{L'anima della Fenice}

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15:05 Itsuki:
  [Porto - Banchina] Di nuovo alla Nebbia, di nuovo in preda all'odiosa e fastidiosa umidità che permea quel posto in maniera imprescindibile, come se fosse una morsa che non lascia spazio a nessuna singola speranza riguardo il venir imperlati di quel velo sottile grigiastro, che inevitabilmente si traduce in capelli appesantiti, in vestiti fastidiosi, e quant'altro. È minima la cosa, ma per lui sin troppo percebile, o meglio, per loro è sin troppo difficile abituarvisi, ne ora, ne probabilmente mai. Ieri, nonostante tutto, han potuto posare gli occhi sul Suono, nuovammente, seppur in distanza, senza avvicinarsi al Villaggio, ma potendo godere della meravigiosa aria che spirava sul Promontorio, stringendo quel legame unico e particolare con Nemurimase, con l'Insonne, che sarebbe risultato interessante quasi a primo achitto, così come Itsuki ed Eiji per lo stesso. Eppure, la nostalgia del proprio Villaggio, il diritto di reclamare quel che era suo, anche con la forza, se necessario, è vivo ed insito dentro al Kagurakaza, soprattutto dopo essersi fregiato ieri di quei passi nostalgici, di quel mare di ricordi che è difficile da seppellire, anche se oramai è forte di una nuova determinazione <{ Rivoglio ciò che è mio. }> direbbe da dentro il fu Principe, mentre permangon oa bordo della lunga banchina, all'estremità più vicina al mare, con Itsuki al comando, le mani dietro la schiena, i capelli posti a mo di coda lunga sinio alle ginocchia, neri d'ebano, così come il completo in corredo con camica e scarpe, dove l'unica cosa in contrasto sarebbe la camicia, e la sua carnagione diafana, che si sposa perfettamente con i lineamenti androgini < Se collaboreremo con colui che si nasconde dietrro mentite spoglie, potremo riprenderci anche il suono, ma dobbiamo pazientare, siamo ancora in pochi, per ora. > pochi ma buoni, è vero, ma comunque pochi. Le scarlatte sono puntate sul mare, lo sciabordio delle onde che si infrangono sugli scogli fanno da sottofondo, la spuma marina tinge di bianco le superfici frastagliate delle umide rocce, mentre una brezza marina gli smuove la chioma retta dal nero elastico, tutto tace, loro due non si esprimono ulteriormente, sono entrambi vicini ad un vero e proprio punto di svolta ed ogni mossa o parola che sia, ogni possibile contatto, va ponderato a dovere, non c'è spazio per gli errori, e dunque quel lungo rilfettere in silenzio sembra la migliore delle opzioni, per ora, mentre sembra che nei dintorni, nessuno possa disturbarli, ora come ora. { Ck on }

15:25 Kioshi:
 Il tempo trascorre sempre lento nel Paese dell'Acqua. Le giornate sembrano tutte uguali, la nebbia che scende coprendo la visibilità del cielo regala quella sensazione amara che nulla cambi nonostante le ore passino. Il Sole splende tra le nuvole nell'arco celeste ma vien coperto dalla foschia che circonda il Villaggio e le zone limitrofe. Ma la nebbia non puoi coprire le impronte che vengon lasciate sul terreno umido. Passi che corrispondo all'identità del Capo Clan degli Uchiha, Kioshi. L'uomo cammina nel sentiero che ha percorso più volte nelle ultime settimane verso quel porto in cui sta riscoprendo quasi un luogo di cultu. Vai lì e pensa, Kioshi. Aggiungi un piccolo pezzo di quel puzzle. Sì perchè ogni cosa sembra che stia andando al suo posto in quel piano dentro la testa dell'Uchiha che diventa sempre più grande, ogni giorno che passa. Prima la squadra di elitè. Poi il Clan alle sue spalle pronto a seguirlo. Kioshi si sta occupando di ogni dettaglio. Non vuole lasciare niente al caso perchè, in casi come questi, un singolo sbaglio potrebbe portare ad un fallimento. E questa parola associata al piano messo in atto significa soltanto una cosa: la morte. Non solo la sua, fisicamente. La morte del suo pensiero di rinascita e del suo sogno. Questo non deve avvenire ed è per questo che Kioshi sta ponderando qualsiasi scelta che viene decisa, dal piccolo dettaglio fino alla scelta di un altro componente della squadra. E negli ultimi giorni si è informato molto su di un ragazzo. L'Uchiha aveva sentito di un nuovo chunin nelle file dell'Alleanza, il cui sangue era iniziato a scorrere in quei luoghi dove il Suono è più forte. Il jonin non lo conosce ma, tramite l'ausilio di alcune persone, gli è stato detto che una figura di aspetto simile al suo si stava incamminando verso questo posto. Il mantello di color nero copre il corpo dell'Uchiha. Si può notare soltanto parte della sua maglia di color grigio chiaro con sopra un gilet chiuso da due bottoni di una tonalità più scura rispettoa quella prima. Nella parte inferiore, indossa invece un pantalone nero di un tessuto elastico che segue aderente l'arto dell'uomo. Ai piedi, uno stivale di color nero. Il suo camminar lo porta al porto, dove si può osservare la presenza del faro che di notte illumina il mare. Una figura si intravede in una banchina mentre il suono del mare aumenta nell'udito di lui. Un leggero soffio smuove la chioma nera con i capelli che cadono davanti alla fronte coprendo parte dell'occhio sinistro. Rimane fermo, tre metri dietro l'altro. Gli occhi seguono i suoi tratti ma non può riconoscere la sua identità. <Un bel posto, non credi? Peccato per tutta questa nebbia> inizia a parlare e quelle parole son di poco interesse in realtà. Non gli piace il Paese dell'Acqua e non gli piace la nebbia, sia il Villaggio che questa foschia stancante. Ma deve trovare un modo per parlare con lui. Itsuki osserva il mare, magari lo trova interessante. [chk on]

