My happy place

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16:43 Yosai:
  [Spiaggia] Fa quasi strano vedere in maniera definita per una volta, vero? Come se prima avessi sempre avuto gli occhiali con le “lenti nebbia” montate sul naso. Oggi no. Oggi è diverso, sembra che quel gelido sudario si sia spostato per andare a invadere il cielo, lasciandoti in un mondo sempre grigio, ma comunque più definito. Si vede il mare, probabilmente per la prima volta non sembra solo una lingua di liquame nero che si perde nell’infinito cercando di arrampicarsi sulla sabbia. Ti sei goduto la vista ritrovata per tutto il tempo possibile, poi però hai deciso che era ora di tornare ad allenarsi. Mai saltare gli allenamenti. E quindi sei lì, dritto sulla sabbia in tutta la tua altezza… eppure… c’è qualcosa di strano… Perché sei a testa in giù? Perché si, perché il mondo è più bello se visto da un’altra prospettiva, no? Ebbene ti ergi dritto come un palo sfruttando però le braccia come punto d’appoggio sul suolo. I grossi palmi e le lunghe dita sono quasi meglio dei piedi per cercare l’appoggio. Ormai poi hai imparato a gestire il tuo baricentro alla perfezione. Le gambe scolpite sono congiunte a formare un unico ammasso di muscoli celati dall’ampio pantalone d’un chimono. Hai i piedi nudi. Chissà dove avrai gettato i calzari ninja. Alla cintura porti il solito coprifronte di konoha, cucito su un drappo rosso. Cerchi di ricordartelo il più possibile quando sei fuori dall’accampamento. La parte superiore del corpo, che adesso è la tua inferiore, è coperta dalla parte superiore del medesimo kimono che ti copre le gambe, le maniche larghe sono lunghe fino a poco dopo il gomito e lasciano nuda la pelle dell’avambraccio tirata sui fasci muscolari e decorata dalle sinuose, spesse linee d’un tatuaggio. Lo scollo composto dalle due pieghe della parte superiore del chimono è abbastanza ampio da arrivare fino alla cintura, snudando una grossa V di pelle lucida turata sui muscoli dell’addome e del petto. Il collo taurino sorregge il volto dai lineamenti affilati, decorato dalle due cicatrici che quasi ostenta e impreziosito dai soliti occhi blu come l’oceano. I capelli neri con riflessi d’un rosso scurissimo, son lasciati liberi e strusciano sulla sabbia. Così ti presenti al mondo, con la schiena verso il mare e il volto capovolto rivolto verso l’entroterra. Ecco che lentamente cerchi di spostare il baricentro verso sinistra, spostando tutto il peso del tuo corpo sul braccio mancino. Con l’idea di liberare il destro, portarlo al plesso solare a comporre il mezzo sigillo della capra e cercare di impastare il chakra. Assai arduo trovare la concentrazione da quella posizione. Ma d’altronde dove sarebbe il divertimento altrimenti?

16:58 Sango:
 Quel giorno la spiaggia non è vuota, riempita dalla presenza ben visibile dell'Akimichi. Ricorda bene il loro ultimo incontro e non sa nemmeno come entrambe le vite dei due abbiano preso diverse piaghe..o piaghe per così dire. La donna avanza con scioltezza , il proprio corpo che ormai non viene svelato mentre è portatrice di qualcosa di molto prezioso. Il mantello dell'akatsuki, il mantello dello stesso akendo, kami e uomo che tutti conoscono e che lei ha avuto modo di conoscerne gli aspetti,le sfaccettature. Il mantello pesante e nero è rivolto all'interno per coprire le nuvole rosse di cui è cosparso. E' grande per la sua figura anche se non esile, le spalle che cadono più giù rispetto alle proprie reali, lasciando che anche le mani vengano completamente oscurate da esso, arriva inoltre fino alle caviglie per lasciarne intravedere i sandali aperti sul davanti con le unghie tinte di rosso sangue. Il collo è mantenuto basso in modo da mostrarne i lineamenti delicati , solo lo sguardo è duro e freddo. Un azzurro verde primaverile, ma nulla in quello sguardo rivela la morbidezza della donna. I lunghi capelli sono legati in un unica fiamma sul capo da un elastico, un modo per avere spazio causa l'ingombrante cimelio che si porta addosso. Lo vede da lontano, i propri sensi molto più sviluppati ultimamente grazie alle missioni e agli allenamenti stessi, riuscendo a scorgerlo da una lontananza immane per lei fino a poco tempo prima. Lo riconosce nella muscolatura, nei capelli.. Le gambe che si piegano lente dapprima prima di spiccare una corsa veloce come una gazzella, elegante come un felino verso di lui. I piedi che quasi sembrano volare su quella spiaggia, silenziosamente proverebbe a raggiungerlo compiendo quei 80 m in un attimo, per poi fermarsi a due metri da lui. La lunga veste che l'accompagna si smuove attorno al suo corpo, e quando il movimento si arresta continuerebbe ad ondeggiare come la notte. Probabilmente non la sentirebbe nemmeno arrivare, tanto meno vedere. Ecco perchè prende del tempo prima di annunciarsi < sempre ad allenarti > sussurra con voce calda e accogliente, un abbraccio in quelle sue parole ricordando bene come al loro primo incontro l'avesse trovato interessante . Fa riferimento a quei fasci di muscoli e anche al particolare allentamento che svolge < non sarebbe male se riuscissi a farlo anche io > gli angoli della bocca che si sollevano lenti , che stia dicendo il vero non è possibile saperlo. Dopotutto lei fa affidamento a tutt'altra arte , il fisico non si è quasi mai sforzato di divenire più forte. Lascia che quello spazio di silenzio si interponga tra loro, le iridi che vanno ad osservarne i lineamenti da quella sua posizione. [chakra on][vesti Akatsuki]

