Noi siamo Pietre scagliate più in là.
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Giocata del 21/04/2020 dalle 15:08 alle 22:46 nella chat "Quartiere Povero"
[In giro per Kiri] Il più difficile è passato, l'esame per diventare Genin è ormai un ricordo del passato, un ricordo un po' amaro per lo Hyuga, che prima che potesse dimostrare il suo vero potenziale, è stato bloccato dalla Sensei che controllava lo scontro, ma questo poco importa, ormai è fatta, il coprifornte è stato consegnato, il che significa che da oggi, Ichirou Hyuga è a tutti gli effetti un Ninja della Foglia! Cosa che a dire il vero lo preoccupa un po', dopo gli avvenimenti accaduti alla spiaggia di Kiri, dove quella visione, la ragazza di Konoha morta, lo intimava a non fidarsi di nessuno e adess che è diventato un Ninja, i nemici della Foglia prenderanno di mira anche lui. Il suo atteggiamento infatti è molto diverso dal solito, invece di avere un bel sorriso stampato in faccia come al solito, le sue sopracciglia sono aggrottate e strappano su quel viso un espressione di disprezzo ed amarezza, che va pian piano a creare un senso di rabbia sempre crescente. In questa giornata nuvolosa che quasi vuol far piangere il cielo, il ragazzo indossa una casacca bianca con cerniera e colletto alto, colletto aperto per mettere in mostra il Coprifronte della Foglia legato intorno al collo, sulla schiena raffigurato il simbolo degli Hyuga e le maniche lunghe ma larghe, coprono dei vambracci, mentre alle mani indossa i soliti guanti ninja, rinforzati sui dorsi con delle placche metalliche. I pantaloni dello Hyuga sono semplici, in tela blu scura, con delle fasciature bianche intorno ai polpaccia, che rivelano mettendoli in rilievo, degli schinieri a protezione degli stinchi. La tasca porta oggetti è situata sul fianco destro mentre ai piedi indossa i soliti sandali ninja. Mentre il ragazzo cammina, le sue mani verrebbero portate all'altezza del petto, congiungendosi ed andando a formare il sigillo della Capra, quindi all'interno della mente del ragazzo, andrebbe ora a crearsi un vuoto, all'interno del quale prenderebbero lentamente forma due piccole sfere, una di colore diverso dall'altra. La prima, di colore blu, comincia a roteare su se stessa, mentre dei sottili aghi del medesimo colore, la vanno a nutrire, rendendola sempre più grande, essa rappresenterebbe l'energia mentale. La seconda, invece, di colore rosso, farebbe la stessa identica cosa della primma, tuttavia, invece di venire attaccata da aghi blu, questa andrebbe ad assorbire lentamente l'energia dei muscoli dello Hyuga, come se se ne stesse nutrendo. Non appena le due sfere raggiungono la grandezza desiderata, il ragazzo le farebbe collidere al centro del suo petto, unendole in maniera tale da aprire il proprio flusso di Chakra. [Chakra on] [Tentativo Attivazione Chakra] [Strade.] Una scansione di passi, semplici e regolari, seppur sul proprio viso vi siano lineamenti debolmente contratti ed infastiditi, a causa dell'offerta del neo Genin e la possibilità di potersi strappare una bottiglia intera di Sakè per intrattenersi tutta la sera. Debolmente risentito di quella quantità di alcol che ha assunto nel proprio organismo, da averlo fatto crollare in un sonno profondo e decisivo, sostenendosi con un paio di medicine naturali per placare i postumi e mostrarsi comunque decisamente determinato, nel proprio compiuto. <Ehi.