16:00 Itsuki:
  [Porto - Banchina] Silente permane in quell'osservar la distesa davanti a lui di quel blu scuro, quasi una trasposizione fisica del tempo che scorre, con quel muoversi delle onde placido, che al semplice volere del vento o della marea che sià, è in grado di divenir calma piatta o burrasca, così come la realtà nella quale vivono, al subire di un susseguirsi di tanti piccoli eventi, può divenir pace o può trasfomarsi in tumulto. Ed i metaforici fili rossi del destino, si accavallano senza remora alcuna, senza preoccuparsi di ferire gli animi altrui, o magari di accenderli di nuove passioni, senza curarsi del bene o del male che potrebbe derivare da tali intrecci, crudele il fato in quel non curarsi dei risvolti dettati dai nodi che si stringono, noncurante dei risultati, ma solo in grado di preoccuparsi di somme, sottrazioni, divisioni e quant'altro. Mesto è il muoversi di quelle onde che continua a regnar sovrano come unico suono, melodia o rumore che sia, è lontano, seppur presente, dalla loro mente, distanziati in quel riflettere, tra il priimo all'esterno che brama dolore e sofferenza, che brama le sfaccettature del Caos, mentre l'altro pretende un rivendicare di quel che gli spetta, di quel di cui si era dovuto prendere carico dal nulla, mentre la determinazione continua crescendo in entrambi, ogni istante che passa, inconsapevoli di esser il figurativo tassello di un mosaico più grande, un mosaico che nelle sue figure comprende anche il piano dell'attuale Capoclan, Uchiha, più vicino di quanto si pensi, ora come ora, informatosi quanto basta dai piani alti, che tutti osservano ed ai quali pochi sfuggono, concedendogli la posibilità dunque di trovare quel corpo che vanta della forza di due in uno, lì al limitar di quella banchina, lì dove le parole si perdono facilmente tra le spire di un vento più libero, in grado di soffiare senza l'impedimento degll edifici, lontano dalla tendopoli e dalla società, un luogo dove il riflettere sarebbe quasi un dovere, più che altro < Mh? > è il dire di una voce che giunge dal nulla, nessun particolare tono, se non quello di una domanda che pare di circostanza, un tentativo minimo quanto onesto di stabilire un contatto, che riuscirebbe nel suo intento, andando quindi a destar l'attenzione di entrambi, seppur tutt'ora non si girano, si tendono le orecchie e solo gli occhi si muovono per andar lì verso il limitar delle orbite, in quel denotare che vi sarebbero dei metri a seprararli, non troppi, ne troppo pochi < Già, un vero peccato, per quanto è un paesaggio sin troppo poco... Cupo, per i miei gusti, nonostante la guerra che incombe. > permane ancora per lunghi attimi rivolto verso il mare, inconsapevole di chi sia il suo interlocutore, di quei tratti in grado di scatenar una tempesta nell'emotività e nell'animo di colui al suo interno. Dunque, soltanto ora andrebbe sollevando il piede destro, per portarlo dietro di sè e lasciare che il sinistro segua quel movimento, ruotando su se stesso con quei pochi spostamenti, girandosi quindi del tutto in que voler scoprire con chi stia parlando, in quel posar quindi gli occhi color del sangue su di lui, uno lui più che specifico che in viso porterebbe la somiglianza, rasente ad un'identicità, con un viso sin troppo conosciuto, per lui ritrovato in colui dai quali derivano quelli specifici, e soprattutto, nella di lui sorella. Nonchè, l'amata di quello che all'interno, non potrebbe che venir travolto da un'indicibile serie di ricordi, colto decisamente impreparato, tanto da fr sì che quindi, il susseguirsi improvviso e confuso, intricato, delle emozioni del Kagurakaza all'iterno lo investa, andando involontariamente a fargli tendere i muscoli, a costringerlo a stringere quella che era una placida presa sul polso destro, comprendendo in fretta il perchè di tutto ciò, dato il decantare ed il descrivere del proprio passato nei confronti di Itsuki, ora al corrente come nessun altro degli effettivi trascorsi del fu Jinchuuriki, permettendosi soltanto di sibilare, in risposta quel montare di sentimenti che sembrano come un fiume che irrompe, sfondando una diga di una psiche resa più coriacea, lì nel limbo, tentando di ammonire Eiji, lui questa volta, invece che l'altro che dall'alto della sua saggezza riesce a instillare caparbietà nel moro < Eiji.. > sibila soltanto, o forse lo mormora, non si rende conto più di niente in maniera precisa, troppi ricordi dell'altro gli annebbiano la mente, ed un mistro tra rabbia e tristezza andrebbe mescolandosi dentro di lui sovrastandolo, così come lo sgranarsi dello sguardo assottigliato, in condivisione dello stupore di colui all'interno, così come il pizzico di timore che si instaura dentro al Goryo che non riceverebbe nessuna risposta da parte dell'altro, sennò quel lieve ringhio sommesso di rabbia, per sè stesso, per quei lineamenti, per Sasuke, per il male fatto ad Hanabi stessa, lasciando poi quindi spazio ad un dire tra rabbia ed amarezza, quasi potrebbe percepire gli occhi lucidi dell'altro, in quel piano astratto all'interno <{ Mi chiedo quando il destino smetterà di volermi far soffrire, con i suoi crudeli scherzi. }> e si mantiene lì, infastidito, con un gatto con la schiena inarcata, il pelo irto dalla tensione, le membra dure come la roccia, il fiato di Itsuki che vien spezzato da quello stesso trasalire, cercando di sforzarsi quanto più possibile in un recuperare la calma perduta, opponendosi a quell'involontario voler prevalere di Eiji, che quasi rischierebbe di prendere il sopravvento, rischiando appunto di portarli verso azioni mosse dai sentimenti, verso un possibile fare dannatemente equivocabile, quasi come se in quel chiudere gli occhi stesse trattenendo quell'amico che vuole gettarsi a capofitto in quella che sarebbe una cieca rissa, togliendo poi il sipario che si solleva dalle vermiglie, che si puntano, piuttosto che sul volto altrui, sul faro lì di fianco, imponente < Perdonami, ma non posso guardarti in viso con tanta leggerezza, i tuoi sentimenti sono puro dolore per una parte di me. > tono serio e velato di amarezza, riprendedno lo stato emozionale dell'altro, e quindi permane, evitando il contatto visivo, andando a sentenziare riguardo quell'entità dentro di lui che è effettivamente oramai una parte di sè, sempre più vicini, sempre più perfetti in quella loro sintonia, sino al giorno, vicino come allo stesso tempo remoto, dove diventeranno un tutt'uno, nonostante le divergenze d'essere, probabilmente proprio grazie al loro intento in comune, al loro desiderio di gettar il mondo in rovina. { Ck on}

16:53 Kioshi:
 L'ondeggiar del mare accompagna quel silenzio che passa tra le parole di Kioshi e la risposta dell'altra figura. Le onde sbattono imperterrite contro la scogliera senza placare il loro moto e infrangendosi senza paura. Sanno a cosa vanno contro, sono consci del loro destino. Eppure non si fermano. Lasciano che il fato si compia, com'è giusto che sia. Kioshi può ritrovarsi in quell'acqua di mare che si innalza dalla sua superficie. Lui sa che la sua esistenza non sarà eterna ma ciò non lo ferma dal desiderio di voler compiere quello per cui è nato. Pezzo dopo pezzo, unirà ogni componente atto per realizzare il suo obiettivo e, una volta concluso, si siederà sul trono guardando con ammirazione a quel che ha compiuto. Se invece il destino ha prospettato a lui una morte precoce nel tentativo di veder risorgere il voluto, trascinerà la sua vita all'inferno non prima di provare a dar anche l'anima. Il vento sfiora la pelle dell'Uchiha. Soltanto i capelli vengon smossi dall'aria che si infila tra loro rendendo più disordinata quella folta chioma. I muscoli di lui rimangono immobile e rilassati. Le braccia restano distese lungo i fianchi, le gambe dritte con i piedi leggermente separati tra loro in linea con le spalle di lui. L'udito di Kioshi cattura quelle parole donate dall'altro verso il mare. Il suono della voce di Itsuki si allontana, lenta fino a scomparire. E in quel momento ruota il suo corpo dando la possibilità a Kioshi di osservarlo in volto finalmente. Le iridi scure seguono i movimenti altrui e si bloccano sul viso dell'altro. Lo osserva notando in lui la sua reazione. Itsuki si irrigidisce nel vedere i lineamenti dell'Uchiha. Il jonin non può sapere cosa stia avvenendo all'interno dell'anima di Itsuki, dannata dalla presenza del Kagurakaza. Kioshi non può osservar quel connubio di coscienze ma i suoi occhi sono ben attente nel vedere che gli attimi che si susseguono dopo l'incrocio degli sguardi non è per nulla normale. Il sussurro di quel nome arriva al suo orecchio e le sopracciglia si stringono tra loro abbassando di qualche millimetro la loro altezza. Le labbra si smuovono mentre il canino gioca con la pelle interna dell'inferiore. Kioshi riflette e lo fa in silenzio studiando quel che vede. Il Goryo rivela di non poter guardarlo in volto perchè ciò causa in lui dolore. <Sembra che tu abbia visto un fantasma..> dice Kioshi rivelando quel che l'altro gli ha trasmesso con il suo fare. Non si preoccupa di incrociar lo sguardo con l'altro. Al momento, non è importante. Riprende il discorso precedente nel tentar di trovare in lui l'identità che sta cercando. <Non guardarmi, non mi offenderò di certo. Io non ti ho mai visto. Quale dolore dovrei averti procurato?> sussurra mentre cammina in avanti interessandosi di più verso quel lato di lui che lo ha insospettito. Potrebbe essere curioso scoprire cosa gli provoca la sua vista. I suoi passi seguono una linea dritta superando il ragazzo alle sue spalle. Lo supera di un metro. Ora è lui a fissar il mare che si estende proprio sotto di lui. L'odore delle onde s'alza innondando il suo olfatto. <Poco cupo, dici?> e lui non avrebbe tutti i torti. La mente dell'Uchiha viaggia a ciò che accomuna di più a quella parola. Il Villaggio del Suono. Cosa ci sarebbe di più cupo di Oto? Nulla. Quella sensazione che ti lascia quando passi all'interno di quei vicoli. <Conosco un posto per i tuoi gusti. Nell'osservarlo ritroveresti ciò che cerchi> sussurra quelle parole lasciate nel vento e fatte arrivare a lui. Kioshi guarda il mare immaginando di trovarsi davanti al Lago Nero. Sarebbe bello esser lì ora. <Hai mai visto il Villaggio del Suono?> domanda ora il jonin al Goryo rivelando quel luogo di cui parlava prima. Ne è curioso e, in questo modo, potrebbe anche rispondere ai dubbi nella ricerca condotta dall'uomo. Un tassello deve essere aggiunto a quel piano. Deve essere quello giusto, però. Kioshi non può permettersi di sbagliare. <Peccato che stia perdendo il suo fascino da un po' di tempo. Gli anni modificano i tuoi tratti e possono farti sembrare altro. Ma basta poco per tornare ad esser belli come nel passato. Una restaurazione, in effetti..> le ultime parole vengon lasciate uscire a bassa voce. Un sussurro quasi inudibile per l'altro. Un ritorno all'antico regime. Ecco ciò che serve al Suono. [chk on]

