Il trionfo della vita

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Giocata di Corporazione

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15:18 Nanaa:
  [Stanza di Jikan] Non è stato facile arrivare così lontani, organizzare l'attacco al ragazzo, seguirlo per qualche ronda, dargli un colpo e alla fine trascinarlo da un Paese Ninja all'altro per raggiungere il luogo in cui tutto era stato prestabilito per fare il miglior teatrino della storia dei Pierrot. Il luogo è decisamente maestoso all'interno, una moltitudine di stanze, corridoi..c'è tutto ciò che potrebbe mai servire e sicuramente qualcosa in più. Jikan, dal basso della posizione in cui è caduto, avrà certamente passato una delle peggiori notti della sua vita. Una delle peggiori fino ad ora. Quando si è prigionieri, senza un calendario, senza luce naturale, senza qualcosa da fare se non contemplare il proprio dolore, ah..sì, dolce e dolce dolore. Amara follia. Ma ancora non hai avuto occasione di ridere, vero? Che fatica. Dall'esterno di quella stanza, occasionalmente, ti sarà capitato di sentire qualche suono. Sì parla letteralmente di musica. Suoni simili a quelli di una fisarmonica, un trombone ed occasionalmente un urletto o due. Ma nella ferocia del momento non sarà stato nulla di importante. Hai ricevuto il tonico coagulante tanto agognato e questo è bastato per impedire, assieme alle tue fibre, di far realmente degenerare quella ferita. Non che sia sicuro tenerla tanto a lungo rovinata, ma che ci vogliamo fare? Questo pomeriggio senza luce inizia con una voce maschile, diversa da tutte quelle che hai avuto l'occasione di udire fin'ora. "Devo curarlo o no? Non ho tutto il giorno eh" Dice, appena dietro la porta. C'è un momento di silenzio, e spostando la telecamera possiamo assistere a Nana che discute con un altro..pagliaccio. Ben più alto di lei, dal viso dipinto da clown e con un'espressione neutra. "Boh. Non lo so, non mi va. Si è comportato male. Ci penso dopo, grazie per l'aiuto." Eccola la voce di lei. Sì, come confonderla? Con quel volume caratteristicamente alto come se stesse costantemente presentandosi al mondo. Corazon s'allontana, ed i suoi passi echeggeranno fino a sparire. Nana, invece, va infilando la chiave nella serratura. "Al massimo lo imbottisco di tonici coagulanti.." Probabilmente un'azione simile porterebbe ad una morte atroce, per cui è meglio non..pensarci, sì? Ma prima di tutto, una piccola introduzione. Quest'oggi Nana si presenterà in tutto il suo splendore a Jikan. Con indosso una camicetta gialla chiusa da grossi bottoni simili a pon-pon. Dalla base della camicia, che si collega ad uno stretto pantalone nero, sono esposti pochi centimetri dello stomaco. Le braccia sono invece coperte da un lungo tessuto che s'alterna in anelli neri e rosa, che culmina su un paio di guanti bianchi. Molto..da clown, sì. E finalmente, la chiave viene girata. Una chiave lurida, sporca di sangue ormai secco, un po' come la stanza dove si trova la giovane fibra dei Kakuzu. Per questa speciale occasione ha preparato qualche strumento in più, qualcosa che possa intrattenere entrambi ad un livello superiore, ma perché rovinare la sorpresa? Tutto ciò che sarà visibile appena aperta quella porta è la figura di lei, che tiene alla mano sinistra una macchina fotografica gialla, in effetti uno strumento tipico del mondo ninja. "Ji~ka~n" canzonando il suo nome, appare. E se tutto andasse come previsto andrebbe a chiudersi la porta alle spalle, gettandosi in un taschino la chiave. "Hai messo la maschera sì?" L'ha messa, sì? { chakra on } { macchina fotogenica ♥ }

15:52 Jikan:
  [Stanza di Jikan] La tunica, sporca e impregnata di sudore, nasconde l'anomala forma del suo addome che, in assenza di costole intatte a fargli da sostegno, assomiglia più a una scogliera. Ha la febbre, ma questo è il minimo - d'altronde dopo una ferita del genere non ci si aspetterebbe altro dal suo organismo -, perciò il mal di testa e la sudorazione aumentata non fanno altro che peggiorare il tutto. È così difficile rimanere lucidi mentre si è prigionieri in un posto come quello e il Kakuzu sta facendo il possibile per combattere con la sua ragione, cercando di farla ragionare - per quanto ciò possa suonare paradossale -, giacché nemmeno ella è in grado di giustificare questo trattamento. Non ha dormito, non è stato possibile a causa suoni, musiche e urla. In più c'è tanto da pensare, troppo, la mente non è in grado di rilassarsi e i pensieri rimbalzano da una parte all'altra: Cosa succederà? Come faccio a uscire da qui? Cosa mi faranno? Ma non è finita qui. Fame e sete: bocca e gola sono entrambi aride, spererebbe quasi di vomitare del sangue per poterle inumidire. Sono passate ore dall'ultima volta che ha messo qualcosa di commestibile all'interno della bocca. Si sta impegnando a resistere, può già immaginare che non si preoccuperanno di nutrirlo, che faranno il possibile per togliergli tutta l'energia a sua disposizione fino a sottometterlo. Al momento è seduto sulla parete del muro perpendicolare rispetto alla porta, appoggiato con la schiena su di essa. I suoi occhi sono chiusi dalla stanchezza e le occhiaie sono parecchio gonfie, colorate di un viola scuro che ricreano l'effetto di un pugno all'occhio. Le gambe sono entrambe stese in avanti, con la pianta del piede rivolta verso la porta. Fa il possibile, a livello di sforzi di chakra, per restare in guardia e tenere l'innata attiva, ma è stanco, perciò i suoi riflessi sono notevolmente diminuiti, così come le sue capacità fisiche. Può fare affidamento principalmente sulle fibre, che anche. in questo attimo fuoriescono da entrambe le sue braccia, divincolandosi secondo volontà propria. Alla sua destra, poco più in la, c'è quella disgustosa maschera, che durante la notte avrebbe provato a frantumare con le fibre e, se avesse avuto successo, apparirebbe come un mucchio di pezzetti, come se l'avesse sbriciolata parte dopo parte. Un brivido gli pervade la schiena nel momento in cui il suo nome viene pronunciato in quel modo, come se tutto ciò fosse un gioco. Poi riconosce quel timbro di voce, quel modo acuto di parlare e al momento non prova altro che rabbia nei suoi confronti. Colei che l'ha rapito e gettato in quella brutta realtà: non la sopporta. Sente il rumore delle chiave mentre viene girata nella serratura. Allunga un filamento nero verso i frammenti della maschera, afferrandone uno tramite la fibre che si avvolgerebbe attorno ad esso, per poi lanciarlo a mo' di fionda contro l'entrata. Non ha preso la mira ma sarebbe felice di beccare Nana in questo modo, in ogni caso riuscirebbe a farle vedere, ammesso che sia riuscito in precedenza a romperla, quel che è rimasto della maschera. Del resto il fiato viene ancora gelosamente conservato all'interno del suo corpo. Non dice nulla, non replica né mormora. Soffre fisicamente e psicologicamente, mentre l'irritazione nei confronti di Nana cresce sempre di più. Crede che se lui, in quel momento, sta affrontando un tale scenario terrificante, la colpa è in soprattutto di quella donna. [Innata Kuroi Sen'i I descrittiva]