> Sfiora con le proprie labbra, mentre si avvicinerebbe comunque all'opposto, intenzionato a comporre il sigillo caprino per poter chiamare a sé il quantitativo di chakra necessario; cosa che invero farebbe anche lui, seppur totalmente esente di sigillo e probabilmente con un tempo minore, ristretto. Due sfere di energia, fisica e psichica, che convergono nel plesso solare, affinché i due torrenti si confondono, fluiscono l'un con l'altro, e creare così una miscela decisamente drastica, col fine di compattare il tutto e rendere forma al chakra. Grezzo, nella sua forma più naturale e non raffinata, mentre viene coinvolto in tutto l'organismo. Altre orme, prima di potersi porre dinanzi all'altro, ad [ore 12] rispetto al Genin, ad una distanza di circa [5 metri], prima di soffermare totalmente il proprio intercedere, lungo quelle vie dei quartieri poveri. <Era un semplice impasto?> Domanda, permettendo alla propria autorità di domandare, di chiedere maggior informazioni a riguardo. <Sai, bisogna controllare la zona.... chiunque faccia strani sigilli....> Sgomenta, quasi annoiato da quella prassi, lasciandosi debolmente andare a quelle pratiche. Il vestiario di lui? Un semplice pantalone nero che fascia le leve inferiori, una maglia grigia che aderisce all'esile corpo ed il coprifronte rilegato al collo, insieme al suo equipaggiamento basilare. [Chakra On][Equip.Scheda] [In giro per Kiri] Il suo sguardo, piomba pesante sulla figura che gli si palesa di fronte, come se fosse totalmente conscio del fatto ch'egli sia pronto a sferrare qualche attacco alla sua persona, tuttavia, vedendone le movenze, il giovane decide di rilassare i nervi, ma non troppo, meglio non lasciare nulla al caso tuttavia, per quanto ne sa, quel ninja potrebbe essere un nemico. Lo osserva dunque dall'alto verso il basso, sia chiaro, non per presunzione, ma solo per la differenza di altezza dei due, gli occhi perlacei infatti si vanno ad incatenare con le iridi altrui, dopo di che andrebbe a rispondere al proferire del suo interlocutore <Ho solo attivato il mio Chakra..> ammetterebbe con voce atona <Ti senti bene..?> andrebbe dunque a chiedere in direzione del ragazo, che non sembra affatto in forma, infatti si avvicinerebbe con cautela, tentando di farlo appoggiare alla sua persona <Vuoi una mano?> prima di fare qualsiasi azione che magari possa infstidirlo, protrarrebbe la mano destra verso di lui e, nel caso egli accettasse, tenterebbe di portarlo a sedersi su una panchina nelle vicinanze. [Chakra on] [Strade.] Ripiega il cranio appena sinistra, torcendo il collo quanto basta, per osservarlo da un'altra sfumatura, da un'altra angolazione, come se la cosa potesse essere sufficiente per comprendere qualcosa di più rispetto alla normale visione. <Oh bene.> Ammetterebbe quasi soddisfatto, in quanto sarà sicuramente meno problemi per lui, che deve revisionare ogni quadrante di quel territorio, verso cui non nutre una grande fiducia, soprattutto per il suo tempo atmosferico decisamente ostico e poco sicuro. <Mh?> Mugugno secco e dalle sfumature interrogative, mentre lo osserva avvicinarsi piano piano verso di sé, ma in un modo che la cosa sembrerebbe insospettirlo. Compie un paio di passi indietro, non abbastanza da risultare ubriaco, dunque sono proiezioni comunque compiute con sicurezza e determinazione, senza mostrare sbavature nel suo intercedere. <Cosa c'è?> Quasi preoccupato, raddrizzando solo ora la testa e comprendendo quel senso di volontariato che l'altro sembra eseguire. <Sto in ottime condizioni.> Affermerebbe, alla domanda altrui, rinforzando nuovamente quel senso gonfiando il petto di nuova aria, ossigeno che vibra lungo le corde vocali. <Ho qualcosa dipinto sul volto?