{Tsuki no Usagi}

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16:32 Kurona:
  [Tempio | Engawa] C'è un sole tiepido che filtra la nebbia, al di la' del villaggio dove la guerra sembra scremare e lasciar spazio ad un ritorno a casa. E lei, in questo tempio, cerca spazio per se' stessa o per qalcun'altro - attendendo sapientemente che qualcosa arrivi a bussare alla sua porta con tanto impeto, da non permetterle di rispondere. Un kimono bianco dalle cuciture d'oro le sembra fasciar le ginocchia diligentemente riposte sotto un tavolino basso in rovere, dove una vecchia teiera lascia cantare il chai nero in una soffiata bianca che arriva direttamente dal bracere posto al centro del tavolo. Tipicamente nipponico. L'haori blu notte, delle sfumature che rasentano il cielo stellato meno prossimo al mattino, le cola dalle spalle bardate, coperte tanto da lasciare solo un minimo spicchio di colletto a sorgere. Affusolato come lo stelo di un fiore. Teso con minuzia verso Ren - una maiko dallo yukata color smeraldo sedutale accanto e prodigata verso il versarle il the in un bicchiere di coccio tanto spesso da esser termo trattenitore. Una figura atipica di questi tempi. Una figura il cui chakra scorre lento e pigro, quasi a stento, riuscendo male ad attivarsi e ritornando come ragni impauriti nelle proprie nicchie, negli tsubo. Le ciglia color latte basse a guardare quel profilo rifletterle i tratti stanchi e smussati dal tempo e dai pensieri. < Ti prenderai cura di Itsuki? > Il sussurro rompe il silenzio dell'engawa che fa da tiepido focolare sotto al tempio che si erge, immenso, alle sue spalle. Il silenzio è di casa. Così come i piedi nudi che sbucano dal bordo del suo kimono; seta pregata che le sfiora la pelle delle cosce diligenti, così come quella delle maniche si cura si baciar appena le nocche pallide e prive di bende. La bellezza di una donna che doveva esser meravigliosa, un tempo, e che ora - le mani dell'uomo - hanno intaccato sfavorendo qualcosa che dovrebbe esser pregiato, ammirato, agognato - ma mai maltrattato. Un paio di ciocche bianche lasciano un orpello d'oro - un pettinio che le fa pendere davanti alla fronte quattro rubini a goccia incastonati in cordicelle dorate. "Sono sicura che si prenderà cura di se' stesso, Okaasan." Le parole di Ren, un fiore rosso posato accanto ad un giglio, le fanno issar le rubine. Come braceri in fiamme. Non le basta sapere che Itsuki sa' badare a se' stesso. Non le basta lasciar ogni cosa in balia del caso e del dubbio. E lo sfiorarsi di labbra sanguigne soffiano via il vapore sulla tazza, disperdendolo in aria. < Odio. Non avere il controllo.> [ck on][Ren png]

16:41 Usagi:
  [Tempio] Infuria un grande polverone che si alza dalle scale che conducono al tempio, una nube continua che velocemente si disperde nell’etere su quel lungo ponte che unisce l’isola centrale di Kiri con il continente interno, come se stesse passando una mandria inferocita di bufali rincorsi da alcune leonesse. Ma nulla appare di così pericoloso, nessuna grottesca imitazione demoniaca o nulla che possa far destare preoccupazioni negli abitanti del posto che, al massimo, si battono le fronti esasperati. Non è altro che una ragazzina molto piccola ed anche il suo aspetto la farebbe collegare ad una fanciullesca età e allo spensierato tempo della giovinezza; ciò è chiaramente intuibile da quei saltelli enfatici che muove verso un grande palazzone. Non è certo in quel posto per divertirsi, ma non è quello che apparirebbe a coloro che posano il loro sguardo sulla fanciulla, l'aspetto infatti è quello di una figura molto minuta e fine, un panneggio che sembrerebbe curato ed elegante, indossa infatti un leggero kimono candido che si apre dietro la schiena e davanti al petto a mostrare un colore rosso sanguigno. Lo stesso colore che cinge, con quella lunga fasciatura, il ventre per più volte, un tessuto che stringe l'abito e lo tiene fermo e che, infine, si appunta dietro la schiena a formare una sorta di grande cuscinetto. Nel folto di lunghi codini argentati, che cadono ai lati della figura, si confondono ad appuntarli, su entrambi i lati, dei grandi campanellini dorati che, quando ella muove il capo, producono un suono sordo unendosi alla dolcezza delle note prodotte, quasi usasse un secondo strumento supplementare [Drin - Drin]. Infine, come coronamento dell'edificio, i piedini, avvolti da due calzari di seta leggera, calzano un paio di Geta alti, così da farla apparire una figura quasi trascendente e antica. Legati all’Obi, come a dimostrazione della sua previdenza, si trovano alcune borsette, due poste ai fianchi e una dietro la schiena, spostato verso la natica destra. Al loro interno si trovano diversi Fuda, con all’interno sigillati alcuni bastoncini con appuntati sopra delle carte bomba, appositamente preparati la notte precedente per non essere colta impreparata; nella sacca posteriore sono inserite alcune bombe accecanti e anche delle carte bomba; un’arma segreta nascosta nella sacca posteriore, un potenziamento per le proprie tecniche, una pergamena che può aiutarla in caso di necessità cercando di prevedere ogni particolare evenienza che si possa presentare. Non porta armi con sé, anche perché non saprebbe nemmeno utilizzarle, ma comunque non è una sprovveduta. Come coronamento del suo abbigliamento, a dimostrazione della nuova vita che ha scelto di perseguire, ha avvolto attorno al braccio dritto una fascia di colore rosa, molto personalizzata, dato che semplice le è sembrata poco carina, con una piastra di ferro incisa a mostrare il simbolo del villaggio di Kusa, adesso è una Genin e appare chiaro che voglia mostrare il copri-fronte che le hanno dato per la sua promozione, per quanto indossato in un posto molto singolare. Il motivo per cui si trova sul grande ponte è presto detto, dato che dietro la schiena è riposto uno strumento musicale dalle tradizionali forme, uno shamisen che, come sempre quando non è in missione, l’accompagna nella sua mesta vita. Un ampio sorriso lambisce le sottili labbra della ragazza, con un lieve tocco di trucco che esalta le guancette rosse e le lunghe ciglia argentate. Proprio lei è la causa di quella nube, solo lei che corre a perdifiato e al massimo delle proprie capacità. <Ci siamoooooooooooooooo! Conquisterò anche il tempioooooooooo! Siiiiiiii!> Mimando un bianconiglio diretto nella tana e nel paese delle meraviglie. Un ciclone d’energia e spensieratezza; ignara delle reazioni della popolazione e della poca pazienza che questi abbiano. Infatti alcuni sguardi attoniti vengono attirati al passaggio della furia. <PISTAAAAAAAAA!> Loro certamente non possono fare a meno di vederla, quell’uragano d’incredibile energia, quel putiferio in arrivo che sembra voler travolgere qualsiasi cosa. Ma ecco, in un lungo balzo, facendo leva sulle proprie leve inferiori che, come mole, cercano di scattare al massimo al centro di quel grande posto astante al santuario. <ARRIVATA! Ihihihihihihih.> Comunque cerca di muovere le braccia velocemente davanti al corpo, piegate verso l’interno a circa trenta centimetri dal petto, proprio all’altezza del principiale organo palpitante, mentre le mani cercano un congiungimento estremamente preciso. Volendo emulare l’esatta posizione che l’è stata mostrata durante la prima lezione, andrebbe a dirigere le dita verso l’alto così da chiudere verso l’interno le ultime due della mandritta e appoggiando le opposte su queste; i polpastrelli dell’indice e del medio della prima verrebbero uniti all’altezza dell’intersezione tra la falangina e la falangetta della seconda, ed in pollici misti in quell’unione d’intenti che le permetterebbero, con minuzia, di simboleggiare il simbolo delle Capra. Non mancherebbe di riprodurlo fedelmente ed in modo del tutto impeccabile, essenziale principio di tutto quello che può fare. Se infatti tutto fosse andato alla perfezione, se il posizionamento non fosse fallito, cerca di passare alla successiva fase e cominciare a riprodurre quell’energia trascendente che unisce le due principali nel proprio organismo. Allora sarebbe la componente mentale la primaria forma di rappresentazione sulla quale ella cercherebbe di far perno, una concentrazione assoluta alla quale si aggiungerebbe, per il successo dell’esercitazione, l’immaginazione propria. Quest’ultima rappresenterebbe, cercando di non farsi distrarre dal alcun movimento esterno intorno a sé, in modo del tutto naturale, data la facoltà innata insita in ogni essere vivente, le due cose che rappresentano, per lei, l’energia fisica e psichica. Il suo mortale infermo, attristo e stanco, assoggettato dalle fatiche di tutti i giorni, richiama l’immagine del cibo e dei dolci che lei tanto ama, cioccolata, cannella e ogni altra cosa bella; intanto la sua parte migliore, che s’erge a cura dell’anima, affliggendo il corpo con crudeli pesti, richiamerebbe il gioco degli orsetti di peluche e dei cavallucci a dondolo che tanto le piacciono e le stimolano la fantasia. Dovrebbe quindi essere scontata l’unione così accesa tra le due forze in perenne scorrimento, come fiumi di diversi fluidi, nel proprio corpo che, sfociando per trovare pace all’altezza del ventre, inciderebbero in un’unione sintetica. Una chiara dialettica tra corpo e anima in quelle energie così enfatizzate che comincerebbero ed essere, in quel determinato posto, centrifugate in un vortice profondo, così come il panettiere unisce l’acqua e la farina per dar vita alla pasta, così ella cercherebbe di unire le due energie per far trasudare dal corpo e da tutti i pori di fuga della propria pelle. Per le sole persone che possano mirare quel sublime spettacolo, il chakra della piccola verrebbe rappresentato come fasci di rosata energia che defluirebbero dalla pelle, creando una bellissima opera d’arte della quale lei è la protagonista indiscussa. Ciò fatto, se ci fosse riuscita, cerca di proseguire verso l’ingresso, prima di notare la presenza di quella ragazza dagli abiti sgargianti, persona che attira la propria attenzione. <Ma che KAWAIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!> Luccicano quei grandi occhi rossi dalla meraviglia, mentre saltella entusiasta in sua direzione. [Tentativo impasto Chakra] [Se Chakra 30/30] [Equipaggiamento: Porta kuni e shuriken X2; Portaoggetti X1; Tonico recupero Chakra Speciale X1; Tonico recupero Chakra X10; Fumogeno X1; Fuda con tronchetto da sostituzione con carte bomba X4; Carte Bomba X5; Bombe luce X1; Fuda con tronchetto da sostituzione normale X5; Coprifronte di Kusa; Sigillo Potenziante Ninjutsu Speciale X1].

