quel suo dire. Il motivo? Beh, vi si ritrova. Nella sua mente bacata ha avuto modo recentemente di ricevere un bacio, alquanto velenoso < fottuti sentimenti .. > dice con tono serio < ho avuto modo di provarli anche io, ma li reputo solo una distrazione .. ai nostri obiettivi > li ripudia. Seppure quel bacio lo rivede ogni qualvolta chiude gl’occhi. Una parte di sé vorrebbe buttarcisi dentro quei ricordi, mentre l’altra li allontana ogni volta < mi stupisce sai ? ! > replica alle parole del Goryo. Ogni sua parola viene colta con stupore dal Kokketsu. D’altronde qualsiasi cosa proferisca l’altro sembra essere in diretto collegamento con lui. Sono in sintonia quei due, o forse quei tre ! La mano destra si allontana, ora dal lembo di stoffa utilizzato riportando gli occhiali al loro posto. Tra naso e orecchie. Mentre la mano sinistra lascia la maglia all’interno del lungo colletto della tunica . Sgrana un attimo gli occhi come a voler accertarsi che la vista sia nitida dietro quelle lenti ormai inutili per lui. Le indossa solo per abitudine ormai dopo che il suo sangue nero oltre all’immortalità gli ha donato anche una vista perfetta . Curandolo, a tutti gli effetti . < pace e sofferenza eh ? > ripete quelle parole, puntando le iridi castane all’orizzonte. In quel moto ondoso del mare che così rispecchia il suo stato d’animo < La sofferenza sarà solo il preludio .. > sentenzia senza scrutare la reazione del Goryo e lasciando le iridi fisse a largo < il caos .. sarà la trama principale HIHIHI.. > il tono è basso, ma deciso spezzato alla fine solo da quell’acuto dovuto alla sua risata. Non sceglie le parole a caso il Genin . Quella parola è l’essenza di ciò che desidera. L’essenza del suo volere. Il fulcro intorno a cui ruotano i suoi obiettivi. E la persona da cui l’ha sentita la prima volta, la donna dei suoi sogni. [Equip: lo stesso] x [Chakra: ON] [Limitare Banchina] Il sottofondo prosegue incessante in quel brusio remoto e quel ticchettio oramai allontanato dall'atmosfera, sarebbe da persone poco attente non notare quell'altro accenno di personalità del Kokketsu, più irriverente ed allo stesso tempo relativamente folle, se così si vuol definirlo, seppur in senso buono.. alla larga gli stolti e gli ignari che non sono in grado di apprezzare le sfumature di quelle personalità che sono così tanto dedite alla rovina, al male ed alla sofferenza, intente a gettare tutto nel Caos, desiderose di vedere il mondo sotto nuove tinte, sotto le luci di un qualcosa di così meraviglioso e variopinto, in grado di apprezzarlo solo se si è dal lato giusto, schierato sotto le fila che tessono le tele di quelle oscure trame. Annuisce al suo confermare quel notare della variazione di personalità, un concetto quanto più simile al suo per quanto l'altra sua personalità sia rifatta a qualcuno di veramente esistito, è in un certo analoga la questione ma più complessa allo stesso tempo, poco importa, come dice l'altro, alla fine è pur sempre lui il Kokketsu, non c'è da disegnare l'altro lato perchè completa l'esistenza di quello attualmente dominante di Rio < Hai pienamente ragione. > e non aggiunge nient'altro, consumando quella sigaretta oramai oltre la metà, reggendo l'ombrello sulle quali le gocce scivolano imperterrite verso il suolo, raggiungendo le altre loro compagne in quell'infrangersi a terra in minuscoli frammenti bagnati < Sono una palla al piede, ma sto cercando di gestirli al meglio. > concedendosi una breve pausa per dar un lieve tocco al mezzo cilindro di carta, per far cadere un tocchetto grigio di cenere per terra, e così riportare la mano, che era scesa nel mentre, lì all'altezza del mento, piegando appena la testa di lato < Il fatto che ci