> Perché, ora che ci riflette, non sembra essersi preoccupato di guardarsi allo specchio stamane, provando con ambedue le mani ad avvicinarsi al crine e smuoverlo appena, come se avesse l'idea che abbia qualcosa di incastrato lì. Polpastrelli che si intersecano in quella chioma azzurra, per poi slanciare tutto all'indietro, affinché possa accarezzare la propria schiena. <E' rimasto ancora?> No, non ha davvero niente e sembra che la cosa lo stia preoccupando appena, pensando a chissà quanti lo hanno visto e non hanno espresso nulla. Non l'hanno neanche deriso, in effetti. [Chakra On][Equip.Scheda] [In giro per Kiri] Nel vedere le movenze altrui, il ragazzo nota che anche lui, non si fida della presenza che lo Hyuga sta avendo nella sua vita, il che lo porta a guardarlo con qualche dubbio <Ascolta..> stopperebbe il suo moto in questo momento per evitare che il suo interlocutore possa pensare male <Ti ho visto barcollare e ho pensato stessi male..tutto qui..> andando ad osservarlo meglio in volto, lo Hyuga non noterebbe nulla di diverso dal solito, due occhi, un naso ed una bocca, nessun dipinto o disegno strano <No..non hai niente sul volto> andrebbe ad ammettere in direzione altrui. Facendo qualche passo in avanti verso di lui, lentamente, il giovane Hyuga andrebbe a porre un domanda ad egli <Sei sicuro di stare bene?> tenterebbe dunque di raggiungerlo, senza però protrarre le mani in sua direzione <Io sono diventato un Ninja solo ieri, vedi> prenderebbe il suo coprifronte con il pollice destro e tirandoselo al mento, mostrando il simbolo della Foglia su di esso, sa che non si deve fidare di nessuno, ma se vuole diventare un ninja medico un giorno, deve essere in grado di dare fiducia a chi si trova davanti, vediamo come reagirà il ragazzo dalle movenze strane. [Chakra on] [Strade.] Sicuramente l'altro sembra armarsi di una propensione maggiore, nel constatare che il Chuunin stia meglio ed assicurandolo che non abbia nulla di disegnato sul viso. <Ottimo così.> Si annuncia, quando sembra guardarsi verso il basso, ripiegare il cranio verso le gambe, e muoverle appena. <No, sembrano che funzionino.> Le proprie capacità motorie sono tutte allineati con il proprio cervello, seppur questo sia debolmente malandato dall'alcool assunto. <Tranquillo poi, son un medico.> Amplia i lineamenti facciali, per rilassarsi maggiormente. <Sarebbe stupido saper prendere cura degli altri e non di me stesso.> Dopotutto una delle regole principali che un professionista di quell'ambito deve tenere a mente è la salvaguardia: eliminare un medico significa non permettere cure ed interventi tempestivi ad altri pazienti. <Ieri?> Osserva il coprifronte che l'altro evidenzia, con facilità. <Io oramai credo che sia trascorso qualche anno.> Una piccola smorfia che si dipinge sul volto proprio, assicurandosi una maggior composizione sia nel tono che nella postura, che inizia gradualmente a risanarsi. <E perché mai sei diventato uno Shinobi?> Chiede, per semplice curiosità mista a quella noia insita da differenti giorni. <Divenirlo in un momento come questo non lo auguro a nessuno.> Sicuramente il richiamo alle armi è stato decisamente un punto critico, costringendo molti ad accelerare i passi per poter prestare servizio, pronti a difender quella terra che non è neanche propria, da come si possono notare i vari simboli riposti ed incisi sulla placca metallica. <Accomodiamoci, però.> Sicuramente stare alzato e parlare in mezzo alla strada risulta essere un disturbo deciso, soprattutto perché non ha ancora ripristinato interamente le energie mentali per sopportare una conversazione da alzati. Si guarda attorno, per individuare la prima panchina libera, dunque.