Akendo.
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Giocata dal 20/04/2020 21:54 al 21/04/2020 05:00 nella chat "Luogo Sconosciuto"
La notte è calata, le tenebre che ormai avvolgono il mondo ninja e la sua natura. Quieta alcune volte, ma in altre si possono sentire delle vibrazioni della guerra che incombe. Che gesto forse sconsiderato quello della kunoichi, vagare per le terre ninja in completa solitudine con il pericolo costante a tartassarle il cuore. Ma deve farlo, deve muoversi adesso, quando nessuno può vederla, quando il suo accampamento è più silente e dove gli occhi non sono fissi su di lei. Quel covo lo ricorda,le montagna dove l'ha portata una delle ultime volte pure, ma il fatto che non siano presenti a Kiri stessa l'ha portata a volgere lo sguardo alle più vicine, quelle ad est. Una volta sbarcata non s'è persa nemmeno un minuto per prendere il suo da fare. Ammantata di nero con quel mantello lungo ha iniziato a correre al massimo delle proprie capacità notando con piacere come la sua prestanza sia aumentata, come riesca a percepire meglio ciò che la circonda. Il manto dell'akatsuki, nuvole rosse in opposizione a quel nero profondo, lo stesso dei lunghi capelli lasciati sciolti quella notte, svolazza tra le proprie gambe in movimento, non sente nemmeno la fatica del corpo ma quella della mente si. La notte precedente l'ha scossa, per quel che ne sa è stato Yukio stesso ad instillare quei pensieri mortuari nel proprio animo, il sentirsi sempre in pericolo. Ciò non l'ha fatta dormire granchè, sempre sul chi va là ad ogni minimo rumore, ad ogni foglia mossa anche dal semplice vento, notabile la sua insonni anche dalle palpebre più pesanti del solito, dalle occhiaie leggermente marcate sotto gli occhi azzurro verde portatori di primavera forse, ma non questa notte. Fissi, rigidi, concentrati e contemplativi. Non sa bene dove andare ma deve trovarlo, il suo obiettivo è il seiun quella notte. Sente il bisogno quasi fisico di rimanere con lui, di potergli porre quelle domande che dopo il loro ultimo incontro sono diventate sempre più oppressive e pesanti nel proprio animo , sente la necessità di divenire più forte. Quelle ferite che si porta dietro ne sono la prova. I movimenti non sarebbero poi tanto malmessi dai buchi dei piedi, ormai fasciati sotto i sandali, ne alle braccia tagliate, coperte anche quelle - e di cui ne porta i segni anche sul manto nero di Akendo. Ma sente quel fastidio che le provocano. Corre, per lunghe distanze ormai da quando si è allontanata dall'accampamento stesso, il cuore che le batte forte e lo sente nelle orecchie, ogni passo che la porta ad una distanza sempre maggiore, ormai lontana dalla civiltà , lontano da tutto, come se stesse scappando da quello che si lascia alle spalle. Forse è proprio così. Alla ricerca del riduko sannin pronta per tornare diversa nel suo essere, pronta all'inizio della propria trasformazione, pronta a sbocciare infine e raggiungere i suoi obiettivi, e se ciò avesse chiesto giorni, avrebbe cercato Akendo per quel tempo fino ad averlo trovato. Non si sarebbe tirata indietro, i legami inesistenti con kiri, con kusa stessa ormai, con tutta l'alleanza ne hanno facilitato di certo il viaggio. Trova gradimento pure in quella fresca aria notturna che le lambisce la poca pelle visibile, il volto per metà grazie al collo della veste sollevato. Avanza, corre come un felino, bella ed elegante in quei movimenti ma allo stesso tempo potenti e scattanti. Non si perderebbe nessun indizio, nessun rumore, nessuna figura nella notte, alla ricerca di quelle montagne. Farebbe inoltre in modo da essere più silenziosa possibile in quegli scatti portati avanti in continuazione, non vuole attirare l'attenzione, sicura che il sannin l'avrebbe senz'altro notata e trovata lui stesso. Sempre che abbia fortuna in quella ricerca . [chakra on][vesti akatsuki ] [Catena Montuosa] Notte fonda nelle terre inasprite e poco conosciute, le catene montuose sovrastano qualsiasi cosa, celando a chi proviene da Kiri la visione di terre selvagge e ancora poco conosciute, motivo per il quale a suo tempo lo stesso Rikudo Sennin vi fece costruire l’ormai covo, seppur poco frequentato, dell’Akatsuki, tempo immemore è ormai passato da quando quelle sale e quelle sedie erano occupate dai ninja più forti presente nelle terre ninja. Ora tutto è cambiato, facente parte di un passato al quale Akendo seppur non più profondamente legato, ne è unico testimone ormai, come un oracolo rimembra ciò che per molti è ormai perduto e dimenticato, non a caso ha scelto proprio quella insidiosa sistemazione per sostare nelle vicinanze di Kiri, no che abbia problemi a spostarsi ma la possibilità di poter arrivare a Kiri e ritorno senza dover ogni volta utilizzare il chakra per dislocarsi sicuramente è un fatto di non poco conto. Ciò ovviamente permette a chiunque di raggiungerlo, chiunque ovviamente ne conosca l’ubicazione, poggiato con le proprie carni su di un rilievo roccioso, avrebbe ampia visione del cielo stellato e di quella luna ancora in una forma imperfetta ma dalla sagoma più famosa che vi sia, il vento accarezzare il proprio viso ed creare tempesta nella sua folta chioma scura, le violacee iridi sfuggono allo sguardo del cielo, guizzando di tanto in tanto sull’intera catena montuosa che sia allunga per chilometri e sotto di esso dove un sentiero a Zig Zag che la natura ha composto si presenta ai suoi occhi e solamente grazie a questo, che in lontananza, si avvedrebbe di un ombra, seppur non così difficile da seguire e catturare coi propri sensi, noterebbe quanto possa essere veloce tale figura, lento il sopracciglio destro alzarsi <hmm> quasi a mugugnare qualcosa, incuriosito da chi possa essere tanto audace e tanto sciocco da arrivare fino a queste terre selvagge. Lo sguardo ne seguirebbe i movimento e passo dopo passo la figura ai suoi sensi diverrebbe sempre più chiara, grazie al favore stesso della luna, una volta intrapreso il sentiero naturale creatosi nella catena montuosa, potrebbe notare due particolari più che interessanti, il primo una veste dell’Akatsuki ed il secondo quella folta chioma rossa, per quanto possa far finta di non accorgersene difficile pensare che sia qualcun altro se non la stessa Sango Ishiba. Una smorfia divertita si formerebbe sul viso del ninja leggendario, quanto può essere folle o anche solo sprovveduta nell’avventurarsi ed osare fino a tanto per cosa poi? Probabilmente arrivare alle sue attenzioni e dire che, il suo intento lasciando quelle vesti Akatsuki erano proprio quelle di prometterle una sua seguente apparizione, presto o tardi, il fatto che lei abbia anticipato i tempi di sua spontanea volontà non può che essere puro divertimento per il Seiun e un modo per spezzare quella noiosa notte accompagnata dal vento e dal rumore della natura. Una volta atteso che la figura della Ishiba arrivi ad un’altezza accettabile, si lascerebbe cadere giù da quel rilievo roccioso, come in picchiata, innumerevoli i possibili flashback ma a metà aria scomparirebbe e alcun rumore verrebbe riprodotto, ricomparendo a pochi centimetri dal suolo, leggiadro come un piuma, poco sopra la stessa special jonin, il braccio sinistro posarsi sulla di lei spalla sinistra, come ad avvolgerle quasi il collo ma non imprimerebbe alcuna forza, potendo così arrestare qualora lei stessa assecondi il tutto, il di lei movimento vociando solo a quel punto <e due> un chiaro riferimento a quella notte nella foresta di Mangrovie dove “rischiò” la vita a presentarsi d’innanzi ad un attento Akendo in cerca di prede, seppur migliorata la velocità del Seiun ancora richiederebbe un po’ di pratica prima di essere seguita e soprattutto accorgersene <vedo che alcune cose non cambiano mai> per quanto non sia passato un po’ di tempo è papabile il miglioramento della Kusana e la cosa non può che far piacere al Rikudo Sennin. L'Ishiba continua, inconsapevole ancora della presenza del sannin, troppo lontano e in alto per i propri sensi. Corre ancora, spostando lo sguardo, solo un brivido le scende lungo la schiena, qualcosa che sa che è li, vivo e vegeto. Il suo movimento si arresterebbe violentemente contro il braccio del sannin. Il corpo che agirebbe al suo meglio, qualcosa di insito in lei, la sua massima espressione di ninja, un essere quasi selvatico a quel tocco. Ne sentirebbe comunque la voce divertita ma non si fermerebbe li, abbasserebbe il corpo per potersi liberare dalla non stretta per scattare in avanti di un metro per voltarsi al massimo delle proprie possibilità, notevolmente migliorate adesso dal loro ultimo incontro. Il movimento fluirebbe se non fosse fermata dall'altro, per potersi porre alla sua altezza con le braccia lungo i fianchi. Lo vedrebbe in tutta la sua bellezza e forza, non l'ha nemmeno sentito arrivare se non all'ultimo istante quando ormai avrebbe potuto perdere la propria vita. Le iridi azzurre andrebbero a sondare il suo di volto, e l'altro potrà notare i segni della stanchezza. < mi chiedo > uscirebbe morbida la sua voce per giungere alle sue orecchie < se provassi più gusto ad uccidermi o a possedermi > le labbra nascoste andrebbero a sollevarsi in un mezzo sorriso malizioso rimembrando i loro incontri, tutti terminati sempre nello stesso modo < ma questa volta ..il nostro incontro è voluto > da lei ovviamente < ti stavo cercando Akendo > l'altro potrà notare quasi un senso di urgenza nelle sue parole, ma il corpo rimane rilassato nella sua immobilità . Ne aspetta le parole , non si è spinta così tanto oltre la protezione del suo stesso kage per nulla, disposta a tutto per poter scambiare quella notte per quello che desidera < è arrivato il momento che mi prenda quello che desidero > si è arrivato, circoscritto da tutti quei ultimi avvenimenti avvenuti. Non vuole più esser preda di quello che lo stesso Yukio le ha fatto anche se probabilmente per il kage era stato solo un mero divertimento. Una potenza incontrastabile per lei in quel momento e il pensiero di sentirsi così debole la turba non poco. Le mani andrebbero lente ed eleganti ad abbassare la collottola in modo che il proprio volto sia ben visibile adesso alla luce della luna < siamo soli? > chiederebbe innanzitutto, non vorrebbe esser fermata in quel suo fare da chicchessia ovviamente. < sono pronta a prendermi tutto > un accenno a quella prima conversazione che hanno avuto. E' pronta? Non lo sa con certezza, non nel fisico e nella potenza almeno, ma la sua anima sta ardendo come non mai in quel momento. Lascia adesso che sia il silenzio a farle da padrona, l'espressione seria ed agguerrita..e forse un ombra di..paura? Starà al sannin stesso decretarlo o chiederlo se mai ne avesse voglia, a lei non rimane che attendere impaziente il suo vociare. [chakra on] [Catena Montuosa] lento nei suoi movimento toccata terra ed ottenuto quel contatto, seppur breve, osserverebbe ora i movimenti della ragazza che sicuramente ora denota una maggior padronanza ed agilità in essi, se non fosse per quel gioco di gambe che ad un occhio attento sarebbe parso tutto normale ma ad una mente acuta come quella del Seiun, socchiuderebbe leggermente le palpebre andando ad osservare i di lei piedi, leggeri ed imprecisi micro imperfezioni in quel veloce movimento, curioso a meno che non vi sia una qualche implicazione fisica che complichi quel suddetto movimento. Ascolta la tua voce fluire e confluire attraverso se, raggiungendolo e destano la sua attenzione, soprattutto la prima affermazione, che divertirebbe non poco lo stesso Akendo, mostrandole una sorta di sorriso abbozzato per quanto sia strano vedere una cosa del genere su quel viso, giacché si presenterebbe comunque come una storpiatura di quella forma, andando a prendere parola unicamente per risponderle d’istinto a quella prima affermazione <beh arriverà un giorno in cui i miei movimenti saranno leggibili anche ai tuoi occhi, non è divertente?