La calma in riva al mare
Free
Giocata del 10/04/2020 dalle 18:56 alle 22:58 nella chat "Spiaggia"
Ecco che quindi, leggendo i propri appunti, direbbe solamente <mmh, sembra abbastanza facile, vediamo cosa ne viene fuori> e detto questo in un borbottio, andrebbe solamente a rimettere in tasca gli appunti, e quando sente Itsuki parlare, andrebbe a voltarsi per potere guardare chi stia parlando, notando il ragazzo da solo <scusa?> chiederebbe solamente alla volta del ragazzoun espressione dubbiosa in viso, per poi potere aggiungere lentamente <Oto?> chiederebbe, per poi tornare a concentrarsi dinnanzi a se. [CkOn] {wakizashi} [Spiaggia] Il sottofondo lieve delle onde che lambiscono quella porzione di spiaggia in maniera incessante contorna la generale placidità e tranquillità che si può ritrovare nei pressi di posti tanto vicini dalla natura e lontano dalla società, concedendo qualche altro istante di trasognante rimembrare da parte di Eiji che continuerebbe con quel suo fare si e no teatrale, mai forzato ma derivante da quel suo carisma innato <{ Oh, era veramente una rara meraviglia: la corruzione dietro ogni angolo, l'atmosfera cupa, il regime elitario... Era tutto avvolto da questo velo impercettibilmente diabolico... Ah... > un sospiro in quel suo non voler spingersi oltre nei ricordi, lasciando decadere il discorso con un sospirar marcato, riponendo la mano che si era stagliata nella rappresentativa figura del suo essere, nel rievocare la storia del Villaggio che fu li Suono, per quanto lui possa averne memoria. Farebbe per risponderli, senza nemmeno farsi attendere più di tanto stavolta, il Moro che però nemmeno avrebbe tempo di vocalizzare quell'accenno flebile d'aria che vien mosso dai polmoni, lasciandolo lì sospeso in gola andando a riportare l'attenzione già fissa sul Deshi su di lui, in maniera più cosciente e presente ora, rendendosi conto del fatto che lui lo ha sentito e chiaramente con perplessità annessa, dopo aver preso i propri appunti riguardo l'impasto, finendo quindi per domandare nei riguardi del moro a proposito di quanto avrebbe detto prima, riguardo il Suono , scostando la sigaretta dalle labbra per andar dunque a lasciar cadere un'altro paio di piccoli ciocchi di cenere, esortando con la voce solita, piatta ed atona < Non far caso a me, riflettevo ad altra voce.. > è ciò che direbbe al ragazzo dal crine smeraldo senza andar a dire chiaramente la verità nei confronti del Kagurakaza, che da dentro pare non avere nulla di particolare da dire in direzione di Meijii, probabilmente perdendosi nei ricordi qualche altro istante lasciando la possibilità ai due di conversare, per quanto avere a che fare con Itsuki non sia così semplice, tanto che il silenzio permane nel suo non dire nulla di più, ne nulla di meno. Eppure, in quei tre anni nei quali ha reperito informazioni, a discapito di porsi in prima linea, garantendosi una vita certa piuttosto che un vano sacrificio in guerra, avrebbe così imparato che le conversazioni sono più utili di quanto la sua scarsa capacità sociale gli vogliano far credere, e per noia o per chissà quale altro tentativo di sforzarsi per spiccicare parola, per tentare di prendere confidenza con qualcosa riguardo non è per nulla avvezzo, sposterebbe gli occhi scarlatti sul suo rotolo degli appunti, andando a riferirsi riguardo all'atto compiuto poco fà subito dopo l'attivazione del chakra < Sei un'allievo..? > e come sempre, il tono in cui pone la domanda, scordandosi quasi del punto di domanda flettendo quanto basta il tono di quell'impercettibile nota, donando un fare interrogatorio a quel suo dire e nulla di più, ne scherno, ne curiosità, ne interesse alcuno, ne simpatia, volgendo quindi una domanda vuota della quale non si priva del senso, abbandonando tutto il resto alle spalle, risultando lecita ma incapace di far alludere ad un qualsiasi scopo per la quale possa averla fatta. Semplice, perchè lo scopo di base non c'è, chiamatelo allenamento se vi và, ma la strada da fare è molta nei confronti dello sforzo interlocutorio. [Spiaggia] ecco che quindi, guardando Itsuki, direbbe solamente provando a restare serio <Regime elitario, super corrotto e cupo, magari gente mandata a morire per provare la propria fedeltà, sembra quasi un sogno, un po come la nebbia sanguinaria, no> e si mette a ridacchiare, per poi fermarsi, <ottimo, sembrava quasi volessi arruolarmi nel villaggio del Suono> direbbe solamente alla volta del Ragazzo, per poi andare a passare una mano lungo tutto il completo, dicendo solamente <Anche se spero di finire il prima possibile, per passare alle cose veramente interessanti, come allenarmi con altri Genin, diventare più forte e potere scrivere il mio nome nella storia.