[Chakra On][Equip.Scheda] [In giro per Kiri] Lo osserva attentamente, i suoi movimenti sono strani, non ha mai visto nessuno comportarsi come lui, ma non sembra essere una persona cattiva, tuttavia lo Hyuga decide comunque di rimanere sul chi va là, non si è mai troppo prudenti, soprattutto dopo quel macabro messaggio dall'oltretomba. Arriva dunque quella parola, quella magica parolina che d'improvviso fa distendere al giovane quello sguardo adirato, che tuttavia non svanisce del tutto, solo si rilassa un po' di più <Medico?> un lieve sorriso è l'unica cosa che scappa sul volto dello Hyuga, mentre all'interno della sua testa si presenterebbe il classico urlo, che solo una ragazzina davanti al suo idolo saprebbe fare <Ottimo, magari un giorno saremo colleghi allora> arriva però quella domanda, in questi tempi, ormai tutti quelli che incontra gliela pongono. Segue però il ragazzo prima di rispondere, andando a sedersi con lui su quella panchina isolata <Perché..?> andrebbe a guardarlo dubbioso <Tu non daresti una mano a chi ne necessita?> andrebbe a rispondere con tono pacato e calmo <Voglio diventare un Ninja Medico, non sono diventato uno Shinobi giusto perché mi andava, lo sono diventato adesso perché la guerra sta incalzando sempre di più, quindi prima mi sbrigo a diventare Medico e prima potrò essere utile anche io...> andrebbe a distogliere lo sguardo per qualche secondo <Sono stanco di essere inutile e...di perdere persone senza poter fare nulla per aiutarle> seppur quella ragazzza la conosceva appena, era stata una delle poche a rivolgergli la parola durante i suoi allenamenti, non sa bene il perché, però quel giorno gli si avvicino ed entrò in contatto con lui, solo per guardarlo nei suoi allenamenti all'accampamento di Konoha, ora però, lei non c'è più, e lui non ha saputo fare niente a riguardo <Ti basta come motivazione? Voglio dare una mano e rendermi utile..> ammetterebbe nuovamente secco, rimanendo in silenzio poco dopo, attendendo che il suo interlocutore proferisca parola. [Chakra on] [Strade.] Un intercedere lento, quanto basta, per potersi spostare verso la panchina individuata, ambita, e potersi accomodare, distendendo la schiena sull'appoggio posteriore, potendosi rilassare adeguatamente e lasciare che le braccia si congiungono dinanzi, conserte al proprio petto. <Dunque oltre che complicarti la vita, vuoi anche diventare medico?> Soggiungerebbe poco dopo, con un tono velatamente ironico: dopotutto non è la figura del Chuunin qualcosa che s'avvicina al desiderio dell'altro. <Espresso così, però, sembra che tu non sia diventato ninja per gli altri, ma per la tua ricerca, per la tua ambizione, di trovare un ruolo dentro questo mondo.> Un respiro leggero, in quanto non lo stia minacciando, ma comprendere meglio la posizione dell'altra. <Questo è egoismo nel voler salire su questa scacchiera e non vedere solo pedine che cadono all'esterno.> Una piccola e breve smorfia a riguardo. <Significherebbe che senza questi titoli, tu non esisteresti?> Bisogna scindere l'umanità, con la propria carriera militare e professione medica. A volte combaciano, ma altre possono scontrarsi l'un con l'altra, in una sequenza più dannosa che altro. <Non tutti accettano di diventare un Genin per aiutare il prossimo, molti lo vedono come un metodo, una risorsa, su cui poter aggrapparsi per i propri obiettivi.> Muove debolmente le spalle, nell'atto di ricercare una posizione più comoda. <Come un baratto.> D'altronde. <Un genin serve il villaggio, così come il villaggio permette al genin di crescere e perseguire nel suo percorso.