> d’altronde quale modo migliore se non testare le abilità della ragazza se non con stupidi giochini, mica saggiare la sua potenza no vero? Mantenendo quella che ora parrebbe più una espressione sfacciata e quasi arrogante aggiungerebbe infine <e comunque ucciderti non è di certo nei miei pensieri> con un tono tra il sarcastico e l’offeso quasi ma del resto l’aver escluso quindi la prima ipotesi, rivelerà alla stessa Sango la risposta a quella sua affermazione. Darebbe infine modo alla ragazza di concludere tutto il suo dire, lasciandole ampio spazio e rilassando la propria muscolatura seppur non appesantita da alcuna armatura o arma se non delle vesti grigi tendenti al nero a ricoprirne l’intero corpo come fosse un kimono <siamo soli e sono piacevolmente colpito dal fatto che tu stessa sia qui, ora…in questo posto poco conosciuto> attimi di pausa prima di concludere dicendo <questo credo che confermi di per se quanto tu sia pronta a proseguire in questo cammino che notti fa hai scelto> il momento per lei è giunto, pronta o meno che sia, presentarsi li è solo una conferma in più agli occhi del Rikudo Sennin che dunque a quel punto comincerebbe a muovere primi passi proprio verso di lei, ma nonostante ciò alcuna intenzione permeerebbe quei movimenti, nessuna possibile percezione delle intenzioni di Akendo potrebbe raggiungere l’Ishiba e una volta arrivato a pochi centimetri dalla di lei figura, semplicemente la sorpasserebbe, esclamando a quel punto <siamo più che soli> con un tono caldo, a tratti provocatorio in risposta a quella palese malizia perpetrata da lei stessa a favore di ricordi di notti orsono passate nella passione più totale. Ma in quei movimenti qualcosa c’è, la strada ora intrapresa dal Seiun ad occhio porterebbe semplicemente più su, l’laddove lui stesso è caduto pochi minuti fa, il suo è un ovvio invito a seguirlo, non sarà di certo una passeggiata ma per quanto la meta sia ignota alla ragazza, palese invece è al ninja leggendario. [chakra on ] Solleva un sopracciglio a quel dire e soprattutto a quell'espressione, quel sorriso che invece di divertire è alquanto inquietante ma non commenterebbe per evitare possibili sciagure < magari avrò modo di poterti sorprendere io > chi lo sa dopotutto? Ma l'obiettivo è quello, essere un ninja superiore alla media , tanto potente da esser temuta come il sannin che le sta di fronte. < sono sollevata di non dovermi coprire le spalle anche da te > mormora a voce più bassa procedendo con un sospiro successivo non notando nemmeno la sua stizza, la mente che corre ad altri pensieri. Ne ascolta le successive parole, seria più che mai nell'espressione che solitamente si presenta addolorata, crucciata o imbarazzata di fronte al sannin stesso. Lo teme? Si, ma sicura almeno per il momento che non avrebbe attentato alla propria vita chioserebbe leggera < non mi sarei allontanata così tanto da Kiri se non fosse stato necessario. Con la guerra che incombe la mia presenza ultimamente è sempre più richiesta per colpa di Yukio > leggermente stizzita forse dal fatto che l'altro abbia deciso di nominarla special jonin in quel momento in cui avrebbe necessità più che mai di aver del tempo per le sue ricerche. Lo vede avvicinarsi a se, non muovendosi, tenendo lo sguardo fisso su di lui senza mai abbassare lo sguardo . quelle parole e quella malizia le provocano dei brividi ma non andrebbe a controbattere, non al momento e non su quell'argomento < perfetto > sussurrerebbe la donna accennando solo un sorriso malizioso per qualche attimo prima che questo sparisca. Lo osserva continuare a camminare portandosi come può al suo di fianco, il sinistro in realtà, osservando il territorio intorno a loro. I passi si muoverebbero anche se le piccole fitte alle piante la infastidiscono, ma alcun suono di dolore ne uscirebbe dalle labbra < ho incontrato qualcuno dell'akatsuki in missione con me..era molto potente con il suo sharingan > mormora osservando di bieco il suo volto alla ricerca di qualche emozione particolare, curiosa anche lei di approfondire le emozioni del Seiun. < beh non ha senso perdersi in chiacchiere dopotutto . > annuncia lei tornando a guardare davanti a se < voglio sapere tutto sulle evocazioni che ti ho chiesto. Non ho trovato molto in quei vecchi libri a kiri.. e > tornerebbe a guardarlo < ovviamente avrei dovuto restituirti il mantello > la promessa era quella no? Se lo sarebbe ripreso una volta incontratisi < anche se mi spiace che si sia ..rovinato un poco > ammette lei, e l'altro forse potrà notare i due piccoli strappi su ogni braccio solo per il fatto che le fasciature bianche sotto risplendono in confronto all'oscurità dello stesso. Farebbe solo mezzo passo per allontanarsi dal suo corpo, forse un pò impaurita dalla sua reazione a quel manto donatole e un pò distrutto. Lo osserva di sottecchi per evitare altri attacchi a sorpresa. Non smetterebbe comunque di muoversi seguendo la via tracciata dal sannin stesso, forse proprio dove la portò al loro primo incontro. [chakra on][vesti akatsuki] [catena montuosa] Divertito dalla risposta della ragazza e a tratti quasi interdetto nel sentire di come sia sollevata dal fatto che non voglia lui stesso attentare alla sua vita, un commento strano agli occhi del Seiun che curverebbe di poco il proprio capo verso la spalla destra, interrogandosi per qualche istante sul perché, d’altronde ai suoi occhi un patto è stato suggellato e non solo da parole ammaliatrici, quindi perché mai dovrebbe attentare alla sua vita? Non ne avrebbe di certo motivo. La di lei voce continuerebbe a fluire indisturbata e come tale rimarrebbe, ascoltando silente e continuando a camminare in una direzione ancora sconosciuta alla ragazza, molte però sono le domande che sorgerebbero man mano che le parole continuerebbero a scorrere, ma ancora tace in attesa che le parole lascino posto ad un silenzio tra i due e forse l’ultima frase darebbe degna conclusione assecondando invece l’impeto del Seiun di prendere parola riguardo proprio il manto stesso dell’Akatsuki, il passo s’arresterebbe d’un tratto <è così, hai rovinato il mantello che ti avevo lasciato…> un affermazione quasi sussurrata la propria, il tono è incerto, difficile comprendere cosa stia pensando o provando, per poi volgere il proprio volto e sguardo violaceo alla ragazza <beh forse era destino che un giorno si rovinasse, d’altronde non è mai accaduto> questo è vero seppur in parte, il manto del capo dell’Akatsuki perennemente intatto è sempre stato più un simbolo e monito, un ninja leggendario come il Rikudo Sennin non può certo essere sfiorato ne anche solo essere messo in pericolo da qualsivoglia nemico e quel manto che non riporta alcuna memoria di battaglie è il simbolo perfetto della potenza del Rikudo Sennin, la verità è in parte celata, avendo preferito l’armatura e togliersi le vesti più che combatterci per ovvi motivi di movimento anche, ma questo non è dato saperlo a nessuno, palese però l’allegoria al suo essere annoverato come essere divino, ma non arresterebbe qui il suo dire < d’altronde anche le cose agli occhi degli altri, perfetto ed intoccabili nascondono il più delle volte, ferite celate e mai mostrate> non molto criptico per quanto gli piaccia farlo, non questa volta, le sue parole lasciano sempre ben intendere come lui stesso possa apparire divino ed intoccabile ma vi è ben più di quello che la semplice gente vede. Un sospiro tornando quindi a camminare, quasi divertito dal suo stesso comportamento, dalle parole della ragazza, dispiaciuta per aver rovinato il mantello stesso…chissà magari potrà marciarci un po’ sopra <non ti preoccupare dunque per quel mantello> breve pausa prima di concludere <troverò il modo a me più congeniale di punirti> il tono è alquanto scherzoso ma è anche vero che il Seiun raramente scherza e anche in quelle parole chissà un fondo di verità ci potranno essere? Non gli è dato saperlo per la gioia e il divertimento di quest’ultimo, intento a prenderla in giro, ma altro dovrà essere discusso <prima di cominciare però, dovremo accelerare ulteriormente il passo> questo presuppone che da un momento all’altro molta della propria velocità verrà messa in campo, contenendosi in modo che la stessa special jonin possa seguirla ma prima di allora <riesci o fa male?> eh già, l’occhio attento e sviluppato del possessore del Rinnegan, non lascerebbe scampo a quelle fasce sulle braccia e soprattutto quei movimenti non del tutto perfetti dei di lei piedi, il suo vociare pare quasi premuroso nei confronti della ragazza il che potrà probabilmente confonderla, magari immaginarsi che la possa prendere sulle spalle come in una scenda tratta dal migliore degli stereotipi shonen? Chi lo sa, detto ciò continuerebbe a camminare in attesa di tale risposta così da sapere se potrà accelerare o prendere con sé la stessa Ishiba, ben altre domande però verrebbero poste per saziare quella curiosità a tratti bambinesca del Sannin <cosa centra Yukio con la tua presenza richiesta? Ci sono molte missioni?> quasi divertito nel proferire tali parole, d’altronde missioni, villaggi, doveri, gradi tutto ciò lo diverte oltre mondo, guardando e pensando a quella vita come qualcosa di comico se correlato a tutto ciò che ha vissuto quest’ultimo, ma il suo dire non si arresterebbe <e dunque avresti incontrato qualcun altro con quelle vesti ed uno Sharingan?