16:52 Utente anonimo:
  [tempio esterno] Una giornata come tante altre per il rosso di casa Uchiha, che tra le strade del paese della nebbia, ora s'imbatte sul tempio buddista. Le sue iridi color rosso rubino, si alzano a guardarlo, quasi meravigliato di questo edificio che mai aveva notato prima, immerso tra le nebbie di questo paese che forse lo rendono ancor più affascinante. Il giovane si presenta con i capelli rossi, un rosso leggermente più scuro della tonalitùà dei suoi occhi. Capelli che sono sparati verso l'elto e alcuni ciuffi verso il basso, in modo puramente naturale, anche perchè nona vrebbe ne pazienza ne interesse a conciarsi i capelli così ogni santissimo giorno. Vesti con un abito lungo nero, con i bordi dorati, smanicato che va a coprire un poco quel petto nudo con i muscoli che sono si delineati ma non troppo sviluppati, insomma una cosa giusta ecco. Il tatuaggio che è presenta sulla spalla destra, si mostra come un ventaglio, in cui la metà superiore è di colore rosso mentre quella sotto è di colore bianco. Il Ventaglio che è simbolo del clan Uchiha. al colo è presente il coprifronte, che reca il simbolo di kusa, mentre la sciarpa bianca, fascia il collo alto di quell'abito lungo che indosso, facendola rimanere abbondantemente larga. I pantaloni sono di color bianco e vanno a stringersi a tre quartti del polpaccio, grazie ad un laccio di colore nero. Ai piedi indossa dei simil sandali molto comodi e di fattura semplice. All'altezza della coscia dentra è presente un porta Kunai, mentre dietro al scheina è presente un portaoggetti che può essere sempre utile. <Ma che diavolo..> Va a dire tra se e se quando vede quella bmabina, un pos trana e già irritante per i suoi modi di fare, scuote solamente la testa, andando a formare il sigillo della capra, per poter richiamare il chakra, cosa sempre molto utile quando è in giro, non vuole farsi cogliere impreparato in nessuna occasione. Si porta in una aprte della strada, per non dar fastidio e andando a chiudere gli occhi, va a visualizzare le due sfere, quella bianca e quella rossa, rispettivamente forza psichica e forza fisica. Richiama prima quella della forza fisica, andando a sentire man mano che questa sfera si riempie, i muscoli tirarsi e rilassarsi come se avesse dei crampi improvvisi però senza dolore, ed è una sensazione che striscia per tutto il suo corpo, dalla testa ai piedi, finoa sparire e far rilassare definitivamente i muscoli del giovane quando al sfera è ormai piena. Mentre quella bianca, ne accellera il passaggio dei ricordi, dei pensieri e delle sensazioni, rendendo il tuto più vivido, più forte in un certo qual modo, sensazione che il giovane non può che amare e odiare allos tesso tempo, ed anche questo influisce nel riempire quella sfera, che quando sarà piena andrà a congiungere con quella rossa, portandole entrambe all'altezza della bocca dellos tomaco, dove si michiano, si amlgamano fino a dare un brivido che percorre la spina dorsale del giovane, facendogli capire che il chakra era attivo nel suo corpo, e che inziava a vorticare con un turbine, pronto ad essere scatenato. Riapre gli occhi, e rompe il sigillo della capra, tornando a guardarsi attorno con calma e tranquillità, muovendo anche lui i propri passi verso quel tempio, incuriosito da quest'ultimo, e come sempre mani portate dentro le tasche, sguardo tranquillo ma occhi parecchio attenti, che ora virano sulle tra figure, i cui una è quella bambina che sembra essere arrivati li, come se fosse la padrona del mondo in cerca del suo giocattolo smarrito. Distoglie los guardo da questo, e lo ferma per qualche istante invece su Kurona, e su quello che sta facendo, interessato da quei modi e da quell'oggettistica, che le sembra così strana e lontana dai suoi modi di fare e da quello che lui ora utilizza. curiosità, semplice curiosità che si rivela interessa in un qualche modo mentre continua ad avanzare tornando a guardare quello che lo circonda. [Chakra On][inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1]