16:20 Nanaa:
  [Stanza di Jikan] Ah, l'infelice attesa di poter passare alla fase successiva. Tutti abbiamo avuto i nostri lunghi tempi di transizione, terribili nella loro natura perché colmi di tedio e ansia verso il futuro. Potrebbe essere diverso per Jikan, cui futuro brilla al momento come una stella già morta. Si proietta una luce di cui si è terribilmente consci sia presente la fine. Senza più origine. Appena messo piede nella stanza, abbassa lo sguardo per cercare quello di jikan ed immediatamente riceve una sorpresa speciale. Osserva i frammenti di maschera sparsi ovunque - quasi come il marmo, ed il tempo di cercare con gli occhi la giovane fibra che uno di quei frammenti mirato verso sè. Non si muove, anzi, sposta lentamente gli occhi a sinistra, per assistere al pezzo di maschera ch'è riuscito a graffiarle poco più che superficialmente la pelle, prima di cadere a terra. "Ah-" Batte le ciglia, come se avesse bisogno di qualche attimo per comprendere effettivamente quello ch'è accaduto all'interno. E chiudendo la porta con un colpo di tallone, sposta lentamente lo sguardo su ogni elemento osservabile. Il cadavere, ancora non putrefatto ma sicuramente colmo del caratteristico fetore della decomposizione, Jikan, ferito e deforme. Il marmo rotto dalla giornata precedente. Rimane un momento a contemplare tutti quegli elementi, per poi riosservare il punto dove il frammento di maschera a lei tirato è rimbalzato. "Che cazzo fai?" Le braccia cadono lungo i fianchi come se un certo livello di disillusione si fosse dissipato in lei. Ed una mano si porta sotto il mento, come se dovesse effettivamente riflettere su come proseguire adesso che le cose sono andate così male. Si prende qualche secondo, e poi, eccola: le ginocchia si piegano quanto più possibile per quel flessibile corpo ed alla fine si lascia cadere, poggiando il sedere a terra e allungando le gambe. Le braccia, entrambe, si alzano e vengono poggiate tra le cosce. "Stai bene?" le palpebre superiori calano e china appena il capo di lato, incurvando le labbra in un'espressione tipicamente preoccupata. Sembra effettivamente comportarsi come un familiare vicino apparso per consolarti dopo chissà quale brutta notizia o sconfitta. I palmi vengono poggiati a terra e utilizza la forza delle braccia per strisciare rapidamente quanto necessario dall'avvicinarsi a lui, letteralmente azzerando le distanze tanto quanto serva per potersi sfiorare con il solo allungare le braccia. "Dev'essere dura, lo so. Senza acqua e ...sì insomma, tutte quelle cose. " Alza gli occhi al cielo come si trattasse di un problema per il quale non esiste realmente soluzione. Ed inspira profondamente, spinta da chissà quale nobile sentimento. "Ti è capitato di pensare ai tuoi genitori, stanotte? So che tuo padre ti aveva allontanato per paura della tua curiosità. Vi siete rivisti?" Il braccio sinistro viene allungato in maniera felina, rapida, al limite delle capacità attuali del corpo. E sul viso si dipinge un sorriso tipicamente malinconico, come se volesse rimembrare assieme a lui chissà quale vecchio ricordo. "Ti mancano, i tuoi genitori?" E al termine di quel movimento, il palmo andrebbe poggiandosi sulla sommità del suo capo, tra i capelli, carezzandolo e scompigliandoli ulteriormente. { chakra on} { - 1 pv }