17:38 Itsuki:
  [Porto - Banchina] L'aria del posto diventa inevitabilmente più fredda, raggelatosi l'animo di colui al suo interno, mentre la certezza dentro di loro del fatto di star avendo a che fare con un Uchiha, è palese, non ne ha ancora la conferma, ma un viso simile, non potrebbe di certo tradire quell'impressione quasi assodata. Un fantasma? Peggio. Quello al suo interno conosceva Sasuke di persona, non lo ha mai disprezzato, ma allo stesso tempo non lo apprezzava, sino a quando poi non è giunta Hanabi e nel loro innamorarsi, legarsi e condividere tutto, venne a sapere del trattamento becero e contorto, del rapporto con la perversione alla base di tutto, di lei e di quello che, tristemente, si rivelò poi essere il suo stesso fratello. Ma come già abbiamo detto, il destino è crudele, infido e sembra quasi che esistano entità ben superiori ai mortali, che si divertono di gran lunga più dello stesso Itsuki, nel veder la gente soffrire, nel dispensare discordia e rovina, che sia questa fisica o sentimentale, che sia tangibile o meno, le forze del destino non si stancheranno mai di tentare di sopprimere la luce nei cuori delle persone, e solo i più coraggiosi - o forse i più stolti - risultano in grado di definirsi abbastanza forti d'animo da riuscire a proteggere quella luce, come se fossero in mezzo ad un nero mare di dolore, su una zattera in preda alle onde, nel disperato tentativo di proteggere una fiamma, un piccolo barlume che ancora li tiene in vita, torturato e minacciato dai dolori inevitabili della via del Ninja. Non è il loro caso, loro hanno deciso di sopprimere quella fiamma con le loro stesse mani, chi rinnegando la madre arrivando ad ucciderla con le proprie mani, chi invece si lasciò consumare dall'odio nei tempi che furono. Ma, per quanto il passato sia doloroso, non porta nulla di buono se non un'amara nostalgia, una sofferenza che si protrare nel tempo, qualcosa che Eiji avrebbe tentato di seppellire in quella sua fase di transizione, perno nel tutto e nel niente, senza riuscire però a perdonarsi per il dolore arrecato alla sua Hanabi, risultando appunto scosso nel profondo al notare di Kioshi < Un fantasma, non gli farebbe così male. > direbbe Itsuki, potendo parlare per lui che all'interno tace, distrutto dalle memorie che lo perseguitano come i peccati di un passato dove l'unico suo risentimento è rivolto ad Hanabi stessa, quasi come se le parole del Goryo fossero un tentativo di funger da palliativo all'animo tormentato del Kagurakaza, quasi potrebbe sentire le lacrime rigargli il viso, da dentro, mentre, quasi di rimando in quel non riuscir a gesti le emozioni ritrovate, la tristezza andrebbe inumidendo anche gli occhi dello stesso Itsuki, creando una lieve patina lucida, quasi intaccato dalla tristezza altrui, di quella sua unica debolezza, sollevando quindi la mancina per portarla lì dove gli occhi son più vicini al naso, indice dal destro, pollice dal sinistro, strizza le palpebre ed avvicina le dita in quel scivolare sino all'apice del setto, cercando di sopprimere la distruzione nel cuore altrui < È il retaggio di una vita passata, non posso spiegarti al meglio ma.. Forse potrà farlo lui. > seppur non ora, non adesso che l'altro permane scosso al suo interno, riuscendo soltanto adesso a sbloccarsi in un sottile dire, seppur fine a se stesso, straziato <{ Non sono altro che un mostro.. E non smetterò mai di meritarmi questa sofferenza. }> ma Itsuki non si sentirebbe di certo in grado di rivolgersi a lui, degno di sapere la sua storia e di poter comprendere i proprio dolori, ma allo stesso tempo incapace di renderli propri, non avendo mai sperimentato nulla di simile, senza permettersi nemmeno per un'istante di ammettere di comprenderlo, tacendo in quel condividere silenzioso, come quando nell'incapacità di consolare qualcuno, non si potrebbe far altro che tacere e restare al suo fianco, in silenzio. Lo sciabordio delle onde, dunque, per qualche istante è l'unica cosa che si frappone fra le loro parole, prima che l'altro continui con quel suo brevve domandare, rimarcando l'aggettivo attribuito alla Nebbia, quella parola della quale il luogo pecca, lasciandolo discorrere, volendo spostar ora lo sguardo innanzi a sè, mentre lui lo sorpassa e si avvicina a dove si trovava in precedenza il Goryo, quasi scambiandosi di posto, e lo stesso Itsuki si volterebbe di lato, risultando perpendicolare a Kioshi, volgendo quindi verso di lui con il proprio lato destro, disposti in una sorta di L rispettosa, vicini quanto basta per parlare, ma allo stesso tempo impossibilitati a guardarsi in viso, almenon non sino a quando Eiji non si sarà placato, sentendosi in un certoo senso rasserenato - il Goryo - nell'esser riuscito a non far sbottare l'altro, lieto di non essersi ritrovato lì con l'innata attiva, altrimenti nemeno i Kami avrebbero potuto sapere dei risultati < Io provengo da un piccolo villaggio al limitare delle Risaie, ma .. Dopo esser stato reso libero dalla mia schiavitù, ho vissuto a Kusa.. Solo ieri ho avuto modo di ammirarne uno scorcio, al Promontorio. > dice semplicemente con un tono sincero, ricadendo sempre nelle immagini di morte e rovina che ha portato nel suo villaggio natio, immergendosi ogni qualvolta che può in quei dolci, macabri ricordi, lasciandosi percorrere da un brivido, ritornando poi al più recente incontro con Kimi e l'Insonne. Altri brevi istanti, e poi è il dire seguente che lo stuzzicherebbe, che andrebbe a fargli rizzar le orecchie e a dargli una motivazione effettiva per lasciar che la propria curiosità venga pungolata, smossa, così cme Eiji stesso, che in quel suo crogiolarsi nella disperazione, riuscirebbe a farsi abbastanza forza per concedersi le parole di Kioshi, per soffermarsi su quel dire che potrebbe bastare a donargli nuovamente la lucidità che basta per mettere da parte la propria sofferenza, lasciando che Itsuki risponda, per primo, volendo sondare l'intenzione delle sue parole, con lo sguardo che si perde nel mare < Le tue parole.. Accompagnano un desiderio impellente di rievocar gli antichi fasti.. Dimmi, qual'è il tuo scopo? Potresti ritrovarti pericolosamente d'accordo, con quel "lui" del quale parlo. > e le mani che erano dietro la schiena vanno sciogliendosi, direzionandosi verso le tasche, dove dai pantaloni verrebbe tirato fuori un pacchetto ed un'accendino, una sigaretta verrebbe estratta e portata tra le labbra, il pacchetto verrebbe tenuto in mano e l'accendino andrebbe ad illuminare la punta, il tondino di tabacco, che in fretta si illuminerebbe di arancione, andando a lasciar che sottili fili di fumo si sollevino in aria, diradandosi tra la nebbia, mentre con le mani ripone il tutto, andando poi ad afferrare con la dritta il palliativo cilindrico, mentre la mancina torna in tasca. { Ck on }