17:03 Kurona:
  [Tempio | Engawa] E' assorta - abbastanza da tener la fronte aggrottata e proiettata nel riflesso ambrato che si ritrova a tremolare nel bicchiere che rimane intrappolato tra i polpastrelli e la superficie lignea del tavolo. Proabilmente il terremoto che scatena Usagi non è abbastanza per farle distogliere il viso da lì - da farle smettere di pensare a cosa dovrebbe o non dovrebbe fare. Le unghie laccate da uno strato sottile di nero passano pigramente sul profilo del coccio, ricreando un rumore ruvido, appena fastidioso, quel che basta da farle alzare il viso di Ren - perdendosi nella marea di lentiggini che le costellano il viso ricreando un arazzo tempestato di topazi. E negli occhi grigi che questa continua a tenere su di se'. < Non mi giudicare per le mie scelte. > Un sussurro che le abbandona le labbra, tornando ad issare il viso. Un viso tipicamente sornione, sebbene ammaccato dalla malattia che si riflette sporadicamente dal tremore della mano destra posata proprio adesso a favore del tavolo. Ed è una ventata del tutto nuova, del tutto atipica, che la affligge. Il fervore della gioventù intaccata da solo il desiderio di vivere e l'ambizione di poterlo fare senza ostacoli di sorta. Un vecchio maneki neko bianco, che ti saluta alle porte del tempio per augurarti la ricchezza che tanto meriti e che tanto vai cercando. E allora gli occhi rubini posati sulla ragazzina si sollevano, con una ventata di neve sotto forma di folte ciglia che adornano e risaltano il rossore ignifugo degli occhi. <...> Carina? La mano tremante lascia che il the riposi disegnando noduli di fumo in aria, aperti e densi tanto da adombrarle e riscaldarle il viso, emettendo il classico profumo delle foglie di thè che le rimane addosso. Essenze d'agrumi, zucchero e vaniglia. Se le trascina dietro dalla punta delle dita, fino al capo arricciato dei capelli incastrati dai kanzashi d'ebano nero. Un paio di zaffate in silenzio, dove le crolla pesantemente addosso la strana sensazione di progresso - un progresso che aveva calcolato solo vagamente. < Sta zitta. > Mansueta, e nonostante l'aria serafica, le sue parole stridono come unghie sul vetro in un tono denso, pieno, femminile. E la figura di Shinuja che inquadra con il profilo dell'occhio, andando ad abbassar la testa e coprire il the con il palmo della sinistra finendo per scaldarselo. Ostica e spigolosa. E con una cicatrice sull'occhio destro che è il coincidere di due kaji nettamente differenti: Gioco e Inferno. E' questo a socchiudere, lasciando che l'altro sfili dalla bambina al ragazzetto alle sue spalle. Non è strano che due ragazzetti dell'accademia vadano in giro da soli? Istintivamente posa lo sguardo a cercar un terzo, un Jonin, eppure non c'è manco l'ombra di un accompagnamento. < Non dovresti attirar l'attenzione in una terra che non ti appartiene, ragazzina, non lo sai che i nemici sono dietro ogni angolo? > [sametag]

17:25 Usagi:
  [Tempio] Non sembra crucciarsi, almeno nei primi attimi che precedono l'incontro con la tradizionale figura che siede a quel tavolo a servirsi la bevanda fumante. Lei si fionda, come colta da uno spasmodico iato di bellezza, immersa in quel suo carattere immensamente espansivo che trasuda energia pura; un ciclone di dolcezza trapela da ogni poro della propria pelle. Intanto, nell'avvicendarsi del proprio obiettivo, i lunghi capelli vaporosi si lasciano cullare e trasportare sulle ali del vento, a seguitare la loro padrona come le onde del mare nell'etere perso. <Ihihihihih.> Ride con il suo tono fanciullino, esternando con le parole ogni sussulto del proprio spirito irrequieto, mosso dalla meraviglia e dal piacere. Tuttavia, conscia dei pericoli che si annidano in quel posto, per la guerra in atto e per i continui assalti, permane sempre pronta a sfruttare tutte le proprie capacità, non manca minimamente di fare sostanza e abuso della sua parte più dolorosa, quella zona nera che le ha permesso di sviluppare le doti che tanto ha desiderato, una brama che l’è costata anche troppo cara. Dolce dodicenne che troppo presto ha saggiato il nettare malevolo della realtà, bevuto il calice della disperazione e, da questa, cerca adesso di arrancare, passo dopo passo, verso i ricordi di una vita passata nella bambagia e nel vizio dettato dalle calde braccia della madre. Madre morta violentemente, un regalo macabro per la piccola, un dono elargito dalla stessa maledizione che affligge il clan di cui è parte integrante. A dimostrazione appunto di tali natali, figlia della guerra e del tormento e loro degna discepola non si fa per nulla scrupolo a far defluire una minima quantità di quella forza, presente attualmente all'interno del ventre, verso l'alto come una serpe velenosa che striscia e si insinua in ogni sua viscera, in ogni suo organo, invadendo di prepotenza gli tsubo semplici per invadere quelli dei propri occhi diabolici. Maledette iridi rossicce che si tingono di una luce pericolosamente vermiglia, una diabolica forza che si palesa in entrambe le iridi come un cerchio nero all'interno della pupilla, macchiata a sua volta da una piccola forma astratta, orpello maledetto di segreti sgraziati e privi di pietà. Un solo ed unico tomoe a scoccare la mezz’ora nei bulbi oculari, un’unica forma astratta di pura oscurità che le concederebbe un potere incredibile. Tutto il mondo si tingerebbe di un colore spaziale, diverso da ciò che avrebbe mai potuto vedere privata di quel potere, ogni linea di chakra sarebbe visibile, chiara e distinta al proprio sguardo, tanto da farle comprendere l'assenza di qualsivoglia impasto dalle persone che la circondano; il tempo stesso sembra quasi piegarsi al proprio volere, apparendo rallentato, come se fosse sommerso da un grande quantitativo d’acqua che non permette alle persone di muoversi alla loro normale velocità. Naturalmente quella dovrebbe essere solo la percezione dell’Uchiha, soltanto la sua visuale, nulla viene alterato all’interno della realtà fattuale se non l’apparire di quel fenomeno apparso nei bulbi oculari. In quell'esatto istante raggiunge la giusta destinazione, si blocca immediatamente, nel percepire quella scarica elettrica che le percorre l'intera schiena, un brivido freddo che la immobilizza sul posto. Sono le prime parole che le vengono rivolte da quella figura causa scatenante dell'effetto istantaneo, ma non è certo lei la persona che subito si lascia cullare dall'ira, al contrario, è il momento di sfoggiare tutta la sua parte più espansiva, a dimostrazione che le parole le scorrano sul corpo come calda essenza. <Ma come ti permettiiiiiiiiiii!> Alza il braccio destro ad indicare la volta celeste, per poi farla cadere come una scure a puntar il petto della ragazza seduta al tavolo. Le gambe cominciano uno scalpiccio sul posto, tirando calci al vento dietro di sé. <Sei una musona! Uffiiiiiiiiiiii!> Incrocia le braccia al petto piatto, privo di curve o celate dalla vestigiale forma del kimono. Le guancette si gonfiano tramite l'aria soffiata nella bocca, serrando le labbra sottili e ornate da un armonioso contorno di denti bianchi e perfetti. Assume quindi quella buffa espressione che non sembra proprio riuscirla a fare apparire una persona seria, troppo fanciullina per risultare dilaniata dalle sabbie del tempo. <Non mi importa. No no no.> Scuote freneticamente il capo, facendo nuovamente ondeggiare i lunghi codini e causare quel movimento soave dei campanelli che suonano la loro melodia nell'aria attorno a sé [Drin - Drin]. <Sono troppo carina e coccolosa per essere presa di mira. Si si si. E ne ho già avuto la prova. PYOOOOOOON! IHihihihihihihih.> A quel punto, in un monito d'esultanza, alza le braccia verso l'alto in un chiaro segno di trionfo. <Evvivaaaaaaa! Ho trovato una nuova espressione. Ihihihihih.> Sembra accontentarsi di poco. [Chakra On 29/30][Sharingan attivo][Stesso equip].

