Nati sotto una stella rossa.

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10:14 Yosai:
  [[Quartiere Akimichi]] Fa strano sentire di nuovo il sole sulla pelle. Troppo tempo a Kiri ti ha impallidito la pelle, e ti ha abituato ad avere un campo ristretto visivo, incapace di spaziare verso l’orizzonte. A Konoha è tutto diverso. È la prima volta che vedi il villaggio. L’ultima volta che hai visto il tuo quartiere era otto anni fa. Avevi un altro fisico, un altro carattere. Eri un’altra persona. L’odio che provavi verso chiunque all’epoca ha investito anche la tua famiglia. E questo sarà il tuo rimorso più grande. Alzi lo sguardo verso i palazzi e le abitazioni che ti circondano, osservando il kanji degli Akimichi campeggiare un po' ovunque. Non mancano i segni della distruzione qui e là, ma Konoha è un villaggio operoso, e il tuo clan non è mai stato da meno. Ma non oggi. Quest’oggi lunghi drappi neri cadono dalle finestre e dai balconi, con sopra impresso il kanji del clan in rosso. I corpulenti individui della famiglia sono tutti vestiti di nero, con il medesimo simbolo impresso sulla schiena od ovunque ritengano opportuno. I negozi son chiusi, ci si scambiano solo occhiate. Perché? Perché si sono compiuti i funerali delle persone della famiglia uccise durante l’attacco. È per questo che hai dovuto tornare. È per questo che sei qui. Non sapresti dire se la tua famiglia sia stata o meno tra le più colpite. Sai per certo che era l’obbiettivo di chi ha attaccato, sin dall’inizio. Sai che l’obbiettivo era la persona a cui più tenevi nel villaggio. Eccoti dunque, all’ingresso del quartiere. Spicchi tra i corpulenti membri del clan. Sei grosso, si, ma non in quel senso. Svetti alto sopra a tutti. Indossi un’elegante kimono nero a coprire il corpo. La pelle s’intravede solo nel profondo, ampio spacco del chimono che libera la parte centrale del petto e una parte dell’addome, con i fasci muscolari che sembrano esplodere sotto la pelle. Il collo taurino sostiene il viso affilato, ornato dalle cicatrici. I capelli son lasciati liberi al vento, lunghi sulla parte posteriore del cranio, corti fin quasi ad arrivare alla pelle ai lati e lasciati di una media lunghezza sulla parte superiore. Gli occhi blu fissano in avanti persi nel niente. Un’espressione cupa, stanca, intristita segna quello sguardo. Il simbolo degli Akimichi campeggia coprendo quasi per intero la tua ampia schiena. Sembri ignorare gli sguardi d’astio che ti vengono rivolti dagli altri membri della famiglia. Fissi distrattamente il portone che funge da accesso cerimoniale al quartiere completamente divelto e addossato in un angolo.

10:24 Mekura:
 Era necessario andare in giro per il villaggio per capire i danni. In particolare nelle zone colpite dal secondo fronte nemico e capire cosa c'è da recuperare, restaurare e cercare. Il suo compito è principalmente questo, cercare e raccogliere informazioni importanti per capire cosa ha portato questo assalto. Indosso la donna porta una maglia aderente nera che mostra le spalle scoperte, scendendo fino alle mani ove si trovano delle decorazioni in pelle a scaglie che in rilievo sembra che si "stacchino" sui gomiti quando questi vengono piegati. Una sorta di "imbracatura " di pelle nera che si stringe al collo e scende fino alla vita, incrociandosi dietro la schiena sotto il seno si trova una pettorina di cuoio che arriva fino ai fianchi ove viene sostituita da una sovragonna blu scuro con uno spacco centrale che mostra solo una parte dei pantaloni neri, aderenti e degli stivali ninja.L'equipaggiamento è solo fittizio considerando che è una copia quella che si sta muovendo per le strade del quartiere Akimichi, con una missione da compiere attirata dai drappeggi sui balconi del simbolo del clan Akimichi. Cerca di non attirare l'attenzione muovendosi nel quartiere con calma evitando gli dguardi delle persone in lutto mentre osserva la distruzione. Sembra davvero un attacco mirato a questo preciso quartiere. Rimane in silenzio corrugando la fronte mentre continua a ispezionare il luogo risultato quasi un parassita minuscolo in confronto ai corpi, rispetto alla Hyuga in particolar modo, degli appartenenti al clan, corpulenti e alti nella media. [ch copia superiore estrema 30/30]

10:48 Yosai:
 Non hai versato una lacrima. Le hai versate tutte prima. Hai deciso che questo viaggio sarà per te un punto di partenza, e quindi è tempo per te di colloqui, di avvisi, e poi di caccia. Non hai mai risposto alle occhiatacce, alle spallate, ai discorsi fatti alle tue spalle. E questo è strano per te e per il tuo carattere tanto fumantino. D’altronde come dar torto a chi ti chiama falso Akimichi? La tua storia, le tue vere origini non le conosce nessuno se non il capofamiglia, ma chiunque sa quanti guai hai procurato ai tuoi genitori, del fatto che sei stato esiliato, del fatto che non hai mai attivato l’innata del clan. Qualcuno ha addirittura saputo che tu eri a Kiri ed eri presente alla morte di tuo padre, e ha iniziato a spargere cattiverie. Insomma, quel quartiere per te è diventato tossico, e l’hai capito tornandoci. Ma era giusto rendere onore. Ma cos’è che spinge il tuo occhio a distogliersi dalla carcassa del portone sventrato? Beh semplice. Non è cosa comune vedere una donna dalla corporatura longilinea e slanciata tra gli Akimichi. Una figura snella, che i membri di quella famiglia chiamerebbero mingherlina nel migliore dei casi, rachitica nel peggiore. Ma si sa che gli Akimichi hanno dei canoni estetici particolari. Insomma, la Hyuuga è forse l’unica altra persona ad essere fuori posto in quel contesto. Ed è per questo che, quando la tua coda dell’occhio la inquadra, lentamente ti volti, sbattendo le palpebre come svegliato da un lungo sonno. La osservi, voltando anche le spalle e tutto il corpo insieme al capo verso di lei. Sta venendo verso di te e tu semplicemente le rivolgi un cortese segno del capo, abbozzando un sorriso. Gli occhi blu, contornati da quell’alone scuro che attesta la mancanza di sonno, cercano quelli perlacei di lei <Mekura-sama> un saluto. Abbozzi un sorriso, non esce fuori un gran che ma è il massimo che puoi fare. Non è un buon momento <ne è passato di tempo> sull’isola, prima di partire per Kiri, incontraste l’essere che si definisce una divinità, lei ti chiese di rimanere dietro di lui, tu andasti a chiamare i rinforzi. <come mai da queste parti in un momento tanto felice?> è strano a dirla tutta trovarla in quel posto, in un momento tanto intimo per una famiglia che, a prescindere dai dissapori interni, si percepirà sempre come tale, e questo lei può capirlo, essendo parte di una delle più importanti famiglie di Konoha. Lo sguardo permane su di lei. Niente di più.