> per qualche istante il suo sguardo abbassarsi e riempirsi di tristezza, il ricordo e la memoria degli unici due membri nonché affetti di Akendo scorrergli nella mente e poi scomparire subito dopo, la ninja stessa potrà osservare quello sguardo divenire per qualche istante malinconico e perso nel vuoto <impossibile> esclamerebbe riportando lo sguardo d’innanzi a se <gli unici membri con uno Sharingan sono ormai morti, chiunque sia stato o le avrà rubate in qualche modo o dice il falso, se puoi stai attenta e diffida da una persona del genere> sembra quasi arrabbiato, stizzito da una simile notizia, anche solo per la presenza di una persona simile e di certo non vuole che Sango abbia a che fare con essa. Poste tutte le domande possibili ed inimmaginabili, attenderebbe dunque una per una la loro risposta partendo ovviamente da quella più basilare che permetterebbe ad entrambi di lasciare quel loco più agilmente o ad un passo sostenuto ma non veloce, attende con ansia risposte, come se quell’istante malinconico fosse sfumato, catturato nello sguardo di Sango ma non afferrato. [chakra on] Come volevasi dimostrare allora l'uomo sembra alquanto atterrito dal fatto che il suo mantello sia stato rovinato , si ferma anche lei, qualche passo indietro rispetto a lui così da poterlo guardare ma avere un minimo di distanza per un ipotetica fuga. Lo guarda con una strana espressione di scuse sul volto mentre chinerebbe le spalle per fare un inchino a testa bassa nella sua direzione < prometto che lo riparerò > direbbe in un momento per poi rialzarsi, nella speranza che l'altro non si arrabbi sul serio. La frase sul fatto che non sia mai accaduto la fanno rimanere quasi perplessa, dopotutto però la forza leggendaria dell'altro è ben che riconosciuta ovviamente. Ma le altre parole la fermano completamente, non si muove se non per i capelli mossi dal vento stesso. Quelle parole non se le sarebbe aspettate, non da lui. Il mostrarle quel lato umano che cela dietro quel volto, quegli occhi freddi a tratti.. < significa essere uomini.. avere delle emozioni > sussurrerebbe gentile adesso, presa da quella umanità che vede in lui, qualcosa di molto profondo e intimo. Non si azzarda a dire altro per non provare a toccare argomenti forse troppo delicati. Ed eccolo tornare all'attacco, quel cambio di emozioni tanto repentine da confonderla di più < o-okay > direbbe lei presa alla sprovvista, si è appena venduta a quella minaccia .. e a quella presa in giro. Annuisce prima di rimanere di nuovo sorpresa < te ne sei accorto > direbbe lei con imbarazzo ,e quello che percepisce è..premura? Affetto? Non lo saprebbe dire < sto bene, non mi fermeranno delle piccole ferite > minimizza lei, orgogliosa in quello che dice, non vuole di certo mostrarsi debole di fronte a lui, non in quel modo almeno < grazie > sussurra ancora felice però che l'altro cambi discorso. L'altalenare delle emozioni del sannin la mettono in difficoltà. < mi ha promosso a special jonin..proprio adesso. Avrei preferito investire il mio tempo in altro che dietro a kiri..> sospira quasi sconfitta, ma sa bene che quello che sta facendo lo fa anche per quel patto sugellato <.. e ha fondato qualcosa di nuovo. Un organizzazione di Kusa > un altra informazione verrebbe elargita all'uomo < qualcosa per controllare il mondo ninja ed essere i suoi occhi ovunque .. non so ancora moltissimo ma credo mi ci abbia buttato dentro..prima rapendomi e poi credo abbia usato un genjutsu> insomma delle spie e una normalissima giornata nella vita di un ninja, tra rapimenti e visioni. < si > risponde a quella domanda vedendo come lo sguardo si intristisca ulteriormente. Vorrebbe chiedere qualcosa ma proverebbe solo ad avvicinarsi a lui, leggiadra la mano proverebbe a salire sul suo volto per poggiarvisi , un gesto consolatorio il suo. La mano scenderebbe quando la voce si farebbe più tagliente < si chiama Katsumi > lo conosce ovviamente per fama e per merito, e per via della missione < mi è sembrato molto bravo.. siamo riusciti a far squadra senza nemmeno parlare.. e uno dei membri? > commenterebbe lei, essendosi fatta un idea su quel jonin e chiederebbe delucidazioni. Andrebbe successivamente a seguirlo, al massimo della sua velocità standogli abbastanza vicina < dove stiamo andando? > una parte di se lo immagina ovviamente ma non può non chiedere < dunque? > attenderebbe lei adesso il dire altrui. [chakra on][spostamento] [catena montuosa] Gioco in quel frangente, a quanto pare la noia quella sera lo stava divorando se ora la sua più grande attenzione si è spostata sul prendere in giro la povera ninja anche se beh non si aspetterebbe una simile reazione quasi di paura poiché ai suoi occhi sta solo scherzando, prima o poi forse lo capirà cosa la sua aura e presenza incute negli occhi altrui o forse serve del tempo a Sango per comprendere le sfaccettature che compongono l’animo di Akendo, forse non vi sarà mai occasione chi lo sa. Osserverebbe il di lei dire, divertito da come si scusi un po’ impanicata per poi aggiungere a sua volta <non ti preoccupare ti stavo solamente prendendo in giro…uno scherzo insomma> attimi di pausa prima di vociare ulteriormente con ormai il viso rivolto verso di lei <ma non sulla punizione…su quella non scherzo> il suo volto sembrerebbe anche serio se non fosse che il suo tono è tutto fuorché freddo e apatico a tratti come sempre, la sta prendendo ancora in giro e forse ora le sarebbe evidente ma, non ci si potrebbe scommettere troppo. Apprezzerebbe però con un gesto del capo le parole quasi di conforto, sul provare emozioni ed essere uomini…da quanto non si sente così? Da quanto non è più né uomo né divinità, incapace di comprendere le emozioni altrui, incapace di comprendere le sue stesse emozioni né a tratti di provarle. L’attenzione però verrebbe ora portata al vociare di Sango, curioso di comprendere le dinamiche della sua vita compreso la sua ultima promozione alla quale semplicemente si intrometterebbe con un <oh oh Special Jonin vedo che stiamo scalando in fretta i vertici> un tono quasi divertito nel proferire tali parole ma a cui non vorrebbe dare troppo peso, rincuorato comunque che le ferite della ragazza non siano così pesanti e possa muoversi senza sforzarsi troppo, preso più che altro dalle successive parole d’ella, inerenti ad una nuova corporazione, qualcosa che Yukio sta mettendo su in piedi, una organizzazione in grado di controllare il mondo ninja, avere occhi ovunque, un discorso molto contorto ed un ideale altrettanto utopico pensare di riuscire a farlo, sembra quasi che la sua idea a cui anche lo stesso Yukio era al corrente, nonché unico membro della vecchia Akatsuki ad esserlo, l’avesse plasmata e riformata a suo idea, ma non sarebbe questo a farlo subentrare alla voce della ragazza, quanto più le parole di un rapimento ed un genjutsu…<e così Yukio ti ha rapito e ti ha fatto preda di un illusione?> il tono ora diverrebbe duro e rude come è solito suo fare, lasciando divertimento e toni più leggeri alle spalle, l’aria stessa sembrerebbe gelarsi di colpo <vedo che il ragazzo più cresce e più si prende libertà> infastidito da questa notizia tanto per ciò che Yukio ha fatto a Sango quanto il fatto che ovviamente nessuno sa del suo desiderio di possessione totale della ragazza, eccetto lei stessa, la cosa gli da terribilmente fastidio tanto che guizzerebbe la propria voce esclamando <e tu non dovevi farti rapire allora> infastidito da quello che Yukio si è permesso di fare, le braccia conserte, è proprio offeso, come un bambino a cui hanno toccato qualcosa a cui tiene ed è di valore, esattamente la stessa cosa, mettici il Rinnegan, i lunghi capelli neri, un kimono ed eccolo lì, un bambino offeso perché un altro bambino ha avuto l’ardire di fare tanto <nessuno si può prendere libertà simili con te, non finché esisto io > la sottile differenza tra la premura e l’odio quasi di essersi presi una libertà simile ma d'altronde conscio che nessuno sa del suo ritorno nelle terre ninja, figurarsi che Sango sia di sua proprietà, arresterebbe il suo passo, volgendo ancora una volta il proprio viso e sguardo violaceo verso il viso della Ishiba <mi servirebbe un modo> quasi farfugliando tra se e se <se mai qualcuno tenterà nuovamente una cosa del genere digli pure che se la vedranno con me, vedremo se poi oseranno farmi ancora una cosa del genere> eh sì perché per quanto gli dia fastidio che abbiano fatto questo in primis alla special jonin, di rimando, odia ancora di più che l’abbiano fatto verso una cosa sua, per la quale la possessione è la prima cosa che vuole e che ha ottenuto e di certo non la lascerà andare via. Facendo spallucce ancora offeso verso i Kami solo sanno cosa, continuerebbe nel suo passo, ascoltando le ultime fatidiche parole, quel nome arresterebbe per qualche istante come prima la figura del Rikudo Sennin <oh> un sussurro flebile nell’aria, quasi come un respiro intento a liberarsi da quelle porte che sono le labbra, libero quindi di vibrare nel cielo e sperdersi nell’aria, mantenendo quel contatto con le di lei mani per quanto riuscirebbe, lo sguardo per un attimo fisso nel vuoto, ridestato successivamente dalle parole seguenti della ragazza, il tono pacato, triste quasi, come se fosse stato ferito in qualche modo <Katsumi?> andrebbe nuovamente a ripetere <no…non è un membro dell’Akatsuki, strano che abbia una di quelle vesti, ma so che è un ottimo ninja> esclamando quasi compiaciuto di ciò, per poi continuare <mi sono giunte voci che sia un grande leader per il suo clan nonché una ottima risorsa per il villaggio di Kusagakure> per quanto si fosse promesso che mai si sarebbero più incontrati, onde evitare di destabilizzare il sigillo dello schiavo, comunque non potrebbe fare a meno di seguirlo con il proprio sguardo da lontano, consapevole della vita che gli ha donato, certo ora sono passati altri innumerevoli anni e ben poco sa più di Katsumi, ma saperlo ancora all’attivo e jonin per giunta, gli farebbe piacere. L’ultima domanda darebbe modo al Seiun di recuperare il proprio passo e lentamente velocizzarlo sempre più mantenendolo comunque sostenibile anche per l’Ishiba <stiamo andando dove tutto quella notte si è concluso> un pizzico di malizia nella sua voce ma nulla di più, si gusterà il tutto più in là, una volta arrivati, andando sempre più a macinare metri sotto i suoi veloci passi. [chakra on] Il sannin che scherza..sarebbe assurdo tanto quanto vedere uno Yukio troppo serio. E ha avuto prima modo di vedere Akendo in quel modo. Le palpebre sfarfallano rendendosi pian piano conto del fatto che la stia solo prendendo in giro. Il rossore raggiungerebbe le gote ad imporporarle, un poco offesa dalla cosa solo per non averlo compreso < ma! > direbbe per iniziare per poi arrestarsi al suo proseguire. < ... > non aggiungerebbe nulla a quello detto < non è che sia mia prerogativa scalare le vette dei ninja comuni > risponderebbe con uno sbuffetto e