Gli obiettivi d'un tirocinante

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11:18 Rasetsu:
 Demone. Vita e morte. Sangue e sudore. Ha chiuso gli occhi il tempo necessario. Studia come un forsennato ogni volta che ha un singolo buco libero nella propria giornata. Ha omesso persino l'assunzione della Sbrilluccica pur di restare abbastanza lucido da lavorare. Ha avvertito i crampi, il fastidio di non poterla prendere, i sudori freddi e l'irritabilità. Sì, è parecchio nervoso e stressato. Per questo motivo, ha optato per uscire dalla tenda cosicché potesse prendere aria. Ne ha bisogno tanto quanto di rimettersi a lavorare, ma senza il giusto riposo non c'è lavoro che tenga. Sta ideando un piano, un altro lo ha già elaborato. Deve creare, provare e testare. Ha due droghe da mettere in commercio, tuttavia prive dei consueti test, dei giusti dosaggi e dei materiali che soltanto in ospedale potrebbe recuperare... Beh, non ci dorme la notte. I suoi abiti sono i soliti, tremendamente pittati di nero con un singolo marchio violaceo tra le scapole, al centro di esse. La camicia è sbottonata ad altezza del petto, lasciando un lieve scorcio pallido di esso. Le maniche sono sollevate sin ad altezza del gomito, cosicché siano liberissimi gli avambracci. Alle mani, indossa un paio di guanti in pelle neri che coprono anche le dita. Di sotto, ha un pantalone, ovviamente scuro, sorretto da un cinturone in cuoio al quale ha agganciato una tasca porta oggetti. Al suo interno, è possibile trovare una quantità varia di tonici che spaziano dal recupero Chakra al coagulante, passando per le pasticche da lui stesso creato suddivise in differenti bustine. Un paio di occhiali dalla cremisi montatura sormontato il suo naso aquilino, privi della caratteristica catenina nera che li sorreggeva. Si guarda attorno, assorto, convinto che niente e nessuno possa rovinare questa mattinata. Alterna stati di giubilo ed euforia al più totale menefreghismo e fastidio. I ciuffi rossi gli scendono sulla fronte e li sistema con un gesto secco della dritta. Gli lasciano il collo libero, ma sono una tortura da tenere ordinati. [Chakra On]

11:37 Katsu:
  [Foresta] Stress. Una sola parola che racchiude la vita del ninja. Uno stress che è sempre molto abile a contenere e sfogare. E il luogo è sempre il medesimo, la foresta di Mangrovie, dentro la quale si è addentrato. Ombra e pensieri lo accompagnano, pensieri più o meno cupi, che gli si riflettono sul volto affilato. E’ un figuro alto un metro e ottanta circa, il corpo che è longilineo e tonico, sempre pronto al moto. Indossa un paio di sandali ninja di colore nero, così come neri sono i pantaloni, di una fattura morbida ed elastica che permette il moto. Una t-shirt di colore nero fascia la parte superiore del corpo e compone quel monocromo che cozza coi tratti somatici. Carnagione nivea e capelli biondo platino, lisci e disordinati sul volto affilato, un paio d’occhi del colore del cielo terso e un’espressione naturalmente neutra sul volto, oggi scavato dalle occhiaie, pesanti e violacee sotto gli zigomi. Sulla fronte porta il coprifronte di Kusa, mentre al fianco sinistro è allacciato un portaoggetti con relativo equipaggiamento dentro. Alla coscia sinistra, invece, è onnipresente un portakunai, anch’esso recante kunai e shuriken all’interno. Cammina, dunque, muovendo tra la nebbia che attanaglia la foresta. Una nebbia che non lo fa star tranquillo, ma mette sempre in quello stato di ansia e tensione. Una tensione che vorrebbe in parte esser risolta richiamando il proprio chakra. Va ad intrecciare le mani a formare il sigillo della capra. Va quindi a figurarsi nella mente le due sfere, la fisica all’altezza del ventre e la spirituale all’altezza della fronte, al centro. Con un moto ferreo della volontà va a tentar di metterle in moto entrambe, comandando loro di virare sul proprio asse con velocità sempre crescente. Una volta che le due sfere girano a massima velocità focalizza la propria volontà perché queste muovano lungo due percorsi. Alla sfera fisica sarebbe comandato di muovere verso l’alto, attraverso il proprio ventre e lungo lo sterno, fino a riversarsi al centro del petto. Alla spirituale sarebbe comandato un moto discendente lungo gli occhi e lungo il naso e la bocca, fino a riversarsi nella gola e nello sterno, lungo il quale vorrebbe scendere per incontrare la controparte fisica. A questo punto va a comandare alle sfere di virar con più vigore, di mescolarsi e dar vita a quella forza a cui è abituato. Nel frattempo cammina proprio in direzione di Ryuuma e i sensi sono tesi e la nebbia che davanti a lui dipinge le fattezze di qualcuno senza tuttavia metterle a fuoco distintamente. <Chi c’è?> domanda, le gambe che si arrestano e sono flesse, pronte ad un eventuale scatto. La memoria delle parole di Yukio sulla foresta c’è ed è sempre viva e il tono, conseguentemente, è guardingo. <Identificati> è un secondo ordine, in sostanza, guardingo e diretto.