11:04 Mekura:
 Allunga il passo, sollevando la testa verso l'alto guardando le persone, i loro volti rimanendo ancora in disparte per capire come approcciarsi a questi per fare le giuste domande. In quel momento si accorgerebbe che alcune di quelle occhiate convergono tutte in un unico punto, così come qualche chiacchiericcio sommesso prima di vedere le persone allontanarsi. In un caso proprio mentre stava per approvviare qualcuno questo, scappa, a passo lesto e con la testa incassata tra le spalle senza guardarsi indietro. In quel momento decide di concentrarsi e seguire quegli sguardi per capire chi stessero puntando. Corruga la fronte notando una persona conosciuta: un ragazzone alto e piazzato, tornito e che riusciva a svettare tra gli Akimichi, il che è un talento non da poco. Più lo guarda più qualcosa negli angoli remoti della sua mente le lanciano dei messaggi, come se non fosse la prima volta che lo nota. Si avvicina a passo lento guardando questo sempre più interessata, sopratutto quando questo la riconosce. Ed in quel momento s'accorgerebbe con chi ha a che fare. Il parco, il falso Dio, quell'allenamento perduto. Sgrana gli occhi prendendo un lunghissimo respiro, abbozzando a sua volta un mesto sorriso amaro di facciata con lo sguardo che vaga di nuovo tra le persone prima di puntarsi su Yosai. <Yosai giusto?> piega la testa guardando come è vestito...è normale del resto ricorda che lui aveva quel cognome. <anche più del necessario: abbiamo saltato diversi allenamenti> afferma la donna continuando a sorridere mestamente. <mi dispiace per quel imprevisto, non che mi aspettassi che apparisse così da nulla e sopratutto che avesse tutta questa voglia di parlare> considerando come è andata la situazione è stata quasi comica la scena, quasi. <da quando ho saputo dell'attacco a Konoha sono venuta qui per controllare la situazione> scuote la testa e sospira incrociando le braccia tra loro mentre continua a parlare <in realtà volevo venire di persona: il mio clan è qui, la mia casa, ed ho l'impressione che questo primo attacco abbia causato più instabilità di quanto sia visibile, personalmente non voglio che la cosa si ripeta> il Kage era presente ma non tutto il suo esercito, questo come sarebbe pesato all'interno del villaggio come considerazione dei ninja? <ma, sono accaduti dei fatti che mi hanno costretta a scegliere di rimanere a Kiri e mandare me, una copia, a continuare le mie indagini sul Dio e sui suoi muovimenti, ma, francamente sto facendo fatica a capire il perché di un attacco al villaggio> Perché Konoha e non Kusa? era la meno difendibile? la più vicina? probabile ma alla fine quale era lo scopo ti questo attacco? <mi dispiace per le perdite tra il vostro clan> ed è un dispiacere sentito, come se lo avesse affrontato personalmente una cosa simile. Si domandava tra se e se cosa sarebbe successo se avessero preso altre scelte. <mi dispiace se sono indelicata, ma, posso farti delle domande? tu sai di più riguardo a questo assalto?> a parte quello che le ha detto Furaya sa poco al riguardo solo che il Demone rosso ha guidato la seconda parte [ch copia superiore estrema 30/30]

11:25 Yosai:
 La osservi avvicinarsi, riconoscerti, chiamarti. Annuisci al suo dubbio <giusto> confermi. Le successive parole della Hyuga ti stendono ancora le labbra pallide in un sorriso affilato. Stavate per cominciare un allenamento al parco. Te lo ricordi. Ti ricordi i suoi figli, quella gita nella nebbia. Sembra passata un’era <ci sarà modo> commenti. La voce baritona e profonda per merito dell’enorme cassa toracica nella quale vibra <e sarà un piacere dimostrarti che questa volta potrei essere più utile che fare lo stoccafisso dietro di te> commenti tenendo lo sguardo blu in quello di lei. Si vede che ti è pesato sentirti così inutile. Ma non è più così adesso. Stai affilando i tuoi denti. La ascolti quindi. Lei palesa le sue intenzioni <posso darti la certezza che sia così> le rispondi. L’hai percepita quell’instabilità. Ma il tuo, quello della tua famiglia, è un caso particolare di cui avrai presto modo di parlare con lei. <oh, capisco. Non è la prima volta che la vedo, una tua copia. Spero niente di grave ti abbia costretto a restare> sinceramente sarebbe spiacevole sapere che la situazione sull’isola sta degenerando mentre tu sei a Konoha. <mh, comprendo, le indagini non sono mai semplici> commenti. Soprattutto quando gli indagati sono tre, il falso dio, il mizukage e il demone rosso. <Ti ringrazio> mormori serrando la mascella. Non è un momento facile e l’appoggio di una figura come la Jonin fa sempre piacere. Quando ascolti la sua ultima frase abbozzi di nuovo un sorriso <non ti preoccupare. La delicatezza non è di casa in questo quartiere> impetuosi e indelicati, istintivi e irruenti, questo sono gli Akimichi. Eppure potrà notarlo lei che la domanda ha colto nel segno. Sposti lo sguardo in giro <Vieni, Mekura-Sama, camminiamo> proponi, voltandoti senza aspettare il tuo permesso. Cammineresti con passo lento e cadenzato, uscendo da quello stesso portone sventrato che stavi osservando, diretto fuori dal quartiere <Non sono di nessuna utilità ne per quanto riguarda il dio, ne per quanto riguarda il mizukage, ma ti racconterò una storia. Lascerò decidere a te se questa sia di una qualche utilità o meno>. Infili la mano all’interno di una delle due falde del kimono, raggiungendo un taschino interno. Estrai una foto che le porgi <sai qualcosa dell’ultima generazione dei combattenti di strada?> chiederesti aspettando che alla Hyuga mentre cammini aspettando che lei prenda la foto, e ovviamente sperando ti abbia seguito. Si vede che sono cose di cui non vuoi parlare davanti alla tua famiglia [Per la foto vedi il bg di Yosai]