le braccia conserte anche lei. Non è quello il suo desiderio, essere un ninja comune anche se a pensarvisi meglio il suo obiettivo di prendersi ame la farebbe una sorta di ..kage? Scuote il capo, non è il momento quello di pensarci . Il gelo la raggiunger in quel dire, quelle parole verso lo stesso Yukio, come se avesse appena emesso una sentenza < come se volessi esser rapita! > sbotterebbe anche lei a suo modo, di quel fare infantile che l'altro le sta mostrando in quel momento, come se fosse colpa sua ma forse in fondo lo è< non sono abbastanza forte da potergli tenere testa > d'altronde il kage è anche un tessai rinomato, sa benissimo che la sua forza al momento non è abbastanza. < un..modo? > non comprende le prime parole ma le ulteriori si. Sospira nel sentirle < Akendo.. io non sono venuta da te per protezione > direbbe seria lei adesso < e non voglio ne desidero che la gente mi veda solo come qualcuno che sta sotto il grande Sannin per farsi proteggere e riempire la mia bocca solo col tuo nome > le iridi che si incastrerebbero in quelle violacee altrui , seria come poche altre volte nella vita < se devono aver paura..devono averlo di me stessa > la voce che si fa dura e implacabile, non si sarebbe mai abbassata a quello, non avrebbe mai posto il proprio orgoglio solo per una mera protezione. < sono consapevole che se Yukio volesse uccidermi lo potrebbe fare in un attimo..e molti altri ci riuscirebbero. Ciò non toglie che mi piegherò a questo. E non è che abbiano fatto qualcosa direttamente a te > porrebbe fine al proprio discorso con uno sbuffo ulteriore, non comprendendo ancora appieno l'immensità della possessione altrui, che la vedrebbe quasi come un oggetto di sua proprietà a cui nessuno debba avvicinarsi. < si proprio lui > direbbe notando la tristezza che è insita in lui, più capace di comprender l'animo umano che la forza altrui forse < capisco > direbbe, allora il jonin non sarebbe davvero un membro dell'Akatsuki ? Avrebbe dovuto indagare per conto suo. Il corpo continua a muoversi ovviamente accompagnando i movimenti del Seiun < immaginavo > sussurrerebbe lei notando la sua malizia, ma il proprio volto che si direziona in avanti < spero non manchi troppo > conscia che la notte poi l'avrebbe ripassata a correre per tornare a Kiri cercando di far trasparire la propria assenza come un momento di relax lontano dal campo. [chakra on][vesti Akatsuki] [edit] "...ciò non toglie che NON mi piegherò a questo..." [Catena montuosa] Passo dopo passo, la loro velocità ora raggiungerebbe una distanza accettabile, mentre i discorsi continuerebbero, in particolare la voce della Ishiba che farebbe suo il momento esprimendo un concetto a quanto pare a lei molto caro, seppur in parte lo possa comprendere non è qualcosa a cui si rifà, non completamente. Ascolterebbe quel discordo con attenzione, assottigliando le palpebre per un istante su alcune frasi salienti, lasciando spazio e tempo a Sango, affinché ella possa concludere il proprio discorso, ma prima c’ella possa continuare con ben altri frasi e proseguire così, prenderebbe parola unicamente per risponderle, a tratti stizzito quasi da quel suo atteggiamento e le parole a lui rivolte, non comprendendo bene la natura di esse, soprattutto usando così il suo nome <Io non ho mai promesso alcuna protezione> risponderebbe in primis a quella sua prima affermazione continuando <indubbiamente sentirsi deboli non è un pregio ne un vanto ma è per questo che sei venuta da me no? No di certo per chiedermi una sterile assistenza> cosa che di certo non avrebbe comunque dato così tanto per, attimi di pausa prima di concludere <non permettere a nessuno di decidere cosa fare o chi tu sia, non farti governare…ricordi?>. Il suo tono così come il suo sguardo ora diverrebbero più freddi, più distanti, chiudendosi quasi in sé stesso come al loro primo incontro, celando ora agli occhi della giovane Ishiba quel poco che lei stessa era riuscita ad intravedere e che le aveva permesso di intravedere, stizzito da quelle parole e forse più dal fatto c’ella non abbia compreso bene sul fatto che non ha una vera è propria scelta, d’altronde quella notte, nelle foreste di mangrovie glielo disse lui stesso, non permettere a nessuno di governare la tua vita…nessuno eccetto lui. Taglierebbe così corto sulla questione, non volendola nemmeno riaffrontare, non ora di certo, rispondendo unicamente all’esclamazione di Sango <ci siamo quasi> e in effetti è così, il paesaggio lentamente cambierebbe ed ora si ritroverebbe quasi su di una sorta di pianura rocciosa, di li a poco il covo dovrebbe essere visibile, un’incavatura nella roccia più alta della catena montuosa <dunque cosa vuoi sapere nel dettaglio delle evocazioni? Ve ne sono di diversi tipi ed ognuna di esse ha caratteristiche e particolarità proprie oltre che peculiari, dovrai essere molto precisa> d’altronde nel loro primo incontro sono riusciti solo ad accennare qualche nome, sull’evocazione delle tigri in primis, ma dovrà porre le giuste domande per ottenere le risposte che cerca [chakra on] Ne ascolta le parole stizzita anche lei da quel suo dire , d'altronde nemmeno lui capirebbe il proprio dire. Incede veloce cercando di raccogliere tutto quanto nella propria mente per formularlo meglio < dire il tuo semplice nome vale a dire come una specie di protezione , agli occhi degli altri > una verità innegabile che tutti sanno, il solo sentire il nome di quel ninja leggendario che pochi ricordano e tanti non hanno nemmeno visto, capo dell'Akatsuki anche, porta un certo terrore < e non dico che tu abbia mai promesso una sorta di protezione > ribadirebbe ella < ma questo lo sappiamo solo noi due > rimembra anche lei quel patto fatto < sono venuta da te per chiederti qualcosa di molto più grande > se avesse solo avuto bisogno di assistenza si sarebbe affidata al proprio hasukage, in grado di adempiere a quel compito a tempo pieno probabilmente, ma di Yukio avrebbe usato la sua influenza sul proprio clan per riuscire a prendervi piede < ricordo ogni cosa > sottolineerebbe senza nemmeno guardarlo al momento, conscia del tono freddo che l'altro ha messo su, come a rialzare i muri che lo circondano completamente. Sospira prima di riprendere < ricordo di averti trovato per puro caso.. e non avrei mai pensato che avrei creato un legame con te > prende qualche momento anche lei nel dire quelle parole, innegabili almeno dal proprio punto di vista. Uno strambo legame il loro, forse a senso unico, forse no. Non come lo intenderebbe la donna ma sa bene che quello non sia amore, non ancora almeno < e ricordo che mi dicesti che l'unico a governarmi..saresti stato tu > la lingua che andrebbe ad umettare le proprie labbra < se vuoi governarmi akendo..dovrai esserci quando c'è ne sarà bisogno > lo osserverebbe solo adesso voltando leggermente il viso nella sua direzione. Una specie di promessa quella che la donna chiede, avrebbe usato il suo nome, avrebbe potuto dirlo solo se lui fosse stato li con lei quando sarebbe giunto infine il momento , quando la propria vita, le proprie scelte fossero messe in discussione da qualcuno di troppo grande. Non avrebbe mai usato quel nome se non in sua presenza diretta , non ha il potere per lasciarsi governare da lui in sua assenza. Forse un discorso contorto il suo ma deve farlo. La corsa li porterebbero infine davanti ad un apertura in lontananza, sono quasi arrivati. Le domande del Seiun giungono alle proprie orecchie < voglio sapere innanzitutto come si forma un legame con loro > inizia lei snocciolando quei suoi pensieri che le corrono in mente da troppo tempo ormai < voglio sapere le caratteristiche di quelle che ti ho chiesto..Kamichiteki. Non so nemmeno di che tipologia si tratti in effetti.. e soprattutto dove e come posso trovarle > le domande sono state poste , adesso a lui l'onere di risponderle. Ma lei adesso rimarrebbe silente in preda a pensieri diversi e non solo verso il riduko sannin, ma forse troppo altrove. [chakra on][vesti akatsuki] [Catena montuosa] Ormai le distanze macinate li porterebbe in quella sorta di pianura rocciosa ed il passo veloce del Rikudo Sennin si arresterebbe, lasciando che i prossimi passi siano ad un’andatura ben più lenta, ormai arrivati non ha più senso continuare a quella velocità, evitando che la stessa Ishiba si sforzi troppi su delle ferite magari non ancora guarite del tutto. La voce della ragazza lo raggiungerebbe nuovamente, andando nuovamente a rimembrare una discussione alquanto delicata per entrambi a dir il vero, ascolta quelle parole seppur con una certa diffidenza ora, senza mai arrestare il proprio passo, così come immagina, nemmeno lei lo faccia, in modo che possano avvicinarsi al covo ormai in bella vista seppur ancora un po’ lontano. Parola per parola il Seiun ascolterebbe silente le parole della Ishiba, sa bene il peso del proprio nome nonostante non fosse quello il senso, d’altro canto, come potrebbe la stessa special jonin immaginare tutto ciò? Difficile dirlo e nel mentre che le parole scorrono inesorabili una alla volta, si gusterebbe quel ricordo dolce del patto suggellato e di come per tale motivo ella sia diventata sua, così come il loro incontro per entrambi sia stato casuale e nella casualità li abbia in qualche modo uniti, quella sorta di sentimento, di filo conduttore. Le sue ultime parole però darebbero quel retrogusto amaro al possessore del Rinnegan, che non perderebbe tempo ad avvicinarsi alla figura della ninja di Kusa, usando le proprie braccia per spingerla, seppur non con troppa forza, in una roccia li vicina, presente in quella sorta di spiazzo roccioso, una volta portata schiena contro roccia, i loro visi, così vicini ed i loro sguardi…così tremendamente vicini, vocerebbe, lasciando che il proprio sguardo a tratti sgranato riempia quello della ragazza e la anneghi nell’immenso mare violaceo che le si para d’innanzi <Quando ve ne sarà bisogno? Come una promessa?