17:15 Yosai:
  [Spiaggia] Te ne stai li, tutto preso dal cercare di immaginare la tua figura, a cercare chissà quali energie, e come al solito ti distrai, non lo senti il fruscio che la anticipa, attutito dalla sabbia, non senti il rumore della cappa che lei indossa, mentre accarezza il vento. Niente. Solo la voce ti annuncia che non sei solo. Una voce troppo vicina, troppo repentina. Spalanchi lo sguardo <COS..!?> no, non hai il tempo. L’istinto di difenderti è arrivato ai muscoli prima del ragionamento che avrebbe spiegato al corpo come muoversi, semplicemente hai privato te stesso dell’appoggio anche del braccio sinistro. Crollando rovinosamente al suolo e piantando il testone vuoto che ti ritrovi nella sabbia. Eccoti li, dritto come un palo, prima che le gambe crollino in direzione opposta rispetto alla rossa, portandosi dietro il torso, le spalle, il collo e il capo, che emerge dalla sabbia colmo di sabbia <AHIAA!> sabbia negli occhi, sabbia nei capelli, sabbia nel naso, sabbia nelle orecchie. Per fortuna non in bocca. E sicuramente un bel bernoccolo in testa. Senza contare che ti sono cascati sopra almeno cento chili di muscoli. Scuoti il capo come un cane, scrollandoti di dosso la sabbia. Probabilmente ne uscirà a quintali quando riuscirai a farti la doccia. Ti alzi e barcolli un attimo. Vedo il mondo alla rovescia. Oppure lo vedi dal dritto e il tuo cervello è rimasto sottosopra? Ma che ti fanno a te le donne <Sango-san!> la saluti con il vezzeggiativo che si attribuisce a chi ti è superiore. Se lo merita anche se non fosse stata promossa dall’ultima volta che l’hai vista, le rivolgi un sorriso ampio che ti snuda i denti perfetti <non penso proprio che ti serva> nel senso che ritieni che le sue abilità siano sufficientemente sviluppate da consentirle di non allenarsi? Ovviamente no, è perché è sufficientemente topa anche così. Ma non lo dire. Non fare il maleducato <ma se vuoi… ci possiamo allenare insieme?> Ti salva solo l’innocenza fanciullesca con cui fai quella proposta, che detta con un pizzico di malizia in più sarebbe stata fatale. E tu te lo ricordi com’è lei vero? Te lo ricordi quanto male è finito il giochetto dell’ultima volta. Eppure c’è qualcosa che non ti convince in lei, quando la inondi con il tuo sguardo prepotente. Non hai curve sulle quali scivolare, ne capelli di fuoco nei quali ustionare l’oceano dei tuoi occhi. Storci il naso <va tutto bene, Sango-san?> Quasi preoccupato. Come se la vedessi malata. O forse sei malato tu.

17:29 Sango:
 Ne osserva la prima compostezza prima che questa crolli giù come un castello di carte..o sabbia che sia. Se ne diverte in fondo, prenderli quando sono meno attenti è quasi un piacere, quasi a voler giocare con le loro vite. Lo osserva in tutti i movimenti quasi scoordinati mentre si rialza coperto completamente di sabbia. Si muoverebbe come un fantasma avvicinandosi ulteriormente a lui, a circa un metro adesso per poterne sentire le parole e parlare con la sua voce delicata senza dover urlare < non usare vezzeggiativi > sussurra lenta e quasi spietata < non ne hai bisogno adesso > in quel loco non è che Sango, una kunoichi qualunque non un superiore. Lascia che l'altro possa parlare ancora lasciando le proprie labbra dritte in una linea muta, solo a godersi di quel vento che le lambisce la pelle del volto e che il mantello nero possa muoversi e a tratti aprirsi, quasi come se quelle nuvole rosse vogliano uscire e librarsi in cielo . L'espressione rimane immutabile, diverso fu il loro primo incontro in quel gioco che si perdeva nel protrarre con chicchessia, con lui almeno ne aveva avuto veramente il piacere < credo che le nostre arti Yosai siano molto differenti > come a volergli sottolineare che la sua era una semplice presa in giro . L'ultima domanda quasi la coglie in contro piede, lasciando il corpo che vorrebbe muoversi in avanti fermo sul proprio posto < va..meglio > risuona ella delicata e aggraziata, forse più di quanto non lo sia mai stata prima, con la rabbia in corpo e nell'animo che sembra esser svanita e sostituita da qualcos'altro, qualcosa di più profondo, una fiamma ardente ma non pronta a consumarla in un solo istante. Quella vita sembra esser così lontana ormai < tu come stai? > ripeterebbe prima di provare a portarsi nelle strette vicinanze del giovane a impregnare quel suo spazio con la propria presenza, perfino l'odore che potrà sentire è cambiato, qualcosa di più selvaggio la circonda, un odore di foresta quasi. Tanto simile a quello del sannin dato che ormai porta quel suo gingillo con se ogni volta < sei meno.. > osserverebbe il suo volto come farebbe uno studioso, dal basso verso l'alto per studiarne meglio i lineamenti, quelle labbra che son comunque meno sollevate rispetto il loro ultimo incontro < ..sorridente > non una domanda la sua, una semplice constatazione. Sembrano adesso due persone diverse da quel loro primo incontro avvenuto poche settimane prima, ella sembra aver quasi perso quel suo lato femminile, anche se nelle sue iridi l'altro potrà notare con quanta costante malizia vada ad osservare lui e il mondo stesso. [chakra on]

17:58 Yosai:
  [Spiaggia] Percepisci il primo dire di lei quasi come una minaccia. Perché? Perché l’hai sempre percepita così probabilmente, come una predatrice. Dolce e feroce insieme, come il blu dei suoi occhi e il rosso dei suoi capelli. Carica di meravigliose contrapposizioni. Alzi le grosse mani, fino alle spalle stondate, aggrottando la fronte <va bene, non li userò> ti viene meglio. Diciamolo. Ti sta scomoda la forma e scomoda l’etichetta. Meglio privarsi di queste formalità. Non la accetta la proposta. E tu assottigli le labbra premendole l’una con l’altra, non discosti lo sguardo da lei, adesso cerchi il suo <peccato> mormori. Non hai intenzione di strillare nemmeno tu <poteva essere divertente> ammetti <un giorno magari… sarò all’altezza> di nuovo stendi le labbra in quel sorriso. È di questo che ti convinci, che lei non ti consideri all’altezza, e magari hai anche ragione. Anche se lei non te l’ha detto. Ascolti la risposta alla tua domanda. Una risposta che percepisci come sincera, non avendo mai sentito un tono simile utilizzato dalla rossa. <Mi fa piacere> Qualcosa di diverso lo noti, lo percepisci, lo respiri. Cosa? Non sapresti dirlo. Ma te ne compiaci e le sorridi, d’altronde ti ha detto che sta meglio. Quella domanda ti arriva come un cazzotto nello stomaco, insieme a quel passo che t’invade. Serri i denti, e reprimi troppo lentamente un ghigno che ti sale dall’anima, reprimendo il tuo istinto. Ancora una volta, come la prima, indietreggi di un passo, piccolo, insufficiente a ripristinare la distanza iniziale tra di voi ma sufficiente a fare in modo che questa non venga azzerata del tutto. Questo sei. Sei un essere in lotta contro la sua stessa crisalide. Inspiri forte dal naso per tutto il tempo necessario a gonfiare il grosso torace con l’odore di lei. Espiri come un toro <deve essere perché non mi hai dato ancora un buon motivo per farlo> glie lo mostri, il tuo sorriso solare. Si, forse è meglio scherzarci su. Un’ultima occhiata su di lei. Quella cappa non ti dà molto di cui gioire, vero? Non ti importa, perché ti perdi, come hai fatto la prima volta, in quella cascata di ciocche color del fuoco <Cosa sono per te i sogni, Sango?> ti sposti con lo sguardo di nuovo in quello di lei. Dall’oceano dei tuoi occhi si snudano gli artigli che cercano di scavare a fondo nei suoi. Perché quella domanda? E soprattutto non le hai ancora risposto. O forse si? Lentamente rilassi le labbra, smettendo di sorridere e tirando fuori un’espressione incuriosita.