11:51 Rasetsu:
 Avverte dei fastidiosi rumori. Fruscii. Foglie che cadono, passi sull'erba, attutiti. Le orecchie sono in perenne all'erta, per quanto non lo voglia. Dovrebbe riuscire a captare ciò che lo circonda privo di problemi, se non fosse per quella dannata nebbia. <Questo posto inizia a starmi sulle palle.> Bofonchia a mezza voce, spostando or le iridi smeraldine da un lato all'altro della via, per quanto gli sia possibile. Il basso banco di nebbia causa sempre dei problemi nel mettere piede fuori tenda, ma non è questo l'importante. Perché, seppur ancora non riesca a veder bene chi vi sia nei dintorni, sente. E ascolta. La voce che gli giunge agli apparati uditivi non la ricorda, non è presente nel suo sistema di memoria che è il cervello. Probabilmente, si tratta di uno sconosciuto. Dal canto proprio, non ha neppur timore di togliersi dalla via, spostarsi o indietreggiare. Piuttosto avanza con far piccato, presuntuoso. La lingua schiocca contro il palato e gli incisivi, assottiglia le palpebre per fulminarlo con lo sguardo seppur siano ancora distanti. <Ma con chi cazzo pensi di parlare? Identificati.> Lo prende in giro, spalmandosi la mano sulla faccia. Crede che sia una mancanza di rispetto, ma Katsu ha tutti i buoni motivi per porre una domanda del genere. Proprio tutti. È Rasetsu che oggi si è svegliato male, semmai fosse andato a dormire, ovvio. <Io identifico solo il tuo cadavere tra poco.> A cuccia, Rasetsu! È proprio di cattivo, se non di pessimo umore. Eppure potrebbe allungare la mano verso il retro del pantalone, prendere una pasticca e farla finita lì. E invece no. La mano si muove, ma viene irrimediabilmente bloccata dall'altra come se fossero due menti in un corpo solo. L'astinenza chiama a gran voce, la ragione però cerca di sovrastarla. Deve restare lucido, ha necessità di pensare e se ancorché vi sia il malumore, beh, ragazzi, se lo farà passare. <Sarai sicuramente uno di quei mangiaramen.> Razzismo totale nei confronti dei poveri Konohani, seppur abbia avuto a che fare con questi ultimi relativamente poco. Sakir e Rio, tutto sommato, si sono rivelati essere ottimi esempi di come anche gli altri villaggi abbiano Ninja di valore in un certo senso. Effettua qualche altro passo in sua direzione, mostrandosi per quello che è. Sopracciglia sottili e aggrottate, sguardo serio e nervoso dietro le lenti degli occhialini. Ingobbito, lievemente, ma con un fisico da sollevatore di polemiche e nient'altro. [Chakra On]

12:09 Katsu:
  [Foresta] L’espressione neutra sul suo volto non si schioda. Arresta il passo ad una distanza di sicurezza che gli consenta di vederlo attraverso il banco di nebbia, ma anche di stargli lontano. Sta lì, lo guarda attentamente e i sensi sono tesi a verificare qualsiasi cosa non sia nell’ordinario. Lo sente. Sente quelle risposte e no, non raccoglie minimamente le provocazioni, che hanno più o meno l’effetto di fargli scrollare le spalle. L’allusione ai Konohani la capta e la capisce, ma se ne sta lì, il chakra che istintivamente viene chiamato a raccolta al centro del petto e che vien guidato in un moto ascendente attraverso lo sterno e la gola, per transitare nella bocca e quindi su nel naso e negli zingomi, fino a riversarsi negli occhi, che vorrebbe irradiare. Chiede aiuto alle sempiterne amiche, le ombre, ne chiede l’abbraccio. Un abbraccio che porta l’iride degli occhi azzurri a tingersi di nero. Un’oscurità che dovrebbe ben presto riversarsi anche nella sclera, fino a rendere gli occhi completamente ombrosi. <Sono Katsu Seiun, genin di Kusa, tirocinante medico e allievo dell’Hasukage Yukio-Sama> si identifica lui per primo. Il dire è duro, dritto e senza inflessioni o intenzioni nella voce. Fornisce la propria identità, le ombre dipinte negli occhi. Ma lui se ne resta lì, il cuore che tambureggia e i sensi in allerta. <Parola d’ordine?> chiede ancora ed incalza, non potendo neanche minimamente percepire lo status emotivo di Ryuuma. Rimane lì, inquadrandolo, perplesso e dubbioso. [Chakra ON][Kayosei lvl 1 – Attivazione][Chakra 29/30]