> andrebbe dapprima a vociare lentamente <IO> marcherebbe <ci sarò presente perché l’ho voluto e non per qualche stupida promessa a cui aggrapparsi o sperare venga mantenuta, non sarà un vincolo puerile come una promessa a smuovermi per un qualche senso del dovere> tuonerebbe quasi prima di concludere <se sarò lì, se sarò presente quando ne avrai bisogno stai pur certa che sarà perché l’ho voluto> poche parole quelle di Akendo ma di grande impatto, ora Sango ha la possibilità di fare una scelta, comprendere cosa significhino veramente quelle parole o fermarsi a quel concetto che nega la possibilità di una promessa. Si a conti fatti egli ripudia anche solo l’idea di una promessa ma con un’attenta visione del tutto, non vuole promettere perché non vuole sia un vincolo o una sorta di dovere a farlo muovere, se sarà al fianco della Ishiba è perché ha voluto esserci nel momento più importante della ragazza, qualcosa che agli occhi del Sannin stesso vale ben più di una promessa. Si staccherebbe quasi affranto da ciò che ha dovuto fare, per quanto i suoi comportamenti ed atteggiamenti siano rudi il tono usato in quella sua ultima affermazione ed espressioni erano tutt'altro che arrabbiati, c’era della rabbia ma non diretta completamente verso la ragazza quanto più le parole della ragazza, anzi verso di lei intenzioni più che contrarie a quelle di una negazione. Interrotta la vicinanza, seppur crogiolandosi per qualche istante nel di lei odore e respiro, interromperebbe anche quella visiva, riportandosi nuovamente in cammino nel momento in cui la stessa ninja si fosse rimessa in sesto, portando la propria mano destra con il palmo rivolto verso il cielo, offrendosi come persone per potersi aiutare, più una cortesia che altro, riprendendo il cammino assieme <comincerò con il dirti ciò che c’è alla base delle evocazioni, poiché le evocazioni vanno comprese e non apprese come nozioni o semplici tecniche da studiare> un piano dunque diverso da quello richiesto normalmente per come si farebbe con una tecnica, l’Ishiba dovrà prestare attenzione <il legame con le evocazioni è puramente mentale ma non per questo bisogna trascurare la presenza fisica o per meglio dire…lo spirito> breve pausa prima di continuare <Un legame come quello della evocazione è pari a quella di un compagno, mentale, spirituale, una connessione difficile da creare ma altrettanto difficile da spezzare una volta istaurato> un sospiro mentre ormai il covo sarebbe sempre più vicino e ormai ben visibile <ognuna di esse reagisce in maniera differente e presenta caratteristiche uniche, come ad esempio Kamachiteki, detta la predatrice, lei è la compagna e consorte di Royarutaiga, il signore delle tigri> prime nozioni importanti per Sango, come il conoscere il soprannome della tanto citata dal diario Kamachiteki così come al nome di chi governa sulle tigri stesse come loro Re <lei ad esempio ha un indole molto protettiva verso i propri cari ma rimane una temibile predatrice, da qui il suo soprannome, efferata nella sua caccia, il suo come puoi immaginare è un approccio molto più istintivo e fisico> quindi già diverso dalle prime nozioni sulle evocazioni che come poc’anzi detto differiscono da evocazione ad evocazione <inoltre sembra riesca a comprendere il linguaggio nostro> per ora si arresterebbe con il suo dire, arrivati ormai all’incavatura nella roccia, piccole scale si potrebbero intravedere, un sentiero nell’entroterra ove risiede il covo dell’Akatsuki. Una notte quella che doveva essere calma, ma come si potrebbe definir tale con un figuro come il Seiun? Come l'ultima volta la donna troverebbe spazio e anche un colpa che la porterebbero non contro un albero, ma contro una roccia stessa, dura contro la propria schiena, ma il dolore c'è anche se non se ne lamenta stringendo di denti attorno al labbro inferiore. Le iridi che sono ovviamente prese da quelle violacee, non ne stacca nemmeno un attimo , e l'altro potrà leggervi sorpresa e forse una lieve paura nel profondo, che si allarga con il tono della voce altrui. Bella e terribile allo stesso tempo. Non fiaterebbe, non subito almeno prendendosi in volto lo tsunami delle sue parole . Nonostante la paura iniziale qualcosa di diverso potrà notare l'altro, un fuoco diverso, più dolce nei suoi occhi nel comprendere il significato intrinseco di quello che sta dicendo. < questo vale molto di più di una semplice promessa > un sussurro rotto il suo dalla paura precedentemente provata . La speranza si ravviva dopotutto, se lui fosse stato li con lei sarebbe stato solo per suo volere..qualcosa di più intimo ed intrinseco, come a ricordarle quel legame creatosi tra i due. < vale molto più per me. Se sarai li con me sarà per il tuo desiderio di esserci.. e ciò non potrebbe che aumentare il mio legame con te.. così come adesso > quel legame che si rafforzerebbe soltanto in quel momento, un unico legame a cui aggrapparsi e concedersi totalmente. Sincera come al suo solito, l'altro non potrebbe mettere in dubbio le sue parole da quello che potrà vedere cercando nella sua anima, nei suoi occhi . La destra che proverebbe a porsi sul suo braccio sinistro se fosse possibile, non per allontanarlo, ma per spingere la sua mano contro di se, quasi a farle ancora più male solo per il desiderio che l'altro non si allontani, che non tiri su quel suo fare freddo e spietato che comprenda realmente quanto per lei sia profondo quel legame, e che è stata disposta a tutto, a vendergli l'anima e dargli la possibilità di poterne fare ciò che desidera. Rimarcando la sua scelta e il suo volere di sentirsi completamente sua . La destra che si porrebbe sulla sua stringendola delicatamente per potersi aiutare nel rimettersi bene in piedi, indolenzita dal colpo con la fredda e dura roccia. Stringerebbe quella mano per qualche altro attimo se le fosse concesso prima di slacciarla dalla sua per portarla al proprio fianco, seguendolo con meno foga di prima ma con aumentato desiderio. Lo ascolterebbe parlare delle evocazioni infine, di quello che contano, di come siano legami effettivi e di come contino realmente. < comprendo > legami, come li comprende quelli in quell'esatto momento della propria vita le farebbe stringere il cuore per un attimo . Rimane di sasso soltanto a sentire la tipologia delle evocazioni < tigri > direbbe ella, non avendo mai sentito nominare proprio di loro, solo dei serpenti giganti . I nomi verrebbero ricordati sicuramente così come la sua indole . Lo comprende in quelle parole, almeno cerca di essere all'altezza. Lo seguirebbe in quel suo passo verso l'interno del covo < dunque oltre a lei c'è Royarutaiga > mormorerebbe < e immagino c'è ne siano altre > chiederebbe adesso curiosa < parlami di loro > come si chiederebbe di parlare di un vecchio amico ormai scomparso, comprendendo sempre di più che non siano dei meri premi, oggetti, ma che siano delle creature senzienti, con un animo, con un istinto, con dei legami. Le iridi scorrono su di lui ancora in attesa. [chakra on][vesti akatsuki] [Catena montuosa] Quel momento che pareva essere più uno sfogo ora porta i due su di un piano totalmente diverso, movimenti, sguardi, sensazioni ed emozioni che coglierebbero di sorpresa il Rikudo Sennin, come è possibile che capisca il suo intento? Ha colto veramente il significato delle parole di Akendo? Di certo non si aspettava una reazione simile da parte di Sango, forse per la prima volta in tutta la sua vita, si sforzerebbe di capire i sentimenti della ragazza senza partire dal presupposto che tutti hanno una idea ben precisa di chi egli sia e di cosa incuta la sua presenza nelle menti altrui, cercherebbe di comprendere che dall’altra parte potrebbe veramente esserci sincerità e sentimenti in quelle parole a lui rivolte che beh non si aspetterebbe di sentirsi rivolgere, eppure gli occhi non mentono, lo sguardo della Ishiba è uno specchio immacolato di quei sentimenti che la ragazza sta riversando in lui. Ascolta le di lei parole, rapito quasi da queste ultime, forse più interdetto e sorpreso a tratti e questo probabilmente se ne potrà avvedere la stessa Sango, rimarrebbe in quella stretta per tutto il tempo necessario finché ella non decida di rimettersi in piedi a seguito di quelle parole il volto del Seiun stesso presenterebbe un espressione che forse mai ha avuto in tutta la sua lunga vita, qualcosa di rossastro quasi adornare la sua pelle, dell’imbarazzo sembra riesumarsi dai profondi angoli della sua anima, si volterebbe di scatto, negando così quella sorta di imbarazzo per poi risponderle <indubbiamente vale più di una semplice promessa> non direbbe altro non perché non vorrebbe ma perché non saprebbe come gestire questo suo…”imbarazzo”? Ormai all’entrata e solo le scale verso cui discendere nei meandri delle profondità, ascolterebbe ed osserverebbe la curiosità della Ishiba farsi largo e prenderne il controllo, curiosità che verrà ovviamente soddisfatta ma tempo al tempo, ogni cosa ha le sue tempistiche < come ti ho detto, Royarutaiga è il sovrano delle tigri, a lui vanno le più dedicate attenzioni, per quanto Kamachiteki sia la sua consorte non è la seconda in comando, come “braccio destro” vi sarebbe Kukyoda, detto il gigante> inutile aggiungere il perché abbia un soprannome simile, scale che infine terminerebbero rivelando una porta sigillata ed una statua di Madara sopra l’entrata stessa con rubini rossi e violacei ad adornare le iridi stesse <quest’ultimo dovrai domarlo soprattutto con la forza, non ammette padroni al di fuori di se stesso, irascibile e spietato, a tratti vendicativo, si narra che distrusse in tempi antichi villaggi interi per offese subite> il che dunque non lo rende di certo mansueto e anzi un giusto secondo in comando per Royarutaiga. Con indifferenza, si porterebbe nel mentre al centro della porta sigillata, dove con il pollice, ove risiede l’anello destro, appartenente al capo dell’Akatsuki, imprimerebbe chakra in esso così da sbloccare la porta che reagendo ad esso lentamente si aprirebbe < infine vi sono i cuccioli, immaturi ed acerbi di potenziale ma non per questo da sottovalutare, in tutti i sensi, loro sono il futuro e per tanto Kamachiteki li proteggerà a costo della sua stessa vita> interromperebbe qui le informazioni dettagliate sulle evocazioni specifiche per ognuna di loro, almeno per quanto riguarda le tigri, un sospiro vociando un ultima volta prima di concludere <immagino vi siano diversi approcci, ognuno diverso in base proprio ai membri che ti ho appena citato, chissà forse in quel diario di tuo fratello ci può essere ben più di qualche nome sparso e parole confuse> d’altronde al suo interno si fa riferimento proprio alla predatrice e dunque può dedurre che le cose non siano andate a buon fine con lei, magari un approccio diverso o con ben altra evocazione delle tigri, potrebbe sortire un effetto diverso, a lei la scelta se insistere con lei o provare altrimenti alternativa. [chakra on]
Giocata dal 21/04/2020 23:06 al 22/04/2020 03:25 nella chat "Luogo Sconosciuto"