17:38 Utente anonimo:
  [tempio esterno] Lo sguardo si muove anche all'interno del tempio, dove quegli occhi rossi osservano qualcosa che mia avevano avuto occasione di vedere, uno sguardo che non è stupito o meravigliato il suo, anzi, ma è interessato a quella novità, che non capisce come mai non avesse mai trovato prima. Incrocia los guardo per qualche attimo con Kurona, senza dire nulla, solamente un sorriso gentile che dura giusto quell'istante, prima di tornare a farsi rubare l'attenzione da quella ragazzina, che più fastidiosa non poteva essere. <...> vorrebbe dir qualcosa, ma l'altra ragazza lo precede, e sentendo la risposta della ragazzina, fa un espressione con la bocca "a però, di finte sicurezze ne abbiamo" Questo è il sunto della sua espressione, mentre in sielnzio continua ad osservare il tempio, muovendo solamente qualche passo verso l'entrata, ma non varcando quella soglia. Gli occhi osservano anche i minimi particolari, o almeno ci provano, non volendo lasciar nulla al caso, "dovrò tornare" pensa, un pensiero che si fa certezza, cosa non rara nel giovane, questa ma molto più raro è vederlo interessato tanto a qualcosa che esula dal suo clan e dalla sua persona, almeno in questo momento <è stupendo> Sussurra tra se e se, senza nemmeno accorgersene, un pensiero diventato parola, unos guardo che ora, però va di nuovo a spostarsi verso Kurona e l'altra che le sta accanto..<Mi piacerebbe poter conoscere la storia e le tradizioni di questo tempio> Asserisce con garbo e pacatezza il giovane <Potreste parlarmene?> Domanda, avvicinandosi di qualche passo alle due, rimanendo o meglioc ercando di non stare troppo vicino a quella bambina tutto pepe e casino, sicuramente non vuole essere associato a lei, anche se come può ben vedere si tratta proprio di un Uchiha, visto lo sharingan "Un Uchiha?!?" stupito della cosa "c'è qualcosa di anomale in lei" Il pensiero subito dopo, ma sbuffa, per ora non gli da peso, ritornando a guardar Kurona.. <Io sono Shinuja Uchiha> Presentandosi, in fondo non si può far una richiesta senza almeno presentarsi. èChakra On][inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1]

17:58 Kurona:
  [Tempio | Engawa] E' l'impertinenza ad infastidirla; le labbra piene schiuse in un sospiro placido. Quelle due sfere sfilano, come lati eguali e perfettamente combacianti. Due parti di un insieme che finiscono per amalgamarsi l'uno nell'altro dando vita ad un circolo vizioso che finisce per influenzar il sistema linfatico. E' il suiton ad esser chiamato in causa, infatti, andando a distendersi per i vasi sanguigni che lentamente si rendono nitidi e anneriti. Ceramica in via di rottura. La destra infatti si solleva dal bordo del tavolo, finisce per incastrarsi tra i canini. "Okaasan..." La voce di Ren, al suo fianco, si fa sentire annebbiata dalla coltre di problematiche ora riverse in un corpicino infante e innocente - spingendola a titubare solo per mezzo frangente, rivoltando le iridi all'indietro in uno schermo di capillari neri che permane nel bulbo solamente per qualche istante. Il suiton, misto al sangue infetto, esce dalla ferita minima sotto forma di una lingua nera - una corda dal bagliore violaceo opalescente come piccole fiammelle di chakra. Questa corda, dal polpastrello di Kurona, finirebbe per allungarsi in direzione di Usagi. in picchiata per le caviglie che avvolgerebbe creando un otto, tra la mancina e la destra, stringendola tanto da potersi sentir le caviglie strette in un paio di manette e tentando di sollevarla da testa, riponendola a testa in giù - ma senza mai farla cadere, o farle del male fisico. Difatti, se così fosse, Usagi potrà sentir solo il fastidio di una stretta alle cosce, ma non certo dolore fisico. Le ciglia basse sulla figurina impertinente finiscono per scrollare una risata divertita - limpida come acqua del mare. Finisce per pungolare i palmi sul tavolino in legno, tentando d'issarsi dalla sua posizione. Polpacci che s'irrigidiscono, i piedi che si muovono con armonia; è il sinistro a cercar per primo i fili d'erba su cui posava, venendo seguito a ruota dal gemello. < Svegliati ragazzina. > Lapida parole dalla bocca, muovendosi in sua direzione con una lentezza estenuante e di conseguenza, verso Shinuja. Ad ogni modo, è verso di lui che rivolge lo sguardo. Un placido serafico. Inturbabile e paradossalmente, fin troppo turbato. Non che non sappia cosa deve succedere e quando - ma del resto - lascia che la morte le scivoli addosso come fastidioso inconveniente a cui deve andar in contro, si, ma non di certo per mano del fato. < Non so' niente di questo tempio, fiorellino. I tempi buddhisti sono come semi, sparsi per lasciar crescere fiori lì dove è stato oramai sparso il sale. Se vuoi sentire delle storie, dovresti andare ad Ame. Lì, il Dio Pain, ne ha di storie da raccontare...> Lo confessa con un sorriso sulle labbra, abbassando di poco il busto per recuperare tra le dita il suo the caldo. Un avvolgersi nel palmo, un sostare sotto il naso che le ricopre il viso di vapore - ed un sorriso malevolo ed al tempo stesso, tanto pallido da esser angelico. Shinuja Uchiha? Sembra proprio che sia il suo destino, trovarne continuamente sul suo cammino. Dall'apice, all'esodo. < Io sono Kurona Hanabutsuji-Kokketsu. Sono la proprietaria dell'Okiya del Crepuscolo di Kusagakure no Sato. > Una presentazione ufficiale e garbata, finendo per scuotere appena Usagi, se incastrata nelle corde di sangue di Kurona. < E adoro l'educazione. > E' pur sempre stata una sensei, ai suoi tempi. Di Hana, come di Itsuki. Una sensei esigente - e sicuramente madre dei migliori frutti delle terre ninja, si potrebbe dire. Le labbra premute si dissanguano per poi fiorire come Baccara, passando la punta della lingua sulla parte più pallida degli angoli. < Shinuja, e tu, ragazzina. Posso farvi una domanda? > E il capo opposto del costrutto, quello che tiene Usagi stretta per le caviglie, finirebbe per muoversi per sfilarle dai piedi le calzature - essendo in un luogo sacro - posandole diligentemente a terra giusto l'attimo dopo. < Cosa ne pensate del mondo? Così come lo avete vissuto. E' giusto ed equo? E cosa, piu di tutto, è potente al mondo?> [ck on 60/3][Ren PNG][Kokketsu no Hijutsu III | -2hp]