> Quanto può essere rude quell'argomentazione? Eppure la pone senza sbavatura, senza alcuna cattiveria, ma con una crudeltà in quanto priva di sensibilità. Sarà un ottimo modo per formalizzare meglio le leve che un giorno saranno la nuova generazione.[Chakra On][Equip.Scheda] [In giro per Kiri] Ne ascolta le parole, sembra che non gli sia andato a genio quello che ha appena detto lo Hyuga, non riesce bene a capirne il motivo, però capisce che gli sta venendo fatta una specie di critica e, che sia costruttiva o meno, il ragazzo la accetta in silenzio, lasciandolo finire il suo discorso, è educato in fin dei conti, quindi non interrompe in nessun modo il dire altrui. Quand egli termina il suo soliloquio, solo a quel punto lo Hyuga andrebbe a rispondere alle affermazioni del suo interlocutore, poggiando la schiena contro quella fredda pnachina ed intrecciando le mani come se stesse pregando, ma lasciando le braccia appoggiate al corpo, distese lungo il suo addome, mentre volgendo lo sguardo alle nuvole in cielo, proferirebbe <Perdonami, ma secondo me è l'esatto opposto> argomenterebbe <E' esattamente per aiutare gli altri che voglio diventare un medico, non per un mio capriccio, e di certo non perché non so quale sia il mio posto in questo mondo.> torna poi alla prima frase da lui pronunciata <La vita è già complicata di suo, la mia almeno..> uno Hyuga anomalo che non trova il coraggio di rivolgere la parola al suo Capo Clan solo perché non si sente degno di quel nome e che si da colpe per fatti che non ha commesso, peggio di così, per lui non c'è altro <Non mi aspetto che tu capisca le mie motivazioni, però stanno così le cose, che mi venga intimato il contrario, le mie decisioni spettano a me e a me soltanto, non devo dare spiegazioni a nessuno.> terminato questo "sfogo", il ragazzo porta le iridi perlacee sullo zaffireo <Tu perché sei diventato uno Shinobi e soprattutto un Medico?> gli pone la stessa domanda, pura curiosità, ma lui come risponderà? [Chakra on] [Strade.] Lo ascolta, con attenzione, potendo inoltrare lo stesso rispetto che l'altro ha fornito al Kusano, lasciando che i propri padiglioni auricolari possano percepire ogni fonema, ogni intonazione, per catturarlo e comprendere a fondo. Inspira a pieni polmoni, quando l'altro raggiunge con una nuova domanda, la quale può essere completata con molte parole, ma sembra essere decisamente di poche e coincise parole. <Non conosco neanche il tuo nome.> Appunta, dato che ha difficoltà nel rivolgersi con persone di cui non ha neanche un nome, un profilo a cui rivolgersi: <Ad ogni modo...> Quasi risolutore, nel frattempo, aspettando che l'altro comunque si presenti, se lo volesse. <Te ed io potremo lanciare entrambi due pietre, praticamente identiche.> Una similitudine nella sua premessa, che manca del suo anneddoto. Intervallato solo dalla ricerca di un nuovo respiro. <Probabilmente una delle due andrà sicuramente più lontano dell'altra.> Non coincide neanche la propria superiorità, in quanto pessimo sulla prestazione fisica, sulla propria forza minore a quella di un semplice essere umano. Debole, sotto quel punto di vista. <Ma prima o poi le due pietre si fermeranno, troveranno il loro posto nel terreno.> Le spalle si innalzano, incassando la nuca fra le spalle. <Per assurdo, ora, immagina che le pietre possano camminare da sole.> E' impazzito? <Indipendentemente da dove si trovano, sotto il ricordo di quel movimento iniziale, per semplice inerzia, proseguono.> Dove vuole andare a parare lui? <Eccomi, io sono quella pietra che non ricorda più quanto sia stata la mia motivazione iniziale, ma so ciò che voglio fare e lo farò.