12:35 Rasetsu:
 Il di lui nome non gli è affatto familiare. Mai sentito, probabilmente. Neanche i Seiun di cui porta il cognome. Poco male, non gli interessa davvero. Gli resta frontale a neanche un paio di metri, ossia l'essenziale per potersi vedere in faccia ed evitare che la nebbia faccia loro da tramite. Piega e incrocia le braccia sul petto, spostando il peso corporeo dalla manca alla destrorsa inferiore e lo fissa. Attento, dall'alto al basso, lo scruta con altrettanta circospezione. Or dovrebbe riuscire a notare il coprifronte assieme agli occhi completamente scuri che andrebbe ad assumere. <Woh.> Sbalordito, spalanca le proprie iridi smeraldine che, in confronto, non hanno proprio nulla di particolare nella forma terrena. <Sono tuoi naturali, quelli?> Sì, adesso risulta parecchio interessato per amor della scienza. Da bravo scienziato, tutto ciò che è fuori dal comune ne stuzzica irrimediabilmente l'interesse ed il sapere. <Sei allievo di Yukio?> Ripete, quasi stupito dalla notizia. Non lo sapeva di certo. Lui ha avuto pochi contatti diretti con l'Arufa, preoccupandosi soltanto di notificargli della comparsa di un nuovo Kokketsu. <Sei medico? Come va nell'ospedale ultimamente?> Piega la testa verso la spalla mancina, non riuscendo a trattenere in alcun modo il ghigno ferale che gli si dipinge sotto al naso, facendo risaltare gli occhi illuminati e brillanti ed i denti lunghi, affilati come rasoi. Il suo prossimo obiettivo è proprio quello di recarsi in ospedale per farsi riassumere, ma coi propri mezzi e con le proprie intenzioni. Si placa poiché membro del Villaggio dell'Erba e allievo di Yukio, teoricamente parlando non avendo prove effettive nel pratico. <Vediamo se la sai prima tu, la parola d'ordine.> Rasetsu la conosce bene, c'era la sera in cui il Kage ha annunciato che avrebbero dovuto usarla tutti. Purtroppo, così come Katsu non si fida di lui e gliela chiede, al tempo stesso il Rosso si trova nella medesima situazione. Non distoglie lo sguardo, perfido e da pazzo, il ghigno persistente ed i modi fuori dall'ordinario. [Chakra On]

12:50 Katsu:
  [Foresta] Prende giusto un passo, così da poterlo inquadrare con esattezza e dovizia di particolari. Lo sguardo nero va a travolgere il Rasetsu che si trova dinanzi a lui. Ma si ferma, lo guarda per tutta la durata del suo dialogo, nota l’espressione stupita e le connotazioni da pazzo che questo assume tutto d’un tratto. Un sorriso determinato gli scompone il volto nel sentire l’ultimo dire dell’interlocutore. Un sorriso che si mantiene solo sulla bocca, comunque. <Sì, è la mia innata…> lascia il discorso in sospeso a favore di una pausa in cui va a guardarlo meglio, come a voler notare i particolari. <… Sì, sono allievo di Yukio-Sama…> l’occhio si sposta a cercare gli occhi del corrispettivo. <… E sì, so la parola d’ordine. Se non l’avessi saputa, neanche te l’avrei chiesta, no? Se fossi stato uno di quelli là, di certo non avrei saputo l’esistenza di una parola d’ordine> va a proferire, ordinato. Eppure lo sguardo da pazzo di Rasetsu fornisce un che di inquietudine. Digrigna i denti e si tiene a distanza. <E comunque l’ospedale è una merda… pieni di pazienti e la metà viene lasciata a noi tirocinanti, perché i medici operano i pazienti più gravi e non fanno in tempo a far altro> gli va a fare quel breve report delle condizioni degli ospedali, ma lo tiene d’occhio. <Sei un medico?> domanda, ma solo alla fine. Vi è sospetto intriso nella voce. La sfiducia percepita, comunque, è decisamente reciproca. Il flusso di chakra che porta agli occhi resta attivo e le ombre continuano ad abbracciarlo, candide e protettrici come il manto notturno [Chakra ON][Kayosei lvl 1][Chakra 28/30]

13:58 Rasetsu:
 Ancor più sorpreso per merito anche della rivelazione che lui gli elargisce, sgrana appena un po' più le palpebre. <Curiosa.> Ammette, facendosi per un attimo pensieroso. <Ma la mia innata è senza dubbio la migliore conosciuta finora.> Sogghigna, fiero di ciò che Yukio ha creato in lui; orgoglioso del sangue nero che gli circola nelle vene ormai da molti anni. <Hai fatto anche tu un patto col demonio?> Gli sovviene da chiedergli, or fattosi veramente più tranquillo e valido oratore. Non insulta, non attacca e non ferisce. Anzi, si dondola da un piede all'altro, impossibile per lui star fermo adesso. E' come un bambino che di fronte possiede la più grande curiosità del momento. Non ha mai visto quegli occhi ed i suoi, per certo, non diventano così. <E tu mi ci vedi come uno di quelli là?> Se la ride in maniera sguaiata, lasciando che la pessima risata s'espanda in ogni dove. <NYAHAHAHAH!> Gutturale fuoriesce dalla gola del giovane con il singolo atto di creare fastidi all'udito. Niente che debba davvero venire considerato. Non gliela dice, ad ogni modo, non ancora, la parola d'ordine. Perché dovrebbe? A che pro? Lo sta attaccando? Si tratta dell'Arufa? Beh, finché non risponde ad una di queste domande, non vi sarà modo per il Rosso di rispondere per le rime e non vi dirà sicuramente la parola che si auspica in questo momento. <Sì, sono uno scienziato più che medico.> Ammette, facendo tamburellare le dita sull'avambraccio opposto. E' abbastanza nervoso da costringerlo a muovere le dita, la mano, molleggiare sulle gambe. Non riesce quasi a restare fermo neppur si fosse fatto una dose di caffeina per endovena. <Quindi, non mi occupo certo di curare dei pazienti.> Se si tratta di se stesso o della Yakushi, potrebbe persino fare uno strappo alla regola. Caso contrario, non intenderebbe affatto preoccuparsi dell'incolumità d'altri. Lui opera per un bene superiore, non per il bene comunque. Opera per se stesso e per la mafia, nessun altro -al momento e tolto l'Arufa- al di fuori vale così tanta spesa di Chakra. <Quello lo lascio fare a voi medici di ultim'ordine.> E se la ridacchia di nuovo. L'ennesimo sbalzo d'umore: attualmente, non pare più tanto scontroso. L'innata Seiun ha attirato la sua più completa attenzione e, con essa, anche chi la possiede. [Chakra ON]