Quel momento avrebbe potuto interrompere tutto, quel legame anche probabilmente. Non reciderlo, ma raffreddarlo sicuramente. Ne osserva gli occhi, convinta di quelle parole che va a pronunciare. Che quel pensiero possa essere nettare per lei, addolcendola sicuramente con il calore che le si spande nel petto . Il respiro è più veloce , il respiro che lascia le proprie labbra creando delle nuvolette nella freddura della notte , le iridi leggermente lucide . Nota anche quel cambiamento in lui, sorpresa a sua volta che il proprio dire possa averlo colto alla sprovvista . Lo osserva anche quando si alza notando forse un lieve cambiamento in lui, qualcosa di diverso in quel volto e quel comportamento. Si riassetta come può, anche lei in imbarazzo forse ma non si direbbe perchè le labbra si sollevano in un lieve sorriso mentre lo guarda. Si perde qualche minuto nel fissarlo, più lui che la strada stessa . < si lo è> sussurra dolcemente lei, lasciando solo che sia il silenzio a infrapporsi tra loro prima che sia l'altro a spiegare i caratteri e le presenze delle tigri < dopotutto le tigri.. > direbbe lei solo alla fine < son eleganti.. e potenti > un pensiero la accarezza , la potenza unita all'eleganza. < comprendo perchè Ren sia andato da loro > direbbe ripensando a quello che il fratello volesse < comprendo chi siano.. sarò all'altezza > convinta di quelle parole, sarebbe stata all'altezza, sarebbe stata di certo pronta a tutto quello. Non dimenticherebbe nulla di quello detto, dei nomi, delle nozioni, dei caratteri. Lo seguirebbe dunque nel suo fare notando l'apertura della porta tramite quell'anello. < Di Ren > direbbe sottolineando il nome del fratello, orgogliosa di lui ovviamente < quello che vi era scritto.. si riferiva molto ad Ame ... e a me > direbbe per iniziare . Andrebbe dunque a perdersi nei suoi pensieri, non guardando l'uomo, non vedendo veramente dove stanno andando < lui.. era bello. Una bellezza che faceva male alle donne > sorriderebbe in quel momento ricordando come l'altro fosse circondato da donne e donne < ricordo come le rifiutasse tutte quante.. e dirmi che ero io la donna della sua vita , non mostrava mai attenzioni per qualcun altro > una lieve risata la scuoterebbe, forse fraintendibile in quella frase, ma renderebbe atto del rapporto che vi era tra di loro < era un jonin.. ricordo questo.. e > andando in fondo nei ricordi qualcosa salterebbe fuori, qualcosa che forse era andato storto nel patto con le tigri stesse < era forse.. spavaldo > direbbe mentre il sorriso si spegnerebbe, un dolore immenso si sente nella sua voce,nel suo volto, nelle spalle che si abbassano. Sospira di quel dolore < forse era stato..troppo spavaldo per Kamachiteki stessa. Troppo arrogante per lei in quel suo fare, in quel suo voler essere il kage di Ame > tornerebbe dunque al riduko sannin, lei stessa così innamorata del fratello ma tanto diversa < alcune volte vorrei esser morta io al posto suo > sussurra a bassa voce, forse la sua voce giungerebbe al riduko ma non le importa < era l'orgoglio del clan. Così bello e potente. E poi ..> sorriderebbe amaramente < ..è arrivata la sorella dai capelli da demone > ricorda bene come il clan l'ha etichettata per tutta la sua crescita < se non fossi uscita a cercarlo sarebbe ancora qua e io e lui..> non terminerebbe la frase, al riduko l'interpretazione. Lei rimarrebbe li, quasi come un corpo vuoto, dilaniato da dentro , nel cuore , nei ricordi , in quello che sarà. Risolleva il viso stranamente basso, lo sguardo che si farebbe duro, freddo quasi, a voler soffocare quelle emozioni adesso < come potrò incontrarli? > non lo guarda, troppo fragile adesso in quel momento , restando fissa su un punto indefinito, forse con qualche luccichio negli occhi , una lacrima scenderebbe sullo zigomo sinistro che andrebbe ad asciugare velocemente . [chakra on][vesti akatsuki] [Covo Akatsuki Est] Ormai giunti all’apertura della porta sigillata, una volta sbloccata, quest’ultima semplicemente aprirebbe a loro il lungo corridoio illuminato da diversi fuochi di luce, un passo alla volta la scorterebbe, ancora in parte spaesato dalla reazione poc’anzi avuta e le parole della ragazza non farebbero che accentuare il tutto nel silenzio che si instaurerebbe tra i due, ancora troppo fragile in quella comprensione per poter anche solo tentare di assimilare e capire completamente ciò che è appena accaduto o forse è solo quel frammento di umanità rimasto che urla e si ribella. Attenzione rivolta alle di lei parole che proseguono, in particolare quelle riguardanti Ame, la sua stessa patria, la famiglia della Ishiba, in particolar modo Ren, questo suo fratello purtroppo scomparso, seppur ancor non si spiega bene come sia deceduto, non indaga oltre, non ancora, percependo in lei un netto cambio d’umore e di tono, vorrebbe confortarla come meglio può, ma non gli è facile provare empatia, non tanto per l’incapacità in se quanto più per negare a se stesso quei sentimenti e quel riaffiorare di ricordi, già ad inizio del loro incontro sentir ancora una semplice volta il nome dell’Uchiha è bastato. Ascolta attento, lasciando che la ragazza si possa esprimere come meglio può, ma quelle ultime parole di Sango sembrano lacerarle in cuore, un dolore che non è mai passato e forse mai passerà, solo a quel punto arresterebbe il proprio passo, avvicinandosi o semplicemente voltandosi, in base a dove si trovi la ragazza rispetto a lui, la mancina levarsi dal proprio fianco e con l’indice sinistro, non toglierle ma cogliere quella lacrima sgorgata dai mille ricordi e dolori, cingerla e portarla a se, ormai vicino con il proprio volto a quello della Special Jonin, le sue labbra si schiuderebbero, lasciando che le proprie parole la avvolgano, i loro cuori si uniscano così come gli odori ed i loro respiri, lo sguardo fisso a ricercar quello di lei, volendolo catturare <forse non era lui il capostipite designato, forse non era lui a dover ottenere le tigri stesse> poche parole ma dal grande significato <era amato, stimato da quel che dici, il perfetto capo clan quando sarebbe giunto il momento, eppure qualcosa non ha funzionato, forse ambizione forse altro> questo non gli è dato saperlo e mai prenderebbe parola su ciò che ancora non sa ne comprende appieno, arrogante si ma con un senso e non di certo lasciando che le sue parole vengano portate alla di lei attenzione con avventatezza e poco senso volte solo a ferirla, non è questo certo lui ne il suo intento <i capelli di un demone?> andrebbe a sussurrarle <una bellissima apparizione demoniaca> ciò che per lui vuole essere un complimento, avrebbe potuto sceglier parole più dolci, più consone ma non sarebbero state sincere, non sue di certo, ignorare ciò che è, ciò che la rende diversa dal proprio clan eppure al tempo stesso così importante agli occhi di Akendo <sono sicuro che ci sia uno schema in tutto ciò, la tua rivalsa su tutti coloro che non ti hanno mai vista con il giusto sguardo, unica tra i tanti> lei tra tante è stata notata dal Rikudo Sennin e questo è il senso che vorrebbe trasparire oltre le sue parole volte a far capire quanto unica e speciale sia nella sua “bellissima imperfezione> non deve temere nulla, sa ciò che vuole ormai e lui farà sì che ottenga qualsiasi cosa. Sospira ora, staccandosi ora da quell’abbraccio visivo di unione qualora le sue parole avessero sortito l’effetto desiderato e catturata anche alla sua attenzione oltre che lo sguardo e riprendendo il sentiero del lungo corridoio che li porterà a quell’immensa sala che entrami beh…conoscono molto bene, la domanda porterebbe a galla una questione ancora mancante riguardo le tigli e la loro evocazione <generalmente le loro apparizioni, almeno delle più deboli, sono all’incirca nelle vicinanze di Kusagakure, ove è situato il bosco dei Ciliegi> curioso eh? Un giro infinto per poi ritrovarsele non poi così distanti da dove la ninja stessa ora opera sotto il segno di Kusa, ma ovviamente l’ubicazione in se non servirebbe a molto senza tutte le altre informazioni che mano a mano Akendo sta donando a Sango, così come tutte quelle seguenti di cui ancora non ha proferito parola ma ci sarà tempo e dovranno essere poste le giuste domande, si arresterebbe per un istante mentre ormai l’ampia sala da loro ben conosciuta e…consumata si paleserebbe dinnanzi a loro <ovviamente il Bosco dei Ciliegi non è la loro casa d’origine> andando quasi a sibilare quelle ultime due parole. Ne parla infine del suo dolore, qualcosa di troppo grande e forse inconsolabile. Una ferita sempre sanguinante che le lacera l'animo, che pulsa al centro del suo petto in una voragine distrutta. Il passo del riduko se si arresta, il suo che lo fa di conseguenza non sapendo dove proseguire, dove andare, sempre dritta davanti a se. Sente la mano calda del sannin cogliere quel pezzo della propria anima, sollevandone il volto sorpreso e addolorato . Lo guarda infine, in quella vicinanza che non si aspetta, troppo presa dal proprio dolore ma crogiolandosi in quel contatto. Lo ascolta silente, quelle parole lenire il proprio animo . Le mani che si posterebbero sul suo petto a stringerne le vesti leggermente < forse > ribadirebbe convinta delle proprie colpe. Forse un giorno sarebbe giunta anche lei al dire del riduko, ma adesso quello che la spinge è proprio il ricordo del fratello. Assapora il suo respiro, il suo profumo, tutto quanto < lo sono > arrossirebbe leggermente a quel suo dire, sorpresa da quella descrizione. Che sia realmente un apparizione demoniaca? Non lo saprebbe ma sa che è un modo per l'altro di elevarla ancora rispetto al dire del clan stesso < sarò l'unica > direbbe in un sospiro quasi strozzato, ricacciando indietro le lacrime e il dolore, troppo aperta verso il riduko, sentendosi vulnerabile come poche altre volte. < sono sempre troppo sincera quando sto con te > un dire che vorrebbe riportarlo alla loro ultima volta, al loro incontro nella foresta di mangrovie. Lascia che quel contatto si divida infine, mentre prenderebbe qualche momento prima di seguirlo effettivamente. < nel bosco dei ciliegi? > chiederebbe lei sorpresa, tanto vicino a Kusa da sembrarle quasi impossibile < sono stata molte volte li.. in missione e non > comincia nel suo dire curioso , le lacrime quasi scomparse sostituite dal suo desiderio di conoscenza < come farei a trovarle? Ad incontrarle anche solo per un attimo ? > desiderosa di quelle informazioni, di tutto ciò che le circonda, di quella strana magia e invisibilità che la stuzzica terribilmente . La grande sala si aprirebbe ai propri occhi infine, consapevole di quel loco . Andrebbe a muoversi senza il riduko questa volta, verso il grande tavolo in legno posto loro d'innanzi. Una volta arrivata a quel che desidera, la destra andrebbe a sfiorarlo delicata, rimembrando i ricordi caldi che vi abbia lasciato li, tra l'uomo e la donna. Chissà se egli vi abbia mai portato qualcun altro? non lo chiederebbe ma il cuore ne sarebbe comunque affranto < come posso incontrarli infine.. e farmi ascoltare? > domande poste dandogli le spalle, concentrata in quel ricordo dolce e amaro, reso tale dai suoi pensieri, mentre la mano ne accarezza ossessiva e lenta i disegni stessi. [chakra on][vesti Akatsuki] [Covo Akatsuki Est] Ora in quella sala, innumerevoli