18:30 Kioshi:
 Alla fine, in un modo o nell'altro, è il passato a far sempre paura nelle persone. Quel filo che tiene ancorati ai giorni ormai passati non permette alla mente umana di guardare con chiarezza il presente e con ambizione il futuro. Finchè il tuo corpo, la tua mente e la tua anima sono strettamenti collegati da un legame fermo negli anni ormai vissuti, il tuo io non può proseguire quel cammino che ti congiungerà insieme al tuo destino. Abbandona quella paura allora, afferra quella sensazione di vuoto per alcuni secondi e perdi l'equilibrio per un attimo. Perdi il respiro, il cuore si fermerà certo ma una volta che l'ossigeno avrà riempito i polmoni, tutto sarà chiaro. Kioshi lo ha abbandonato quel passato. Le sue mani hanno preso quei ricordi e li hanno gettati in un abisso, oscuro e profondo, dal quale non potranno far ritorno. E ora? Adesso i suoi occhi gli hanno mostrato la via da intraprendere. Le iride nere brillano per quanto siano comunque scure perchè sanno quale sia la strada da seguire. Un percorso, un obiettivo e un futuro. Questo si è palesato nella mente dell'Uchiha da quando ha lasciato dietro se stesso quello che era e quello che lo tormentava. Adesso il jonin viaggia a velocità elevata verso quel che vuole. Salite adesso su quel treno o sarà troppo tardi. Kioshi sente l'altro parlare di un 'lui'. Gli occhi di lui non osservano Itsuki ma il viso di Kioshi sarebbe perplesso cercando di capire a cosa il Goryo si stia riferendo. Le labbra si schiudono e la sua voce esce <Sarei felice di conoscere questo 'lui', allora. Di quale retaggio sono colpevole? Sentiamo> si sente ancora preso in causa, non sospetta che l'altro parli di un Uchiha del passato. Lascia che l'aria rinfreschi il suo viso, ancora immobile nell'osservare la vastità del mare che si presenta dinanzi a lui. Cercare un pezzo del suo tassello sarebbe come cercare un granello di sabbia particolare. Come può sapere dove sia? Come può trovarlo in un mondo così immenso? Per questo deve saper valutare bene le sue azioni, calibrare ogni parola che esce dalla sua bocca, osservare la forma di quel granello di sabbia mentre rivela sempre più il suo piano parola dopo parola. La voce del Goryo arriva all'orecchio di Kioshi. Le sue origini vengono rivelate e questo è una prova che lui sia la persona che stava cercando. <Il Promontorio, eh?> ricorda bene quel posto in cui ha trascorso momenti della sua vita passata. Il vento che si smuove sui capelli, le nuvole che si disegnano attorno a te, l'odore del Suono che si percepisce. <Io sono nato nel Villaggio del Suono. Un territorio che risplendeva per la sua bellezza..> si ferma alcuni attimi assaporando i ricordi di quei giorni <.. e il suo potere. Una terra il cui suono incuteva paura nei restanti Paesi. Forse, non hai memoria di quei giorni..> rivela a lui il passato che regnava ad Oto, inconscio del fatto che forse il 'lui' di cui parla possa saperne qualcosa. Le parole di Itsuki lo spingono ad aprire il suo discorso e, una volta iniziato, sarà impossibile tornare indietro. <Ancora quel lui.. Per quanto mi abbiano raccontato delle tue capacità, sembri parecchio strano. E potrebbe essere interessante..> premette lui cercando di spingere l'altro a svelare quel che nasconde. <Il mio scopo è chiaro. Chi può comprenderlo.. no, invece> il suo corpo ruota verso di lui adesso. Rivolge il busto a Itsuki cercando un contatto con i suoi occhi. Lo deve guardare bene. Kioshi deve capire cosa scorre nei suoi occhi. Questo è il momento in cui ponderare la sua scelta. <Lui, tu, chiunque..> il tuo tono si abbassa ora diventando più cupo e tenebroso. <Chi mi accompagnerà in questo viaggio dovr essere spinto dalla voglia di far tornare il Villaggio del Suono alla glora che merita> rivela ancora poco ma quanto basta per spingere la curiosità dell'altro ad aumentare. <Quanto sei ambizioso nella tua vita? Quanto sei pronto a lasciar indietro tutto il tuo passato e affrontare il futuro versando sangue per esso?> dare la vita per il Suono. Il messaggio sarebbe molto chiaro. Rimane fermo mentre le iridi nere continuano a scrutare il volto altrui, che lo sguardo sia ricambiato o meno. [chk on]

19:20 Itsuki:
  [Porto - Banchina] Si assopisce dunque il torpore della sofferenza, si distendono i muscoli contratti e dunque allo stesso modo potrebbe sentire un rialletarsi, seppur minimo, dello stesso Eiji, che essendo stato colto impreparato, ha vacillato nella sua impeccabile risolutezza, nella sua elegante compostezza, cedendo più del solito al dolore dei ricordi, del passato. Entrambi se ne sarebbero liberati, ma non del tutto, o meglio, sia ad uno che all'altro il passato serve, gli serve per potersi permettere di guardare al futuro con un'occhio più attento, con la saggezza che può derivare solo dalla comprensione e dall'accetazione dei propri errori, dei propri dolori, senza rimpiangerlo, ma cercando di accettarlo e di trarne la forza per andare avanti. Inspira ed espira, ad un ritmo regolare, alternando tra quella semplice trasposizione di ossigeno alcuni tiri di quella sigaretta, andando a porre un sorriso amaro in direzione del mare, rivolto però alle prime parole dell'Uchiha, verso il quale quindi risponderebbe annuendo < Non fraintendere, non penso sarebbe così sciocco da imputarti per la tua apparenza, è lui, che si ritiene colpevole del dolore causatogli. > il tono è sempre pacato, è posato e quasi vien sovrastato dal violento roboare del mare, riferendosi chiaramente a lei, parlando con rispetto, quasi esprimendosi al posto di Eiji, che da dentro tace ed allo stesso acconsente annuendo, ritrovando delle parvenze di saggezza in quello che sarebbe semplicemente un ventunenne, costretto a cresce più rapidamente di quanto il tempo non gli abbia permesso, tra quella convivenza e quel doversi riprendere la vita persa sotto alla degenere genitrice < Io? Oh, io ai tempi ero solo una minuscola macchia sulla grande tela del Suono, se non fosse stato per lui, non sarei manco qui. > e tutt'ora usa solo un pronome, seppur quel sospiro che esala sarebbe chiaramente un andar a denotare il fatto che non avrebbe intenzione di andare avanti riguardo al mantener celato il Kagurakaza, che con determinazione ed un rinnovato equilibrio, andrebbe quindi a dire all'altro all'esterno <{ Basta con gli enigmi, è ora che mi prenda le mie responsabilità. }> ed annuisce Itsuki, seppur nel frattempo le parole del Jonin discorrono e continuano, permettendosi quindi di rispondergli, preparandosi nel frattempo a cedere il passo all'altro, smuovendo lentamente il Chakra attraverso il sistema circolatorio, facendolo salire con più calma del solito verso la mente, concedendosi il tempo di rispondere a più o meno tutto < Tutto ciò che si cela dietro a quello che non possiamo vedere con i nostri occhi appare strano. > un qualcosa di invisibile ed incomprensibile, allo stesso tempo difficile da immaginare, persino per chi possiede un paio degli occhi più potenti al mondo, continuando a sostenere il Chakra in quell'ascesa, molto meno rapida del solito, volendosi concedere il tempo necessario per concludere la loro di conversazione, per poi lasciar spazio all'altro < Questo desiderio è più vivo dentro di lui, che per il sottoscritto, io solo solo un'agente del Caos che vuole godere di ogni singola sfumatura del Male, gioendo della sofferenza altrui... Senza contare che il nostro è un sangue prezioso ma... > farebbe una breve pausa, nel suo sentire quel fruscio delle vesti nel percepire un volgersi da parte sua, l'intenzione di guardarlo negli occhi, lasciando calare il sipario su quelle del color dei rubini, vedendo quindi di aggiungere quelle ultime parole, prima di lasciare che l'energia azurea vada a permeare il cervello, concentrandosi di lì a poco nella fenditura centrale, in quel processo di stimolazione dei recettori, di sollecitazione, nel voler attivare l'innata, che inizierebbe a destarti poco dopo le ultime parole < È ora che parliate voi due. > e di lì a poco i capelli vedrebbero di tingersi di bianco, sfumando dall'attaccatura centrale in un grigio lungo il percorso, desaturandosi e schiarendosi in maniera nettamente opposta a prima, con l'ebano che lascerebbe spazio ad un bianco puro, come quello della neve, raggiungendo in fretta la punta della coda che danza all'altezza delle ginocchia, sotto alle fievoli carezze delle brezza marina, risollevando poi le palpebre per mostrare quellle iridi ora tinte d'ametista, violacee, lo la tonalità della stessa nota del Suono, quel colore che era, è e sempre sarà una tonalità distintiva della casata dei Kagurakaza. Dunque, con un profondo respiro che andrebbe ad armarlo di pazienza e di una falsa serenità, andrebbe volgendo il capo in direzione di lui, lasciando che quell'espirare pesante e gravoso vada consumando tutto l'ossigeno in quei polmoni, in un decomprimersi lento e profondo, placido ma allo stesso tempo straziato, arrendendosi a posar lo sguardo su quei lineamenti, cercando di sopprimere l'inevitabile giungere delle memorie della sua amata Hanabi, quasi ringraziando il fatto che lui è un'esponente di sesso maschile di quel dato Clan, e quindi più facilmente riconducibile a Sasuke, che a lei < Non pensavo che avrei visto un'altro simile risultato nella mia.. Vita, se posso definirla in maniera così eufemistica, cosa sei, un clone riuscito maledettamente bene, o un puro? > domanda con quel tono che ora è più affilato, un filo più superbo, elegante comunque a priori in quella nota di sfacciataggine che mai lo ha abbandonato, domandando sapendo più di quanti altri che non sono Uchiha potrebbero sapere riguardo agli esperimenti che l'antenato conduceva, con le nozioni necessarie a poter porre la domanda, senza riuscire a non farsi tradire da quel filo di astio di sottofondo, aggiungendo poco dopo, con le violacee oramai puntate sul suo volto < Seppur ai tempi tradì il Suono, morirei pur di riapproriarmi di ciò che mi fu addossato da quel surrogato di Sensei che mi abbandonò, tornare a casa.. Non mi dipiacerebbe affatto. > e vorrebbe fermarsi lì, se non fosse per il fatto che gli deve una spiegazione, riguardo al dire riguardo al suo volto, al dolore che possa rievocare e a tutti gli annessi, continuando con quel tono solenne che andrebbe ammorbidendosi appena, attendendo prima di pronunciare il suo nome, prendendosi il tempo necessario, ricordandosi solo ora che non si è rivelato, preso dal rimuginare e dal dolore < Ah.. Che sbadato, che tu ci creda o no, sono Eiji Goryo Kagurakaza, precedente Jinchuuriki del Nibi. > e non andrà oltre, pochè bastera citare il suo essere una Forza Portante in passato, senza lo sciorinare altezzoso che dovrebbe susseguirsi, riguardo l'esser stato Capovillaggio di Oto e Capo di un'Akatsuki volta al male, dopotutto, il suo nome riecheggia nella storia, che basterà così, mentre soltanto ora si ricorderebbe di quella sigaretta, vedendo di riportarla nuovamente alle labbra, dando poi un lieve tocco con l'indice alla suddetta, lasciando che la cenere cada lì sulla banchina, per venir portata dunque dall'aria del mare. { Ck On - Goryo On }