18:34 Usagi:
  [Tempio] Mentre esprime quelle sue elucubrazioni nel suo modo così vistoso di comportarsi, sente una stretta alle proprie caviglie, una presa salda alla quale non riesce minimamente a scampare, sia forse per la poca prontezza dei sensi, o per la sua debolezza in linea generale. In ogni caso porta quegli occhi diabolici, ricolmi di energia unitaria, verso la causa scatenante di quella presa, prima che possa esser sollevata verso l'alto con il capo a guardar il nudo terreno. <NYAAAAAAAAAAAA!> Uno strillo che si disperde nell'aria, proprio il verso carino di quei gatti che solcano, di tanto in tanto, il brullo terreno del tempio. Ne consegue, data la postura, che lo strascico di quell'abito da lei indossato si rivolti verso l'alto, almeno all'altezza dell'obi, cosa che concede ai presenti di guardare un particolare abbigliamento intimo della ragazzina, un paio di mutandine rosa con un'orsacchiotto bianco davanti al monte di Venere, mentre i motivi che vi sono costellati sopra richiamano le fragole mature stilizzate; dei decoltè le lambiscono le gambe, di un candido e purissimo colore, raggiungendo la metà delle cosce, mentre gli okobo di legno vengono eliminati da quelle liane oscure. <EHYYYY! Mettimi giùùùùùù!> Tira pugni all'aria, con una forza talmente patetica da risultare più buffa che immersa in un chiaro tentativo di colpire qualcosa di utile. <Ma che modiiiiiii?> Si lamenta in quel modo, prima di accorgersi di avere in bella mostra le proprie intimità. Sgrana gli occhi e si guarda intorno. <NYAAAAAAAAAAA! Ma che fai?> Cerca velocemente di coprirsi, ma essendo in quella postura, il lungo drappo continua a cadere verso il basso. <Ufiiiiii! Ma ma ma...> Alza il capo al di sopra della propria spalla dritta, di modo che possa accorgersi di quello strumento da musico che ancora è sigillato dalla tracolla dietro la propria schiena, per quanto penzoli verso il basso, ancora non casca per via di quella particolare sicura. <E io sono Usagi-CHAN Uchiha!> Guarda il nuovo arrivato, mentre un piccolo broncio compare sul proprio volto. <E comunque cerca di stare lontano da me! Si si si. Non voglio avere nulla a che fare con il clan. Si si si.> Muove freneticamente il capo in diversi cenni d'assenso, mentre i campanellini continuano a suonare la loro melodia, dato che sta dondolando nell'aria [Drin - Drin]; i lunghi codini, argentata presenza, vengono fatti cadere al suolo. <Mi ero appena lavata i capelli. UFFIIIIIIIIIII!> E gonfia le guancette scarne, assumendo quella sua espressione incredibilmente buffa. <Va bene! L'hai voluto tu!> E indica la ragazza che l'ha messa in quella situazione. Quindi muove velocemente le braccia verso l'alto, cercando di afferrare saldamente il proprio strumento per scrollarselo da dosso e portarlo davanti a sé, impugnandolo in modo da confarsi all'uso perfetto che se ne possa fare, con il dritto braccio che lo tiene sostenuto al ventre e le dita che solcano i crini; intanto la manca afferra saldamente la tastiera per cominciare a premere su quelle corde per creare le note e gli accordi. <Non avevo mai provato a suonare a testa in giù! Ihihihihihih.> Sembra davvero più interessata a quel particolare utilizzo del suono che alla donna che la tiene sostenuta. <Cioè? Parli proprio tu di educazione? Mi hai presa e affissa come un salame e mi hai tolta le scarpette! Non si fa. No no no!> Una dichiarazione verso di lei, mentre comincia a suonare pacatamente quello shamisen, solcando con le dita quelle corde che lo compongono e producendo quel suono melodioso che si propaga nell'aria. <Io mi chiamo Usagi-Chan e sono l'Idol dell'amore e della giustizia. SI si si! Sono la ragazza più carina e coccolosa del mondo. Siiiiiiiiiiii!> Esulta rispondendo in quel modo, quando la donna le chiede se possa rivolgere quella domanda ai due presenti. <Il mondo?> Si acciglia pesantemente, mentre continua a suonare la propria melodia che si diffonde. Figura minuta che non manca di mettere alla prova le proprie facoltà, non per coloro che possono ascoltarla, ma solo per sé stessa, esclusivamente per una pace interiore e uno sfogo dell'animo che, d'improvviso, sembra prendere il volo sognante, spiando il ritratto che pare essere immortalato ove lei, nella scena centrale, è immortalata mentre muove le dita e i polpastrelli sulla tastiera dello strumento e tutto ciò che la circonda sembra unire, in un connubio perfetto l'arte della musica, in un impulso dionisiaco la vita con l'arte. <Il mondo è giusto ed equo...> Inclina il capo verso la dritta spalla. <E il resto a non esserlo. No no no. Ma cosa vuoi capire? D'altronde non è certo togliere il libero arbitrio a farti raggiungere la verità! No no no. E poi siamo fuori ad un tempio lo sai? Non dovresti comportarti così. No no no.> Scuote freneticamente il capo. <L'arte ovviamente! La musica in ogni sua forma. Ovviamente!> Ripete come a voler sottolineare quella precisa parola [Chakra On 27/30][Sharingan attivo][Stesso equip].

18:55 Utente anonimo:
  [tempio esterno] Ascolta attentamente il dire di Kurona, andando ad abbozzare un sorriso quando si presenta, senza mai lasciare lo sguardo su di lei. <Non sai nulla, ma sei riuscita a spiegare qualcosa che può soddisfare la mia domanda, ti ringrazio> Altro non dice per ora, assistendo alla scena di quei cosi che alzano su la bambina Uchiha. La guarda in volto, altro non gli interesserebbe mai, ascolta le sue parole, e se il suo primo istinto è quello di aiutarla, poichè i memebri del clan per quanto possano sembrare strani a volte, sono sempre membri del clan, alle parole della giovane si ferma, non fa nulla, solamente si limita ancora a guardarla <Non vuoi avere nulla a che fare con il clan, ma usi un'innata che è simbolo del clan stesso> Asserisce verso di lei, il tono è duro, fermo, ma rispettoso <Vergognati, non sei degna dello Sharingan, ne del sange che ti scorre dentro le vene> Va a dire, tornando poi silente, vorrebbe dire molto di più, ma non lo sa, si limiterà a parlarne con chi di dovere, in fondo il clan è il clan e nessuno può parlarne male ra le altre cose. Ma fortunatamente l'attenzione vene richiamata da Kurona e da quelle sue due domande, che spiazzano un poco il giovane, facendogli capire come ci si sente quando lui rivolge domande a bruciapelo. Si ferma a pensare a quelle che potrebbero essere due risposte giuste da dare, "anche se ci sono risposte giuste per queste domande che mi sonos tate poste?" si domanda tra se e se, prendendosi lunghi attimi di riflessione, mantenendo los guardo su Kurona, come se fosse un punto focale dove potersi concentrare. <Il mondo, è una tela bianca che ci viene data, con il permesso di poter essere modificata> Asserisce andando a tornar silente, forse per cercare quelle parole che ora gli sfuggono per poter proseguire a rispondere ed interlacciare le due risposte <Non vi sono colori giusti o equi da principio, e da qui possiamo evincere che l'equo ed il giusto non è un principio attuabile sulla massa ma solo su noi stessi o al massimo su pochi che condividono il colore con il quale abbiamo solcato quella tela bianca> Fa un elggero sorriso <Se consideriamo quei colori come delle scelte, direi che la cosa più forte al mondo siano le scelte che una persona può fare, in tutte le sue forme> Abbandona per un momento los guardo su Korona portandolo a guardare quello che vi è attorno a lui <Considerando anche il fatto che una mia scelta personale, una mia pennellata, potrebbe andare a macchiare una tela di un altra persona, e considerato che quella scelta, paragonata ad un colore potrebbe piacere, o non piace, o peggio potrebbe essere ignorato, direi che la cosa più potente al mondo sono le scelte che scegliamo di compiere ogni giorno.> Afferma, tornando quindi su kurona <Le scelte, sono la cosa più potente a questo mondo.> Afferma in fine, andando a sorridere in maniera gentile ancora una volta, ma quel sorriso, come suo solito non dura tanto anzi scompare quasi subito <E per voi Signorina Kurona,cosa rappresenta il mondo?e qual'è la cosa più potente che il mondo ci ha messo a disposizione?> Ripropone all'altra la domanda, in maniera garbata e gentile, ritornando in silenzio, pronto ad ascoltare quello che gli verrà detto, sempre che risponda alla domanda. [Chakra On][inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1]