16:49 Jikan:
  [Stanza di Jikan] Perché ha rotto la maschera? Beh, anzitutto per sfogarsi, quell'oggetto era il più insignificante e fragile all'interno della stanza, l'unico in grado di dargli una breve soddisfazione. Poi gli faceva schifo, riportava ancora i residui del corpo su cui era stata cucita, perciò la voleva vedere sparire, allo stesso modo voleva che quel corpo esanime, presente assieme a lui in quella stanza, sparisse. I suoi occhi si aprono leggermente per osservare i movimenti di Nana, non appena lei si sposta all'interno della stanza. Ha anche il coraggio di avvicinarsi e parlargli, pensa lui, dopo quello che gli ha fatto. < No. > Mormora alla seconda domanda, ignorando la prima che naturalmente è retorica. Anche la seconda, a dire il vero, ha una risposta scontata. Come può stare bene, cosa vuol dire stare bene a quel punto? Avere qualcosa da mangiare? Certo, forse questo lo farebbe stare bene, ma non risolverebbe in alcun modo la situazione in cui è finito. Il cibo, per quanto ne abbia bisogno in quel momento, non è un veicolo per uscire da lì. Quindi in un certo senso è inutile. Si accorge mentre lei accorcia le distanze, quasi come se volesse mettersi al suo stesso livello, come se accasciarsi vicino a lui bastasse per farle provare empatia. Partono due filamenti di fibre dal braccio, che verrebbero usati per impedire qualsiasi tentativo di interazione. Anche una carezza, piuttosto che un tocco: proverebbero a bloccare perfino un abbraccio se ciò accadesse. < No. > Replica alla terza e quarta domanda, con quella negazione di sole due parole, una consonante e una vocale, forse il modo più efficiente per comunicare ed espellere poco fiato allo stesso tempo. Il mal di testa sta diventando sempre più forte, per colpa della febbre, e un dolore localizzato nelle meningi inganna i recettori del dolore che ora si concentrano su di esso lasciando perdere temporaneamente le costole. Il classico: "se ti fai male datti un pizzicotto". Infine scuote il capo, rispondendo alla quinta domanda, accorgendosi di quanto sia diventato difficile muovere il collo dopo una notte di veglia. Rimpiange le brande con i cuscini duri come mattoni delle tende a Kiri, piuttosto che quel bar improvvisato in qui alcuni Shinobi si riunivano, pur non essendo mai andato lì a prendere qualcosa a bere - non è molto un tipo da alcolici Jikan, preferisce le bevande zuccherine, quelle che fanno emozionare le papille gustative. Combattere il dio, in confronto a questo, è molto meglio, poiché per quanto anche lui sia un nemico detestabile almeno sembra avere una sorta di codice morale. Un suo codice morale, dove l'uccisione dei civili è contemplata, ma almeno ne ha uno. Ci sono degli schemi, delle regole, a volte è prevedibile, è possibile anticiparlo e fronteggiarlo. Ma questi pazzi che l'hanno prelevato, rubandolo dalla sua stessa vita che, considerando tutto, non stava andando per niente male, sono indecifrabili. Manca uno scopo, un nindo, manca il senso, nel vero significato della parola. Tutto ciò non si spiega, non è concepibile. E quindi rimane lì, accasciato addosso al muro, mentre non vede l'ora che Nana si alzi e se ne vada. È troppo stanco per attaccarla e sta male, altrimenti lo avrebbe già provato a fare. Sa bene, al tempo stesso, che se lui è tenuto prigioniero lì significa che qualcosa dev'essere soddisfatto. Che sia l'interesse di qualcuno, più oppure meno perverso, oppure una necessità per un certo individuo. Ancora non gli è stato detto perché l'hanno preso, ma vorrebbe saperlo. [Innata Kuroi Sen'i I descrittiva]

17:07 Nanaa:
  [Stanza di Jikan] La cassa toracica si gonfia d'improvviso ed una gran quantità di fiato viene sbuffata poco dopo verso l'alto. Le narici si allargano per accogliere quanto l'olfatto può ricevere, ma la reazione in viso è il chiudersi degli occhi per un momento, con un che di estremamente disgustato. Le dita della sinistra s'alzano assieme alla mano ed il polso viene mosso da un lato all'altro, come se volesse liberare un po' l'opprimente aria. "Che puzza di merda, comunque" A seguito di quelle parole rivolge lo sguardo in direzione del cadavere dell'uomo su cui prima era cucita la maschera. Le sue labbra sono ancora bene cucite tra di loro ed è tutto un grottesco tripudio di sangue e carni scoperte. Non c'è dubbio, sul fatto che abbia sofferto enormemente. Ed immediatamente, cerca gli occhi di Jikan, quello sguardo gonfio dal dolore e da un astio che ancora s'agita nel profondo. Non sarà facile, da sola. E specialmente, non sarà divertente. Le fibre altrui son più lente del movimento del braccio, carezza i capelli ma certamente le vedrà espandersi come meccanismo di difesa quasi immediatamente. E ritrae la mano, mancando di quella sua violenza che sembrava essere in tutto e per tutto caratteristica. "Lo sai che hai un faccino molto carino? Su con la vita, hai vinto la lotteria genetica almeno" Alza le spalle mentre le labbra s'allungano per mostrare un sorriso e parte dell'arcata superiore dei denti. Fa subito leva sulle gambe, balzando in piedi con un sonoro "opplà" . Ed allarga le braccia, muovendo i muscoli della schiena per stiracchiare il corpo. Si prepara per andare al lavoro, insomma. "Ho esagerato, ok? Adesso smettila di fare l'incazzato-- " si ferma dal parlare e una luce d'improvviso le illumina lo sguardo, una fantastica che idea per la quale neanche lei credeva di poter essere tanto geniale. "OK! Senti, ti porto fuori ok? Ci facciamo una passeggiata, ti mostro qualche attrazione della zona e se alla fine ti sarai comportato bene cambieremo un po' approccio, sì? " Alza il mento e si mordicchia il labbro inferiore, mentre la mano destra si muove rapida tra le tasche dalla camicia gialla indossata alla ricerca di un oggetto: un fuuda. Una volta preso in mano il chakra circola e rilascia l'oggetto all'interno: una maschera da clown, sorridente. E' completamente nuova e certamente pulita. "Se ti metti questa nessuno penserà che non sei dei nostri, eheh. Dai, mettitela in viso. E non obbiettare, se lo fai sarò costretta a scrivere una lettera a tuo padre per riferirgli della tua condotta inadeguata." Può essere inteso come un semplice scherzo, come una effettiva cosa che farebbe, o persino come una mianccia nei confronti dell'incolumità della sua famiglia. Son pensieri che per un ninja tanto cosciente come Jikan potrebbero risultare angoscianti da sopportare. "E mi raccomando, dobbiamo stare a t t a c c a t i. Intesi? Come una coppia al museo , io e te. " Gli lascia la maschera e tenterebbe addirittura di tirarlo su, mettendogli le mani sotto le braccia per alzarlo di peso. "Parlami eh. Mi innervosisce il silenzio." un'ultima raccomandazione. { chakra on }