14:19 Katsu:
  [Foresta] Non si fida dell’interlocutore. E la spiacevole sensazione che quello che ai suoi occhi appare sempre più come uno svitato, gli provoca, viene analizzata per qualche momento all’interno di sé stesso, a favore di un moto di sensazioni che va a farlo estraniare momentaneamente. Un’estraneazione che vien superata quando Rasetsu comincia a parlare. Serra la bocca e lo ascolta. E il parlare gli piace ancora di meno. E’ quando egli pare studiare i suoi occhi, che il Seiun va ad interrompere il flusso di chakra agli occhi, che dovrebbero tornare di un azzurro rassimilabile a quello del cielo terso. Ma le sue parole successive stimolano una curiosità. Una curiosità fervida, che va scomporgli la maschera neutrale che si porta appresso. <Che innata hai, tu?> domanda ancora, incalzando, gli occhi che si serrano leggermente, concentrati. <Ti parlo della mia, se tu mi parli della tua> va a proporre. E’ l’amore per il conoscere che spinge il Seiun al di là di ogni possibile e raccomandabile prudenza, per di più con un individuo che non gli piace a primo impatto. <Con che demonio hai fatto un patto?> domanda, in risposta alla corrispettiva appena posta. Un ribattere che tradisce una curiosità immane, quasi ingovernabile. Una curiosità che va a sciogliersi nel silenzio. Alza un sopracciglio quando questo schizza come una molla e ride in maniera sguaiata. Muto, il volto parla per lui. Non parla, non fino a che il ragazzo che gli è davanti percula amabilmente l’ordine dei medici. Serra le labbra, i pensieri che vagano sul come o cosa dire. <Di che ti occupi?> va a scandire, attento. La voce è sicura e non tradisce la diffidenza, sebbene l’atteggiamento sia visibilmente molto accorto. <Posso sapere il tuo nome? Io ti ho detto il mio> va a notificare. Una rischiesta che ha la connotazione di una semplice domanda, un’osservazione. [Chakra ON][Kayosei lvl 1 OFF][Chakra 28/30]

14:40 Rasetsu:
 Schiocca la lingua sul palato nel veder com'egli disattivi l'innata. <Tsk.> Avrebbe voluto analizzarla più vicino, ma tornano i suoi cristallini occhi naturali. <Sono più per una dimostrazione che per dirti cosa fa la mia.> Piegherebbe l'arto manco per condurre il polso a contatto con le labbra. Quivi, i denti farebbero il loro sporco lavoro nel recidere la pelle già piena di cicatrici, alcune neanche fatte guarire come si deve per facilitarne la rinnovata riapertura. Morderebbe con forza sfruttando la durezza dei denti e i canini, così da aprirsi un lieve solco sulla pelle che permette al Sangue Nero di vedere la luce. Esso, una volta esternatosi dalla ferita aperta, inizierebbe ad aleggiare attorno alla figura del Rosso. Due lacrime di sangue scenderebbero dalle guance, fermandosi alla base del mento. Renderebbero persino gli occhi più scuri, adornati della stessa aurea maligna e divenuti altresì giallastri come quelli della piccola Serpe, sua compagna. Il sangue che gli aleggerebbe attorno ne ricoprirebbe l'intero corpo con una cappa composto dello stesso liquido, coagulatosi per prendere la forma d'un cappuccio che si poserebbe sul capo. La tunica scenderebbe dabbasso, sfilacciata, etera come se fosse esattamente la morte ch'è venuta a prendersi i suoi amati peccatori. Gli manca soltanto la falce, ma non è mai stato in grado d'usarla e possiede veramente poca forza per farlo. Un'aura violacea ricca di piccole scariche elettriche - insignificanti e solamente sceniche - lo dovrebbe circondare così come la tunica appena descritta. Alle estremità di braccia e gambe, si troverebbero delle goccioline nerastre che potrebbero essere usate nella creazione dei costrutti qualora ve ne sia la necessità in futuro. Il ghigno, or attorniato da cotanta oscura magnificenza, compare ancor una volta e si mostra con gli occhi gialli, ferini. Dovrebbe, dunque, poterlo vedere in quella veste oscura, nel sangue che tutt'ora lo circonderebbe esternamente. Se non scappa, beh, vuol dire che ha fegato. Molti altri, di solito, preferiscono allontanarsi dallo spettacolo macabro che ciò crea. <Con l'Hasukage in persona.> Sussurra alla di lui volta, abbastanza da farsi sentire, tanto da farsi capire. Non si muove, gli resta ancor tremendamente distante e, al tempo stesso, anche vicino. L'aura violacea, infatti, dovrebbe investire un raggio non superiore ai dieci metri, per adesso. Non ha chiaramente nessun effetto sugli altri, al momento. <Genetica e sostanze.> Schietto, non nasconde ciò che realmente è la sua occupazione, quella che ha perseguito negli anni anche fuori dall'albo dei medici. <Rasetsu.> Il demone mangia-uomini. [Chakra: 76/80 | PV Ryuuma: 98/100][Hijutsu Kokketsu lv4 ON]