> Ecco svelato l'arcano mistero, in una chiave di lettura decisamente pazzesca e formidabile, neanche se l'avesse precedentemente preparata. Una soluzione incredibile che spiega meravigliosamente il suo attuale modo d'essere. [Chakra On][Equip.Scheda] [In giro per Kiri] Il suo interlocutore richiede una presentazione, una richiesta velata, implicita, tuttavia colta dallo Hyuga, che con un po' di rigetto e rifiuto, con molta calma andrebbe a presentarsi <Ichirou Hyuga..> ora il buon senso e le buone maniere, impongono che sia lui a presentarsi però. Le metafore che lo zaffireo sta usando, giungono all'udito dello Hyuga come se fossero parole senza senso, seppur la casacca copra perfettamente il fisico dello Hyuga, la sua muscolatura è ben più definita e sviluppata di quella altrui che, persino ad un occhio disattento, sembra essere esile e gracilino per quanto i suoi vestiti ne facciano notare la sua forma. Però ecco che fa quel paragone finale, il che gli fa sorgere un dubbio istantaneo, se il suo obbiettivo era quello di dire che non se lo ricorda più, perché ha dovuto fare quella metafora assurda e che potrebbe farlo considerare pazzo? Quel dubbio però dura poco, infatti sul suo viso si va a formare un piccolo sorriso, mentre le perle vengono spostate dal suo volto al plumbeo cielo, che lentamente diventa sempre più scuro <Quindi mi stai dicendo, che sai cosa vuoi fare, ma non il perché?> gli scappa una piccola risata <Scusa, non volevo mancarti di rispetto, ma sono sicuro che qualunque fosse la tua motivazione, sarà stata sicuramente valida, se continui a portarla avanti senza ricordarti quale essa fosse. Io d'altro canto, se mi dovessi dipingere in quella pietra, probabilmente, rimarrei fermo, perché se sono caduto in quel punto, allora signficherebbe che il mio obbiettivo è stato raggiunto, e il resto sarebbe qualcosa che deciderò una volta arrivato nel punto ultimo.> ammette dunque in fine, non sa se per lui abbia senso, ma per lo Hyuga sì, quindi lascia a lui la prossima domanda o frase. [Chakra on] [Strade.] Ora, dopo che l'altro si è ben presentato, anche lui potrà fare lo stesso, eguagliarlo in qualche modo, seppur si preoccupi di arginare il danno di conoscenza, di quelle informazioni che riversa all'esterno, ancora ignaro della dinastia di cui è membro. <Koichi.> Semplice e curato, in una scansione pulita e priva di sporcizia. Un nome candido che si possa porre sulla propria sagoma, sul proprio profilo. Ed a quella primordiale risata, non sembra neanche curarsene, sentirsi deriso, perché invero non trova alcun motivo per farlo, dunque lascerebbe scorrere. <Perché mi piace ricordarmi di quella spinta, perché so che se mi sono spinto lì, è perché volevo quello.> Dopotutto gli anni in cui è entrato in quel sogno, in quell'illusione, durato anni ha mutato e sconvolto decisamente la psicologia maschile. <Si ha una visione differente quando il sasso è accarezzato dalla mano della volontà e quella di un sasso caduto e fermo sul terreno.> Decisamente metaforico quest'oggi, probabilmente sollecitato dall'alcool che ancora annebbia la mente maschile. <Voglio pensare che la persona che mi abbia spinto abbia intravisto qualcosa che io ora non riesco più a visualizzare.> E chi sarà mai codesta persona? Probabilmente una chiara ed esplicita allusione a se stesso, dando per collegamento il fatto che abbia attinto alla propria determinazione come la mano che ha lanciato il sasso. Poi inspira a pieni polmoni una grande quantità di ossigeno, la trattiene nei propri polmoni, e la esplicherebbe all'esterno, con una vaga vena di sollievo. Quasi serenità. <Non puoi comprendere quanto sia complesso continuare a proseguire, perché all'inizio sembra tutto meraviglioso, tenderai a portare con orgoglio quella placca metallica, ma poi comprenderai il suo peso e la sua maledizione.