20:41 Kioshi:
 Ambizione. Questa è la parola adatta al futuro per Kioshi. Dietro a questa parola, ci sarebbe in seguito un insieme di azioni che si possono ricondurre ad essa. Fame di potere. Sete di sangue. Volontà ferrea. Occhi stracolmi di vendetta per ciò che non è più come un tempo. Occhi carichi di determinazione nel voler ritornare a quella gloria. I cambiamenti servono per portare una ventata di novità. Aria pulita, facce nuove, mentalità differenti. Quando un'epoca stagna per troppo tempo, finisce per appassire. Un'era ha un inizio e ha una fine, come tutto nella vita. L'era della pace eterna sta per giungere al termine. Kioshi non vuole scatenare guerre su tutti i fronti ma vuole portare il Suono a far valere nuovamente la sua forza in ogni ambito. Sia politico che militare. Se Otogakure sarà contraria ad una decisione dell'Alleanza e la sua parola non verrà ascoltata, il Suono non chinerà la testa e basta. Kunimitsu ha dato tutto quel che poteva. Negli ultimi anni, ha lasciato scorrere gli eventi senza prendere in mano la situazione come un Kokage avrebbe dovuto fare. L'ultimo, in ordine di tempo, evento è stato lasciare il potere del suo Clan in mano a Kouki. Per Kioshi, questo gesto è stato soltanto un benificio perchè ha trovato nella donna una valida alleata. Questo passaggio di carica denota quanto Kunimitsu sia ormai allo stremo della sua tenuta mentale. In questo momento, Kioshi deve spingere su questo fattore mostrando all'intero Villaggio quanto la Yakushi sia incapace di continuare a governare il Suono. Il ragazzo rivela come quel retaggio non sia da attribuire a Kioshi. Le sue parole continuano in una danza che sembra intrecciare le storie di due personalità differenti. L'una non vivrebbe senza l'altra. E si fondono in quei discorsi sul loro passato. Gli occhi dell'Uchiha osservano quel connubio di anime all'interno del corpo del Goryo. E questo lato di Itsuki intriga il jonin nel voler scoprire di più sulla sua persona. <Parlerò con lui. Ma sappi che mi interessi tu..> un chiaro messaggio per spiegargli che vuole aver a che fare con la personalità di Itsuki. Lo sguardo del jonin guarda il cambiamento fisico nella figura altrui. Lui non si muove ancora. Rimane fermo nell'osservare la differenza tra le due personalità. <Quindi è questo che si cela dentro te, ragazzo..> parla con l'altro mentre guarda ora il Kagurakaza. Eiji inizia ad interagire con lui chiedendo quale sia il suo stato genetico. I denti si sfiorano tra loro, in un movimento che delinea ancor di più i tratti della mandibola. <Maledettamente bene.. Mi piace> sorride con un ghigno sul viso mentre scrolla le spalle di un tanto. <Un sinonimo di perfezione> questo è ciò che Kioshi è: un Clone Perfetto. Le parole di Eiji mostrano quanto lui sappia molto di più sul passato del Suono rispetto a Ituki ed ora quel nome risuona anche all'udito del jonin. <Eiji Kagurakaza..> il suo nome non può che esser famoso nelle terre ninja. Rimane sorpreso nel vedere quello spettro non capendo come sia possibile che lui sia all'interno di Itsuki. Le iridi nere scrutano più attente quella figura davanti a lui. La sua storia è risaputa da tutti nel Villaggio, un ex Kage del Suono dopotutto. <Interessante, lo sapevo d'altronde> aveva intravisto la possibilità che il loro discorso sarebbe potuto diventare un momento da ricordare. Le dita della mano destra sfiorano l'aria che passa tra di loro. <Quella tua fuga dal Suono è stata assordante per il Villaggio> ricorda quei momenti di tanti anni fa, prima che Kunimitsu salisse al potere. <Un servo dell'attuale Kokage dovrebbe punirti per quel che hai fatto per la seconda volta, visto che la prima sembra non esser bastata per te..> la mano destra striscia sul fianco staccandosi poi da esso. Il palmo si gira verso l'interno in un gesto semplice che mostra quanto lui sia poco interessato a fare ciò di cui sta parlando. <Per tua fortuna, forse, non sono un suo servo. Anzi..> le sue parole si fermano qui e non continua a raccontare quel che vorrebbe fare. Sposta l'attenzione sull'altro, quel che davvero gli interessa. <Eiji, dunque..> richiama l'attenzione dell'ex jinchuuriki. <A me interessa lui. Penso che abbia il potenziale per unirsi alla mia squadra, ma..> si ferma adesso guardando in maniera più dura il Kagurakaza <.. prima spiegami cosa vuoi ancora da questo mondo. Cosa vuoi da questo ragazzo? Per fidarmi di lui, devo.. per forza fidarmi di te a quanto pare. Visto il tuo trascorso, pondera bene le tue parole> conclude il suo discorso cercando di capire più su quell'unione tra il Goryo e il Kagurakaza. Kioshi non ha mai visto una cosa del genere e deve capire bene cosa fare. Sicuramente è rimasto sorpreso ed ora inizia a capire perchè le qualità di Itsuki stavano arrivando all'orecchio di molte persone ai piani alti. [chk on]