18:12 Sango:
 La sorpresa muta il volto della donna a quelle parole , di certo non si aspettava una risposta del genere < non credo che tu non sia all'altezza > mormora sincera come poche, lo sguardo dritto nei suoi occhi a volerne dare la conferma < ma non sarebbe pari > sa che la propria arte con il ninjutsu è ottima, ma non superlativa, come potrebbe essere l'arte dell'uomo a cui si sta rivolgendo < non sottovaluto mai nessuno.. sarebbe un errore > un errore per lei che potrebbe perdere la propria vita. Non ha intenzione di rinunciarvi adesso con tanta leggerezza e ogni passo viene soppesato con tanta cura maniacale , come in una scacchiera lei da sola si sarebbe dovuta muovere verso la fine senza farsi schiacciare . Un sorriso le illumina il volto per qualche momento a sentire quelle parole. Oh, come sarebbe stato rivelargli tutti gli intrecci macabri che si sono creati solo per vederne l'espressione inorridita e schifata. Si crogiola in quel pensiero malsano che calma il proprio animo addolcendolo come fosse miele. Lo vede indietreggiare, dopotutto anche lui in quel senso non è cambiato poi molto < non ti mangio > soffia verso di lui , gli angoli delle labbra rivolti verso l'alto in una malizia più selvaggia, insita in lei, come un serpente si muoverebbe di nuovo, riallacciando quel passo che li ha allontanati di più < o vuoi esser morso? > che lo stia prendendo in giro o meno non si capirebbe, non da quel tono ne da quelle espressioni . Il sorriso arriva, quasi comandato e la cosa la stranisce leggermente . Perchè sforzarsi di sorridere in quella maniera? La domanda viene posta , gli occhi non smettono di studiarsi, a voler affondare l'uno nell'altro alla ricerca di chissà cosa < io non ho sogni > sussurra ella, la voce quasi tombale che cala nella sua natura < ho solo desideri > per l'altro potrebbe trattarsi di qualcosa di simile, ma non per lei che ne differenzia la sostanza completamente < e obiettivi > la voce che quasi graffia quelle ultime parole, in un fuoco che si accende come se i suoi stessi capelli stessero bruciando < e farò di tutto per compierli > conferma il suo volere, impossibile dire altro al di fuori di quelle ultime parole accarezzate come un gatto < e tu cosa desideri invece? > pone la domanda all'altro, più diretta senza'altro, senza farsi alcuna remora nell'infilarsi infida all'interno della mente altrui, alla ricerca di qualcosa, una risposta forse. Tocca all'altro parlare adesso , lei tace, silente e ferma in quella sua posizione. [chakra on]

18:43 Yosai:
  [Spiaggia] Ricambi lo sguardo di lei. Inarchi un sopracciglio. Come fa lei a dire che uno scontro con te non sarebbe alla pari? Perché non ti conosce. <Concordo> mai sottovalutare nessuno, questa è una cosa che ha imparato molto presto. Sul resto non ti esprimi, come se volessi lasciare in sospeso l’argomento. Non sai spiegarti perché quello sguardo e quella rassicurazione non ti rassicura per niente, anzi. Ci trovi tanta di quella falsità in quella situazione che di nuovo ti si snudano le zanne in un sorriso. Sai perfettamente che potrebbe mangiarti in qualsiasi momento, no? Però decidi di stare al suo gioco. D’altronde peggio di così…? Semplicemente quando lei viene avanti tu bruscamente arresti il tuo movimento a retrocedere e anzi porti in avanti leggermente il peso. Il risultato? Praticamente le vai in contro <Non lo so, dipende dalle situazioni.> ti fingi riflessivo, ma non ti viene granchè bene. Come detto, quella brava con la malizia è lei, di sicuro non sei tu, e nonostante ogni fibra del tuo essere stia urlando perché quel contatto si interrompa, dimostri a te stesso quanto ferrea sia la tua volontà, rimanendo li, a contatto con il corpo del serpente. Ascolti le sue parole che dal sapore di miele assumono il calore del fuoco vivo che arde. Un bagliore di desiderio ti balena negli occhi blu nel sentirla parlare, e dal ghigno che le mostri emerge un ringhio soffuso <gggehehe> una risata sospirata <è fantastico vedere l’ardore con cui porti avanti i tuoi desideri> glie lo riveli in un susurro profondo. Non hai bisogno di urlare, mentre ti inebri del suo profumo selvatico <io? Desidero che tu mi conceda uno scontro con te.> rispondi con sicurezza <uno scontro in cui potrò vedere i tuoi capelli sciolti però…> accenni anche con lo sguardo a quella cascata di fuoco sulla sua schiena <il fuoco è bello libero, non dietro il vetro d’una lampada> Di nuovo sorridi, e solo adesso ti privi di del contatto con le forme di lei sotto la veste, qualora te l’abbia concesso ovviamente, solo per voltarti lentamente, a guardare il mare <non parlavo di quel tipo di sogno, in realtà> riveli <sai ne ho avuto uno qualche notte fa… un po' particolare> ammetti <un sogno che mi ha lasciato un dono> più di uno in realtà, ma non la conosci abbastanza per rivelarle ogni parte di te.

18:56 Sango:
 Le labbra infine si sollevano di nuovo in quel gioco e quella danza che stanno facendo, un orso contro una gazzella, diversi ma potenti a loro modo < se lo desideri potrei farlo..> sussurra anche lei con il corpo altrui che non si allontana, la fronteggia infine con la propria mole ma non solo < ho dato tutto per avere questo ardore > chiosa lieve mentre le labbra scendono infine in quella linea dritta e serafica < vuoi scontrarti con me? > sorpresa adesso nuovamente da quella richiesta che non si aspettava di certo da parte dell'uomo . Alle ulteriori parole quasi come se fosse una sfida più che un desiderio le dita della destra andrebbero a sciogliere le catene dei propri capelli, qualche secondo prima che infine si possano librare nell'aria senza avere più costrizione alcuna, lasciando che sia il vento infine a muoverne i filamenti, adesso quella fiamma non più incatenata a lei < meglio? > sussurra lei da quella vicinanza, qualcosa che la porta a non allontanarsi ulteriormente, anzi, come se provasse un brio in quelle sue parole e in quella sua sfida < e cosa mi daresti in cambio di questo scontro Yosai? > nulla e per nulla, ha imparato a sue spese e adesso volge a lui la domanda, cosa le avrebbe dato di tanto prezioso per farne il proprio nemico in un campo ? < cosa mi darai in cambio di prezioso ? > collezionista ed egoista, ecco cosa sta mostrando adesso a quell'uomo. Il serpente vivo ancora in lei a sussurrargli alla sua anima direttamente, a scorgere qualcosa di più . Le ultime parole lasciano che il silenzio colma le labbra ma non la mente, un sogno con un dono? Il senso le sfugge..che sia una metafora o qualcosa di più < ti ha turbato ? > indaga ella con calma, un passo dopo l'altro in quella danza per farlo affondare forse? O per farlo librare? < che dono hai ricevuto Yosai? Qualcosa per cui vale la pena spendere il tuo pensiero ? > prova ad indovinare il tipo di dono offertogli, se un macigno o una corda < anche io ultimamente ho ricevuto..un dono > forse quello stesso mantello o una persona..non si sbilancia nemmeno lei nel proprio dire, forse per incalzarlo a parlare ancora . La questione che si fa più intima a scavare nel suo profondo. [chakra on]