14:59 Katsu:
  [Foresta] Gonfia e sgonfia i polmoni nel sentire lo scherno del ragazzo dinanzi a sé. Ne percepisce il sadismo, ne percepisce la voglia di prevaricare e se questo da una parte fa paura, dall’altra attira come una lanterna attira le lucciole. Ne sente il dire e va ad osservare l’attivarsi di quella innata. Gli occhi si puntano nei suoi che vanno a farsi gialli. Per qualche istante il corpo del ragazzo va a ribollire di rabbia pura. Ma è solo un istante, perché il giallo degli occhi di Rasetsu è solo simile a quello dei propri ricordi. Digrigna i denti nel vedere quello spettacolo macabro, quel sangue nero che fluttua, l’aura nera. Ne osserva l’attivarsi. E’ uno spettacolo ben più macabro di quanto ha fatto Yukio ormai mesi addietro. Lo osserva e l’istinto della paura vien soffocato, a favore del desiderio di conoscenza. Osserva quelle fattezze. Fattezze sinistre, da demone. La paura c’è, ma il coraggio cos’è, se non fuggire quando si vorrebbe o dovrebbe? E lui sta lì, in balia di quel demone, senza saper o voler dir nulla. <… Impressionante. L’arma della tua innata è il sangue, dunque> non scappa, ma lo fronteggia. <Io con la mia riesco a vedere nell’oscurità. Nelle ombre più oscure io vedo come se fosse giorno pieno> va ad onorare la sua parte di quel patto con onore, l’onore che si confà ad un ninja, la cui parola è legge ed ha un valore preciso. Non sposta né avanti e tantomeno indietro, ma lo guarda con un interesse che man mano va a prender posto della paura. <Interessante> non una parola di circostanza, ma qualcosa di sentito, testimoniato dalla sua concentrazione. <Conosci clan o persone che abbiano occhi gialli simili ai serpenti, rossi come il fuoco o che riescano a… bloccarti o farti cadere toccandoti?> una domanda a bruciapelo, che sorge così, spontanea. Una ricerca continua che si palesa in momenti discutibili, ma vi è una fiamma nel Seiun, una fiamma sinistra negli occhi e balugina chiara, arde. <… E quindi conosci Yukio-Sama, il mio sensei. Sembri essere il tipo di persona che andrebbe d’accordo con lui. In effetti ho sentito il tuo nome sulla bocca dei ninja, Rasetsu> eh sì, è famoso il suo interlocutore. [Chakra ON]

15:38 Rasetsu:
 Gli mancano soltanto le ali composte dal demoniaco potere, ma non reputa or necessarie crearle. Stanzia lì, frontale al ragazzo, permettendo al proprio sangue di muoversi leggiadro nell'etere attorno a loro. <Cosa c'è?> Lo vede... sorpreso? No, non sembra esserlo affatto. Anzi, pare tutt'altro. Contrariato? Infastidito? Innervosito? Non può dirlo con esattezza e non riesce a comprendere appieno il suo modo di pensare. Lo conosce da troppo poco tempo per dedurlo. <Mentre l'arma della tua...> Riferendosi sempre all'innata, poiché di questo si parla. <...sono gli occhi. E riesci a vedere al buio, strabiliante.> S'umetta le labbra con la punta della lingua, ghignante e tronfio d'aver scoperto qualcosa di più. Tuttavia, non gl'è affatto utile. Egli cerca innate che possano fare al caso proprio, quali Doku e Yakushi che ha già portato dalla propria parte anni or sono e che vigono -per quanto riguarda alcuni membri- sotto anche la sua diretta protezione per ovvi motivi. Senza di loro non potrebbe lavorare e non potrebbe proseguire nel proprio piano di conquista della Yakuza. Spodestare Jinto è divenuto un obbligo al quale lui non può sottrarsi e ha necessità d'avere al fianco elementi scelti. Il Demone inizierebbe a manipolare il proprio Sangue nero, conglomerando e raggrumando tutte le particelle che lo compongono. Sfrutterebbe sia quelle che ha sulle rispettive estremità degli arti che il Sangue che gli aleggia attorno nell'aura violastra. Mentalmente, senza nessun tipo di contatto diretto o tramite l'uso dei sigilli, egli vorrebbe creare una mano. Essa avrebbe il palmo con un diametro di due metri e mezzo. D'un metro e mezzo, invece, sarebbe ciascun dito che si formerebbe da esso avente peraltro una forma aguzza in punta, simil artiglio. Di un singolo metro, infine, sarebbe il braccio che si snoderebbe da esso, largo un metro e mezzo a sua volta. Vorrebbe far sì che venga creata, dunque, una mano dalle modeste dimensioni e che gli aleggerebbe al fianco sinistro, sollevata telepaticamente da terra per circa due metri e distante abbastanza da non intralciare il passo o la figura di Katsu in nessuna miniera. <Lo manipolo e ci creo quello che voglio.> Sentenzia, mostrando la sua creazione con nuda fierezza, nonché abile manipolazione del sangue. <Occhi gialli simili ai serpenti. Stai parlando degli Yakushi.> E quivi assottiglierebbe le iridi, fissandolo torvo. <Perché ti interessano?> Per quanto riguarda quelli successivi, occhi rossi o quel qualunque cosa vogliano significare, fa spallucce. Non ha mai conosciuto un Uchiha, figurarsi se sa cosa possano fare e cosa vogliano dire i loro occhi. Non li ha mai neanche tenuti in considerazione, un po' come i Seiun. L'albino è il primo che vede come tale. <Non serve un clan per fare quello che dici, credo. Le illusioni potrebbero farti subire medesimi effetti. Vuoi mica fare una prova?> E stende piano la mano appena creata, aprendo le dita come se fossero le proprie, pur sempre gestendo il tutto tramite un singolo pensiero mentale. <Yukio è colui che mi ha donato questo potere. Quindi sì, lo conosco.> E ci va anche piuttosto d'accordo. <Ora rispondi alle mie domande.> Minaccioso. [ Chakra ON ][ PV: 96/100 | Hijutsu Kokketsu lv4 ON ]