> Perché saranno i primi a morire, saranno i primi che dovranno immolarsi a protezione di altri, perché saranno le prime pedine che dovranno sacrificarsi per un bene superiore. Lo riconosce, ma non per questo disdice il suo volere di perseguire e continuare. [Chakra On][Equip.Scheda] [In giro per Kiri] Fatte le dovute presentazioni, lo Hyuga ora è a conoscenza del nome del suo interlocutore, un'informazione in più che gli farà ricordare di lui, la prossima volta che si incontreranno, secondo il perlaceo, il nome di una persona è importante, poiché conoscendone il nome, essa rimane impressa nelle memorie di chi lo sente pronunciare, sempre ammesso che non si soffra di deficit della memoria. Ascoltandone il dire, il suo sguardo torna nuovamente su di lui e dopo averlo fatto finire di parlare, andrebbe nuovamente a dire la sua <Certo è un bel pensiero, però il sasso fermo sul terreno, ha raggiunto il suo obbiettivo e anche il volere di chi l'ha lanciato, non mi fraintendere, ti sto dando ragione in pieno> andrebbe a mettere le mani avanti <Se non sei tu però, a vedere qualcosa in te stesso per primo, non andrai mai lontano..> questo per quanto riguarda se stesso, dati gli enormi dubbi che ha sulla sua persona. In quell'ultima affermazione, le mani si sciolgono andando a posizionarsi sull schienale, poggiando i gomiti su di esso e lasciando cadere la testa all'indietro, andando a proferire con tono quasi spento e flebile <Per quanto pesante sia il fardello da portare, io non me ne lamenterò, già prima di diventare un Genin portavo un enorme peso..e lo porto tutt'ora> la grandezza del suo Clan non è trascurabile e lui non se ne sente per niente all'altezza <Quindi, peso o maledizione, una in più non butterà giù ne il mio orgoglio ne le mie ambizioni..> spera di essere stato chiaro, in quanto sembra il dire di uno strambo, o anomalo in questo caso. [Chakra on] [Strade.] Sicuramente il tempo per conversare ha permesso al tempo di scivolare, inesorabilmente, facendo notare come il tempo si sia man mano oscurato, con il chiarore che diventa man mano una volta più tetra e diabolica. <Io però non ti ho mai detto chi sia l'essere umano che lancia.> Un minimo di sorrisetto si presenta, seppur senza mostrare la dentatura bianca sottostante, ma quasi soddisfatto che l'altro stia seguendo il proprio ragionamento. <Potremo chiamarlo istinto, ego, o semplice essenza.> Dunque, in parol povere: <Tutto ciò che si intende per la nostra stessa esistenza.> Dunque in realtà la pietra ce la lanciamo stesso noi, nessun altro. <Io posso riuscire a scorgere la fine di questa strada, notare un buon chiosco dove mi potrebbe far piacere mangiare.> Un traguardo, per l'appunto. <Lancio il sasso e, con la forza mia attuale, con la mia volontà, il sasso arriva a metà distanza.> Inseriamo anche parametri di gittata e calibrare il vento, no? <Ma non significa che il sasso abbia raggiunto il suo scopo, anzi deve combattere, per rotolare e rotolare, fin quando non sarà arrivato.> Labbra che si ripiegano in una smorfia. <Baratto.> Incide, infine. <Il sasso si fiderà della direzione in cui è stato lanciato dalla persona, la persona continuerà ad incoraggiare ed osservare il sasso percorrere quella strada, che lo porterà dove egli voleva.> Così il cerchio si conclude, quello della vita. E cosa sarebbe accaduto se avesse bevuto ancora di più? <Attento a non caricarti di troppi pesi. Uno in più non sarà un problema, ma a lungo andare, quell'uno diventano molti e quel molti si trasformano in tanti.