comprendiamo..? È insolito, ma non disdicevole. > direbbe con un fare semplice e velato di un che di onesto, non che abbia mai cercato qualcuno in grado di comprenderlo, lui, al quale poter esternare il fattore della doppia personalità, ne tanto meno il Kokketsu pare qualcuno di disperato che non sia in grado di conviverci. A volte da soli, si è meno soli di quanto si immagini, almeno nel loro caso, tanto che paradossalmente quella potrebbe essere una conversazione a quattro, se si vuole essere precisi e puntigliosi. Ma sarebbe dopo, che quasi come il sollevarsi di un sipario che và rivelando l'inizio di un'opera, una fanfara sinistra ed esaltante andrebbe stuzzicando l'attenzione del Goryo, che soffermandosi in quel voler trarre il penultimo presunto tiro della sigaretta, rimane, lì per lì, vagamente colpito dal suo iniziale proferire, da quel rispondergli che gli concede di sgranare gli occhi e soffermarsi in un < Oh..? > incuriosito e di una virgola meravigliato dalle parole che risuonano nell'aria, quasi come se fosse proprio quello che voleva sentire, anzi, che vorrebbero sentire entrambi <{ Ah, ma il ragazzo è già sulla buona strada allora, che scoperta... Sublime, oserei dire. }> ridacchiando con un fare truculento l'altro all'interno, mentre il viso del Chunin si volta interamente in direzione del Genin, con l'espressione che improvvisamente và trasformandosi in una gioia malsana, in un modesto spalancar dello sguardo che non risulterebbe esagerato ed inquietante, pura sorpresa che però lascia che sai quel sorridere malevolo e perfido ad accompagnare quell'intero voltarsi del proprio corpo, volgendosi del tutto verso di lui, permettendosi di finire quel poco che rimane della sigaretta con un'unico aspirare, quasi a trattenere quel brivido di esaltazione nel momento, quel ritrovarsi ancora più d'accordo, considerando quello come un potenziale adepto, un futuro vero e proprio fautore del Caos, qualcuno che al veder giungere del Crepuscolo, potrebbe rivelarsi una pedina degna di elevarsi a scopi più utili e d indubbiamente soddisfacenti, per la propria bramosia di quella meravigliosa cosa che è il Caos. Getta via la sigaretta, e porta la mano sul petto premendo giusto le dita contro, ora libera dalla sigaretta, lasciando il palmo distante quanto basta dalla cassa toracica per far sì che quel sospirare, quel preciso fare che sembra quasi il togliersi un peso di dosso misto al tripudio nel sentire un'accenno di tale dedizione, facendo che le rosse sii puntino ora più assottigliate e pacate, ma con il male che permane dipinto su quel viso < Questa è musica per le mie orecchie, un'opera di rara bellezza.. E tu, dimmi, vorresti essere uno dei protagonisti di questa trama? > piega la testa di lato ora, con l'espressione che si fà più curiosa ma mai perde i toni cupi da quei lineamenti, quasi come se volesse apparire come un demone che non attende altro che al giusta risposta, come se fosse un domandar che non ha bisogno di esser posto, quasi come se considera la sua offerta allettante in dal principio, quel tentatore mefistofelico, quasi ritrovando un'estasiarsi nei confronti del Kokketsu, a differenza della noiosa neutralità pura di Fumie, che l'altro giorno lo aveva quasi ammorbato. {ck on} [Banchina] Gli occhiali sono ormai al loro posto. Protetti da quel vistoso cappuccio sulla sua testa che lascia smorzare le gocce sull’orlo di quel copricapo. La mano destra s’allunga in un ultimo gesto posando il polpastrello del dito indice nella zona più media di quell’oggetto. Li spinge lievemente indietro, posizionandoli nell’esatta radice del proprio naso. Trovandosi lì la mano viene portata su quel ciuffo che esula dalla posizione del cappuccio