ricordi, caldi ricordi di una notte corrosa dalla passione stessa, si affollerebbero nella mente del Seiun, eppure le parole della ragazza sono ciò che più attraggono l’attenzione sua, percepisce quel cambiamento, quella tristezza, quel sentirsi a tratti persi, chi meglio di lui che per lunghi e lunghi anni ha viaggiato da solo in terre mai esplorate? Ascolta le di lei parole, abbozzando un sorriso a quell’affermazione di Sango <perché ciò che vedi in me è uno specchio dove poter riversare ogni tua paura, insicurezza, forza, rabbia e qualsivoglia altro sentimento> sembrerebbe voler terminare così la sua frase eppure aggiungerebbe qualcosa <nonostante ciò non ti sei fermata solamente a specchiarti ma hai provato a guardare cosa ci fosse dietro ad uno specchio> detta così la frase sembrerebbe anche più che criptica ma letteralmente parlando, dietro ad uno specchio effettivamente cosa altro ci potrebbe essere? La metafora in realtà agli occhi dell’Ishiba forse potrebbe essere compresa, afferrata, avendo potuto notare sicuramente qualcosa di strano in lui ad ogni loro incontro, via via sempre più profondo, come la loro connessione. Non direbbe più nulla, portandosi ora con un lento passo verso una di quelle porte, quella più esterna di tutte a rappresentarne il pollice, per poi lentamente aprire la porta, potrà sembrare folle ma si quella è la “camera” ove sonni ristoratori risanano le membra del Rikudo Sennin. Detta così non sembrerebbe neanche strano, molte sono le stanze presenti in tali covi ed ognuno di essi ne ha uno per membro, ma in quella stanza nessuno vi ha mai messo piede, alcun essere vivente al difuori del proprietario stesso, non che ci sia chissà cosa di importante ma se Sango ha deciso di andare oltre quel semplice specchio beh questo potrebbe essere un ulteriore passo, lento però nel suo incidere darebbe prima di tutto priorità alla domanda della giovane kunoichi di Kusagakure < le evocazioni sono uno dei pochi contatti primordiali con la natura stessa, bisogna apprendere, conoscere ed imparare ad ascoltare ciò che è la natura stessa> un primo passo è dunque la percezione di ciò che ci circonda e no, non solamente ciò che possiamo osservare con gli occhi o anche solo percepire come ostile <richiede una forte mente ed una pace interiore, questo è un ottimo modo per poterle richiamare a se> attimi di pausa, espirando ed infine continuando a vociare <fatto ciò bisognerà conquistare la loro fiducia, ricorda sono esseri molto orgogliosi, eleganti, forti > e non solo una forza intesa come quella fisica <dovrai utilizzare un certo comportamento e portare rispetto> insomma come in una sorta di aristocrazia, come se ci si presentasse ad un signore feudale di queste cinque terre <forse il riferimento più adatto sarebbe proprio l’incontro con una Daimyo delle cinque terre ninja> andrebbe quasi come in un lampo di genio ad esclamare <sicuramente ti servirà un minimo di supporto anche se> attimi di pausa prima di concludere il proprio dire <non ci siamo propriamente conosciuti nella migliore delle occasioni ne lasciati con i toni più cordiali> un sorrisetto quasi beffardo si disegnerebbe sul volto di Akendo. Ora però tornerebbe serio in volto, un cenno della mano una volta aperta quella camera tanto famosa, andrebbe ad invitarla per entrare per poi vociare subito dopo <spogliati pure in questa camera Sango> non proferirebbe nulla di più aspettandosi che ciò che ha richiesto avvenga, solo nel momento in cui primi passi verrebbero mossi verso la propria camera e verso se stesso, lascerebbe che novelle parole accolgano la figura della Ishiba <In ognuno di questi covi vi sono delle terme la cui acqua è terapeutica e può lenire se non guarire qualsiasi ferita e dolore> ovviamente sta parlando delle terme, se così si possono chiamare, la cui acqua che sgorga direttamente da una delle riproduzioni della reale statua del Gedo Mazo è in grado di guarire e fare miracoli. Nulla di più attendendo ora di continuare quella interessante discussioni ma soprattutto di osservare i movimenti e le decisioni della special Jonin, qualora decidesse di seguire il suggerimento del Sannin, all’interno della sua camera, aperta o chiusa la porta sarà una sua scelta, potrà notare quanto spartana possa essere, un letto ed un semplice comodino con due libri da strani simboli e graffiti, delle katane poste in un angolino non molto illuminato, pare chiaro che sia una camera poco utilizzata essendoci molteplici covi eppure ciò che forse catturerebbe un occhio attento sarebbe un foglietto, posto tra uno di quei due libri, un nero pastello sporcarlo in diversi punti, nel caso in cui volesse avvicinarsi allora potrà notare delle scritte…una frase in particolare sarebbe scritta in maniera più chiara, contornata, quasi come a rimarcarla “Anche se il domani è arido di promesse, nulla impedirà il mio ritorno”. Nulla di più, mentre la figura di Akendo ora si porterebbe con spalle portare alla porta stessa, come a darle un minimo di riservatezza, ben diverso certo da quello sguardo e quella bramosia che lo controllava quella notte di pura follia e libidine. [chakra on] Le sue dita scivolano sul legno, non ruvido, ma liscio come la pelle stessa, assaporandone il ricordo di quella notte. La schiena che si volge verso la figura maschile . Ha ragione, insicurezza, paura, rabbia..dolore si riversano in quella figura < sei il primo a cui ho aperto il mio essere > direbbe lei, le mani strette su quel tavolo ormai, sui suoi bordi come a volerli cancellare . Il successivo dire la porta infine a voltarsi lenta, inesorabile, elegante anche in quel lungo abito nero che sa di morte < oltre quegli occhi viola.. ci sta un universo intero> direbbe alzando il tono, comprendendo le sue parole, quel che vuol dire, il fatto che forse lei sia l'unica ad aver avuto mai modo di vederlo in quel modo. Vorrebbe solo affondarci per capire le spire del suo animo intero, comprenderne le sfaccettature. Lo vedrebbe allontanarsi, non sapendo come reagire prima di decidersi a seguirlo nei suoi passi. Lo osserva da un paio di metri di distanza nel suo fare, lasciando che sia prima lui ad aprirne la porta interamente e solo dopo che lui si sia avvicinato anche lei farebbe i suoi passi. Lo ascolta, terribilmente interessata a tutte quelle informazioni cedute, dopotutto ha scambiato la sua anima per lui. < sono.. così.. infinitamente simili a Ren.. e a me > direbbe quasi sorpresa di quelle parole di quel suo dire, consapevole delle proprie qualità e non < un supporto? > il sopracciglio destro che si solleva verso di lui < hai avuto modo di incontrarle allora > che quelle ormai non siano semplicemente delle nozioni lette, scritte o altro lo può ben capire, son esperienze del suo esser ninja. Si porterebbe infine vicino a lui, molto vicina. Andrebbe dunque a fare qualche passo dentro la stanza spoglia, sterile quasi prima di poter chiudere quella porta dietro di se . Lo ascolta senza rispondere, curiosa di quel loco intimo e solitario, freddo addirittura. Muoverebbe i passi incerti osservando le katane , la polvere che ne accoglie le membra così come da quei libri. Si avvicinerebbe tranquilla verso di essi, la lunga veste dell'akatsuki lasciata scivolar via dalle spalle per poter esser poggiata sul letto poco usato. Si avvicinerebbe se concesso a quei libri della quale un foglietto la farebbe preda della curiosità. Lievi le mani, liberi dalla veste che ormai ne mette in mostra il corpo, coperto da quella maglia a collo alto e maniche corte, dai pantaloncini e dagli stivali che raggiungono le cosce nude per metà, si chinerebbe. Solo le fasce bianche delle braccia son visibili mentre proverebbe a sollevar a lei il biglietto e leggerne le parole < il tuo ritorno > sussurra, quelle parole che sanno per lei peggio di una promessa, di un volere grande. Si solleverebbe dandogli sempre le spalle per potersi liberare dagli stivali lunghi e alti mostrando le fasciature dei piedi insanguinate ormai. < da chi vorrai un giorno tornare ? > sussurrerebbe scegliendo bene le sue parole , con una lieve malinconia per voltarsi da lui, con un lieve sorriso e una ovvia malinconia sul volto. < le terme..mi sembrano adatte > direbbe spostando lo sguardo e lasciando che i tessuti cadano a terra , senza più guardarlo in volto al momento, presa dai propri movimento. [chakra on] [Covo Akatsuki Est] Guidata in quella stanza, la sua intenzione iniziale era quella di rimanere fuori dalla stanza stessa, che la porta fosse aperta o chiusa, a quanto pare vi si ritroverà comunque al suo interno, le spalle date alla figura di Sango permarrebbero, silente nel percepire il lento scivolare dei tessuti uno ad uno dalla morbida pelle della ragazza. Sospira lentamente, mentre ascolta quelle prime parole, incassa la testa tra le spalle, non sapendo bene cosa rispondere di preciso al fatto che lei si stia aprendo così tanto con lui, certo finché si tratta di bramosia, ardore, desideri sono tutte cose che ha sempre accolgo con indole anzi, spronato in qualunque dei suoi incontri nella ricerca di essi eppure ora è tutto diverso, ben altro viene tirato in ballo ed è il motivo per il quale ora in una di quelle rare occasioni, non saprebbe bene cosa dire ed il silenzio seppur di un certo suo imbarazzo riempirebbe quegli istanti, spezzati nuovamente però dal proseguire delle di lei parole. Ascolta, annuendo seppur mantenendo quella posizione mentre ipotizzerebbe con una certa facilità che un qualche incontro in passato tra Akendo e le tigri beh vi è stato e con certa ragione lo pensa <molti e molti anni fa, vi era un ragazzo ora al posto tuo, diversa la sua storia, diversi i suoi conflitti ma come te ambiva ad ottenere il potere delle tigri, per questo motivo so così tanto di loro> parole quasi strozzate in un dolore mai completamente sfogato, un dolore portato via dal tempo e dalle altre perdite, ma quella sensazione di vuoto permane, così come la sensazione di malinconia ad accompagnare le parole del Rikudo Sennin. Quella malinconia che ora pervaderebbe la voce dell’Ishiba nell’esclamar quelle famose parole trascritte su quel foglio di carta usato dal pastello nero ed il tempo, un sorriso appena pronunciato si formerebbe sul proprio volto nell’ascoltar quella frase, seppur ancora celato alla ragazza dalla propria posizione di spalle, si girerebbe infine, quanto tutto scomparirebbe dal proprio viso, si avvicinerebbe alla figura della kunoichi ormai priva di qualsiasi lembo, osservando ora le varie fasciature adornale braccia e arti inferiori, lo sguardo fisso nelle di lei iridi dai colori quasi smeraldini per poi spostarsi su quel pezzo di carta <è una frase che mi porto da moltissimo tempo ormai, una frase così antica tanto quanto il mio