17:48 Jikan:
  [Stanza di Jikan] Jikan non ha mai preso con troppa serietà quel che è successo in passato, con i suoi genitori. Comprende la loro scelta, non li critica e ha accettato quel che successo. Si tratta di acqua passata, per lui, e ormai ha perso molto interesse per tutto ciò che riguarda loro. È da molto che non li sente ma ciò non gli pesa, non è la sua famiglia a dargli il senso d'appartenenza nel mondo, quanto più il lavoro che fa, piuttosto che la curiosità stessa. È l'interesse verso ogni cosa a fargli da madre, a guidarlo e a dirgli cosa è giusto e cosa è sbagliato. Il fatto che non provi rancore per l'allontanamento passato è dovuto a un fenomeno chiamato distanziamento emotivo. Si tratta di un meccanismo di sopravvivenza attuato dalla mente per mantenere la stabilità psicologica. Consiste, essenzialmente, nell'accettare un evento passato, prendere coscienza con le emozioni provate e infine dimenticarle, distanziarle. In questo modo, anche quando i ricordi riaffiorano, non si prova più quella sensazione di tristezza e malinconia. Questo stesso sistema di autoconservazione entra in gioco quando bisogna perdonare qualcuno, con la necessità di introdurre il fattore empatia. Ma ora torniamo al prigioniero e alla carceriera che si aspetta un comportamento amichevole da parte di Jikan. < Fai schifo. > Risponde al complimento che gli è stato rivolto, pensando che lei non lo stesse elogiando per esprimere ciò che pensa ma per tentare di farlo stare meglio. Lui, ad ogni modo, pensa veramente che quell'individuo sia una persona terribile. Ella parla di andare fuori da lì, ed è qui che scatta... la scintilla? No, assolutamente. L'interesse: vedere ciò che non ha ancora visto, conoscere ciò che ancora non si conosce, quale altra migliore definizione di curiosità si può avere? Jikan è propenso ad andare via da lì non tanto perché la stanza fosse disgustosa - ok, forse anche per quello - ma principalmente per la possibilità di venire a conoscenza di cosa c'è all'esterno. Perché lui sa che c'è qualcosa, l'ha capito da diversi fattori. Musiche, urla, voci, anche quella persona con cui Nana aveva parlato prima di entrare. Lui è bloccato lì ma può essere che non sia il solo... allora venire a conoscenza di qualcuno che è nella sua stessa situazione lo potrebbe aiutare. < Ho fame. > Risponde così, facendo intendere che se fuori da quella stanza c'è del cibo allora lui lo vuole. Apre di più gli occhi nel momento in cui un'altra maschera viene evocata: questa è pulita, sembra nuova. Di certo non si mette a fare storie per mettersi una maschera, ma non la vuole per niente cucire. Se serve a non confonderlo con gli altri prigionieri allora tanto vale tenerla per quel poco tempo che serve e poi toglierla. Allunga un filamento verso la maschera, per poi avvolgerla e avvicinarsela al volto e inserirla sul volto come una gemma in un anello. Il sudore, da solo, sarebbe bastato per farla aderire. < Mi fai schifo. > La sua voce viene alterata dalla maschera, mentre lui rincara la dose, dopo che lei lo avverte di dover stare vicini come una coppia. Ignora completamente il commento riguardo al padre, come detto all'inizio è un argomento che lo tange davvero poco, per sua stessa scelta. < Faccio da solo. > Mormora a fatica, mentre lei fa il possibile per rialzarlo: inevitabilmente nel fare ciò parte del suo petto viene leggermente compressa, soffocandolo appena per colpa di quel dolore che interessa tutto il suo addome. Lui, per aiutarsi, allunga le fibre verso il basso, usandole come appoggio per potersi sollevare. Non è detto che riesca a camminare da lì in poi, le costole frantumate sono davvero compromettenti per l'equilibrio: è come se non ci fosse nessuna stabilità, nessun supporto solido a mantenere la naturale perfezione del corpo umano. [Innata Kuroi Sen'i I descrittiva]