21:32 Itsuki:
  [Porto - Banchina] Dunque, non ci vorrebbe molto prima della rivelazione della verità, prima di andare a mostrarsi e dunque definirsi con il proprio nome, presentandosi in quella maniera accidentalmente sbadata. Non è a conoscenza del vero obiettivo dell'Uchiha, non ha idea della sua bramosia e di cosa effettivamente voglia raggiungere con il proprio percorso, percorrendo quel cammino che hanno portato i due - o meglio i tre - ad incontrarsi, in quel posto dove le onde fanno da sottofondo a discorsi più o meno importanti, per quanto ora indubbiamente non si potrebbe far altro che ritrovarsi ad un punto di svolta, così come quell'altro che potrebbe andar a ricollocare un'altro tassello al proprio posto, sempre si possa instaurare un rapporto di fiducia, ora che giungeranno le spiegazioni dovute. Ma un passo alla volta, prima, giunge la sua comprensione riguardo il cosa, o meglio chi, effettivamente si celi dentro Itsuki, seppur non starà a spiegargli sin da subito il sigillo utilizzato ed i trascorsi del Moro, diventato un recipiente atto a contenerlo in quella seconda possibilità, semplicemente annuirebbe senza dimostrarsi per nulla sorpreso riguardo a quella perfezione decantata, ponendo quasi un'espressione di sufficienza sul suo volto, non per Kioshi in sè, quanto per il fatto che lui ha amato la sorella e non un un'ammasso di cellule e geni, non che non ammiri quello che veniva fatto nei laboratori Uchiha, il lavoro degli scienziati lì presenti, sotto le direttive di Sasuke, era da considerare esemplare, per quanto severo e mai in grado di lasciare spazio agli errori, è che lui l'aveva sempre considerata su un'altro piano, una spanna più in alto, un gradino oltre a tutti, pura e bella come nessun'altra < Ah.. Mi congratulo per la tua esistenza ma.. Io avevo il meglio del vostro Clan, e l'ho gettato al vento.. > farebbe una pausa, andando ad osservare il mare quasi potesse trovare delle parole che possano perdonarlo, quasi potesse giungere una voce lontana che lo perdoni, quasi potesse annegare i propri sensi di colpa nei confronti della Uchiha, armandosi poi di un coraggio e uan forza no nda poco, in quell'inspirare profondo, espirando poi con tanta pesantezza come prima, dichiarando il nome di quella persona che più la avvicinò a quel Clan, per quanto non ebbe mai intenzione di avere a che fare con nulla che concerne gli Uchiha, dopotutto non scorreva del sangue definibile buono tra di loro, per quanto si rispettassero a vicenda, ringraziando il fatto che il capostipite era già morto allora, quando Hanabi gli rivelò degli abusi subiti, che diventarono poi frammenti un perverso rapporto d'amore, nei confronti di quello che infine si rivelò suo fratello. Un crudele scherzo del destino, uno dei tanti, quelli che infiniti si susseguono, mentre dentro di lui quindi giungerebbe la convinzione di poter dire quel nome < Hanabi Uchiha, che tu la conosca o meno.. Lei era la perla più preziosa tra tutti voi.. > e lascerebbe il tutto così, a svanire nel vento, non è un voler denigrare nessuno degli appartenenti agli Uchiha, cloni, puri o semi-puri che fossero, a lui interessa semplicemente tentare di accettare un frammento per volta le sue colpe, il suo dolore, seppur è convinto che non riuscirà mai a metabolizzare il tutto e ad accettarsi, per poi quindi perdonarsi per quello che ha fatto, annuisce quando sente il proprio nome, con lo sguardo che si era portato in basso, verso il limitare della banchina, che ora dopo un tiro della sigaretta volge nuovamente verso di lui, riuscendo a sviluppare una virgola di tolleranza in più ogni volta che guarderebbe il Jonin, discostandolo dalla figura del passato, andando ordunque a soffiare il fumo che si disperde tra la brezza marina, ricordando i suoi rocamboleschi trascorsi prima di diventare un traditore, e tutti gli annessi al seguito, ridacchiandoo in maniera amara, come quando ci si sofferma a soppesare i presunti errori della vita, arrendendosi al fatto che non avrebbe potuto - ne voluto - agire diversamente < Ah.. Sono sempre stato relativamente egocentrico, ma volevo solo perseguire il mio scopo ai tempi, non mi interessava di niente e di nessuno ne tantomeno di colei che stava per diventare Kokukage.. > piega la testa di lato, prima a destra e poi a sinistra, sentendo i muscoli del collo distendersi, socchiudendo gli occhi per poi tornar ritto con la testa e continuare a guardarlo < Suvvia, non sarestii qui a farmi questi discorso se gli fossi fedele.. > e la conferma giunge poco dopo, ritrovandosi però in obbligo di porre un lieve cenno di diniego nei suoi confronti, andando a soffiare il fumo di un'altro tiro di sigaretta, ritrovandosi costretto a puntualizzare un paio di cose, giusto per dimostrargli il fatto che non può di certo scindere quelle due entità, e che se gli interessa Itsuki, allo stesso modo non può non interessarsi a sè stesso, che dopotutto, ha fornito quel prezioso sangue - da lui mai sperimentato - al Goryo stesso, spiegando dopo un lieve schioccar della lingua sul palato, riassaporando la nicotina che si è posata delicatamente sul palato, o perlomeno il suo sapore < Vedi, siamo due entità in un'unico corpo, o prendi entrambi, o nessuno. > andando poi dunque a sentire parole più che giuste riguardo il fattore della fiducia, un qualcosa di fondamentale qual'ora vogliano percorrere asieme un percorso di rivalsa su Oto < Mh, avrei potuto dimostrare a quella cagna di Kunimitsu chi fosse il più forti tra noi due in un qualsiasi momento, peccato che non mi sia mai curato della cosa, come del ruolo di Kage in sè, non ho pegni di fiducia da offrirti ma.. Se si tratta di riprendere Oto, non potrei che dedicarmi con tutto me stesso.. Itsuki mi seguirà indubbiamente, abbiamo un patto io e lui, visto che noi abbiamo come scopo il portare un'ordinato ed estetico Caos, in grado di far rinascere queste terre Ninja e lui è la mia seconda possibilità, un'agente del Caos in grado di portare avanti le mie volontà e quelle di chi, come me, persegue lo stesso scopo.. > riferendosi a Kimi, all'Insonne e a chiunque altro potrà effettivamente abracciare quell'ideale, quel sentimento, quel bisogno impellente, ritrovando in Kioshi stesso un presunto candidato ideale, un'alleato con il quale riprendersi Oto e perseguire quello stesso scopo, stabilendo chiaramente delle precise linee guida e cosa otterranno da quel riconquistare di Oto, visto che ad Eiji non importa di certo regnare e probabilmente non interesserà nemmeno all'Uchiha, se vorrà perseguire i suoi scopi senza lasciarsi intralciare dai doveri che comporta il ruolo di Kage, o almeno è quello che pensa. Quindi insomma, ad ognuno il suo, e se il prezzo da pagare è la morte della Yakushi, oh, allora non ci sarebbe desiderio più grande nel voler pagare quel desiderio al più presto. {Ck on Goryo on }

22:19 Kioshi:
 Osserva come più passino i secondi e più l'altro riesce a rivolgere lo sguardo sul volto di Kioshi. Sembra si adatti ai suoi lineamenti e quel dolore lentamente ritorna al suo interno, nascosto finchè qualcos'altro non lo faccio comparire nuovamente. Kioshi ascolta le parole del Kagurakaza e comprende che lui ha commesso degli errori portandolo a perdere quel che più aveva di importante nella sua vita. Il suono di quel nome risuona nella sua testa e potrebbe identificare il volto della donna, mai realmente conosciuta però. Lui l'ha persa ed è consapevole degli errori commessi. Kioshi lo guarda con distacco, come se non gli importasse dei suoi sentimenti. Il jonin ha provato ad essere una persona più comprensiva. Ci sono stati dei momenti che lo hanno portato a parlare con altri dei loro problemi. Più li ascoltava però e più i suoi aumentavano. Più provava a capire loro e più lui si perdeva. Quindi, Kioshi ha smesso di provare a comprendere quelli che lo circondano adesso. Da quando ha messo da parte i sentimenti, è riuscito a ritrovare un obiettivo che lo fa sentire vivo e questo lo aiuta a rimanere concentrato sul suo piano. Nessuna emozione, soltanto odio verso chi ostacola il suo sogno. L'Uchiha non vuole mischiare il cuore con la testa, ora. Il Clan non può permetterselo e lui si sta facendo carico di questo peso sulle sue spalle. Un giorno, forse, si pentirà nell'aver messo da parte una parte importante nell'esistenza di una persona. Per ora non conta. Non vale la pena mettere a rischio il suo piano adesso. <Da come ne parli, sai già di aver commesso degli errori. Non c'è bisogno che aggiunga altro..> caro Eiji, il dolore per l'amore ti travolge anche nella morte. Ora è tardi per pentirsi degli sbagli di una vita. I loro discorsi continuano e Kioshi ascolta l'altro parlare. Quelle due anime sono così diverse tra loro. Eiji è più arrogante, spavaldo. Itsuki si è mostrato meno egocentrico dell'altro. <Il passato è passato, Eiji. Quel che è stato non mi interessa più> chiude quel piccolo argomento dettato sulle azioni fatte negli anni indietro da parte del Kagurakaza. Successivamente, Eiji spiega che l'Uchiha può avere entrambi insieme o nessuno dei due. Non si possono separare. Un'entità unica. Kioshi lo fissa riflettendo le sue iridi nere in quelle altrui. La testa si scuote leggermente, in un lento movimento che porta la testa da destra verso l'opposto. <Non ho problemi nel prendere entrambi, in realtà> rivela l'Uchiha a Eiji. Inspira l'aria nei suoi polmoni continuando parte del suo discorso. <Voglio che lui si convinca da solo di poter essere parte di questo piano. Non mi serve che lo faccia soltanto perchè ha un patto con te..> aggiunge ancora delle frasi cercando di far capire ad Eiji quel che vuole dall'altro. Kioshi non ha nulla contro il Kagurakaza. Le sue parole non sono contro quel connubio. Alla fine, sembra che uno completi l'altro dalle sue parole. L'Uchiha ha bisogno di sapere cosa Itsuki pensa. Quanto vale per lui questa missione? <Voglio comprendere quale fiamma alimenti la sua anima, Eiji> ecco cosa Kioshi vuole sapere. Non conosce ancora il nome dell'altro quindi in un certo senso è costretto a parlare con il Kagurakaza. <Le tue parole mi rendono certo della tua volontà nel seguire questo piano ma..> si ferma per un attimo. Kioshi è certo che le parole dell'uomo siano sincere e dettate dal suo volere. Una seconda possibilità, ecco come Eiji la vede. Le mani tornano a scivolare sui suoi fianchi. Le spalle sono innalzate mostrando il petto in modo orgoglioso. <.. voglio che sia lui a parlare> una chiara richiesta quella del jonin verso quello spettro di un defunto. Eiji, per quanto sia unito a Itsuki nel suo corpo, è ormai il passato. Ciò che succederà a quel corpo e alle loro menti non farà mai tornare indietro il Kagurakaza. Forse ne nascerà una nuova identità in una possibile unione delle loro anime. Ma ciò che è morto, rimane morto. Per questo, l'Uchiha vuole sentire le parole di Itsuki. Che sia lui a guardare dritto negli occhi il jonin e spiegare cosa lo bruci dentro l'anima. E poi, se le parole del Goryo saranno come il jonin si aspetta, avranno modo di incontrarsi ancora una volta. Fianco a fianco, però. [chk on]