Rinnegan> brevi informazioni anche sull’apparizione stessa del proprio potere <è più una sorta di promessa che mi feci a quel tempo e scriverla è l’unico modo che mi rimane per rimembrarla, per ricordarmi di tenere fede a ciò> nulla di più volendo tagliare il prima possibile un discorso per lui complicato da affrontare, che affonda le radici nel risveglio del suo potere divino, di quei momenti confusi, concitati, ancora nella sua mente poco chiari…non completamente. Lo sguardo di Akendo ora si muoverebbe, senza troppe remore sulle formose e longilinee forme di Sango, sui suoi lembi da carne scoperti e visibili all’occhio del Seiun, per poi riportarsi verso quelle di lei iridi brillanti di un verde raggiante <di certo non guasterebbero ora> d’altronde non voleva affaticarla con il tragitto fino a questo covo ma ne varrà la pena in molteplici interpretazioni si intende. SI muoverebbe dunque, aperta la porta, in direzione di uno dei corridoi visibili in quella grande sala centrale, lunghi corridoi che li porteranno alle terme, la cui roccia scavata sarebbe più visibile, lasciando quindi alla natura il compito, quasi come un oasi in un deserto e la statua del Gedo Mazo, il mezzo busto, da cui l’acqua scorrerebbe dalle iridi incavate e la bocca spalancata, cadendo di tanto in tanto sulle mani portate coi palmi rivolti verso il soffitto, una volta arrivati li, attenderebbe ch’ella vi entri prima di privarsi, con estrema calma, del proprio kimono ora indosso e una volta rimasto completamente nudo immergersi a sua volta nelle calde acqua ristoratrici. Qualora entrasse per prima Sango potrà percepire un lieve pizzico sulle proprie ferite, come se in atto vi fosse una rigenerazione spontanea e di questo dunque Akendo parlava, acque che come per magia incomincerebbero già a lavorare sulle ferite della ragazza, dapprima le braccia e poi gli arti inferiori, così come per lo stesso possessore del Rinnegan una volta entrato si lascerebbe cullare da queste calde acque, lasciando che lo accolgano e portandosi comunque vicino alla figura della special Jonin. [chakra on] La situazione si presenta strana già da se , con loro due, in quel dolore straziante, diverso, ma che li unirebbe ancor di più in quella vicinanza mai pensata, mai voluta forse < si? > chiosa leggiadra e delicata verso di lui, non volendo indagare oltre ma sorpresa, qualcuno si è avvicinato al suo Ren oltre lei, qualcuno ha avuto modo di vederne i tratti e la bellezza sopraffina . Qualcuno che meriterebbe le sue attenzioni se non fosse morto, ma lei ovviamente non lo sa, inconsapevole della morte altrui solo per non averne rivisto mai il corpo, mai un tomba. Comprende quel dolore che sente nella sua voce, lo comprende appieno, un senso di perdita smisurata, qualcosa che ti viene strappata via in un modo atroce. Quello che ovviamente pensa lei è questo. Si alzerebbe riponendo il foglio su uno dei libri, per non distruggerlo, non sgualcirlo. Ormai non gli darebbe le spalle, non più, per solo poterne vedere il volto bello e terribile , Lo ascolta silente lasciandosi trasportare verso ciò che non conosce. Andrebbe infine a guardarlo ma a concentrarsi su di se, su quello che è, sul bellissimo e raffinatissimo chakra che dispone. Su quello andrebbe a intingere la propria essenza, così da poter attivare la sua innata . L'altro potrà notarla ovviamente, ma adesso non andrebbe a scomporsi. Il corpo che si girerebbe sul foglio, su quel pastello nero. E sull'inizio di uno di quei libri andrebbe a tracciare alcune semplici parole " io sarò lì. Sempre. Solo per te. " parole criptiche ma che non hanno necessità di esser spiegate. Lascia che quel messaggio possa esser visibile inserendo il pastello in mezzo alle pagine stesse prima di alzarsi nuda delle proprie vesti e seguirlo. Il passo leggiadro, i piedi nudi coperti solo da quelle bende sporche. Le toglierebbe con una smorfia di dolore prima di porsi in acqua insieme a lui. L'unica cosa che proverebbe infine sarebbe provare ad avvicinarsi a lui, petto contro petto < affoga il tuo dolore in me.. ne porterò la metà del peso > sussurra guardandolo, la metà dei capelli sparsi dentro le acque chiare e rigeneratrici < lasciami un pò del tuo peso > un volere da parte di ella, un desiderio convinto nei suoi occhi azzurro verde. Le mani che proverebbero a porsi sulle sue spalle per lasciare infine che sia lui a cullare quella notte, l'ennesima, frutto di un desiderio carnale e forse non solo quello. [Covo Akatsuki Est] Raramente si potrebbe pensare che i dolori portino a qualcosa di positivo per chi li prova, d’altronde dolore e sofferenza sono esattamente l’opposto di qualcosa di positivo, di felice, eppure uniti in questi dolori in qualche modo questo li ha connessi tra loro, seppur lontani i loro tempi, seppur distanti in quei dolori, il senso di malinconia, l’amarezza, la rabbia di aver perduto qualcosa è più che mai eguale, insito nelle loro anime e ciò li connette in un modo unico, forse è questa la connessione, la sensazione che percepisce Akendo quando nuovamente sente il mondo attrarlo verso Sango e probabilmente eguale cosa percepisce la giovane ninja. Osserva quell’accenno di innata attivarsi, così come le parole scritte, prima di lasciare quella camera, lo sguardo ricadrebbe su quelle scritte, trovandosi ancora una volta spaesato nell’osservare simili parole accompagnate da simili sentimenti, perché mai l’Ishiba dovrebbe esserci per lui? Cosa le ha fatto se non strapparle anche quel briciolo di speranza che riponeva in una vita spensierata e normale? Non si spiega di come lei voglia stargli effettivamente a canto, addirittura esserci, per lui, temuto, osannato e a tratti disprezzato per quel potere così imparziale e giudicatorio verso essere ai suoi occhi inferiori, nonostante questo, quella anima, fragile ancora nelle sue carni vuole stare al suo fianco, ai suoi occhi qualcosa di splendente e che arde ma al tempo stesso fragile, delicato, sul punto di rompersi qualora dovesse accadere qualcosa, tutto ciò ben poco si spiega nella mente del Seiun che per un istante rimarrebbe interdetto, prima di procedere verso quelle terme, dove ora entrambi nudi troverebbero ristoro e nuovamente come prima, le movenze della ragazza lo coglierebbero nuovamente senza risposta, ironico a tratti di come lui, le cui parole nella maggior parte dei casi sono la sua arma più forte, ora si ritrovi senza di esse, quasi indifeso nel suo animo dinnanzi a quei gesti mossi da purezza e sincerità, incapace ancora di comprendere non solo perché ma come possa lei dire e provare tali cose per lui? Non che si sottovaluti ma questa è una questione ben diversa, ben più profonda, per quanto ella non abbia ancora visto quanto profonda e oscura sia la sua anima, non arresta il di lei cammino, continuando a sfidarlo, accompagnarlo e cercando di scoprirne sempre più le sfaccettature che compongono il possessore del Rinnegan e questo lo porta solamente ad esser di rimando sempre più curioso verso una creatura tale. Infine le ultime parole da lei proferite lo porterebbero ora per la prima volta a mostrarle quel suo essere interdetto, spiazzato, sul volto di quest’ultimo palesarsi un senso enigmatico, petto contro petto, d’stinto le cingerebbe i fianchi con le proprie mani, mentre le gemelle di lei si porterebbero sulle proprie spalle, ma quelle parole, quelle ultime frasi lo lascerebbero quasi senza fiato, come prosciugato per un istante dalla propria sicurezza e vitalità <sei cresciuta molto dal nostro ultimo incontro> sussurrerebbe, avvicinandosi sempre più al di lei volto, ormai uniti in quella sorta di abbraccio <e su molte cose sei indubbiamente pronta a fare tuo ciò che desideri ma> e qui il proprio tono calerebbe di intensità, un sussurro quasi impercettibile <non sei ancora pronta a farti carico dei miei fardelli, non ora, non adesso> parole che potrebbero sembrare criptiche ma che vogliono proteggerla da ciò che già in passato porto Kurako alla follia ed infine alla sua morte. Rimane silente per qualche istante, assaporando il di lei odore e respiro unito al proprio come in una danza perpetua finché, il viso nuovamente comporrebbe quei pochi centimetri a distanziarli arrivando quasi a strusciare con le proprie labbra le gemelle di Sango ed infine prima di porcisi sopra unendole sussurrerebbe un’ultima volta <non avere fretta> chiudendo così il discorso precedente. In quelle parole la volontà di proteggerla ma con la speranza che prima o poi sia pronta veramente a farsi carico del fardello di Akendo che grava sulla sua anima ormai corrotta e corrosa dalle mille pene, le labbra infine finalmente unirsi dapprima dolcemente poi con sempre più intensità, la presa delle proprie mani sui di lei fianchi divenir sempre più decisa, così come l’intensità di quel bacio, cullati a vicenda dai propri corpi e da quelle calde acque, la serata no terminerebbe li, almeno non per volontà del Seiun che ne approfitterebbe per continuare a prendere li sul momento la stessa Ishiba e farla sua. [END] Raggiunge l'altro in quel moto lento e delicato, raffinato ed elegante al tempo stesso. Se ne gode di quelle acque terapeutiche ed affascinanti, calore per le sue membra esterne per il suo cuore. Di certo si troverà nuovamente tra le braccia di lui, una calamita per lei ormai. Avvicina il suo corpo nudo per modellarsi all'altro nel pronunciare quelle parole di dolore , di desiderio, aspettandosi quelle risposte a cui non avrebbe lei informazioni o altro. Le labbra che si incurvano in un lieve sorriso di comprensione < mettimi alla prova > direbbe lei, lieve ma attenta sul fatto che sia un proprio desiderio assoluto. Desidera che l'altro possa sfogarsi infine, vedendolo sempre più come un uomo che un kami , sempre più come un prisma che specchia la sua luce a chi ne sa riconoscere le sfaccettature < io stessa affogherò nel tuo animo > direbbe in un sussurro finale, lieto, caldo, per unirsi a quelle labbra come se fosse vita e aria. Dal petto in quel momento grazie alla propria innata un singolo pezzo si staccherebbe, una farfalla di carta rossa per andarsi a poggiare su quel piccolo pezzo di foglio scritto dalle sue stesse mani, a poggiarvisi sopra sfarfallando per qualche momento, una macchia di rosso sangue pronto ad accoglierlo quando lo vedrebbe. Un ricordo. Un monito. Lei ci sarebbe stata nel caso. Anche se ciò avrebbe richiesto il suo massimo sacrificio, lieta però di esser stata tra le sue di braccia, intime e calde. Ad affogare infine nei piaceri della carne e dell'animo, ad unirsi fino a divenire una cosa sola, un lieto momento in quella guerra orribile, un momento per concedersi completamente ..il suo animo ormai spalancato agli occhi altrui. Sceglierà lui stesso cosa farne. [end]