18:17 Nanaa:
 Le parole altrui la colpiscono come potrebbe fare soltanto un altro taijutser. E gli occhi ben si impuntano su di lui in un primo momento di incredulità. Le narici vengono riempiti dell'acre odore di una mandra. Il silenzio che le riempe il viso ha la veemenza d'un grido più che di è stato effettivamente confuso da parole tanto violente. Le gote arrossiscono appena lasciando intendere che in un modo o nell'altro non si sarebbe comunque aspettata una reazione simile da colui che si è appena riscoperto come prigioniero. La mano destra s'alza e viene portata dietro la testa, poggiata sulla nuca. E gli occhi divergono da quelli altrui come se fosse stata avvolta da un disagio generale. " Lo pensi davvero? " Gli domanda, abbassando gli occhi al terreno e fissando di passaggio parte di quel marmo sporco di sangue, polvere, frammenti di maschera e chissà quale altra schifezza. Ascolta la richiesta altrui, l'aver fame, che quasi s'impone considerata l'enorme freddezza che lo cosparge. Ed alza le sopracciglia. "Io no. Stanotte abbiamo fatto festa e mangiato e bevuto fino a scoppiare. Non dirmi che non hai sentito il casino??" Apre bene gli occhi, indicandosi con l'indice destro le labbra, belle inumidite. Vuole sottolineare la differenza dal momento in cui si erano incontrati, quando erano ancora secche e tendenzialmente più cadaveriche di colore - similmente a come potrebbero apparire quelle del Kakuzu adesso. Proiettandoci qualche momento avanti, viene ribadita la posizione emotiva di lui nei confronti di Nana, e la reazione il sollevarsi di entrambe le sopracciglia, assieme al comprimersi delle labbra una contro l'altra. Il piccolo naso s'arriccia appena e ruota gli occhi al cielo. "Non è vero che ti faccio schifo." Con tutta la calma del mondo, si impone su di lui quanto afferma di poter fare da solo. Usa la propria agilità superiore ai suoi sensi e la propria forza superiore a quella delle fibre per metterlo in piedi. E la mano sinistra scende maliziosamente al fianco ferito di lui per imprimere una pressione non indifferente. Che reagisca pure, ma non verrà lasciato per qualche istante, in cui gli occhi di Nana permarranno ben fissi sui suoi, come se volesse abbeverarsi di ogni espressione e movimento. " Tu non fai nulla da solo. Sei un buono a nulla e hai bisogno di me. " Sorride appena, forte di malizia, spostando la mano dal suo fianco e tentando d'afferrargli con la propria mano sinistra la sua mano destra. Lo prenderebbe letteralmente per mano, per trascinarlo alla porta e infilarci rapidamente la chiave, con una certa fretta persino. Ci mette qualche istante a farla entrare nel chiavistello, e la agita un po' per sbloccare la serratura ma è ben notabile come continui a incastrarsi. "Ecco cosa succede con la ruggine. Ma secondo te si può vivere con un budget? " Chiede, voltandosi verso jikan e contemporaneamente alzando la gamba sinistra all'altezza del petto. Raccoglie le forze e si pianta bene sul marmo con la destra, tirando poi un calcio con lo scopo ultimo di buttarla giù violentemente. Indubbiamente ce la fa, non è chissà quanto difficile forzare una serratura con la forza. Ed il grande pezzo di metallo viaggia fino a sbattere su una figura che ora jikan potrà vedere seduta su uno sgabello di legno MOLTO più piccolo di lui. E' un miracolo quello a cui assiste. La figura in questione è gambo: alto ben oltre due metri e forte di una corporatura...robusta. Le gambe sono misteriosamente fini e più toniche del resto del corpo. Nonostante il metallo che l'ha colpito, a malapena è stato smosso. "Cazzo- Scusa Gambo..sto portando in giro un amico. fai attenzione che il prigioniero non esca eh. " Tirando a sè jikan, muove un passo per portarlo nell'anticamera fuori dalla stanza in cui si è trovato. Il lato positivo è che l'aria si rinnova di freschezza. Il lato negativo..potrebbe essere il sentirsi in pericolo. "Non fatto male..Gambo duro. Io sorveglio, ciao amico" saluta il nostro Jikan mascherato con la mano sinistra e s'appresta ad alzare la porta per poggiarla dove dovrebbe appartenere. Ovviamente potete immaginare quanto possa essere utile. " Bravo Gambo, sorveglia. Se scappa mi incazzo." E tirando l'altro per la mano, lo inviterebbe con strana gentilezza oltre il grande pierrot. E' un lungo corridoio, adesso, in cui si trovano tante cornici ma senza ancora alcuna foto. "Pronto?" Chiede adesso, un po' eccitata nel tono. { chakra on }

18:54 Jikan:
  [Stanza di Jikan] Proprio non importa a lui di loro: perché mai dovrebbe? In questo momento sono dei nemici, non meritano compassione né comprensione. Jikan non pensa e non agisce come un samurai, altrimenti probabilmente li avrebbe anche dovuti rispettare nonostante i torti subiti. Ricorda quando ha cacciato quel cinghiale nel bosco di Shukosato: l'animale era la preda, lui era il cacciatore. Aveva esercitato un ruolo di potenza rispetto a quella preda, lui era la specie dominante ed ha avuto la meglio, com'è giusto che sia. Funziona così in natura. Ed ora, nonostante si trovi in un luogo che abbia tutto fuorché il rimando al naturale, al normale, lui è diventato la preda in un certo senso. Colui che subisce, che soffre e che è destinato a morire. Jikan sa che morirà, ma ancora non ha affrontato la cosa, non vuole affrontarla per il momento. Succederà qualche ora prima dell'accaduto, quando non avrà più forze per tenersi in piedi e verrà finito con un solo colpo. Il destino di lui non è tanto diverso da quello di quell'uomo esanime con la maschera. Torna con gli occhi chiusi per qualche secondo non appena sente parlare di quella notte: non vuole ripensare ai suoni che ha sentito ma soprattutto non vuole pensare al cibo, altrimenti per lui è finita. < Pensala come vuoi. Io ti detesto. > Non gli importa di convincerla, tantomeno di suonare credibile, conta solo quello che pensa lui in quel momento. Ora viene sorretto in piedi ma non gli viene data tregua e la punizione per quello che ha detto non tarda ad arrivare. Le dita di lei premono contro il suo fianco e, come aghi appuntiti, infieriscono su quelle ferite già gravi. < AAH. > Un urlo forte, che gli fa perdere altro fiato, non è stato in grado di trattenerlo: il dolore provocato da quelle dita che improvvisamente hanno premuto sulla sua pelle è fin troppo intenso. Si piega dall'altro lato, mentre ciò avviene, come se volesse distanziare il suo busto dalle sue dita. Poi torna a stare eretto, o almeno ci prova, giacché la formazione fisica del suo corpo al momento gli consente solo di assumere una posizione deformata. Non risponde all'affermazione di lei: in parte perché non riuscirebbe con quel dolore e poi perché in effetti, pur essendo difficile da ripetersi nella mente, è vero. In quella condizione lui non può fare molto se non strisciare e pregare di essere liberato. < Io te li darei i soldi. > Può suonare addirittura ironica quest'affermazione, potrebbe anche far ridere. Jikan però è serio, ci prova, con uno dei tentativi per tentare di capire cosa interessa realmente a loro. Si tratta di un semplice: ti pago per farmi uscire da qui. Banale, indolore, meglio fare un tentativo piuttosto che rimpiangere di non averci provato. Il fatto che lei abbia deciso di buttare giù la porta blindata con quella noncuranza lo fa riflettere: come faranno a rimetterlo lì dentro se quella stanza non ha più una porta? Inizia a pensare che forse vogliono portarlo in un'altra stanza, magari una cella più piccola, più claustrofobica. Oppure in una stanza di torture più appropriate. Si chiede, in effetti, se Nana lo voglia portare fuori perché si sente in colpa di lasciarlo lì oppure perché vuole che veda ciò che fanno. In entrambi i casi lui non ottiene quel che vuole. A tal proposito, cos'è che vuole? A lungo termine spera di poter riuscire a scappare da lì. Ma la mente gli suggerisce di concentrarsi sul procurarsi qualcosa per sopravvivere, quindi cibo e acqua e magari qualcosa di morbido su cui poggiare la testa durante la notte. Non ricambia il saluto a quel pagliaccio corpulento, si domanda come possa rispondere agli ordini di una persona orribile come Nana. Viene trattato come un idiota solo perché forse impiega più degli atri a fare due più due, o magari perché parla come un cavernicolo. Ora che è fuori dalla sua stanza può investire le sue ultime forze mentali, alterate dalla febbre, per cogliere quanti più dettagli possibili. Trovare via di fuga, piuttosto che stanze in cui poter trovare oggetti e ogni altra cosa utile, come lime o lenzuola. Immagina che verrà trattenuto lì per molto tempo e più giorni rimarrà in quel luogo più avrò modo di studiarlo e capire le sue debolezze. A giudicare dallo scarso intelletto di alcuni di quei pagliacci non possono aver pensato a tutto. < Per? > Risponde a una domanda con un'ulteriore quesito, non capisce cosa intende fare Nana. Eppure lei sembra in fibrillazione, eccitata per chissà cosa. Un altro macabro spettacolo come quello che aveva tentato di inscenare il giorno prima? Altamente probabile, oppure è un tour della struttura, il che può suonare altrettanto terrificante. Non ha idea di cosa aspettarsi ma se si tratterà solo di clown che ballano e suonano degli strumenti allora sarà decisamente più tollerabile. [Innata Kuroi Sen'i I descrittiva]