come a volersi sincerare di quale sia la situazione. Di quanto siano bagnati i capelli in quel punto. Un’informazione, fine a se stessa, frutto probabile di un semplice riflesso incontrollato ed involuto. < ormai sai non mi stupisco più di nulla .. > sentenzia con voce monotona. Chi l’avrebbe mai detto che uno come lui potrebbe provare sentimenti d’amore? Si è infatuato di una donna delle più folli, d’altronde a uno come lui come potrebbe interessare qualcosa di ordinario ? Quell’infatuazione lo ha folgorato nel momento in cui la lingua Doku si è poggiata sulla sua guancia. Come a voler sigillare e risvegliare il suo essere. E con quel gesto Medusa è riuscita a renderlo una perfetta marionetta, un perfetto soldatino governato da quel sentimento puro ne suoi confronti. Manipolato nello stesso modo in cui il Kokketsu spesso manipola gli altri. < mh ? > mugugna al notare la reazione dell’altro. Come venga attratto da quel che dice il genin. Probabilmente da quella parola utilizzata, informazione che potrebbe voler dire un netto collegamento tra Medusa e Itsuki. Ma non trae conclusioni affrettate l’Akari. Non ancora. Lo osserva voltarsi completamente verso di lui, mentre le iridi castane si poggiano fisse verso il volto dell’altro < già lo sono .. ma sono solo all’introduzione di questa storia .. > bofonchia serio con tono caldo riportando ambedue le braccia dietro il busto e poggiando il peso della propria schiena sui palmi ben saldi a terra < .. dalla tua reazione, vedo con piacere che ti interessa notevolmente questa trama .. > inarca il sopracciglio destro per poi schiudere le labbra < HIHI .. > ennesima risata. Lo diverte quella reazione. O per lo meno non se l’aspettava. D’altronde non può sapere come i due siano dalla stessa parte di questa storia. Di come siano collegati dalla stessa Medusa in quel loro volere .. da come siano entrambi agenti del Caos. Quell’obiettivo comune, che è forse la risposta al loro essere così simili, non nel carattere ma nel loro volere. Se prendessimo quei due individui come campi magnetici a sé stanti, si potrebbe notare come in questo momento stiano probabilmente vibrando alla stessa frequenza. [Equip: lo stesso] x [Chakra: ON] [Limitare Banchina] Il sottofondo prosegue incessante in quel brusio remoto e quel ticchettio oramai allontanato dall'atmosfera, sarebbe da persone poco attente non notare quell'altro accenno di personalità del Kokketsu, più irriverente ed allo stesso tempo relativamente folle, se così si vuol definirlo, seppur in senso buono.. alla larga gli stolti e gli ignari che non sono in grado di apprezzare le sfumature di quelle personalità che sono così tanto dedite alla rovina, al male ed alla sofferenza, intente a gettare tutto nel Caos, desiderose di vedere il mondo sotto nuove tinte, sotto le luci di un qualcosa di così meraviglioso e variopinto, in grado di apprezzarlo solo se si è dal lato giusto, schierato sotto le fila che tessono le tele di quelle oscure trame. Annuisce al suo confermare quel notare della variazione di personalità, un concetto quanto più simile al suo per quanto l'altra sua personalità sia rifatta a qualcuno di veramente esistito, è in un certo analoga la questione ma più complessa allo stesso tempo, poco importa, come dice l'altro, alla fine è pur sempre lui il Kokketsu, non c'è da disegnare l'altro lato perchè completa l'esistenza di quello attualmente dominante di Rio < Hai pienamente ragione. > e non aggiunge nient'altro, consumando quella sigaretta oramai oltre la metà, reggendo l'ombrello sulle quali le gocce scivolano imperterrite verso il suolo, raggiungendo le altre loro compagne in quell'infrangersi a terra in minuscoli frammenti bagnati < Sono una palla