22:57 Itsuki:
  [Porto - Banchina] Indubbiamente, tentare di dedicarsi agli altri più del dovuto, provare a comprendere le intenzioni altrui, i pensieri ed i concetti, può portare chiunque a distaccarsi da se stesso sin troppo, magari affezionandosi più del dovuto a delle figure che finiscono per precludere se stessi. Ognuno è libero di lasciare il proprio segno nei cuori degli altri e di segnare il proprio secondo i segni che gli stessi potrebbero essere in grado di lasciare dentro se stessi, dopotutto, non sono forse i legami a divenire la forza più potente ed inamovibile, in grado di farci combattere ciecamente per il puro gusto di proteggere quegli stessi legami, o di distruggerli? Si schiudono appena le labbra in quel sentir da parte sua quel mancato bisogno di rincarare la dose, comprendendo con le piccole perle elargite da lui che il suo dolore è già abbastanza grande così, rispettando quei suoi ricordi ed i suoi stessi errori, magari trovando una saggezza dentro al Kagurakaza, di quelle che si possono comprendere solo dopo anni di esperienza, solo dopo averne passate e vissute tante, quindi, annuisce brevemente in quel riprendersi dal lieve cenno di sorpresa di poc'anzi, dicendo con aria mesta < Ti ringrazio, convivere con un dolore simile è già una maledizione abbastanza pesante di per sè. > e quindi, lo lascerebbe proseguire, permanendo silente lungo tutto il proseguire delle sue parole, continuando semplicemente a fumare e a lasciar che effettivamente quelle parole vadano distruggendo i preconcetti del passato, lasciando che una sottilissima nota di dissenso si dipinga sul suo volto, per quanto è una questione di punti di vista, un modo di voler vedere le cose estremamente propenso al futuro, il quale vien condiviso da Eiji, seppur allo stesso tempo si sentirebbe in dovere di dire la sua, mentre da dentro Itsuki riflette sul dire dell'Uchiha, andando a denotare il fatto che non può di certo lasciare il definirsi del proprio essere in mano ad Eiji, visto che lo stesso avrebbe concesso all'altro di essere chiunque egli vorrà essere, sino a quando in quel coabitare nello stesso corpo perseguirranno lo stesso obiettivo < Hai ragione, ma siamo qui proprio grazie agli eventi del passato, non sottovalutarlo così tanto, seppur questo sia solo uno spassionato consiglio.. > e poi vedrebbe di andare a chiudere gli occhi, permanendo con quella sigaretta ormai poco oltre alla metà, andando quindi a far calar nuovamente il sipario su quelle iridi violacee, epsrimendosi con quelle ultime parole, prima di congedarsi < D'accordo, allora lascio la parola a lui, dopotutto è libero di definire il proprio essere a suo piacimento.. Arrivederci, spero. > sì, delle ultime sparole che non celano una speranza nel poter partecipare in quel piano, in quella sua intenzione, non perchè sarebbe l'unica possibilità che possa avere per riscattarsi nei confronti del Suono, ma piuttosto perchè prima o poi finirebbe indubbiamente, nel suo egoismo e nella sua supremazia, in quel tentativo di riprendersi Oto, chiamalo sfizio o rivalsa, ma doversi ritrovare in contrasto con uno come il Jonin, potrebbe portare non pochi scomodi ed inutili problemi <{ Itsuki. }> direbbe dentro di sè, richiamandolo metaforicamente con quel legame mentale, dato che il moro è sempre stato lì, avendo potuto percepire tutto, rispondendo con un semplice e preciso <{ Ho capito. }> metodico e chirurgico in quelle parole mai che vadano oltre al dovuto, che mia si sprecano nell'inutilità, facendo dunque ora a cambio di posto con l'altro, che in quel permaner con gli occhi chiusi andrebbe rilasciando l'Innata, ritrovando quindi un'ulteriore tingersi della chioma, che ritorna al colore scuro dell'ebano, che così come le vermiglie riprendono la loro posizione abbanondando quelle d'ametista, restituendo il controllo al Goryo, che quindi, andando a trarre personalmente dalla sigaretta, andrebbe rispondend, dopo aver lasciato spirare il fumo all'esterno < La mia fiamma, è stata ridefinita da Eiji stesso, non fraintendere, non è che mi riduca al vivere alla sua ombra. > e dunque farebbe una pausa, gettando lo sguardo sul mare, andando a ricordare il fatto che effetivamente oltre alla sua personale vendetta, che lo ha sconvolto nella psiche e nell'animo, cambiandolo profondamente, continuando nel proprio dire, con quella voce che torna ad essere più morbida e distaccata, più fredda, seppur oramai capace di flettersi ad una qualsivoglia tonalità, in base alle sensazioni ed alle emozioni < Sono dedito al Caos, voglio restituire al mondo la sofferenza che senza ritegno mi ha impartito, ed esser degno di poter volgere questo mondo verso la rovina. > di nuovo una breve pausa, lì dove si concederebbe quell'ultimo tiro della sigaretta, lasciando poi cadere il filtro di cotone con quell'ultimo tocchetto, premendolo a terra e sopprimendolo con la punta della scarpa destra, continuando con quelle che dovrebbero essere le sue ultime parole < Se ritieni io possa esserti utile nel perseguire i tuoi intenti, sarò lieto di partecipare, gli eventi che porteremo, daranno maggior forma al mio essere, in questo me stesso che prima di abbracciare l'idea del Caos, era rimasto privo di uno scopo qualsiasi. sollevando quindi lo sguardo da quel mozzicone sgualcito, piegato sotto quella sottile pressione, portando poi le rosse su di lui, attendendo la propria risposta, in quello che effettivamente sarebbe un ammettere che dopotutto è ancora un Ninja indefinito, che ha chiaro il suo intento superiore, ma che non ha un preciso percorso da percorrere e che dunque, se lungo quel percorso l'aiutare l'Uchiha potrà diventare una tappa indubbiamente fondamentale della propria strada, allora non potrà che esserne lieto e dunque di cogliere ogni possibile insegnamento che gli eventi che verranno potranno dargli. { Ck on - goryo Off }