19:20 Nanaa:
 La mano libera passa sui capelli sistemandoli al meglio sui lati del viso, come se si stesse preparando per chissà quale performance. E finalmente, iniziano a procedere in qualche direzione assieme al povero Jikan. Le sue parole vengono udite e allo stesso modo dimenticate, mentre s'appresta a trascinarselo violentemente a presso. L'unica occasione in cui si ferma per porre attenzione su di lui è quando parla di soldi. "Vuoi comprarmi!?" come se fosse sconvolta da quella sua affermazione, seria o ironica che sia, torna appena piega appena il collo indietro, per guadagnare un poco di distanza col viso. "Figo. Quando uscirai di qui, ok?" In un certo senso questa notizia potrebbe rincuorare enormemente il Kakuzu, vuol dire che in qualche modo riceverà soccorso o sarà liberato. Eppure, non è ben chiaro nulla. Ricordano pagliacci, e gli unici pagliacci a cui potrebbe associarli sono le guardie speciali che Yukio si porta dietro, quelli che chiama Pierrot. Ma tutto dipende dalle circostanze. Gambo incastra come meglio potrà con la sua forza la porta al punto a cui apparteneva, si metterà persino a tenere sott'occhio il cadavere, probabilmente pensando con una certa convinzione che appartenga a Jikan. Non verranno disturbati più di tanto, questo è certo. E camminando in quell'anticamera, Nana continua a tenerlo per mano. Una mano probabilmente sporca di sangue che invecchia ora dopo ora. "Allora Jikan. Mettiamo le cose in chiaro." Tirandolo a sè, brusca ma attenta, lo spingerebbe poi al muro più vicino, piazzandosi davanti a lui come se volesse farlo sentire in trappola. "..." sbruffa però, realizzando di dover alzare gli occhi essendo più bassa. MISSIONE FALLITA. Però non si sposta, anzi, continua a guardarlo con sguardo per la prima volta in tutta questa storia..beh, vagamente serio. "Io ti vorrei vivo. Capisci? Ma la gente qua è...molto *cattiva*." Sussurra quell'ultima parola con tono graffiante e avvicinandosi con il proprio viso al suo, privandolo degli spazi. Ma non è certamente la cosa più invasiva che ha fatto ad ora, anche considerando la maschera che li separa fisicamente da qualsiasi eventuale contatto. "Siamo i Pierrot. Il grande gruppo che il tuo amato e servito Hasukage si è portato in giro a Kiri. Capisci perché te lo sto dicendo? Nessuno si aspetta che tu esca fuori vivo. " Soltanto adesso tornerebbe a lasciargli spazio, tirandolo a sè e prendendolo per mano, riducendo persino la loro distanza al punto tale dal sembrare una coppia che cammina mano nella mano. Ci sono diverse porte, alcune rotte alcune no. Tra le tante, Nana si sofferma su una in cui è presente un foglio bianco su cui è scritto "Jikan Kakuzu" . Ah. beh, almeno la tua intuizione era corretta, c'è un'altra stanza che sembra esser stata preparata a regola d'arte per te. Ma la porta è in legno, più fine, non sembra per niente una cella di prigione come dovrebbe. E senza chiave, Nana si limita ad allungare la mano libera per ruotare il pomello ed aprirla. Ciò che rivela...è una stanza. Letteralmente una stanza da letto che appare quanto più semplice e banale possibile. Sul terreno assi di legno, un tappeto bianco. Un letto ad un angolo della stanza con il poster di una banana appeso al muro. Un armadio in legno ed una libreria al momento vuota. C'è persino una scrivania, con blocchi note e penne. Tutto è completamente nuovo. Ah, dimenticavo un dettaglio: Sul letto, è presente un uomo in mutande completamente legato da fasce di pelle. Ha una benda sugli occhi ma non una maschera. Sembra essere completamente incolume, ma senza sensi. Nana porta il suo dito indice davanti al naso, chiudendo poi la porta per nasconderti ciò che avete appena visto. "Facciamo un patto. Io ti lascio qualche minuto nella stanza, cercherò di intervenire il meno possibile. Se riuscirai a intrattenermi con quello che ho preparato, avrai acqua e qualcosa di buono da mangiare. Ti sto venendo incontro, Jikan!" Un cenno del capo, cercando adesso di afferrargli entrambe le mani come se volesse siglare una promessa. {chakra on}