al piede, ma sto cercando di gestirli al meglio. > concedendosi una breve pausa per dar un lieve tocco al mezzo cilindro di carta, per far cadere un tocchetto grigio di cenere per terra, e così riportare la mano, che era scesa nel mentre, lì all'altezza del mento, piegando appena la testa di lato < Il fatto che ci comprendiamo..? È insolito, ma non disdicevole. > direbbe con un fare semplice e velato di un che di onesto, non che abbia mai cercato qualcuno in grado di comprenderlo, lui, al quale poter esternare il fattore della doppia personalità, ne tanto meno il Kokketsu pare qualcuno di disperato che non sia in grado di conviverci. A volte da soli, si è meno soli di quanto si immagini, almeno nel loro caso, tanto che paradossalmente quella potrebbe essere una conversazione a quattro, se si vuole essere precisi e puntigliosi. Ma sarebbe dopo, che quasi come il sollevarsi di un sipario che và rivelando l'inizio di un'opera, una fanfara sinistra ed esaltante andrebbe stuzzicando l'attenzione del Goryo, che soffermandosi in quel voler trarre il penultimo presunto tiro della sigaretta, rimane, lì per lì, vagamente colpito dal suo iniziale proferire, da quel rispondergli che gli concede di sgranare gli occhi e soffermarsi in un < Oh..? > incuriosito e di una virgola meravigliato dalle parole che risuonano nell'aria, quasi come se fosse proprio quello che voleva sentire, anzi, che vorrebbero sentire entrambi <{ Ah, ma il ragazzo è già sulla buona strada allora, che scoperta... Sublime, oserei dire. }> ridacchiando con un fare truculento l'altro all'interno, mentre il viso del Chunin si volta interamente in direzione del Genin, con l'espressione che improvvisamente và trasformandosi in una gioia malsana, in un modesto spalancar dello sguardo che non risulterebbe esagerato ed inquietante, pura sorpresa che però lascia che sai quel sorridere malevolo e perfido ad accompagnare quell'intero voltarsi del proprio corpo, volgendosi del tutto verso di lui, permettendosi di finire quel poco che rimane della sigaretta con un'unico aspirare, quasi a trattenere quel brivido di esaltazione nel momento, quel ritrovarsi ancora più d'accordo, considerando quello come un potenziale adepto, un futuro vero e proprio fautore del Caos, qualcuno che al veder giungere del Crepuscolo, potrebbe rivelarsi una pedina degna di elevarsi a scopi più utili e d indubbiamente soddisfacenti, per la propria bramosia di quella meravigliosa cosa che è il Caos. Getta via la sigaretta, e porta la mano sul petto premendo giusto le dita contro, ora libera dalla sigaretta, lasciando il palmo distante quanto basta dalla cassa toracica per far sì che quel sospirare, quel preciso fare che sembra quasi il togliersi un peso di dosso misto al tripudio nel sentire un'accenno di tale dedizione, facendo che le rosse sii puntino ora più assottigliate e pacate, ma con il male che permane dipinto su quel viso < Questa è musica per le mie orecchie, un'opera di rara bellezza.. E tu, dimmi, vorresti essere uno dei protagonisti di questa trama? > piega la testa di lato ora, con l'espressione che si fà più curiosa ma mai perde i toni cupi da quei lineamenti, quasi come se volesse apparire come un demone che non attende altro che al giusta risposta, come se fosse un domandar che non ha bisogno di esser posto, quasi come se considera la sua offerta allettante in dal principio, quel tentatore mefistofelico, quasi ritrovando un'estasiarsi nei confronti del Kokketsu, a differenza della noiosa neutralità pura di Fumie, che l'altro giorno lo aveva quasi ammorbato. [Limitare Banchina] Non è dopotutto così scontato il ritrovare in qualcuno della ferma, caotica convinzione, se tutto venisse condito da un pizzico