11:48 Mekura:
 Mekura sorride alle parole usate da Yosai <ah non ne dubito> piega la testa di nuovo incrociando le braccia tra loro appoggiando il peso sulla gamba destra allargando gli arti inferiori un poco per avere maggiore stabilità. é una scena simpatica: Mekura un tappo con tanta voglia di crescere in petto al gigante Yosai sembra un topo che parla con un orso. <le solite cose Yosai> sospira sollevando le spalle, del resto deve solo capire se Norita sia vivo. <ho aperto li una tenda per la riparazione del cuoio, sono una Jounin che è utile per missioni complicate, per quanto mi piacerebbe che ci fosse una forza di rappresentanza anche qui che possa conoscere so per certo che i capi clan o i loro secondi sono ninja di rilievo, considerando anche chi è tornato da Kiri sapranno riorganizzarsi con gli ordini da parte dell'Hokage> insomma piena fiducia al capitano in situazione di crisi. Osserva la reazione di Yosai e come tutto questo pesi sul gigante, non commenta, basta già questo e non vuole infierire troppo sull'argomento. <è dovuta> scuote il capo in tutta risposta <gentilezza e rispetto sono sempre dovuti> spiega verso questo annuendo quando le chiede di passeggiare. SI pone sulla sua destra mantenendo lo stesso ritmo, in direzione esterma al quartiere del clan. Rimane in silenzio senza disturbarlo, sembra l'inizio di una storia piuttosto lunga. QUando però questo cita i combattenti di strada la Hyuga dischiude le labbra, gli occhi le si illuminano dopo qualche attimo che rimane a pensarci, le viene da ridere mentre porta una mano alla fronte. <i combattenti di strada? quelli dove c'era anche Sanosuke Shuusui? l'ex consigliere del villaggio della foglia? accusato ingiustamente per la carestia?> sembra conoscere abbastanza <che cosa hai appena tirato fuori Yosai! una parte della mia infanzia, quando ero una denshi io ero una fan di Sanosuke, ho avuto modo in contrarlo sai?> ridacchia ripensandoci <ahhh diciamo che ha cambiato il mio punto di vista su di lui, però, continuo a rispettarlo ancora oggi per la leggenda vivente che è..> sorride sollevando le spalle mentre la voce si fa un'attimo più tenera, quasi cinguettando in quel ricordo malinconico <volevo quasi unirmi ai combattenti di strada sai? avevo...molta rabbia da sfogare e mi stavo domandando in quel periodo che scopo avessi come ninja, in più volevo affinare il pugno gentile e capire come potevo affrontare chi di gentile di pugni non ne ha> ridacchia a quella battuta sciocca <ma poi le cose sono andate diversamente, capita nella vita> si, tutto può capitare cose come l'akatsuki ad esempio. [ch copia superiore estrema 30/30]

11:51 Mekura:
  [aggiunta] intanto prende tra le mani la foto offerta, guardando anche gli altri appartenenti ai combattenti <così questi sono l'ultima generazione?...> sorride <sembra una grande squadra> le viene quasi da fantasticare su questi ninja combattenti ritornando per un attimo una denshi ingenua.

12:18 Yosai:
 Passi reciprocamente adeguati. Non ti interessa utilizzata tutta l’ampia falcata di cui ti disponi, ti interessa di più poter parlare con lei lontano da orecchie indiscrete e male lingue. Annuisci al dire di lei e i tuoi occhi s’allargano un’istante quando la senti parlare <Ricordami, Mekura-sama, che ti devo chiedere un favore, alla fine di questa conversazione> ci sono cose più importanti di cui parlare adesso, ma hai paura di scordarti, e anche quella, se vogliamo, ha la sua importanza. Annuisci semplicemente, lasciando cadere il discorso sulla gentilezza e sul rispetto. Assottigli lo sguardo, sorridendo affilato, quando scopri quanto vicina lei fosse ai protagonisti della sua storia. Non puoi non sorridere. Appartenete decisamente a due generazioni diverse. Tu di Sanosuke hai sentito solo leggende, eppure sei legato anche tu a quella generazione di combattenti <è interessante saperlo, sei la prima persona che conosce l’inizio della storia che sto per narrarti> confessi. Annuisci alla sua domanda <esattamente, sono loro> annuisci. Osservando con lei la foto. L’hai osservata a tal punto che ormai hai superato anche il ribrezzo, la sorpresa, l’orrore di vedere quelle persone tutte insieme <Si può dire, Mekura-sama, che io sia il lascito di quell’ultima generazione.> Morale e spirituale non puoi dirlo. Nessuno può. Fisico sicuramente.> Appoggi pesantemente l’indice sulla foto, indicando il primo da destra <Chokatsu Akimichi è mio padre.> sposti l’indice poco affianco <lei è Chashi Akimichi, mia madre.> poi in alto, al gigante del gruppo <lui è Choru l’aquila nera, quando la mia famiglia si rese conto che a dodici anni ero diventato troppo violento e ingestibile mi affidarono a lui. L’aquila nera è stato il mio sensei per otto anni.> lo sguardo si fa gelido, come il tono della voce <è morto tra le mie braccia, spingendomi a tornare al villaggio, prendermi il coprifronte e dimostrare ai miei quanto fossi cambiato> il dito si sposta quindi su Sanosuke <lui abbiamo detto che lo conosci> sollevi il braccio, lasciandolo a riposare ai lati del tuo corpo, ben distanziato dal torso dalla larghezza dei muscoli dorsali. Non lo indichi. <L’ultimo è Akuma il Demone Rosso> un gelido sibilo, mentre continui a camminare guardando in avanti. Siamo solo all’inizio. <Qui questa storia si intreccia con me.> cominci. <Dopo il mio esame Genin, quando Konoha ha deciso di muoversi verso Kiri ho chiesto ad Azrael-sensei poter accompagnare l’avanguardia. Avevo voglia di mettermi alla prova ma soprattutto avevo ricevuto un messaggio da Chokatsu, mio padre> il primo della foto <che voleva vedermi per la prima volta dopo gli otto anni passati con l’Aquila Nera fuori dal villaggio> un sospiro. Quando l’ho incontrato mi ha attaccato. Mi ha detto che non avrai mai dovuto diventare un ninja, che avrei dovuto restare un buono a nulla> un tremolio nella voce ti costringe a fermarti di nuovo <poi mi ha spiegato. Mi ha dato questa foto e mi ha detto che in realtà lui e mia madre mi hanno adottato. Mi ha detto che hanno cercato di tenermi lontano dalla mia natura.> non c’è un modo facile per dirlo <sono il figlio del Demone Rosso> direi che una rivelazione del genere merita una pausa dal racconto. Del resto si vede, non sei come gli altri Akimichi. Non hai la corporatura giusta e soprattutto non hai quell’indole caratteriale. Si, qualcosa di te li ricorda, del resto da loro sei stato sempre educato, ma non sei così, sei diverso. La corporatura e quel rosso sanguigno che a volte spunta tra i tuoi capelli scuri, dicono il resto. Lo sguardo blu lentamente cerca quello di lei. Il muscolo della mascella si contrae. Aspetti un attimo prima di continuare.