19:16 Kurona:
  [Tempio | Engawa] Paradossalmente Kurona si ritrova d'accordo con quella ragazzina, a parte le fesserie sparate sull'amore - la osserva, appesa come un salame, sfilando pigramente il costrutto per portarla al suo fianco ma senza per questo farla scendere da quella posizione, sottosopra. E la mano che non regge il coccio si scansa dall'area per poter pizzicare un lembo del kimono e muovere pochi semplici passi alla volta di una scalinata che porterebbe al tempio vero e proprio. Il verde rado ed il fischio del vento che le smuove i capelli vicini al viso mentre al suo fianco, come un vigile cagnolino, vi rimane Usagi legata per le caviglie nella corda di sangue nero - il camminare a piedi scalzi sull'erba è un sussurrare placido, così come le cosce che sfiorano pigramente la seta del kimono, lasciando che sia il vento a farsi beffe dei vestiti. Lascia andare la stoffa con le dita, finendo per riposare l'arto perso in spasmi minuscoli ma persistenti. Lascia che Ren rimanga indietro, a seguirla placidamente. Con la mano punta l'altare al di là della scalinata in pietra, dove un pozzo s'affaccia decorato da ryo splendenti sotto il mezzo sole fioco. Come una sfumatura incerta, incastrata tra filamenti di capelli bianco latte. Le ciglia basse permangono, così come la bocca chiusa quando sono i ragazzini a parlare - e non fa' altro che camminare verso quel pozzo, o quel lavatoio tipico, dove i contadini hanno usanza di passare per lavarsi via di dosso i peccati più impuri. <Avete ragione entrambi.> Certo una geisha può mai non considerare l'arte come mezzo potente? Eppure ora, mentre abbasserebbe docilmente Usagi, finirebbe per passar con un lembo del proprio costrutto dietro la di lei schiena, abbassandole la gonnellina con diligenza e rimettendola a terra senza sbatacchiarla troppo. La lascerebbe lì, sull'ultimo gradino, mentre lei continua a salire oltre quella scalinata. < Hai un nome carino, Usagi. Conosci la leggenda dello Tsuki no Usagi? > Una domanda che vibra lontana, come se non si curasse se loro la stiano sentendo o meno, badando bene invece di arrivare all'ultimo scalino e posar in terra le ginocchia. Una pratica comune e sottovalutata - ed invece - Kurona lo fa con una minuzia impeccabile. Ginocchia unite, punte dei piedi verso l'interno e i talloni a disegnar una conca in cui le terga possano posarsi. < Le nostre scelte Shinuja sono, metaforicamente, il colore donato alla tela. Purtroppo però, è molto tempo che i colori sembrano tutti uguali. O forse siamo noi, a non distinguerli? > E mentre s'inchina d'innanzi al tempio, lasciando che i piedi nudi carezzino la pietra nuda, il clangore del fermaglio che carezza il pavimento diviene un tintinnio solitario. Alla fine Usagi l'ha lasciata andare ed ora, con la destra, batterebbe accanto a lei - alla sua destra richiamandola a se'. E la stessa cosa alla sua sinistra, per Shinuja. Un invito ad inchinarsi con lei. Il bicchiere posato tra le cosce rimane immobile, e la schiena ritta. Forma d'arte umana. Come marmo scolpito, come il ratto di Proserpina. Uno scuotersi tremante delle spalle, abbassate e incassate verso l'interno. < il mondo non è affatto giusto ed equo -- però dovrebbe, non trovate? > Un sussurrare tra le labbra, come se qualcuno stesse ascoltando. < mi piacerebbe molto, che dei fiori freschi come voi, potreste crescere in un modo per lo meno - equo. Il giusto o sbagliato, è molto relativo. E rilegato a preconcetti antichi e detti da ipotetici dei. >
[ck on 60/3][Ren PNG][Kokketsu no Hijutsu III | -2hp]

19:31 Utente anonimo:
  [tempio esterno] Quello che sente lo siddisfa in parte, non è nella sua linea di pensiero, però accetta quelle parole e ne vede una possibilità di confronto, dove può apprendere qualcosa in più che si potrà rivelare sicuramente utile "essere" si ripete questo ora, per una semplice volta che si rivela essere abbastanza per poter spostare los guardo di nuovo all'interno del tempio, muovendo poi i suoi passi verso Kurona, inginocchiandosi di fianco a lei.Non è stato obbligato nel farlo ma lo fa ugualemente, di preciso non sa perchè, forse per provare una nuova esperienza, forse perchè voleva assecondarla e basta, chi può mai saperlo, fatto sta che ha compiuto quella scelta. <I colori non sono mai tutti uguali Signorina Kurona, ogni colore ha un suo modo di essere ed un motivo che lo spingere ad essere> spiega, torando a guardarla da più vicino in quella posizione <Che il mondo non sia equo e giusto, non mi sento di dire che sia cosa sbagliata, come non mi sento di dire che sia cosa giusta> Asserisce, in fondo lui ama percorrere la vita in una scala di grigi, nessuna delle due ipotesi sarebbe quella giusta per lui <Come il giusto e lo sbagliato se sono concetti relative, possiamo dire che la domanda stessa che ci hai posto è relativa, e quindi che può essere tenuta o non tenuta in considerioze, in base ad ogni persona a cui pone questa domanda Signorina> Afferma, andando poi a fare un bel respiro <Il mondo e la sua equità, la sua bontà, la sua malvagità e tutte le altre sfumature che lo rendono quello che è, non sono altro che frutto di scelte che sonos tate pennellate in quella piccola tela che tutti abbiamo, e che avvicinandole danno un senso platonico e non al mondo stesso> detto questo si va a rialzare, dopoa ver congiunto le mani a mo di preghiera e aver abbassato il capo, un gesto che rivolge al tempio, che non dura molto, da fatti tornerà a poggiare le mani sulle proprie coscie e los guardo veritrà sulle due <spero signorina Kurona, che questa conversazione possa continuare in un altro momento< Interessato a portarla avanti e a quella figura femminile, particolare da definire, o forse uguale a tutte le altre ma che non conosce, chi può saperlo. Va quindi ad alzarsi con calma, <Spero ci rivedremo presto, arrivederci e grazie di tutto> Altro non dice prima di alzarsi in piedi e ripercorrere quelle scale verso il basso, tornando a solcare la strada, da dove era arrivato per poter andare, verso i propri doveri. [Chakra On][inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1][END]

19:47 Usagi:
  [Tempio] Lei all'inizio si trova ancora appesa sottosopra, con quelle liane che le legano le caviglie. <EHYYYYY TUUUU!> E indica l'altro Uchiha. <Ma come ti permettiiiiii? Non sai e non puoi immaginare nemmeno lontanamente cosa ho dovuto pagare per averli! Quindi non puoi giudicarmi. No no no.> Scuote pesantemente il capo. <E poi io non mi faccio problemi a dire di essere una Uchiha, semplicemente non voglio contatti con il Clan. No no no!> Dichiara in modo solenne, lasciando che il capo saetti verso l'alto, cioè... Verso il suolo, data la posizione in cui si trova. Fa girare gli occhi verso l'alto, facendole quasi sparire dietro le palpebre con chiara espressione esasperata. <Ma sentilo! Il mondo segue le sue regole, nessuno si può sottrarre da queste. Il mondo è legge, siamo noi che cerchiamo di piegarle al nostro volere. Tzé!> E fa scattare il capo verso destra risultando teatralmente indignata. Poi sente quelle liane che la poggiano al suolo dolcemente, così lei cerca di far perno sulle braccia per poggiare i piedi saldamente per terra e rimettersi in piedi. <UFFIIIIII! Non mi sono presentata cosìììììì!> E gonfia nuovamente le guancette scarne per assumere un'espressione buffa, come se riuscisse ad enfatizzare tutte le parole elargite con ogni movimento del corpo. <Io mi chiamo Usagi-Chan. Non puoi eliminare il Chan, altrimenti non è per nulla carino. No no no.> Muove lentamente il capo a destra e a manca, in diversi cenni di diniego. <Comunque no, non conosco questa leggenda. Di cosa parla?> Domanda con tono curioso, mentre gli occhi brillano d'interesse, affamata di storie al solo scopo di poter creare una canzone che possa risaltarle. Si acciglia comunque alle successive parole di lei. <Ma perché lo pensi? Il mondo non ha concetti, siamo noi a darglieli.> Inclina il capo verso destra. <Perché dare delle leggi a qualcosa che già possiede le sue? Non capiscooooooo!> Si spreme le meningi. <Noi diamo delle regole per vivere nella società, ma non diamo le leggi al mondo.> Spiega il proprio punto di vista. <Possiamo impararle e descriverlo, ma non possiamo darle noi. Comunque posso concordare con te su quest'ultimo punto ed è proprio per questo che voglio diventare la Idol dell'amore e della giustizia. SIiiiiiiiiiiii! Ihihihihihih.> E assume una perfetta postura da super eroina. [Chakra On 26/30][Sharingan Attivo][Stesso equip].