> Ultimo consiglio, anch'esso enigmatico. <Impara a renderli anche leggeri, non potenziale solo le tue spalle.> Su cui queste maledizioni incideranno: deve esserci equilibrio.[Chakra On][Equip.Scheda] [In giro per Kiri] Ormai, il buio è sopraggiunto sulle teste dei due Ninja, e insieme ad esso, la nebbia è calata, rendendo la visuale ancora più ristretta di quanto non lo fosse già prima. La testa dello Hyuga viene riportata in posizione e la sua postura viene corretta, mentre quelle stesse parole raggiungono il suo udito, al che il ragazzo arreiverebbe a sorridere, anche se per poco, la sua mente a furia di parlare di sassi lanciati, è tornata a quel prato spettrale, a quel limbo, proprio il luogo in cui ha rivisto la ragazza di Konoha, per l'ultima volta, circondato da quelle farfalle luminose, a quel pensiero, se ne aggiunge però un altro, vuole ritornarci il prima possibile, ma prima deve salutare il suo interlocutore <Hai un punto di vista interessante, conserverò questo discorso, purtroppo però, i miei fardelli non possono essere presi alla leggera, non finchè non sarò io personalmente a rendermi conto della loro gravità..> ammetterebbe dunque alzandosi da quella seduta. Volgendo il capo in direzione di lui, andrebbe a guardarlo un'ltima volta dritto negli occhi, lasciandolo con un'ultima frase <Ho letto da qualche parte, che in origine ci fu un uomo che portava in spalla un pianeta> sì, ma era pura mitologia <Ora, non so se sia esistito veramente un uomo del genere, ma se la vediamo da un'altra prospettiva, si potrebbe dire che le spalle di un uomo, possono sorreggere pesi infinitamente più grandi di lui, metaforicamente parlando ovvio..> detto ciò, il ragazzo si incamminerebbe verso un punto ignoto <Alla prossima Koichi..piacere di aver fatto la tua conoscenza..> chiuderebbe con un seplice cenno della mano destra, salutandolo con calma. [Chakra on] [END] [Strade.] Ascoltato le parole altrui, mentre queste sfilano leggiadre, comprendendo il suo punto di vista, cosciente di come quei fonemi propri siano difficili da ascoltare, da percepire e metabolizzare, per qualcuno che deve ancora comprendere la gravità, il peso dei propri doveri e responsabilità. <Il fatto che lo faccia uno non equivale al fatto che lo facciano o riescano tutti.> Soltanto quell'ultimo cavillo sembrerebbe infondere, prima che possa concedere il congedo all'opposto, prima di notarlo scomparire. Un respiro violento, atto a sgonfiare quel torace ed espellere una grande quantità di anidride carbonica. <Quanti nuovi Genin e le loro ambizioni ancora sterili.> Borbotterebbe, una volta rimasto e lasciato da solo, ove ha sicurezza che nessun altro abbia sentito. Si rialza dunque, con un colpo di reni, per erigersi in piedi e guardarsi attorno, vagamente, quasi come se stesse cercando qualcosa al terreno. Compie un paio di passi avanti, poi si fermerebbe. <Ideali ancora da essere corrotti.> Sbufferebbe appena, prima di riprendere il moto e scomparire ben presto dalla zona, senza lasciare alcuna traccia. Sembra che il contenuto alcolico all'interno del proprio corpo è ormai scomparso, dissolto totalmente, permettendo forse l'intenzione di cercare un'altra sponda a cui appoggiarsi, aggrapparsi, per poter trascorrere un'altra serata così decisamente noiosa. Dovrà incontrare qualcuno di allettante, in tutto ciò, qualcuno che possa permettersi del sano movimento: che sia scontro od un abbraccio, che sia acido o un sorriso tenue. Il passato sembra un po' marcargli, in tutto ciò, in quelle continue e solitarie ronde, per garantire la sicurezza di quel villaggio intriso di nebbia. [Chakra On][Equip.Scheda][EXIT]