di malvagità, oh, che stupenda ricetta ne verrebbe fuori. Ed è con quel fare squisito che continuerebbe ad interessarsi alle parole di lui, lasciando perdere quel suo stesso essersi infatuato della Kokketsu dai candidi capelli, tralascia il sentimento d'amore che allo stesso modo potrebbe essere la cosa che, dopo l'aver ucciso la Madre folle ed aver recuperato i sentimenti, lo avrebbe scosso nel profondo, placando per un'attimo quella sua eccitazione del momento, estasiato ma in quel tentar di contenersi, di apparir posato < Aah, ma ci sono ancora tante cose delle quali stupirsi.. Basta dare tempo al tempo. > allude al cambiamento che verrà, a quella trama che non conosce di certo nei minimi dettagli, ma che ruota anche grazie a lui, un'ingranaggio fondamentale così come la Doku della quale lui si è infatuato, quelli che da quell'incontro iniziarono ad annodare fili rossi del destino, tingendoli più scuri e cupi, legando a loro quello dell'Insonne, dell'Uchiha che a sua volta ne ha altro già legati da sè, un groviglio intrecciato però in maniera metodica e precisa che sembrerebbe comporre una figura non ancora definita, un'affresco di linee confuse che solo con il tempo riusciranno a definirsi ed affermarsi con la dovuta risolutezza. È un'inclinar però vagamente confuso del capo a costringerlo in quel portar la mano libera al mento, indice e pollice a formar un vago incavo sul quale quello si poggia, le vermiglie che saettano andando a puntarsi verso l'alto in un punto obliquo imprecisato, in quel voler semplicemente riflettere ed andare a pensare riguardo al chi si sarebbe potuto imbattere il Genin, qualcuno che abbia potuto introdurlo tra le pagine di quella trama, escludendo quasi sicuramente Hanae, mai visto da quelle parti, passando per Kioshi, escludendo anche lui in quell'averlo proposto personalmente come candidato, non potendo presumere altro che un'incontro con la mora Kimi < Mhh.. > quasi un lasciar sfumare dei suoi pensieri, credendo in quel suo dire senza andare a porsi ulteriori domande, immaginando intanto tutti i vari collegamenti che il Crepuscolo starebbe forgiando, nell'ombra, così da apparir prospero e già forte di solide fondamenta, per espandere poi un dominio che diventerà sempre più incontrastabile, mattone dopo mattone, un pezzo alla volta <{ Un giorno, saremo inarrestabili }> ed Itsuki che risponde a quel dire, quell'afermare da dentro <{ Sarà meraviglioso. }> in quel conversare dei due Kagurakaza, quella personalità che brama vendetta nei confronti, nei del mondo e di tutto il resto, contro la pace stessa, contro lo svanire dei tumulti e dei dissapori, desideroso di conflitti, ieri come ora, così per sempre, incapace di immaginare un mondo in preda alla tirannia ammorbante della pace sovracitata < Oh, ma io sono uno degli scrittori, se così vogliamo metterla.. Eppure credo che tu abbia incontrato una mia amica.. > la butta lì, senza andare a specificare, tentando di vedere se quel suo andar per esclusioni lo porterebbe ad azzeccare, a scoprire se è Kimi quella in comune tra loro due, o forse qualcuno che non ha ancora incontrato, un'altro dei candidati per le future fila di quella che diventerà realtà, della luce del crepuscolo che allungherà le ombre, elevandole in un'oscura unione, continuando poi con quel tono che mai si smuove dall'esser mellifluo, danza con invitante malizia ed un che di diabolico cercando di ammaliar l'udito altrui, portando la mano in tasca ai pantaloni in quel ritornar ritto sul posto, proferendo < Tu però meriteresti almeno un capitolo tutto per te.. Dimmi, sarai disposto a dimostrar fiducia, quando verrà il momento? > domanda in un voler semplicemente rincarare la dose, quasi volendo