15:58 Katsu:
 Lo guarda intessere quegli effetti scenici. E lui si osserva con estremo interesse. Di paura ora non ve n’è più, annidata ad un angolo, completamente sovrastata dalla voglia di conoscere. Non vi è sorpresa, ma solo una maschera neutrale tramite la quale studia quegli effetti. <Sono affascinato dalla tua innata, tutto qui. Anche Yukio-Sama una volta ne ha dato dimostrazione, sebbene non avessi esattamente consapevolezza di ciò che facesse. Riflettevo su questo> va a proferire senza troppi complimenti, mentre si bea di quella dimostrazione. Osserva il conglomerarsi delle particelle e la formazione di quella mano gigante. Studia, apprende e registra nella propria mente, mentre prende nota dei complimenti che egli gli fa. <E’ utile. E malgrado sia solo un genin, avere il favore delle ombre mi rende un ottimo ricognitore, oltre che capace di usare abilità che mi hanno letteralmente salvato la vita in battaglia> notifica, continuando sulla propria innata in quella sorta di scambio di informazioni, proprio come fanno gli scienziati. Si bea di quella dimostrazione e la guarda con vivo interesse, ma non sembra voler parlare più fino a quando egli non gli pone la domanda, nominando i genjutsu. Immediatamente la mancina scatta al portakunai sulla coscia sinistra, tira fuori un kunai, mentre il polso mancino rotea verso il basso e porta la punta dell’arma verso il basso. Con un gesto rapido ed in linea retta ecco che la punta muove verso il proprio avambraccio, puntando la lama su di esso. <All’esame genin, in missione, in addestramento… credo di averne avuto abbastanza di genjutsu, ti ringrazio, comunque> no, non si schioda da quella posizione, virtualmente pronto a tagliarsi qualora l’altro decida di agire, i sensi che sono atti a percepire qualsiasi cambio, anche piccolo d’ambiente. Gli occhi, infatti, vanno ad analizzare i piccoli particolari come le foglie, la consistenza della nebbia, il tipo di erba per terra, le forme. Sente quella minaccia nel suo tono. <Non c’è bisogno che mi minacci, Rasetsu. Ci stiamo scambiando informazioni, da medico a scienziato…> riporta brevemente lo sguardo su di lui. E’ chiaro che no, non si fidi e lo faccia sempre di meno col passare del tempo. Non schioda il Kunai dal braccio e i sensi sono tesi. <Ma per la stessa motivazione per cui ti ho chiesto della tua innata e ti ho detto della mia: per la conoscenza, è ovvio> e che menta spudoratamente non è dato a vedersi, perché il tono è calcato e convinto di ciò che dice. [Chakra ON]