19:22 Yosai:
  [Spiaggia] Lo sostieni quel gioco. Lei ti sta insegnando a trovarti a tuo agio in quel subdolo calore, ma non le concedi il privilegio di abbassare la guardia. Non ancora. La ascolti. <D’altronde i più bei tesori non si trovano certo alla luce del sole, bisogna scavarli e sporcarsi le mani per trovarli, no?> le chiedi. È normale perdere qualcosa per trovare ciò che più si brama. E quell’ardore lo puoi vedere risplendere nei suoi occhi. Annuisci alla sua richiesta e, senza volerlo, infili il labbro inferiore tra i canini, per un attimo. Certo che lo vuoi. Poi lei ti fa un regalo. Osservi la mano di lei alzarsi e dirigersi al proprio capo, osservi il fuoco divampare. Invochi quell’anelito di vento che dà il via a quella danza di fuoco, ti inebri di quelle onde infuocate accarezzare dal vento, sgrani lo sguardo, stupito, le labbra si schiudono piano. <meglio.> mormori a te stesso, ma lei può udirlo. Potrebbe ascoltare qualsiasi tuo pensiero da quella distanza. Probabilmente potrebbe ascoltare il tuo cuore battere lento. Fin troppo lento. Rimani incastrato dalla visione di quella libertà infuocata <cosa potrebbe mai volere una Ninja di rango come te da un genin di konoha?> le chiedi, spostando lo sguardo da quel fuoco per immergerlo nel lago dei suoi occhi, un sorriso quasi dolce, <io ho fatto la mia richiesta, sta a te chiedere ora> è un profondo richiamo quello che riporta la tua attenzione sui capelli di lei. Un brivido ti fa scattare i muscoli che si muovono ben visibili dallo spacco del chimono che snuda la pelle perfetta dalla cintura ad aprirsi fino al trapezio. È visibile la forma perfetta dei muscoli, eppure uno squarcio deturpa quell’opera. Visibile solo per un breve tratto, è intuibile la presenza di una profonda cicatrice che ti marchia dal pettorale sinistro fino al fianco destro. Ma tu a questo non ci pensi. Tenteresti di alzare leggermente l’avambraccio sinistro, definito e tatuato, con l’intento di sfiorare i capelli di lei. Ma non ci arrivi, che lei sia disposta a fartelo fare o si fosse tirata indietro, tu t’arresti prima, perché? Perché guardando in quell’oceano infuocato hai visto ciò che più attanaglia la tua anima. Una fitta ti ha colpito le tempie, hai sbattuto più volte le palpebre, irrigidendoti, e hai desistito da quella che sarebbe stata solo una carezza. Hai stretto i denti fino a farli schicchiolare, con il cervello invaso dai frammenti di quel sogno. <s..si> mormori come emergendo da un’altra dimensione. Certo che ti ha turbato, ma ti accorgi di averlo detto ad alta voce. Sbagliato mostrare le proprie debolezze. Molto sbagliato. Con i serpenti non si abbassa mai la guardia. Eppure… <un dono per un dono?> le proponi sorridendo più delicatamente, un sorriso che quasi stona sulla tua faccia ruvida, ma glie lo regali comunque. Forse è meglio che sia tu a cominciare. La stessa mano che volevi portare ad accarezzarla la porti ad infilarsi nella tasca del pantalone del chimono. Ne estrai un ciondolo, una catena dalla quale pende la testa di cane dei cacciatori di taglie. Da preda a cacciatore, questo ha fatto di te quell’orrido sogno. <Questo è stato il dono che ho ricevuto> le mostri e glie lo lasci prendere, qualora volesse. Cercando direttamente i suoi occhi <e il tuo dono? È stato ciò che ti ha fatto…stare meglio?> fai riferimento alla risposta iniziale che ti ha dato.

19:42 Sango:
 < e tu sei riuscito a scavare in te? > chiede non riuscendo completamente a vederne la figura completa, come se mancasse ancora qualche tassello per aver un idea chiara e precisa di lui. Gli fa un piccolo piacere sciogliendo i lunghi capelli, godendo anche in quella reazione che pochi hanno avuto nei confronti di quel colore quasi volgare < son felice che ti piacciano > lusingata dal solo fatto che possano piacergli anche se adesso mossi da quel vento che inonda il loco stesso. < cosa potrei volere? > sussurra lei riflettendoci, non avendo consapevolezza dell'altro , non completamente < potremmo fare..un patto > suggerisce con quasi innocenza < io ti prometto che questo scontro avverrà.. e tu > la lingua che andrebbe ad inumidirne le labbra < un giorno potresti rendermi questo favore .. Sarà equo a quello che ti darò > parole che sanno quasi di una promessa, che un giorno forse sarebbe andata da lui a chiedergli chissà che cosa, come un angelo vendicatore pronta a riprendersi il proprio merito, il proprio debito che un giorno verrebbe suggellato infine. < sei libero di declinare ovviamente > la libera scelta è alla base di tutto quello, uno scambio equivalente il loro. Lo vede alzare il braccio per poterla..accarezzare? Non comprenderebbe dato che alla fine anche quello torna alla posizione di partenza, e di come venga seguito da un espressione dura e tesa. Lo nota nel suo viso, nella mascella contratta, nel corpo rigido e teso come se fosse pronto ad un combattimento. Lo osserva ancora mentre adesso sarebbe la mano della donna a librarsi verso di lui, col mantello che scivola mostrando la pelle bianche e nuda del braccio. Provando dunque invece a posizionare le sue dita sul volto altrui, sulla mascella e poi sulla gote sinistra < cosa ti prende? > sussurra ancora con lo sguardo forse un pò più morbido, di qualcosa tanto delicato ma forse spaventoso . Cerca di avvolgerlo in quelle sue parole, in quella delicatezza e nel calore che proverebbe l'altro se la mano di ella si fosse veramente poggiata . Terrebbe quel contatto fino a quando non sia lui stesso a toglierlo, a negarlo. Ne osserva i movimenti mentre quel ciondolo a lei poco familiare le si porta sotto gli occhi ma non lo prenderebbe, non ne ha bisogno < è importante immagino > se lo considera un dono soprattutto < ho ricevuto il dono della conoscenza > una frase enigmatica che può dire molto o molto poco, a lui l'ardua sentenza di ciò < sei sembrato quasi arrabbiato.. come pronto a scattare da un momento all'altro > indaga ancora, più affondo in quell'animo senza staccarne gli occhi , in attesa di qualcosa. [chakra on]