far leva riguardo a possibili parole con le quali avrebbe potuto affascinarlo Kimi stessa, sempre che la sua ipotesi si riveli corretta, sempre che non ci siano altri intenti a tessere una trama dedita al Caos, ed anche in quel caso, sarebbe uno scoprire che male non farebbe. Dunque, riuscirà a far dilagare ulteriore male dentro di lui, con quel volerlo sospingere verso il buio, facendo leva con quelle semplice parole che sembrano facili solo all'apparenza, oppure il tutto sarà un grande e grosso malinteso? Chissà. { Ck on } {// Grazie al pc che non mi ha preso il copia } La pioggia in un rapido cambiamento smette di scendere dal cielo. Quelle gocce proficue e continue sul manto marino smettono formarsi, insieme a quel frastuono continuo che era lì presente. Ora le loro voci riecheggiano perpetue e decise, come se la natura volesse lasciar spazio ai loro discorsi. Come se la natura fosse decisa a voler assecondare le loro intenzioni. Con quel silenzio, assertivo. Le mani si scostano dalla banchina portandosi sul quel grosso cappuccio sulla testa. Afferra i due lembi più laterali portando quel copricapo via dalla sua posizione. Mostra il suo viso a pieno adesso. In tutta la sua carnagione chiara. Chiarissima. Non ricorda se la sua trasformazione in Kokketsu fosse avvenuta prima o dopo il primo incontro con il Goryo, ma sicuramente se fosse avvenuta prima ora il Chunin dovrebbe rimanere colpito dal suo aspetto. Livor mortis. Vampiresco nel colore. Come fosse morto, bianco, pallidissimo. Le vene più superficiali sarebbero visibilissime sul collo, piene di quel sangue nero. < sei uno degli scrittori eh ? HIHI .. insieme a lei .. HIHI .. > replica, senza fare il nome. Non è così ingenuo. Ok fidarsi, ma la prudenza non è mai troppa. Scuote un attimo la testa, come a voler sgrullare parte dei capelli bagnati. Una movenza rapida e ripetitiva prima di posare la mano destra a terra e poggiarvi tutto il peso del busto sopra < e allora Itsuki ancora una volta mi rendo conto di quanto siamo simili .. > sentenzia portando la gamba sinistra sulla banchina e utilizzandola come leva insieme all’arto superiore precedentemente poggiato. Si porta in stazione eretta, finalmente < HIHIHIHI .. > stridente risata che per un ultima volta fuoriesce dalla sua bocca. La lascia andare subito dopo la domanda posta dal Goryo. Ne ride non per una mancanza di rispetto, ma per chissà quale altro motivo. < Oh sì, lo meriterei Itsuki .. decisamente si .. > un ghigno sadico e largo si palesa sul volto. Malato, pazzo, come a voler far capire quanto sia pronto a spingersi oltre dopo quest’ennesima conversazione. Lascia trasparire la sua follia a pieno, cercando di far capire all’altro quanto sia motivato ormai in quella nuova missione < in realtà speravo fosse già il momento .. non sto più nella pelle… ho voglia di .. > spalanca gli occhi. Le palpebre si stirano all’insu lasciando fuoriuscire di quei pochi millimetri gli interi lobi oculari < di agire !!! > conclude, deciso con i suoi occhi puntati sulle rossastre dell’altro. Pochi altri attimi prima di muovere le leve inferiori passandogli al fianco < .. ci rivedremo .. no ? HIHI > non attende la risposta, si muove verso l’inizio di quella banchina per poi dirigersi in chissà quale zona di Kiri. [Equip: lo stesso] x [Chakra: ON] x [End] [Banchina > ?] Il tempo passa e scorre incessante, le luci del tramonto vanno illuminando tutta la Nebbia ed allo stesso modo smette di scendere quell'incessante pioggia, portando Itsuki a liberarsi dal fastidio dell'ombrello, necessario, ma non ora, visto che andrebbe richiudendolo di lato per poi poggiarlo a terra e posarvi sopra entrambi le mani in quel reggerlo ma di bastone, innanzi alla