12:54 Mekura:
 COntinua a tenere la foto come se fosse una bambina tenendola con entrambe le mani come se avesse paura che scappasse via se ci soffiasse troppo forte sopra. Si può dire che le stanno brillando gli occhi: l'ultima generazione dei combattenti di strada, wow...si tratta di un reperto storico e non di meno Yosai ne è un erede. Si gira a guardarlo sorpresa mentre punta lo sguardo sul padre sentendosi vagamente in imbarazzo perché non sebra riconsocere niente di quell'uomo in Yosai, ma perchè no? aveva qualcosa in comune sicuramente con la madre, avrà preso molto da lei, del resto neanche lei sembrava così tanto akimichi. <è molto bella, sembrano entrambi molto belli> Poi l'interesse passa verso il maestro di Yosai: anziano e poderoso allo stesso tempo, dava l'idea di solidità. In qualche modo fa associazione ai suoi genitori adottivi, ripensando alla sua storia. Quando si parla di Sanosuke Mekura ridacchia appena sollevando un sopracciglio <si, anche se me lo ricordo meno serio di così> ma era in posa, si sa bisogna fare bella figura. E poi alla fine la sua espressione ritorna seria quando questo rivela l'ultimo nome del gruppo: Akuma, il demone rosso...quel demone rosso. Corruga la fronte fissando Yosai mentre la storia va avanti arrivando ad argomenti ben più spinosi. Era un ragazzo irrequieto da bambino, ma è una cosa normale, vuoi che non ci siano? ma deve essere qualcosa che lo ha disturbato profondamente, un ragazzino allontanato perché irruento, deve essersi sentito arrabbiato e solo e poi Mekura viene anche a scoprire il vero motivo. Irruento si, ma un genitore, che si definisca tale a prescindere dal sangue, ci sta dietro ai figli anche se sono difficila da trattare, non si abbandonano così come sembra che abbiano fatto con lui.SI ferma guardandolo, mentre la bomba cade. è il figlio del demone rosso, che ironia...Mekura rimane in silenzio rispettoso, rimanendo a pensare tra se e se mentre gonfia il petto e sospira, un sospiro rotto, quasi si stesse smantellando come una tessera di mosaico. Lo fissa accorgendosi che la sta guardando. Solleva il mento reggendo lo sguardo e in quegli occhi pallidi contornati da, (casualità?) una coda rossa del trucco sulle palpebre, Yosai non troverà biasimo, ne disgusto, ne fastidio, solo un sorriso amaro sulle labbra e lo sguardo comprensivo. <sai...trovo ironico che al male sia associato il rosso, sicuramente alla violenza> di che sta parlando? <ma, magari è una storia di cui ti parlerò in un'altro momento, ora...voglio ascoltarti, vuoi continuare?> domanda a questo rimanendo calma e paziente sul posto. [ch copia superiore estrema 30/30]

13:15 Yosai:
 Generato da uno, cresciuto da altri due, istruito da un altro. Sei profondamente legato a ben quattro di quelle cinque legende. Allafine ti è mancato di conoscere solo il più simpatico di quelli. È innegabile il fascino di quella foto, come è innegabile il legame invisibile che unisce quelli che credevi fossero i tuoi genitori, e che in fondo lo sono sempre stati. Ti fermi con lei, osservando la sua reazione a ciò che le dici. Non cerchi biasimo ne pietà e per fortuna non ne ricevi. Lo sguardo blu come il mare in tempesta si sofferma in quello di lei. Annuisci. Ascolterai volentieri la sua storia. Non puoi celare quanto trovi interessante quella persona, come chiunque sia più forte di te, d’altronde. <Devo> volere no, prima o poi speri solo di poter seppellire quella storia, ma non è il momento. Servono dettagli affinché la caccia inizi <Quando ho incontrato mio padre e ho ricevuto questa foto, non eravamo soli> è da notare che per te l’Akimichi che ti ha cresciuto è tuo padre. D’altronde indossi un kimono con lo stemma del clan cucito sopra. Pur non facendone parte per nascita non puoi non sentirti legato a quella famiglia in una maniera difficile da spiegare. <Ho conosciuto lì il Demone Rosso> riprendi il racconto, con un tono freddo, mentre davanti ai tuoi occhi si apre il velo dei ricordi che ti riportano a quella notte infame <è alto venti centimetri più di me, ovviamente utilizza il taijutsu, è uno specialista nell’uso delle porte. Come me> ovviamente. Il destino non poteva essere più ironico di così. Ancora una volta i muscoli della mascella guizzano sotto la pelle sottile <mi ha detto di esser venuto a controllare la mia crescita di persona, e quindi ha…> si, deve averlo già intuito la Hyuga, ma tu hai bisogno di dirlo a te stesso <ha ucciso mio padre. E mi ha confessato che avrebbe ucciso anche mia madre> gonfi il petto cercando aria, ti ritrovi a serrare il pugno al punto da far scricchiolare la pelle. Espiri dal naso, come un toro <non l’ho più visto da allora. Ho riportato mio padre all’accampamento di Konoha e ho avvisato l’Hokage di quanto è successo> un freddo, impostato report di quanto accade <le ho chiesto di farmi tornare a Konoha ad avvertire la mia famiglia, mia madre, ma il permesso mi è stato negato> assottigli le labbra, premendole l’una contro l’altra. Sbiancandole per la pressione <Pochi giorni dopo c’è stato l’attacco. Il demone rosso ha guidato la parte dell’offensiva che si è introdotta nel villaggio, è penetrato nel quartiere della mia famiglia, ha ucciso tutti coloro che si è trovato davanti, ha trovato mia madre e…> ancora una volta, devi dirlo a te stesso. Ma chiudi gli occhi, celando al mondo l’unico canale perché si possano percepire le tue emozioni. È una cosa troppo viva e non riusciresti a celare ciò che senti <l’ha fatta a pezzi> lasceresti passare lunghi momenti di silenzio, prima di riaprire piano le palpebre e schiudere le labbra <spe…> la voce risulta rotta, anche se nessuna lacrima bagna gli occhi. Ti fermi, ti schiarisci profondamente la voce <spero di essere stato di qualche utilità.> commenti con freddezza. Non verso di lei, ovviamente, è evidente che è un meccanismo difensivo <se dovessi aver bisogno di aiuto io… mi farebbe piacere poterti aiutare> è una richiesta molto meno fredda, che anzi lascia evincere l’ardore con il quale si dedica alla faccenda.