16:26 Kurona:
  [Scalinata] Le parole di Shinuja e la sua prematura dipartita lasciando sulle labbra di Kurona solo l'ologramma intangibile di un sorriso tirato tra labbra come petali di rosa, vellutate. Si presta a piegar la schiena alla volta del pozzo, fino a posar prima i polsi in terra, poi direttamente gli avambracci e in fine - molto lentamente - la fronte. Una cascata di ciocche nivee che le accarezza le spalle, il collo e finisce per sfiorare il piastrellato ligiamente pulito dai monaci. Lascia che sia Usagi a riempire un silenzio lasciato calare volutamente - dandole lo spazio necessario per parlare ed esprimere concetti che se siano giusti o meno, di sicuro non tocca a Kurona decretarlo. E gli occhi, sfilati in tagliole sanguigne, finiscono per rialzarsi solo dopo una decina di minuti da quella posizione. Solamente quando oramai l'Uchiha se n'è andato. < E' una leggenda molto vecchia, effettivamente. > Probabilmente è un miracolo che lei stessa la conosca ma - allo stesso modo - non dovrebbe esser scontato per una geiko? Quando si solleva, lasciando che sia solamente la seta del kimono ad emetter rumori, lascia anche andare Usagi dalla presa del suo sangue che, con un movimento esterno della mano - finisce per richiamare a se' al fine di non sporcare il terreno sacro. Uno scomparire, così com'è nato, di quel costrutto nero e lucido dal quale il bagliore viola del chakra di Kurona si spegne fiocamente. Come un anima deceduta. < La storia racconta di un povero viandante che stanco ed affamato, s'imbattè in una scimmia, una lontra, uno sciacallo ed un coniglio...> Si sofferma, mentre racconta la favola - avanzando con i piedi sulla scalinata e lasciandosela alle spalle, se questa non è disposta a seguirla. Tratti dolci, nel loro esser afilati, che si sciolgono appena dandole un occhiata da sopra la spalla mentre le cosce - i fianchi aviluppati nell'obi - s'accostano al pozzo dallo stipite rosso fuoco. < E questo, avendo molta fame, chiese il loro aiuto. E secondo te, Usagi, chi di queste creature è stata capace di sfamarlo? > [ck on][stessi tag]

16:52 Usagi:
  [Scalinata] L'altro Uchiha lascia la scena e le due donne ninja a discutere tra di loro. La piccola lo vede sparire oltre la scalinata con sguardo meditabondo, senza tuttavia perdere il suo docile sorriso divertito, chiaramente curiosa di capire sino a dove possa arrivare la sua scelta di abbandonare il clan al proprio destino, per quanto sia stata indetta una riunione a cui vuole assolutamente partecipare. Quando presta nuovamente la propria attenzione verso la ragazza dai bianchi capelli, la vede inginocchiarsi al suolo, accigliandosi pesantemente per il gesto improvviso. <EHHHHHHHHHH?> Non sembra poter credere ai propri occhi, mentre un'espressività di stupore riempie la propria maschera lattea. <Ihihihih. Ma cosa fai? Ihihihih. Come sei buffa! Allora ci somigliamo molto. Si si si.> Muove con frenesia il capo, mentre i grandi campanellini di dorato colore suonano la loro melodia che si propaga nell'etere, quasi rompendo la barriera del suono [Drin - Drin]. Inclina tuttavia il capo verso le proprie parti dritte, così da poterle rivolgere tutta la riflessione a quella storia che si prospetta un'avvincente leggenda. Non manca di udire tutto il racconto prima di sentire quella domanda finale. <Ihihihihih. Ma è facileeeeeee!> Sembra sicura della risposta, almeno dal proprio punto di vista, dato che solleva vittoriosa le braccia al firmamento. <Il coniglio! Perché è troppo KAWAIIIIIIII! Il più Kawai di tutti gli animali. Siiiiiiiiii!> Almeno nella sua mente fanciullina così appare [Chakra on 26/30][Sharingan attivo][Stesso equip].

17:05 Kurona:
  [Scalinata] Nonostante la frenesia di Usagi sia un insolito condimento per il circondario di Kurona - mentre questa parla appellandosi a lei come /strana/ o /carina/ non può far a meno che pensare quando la frenesia le apparteneva come oggetto portante della sua essenza. Le ciglia adombrano le iridi rosse, rivolgendo il proprio corpo alla fontana-pozza che rimane lì, ad accogliere chi entra al tempio. Issa piano le maniche del kimono, prendendo con il palmo una scarsa quantità d'acqua per riversarsela sul polso della gemella. Sciacqua prima i polsi, lentamente, aprendo un sorriso mansueto che si distende da angolo ad angolo della bocca. < Sì, è vero > Concorda sul coniglio come essere carino, quel carino che sicuramente sulla bocca di Usagi suona molto meglio. E lei, si prende i primi attimi per passar i polpastrelli delle dita su ambo i polsi. Prima con la destra e poi con la sinistra. < Tuttavia tutti riuscirono a sfamarlo. La scimmia corse a prender della frutta nei boschi. La lontra si gettò in fretta e furia nel fiume, raccogliendo del pesce. E lo sciacallo, non sapendo che fare, irruppe in un abitazione per rubare del cibo...> Il racconto continua, smentendo quello che la ragazzina dice. E quando Kurona si volta, asciugando blandamente l'acqua con il passaggio delle dita, riprende a macinare dei passi in sua direzione, ma senza scender dalle scale. Piuttosto si porta più prossima a lei, guardandola. < Il coniglio a quel punto, nonostante fosse affannato in giro per il bosco, non trovò niente da portare al mendicante. Si sentì rammaricato e dispiaciuto. > Le sopracciglia disegnano adorabili rughette nel mezzo della fronte, mentre con la destra le fa cenno di salire da lei, mettersi lì - in cima alle scale - esattamente com'è lei. < Così dispiaciuto da prender della legna ed accender un fuoco per lui, il mendicante dico, e gettarsi nel fuoco per offrire la propria stessa carne. > Forse, fino a qui, sembra un inutile storia triste. Di martirio. Di preconcetti buoni, induisti, preconcetti che non tutti potrebbero capire così facilmente. Le labbra di Kurona serrate tirano una via retta. < E sai come finisce?> [ck on][stessi tag]

17:20 Usagi:
  [Scalinata] Mentre l'altra compie quei movimenti per lavarsi accuratamente le mani, la piccola la osserva con sguardo interessato, anche per capire il motivo di quei movimenti così minuziosi e particolari. Tuttavia ciò che le interessa maggiormente, dato che ha attirato grandemente la sua curiosità, è il racconto di quei particolare animali. <Ovviamenteeeee. I coniglietti sono gli animali più carini è coccolosi di tutti. Siiiii! Io sono una coniglietta quindi, per sillogismo ihihihihihih.> Praticamente unisce tutte le cose più puccettose in un'unica persona ed entità, così si considera e lo dimostra in ogni suo gesto. Non manca comunque di ascoltarla, con gli occhi che bruciano di passione e di potere, irradiati di quel chakra malevolo che si riversa nelle iridi in quell'unico tomoe ciascuno, lasciando che trapeli la parte di lei più pericolosa ma che, tuttavia, la rendono sempre più particolare, unica rispetto a tutti i membri conosciuti del proprio clan. <Wiiiiiiiiiiiii! Pyon!> Espressione misteriosa, ma che mostra molta sorpresa nell'espressione della voce, così come in quella del volto. Cerca così di camminare lentamente, sino a porsi davanti alla ragazza, contando il fatto che l'abbia invitata a raggiungerla sulla scalinata ove si trova. <Ma come? Uffiiiiii! Povero conigliettooooo!> Gonfia le guancette scarne, mentre gli occhi si riempiono di lacrime e grossi goccioloni escono dai lati delle palpebre come delle fontane. <Weeeeeee!> Piange e si dispera, lasciando che le proprie emozioni trapelano con passionalità, dimostrandosi molto empatica. <No no no...> Scuote il capo. <Non è per nulla bella. Come finisce? Dimmeloooooo!> [Chakra on 25/30][Sharingan attivo][Stesso equip].