sua posa statuaria, in quel proclamarsi uno degli scrittori, sentendo il dire suo di rimando, un baluginio quegli occhi che andrebbe a concretizzare quel suo pensare a Kimi, senza esserne ancora del tutto certo, ma ipotizzando che qualcosa si sarebbe già smosso per far passare Rio sotto la loro ala, l'ala che proteggerà i più deboli in quel seminare discordia e rovina, seguendo l'impreciso affresco distopico del Caos, annuendo in tutta risposta verso di lui, tenendo i vermigli sul suo viso pallido, la carnagione diafana, spenta, più pallida di quella del Goryo, che comunque si distingue per i suoi tratti mai troppo virili. Dondola la coda in quel suo sollevar il viso in vista del cielo oramai privo delle nubi scure, ma comunque sempre fregiato di quella fastidiosa nebbia, sospirando in direzione e nei confronti del fenomeno atmosferico < Esatto.. E sì, è ironico questo ripetersi di similitudini. > e torna in quel suo isterico ridacchiare, nel mentre che si mette in piedi andando quasi a percepire ogni singola nota follia di quel suo truculento esprimer di divertimento, un'isterismo malcelato, malsano, che non potrebbe far altro che stuzzicare ulteriormente il Kagurakaza, con l'altro da dentro che commenta < Ha indubbiamente del potenziale. }> e sono addirittura all'oscuro della sua innata, altrimenti la cosa potrebbe rivelarsi ben più interessante, ma è importante conoscersi un pò alla volta, e quindi basterà dar tempo al tempo, visto che la convinzione di Rio non sembra venir meno al dolce e suadente richiamo malevolo dell'oscurità < Ti darò il modo per scriverlo > riferendosi al capitolo in questione, di quegli anni di storia che verranno, sperando in un male sempre più prospero ed in un'ordinato Caos in grado di sconvolgere le terre Ninja, magari per sempre, in quell'utopico desiderio più lungimirante di tutti < Ma purtroppo no, non è il momento, ma tieniti pronto, sapremo dove trovarti. > riprendendo ancora con quel rischiare di considerare che l'altra figura a collegarli sia proprio Kimi, abbastanza convinto e fiducioso nel ritrovarsi costretto a domandare alla diretta interessata in questione, la prossima volta che la vedrà, per definire meglio un possibile ruolo del Kokketsu, in quel loro perseguire del rovinoso scopo. Un ulteriore tendersi del proprio sorriso in quel suo annunciare un'impellente ed irrefrenabile desiderio di darsi da fare, di mettersi alla prova, di agire appunto, sospirando appena in quel non trovarsi al momento di fornire uno scopo più prossimo e preciso al Genin, puntando lo sguarod qualche istante verso terra per iniziare quella che sarà una lunga riflessione nei confronti della figura del Konohano, per poi venir richiamato da quel suo congedarsi, concedendogli un profondo cenno con il il capo, per poi voltarsi verso di lui in quell'iniziare ad allontanarsi dalla figura del Chunin < indubbiamente, mio caro. > e quindi mantiene le iridi su di lui in quel vederlo svanire all'orizzonte, rimanendo in quella posa girato giusto per tre quarti, gettando poi un'ultimo sguardo alle luci oramai flebili del crepuscolo, sospirando ancora con u nfare trasognante e spensierato, nei confronti del meraviglioso futuro che verrà, di quello che porteranno, ingranaggio dopo ingranaggio, nodo dopo nodo, con la personalità del fu Principe che sancisce il loro imminente allontanarsi con quel dire d'epilogo <{Ah, le nuove leve, vorrei fossero tutte così ispirate. > lasciando che forse la nostalgia vada verso il Suono o chissà che altro, concedendo poi ad entrambi di allontanarsi dal luogo, diretti verso quel presunto dover proseguire con la propria ronda, ridirigendosi verso il percorso prestabilito, lieto di quell'incontro. {end}