13:54 Mekura:
 Era una persona che stava soffrendo per colpe non sue ma del suo passato e dei suoi congiunti. Sta subendo il peso delle loro colpe e della furia omicida del padre gentico, furia immotivata per ora. La cosa che le interessa è che il padre si è interessato a questo, ha eliminato chi ha preso il figlio per tenerlo lontano dalla sua "natura". Un errore che si somma ad altri errori. Errori che si scopre adesso che non sono solo colpa degli ex appartenenti ai combattenti di strada o il clan Akimichi. Ora capisce anche perché lo guardavano storto all'interno del quartiere a torto, ma del resto nessuno può capire fino a quando non lo prova sulla sua pelle. Abbassa lo sguardo e annuisce tra se e se. Quando sente poi cosa ha fatto quell'uomo la donna chiude gli occhi stringendo la mascella vedendosi di fronte la scena, non fa fatica ad immaginarlo. <...> e poi quella proposta di aiuta, che per Mekura sembra più una richiesta di aiuto, una mano per quello che sta succedendo nella vita di Yosai. Mekura riflette, lo guarda seriamente e apre le labbra prendendosi delle pause lunghe come per sottolineare la gravosità del suo discorso <uno dei miei figli si chiama Hiashi> spiega la donna parlando di un discorso completamente fuori contesto, apparentemente <Hiashi è stato un mio compagno Hyuga, l'ho visto morire davanti ai miei occhi durante una missione all'interno della foresta in cui eravamo impreparati a tutto, in cui non potevamo neppure usare il nostro chakra...lui provocò il suo assassino, gli squarciarono la gola, mi tennero in vita per mandare il messaggio> e ancora un peso nel suo cuore <ancora oggi mi sento in colpa per quello che è successo: non ero il capo squadra ma non di meno mi sono sentita colpevole di quello che è accaduto, tanto che allora, per disonore ho abbandonato la mia eredità come futuro capo clan. Non potevo permettere che una come me infangasse il comando degli Hyuga, un comando che dovrebbe proteggere i suoi figli> socchiude gli occhi <venni scacciata con disonore dal mio stesso sangue, mi arrivarono a casa delle rose nella quale si domandavano chi avrei ucciso con le mie scelte la prossima volta, l'avevano mandate anche ai miei figli adottivi> si sentiva disgustata ancora da quello che era successo e ancora non c'era un colpevole di questi atti <non potevo neppure parlare con il mio clan, non potevo avere contatti con loro...e loro, bhe...loro mi guardavano già da prima come ti guardano gli Akimichi> è un discorso pesante ma continua scostando i capelli mentre gli consegna di nuovo la foto <per quanto sono grata a Kaori di avermi inserito di nuovo all'interno del clan, non credo che abbia mai capito il perché non volessi in un primo tempo essere reintegrata: io volevo dimostrare a me stessa che potevo scacciare quell'orrore, che avevo la forza necessaria per farlo, riacquistare il mio onore e il mio spazio come Kunoichi e Hyuga con la forza delle mie convinzioni ed azioni, non con la forza delle mie conoscenze> non voleva che fossero gli altri a risolvere i suoi problemi, rendendo vani tutti i suoi sforzi. <l'ho fatto, ma...ero di nuovo integrata prima di dimostrarlo, non ero ritornata per miei meriti, ma per il benestare del nuovo capo clan> ormai è andata, non si può tornare indietro. <però ho vendicato Hiashi e di questo sono felice, quindi, posso immaginare come tu possa sentirti> a dire il vero lo immagina anche per altri motivi, ma non ne vuole parlare per ora. Non pensa che il ragazzo sia ancora capace di sconfiggere suo padre non ancora, ma è essenziale che non stia con le mani in mano, deve sentire la consapevolezza, nel suo cuore, che ha fatto il massimo per fermarlo. Offrire una prospettiva è la migliore condoglianza che poteva offrire al momentoa quel ragazzo. <io ho bisogno del tuo aiuto, sei la chiave di tutto, ma non voglio dirti che sarà una passeggiata: la ricerca della verità è piena di dolore, dovrai affrontare nemici sempre più insidiosi quanto più scruterai in questo abisso, alcuni nemici saranno...personali per dire un eufemismo e scoprirai come i fantasmi esistano sul serio in questo mondo. Ti dovrai sforzare ad affrontare anche cose che non vorresti, sei disposto a questo?> domanda la donna guardando stoicamente Yosai, si tratta di una scelta importante quella che deve fare il ragazzo, anche se ha già una idea di cosa sceglierà questo. [ch copia superiore estrema 30/30]