20:12 Yosai:
  [Spiaggia] Hai scavato dentro di te? L’hai fatto davvero? E quanto a fondo? Hai capito cosa sei davvero? Abbassi o sguardo, quasi per a vergogna, lo devi di lato perché sei ancora a contatto con lei, a fissare un punto indefinito sulla sabbia <no> spingi fuori con amara consapevolezza. Di nuovo, non sei altro che un essere che combatte contro la sua stessa crisalide. Sei acerbo. Hai scalfito la superfice di quello che realmente sei, ma non ti sei sporcato le mani a sufficienza da aver acquisito la consapevolezza di chi davvero tu sia. Ma verrà, devi crescere. Inspiri ancora il selvatico di lei <sono meravigliosi> ok tigre, forse un po' troppo, no? Te lo sei lasciato scappare <una meravigliosa metafora> mh, difficile da credere ma giochiamocela così. Ti compaiono anche due sottili linee arrossate sulle gote. Ascolti quella proposta, osservi ogni movimento di quella lingua, reprimendo l’impulso ferino che ti domina <non declino proprio niente> scuoti il capo e tiri fuori un ghignetto divertito <ci sto> e che diavolo, un po' di allegria. Alla fine ci sarà da divertirsi, no? Osservi la sua mano alzarsi, la lasci fare. Quel tocco ti scalda. Come fa a scaldarti, che hai una temperatura media più alta del normale? Non lo sai, non ti interessa, ma te lo godi socchiudendo anche gli occhi. Le lasci intuire che ne avevi bisogno, perché quel tocco squarcia i lembi di ricordi lontani e ti riporta sul tuo mondo la guardi negli occhi, le sorridi, improvvisamente ti senti debitore, non ti piace quella sensazione, ma ascolti le sue parole. Non rispondi subito. <beh, c’è chi crede che la conoscenza è alla base di tutto> non tu, vero? Ma tu sei un buzzurro, un irruento. Un superficiale <Spero ti possa portare a raggiungere i tuoi *desideri*> non sogni. Poni enfasi su quella parola. La differenza l’hai sentita fare da lei ed effettivamente è profonda. Allunghi di nuovo l’avambraccio tatuato, l’opposto questa volta, abbassando quello che stringe il ciondolo che viene riposto nella tasca. Non ti fermi questa volta, e se lei te lo permetterà, arriverai a sfiorarle lo zigomo anche tu, con la punta dell’indice e del medio che andrebbero lentamente a disegnare una linea orizzontale poco sotto l’occhio fino all’orecchio, per poi immergersi in quel mare infuocato. C’è poco da fare. Ti piacciono quei capelli. Sorrido, come se stessi immaginando cose fantastiche <ti auguro soprattutto che ti consenta di rimanere sempre libera come i tuoi capelli in questo momento, Sango> stendi ancora il sorriso, snudi la dentatura, sei sincero, sei contento, sei solare. Ma non ti sbilanci in altri complimenti. E hai una domanda alla quale rispondere <Ricordavo…> mormori alzando un poco le spalle stondate. Mentre con la medesima mano, che hai alzato verso di lei, ripercorreresti il medesimo gesto, dallo zigomo a poco sopra l’orecchio, di nuovo nei capelli <Credo che quel ciondolo abbia significato che io sia passato dall’essere cacciato all’essere cacciatore> racconti <vedi… Sango…> muore un po' il tuo sorriso. Hai voglia di confidarti, ma sei ancora convinto di essere nelle spire d’un serpente. Ma d’altronde hai ascoltato l’accenno di lei quando ha parlato del suo passato. Della famiglia che detestava quei meravigliosi capelli… <io sono stato, e forse sono ancora, una preda> ammetti e d’istinto la mano libera da quella carezza che se lei te lo concedesse ancora ripeteresti si stringe in pugno. Ed ecco la tua contraddizione. Ferro e piuma in due mani diverse, carezza e pugno. Ti fa rabbia esser preda, certo <un giorno ti racconterò del mio cacciatore> le sorridi, di nuovo <un giorno saprai del cacciatore che devo cacciare per scavare in me> si chiude il cerchio. <ma hei.. dovrò mantenere ancora un minimo di segretezza e di fascino ad avvolgere la mia figura, no?> la butti sul ridere, forse è meglio <Anche perché di te so solo che venivi da una famiglia alla quale non era gradito questo meraviglioso colore>.

20:37 Sango:
 < non ti abbattere..> sussurra quasi consolatoria < .. è difficile venire a patti con se stessi > comprensiva in quelle parole e lei stessa ha dovuto affrontarle < e quando lo farai non sarai più lo stesso > sospira infine lasciandosi cullare da quei complimenti, sempre accetti . Lascia che sia l'altro a parlare per poi tirarsi indietro in un certo senso, a voler aggiustare il tiro di quelle parole . < così sia > risponde lei semplicemente, dopotutto non sa quello che la donna potrebbe chiedergli..non la vita, il prezzo non sarebbe equo.. ma qualcosa di importante sicuro . La mano ne tocca il volto, ha quella spaventosa capacità di poter consolare quegli uomini..allo stesso modo di Yukio.. con un semplice tocco della mano a seguire i suoi lineamenti , gli occhi socchiusi a godere di quel contatto. < se conosci..potrai avere > possessiva anche,mostra questo lato di se forse troppo facilmente. In grado di volere ancora di più, di desiderare ancora di più. E' quello è un desiderio pericoloso, in gioco c'è la propria vita in prima fila < spero di si > aggiunge, Yukio stesso l'avrebbe aiutata o distrutta,in dipendenza da quale percorso avrebbe scelto la donna. La mano arriva sul proprio viso, non la disturba quel contatto anzi, lasciando che possa sistemarsi dove più gli pare, nei suoi capelli per esempio . Quelle parole sono come uno schiaffo in piena faccia, le ha già sentite sussurrate nel proprio orecchio, di esser libera, per poi incatenarsi di nuovo a qualcosa di tremendo e pericoloso . Lascia che il discorso cada per non cedere a quel lieve senso di paura ed eccitazione che prova . Il gestosulla sua pelle si ripete quasi a rimembrarle il suo tocco caldo < ti senti cacciato > sussurra ella senza muoversi ne distanziarsi veramente < scappi dunque dal tuo di passato? non saresti il primo ne l'ultimo > uno strano modo di consolarlo il suo , sempre che di questo si tratti < la mia famiglia è Ame > sottolinea il suo paese, il suo villaggio, quello che le manca di più in assoluto < quello che voglio è tanto semplice quanto terribile Yosai. E se tu un giorno dovessi saperlo.. allora sono sicura che quello potrebbe essere il nostro ultimo incontro > terribile nelle parole ma che continua ad accarezzarle, in quel senso di spietatezza nascosto da un animo forse troppo gentile alle volte < per mano tua o mia avverrà la nostra morte > un ulteriore ammonimento il proprio < non voglio dover combattere per ucciderti > sarebbe stata tutta un ' altra storia rispetto all'allenamento. Avrebbe cacciato invece, sarebbe diventata un assassino per poter porre fine alla sua esistenza .