> direbbe solamente alla volta di Itsuki, <voi siete un Ninja, o solamente un Adoratore di Oto?> chiederebbe solamente alla volta di Itsuki, sorridendogli, studiandone meglio la figura, soffermandosi svariati secondi su ogni pezzo. [Spiaggia] Deduzione esatta da parte gel Goryo, riguardo al suo essere un'allievo, certo sin dal principio di quel domandare vago e distaccato, per quanto lui stesso lo si potrebbe definire un'ignaro allievo, dato il mancato indossar del coprifronte, simbolo del quale non si cura minimamente, così come di Kusa e di tutto il resto. Ode le parole di lui che vengon poste in maniera ambiziosa e dirette, probabilmente dato il confidar nelle proprie forze, a differenza di itsuki che ha invece tentennato e titubato più volte nei confronti di intraprendere il cammino del Ninja, rimandando sino a quando la noia non si era rivelata troppa nella sua vita, convincendolo di raggiungere quel primo traguardo di una lunga scalata a venire. Giunge per primo il ridacchiar sommesso da dentro del Moro, un ridacchiare che soltanto lui potrebbe sentire in quel legame mentale che unisce le due entità coesistenti in quello stesso corpo, lasciando che dunque quelle note del cupo riso di poc'anzi si faccia susseguire da delle parole languide e trasognanti <{ Mh.. Scrivere il proprio nome nella storia.. La stessa innocente ambizione del sottoscritto.. }> sempre vi è la nostalgia di fondo in quelle parole che vanno a ripercorrere il suo passato, quel che fù, trovando accenni e finendo per ricondurre le cose in maniera sin troppo frequente e nostalgica, incapace di sfuggire ad un passato al quale era legato, seppur quel'ambito tentare di lui sia poi finito male, conducendolo sì negli annali nella storia, ma come un nemico, portatore male che vi fù allora. Eppure... Gli dispiace veramente? No, dopotutto, il suo fine è stato raggiunto, in un modo o nell'altro che sia. Solleva appena le iridi vermiglie andando come di suo solito come a volersi osservar la fronte, come se potesse scrutare la propria mente lì dove riecheggiano le parole del loro canale personale, rispondendo con un fare distante, sbrigativo <{ Troppa ambizione condusse il re alla rovina.. Ti si addice alla perfezione.. }> ed in tutta risposta riceverebbe uno scostante cenno verbale da parte di quell'altro che andrebbe a porsi in disparte lasciando spazio alle parole dei due interlocutori fisici, permettendo quindi al Goryo di rivolgersi ora direttamente al Deshi, con la solita voce spenta, priva di alti e bassi, una singola frequenza capace di viaggiare su un'onda piatta ed inamovibile, freddo come il ghiaccio lui < L'ambizione non ti manca.. Ma il cammino per la gloria è lungo e costellato di insidie e pericoli.. > e di nuovo andrebbe a porre un'altro paio di tiri da quella sigaretta, scandendo li bene tra di loro lasciando il tempo a quel ragazzo dai capelli verdi di porre quella domanda nei confronti del ventunenne, il quale si ritrova a soffiare quel secondo tiro sulla punta ardente di quel poco che rimane del tizzone in cima al cilindro, lasciando che una sottile nuvola di vapore fugace si infranga tra loro due diradandosi rapidamente verso l'alto < Per quanto poco mi interessi.. Sono un Genin di Kusa.. > e lo dice nel mentre che ruoterebbe il polso volgendo quindi quel filtro bruciante verso il basso per lasciarlo cadere, permettendo alla gravità di vincere senza sforzo alcuno su quella forma di cotone che si schianta senza suono alcuno sulla morbida sabbia, finendo per farsi seguire in maniera ovvia dalla punta della scarpa dello stesso Genin, che, riportando entrambe le mani in tasca con quel gesto andrebbe a rappresentare l'effettiva poca importanza del suo essere Genin, non importa di quale villaggio, esprimendo quanto non gli importi della cosa con quel tono spento e mai tinto di emozione alcuna nemmeno in affermazioni passabili anche come