23:42 Kioshi:
 La richiesta dell'Uchiha è chiara e potrebbe essere vista dal Kagurakaza come motivo di offesa. Non sarebbe questo però l'intento del jonin. Nonostante il suo carattere freddo e distaccato quasi totalmente da quello che vien comunemente definito come legame umano, non è nell'offesa altrui che ritrova un valore. Preferisce essere chiaro e diretto. In questo momento, Kioshi ha bisogno maggiormente di una risposta da parte del Goryo. Questo piano vuole che Itsuki sia uno degli artefici principali della squadra unita dall'Uchiha. Nonostante la sua giovane età, rimane uno shinobi dalla qualità indiscusse che può migliorare strada facendo. Le parole di Eiji danno importanza al passato che fa parte di ognuno. Il passato li ha condotti dove sono ora ed è grazie a lui se hanno seguito questo corso del loro destino. Kioshi china la testa in avanti ringraziandolo per il consiglio. Il capo torna a sollevarsi mostrando nuovamente le iridi al ragazzo. <Il problema è che non lo sottovaluto. Per questo, guardo avanti con fermezza. Il passato ha forgiato la nostra anima e il nostro corpo. Ed è l'unica cosa che può farci vacillare..> spiega il suo punto di vista lasciando intendere al Kagurakaza che il suo passato è stato la causa principale del suo stato psicologico. Finchè ha convissuto con esso, non ha mai potuto essere davvero la persona che il destino ha scritto che diventasse. <Impariamo gli errori dal passato e lasciamo dove deve stare> questo è il suo ultimo dire riguardo questo argomento. Un cenno di capo saluta il Kagurakaza osservando tramite il suo scuro sguardo il nuovo cambio d'aspetto del Goryo. A mostrarsi nuovamente a Kioshi è proprio Itsuki. Gli occhi di Kioshi seguono quel che sono le espressioni dell'altro. Le parole di lui rispondono alla domanda dell'Uchiha. Kioshi ascolta attentamente quel che lui dice. Pesa ogni parola del Goryo, ne trae delle riflessioni che lo fanno restare immobile per qualche secondo. <E caos sia, allora> sussurra queste poche parole donando il loro suono al suo udito. Kioshi vede nello sguardo altrui il fuoco necessario per far parte del suo piano. <Sto mettendo insieme un team. Tu sei il terzo membro di questa squadra, ragazzo. Ho un sogno da realizzare.. Apri bene le orecchie> vuole essere chiaro, adesso. Kioshi vuole sbattergli in faccia tutta la verità che lo sta spingendo in quel piano complicato. <Voglio vedere il mio Clan tornare al potere di un tempo. Voglio vedere il mio Villaggio tornare a splendere come un tempo> questo è il passato che conta per lui, come brillavano le cose che ama. <Kunimitsu deve lasciare il suo ruolo di capo del Suono. Con la vita o con la morte..> in un modo o nell'altro, dovrà accadere questo. I suoi passi iniziano ad avvicinarsi a lui. Il destro si muove avanti, seguito dal gemello. Si ferma al fianco dell'altro sfiorando la sua spalla destra. <Il tuo nome, giovane> un fattore fondamentale per iniziare ad aumentare la propria fama per il mondo intero. Il suo nome deve iniziare a incutere timore per le terre ed esser visto come un pericolo. <Capisco come ti senti.. Non avere uno scopo nella propria vita ti fa perdere di vista quel che sei davvero. Apri gli occhi, però..> prende fiato prima di chiudere il suo discorso verso il Goryo. <.. ora ce l'hai> ora hai uno scopo, Itsuki. Kioshi ha deciso, dunque. Il Goryo farà parte della sua squadra e un nuovo tassello si aggiunge al suo puzzle. Vede in Itsuki il fuoco necessario per rinascere e aiutare la fenice a prender fuoco dalle sue ceneri. I suoi passi iniziano ad allontanarlo dal ragazzo, non prima di ascoltare le ultime parole dell'altro. <Ci vedremo presto, stai pronto..> un ultimo consiglio prima di lasciare quel porto e fare ritorno nel suo accampamento. Il tempo passa e l'ora del suo piano si fa sempre più vicino. Siete pronti ad assistere allo spettacolo? [end]

00:10 Itsuki:
  [Porto - Banchina] Sicuramente, non potrebbero far a meno entrambi di denotare una compostezza ed una risolutezza non da poco nell'Uchiha, appartenente ad un Clan il quale spesso è andato a porre il raziocionio dietro ai sentimenti, una stirpe costellata di traumi e faide, piccole minuzie nelle quali a volte anche lo stesso grande Sasuke cadeva, commettendo degli errori di percorso ai quali si trovava poi costretto a riparar con la forza. Il dire riguardo al passato è lecitoo ed è il chiaro specchio di come quel consiglio datogli dal Kagurakaza sia stato assodato, ed in fretta instillato in quell parole che non potrebbero far altro che condividere pienamente, i due in quel corpo, lasciando quindi un chiaro cenno d'assenso nei confronti dell'Uchiha, andando poi a compiacersi con un brivido d'eccitazione ed allo stesso tempo un dipingersi di un lauto sorriso che gli si dipinge sul volto, sollevando gli angoli della bocca ed assottigliando allo stesso tempo lo sguardo, in quell'affina di un'espressione che non potrebbe far presagire nulla di buono, in risposta a quel Caos che dunque sarà < Quali meravigliose parole. > direbbe quindi permanendo con le mani dietro la schiena, comprendendo il fatto di essere risultato idoneo agli occhi dell'Uchiha, lì dove il suo intento verrà sostenuto dallo stesso Goryo, che quindi perseguirà la strada del Jonin, aiutandolo nel proprio scopo, andando a comprendere al meglio il proprio intento, comprendendo di essere ordunque parte di un gruppo di individui da lui stesso scelti, chiudendo ora del tutto gli occhi per inspirare a pieni polmoni, quasi potesse trarre un giovamento da quel venir incluso in questioni di rivolta, in futuri tumulti, nei conflitti che tanto brama, saziandosi di quel suo donargli importanza ed una valenza effettiva nel comporre quel team, diventandone dunque un membro in maniera ufficiosa < Sarò lieto di conoscere e collaborare con gli altri, dunque. > ascoltando il dire seguente, nel quale si concenterà di più osservandolo, andando a cogliere ogni minima espressione, in quel suo proclamare la gloria del suo Clan, venuta a mancare nei tempi recenti, deducendo anche il fatto che lui potrà avere il suo e loro due, o meglio loro intesi come il Crepuscolo che verrà, potrebbero andare a dividersi parte di Oto, ognuno avrà la propria ricompensa, ognuno avrà modo di poter metter nuovamente le mani su quello che gli aggrada e che gli serve tra le tante tetre disponiblità che il Suono offre, accordandosi a tempo debito, senza voler precisare la cosa ora come ora, rispondendo semplicemente < Ed allora, sarà il nostro Villaggio a risplendere dell'oscura luce come un tempo. > andando a porre quelle parole contrastanti tra di loro, schiudendo nuovamente lo sguardo per poi sentir riguardo Kunimitsu, sollevando brevemente le spalle, non conoscendo quanto Eiji quella figura, rispondendo semplicemente < Se sarà saggia, desisterà senza troppo rimuginare, altrimenti, suppongo sarà peggio per lei. > senza curarsi minimamente del dover aiutare lui ad uccidere il Kokukage, anzi, valutando la cosa come una possibilità maledettamente proficua, in termini di accrescimento personale, di poter soddisfare il proprio bisogno di veder soffrire gli altri e allo stesso tempo eccitandosi al sol pensiero di poter versare il sangue di un Kage, sentendo poi in quel suo breve soffermarsi, il domandar del suo nome, che pare quasi un dovuto ordine, seppur è una sempplice conseguenza del suo suonar risoluto, un dire riguardo al quale di certo non avrebbe motivo di opporsi < Ah che sbadato, Itsuki Goryo Kagurakaza. > e sì, andrebbe chiaramente a fregiarsi anche del cognome con il quale lo stesso Eiji lo ha ribattezzato quella notte, lì dove ha abbandonato il vecchio se stesso per rinascere sotto quella specifica, famosa casata, permettendo di portare avanti quel nome, quasi come se fosse una sorta di discendente dello stesso ex Jinchuuriki, rispondendo al dire seguente di lui, quello riguardo l'avere effettivamente uno scopo, mentre la brezza marina spira tra di loro in quei brevi momento di silenzio, sospingendo le onde ad infrangersi sulle roccie < Ne sono lieto, avere come obiettivo il grande disegno impreciso del Caos era già qualcosa, ma avere un punto ben preciso di partenza, mi fa sentire onorato. > e un piegar del capo appena più preciso del solito, più incisivo, andrebbe ad apparir come il ceno di un garbato inchino, con la coda d'ebano che lo segue, ritrovandosi poi costretto a dire quelle ultime parole, intento ad informare Nemurimasen stesso di quell'incontro, di quel nuovo patto con l'Uchiha, avvisandolo della cosa < Ah, dovrò presentarti delle pesone che condividono il nostro ideale di Caos, fidati, non rimarrai di certo deluso. > ed a quel punto non resterebbe altro che un'ultimo istante prima del saluto di lui, che in quell'allontanarsi sequenziale e preciso, fiero del portamento degli Uchiha, andrebbe quindi congedandosi, ricevendo in risposta un salutare da parte di Itsuki, che solleva la dritta in quell che sarebbe un preciso saluto, dita ritte ben unite tra di loro, il pollice appena piegato sul palmo, il gesto pare pigro, contaminato dal fare felino dell'altro, ma la voce è chiara e concisa < A presto, mi, anzi ci, troverai indubbiamente pronti. > includendo anche lo stesso Eiji in quel loro coesistere, andando ad osservarlo in quell'allontanarsi, volgendo un'altra volta il suo sguardo verso il mare, lasciandosi nuovamente percorrere da un brivido d'eccitazione, inspirando profondamente ed espirando, gioendo in maniera macabra degli scompigli che verranno a crearsi. E allora, diamo inizio alle danze. {End}

Kioshi incontra Itsuki conoscendo quel che nasconde dentro di lui.
Un nuovo membro si aggiunge al team di Kioshi.

Ci siamo quasi. Siete pronti?