20:01 Jikan:
  [Stanza di Jikan] È difficile riporre fiducia in qualcuno che prima ti fa male e poi si scusa per avertelo fatto, mostrando chiaramente un segno di pentimento. Nana, a lui, sembra falsa e opportunista. Non capisce il suo gioco, non comprende quali sono le sue intenzioni. Non sa nulla, per questo oltre a imporsi per non collaborare sceglie anche di diffidare e di comportarsi male. Proseguono in quel corridoio, mano nella mano, e nel frattempo il Kakuzu si guarda attorno con agitazione, attendendo di vedere una porta aperta con qualcuno che, presumibilmente, soffre al suo interno. Queste sono le sue aspettative, si aspetta di vedere persone cosparse di sangue, a causa di trattamenti perfino più volenti di quelli che ha subito lui. In confronto a lui non è stato fatto molto: certo, gli hanno fracassato le costole, ma questo non è un tipo di dolore che colpisce sia a livello fisico che mentale. È dolore e basta. Rimane sorpreso, nel momento in cui Nana lo prende da parte e gli parla faccia a f... maschera. Ora è leggermente più contento di averla indossata, almeno non deve sentire il respiro di quella donna mentre gli parla a qualche centimetro di distanza. Tuttavia la ascolta, ora, prima di quel momento non le è mai sembrata particolarmente seria. C'è una presentazione, finalmente. Si rivelano, questo gruppo di pagliacci stupidi. I Pierrot. Ma non è tanto sul loro nome che si concentra Jikan, quello che viene dopo gli crea molta confusione. Lui aveva avuto a che fare con Yukio, ci ha parlato due volte ed ha instaurato un rapporto di fiducia reciproca con lui. Possibile che abbia deciso di riservagli un trattamento come questo? < Ho capito. > Sì, comprende ma non si spiega. All'interno della sua mente sta combattendo, mentre i ricordi di quei colloquiali discorsi con l'Hasukage riaffiorano. < Perché mi vuoi vivo? > Questo ancora non l'ha capito. Non c'è alcuna differenza tra lui e l'altro che è stato ucciso in quella stanza. Cambia solo che uno è ancora in vita e l'altro no, ma in fondo Jikan è un semplice Genin al servizio di Kusa. Tutto qui, non ci sono differenze sostanziali tra lui e un essere umano. Lui si è addestrato per potersi attaccare e difendere, ma la stessa cosa potrebbe farla chiunque altro. Non ha particolari qualità, se non un utilizzo astuto della sua innata. Ma, se proprio fosse solo per questo, avrebbero potuto facilmente soggiogare il capo clan dei Kakuzu promettendogli dei soldi: quello stupido si farebbe ammazzare per riempirsi il conto in banca. Il cammino prosegue ma non per molto, s'interrompe di fronte a una porta con nome e cognome scritti. Non c'è dubbio, tendono a preparare le stanza su misura per le persone e quella è dedicata a lui. Lei, comunque, apre la porta per qualche attimo, dandogli modo di scrutare ciò che si cela al suo interno. Mentre il Kakuzu cerca, navigando con lo sguardo, di cogliere quanti più dettagli possibili, prova a immaginare cosa vuole che venga fatto a un altro poveretto. Il pensiero agghiacciante che lo pervade è che, questa volta, debba essere lui a fare la parte del cacciatore. Da preda a cacciatore, ciò lo confonde. Non vuole fare del male a nessuno però... la fame, la sete. Il suo corpo ha bisogno di sopravvivere e l'istinto di sopravvivenza prevale sempre sulla morale. Jikan, poi, ha dimostrato di saper affrontare gli scenari più strani con soluzioni inaspettate e intelligenti. Potrebbe cavarsela con l'intelletto anche in questo caso. Il mal di testa, dovuto alla febbre, sarebbe l'ostacolo principale. La porta viene chiusa e torna ad osservare Nana mentre ella gli prende le mani. < Va bene. > Scuote leggermente le mani, per quel che la sua forza fisica gli permette, e poi le ritrae, prendendo le distanze e dimostrando di non fidarsi completamente di lei. Acqua e cibo, questo è l'obbiettivo. Non è detto che lei rispetti la promessa, questo lo sa bene, ma quale altra scelta ha se non provare a fidarsi? L'alternativa è di tornare nella sua cella e passare un'altra notte ad ascoltare il proprio stomaco brontolante. Attenderebbe, dunque, che la porta venisse aperta da lei per poi entrare e decidere cosa fare. [Innata Kuroi Sen'i I descrittiva]