21:10 Yosai:
  [Spiaggia] Eccolo li, sei arrivato a farti biasimare da qualcuno, a farti consolare. E da quando? Beh lei è una ninja più esperta, il che molto probabilmente fa di lei una persona più saggia. Forse da lei puoi accettarlo. E invece noi. Devi migliorare in questo, sii spietato con te stesso. Lo sei sempre stato dopotutto. <Diciamo che ho iniziato il percorso. Se penso al me stesso di un mese fa, non so se saprei riconoscermi> riveli <e tu stessa hai detto che mi hai trovato diverso dal nostro ultimo incontro> qualcosa cambia. Lentamente? Forse nemmeno così lentamente. Ma sicuramente c’è tanto da fare. Devi essere forgiato, Yosai, forgiato nel ferro e nel sangue. La ascolti e ti godi i bagliori di volontà che emergono dai suoi occhi. L’ardore di cui avete parlato riemerge negli occhi blu della donna che hai davanti, e tu te lo godi. Sorridendone. Non ti risponde, cambia discorso, e forse da quello puoi capire qualcosa, ma sei rispettoso e lasci che l’argomento della sua libertà cada. Magari è meglio per entrambi. Il tuo gesto resta lo stesso, le accarezzi la guancia spingendo il gesto fino ai capelli infuocati, e poi ti distacchi e ritorni indietro. Un gesto costante, tranquillo, pacato. Quasi ti stessi cullando in quel gesto, o cullando lei, difficile capire la differenza. <ho smesso> sorridi, gonfiando leggermente il petto roccioso a contatto con lei. Hai smesso di scappare <ho iniziato ad essere io il cacciatore> è questo il significato di quel dono e di questo sei fiero. È l’inizio di un percorso. Ma lasci che siano le parole di lei a continuare. Ti parla del suo villaggio. Della sua famiglia e le sorridi solare <non lo conosco> se non qualche leggenda che potrebbe anche essere offensiva, e che non dici <Quando ci scontreremo, dopo lo scontro, ti offrirò una cena, e mi racconterai della tua famiglia.> Sei curioso di sapere il contesto dal quale sia emerso quel concentrato di ardore e femminilità. Il suo successivo dire ti porta a far cadere il braccio con la quale la stavi accarezzando, un braccio che si appoggia su quello di lei, portando a morire anche il tocco di lei. Stai spezzando quel contatto che si era creato, quel flebile legame? All’apparenza si, interrompi tutti i contatti con lei e anche il tuo sorriso muore un poco, ma la lasci finire, almeno finchè lei non ti rivela la sua certezza dell’ultimo incontro. Li, se ti fosse concesso, alzeresti di nuovo la mano. Un gesto rapido si, ma non alla massima rapidità, in alcun modo atto ad offendere e ovviamente ampiamente prevedibile e schivabile, ma comunque più rapido dei gesti fino ad ora utilizzati con lei, quasi repentino. Enti di poggiare il polpastrello di indice, medio e anulare della mano sinistra, giunti, sulle labbra di lei. Hai le dita calde, molto calde sulle labbra di lei. Qualora il gesto fosse arrivato a destinazione manterresti lì le dita. Cercando di spegnere quell’obbiezione. Come detto, un gesto che rivela uno spiraglio dell’irruenza che di solito ti avvolge. Scuoti il capo, ma nel farlo non muovi lo sguardo piantato in quello di lei <Parti dal presupposto sbagliato, Sango> Mormori <non puoi essere sicura di questo. Perché se lo fossi staresti dando la persona che hai davanti per scontata. E questo è un errore di sottovalutazione che di solito tu non fai, se ricordo bene> te l’ha detto poco prima. Ma continui <hai un solo modo per essere sicura delle mie reazioni, ed è fidarti> le sorridi, di nuovo, abbassando quelle dita e trasformando quel tocco in una carezza alle labbra prima di staccarle dal volto di lei <è perfettamente comprensibile che tu non voglia farlo adesso. Mi hai incontrato solo due volte. È perfettamente comprensibile anche che tu non voglia farlo affatto.> non sei arrabbiato nel tono, ne nello sguardo, anzi. Sei calmo <Ma menti a te stessa se mi dici che non lo fai perché sei sicura delle conseguenze… perché, come ti ho detto, potrei dimostrarmi all’altezza>. Soffi in direzione di lei accompagnando il tutto con un sorriso.

21:33 Sango:
 < oh i cambiamenti arrivano ogni giorno > il tempo predatore che ruba loro attimi per non restituirli mai più < il cambiamento più grande però non è ancora arrivato > lo sa, lo vede in quella sorta di incertezza che nota nel dire altrui, come la sua di anima ancora non sia che una fiammella ancora piccola, ma che forse potrebbe trasformarsi in qualcosa di più, è quello e già uno dei passi importanti di Yosai. Consapevole che adesso possa esser lui la bestia che forse un tempo temeva, di esser lui a rivaleggiargli infine senza paura. < una cena ? > oh come è ingenua alle volte, sempre presa da qualcosa di più grande, senza godersi piaceri della vita se non il tormento eterno del dolore e del rimorso per aver venduto letteralmente Yukio, unico uomo che le ha dato una possibilità di poter divenire qualcosa di più. < ci.. proverò > sussurra , le parole che si spezzano nel dolore di ricordare ogni giorno il perchè si trova li < non sarà semplice ma se hai studiato il mondo ninja allora non te ne stupirai > non è la prima ne l'unica, ma la differenzia solo una cosa. Non cerca vendetta, cerca qualcosa di ancora più grande. Quel contatto viene meno adesso e non potrebbe dire di non aspettarselo, non dopo quelle parole in cui la morte ne fa da padrona assoluta. Non si sarebbe fermata probabilmente dall'uccidere lui o chicchessia se solo si fosse messo in mezzo. Uno dei lati negativi di voler costruire dei legami, sapere che potrebbero esser quelli a distruggerti totalmente. La propria mano scivola lenta e molle al proprio fianco, come presagio di morte mentre si nasconde dentro il grande abito nero che porta . Ne ascolta quelle parole, quel suo dire in cui ci crede e lo vede nei suoi occhi , nella sua voce profonda mentre le dita si poggiano sulle proprie di labbra . Le gemelle che si aprono lasciandone uscire il calore profondo ma ancora non si sente in grado di poter ribattere. Come se poi fosse una discussione. Gli occhi che forse infine andrebbero lentamente ad addolcirsi. Le labbra che si muoverebbero ugualmente nonostante le dita davanti ad esse, l'altro se non le togliesse sentirebbe il calore ma anche umidità < vorrei poterci credere > in quelle parole, in una speranza forse intima di avere una normale vita da ninja. Coltivare quelle passioni, i legami , magari approfondendo proprio quello con l'Akimichi stesso. Una speranza vana che si sgonfia quando la realtà dei fatti la mette a nudo davanti a quegli occhi tempestosi < forse mento solo per poter aver tesoro di momenti simili > criptica ancora vocia, leggiadra e triste allo stesso modo. Consapevole di cosa significhi quello che vuole, un genocidio probabilmente, una guerra di civili.. e ha già il sangue di Ame sulle proprie mani e quello che ne sarebbe venuto l'avrebbe solo rendere conto che dei legami che ha stretto probabilmente non ne sarebbe rimasto nessuno < per potermi crogiolare in questo calore prima che tutto si spenga > la propria vita? La propria passione? Non verrebbe detto , a lui l'ardua sentenza. Pericolosa, si , probabilmente lo è. E ancor di più è quella veste che porta. [chakra on][vesti Akatsuki]