16:28 Rasetsu:
 Fa spallucce, adocchiando la propria mano che aleggia nell'aria sulla propria sinistra. Ha vita propria sol quando è lui a manovrarla mentalmente, privo di grandi sforzi in realtà. <Lui è il massimo utilizzatore della nostra arte innata.> Ammette, anche perché non c'è motivo per nasconderlo. Lo stesso Hasukage fa spesso utilizzo della Hijutsu privo di ritegno o segretezza alcuni. <Io non riesco a vedere al buio, ma ho altri metodi per sopperirvi.> E se la ride di nuovo, trattenendosi questa volta dall'apparire piuttosto sguaiato, sia chiaro. Non è davvero un folle quando vuole, sa trattenersi: è solo che lo ritiene stupido. Perché controllarsi? Chi gli vieta di fare quello che vuole? Il sacro santo libero arbitrio ha sempre fatto parte di sé. <...> Tuttavia, l'azione che compie Katsu lo fa ridere. Questa volta di vero -naturalissimo- gusto. <NYAHAHAHAHAHAH!> Fastidioso oltre ogni limite, potrebbe causare non pochi fuggi-fuggi degli animali e degli uccelli appollaiati su uno dei tanti rami. <Suvvia, cosa vuoi fare con quel Kunai? Sei davvero certo che basterà quello a farti uscire da una MIA illusione? Dovrai tagliarti almeno una mano.> Probabilmente -anzi, volutamente- sta esagerando a proposito delle proprie capacità. Però, vederlo tutto preoccupato per la sua incolumità a causa di possibili illusioni lo fa davvero divertire. Mostra le lunghe zanne affilati nel suo ormai consueto e celebre ghigno da quattro soldi. Il capo, ancor coperto dal cappuccio della tunica, si piega lateralmente per meglio fissar le gialle iridi sul viso altrui. Sembra davvero pronto a qualsiasi evenienza, come qualsiasi Ninja che si rispetti di fronte a qualcuno che potrebbe occupare il ruolo del carnefice o dell'ipotetico nemico. <Andiamo, non ho necessità di buttarti in un Genjutsu.> Agita la mano, quella di Sangue Nero, come se stesse gesticolando. Le braccia, quelle reali, sarebbero invece incrociate sul petto in perfetta immobilità. La minaccia serviva per marcare il territorio, ma non glielo rende noto. Non adesso. Lo reputa illogico e non necessario, per il momento. <Ad un medico normale non dovrebbe interessare tutto ciò.> E chi te l'ha detto? Soltanto perché il nostro Demone nasce come medico e morirà come genetista? <A cosa auspichi, Katsu Seiun? Qual è il tuo obiettivo?> La folle mezzaluna permane sotto il naso aquilino e gli occhialini cremisi. Allarga or le vere braccia verso l'esterno, teatrale. E' ghiotto d'informazioni, di conoscenza. Il di lui tono non è neppur minaccioso compreso che l'altro non appare -a sua volta- una minaccia nei confronti degli Yakushi. [Chakra ON | PV: 94/100][Hijutsu Kokketsu LV4 ON + 1 Costrutto]

16:48 Katsu:
 L’atteggiamento del ragazzo lo costringe a tenere i sensi alti in maniera quasi stremante. Un fiotto d’adrenalina continuo che lo costringe a tener sempre su l’attenzione. Non smette di puntarsi il kunai al braccio. Lo scruta e il fatto che egli sia irrimediabilmente pazzo e che rida in maniera totalmente sguaiata lo porta a serrare la presa sull’arma. <Tipo?> chiede, quindi, curioso, ma pur sempre attento, controbattendo alla domanda di lui. E poi arrivano le minacce. Minacce che hanno lo straordinario effetto di far accapponare la pelle. <Ci tengo alla mia mano, ma lo farei se fosse necessario. Non che non abbia rischiato varie volte di doverlo fare, eh..> va a scandire, tentando di non tradire la paura. L’adrenalina gli pompa dentro e la minaccia di essere attaccato lo rende pronto ad uno scatto. E la figura di chi gli sta davanti non è certo rassicurante, avvolto in quell’Hijutsu che lo rende ancor più folle di quanto non sia a parole. Il kunai vien riposto solo quando questo dichiara di non volerlo attaccare, ma più per prudenza che per vera fiducia. Lo tiene d’occhio e i sensi sono tesi comunque a percpire qualsiasi cambiamento. E poi arrivano le domande del ragazzo e ci pensa pure un pochino prima di risponde. <Bella domanda… il mio obiettivo, dici?> assottiglia leggermente gli occhi nel pensarci. Tira un sospiro, quindi, i pensieri che viaggiano veloci sul cosa dire. <… Sai che non ci ho mai pensato?> scandisce. E’ un dire sicuro, il suo, sebbene menta. Bene, ma mente spudoratamente, perché Rasetsu è uno sconosciuto e non si confidano i propri piani a chi non si conosce, men che meno se sembra completamente pazzo. <Beh, mi sono buttato nel mondo dei ninja per reazione all’atteggiamento di mia madre. Poi sono giunto qui a Kiri e sono diventato anche un medico. E da lì voglio conoscere tutto. Conoscere quanto più possibile. La conoscenza è potere, dopotutto> va a scandire sicuro, in una recita che vien messa su perfettamente, una recita condita di verità, mezze verità e bugie epocali. Ma dove siano le une e le altre no, non è chiaro affatto. <E il tuo, Rasetsu?> va a domandargli di rimando. [Chakra ON]