20:30 Nanaa:
 Ce la faremo, a strapparti la risata. E quando sarai l'ultimo a ridere allora sarai ufficialmente morto, e sarai dunque pronto a rinascere come lo splendore per te previsto. Il prescelto della più brutta delle profezie, l'oggetto dei pensieri di alcune delle menti più malate. Come hai fatto a perdere così miserabilmente la lotteria della vita, Jikan Kakuzu? Patetica, la tua situazione. Che cosa ti rivelerà mai il mondo attorno a te quando uscirai da quella stanza, che quel semplice canto di dolore non ti rivelerà? Ogni immagine sparsa che confonderà la tua mente metterà in dubbio la tua stessa posizione nel mondo e ti spingerà alla cruda realizzazione da cui nascono gli strati di memorie più profonde, da cui nasce lo spettacolo teatrale del dramma e della commedia. La tua, è una tragedia. uno spettacolo ideale che vince nel confronto qualsiasi vasta e augusta realtà. Cosa dovresti fare, di fronte all'incapacità? Esser razionale? Giustificare tutto il sangue che ti sporcherà? E come? Non puoi. Non c'è modo. Davvero. E se non sarai abbastanza rotto allora si andrà avanti. ancora e ancora. Bianco e nero che si mischiano ancora, ancora e ancora. Fino a che nessuno dei due sarà completamente immutato. Lo capirai presto, cosa potresti fare: tanto vale ridere un po' no? Godere della tragedia, delle cose tristi. O magari continuerai a farti torturare senza mai spezzarti davvero. Quanto sarai bello da osservare, in un conflitto tanto grande? "Sei qua per morire o per rinascere. Magari hai già capito, però molti prima di te hanno avuto bisogno di spiegazioni più semplici. " con la mano sinistra indica la direzione in cui si trova il grande e magnifico Gambo. "Perchè mi piaci." Risponde in maniera quasi sbrigativa, per poi mostrare effettivamente quella stanza nella sua completa ed integra bellezza. Il letto presenta un materasso, delle coperte, un cuscino, una branda di qualche lega intrecciata. Hai a disposizione sulla scrivania penne, pennarelli e se guarderai bene in un portamatite troverai persino un bisturi nuovo di zecca e bello che affilato. Non c'è alcuna finestra per cui...si, puoi supporre che dietro le pareti in legno ci sia qualche tipo di rinforzo. Ma l'aria è pulita .Tutto è quasi completamente normale. A disposizione, se può servirti, hai la sedia davanti alla scrivania. L'uomo in mutande non si sveglierà senza un buono stimolo quindi avrai tutto il tempo di organizzarti al meglio con il poco che ti è stato fornito. Dentro l'armadio, inoltre, potrai trovare cinque set di abiti eleganti che variano in taglia e abbinamento di colori. Anche cravatte e papillon. Troverai anche una pinzatrice con 10 spille caricate in uno degli abiti. Tornando alla realtà, la mano sinistra di Nana si alza per afferrare il mento altrui e obbligarlo a chinarlo, forzandolo ad un confronto visivo. "Questa è la tua occasione, capisci Jikan?" Rimane più e più secondi a osservare immobile la fessura degli occhi nella maschera. "Guarda come sei bello! Se metterai su un bello spettacolo vedrai come saranno tutti felici. " Apre nuovamente la porta e gli lascia la mano. Per chiudere tutto in bellezza, porta indietro la mano destra e la carica a molla, per poi rilasciarla in una vigorosa pacca mirata alla natica destra del Kakuzu, per spingerlo e chiuderlo conseguentemente all'interno. " ahah..che tipo.." si sventola una mano davanti al viso. " AH SI. ..va beh dai" apre la porta pochi secondi dopo, pochi centimetri, passando all'altro, dal terreno, la fotocamera che s'era portata dietro. Poi chiude la porta, lasciandolo solo. " Ok ok..GAMBO CHIAMA CORAZON E VENITE A FARMI COMPAGNIA " urla in direzione della profondità di quel corridoio. { chakra on } { exit }

21:45 Jikan:
  [Stanza di Jikan] Non si può ritenere soddisfatto delle risposte ricevute: certo, meglio una risposta incompleta che il silenzio. Ma tutto è così incerto, vago e soggetto a interpretazione. Morire o rinascere: quale delle due dovrebbe essere meglio? Chi è morto può dire di aver vissuto fino all'ultimo seguendo i suoi principi. Chi è rinato può solo dire di averci provato, ma di essere costretto a cangiare. È questo, che vogliono, spingerlo oltre quanto permesso dalla sua morale, scardinandolo dai suoi principi, per farlo cambiare e rinascere in qualcun'altro? O forse avrebbe più senso dire in qualcos'altro. Non è per niente soddisfatto, poi di quella risposta ricevuta da Nana. Cosa vorrebbe dire che gli piace? Che prova attrazione verso di lui? No, è da escludere a priori. Jikan è portato a pensare che quella sia una una risposta sbrigativa, buttata lì per accontentarlo e farlo stare zitto. Lui crede di essere uno dei tanti. Lei ha detto che normalmente chi arriva lì viene ucciso, pertanto il fatto che ora lui sia stato risparmiato può essere ricondotto a un risentimento. Forse Nana non è stato in grado di ucciderlo, ammesso che il suo scopo fosse davvero quello. Perché inscenare tutto quel teatrino, il giorno prima? Sperava di fargli provare come ci si sente a infilare la mano dentro il corpo di uno spasimante essere con una chiave nello stomaco ricucito? Difficilmente sarebbe più agghiacciante della sensazione di una lama che taglia la pelle vicino alle scapole, senza anestetico, per poi piantarci un cuore di fibre con una maschera. Forse il rituale dei Kakuzu può detenere il titolo come procedura più cruenta. D'un tratto lei gli afferra il mento, come per forzarlo a incrociarlo il suo sguardo. < Si. > Replica lui, intendendo però la cosa in altro modo. Non crede che questa sia la sua occasione per rinasce, al momento il suo cervello riesce solo a fargli seguire la strada più dritta verso l'ottenimento dei beni di prima necessità. Cibo e acqua, quello spettacolo di cui lei parla non è altro che un mezzo per ottenere quei beni. Se per procurarseli deve fare qualcosa di stupido o assurdo a tal punto da intrattenerla, tanto vale entrare nella stanza e dare un'occhiata. Magari riesce anche a procurarsi qualche oggetto per sé, che potrà sfruttare successivamente. Sarebbe dunque entrato, una volta che la porta fosse aperta e richiusa alle sue spalle. Inizierebbe a guardarsi attorno, alla ricerca di qualcosa di interessante, focalizzandosi su i dettagli che più lo attirano, come l'armadio o il poster. Che ci vuole a intrattenere un pagliaccio? È giunto il momento di concentrarsi, ammesso che il mal di testa lo permetta, e tirare fuori qualcosa di apprezzabile da loro, secondo i loro canoni di apprezzamento che, a dirla tutta, sono alquanto indecifrabili. Il Kakuzu, dopo aver messo la maschera, tuttavia, sta iniziando a farsi un'idea. Ora tocca a lui. [END][Continua in solitaria]

Vivi o rinasci.

Si prosegue, role di BG importante per il TOP jikan <3