23:09 Yosai:
  [Spiaggia] La ascolti ancora, sorridi <per quel che ne so poche cose sono meno semplici del raccontarsi> aprirsi, mettersi a nudo. Che sia ad una cena dopo uno scontro o in qualsiasi altra situazione. Aprirsi no è mai facile, ma è il dire successivo che ti interessa. Ovviamente scosti le dita dalle sua labbra non appena le senti contrarsi. Non ti permetteresti mai di cercare un contatto più intimo ancora senza un esplicito consenso. Sei già stato abbastanza irruento così, e lo sai, anche se non te ne penti. La ascolti parlare, non smuovi la tua espressione, non distogli lo sguardo. Anime a contatto. Offri la tua, cerchi la sua. Le lasci dire quelle tre frasi senza interrompere. E ti prendi anche qualche momento di silenzio. Lo assapori, gonfi il torace roccioso, soffi dal naso, come i tori. <Mentire è la più elementare delle forme di difesa> commenti annuendo. Come non concordare. Stende le labbra di nuovo in un sorriso, tirato sui denti liberi all’aria <ma non difende solo dalle storture, di questo mondo infame> Si può davvero godere di un momento felice con una menzogna a far da barriera? Magari si, magari no. Dipende dalle sensibilità, il suo pensiero però emerge. E di nuovo, qualora gli fosse consentito alzerebbe l’avambraccio tatuato, sfiorando le forme di lei dal fianco al collo e poi su fino al viso, aprirebbe la mano in modo da contenere quasi per intero la guancia di lei nel palmo, con la mano tanto grossa da poter infilare le dita nei capelli. Un palmo caldo ma non mormido. Levigato come il marmo. Solido come la roccia, caldo. Il gesto mostra chiaramente che l’Akimichi cerca di essere più delicato possibile, ma risulta comunque un contatto irruento. Portatore di una forza della quale non è cosciente probabilmente. <Sango, non ci sono gesti che io possa fare in questo momento per dimostrarti che sono degno di fiducia> la osservi, avvicinando un poco il viso a quello di lei, incurvando leggermente le spalle verso di lei<ne ho intenzione di utilizzare una retorica sterile e inutile> a che serve decantare se stessi se non ad annoiare <sarai tu a valutarlo> libera scelta, la caratteristica principale del loro rapporto <ma non precluderti la strada in partenza> le sorridi, non hai intenzione di insistere con quel contatto più del necessario, voleva essere una carezza e se lei non si oppone, lascerai scendere la mano. Affiancheresti anche quel gesto ad un passo indietro allargando entrambe le braccia scolpite e tatuate, fino a portarle quasi all’altezza delle spalle <mi togli la possibilità di stupirti sennò>, quasi spavaldo <sai, credo che dovremmo fare una missione insieme, prima o poi> un brivido ti percorre quando assaggi l’idea di vedere quella cascata di fuoco a combattere al tuo fianco, bagliori di desiderio negli occhi. <le fai ancora le missioni con gli infimi genin, no?> oh magari si...

23:29 Sango:
 < e forse sono le cose più belle nel dire.. potersi liberare un giorno del peso che si porta dentro di se > la cosa più istintiva da fare e quella più bella, pericolosa in effetti . Ne assapora quel momento e per evitare di interrompere quello strano contatto molto semplice e sincero proverebbe a porre la mano sulla sua per portarla alla guancia senza staccarne il contatto caldo. Come cullare un animo triste, semplice si, pericoloso anche in quel momento < non difende? > sussurra sul suo braccio, se la sua mano fosse salita prima sul braccio altrui adesso si sposterebbe sul suo polso a sentirne i battitti ad avvicinarlo alla propria bocca quasi per volerlo mordere . Non si smuove adesso, con quel brio che ne circonda il corpo dal basso verso l'alto.. ma un calore che si staglia dentro di se, di una sorta di desiderio puro questa volta. Non vuole possederlo ne esserne posseduta, una cambio di anime e di calore che vuole solo perpetuare a proprio rischio . Pure il viso si avvicina a quel calore leggero e delicato, irruento per lei non lo sarebbe, avendo provato la violenza di un gesto simile, più freddo e contorto alle volte < questo ...è caldo > sussurra lei quando la notte ormai li accompagna < caldo e .. semplice > non ha mai provato qualcosa di semplice e ciò lo si intuisce dal suo volto , sorpreso alle volte, più roseo alle altre. Una distinzione chiara per lei, di qualcosa di tanto puro e semplice, quasi come respirare e il trovarsi di fronte ad un portatore di morte .Lo osserva venire verso il proprio volto , destabilizzata adesso lei da quel contatto, sempre troppo presa dalla propria forza o da quella di chi vuole assoggettarla < no forse > risponderebbe godendo di quel lieve contatto, quasi fosse un anima vagante in cerca non solo di emozioni forti, ma di qualcosa di più semplice e recondito . La mano che dopo quelle parole che proverebbe a scendere ma senza il suo consenso, la prenderebbe solo per riportarla al proprio volto < spero solo...di non...deluderti > sussurra quasi a fatica quella parole consapevole del fatto che l'altro non riesca a conoscerla appieno, nella propria invidia, bramosia, nei propri difetti peggiori che le fanno da padrone . Quel tono leggero che calmerebbe il proprio animo lasciando la sua mano se fosse ancora li, solo per poter riderne in modo quasi falso , lieta di non dover continuare quel discorso < sarò sicuramente con te nell'alleanza > mormora adesso < dopotutto sono uno Special Jonin , credo che dei genin nella mia squadra facciano ancora bene > riderebbe di quelle parole molto felice e leggera di poter rispondere a due domande in una. E' comunque una sua superiore adesso no? [chakra on][vesti akatsuki]

23:54 Yosai:
  [Spiaggia] La osservi, la osservi avvicinarsi al suo polso. Ne avrebbe agio, ovviamente. Lei non lo sa che tu già ti fidi, e forse è il caso che non lo sappia mai. No? E poi chi penserebbe mai a un morso sul polso? Certo se lei fosse un vampiro tu saresti una preda perfetta. I muscoli scolpiti spingono in tutto il corpo le tue vene all’esterno fino ad addossarsi sotto la pelle. L’avambraccio è un districarsi infinito di autostrade di sangue che arrivano al polso e al retro della mano, anche sul collo, la giugulare è grossa quanto il braccio di un bambino, o poco meno. Certo, è difficile avvicinarsi a te per offendere senza che tu ti opponga, quindi mostri quelli che per altri sono punti deboli, come se fossero tuoi punti di forza. La ascolti. Annuisce. Quel fiato su di te ti fa uno strano effetto, potrà percepire lei il brivido che ti sale dal polso lungo il braccio e poi dritto fino alla spina dorsale. Ti si irrigidiscono i bulbi dei peli. La pelle d’oca. Si. È colpa sua, e di nuovo ti trovi costretto a reprimerti. Quando la senti parlare della semplicità di quel gesto aggiungi una carezza data con l’interno del pollice, proprio sotto l’occhio, fino a toccare il naso <e perché dovrebbe diventare complicato?> tu lo vuoi complicato? No. Tu vuoi dimostrarle di essere alla sua altezza. Non in combattimento. Come persona. Quando lei ti chiede con quel gesto di non allontanarti da lei tu non lo fai, continui a mentenere quel gesto. Non ti crea sforzo anzi, ti piace toccare quell’ovale. Quando senti quella speranza all’inizio non ti esprimi, solo successivamente aggrotti la fronte <oh, attenzione> sussurri, con lo stesso tono di lei, avvicinandoti ancora poco al suo viso. Non sei affatto distante, anzi. E perché lo fai? Perché è un gioco tra te e lei adesso <sembrerebbe che anche la temibile Sango, la special jounin…>stendi un sorriso solare ad illuminarla <…abbia delle speranze da coltivare…> quasi le sfiori il naso con il tuo <e cosa sono le speranze?> ormai davvero un sussurro, nulla di più <risposta esatta, sono sogni. Anche la temibile Sango ha dei sogni!> Ti lasci andare in una risata profonda, che parte da un ringhio animalesco, come sempre <Grrrrahahaha> ti raddrizzi, ma non ti allontani, anzi, se lei te lo permetterà azzereresti le distanze tra di voi, facendo scorrere la mano sul viso di lei fino a portarla dietro la collottola, infilata tra i capelli, mentre con l’altro braccio scolpito andresti ad avvolgerla, sopra le spalle, fino a toccare la schiena. E cos’è? Una mossa di karate? No, è un abbraccio. Semplice e caldo, la terresti stretta, a contatto con la pelle calda e liscia del petto che copre i muscoli rocciosi. La terresti li con un gran sospiro <non puoi deludermi, se non sai cosa mi aspetto da te> commenti ridacchiando ancora, mentre la metti a contatto con quanto hai di più prezioso, il tuo cuore. Lento. Troppo lento per un vivente delle tue dimensioni. Ma è il tuo, e adesso è a contatto con lei, sotto la gabbia toracica. Te la stringi ancora un po'. Non vuoi essere invadente <Ti renderei fiera di me> commenta <sai, nell’ultima missione mi sono capitati una ragazzina di otto anni e uno sbruffone col cane> scuoti il capo. <odio i mocciosi> sospiri. Lasciando che lei si privi di quel contatto in qualsiasi momento e ovviamente tutto ciò qualora ti fosse stato precedentemente concesso, quel contatto.