14:40 Yosai:
 Non c’è nulla che possa fasciare la ferita lasciata da una storia, se non un’altra storia condivisa. E così ascolti la sua storia, immedesimandoti in quel racconto ed evitando così di pensare al tuo. Tanti sono i punti in comune effettivamente. Non distogli lo sguardo mentre lei ti racconta, cogliendo le sfumature delle espressioni, percependo quella pesantezza che è evidente e traspare anche dalle parole. Allunghi l’avambraccio destro prendendo tra indice e pollice la foto per infilarla di nuovo nel taschino interno del kimono. Non per questo smetti di ascoltare. Resti in assoluto silenzio, e alla fine, notando la comunione di sentimenti, stendi le labbra in un sorriso affilato <ho riconsegnato il coprifronte, Mekura-sama> perché l’hai rivelato? Perché è la stessa identica scelta che ha fatto lei <ho parlato con Furaya e le ho detto che non avrei accettato ancora burocrazia inutili, ordini impartiti da persone che non rispetto, missioni che mi distraggono dal mio obbiettivo> che si è capito quale sia, senza bisogno di palesarlo <Le ho detto che ho bisogno di muovermi liberamente per poter cacciare indisturbato e dimostrare a me stesso che sono in grado. All’altezza della situazione> la osservi <non credo ci sia nulla di più importante per me in questo momento> sei semplicemente un uomo con un obbiettivo. E quando c’è un obbiettivo grandi o terribili cose possono verificarsi. Annuisci all’ultima frase di lei <Sono cosciente che non lo sarà.> niente è mai stato facile di tutta quella faccenda. <Sono disposto a tutto> a tutto sul serio <lo vedo, Mekura-sama> questa volta non la guardi più, hai abbassato lo sguardo fino a portarlo sui calzari ninja di lei <quando mi specchio vedo il Demone Rosso al posto del mio riflesso.> Non hai neppure idea che questo sia il risultato del genjutsu che hai fatto, ma è un ottimo modo per dire quanto la cosa ti ossessioni. Lentamente sollevi lo sguardo tornando a cercare quello di lei. <sono disposto a qualsiasi cosa per porre fine a tutto questo, e per porvi fine, so che serve una caccia. Anche per questo sono qui a Konoha> avresti agito da solo, è ovvio. E saresti andato incontro alla morte, e invece hai trovato una Hyuga con la quale condividi più di quanto pensi sulla tua strada <hai già qualche idea?> le chiederesti <come pensi di muoverti?> alla fine è lei la più alta in grado, si, ma non è per quello che le dai il rispetto che merita. Anche perché tu un grado non ce l’hai. È perché la rispetti come donna, prima che come ninja.

15:03 Mekura:
 Il ragazzo ha riconsegnato il coprifronte, una scelta, ma una scelta che può capire. Lo ascolta ed annuisce guardando un suo simile, uno del suo stesso sangue, nati sotto una stella rossa, due mastini, due cacciatori.<comprendo> ammette la donna apertamente sollevando il mento e raddrizzando la schiena e annuisce lentamente quando questo da il suo consenzo <faremo qualsiasi cosa sarà neccessario fare> afferma la donna austeramente in quella che adesso è una missione che, in un certo senso ha una importanza pari alla questione del Dio, dovrà mandare una lettera al suo corpo originale. <tieni lo sguardo alto> ordina a Yosai. portandosi di fronte a questo. <quando vedevo il mio specchio vedevo l'assassino del mio compagno, un'essere disonorevole e disgustoso, volevo ucciderlo, volevo farmi molto male> ognuno la affronta in un modo differente, prende un lungo respiro e poi prosegue <magari puoi vedere davanti a te il volto del demone rosso, ma ricorda chi è che ti ha crescuto veramente: magari hai molto in comune con lui, ma dentro di te risiedono ben altre persone, delle eredità che sta a te decidere di abbracciare> come quella del suo maestro, non crede che dopo 8 anni in cui è stato con lui non sia cresciuto qualcosa, qualsiasi forma di contatto. <non puoi decidere da chi nascere, ma puoi decidere chi sei> lui è il figlio del demone rosso come lei è la figlia del cappuccio rosso <posso solo dirti che non sarai da solo in questa caccia> e con questo prende una pausa ascoltando le domande e poi risponde per mettere in atto questo piano di caccia <parlami di lui, cosa sai del demone rosso?> chiede interessata <voglio sapere come si comporta, non solo come combatte> vuole un profilo psicologico. mentre fa un cenno verso questo <inoltre, devo capire perchè ha deciso di unirsi ad un Dio, forse per attaccare il clan Akimichi ma se voleva colpire la tua famiglia non capisco per quale motivo dovesse assalire anche il resto del clan> per isolarlo? lo ha fatto per motivi prettamente personali? e il Dio ha favorito perché avrebbe aiutato a scatenare il panico? Mugugna stranita come se le mancasse un pezzo: c'era altro? <ascolta, dobbiamo prima di tutto andare in due posti: dove è morta tua madre e dove ha vissuto lei, se ti hanno nascosto questa cosa è probabile che possano aver nascosto altro, non è scontato che in casa sua ci sia qualche nascondiglio. Poi voglio ricostruire come è accaduto l'attacco e come hanno impostato la ritirata: è un esercito di assalto rapido è improbabile che abbiano ripulito le loro tracce, se riusciamo a seguirle forse riusciremo a scoprire se ci sono altre sentinelle attorno al villaggio per un secondo attacco e forse potremmo trovare una pista che ci porti a lui, cosa ne pensi?> lo tratta come compagno non come sottoposto in questo caso. [ch copia superiore estrema 30/30]