orgogliose per la maggior parte degli allievi, o aspiranti Ninja che siano. Gli occhi rossi che avevano seguito il mozzicone nel suo finir inesorabilmente soffocato, tornerebbero quindi su di Meijii, attenendo così con la stessa medesima inespressione di prima un qualche suo dire, volgendo pochi attimi dopo le iridi verso il mare di sfondo alla figura di lui, quasi come gli risultasse faticoso o noioso fissare di continuo il proprio interlocutore in quei brevi momenti di silenzio che intercorrono. [Spiaggia] con lo sguardo di Ghiaccio che si muove su e su verso il viso del Genin di Kusa, gli risponderebbe lentamente, <Molti hanno ambizione solamente pochi ne sono privi, ma gran parte preferisce altro, come la pigrizia e la paura, o ne ha una visione distorta.> direbbe solamente alla volta di Itsuki, per poi potere aggiungere solamente <prima di discutere di percorsi e insidie, sarebbe da capire cosa sia l'ambizione per ognuno di noi, temo> borbotterebbe solamente, prima di tornare a dedicare tutte le proprie attenzioni alla spiagga, <ma temo di avervi fatto perdere anche troppo tempo> direbbe solamente ora guardando il mare, <devo finire di allenarmi, prima che finisca la giornata.> [ck on] [Spiaggia] Gelido lo sguardo di lui andrebbe a posarsi sul Goryo, a sua volta ben più artico e gelato a sua volta nell'animo da un passato che l'ha segnato, più freddo di qualsivoglia tra i due dei poli, andando a porre altre parole pregne di breve saggezza, per quanto di poca esperienza possa essere il Deshhi, esprimendo un concetto personale, condivisibile o meno che sia, ottenendo in tutta risposta un lieve scrollar di spalle di Itsuki, come al solito a denotar il suo scarso interesse per ogni cosa, quasi la sua noia vinca su qualsiasi essere e luogo, tralasciando poche eccezioni < Ambire in alto è un bene, ma in caso sovraggiunga il fallimento, la caduta farà solo più male.. > amaro il suo dire che andrebbe a lasciar qualche frangente di silenzio prima di andar a chiarire il fatto che effettivamente in molti possono ambire a diverse cose, considerando quello il punto di partenza dal quale sviluppare il proprio ambire nei confronti di qualsiasi traguardo si abbia intenzione di raggiungere < Non preoccuparti, ovunque tu ambisca ad arrivare, la vita sarà pronta a farti soffrire, in un modo o nell'altro... > una breve pausa prima di andare a a sospirare, tornando con le iridi vermiglie su di lui prima di andar a porre un beve e sommesso sospiro, socchiudendo gli occhi nel mentre per poi sollevare lo sguardo verso l'alto, osservano il cielo che nel frattempo si è scurito < Fa così con tutti.. > ed una goccia andrebbe a scendere sul lato sinistro del suo viso, rigandogli lo zigomo in maniera obliqua, andando a far sì che si possa rendere conto del fatto che una delle cose che più detesta al mondo stà per giungere, ovvero, la pioggia. Scuote la testa ritornando con gli occhi su di lui quando presume di avergli fatto perdere tempo, lasciando decadere tali supposizioni con quel cenno di diniego del capo per poi incominciare a muovere i suoi passi in direzione opposta da dove è arrivato, tirando fuori la dritta con fare pigro e distratto per andare a porre un saluto più di circostanza che altro, quasi sforzandosi anche per quel semplice gesto poco preciso e scostante, pigro < Fai pure, devo finire la mia ronda ed evitare questa pioggia... > seppur di lì a poco non ci sarebbe scampo, e dunque il cielo andrebbe riversando il contenuto delle gonfie nuvole coperte dalla nebbia nel mentre del suo ritornare verso l'accampamento, costringendolo a portare la mancina a sorreggere un'immaginario nucleo composto da tutta quella serie di fastidi che la pioggia comporta, come a cercar di sopportare l'idea di non esplodere, per quanto non lo faccia mai effettivamente, sibilando una sottile imprecazione, ripromettendosi, ancora, di portarsi un'ombrello la prossima volta {end} [Spiaggia] una volta finito di ascoltare quanto ha da dire il Genin, andrebbe a rispondergli, <non serve essere pessimisti a quel livello, un sacco di persone possono avere una vita senza costanti sofferenze, Qualcuno si affida a se stesso, gli altri al destino, proprio avversario.> direbbe solo, per poi prendere a fuggire alla volta dell'accampamento quando inizia a piovere. // edn