17:31 Rasetsu:
 Tipo? Infila la mano nel retro del pantalone, dov'è posta una tasca porta oggetti. La mano trema al sol pensiero di poter finalmente tener sulla mano una bustina con le proprie pasticche. L'arresta con la mera forza del pensiero. <Non ti dirò che effetti ha. Dovrai essere tu a decidere se assaggiarla o meno. Tuttavia, assaggiarla ha un prezzo.> Non per forza monetario, a questo giro, ma niente spoiler. Stringe le pasticche nel palmo della mano, anch'essa insanguinata all'estremità, lasciandogli il tempo per pensare. La accetterà? Oppure preferirà di no? Non spetta certo al Rosso deciderlo. <Anche io ci terrei alla mia mano, fossi in te.> Che sia anch'essa una minaccia? Una sorta di "allora evita di fare lo spavaldo"? Che poi, in fin dei conti, non si può parlare neppure di vera spavalderia. Katsu è intimorito e, per quanto voglia nasconderlo, la si potrebbe facilmente percepire. Chi non lo sarebbe con lo stato delle cose attuali? Lo si vede da come stringe il pugnale che poi viene abbassato. Si sarà completamente fidato del Rosso? Nessuno sano di mente -come in questo caso il Seiun- lo farebbe. Gli obiettivi altrui gli interessano, certamente, soltanto perché si tratta d'un medico dell'ospedale di Kusa. Che possa manipolare anche il Seiun? Non lo crede possibile, non adesso. Ci vuole fiducia, che quest'ultima venga instaurata ed è inesistente ora -è evidente-. <Fammi capire, sei diventato Ninja perché tua mamma te l'ha quasi imposto. Sei diventato medico perché vuoi conoscere tutto.> L'ultima parte lo convince, la prima ovviamente no. Solo perché lui ha sempre camminato di pari passo al libero arbitrio, usandolo sempre e costantemente, beandosi di quel che può ottenere grazie ad esso. <Ne ho diversi...> Di obiettivi. Di piani. Di idee. <...uno dei quali è vendere questa roba.> Gliela indica ancor nel palmo della mano, qualora abbia deciso se prenderla oppure no. <Sai, sono uno scienziato e, in questa vita, ho imparato molte cose: una di queste è che le mie sostanze sono particolari e che sono in grado di combinare malus ed effetti positivi in un'unica forma. Per accedere a quelli positivi, devi assumerla. Le controindicazioni vertono soltanto sul dosaggio e al termine del suo effetto. Però...> Ghigna, soddisfatto del proprio resoconto. <...non sei curioso di sapere cosa fa? Come agisce?> Lo sta indirettamente mettendo alla prova. [Chakra ON][PV: 92/100][Hijutsu Kokketsu lv4 ON + 1 Costrutto]

18:11 Katsu:
 Osserva la mano infilarsi nella tasca e guarda le pasticche che ne tira fuori con interesse. Ma è un interesse meramente accademico. Sente il dire del Rasetsu vicino a lui e ne percepisce il voler meramente far presa su di lui. Solo che quando sta per replicare il rosso parte di nuovo con le minacce ed anche quel poco di empatia che si è creato tra i due viene definitivamente meno. La minaccia arriva forte e chiara e fa accapponare la pelle inevitabilmente. Ma la situazione la studia. Resta silente durante tutto il corso della conversazione, fino a quando questi fa un’osservazione sulla madre. <Eh no, il contrario. Mia madre non voleva proprio. E per risposta io mi sono imbarcato per Chumoku e sono diventato un ninja> va a scandire, correggendo il dire di Ryuuma in maniera subitanea. <Ma sì. Sono diventato un medico perché voglio conoscere tutto e voglio diventare forte> di nuovo verità, menzogne e mezze verità si mescolano quando la non fiducia verso il rosso diventa totale. Ma di nuovo tace nel sentire le spiegazioni e la domanda finale. Prende un passo. Fa un passo indietro rispetto al Rasetsu. <Non assumerò droghe, né le spaccerò per te, no. Non sono i soldi che mi interessano> non è per niente attirato dalla proposta di Ryuuma, no. E difatti lo guarda ancora una volta. <Bene.. io ora devo andare, sono di turno in ospedale. Ci vediamo, Rasetsu> va a scandire. Non sorride, non saluta apertamente, ma gira i tacchi e se ne va, sostanzialmente. Paura, ansia, sì, ma dalla sua l’averle sapute gestire abbastanza bene. [Chakra ON][END]

19:34 Rasetsu:
 Nuova vittima, ennesimo tentativo fallimentare di vendere la sua droga. Zashiki ha proprio ragione, eh? Non ha lo charme giusto per fare presa sui clienti. Se vi si fionda con le minacce, è difficile poi che questi ultimi possano accettare la sua offerta che, per quanto in segno di pace fosse, è stata pur sempre condita dalle adorabili minacce del Rosso. La storia della sua vita non gli interessa poi molto. <Non volevo certo le vendessi per me.> Possiede già un ottimo collaboratore da questo punto di vista. <Lasciamo stare.> Borbotta infastidito alla volta del Seiun, il quale è anche costretto ad andarsene per affrontare un turno in ospedale. Indignato, offeso e or di nuovo innervosito, chiude con forza la mano e gli volta le spalle. Lascia che il Sangue nero lo segua ancora come un sudario, assieme all'enorme mano sanguinolenta che in precedenza ha creato. La Sbrilluccica è ancora lì nel palmo della sua mano, indeciso se assumerla o meno. La guarda come se fosse questione di vita e di morte, ficcandola di nuovo con forza e rabbia nella tasca posteriore. <Devo pensare.> E chiude così il discorso e l'incontro con un interessante tirocinante. [ END ]

Incontro casuale tra un Rasetsu arrabbiato ed un Katsu guardingo.
Affrontano dei discorsi riguardanti le rispettive innate, tra minacce e bugie.