15:30 Yosai:
 Ci mette poco lei a rialzare il tuo sguardo. Basta solo quell’ordine. Eppure lei decide di empatizzare, l’effetto prodotto non può non essere un sorriso affilato con una nota di dolce e il gigante che annuisce <hai ragione, Mekura-Sama> certo che hai ragione. Accompagni quelle parole con una fitta di rimorso per ciò che stai provando e quanto poco tu riesca a controllarlo. Imparerai. <ti ringrazio> chini profondamente il capo e solo quello, prima di riportare lo sguardo nel tuo. Non essere da soli in questo momento è la cosa migliore che possa capitare, anche se ancora non lo sai. Ti fa piacere sentirglielo dire. <Per quanto animalesco possa sembrare, agisce mosso da un fine, a spaventarmi non sono i suoi modi rudi o il suo modo di combattere, è la sua ferrea volontà.> gonfi il petto, sospiri <è un essere votato alla battaglia, al combattimento e a nient’altro, era così anche da giovane, quando era tra i combattenti, ma da quando è diventato mukenin è sempre più spietato e quando ha qualcosa in mente non si ferma davanti a nulla> non distogli lo sguardo da lei <e io cosa avesse in mente lo sapevo. Me l’ha detto lui stesso> e tu l’hai raccontato alla Hyuga poco fa <Sono sicuro che la sua motivazione sia stata quella di uccidere mia madre e che si sia alleato con il falso dio e il mizukage perché non aveva i mezzi per portare un attacco a Konoha da solo. Ha intravisto la possibilità di potersi unire ad una forza in grado di attaccare il villaggio e l’ha fatto.> esponi <sarebbe interessante invece sapere perche il falso dio e il mizukage si siano alleati con lui… ogniuno dei tre deve aver avuto una motivazione che li ha condotti qui e io conosco solo quella del Demone Rosso> e solo di quella ti importa, a dirla tutta. <per quanto riguarda gli altri morti della mia famiglia, azzarderei l’ipotesi che semplicemente si siano trovate in mezzo tra lui e il suo obbiettivo. Ma potrebbero esserci state altre ragioni. Come hai visto dalla foto il Demone Rosso è stato profondamente legato agli Akimichi. Potrebbe aver deciso di… salutare a suo modo qualche conoscente, o peggio. Potrebbe aver ucciso per divertimento. Non mi meraviglierebbe> sembra tu stia parlando dell’altra metà di te stesso, ma d’altronde sei l’unico di tutta l’alleanza ad averlo visto e affrontato. Devi renderti utile. Resti all’ascolto del suo piano. Annuisci, marziale, quasi stessi già iniziando ad entrare nella modalità missione <comprendo. Farò del mio meglio. Come sai tendenzialmente le questioni di famiglia restano… in famiglia. Ma farò di tutto per parlare con chi di dovere e, in caso, confido che con un’auricolare e il Byakugan i muri non siano troppo un problema, anche qualora dovessero lasciarti fuori…> un sorrisetto. Ami elaborare strategie, anche quando non sono da combattimento. Ascolti l’ultima proposta <Mi sembra un’ottima idea ricostruire a ritroso i suoi spostamenti, non è tipo da nascondersi quando fa le cose. Una cosa alla quale converrà stare attenti però è che lui si è aggiunto all’esercito fornito dal Mizukage e dal falso dio… rapidamente come si è unito a loro, potrebbe essersi dileguato dopo l’attacco...> rifletti, ponderi <Sarà un bene comunque ripercorrere all’indietro i suoi passi, sarà utile in ogni caso.> anche solo scartare una direzione piuttosto che un'altra può essere utile.

15:59 Mekura:
 Il ragazzo ragiona bene e gli da una salda descrizione di chi hanno davanti: un assassino, una bestia e non si sorprende troppo nello scoprirsi affine ad un uomo del genere. Del resto anche lei lo ha fatto, lo ha sempre fatto, solo che era dall'altra parte, da parte di Konoha, dalla sua parte. Non si crede meglio di quel demone, a conti fatti anche lei è un'arma. Le domande che Yosai sono giuste <forse avevano solo bisogno di uno strumento efficace per guidare un assalto e fare quante più vittime possibili> poteva essere una possibilità e il demone rosso si è solo saputo offrire al meglio <c'è un'altra domanda a dire il vero: quali sono i legami non tanto con il falso demone ma con il Mizukage ed il demone rosso?> forse sono domande di troppo ma è essenziale farsi quante più domande possibili. Forse c'è anche bisogno di ricostruire tutto quanta la storia di questo demone rosso e forse non ci sarà neppure bisogno di chiederlo. <ragioni bene Yosai> sogghigna intuendo che cosa aveva in mente di fare la stessa Mekura riguardo alle indagini. <per quanto riguarda il pericolo ovviamente dobbiamo evitare di esporci, tu sopratutto> è ancora un genin e non può rimanere da solo ad affrontare suo padre, ne fisicamente ne mentalmente <pensi che sia in grado di spostare un esercito con una tecnica spazio temporale?> se questa deduzione è vera allora è molto grave, significa che può attaccare come vuole, quando vuole ed in massa...e ancora non capisce perché è stato possibile fermarli allora, perché non ci hanno riprovato se non con loro con altri paesi, no, mancano delle tessere a quel mosaico. <è sempre utile, magari ci possono mostrare delle tracce: probabilmente gli Anbu hanno anche tra le mani qualcuno da interrogare ma questo è difficile da dedurre. <i jutsu che conosco io hanno comunque bisogno di sigilli per poter passare da punto A a punto B, non è una cosa che puoi scegliere altrimenti, c'è bisogno di un punto di ancoraggio. é anche vero che si può dividere in più copie ed forse è rimasta nelle retrovie per preparare la via di fuga, strano modo di comportarsi se sei un Dio, aspettarsi una sconfitta intendo a meno che non lo sia, ma perché risparmiare le vite umane se non hanno senso?> ma stanno divagando, non possono sapere nulla se non iniziano ad indagare <diamoci dei giorni e dei luoghi dove poterci incontrare, il mio punto di riferimento sarà sempre la biblioteca del villaggio della foglia, ho da compiere delle ricerche li, quando sarai pronto per indagare sul passato dei tuoi e scovare delle piste fammelo sapere in anticipo di almeno un giorno> commenta la donna seriamente prendendo un lunghissimo respiro. <mi farò trovare pronta>[ch copia superiore estrema 30/30]