17:34 Kurona:
  [Scalinata] Le reazioni di Usagi tradiscono quello che fondamentalmente è: Una bambina. E Kurona che la guarda, dalla sua posizione, avanzar contro di lei - si lascia sfuggire un alzata stupita di ciglia che finisce per irrompersi in una risata debole ma cristallina. Il muoversi flebile del petto in direzione dell'alto. Un tremolio di spalle che accompagna la risata mentre tenterebbe di posar il palmo sulla sua testolina, accarezzandole i capelli per calmarla. < Finisce per scoprire l'identità del viandante, che in realtà era una divinità sotto mentite spoglie. > Fosse possibile, dopo quella carezza, cercherebbe di abbassar la mancina. Nonostante i suoi spigoli, Kurona, è pur sempre una madre ora. Una madre ancora prima di esser una kunoichi - che per i suoi figli ha piegato tutto quel che era un tempo per poter amare, incondizionatamente, quelle creature che ha messo alla luce. I palmi garzati della geisha prenderebbero una delle manine di Usagi, cercando di avvicinarla al polso esattamente come ha fatto lei. La verità è che quest'usanza, lavarsi polsi e avambracci, risale l'antichità e chiede tacitamente perdono per gli errori commessi. Per quanti pochi possano esser quelli di una bambina, cercherebbe d'insegnarglielo. Di lasciarle qualcosa che magari, in futuro, le tornerà utile. < E difatti quel dio, antico e potente, fu' tanto colpito dallo spirito virtuoso del coniglio - che impresse la sua figura nella luna, in sua memoria. Sicchè da ricordar a tutti quanto accaduto. > Fosse riuscita, posando le natiche sul bordo dei quella vasca cristallina - ed adombrata dalla testata rossa del tempio, immergerebbe il palmo in acqua per riversarla sul polso della ragazzina, accarezzandolo dolmente. Lascia che un sorriso fiorisca sulle labbra, serafiche, prendendosi del tempo per adagiar l'acqua e poi, lavarla via. < Capisci Usagi-chan? Il coniglio è stato il più coraggioso di tutti. Ha fatto un grande sacrificio, ha avuto un cuore grande. Tu avresti mai fatto un sacrificio così grande per una causa importante? > [ck on]

17:46 Usagi:
  [Scalinata] E' una normale conseguenza di quel gesto che, almeno agli occhi della piccola Uchiha, sembra tanto affettuoso da farla gongolare. <Eheheheheheh.> Compiaciuta di quell'atto così passionale, socchiude dolcemente gli occhi e si lascia carezzare il capo, sorridendo così da mostrare un armonioso contorno di denti bianchi e perfetti. Quando ella termina quell'atto piacevole, lei ne resta un po' delusa, ma è un sentimento che dura pochi istanti soltanto, perché torna a prestare la massima attenzione alla donna che le si trova davanti e che adesso fronteggia con il proprio corpo minuto. <Una divinità?> Domanda con le lebbra schiuse in un'espressione stupita, data la storia avvincente si sta praticamente lasciando trasportare dalla narrazione impastata da un'abile regia. <Forteeeee!> Non oppone la benché minima resistenza, quando lei le prende dolcemente le mani e si lascia così trasportare verso la fonte d'acqua ove la guida, non capendo, tuttavia, il motivo di quel gesto così funzionale alla tradizione templare, forse non è semplicemente avvezza alla frequentazione di quel metafisico luogo di preghiera, essendo sempre stata educata più ai modi pratici che a quelli trascendentali. <Ma che storia triste...> Un po' si dispiace per la fine del coniglietto, però sorride ampiamente quando giunge all'esatto finale. <Questo però è moooooolto bello. Quindi la luna avrebbe il volto di un coniglietto? Waooooooo!> Infatti appare molto presa da quel racconto, una cosa da aggiungere al proprio curriculm di cose coccolose. <Quindi i coniglietti sono davvero gli animali più carini e coraggiosi di tutti e, di riflesso, anche io. Siiiiiiii! Sono una coniglietta coraggiosaaaaaa! Ihihihihih.> In effetti lo è sul serio, per quanto il suo comportamento infantile possa lasciare qualche dubbio in proposito. <Io lo farei? Certamente! Per una causa che ritengo molto importate o per proteggere le persone a me care, mi sacrificherei volentieri senza battere ciglio. Si si si.> Sembra risoluta mentre enuncia quelle dolci parole [Chakra On 24/30][Sharingan attivo][Stesso equip].

17:58 Kurona:
  [Scalinata] Alla fine è riuscita a risollevarle l'animo con l'esito della storia e le dita che passano sui polsi della bambina, ci mettono una cura particolare. I pollici garzati, appena più ruvidi, finiscono per accarezzare la giuntura tra palmo e polso mentre la risata che Usagi ha chiamato involontariamente dalle sue risposte, screma lentamente lasciandola così. Stanca e raggiante. L'ennesima contraddizione di parole che però, tutto sommato, addosso a Kurona stanno sempre bene. La mano che la lascia andare si scrolla di dosso l'acqua rimanente. <Brava...> Un sussurro caldo, denso - e dolce come zucchero che le decora le labbra sanguigne. Alla fine, quella mano scrollata dall'acqua, si ritrova a posarsi sulla guancia di Usagi, cercando di lasciarle un passaggio sulla gota leggero, come se toccasse una scultura di cristallo. < E' importante esser disposti a sacrificare tutto per ciò che si crede. Il fulcro di tutto il discorso che facevamo prima è questo: Credere fortemente in qualcosa. > Il discorso su bene e male. Equilibrio ed equità. Ogni cosa, in questo mondo, è così tremendamente relativa che risposte esatte non esistono. Esistono credenze e gente che combatte per i propri ideali. E questi venti di guerra, addosso ad Usagi, stonano terribilmente. O forse, infondo infondo, con lo sguardo che le dona ora, dolce come quello di una madre, spera di vederla sbocciare in qualcosa di meraviglioso un giorno. Qualcosa di incredibilmente forte, riflesso di quest'anima pura che si trascina dietro. < E a volte, per quanto terribile sia, il fine giustifica i mezzi. Il martirio del coniglio, per quanto ti abbia rattristito, alla fine - è stato un onore guadagnato con totale inconsapevolezza, non trovi? > Le labbra si stringono, mentre ritira la mano posandola alla base del ventre, appena sotto l'obi rosso che le rimane stretto addosso. Un flettersi della schiena impercettibile la spinge a salutare questa bambina. < Torna al tuo clan ricordandotelo, Usagi. Non avrai mai altro che una casa. E la solitudine è un amico falso che ti parla alle spalle. > Che le sia di lezione; il fine giustifica i mezzi, ogni tanto. E con ciò, la geiko bianco latte, pizzicherebbe il lato del kimono salutandola con un sorriso tiepido - lasciandola indietro, prossima a grandi... Grandissimi eventi. Proprio come la nostra piccolina. [end]

18:11 Usagi:
  [Scalinata] Fa un cenno d'assenso con il capo alla prima parola che le viene pronunciata, quel complimento che la fa decisamente gongolare, sembra proprio una bambina a cui è stata data della cioccolata, infatti comincia a saltellare leggermente sul posto. <Siiiii! Sono troppo carinaaaa. Ihihihihihih.> Detto ciò cerca di continuare a prestarle la massima attenzione, anche perché risulta interessata a capire dove voglia arrivare la geisha che termina di lavarle i polsi e le mani. <Io credo fortemente che l'arte possa salvare il mondo! Si si si. Sacrificherei volentieri la mia vita per questa verità.> Dice senza peli sulla lingua, mentre cerca di incrociare le braccia al petto piatto per lasciar trasudare convincimento. <Concordo pienamente con te, ma...> Ecco che al termine di quel discorso, non può proprio fare a meno di dire la sua. <Il clan è un'altra storia. Mi hanno tolto la mia migliore amica, la mia mamma, la mia più cara presenza. Non posso perdonare quell'uomo.> Scuote freneticamente il capo. <Non voglio stare sola, ma non voglio nemmeno lasciare impunito quell'uomo. No no no.> Permane in quella propria convinzione. Poi alza il braccio destro e cerca di sventolare la manina. <Ciao ciao ciao. Kurona-Chan!> Mentre la vede sparire. A quel punto comincia a saltellare diretta verso l'uscita dal tempio [END].

I due pulcini degli Uchiha incontrano la Geisha Bianca al tempio buddhista, quì è Usagi a ricevere un importante lezione e parabola dalla donna. Nell'atto di purificazione di se stessa e della bambina al pozzo del tempio, le racconta la storia del martirio del coniglio lunare e le insegna che, a volte, il fine giustifica i mezzi.