00:15 Sango:
 Quanta differenza che si può trovare in quel singolo gesto, tra il suo di braccio maschile, forte di quello, e la propria mano delicata e tenue, non forzata mai di un allenamento come il suo? Troppe o forse poche. Anche quel tocco maschile su di lei la manda già in estasi. Sa bene di non essere sua ne che lui le appartenga, non vi è nessuna conquista in quei gesti e non vuole nemmeno che smetta di compierli. Perchè poi? Pensava e credeva che quelle fossero l'uniche membra a toccarla ma quando lo stesso Yosai lo farebbe..se ne gode semplicemente. Perchè allontanarsi oltre? Non lo desidera non in quella luna che li copre. < lo ... lo sarebbe Yosai > sussurra quasi debole, sa che quello potrebbe esser un errore sopratutto per lui < e non per quello che vorrei fare io.. ma per quello che ho già deciso di fare > altre frasi vengono lasciate andare, criptiche sempre e comunque . I visi vicini, forse di una dolcezza e innocenza mai provata per entrambi < vorrei poter avere queste speranze ogni tanto > vuole quella mano legata al proprio di volto < ma so che finirebbe orrendamente > le iridi chiare concentrate sulle sue. la verità in quello che dice . terribile forse . Il movimento altrui che solo le fa scendere un brivido nella schiena e nel proprio ..intimo forse. Un abbraccio il suo molto grande, col proprio volto infilato tra di lui sereno. Le mani che andrebbero a corrisponderlo in quel gesto, leggere a toccarli la schiena < spero che non prenderai il mio di esempio > mormora prima di provare a sciogliere quell'abbraccio ma non la distanza stessa < e che ti ricorderai di me così come adesso > forse fragile a tratti < anche io li detesto > mormora infine. Le punte dei piedi che la porterebbero in alto, provando a tenersi sulle sue spalle con la forza delle mani. Il tutto per baciarlo delicatamente, ma non si staccherebbe subito, se tutto fosse concesso allora quel contatto sarebbe permanente per un pò di tempo; legandosi a lui in quel senso , sentendo il cuore batterle innocente e mai spaventato, e infine staccarsi con quel rivolo di saliva che li avrebbe uniti fino a poco prima < spero che tu non abbia speranze su di se > con che dolore lo direbbe, con che desiderio fosse il contrario invero. Ma lei si muoverebbe prima lentamente osservandolo e poi camminando via. Inutile dire che tocca a lui scegliere se seguirla o meno, con unica testimone quella luna [end]

00:36 Yosai:
  [Spiaggia] Ah, le donne non le capirai mai tu, vero? Sei troppo tonto. Ma c’è anche da dire che non ti interessa capirla. Tu vuoi starle vicino. Semplicemente. Perché? Perché hai la speranza che lei possa comprendere il tuo dolore, quando avrai la forza di guardarlo in faccia? Si, ma non solo. È anche perché se c’è una cosa che hai capito è il bisogno di un momento felice. Di un posto felice. Di un posto dove tutto sia semplice, sereno. Lo sapevi che non si sarebbe fidata. Lo sapevi che non ti avrebbe creduto. E come fai a farla ricredere? Non puoi adesso. Semplicemente non puoi. La fiducia si guadagna col tempo. Ammesso che ci si riesca. Ti prendi quelle parole, lasci che ti contraddica. Alla fine è giusto che si porti dietro le sue convinzioni. È tua la sfida di farla ricredere, non certo sua. Ti prendi quella terribile frase che ei prende per verità. <no, non lo sai> potrebbe non finire tanto orrendamente. In fondo. Ma d’altronde lei non ha esposto le motivazioni delle sue convinzioni. Come non lo hai fatto tu. Ti sei limitato a costruire con lei un posto dove poter stare privo dei tuoi fardelli e hai cercato di privare lei dei tuoi. Ci sei riuscito. La vedi serena, ma sono gravi le sue parole. Ah, le donne, non le capirai mai. Te la stringi quasi volessi salvarla da chissà che cosa, e si, la senti avvicinarsi ma rimani fermo. Ti prendi quel bacio, le senti fresche le labbra di lei sulle tue roventi e istintivamente mantieni la tua mano sulla nuca di lei, infilata tra i capelli. Con questo però non le impedisci di allontanarsi quando vuole, spezzando tutti i contatti che vi legano <semplice> mormori piano. Sorridendole. Non le rispondi all’ultima frase <dormi bene, Sango> le mormori invece in ricambio, con un sorriso. E ti sorprendi, te lo auguri davvero, che lei dorma bene. Ti godi quel gesto e chiudi il cervello. Non te ne domandi il significato? Perché quel bacio dopo tanto parlare sulle speranze infrante? No, soffi via questi pensieri. Dove starebbe la semplicità, altrimenti? Sorridi. Non la segui. Non te l’ha chiesto. Rimarrai con quel sorriso lì in quel posto, che per una sera è stato anche il tuo posto felice.[END]

Sango incontra Yosai in spiaggia.
Connessi da quello strano gioco di sguardi che li lega dal principio (e che vede Yosai puntualmente sconfitto), i due scavano l'uno nell'altra, notando i segni che, giorno dopo giorno, il sentiero della vita lascia loro addosso.
Riflettendo sui loro destini, riscoprono il piacere di un momento passato nel loro happy place.

Un grazie alla player, per la pazienza ma soprattutto per il divertimento!