16:40 Yosai:
 La ascolti risponderti con una sua ipotesi, la accarezzi <ha senso> certo che lo ha <quindi dei tre il Mizukage avrebbe messo l’esercito, il Demone Rosso sarebbe stato l’arma segreta e… il falso dio? Perché unirsi? Forse in un attacco su così vasta scala avrebbe avuto modo di raccogliere più chakra possibile per se?> non sai quasi nulla di quel dio pur essendo uno di quelli che l’ha incontrato più spesso. <Ti ringrazio> rispondi a quel complimento, ricambiando il sorriso. La discussione sulla tecnica però fatichi a seguirla. Assottigli lo sguardo la segui fino alla fine del ragionamento, ma poi scuoti lo sguardo <scusa, Mekura-sama, non sono molto bravo con i jutsu. Penso però che prima di pensare ad aventuali jutsu dovremmo cercare di capire quando è nata questa alleanza. Se è nata quando l’alleanza è giunta a Kiri, o addirittura prima, beh in quel caso ci sarebbe stato tutto il tempo di muovere le truppe e, a pensarci bene, è stato il momento in cui gli occhi di Konoha erano meno attenti, perché concentrati su Kiri.> beh, d’altronde, degno figlio di tuo padre. <e non credo che il demone rosso si sia occupato di questi dettagli, ma potrei sbagliare> conoscendo la sete di sangue di quella belva non lo ipotizzeresti, ovviamente. Hai però mancato di rispondere ad una domanda. <Non saprei dire che tipo di legame ci sia stato tra il Demone Rosso e il Mizukage. Capire i rapporti tra quei tre farabutti in ogni caso, sarà la chiave per risolvere questo disastro, immagino.> la osservi. <A partire dalla cena di stasera fino a tutto domani gli Akimichi, come è usanza nei lutti, rinunceranno a ciò che hanno di più caro al mondo.> la osservi, sospiri. <il cibo. E quando un Akimichi rinuncia al cibo nemmeno tu vorresti essere nelle vicinanze. Diventano terribilmente intrattabili> come è normale che sia, sono Akimichi. Diamoci appuntamento a dopodomani e vediamo dove ci portano le tracce lasciate da quel bastardo> un lampo di rabbia ti attraversa gli occhi mentre la osservi. Non vedi l’ora di cominciare. Ma sbatti di colpo le palpebre. Come se ti fossi ricordato di qualcosa <avrei anche una cosa da chiederti, magari quando sarai più libera, magari posso rivolgermi alla te originale, ma avrei bisogno dei tuoi servigi come conciatore. Infili la mano nel kimono di nuovo estraendo un fuuda che le consegni <Da ciò che troverai qui dentro ho bisogno di ricavare un mantello. Dai un occhiata e la prossima volta dimmi se pensi sia una cosa fattibile. Sono stato molto attento a non rovinarlo. Era stupendo da vivo> qualora dovesse decidere di aprire il fuuda, al suo interno troverà sigillata la carcassa di un’enorme lupo, lungo più di due metri e alto più di un metro e mezzo. Il pelo nero come la pece, lucente, gli occhi appannati rossi come rubini. Non c’è il minimo segno di taglio, bruciatura, ustione, lacerazione ne niente, sembra morto di morte naturale. In realtà ha varie ossa del corpo spezzate. È stato ucciso a mani nude.

16:56 Mekura:
 Ma non si è trattato di raccogliere chakra, ma solo ridurre le forze <se vuoi iniziare una raccolta devi eliminare necessariamente la maggior parte delle forze nemiche, in questo modo hai libertà di fare quello per la quale sei sopraggiunto> commenta la donna, assottigliando gli occhi mentre continua a pensare <questo significa che anche questo essere ha dei limiti> non è molto confortante ma è una base. <da come mi hai detto è probabile che sia un gregario, un esecutore non uno che prende le vere decisioni> sente anche la tradizione degli Akimichi, il fatto che digiunino in segno di lutto, è tutto molto affascinante questo <può andare, devo avere il tempo di mandare dei messaggi e decidere se venire di persona o rimanere come copia per questo ti chiedo di dirmi qualsiasi cosa tu abbia in mente in anticipo, ovviamente allo stesso modo semmai dovrò fare qualcosa che non mi terrà qui come copia o originale> potrebbe capitare tutto nella vita, anche che la sua copia possa esplodere per un incidente, letteralmente e anche se si muovesse al massimo delle sue capacità ci vorrebbe almeno una giornata e mezza per raggiungere Konoha. <e poi le viene offerto anche del lavoro da conciatore. La Hyuga lo fissa e fissa il fuuda, lo afferra e sente la richiesta <Ah direi che questo è risolvibile, me lo invierò attraverso la posta, in questo modo ti farò avere il mantello come lo desideri e nel caso farti delle domande in più su come lo vorresti> insomma c'è anche del lavoro d'artigianato li in mezzo, non può che esserne felice. <direi che per ora ci siamo detti tutto, devo andare dal mio clan e vedere come stanno: Yosai, forza e coraggio va bene?> afferma la donna prendendo un lungo respiro andando a toccare il braccio destro di questo dato che alla spalla faticherebbe ad arrivarci senza sembrare buffa. <e...ricorda questo: non sei il solo figlio di Mukenin in questo villaggio, alla fine, nel bene o nel male ABBIAMO sempre trovato una nostra dimensione, riuscirai a trovarla anche tu> detto questo la donna si allontanerebbe prendendo il fuuda e facendo un cenno con la testa mentre si dirige verso il centro del villaggio in direzione della magione Hyuga. [end]

17:17 Yosai:
  
La ascolti. Annuisci, ci stiamo muovendo nel campo delle ipotesi, ma è bene ragionare delle cose, potrebbero uscir fuori cose interessanti, poi però servono indizi. Non ti rendi conto che sei finito in qualcosa che aiuterà il villaggio intero. Sei concentrato su te stesso e forse è anche giusto così. Sei un genin. Da te ci si aspetta che tu cresca e che raggiunga i tuoi obbiettivi. Tu il tuo ce l’hai ben chiaro davanti. Annuisci al dire di lei, a ogniuno i suoi compiti. <io resterò qui. Per quanto mi sia scomodo questo quartiere c’è una casa senza nessuno ad abitarla a parte me dentro> ed è tuo compito rimanerci e tenerla al meglio, anche perché presto lei ci verrà a fare delle indagini. <ci aggiorniamo> annuisci, per poi sorridere nel sentirla accettare <grazie Mekura-sama, davvero.> chini profondamente il capo nel ricevere quelle parole di conforto. Annuisci <va bene> certo che va bene, forza e coraggio ne hai da vendere. Devi solo esserne convinto. L’ultimo consiglio dipinge le labbra in un altro sorriso sottile <lo spero anche io. Quando avrò compiuto ciò che rimane da compiere> annuisci. Non ci sarà pace prima. Non finché non sarai soddisfatto. Ma è giusto che tu inquadri tutto nella giusta prospettiva. La osservi allontanarsi per un po', prima di donarle l’ampia schiena e dirigerti dalla parte opposta, di nuovo in quel quartiere devastato dal lutto.[END]

DUe figli di Mukenin si incontrano nelle macerie del quartiere Akimichi, Mekura offre il suo aiuto contro il demone rosso per portare avanti le sue ricerche e aiutare Yosai nella sua vendetta.