"Buffet Froid"
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Giocata di Clan, Giocata di Corporazione
Giocata del 08/04/2020 dalle 18:57 alle 23:59 nella chat "Luogo Sconosciuto"
[Collina] Nonostante non sia un paesaggio carico della stessa magnificenza della replica dei quartieri Uchiha, persino l'accampamento del clan traspira di virtù, dalla distanza. Le tende portano il nobile simbolo e si riuniscono come sempre in un fenomeno di innata elitarietà. E gli occhi dell'insonne rimangono posati da lontano su quel frammento di tela che la vita ha fatto centro d'un mistero indefinitamente gaudioso. Le anime di chi è nato come loro son destinate ad esser trattate con reverenza e privilegio, accentuandone una virtù carica dello stesso colore del sangue. Come definire tutto l'insieme delle caratteristiche del clan? L'Insonne, parlerebbe di un calice riempito fino all'orlo. Ed è questa la loro benedizione e maledizione al tempo stesso; è facile, versarne il contenuto. Ma parliamo di fatti reali, non di pensieri. Il corpo dell'Uchiha è ora coperto d'una sopraveste nera che in aspetto si fa non troppo differente da quella dell'organizzazione alba, soltanto priva di nuvole e marchi. Le maniche son larghe e nascondono in parte i dorsi delle mani. Le gambe, anch'esse, sono in parte coperte, rivelando appena una striscia di pantalone grigiastro ed infine degli stivali neri. I capelli neri s'agitano lenti nel vento, come fossero un gruppo di foglie confondibili in mezzo ai pochi alberi presenti in mezzo alla nebbia. Sia noto, è Nemurimasen ad esser presente, non Katsumi. I loro colori son praticamente inversi, rendendoli differenti d'aspetto. L'unico elemento notevole del presente, che potrebbe essere associato ai Goryo o a Yukio stesso - in base a chi lo osserva - è la sclera nera dell'occhio sinistro. "Arriverà." Un anziano del clan non mancherebbe mai al messaggio ricevuto. Perchè, in effetti, Kioshi vorrebbe esser stato contattato da un uomo che ha firmato come 'L'Insonne', che s'è proclamato nella missiva messaggero e portatore di notizie importanti riguardo l'effige del capoclan ed il suo precedente possessore. E' un messaggio recente, la cui unica specifica era presentarsi solo, nei pressi dell'accampamento. Un po' un metodo per assicurarlo che non ci sono intenzioni belliche. Accorrerebbero in tanti, se accadesse qualcosa. Ed eccolo, in piedi e con sguardo malinconico. L'indice della mano sinistra s'alza assieme al braccio per spingere un paio di occhiali sul viso, osservando da una piccola collina nel terreno le poche luci dell'accampamento adesso nascoste dall'abbassarsi del sole e della nebbia. E' ora di chiudere tutto ciò che Katsumi ha lasciato in sospeso, non necessariamente come vorrebbe. { chakra on } { goryo on} Vagare da un Paese all'altro senza uno scopo. Vivere a seconda degli eventi che accadono e non avere un obiettivo fisso da raggiungere nella propria strada. Questo è un modo di vivere del tutto sbagliato, ma Kioshi ancora non se ne rende conto. Nell'ultimo periodo, la sua vita è stata priva di qualsiasi forma di motivazione che lo spingesse a perseguire un sogno o credere in un ideale. Tutto quello che ha vissuto, pensato, creduto fino alla morte di Arima, è stato pian piano messo in un angolo della sua anima spinto verso l'oscurità, forzato a rimanere lì in assenza di luce. E così, un giorno l'Uchiha vaga dal Suono all'Erba, l'altro giorno si sposta dall'Erba a Chumoku e, infine, viaggia in direzione della Nebbia dove è approdato pochi giorni fa dopo un lungo viaggio dall'Isola su cui si trovava. Kioshi non si è mai spostato perchè avesse un obiettivo. Più che altro, ha seguito le direttive dell'Alleanza come un buon shinobi dovrebbe fare nella sua vita. Un'esistenza in cui si sente stretto però, legato da catene invisibili che non lo lasciano volare libero come un'aquila nel cielo in cerca della sua prossima preda. Davvero è solo questa la vita che lo attende? Davvero è tutto qui? Niente di più? I giorni passano, come passano le settimane, i mesi, gli anni e l'Uchiha non ha saputo dare una risposta a queste domande. La rassegnazione potrebbe prendere il sopravvento. La ricerca della felicità potrebbe tramutarsi in un odio verso il mondo esterno. Basta un attimo per cambiare una vita. Basta uno schiocco di dita e ciò che sei potrebbe diventare polvere. Ma quando si sta per toccare il fondo, la vita sembra concederti una possibilità: scavare più a fondo o trovare la forza per darti una spinta. L'Uchiha ha ricevuto una chiamata, firmata da un certo 'L'Insonne', per recarsi da solo nell'accampamento del Clan posto fuori Kirigakure. I passi del jonin lo portano ad addentrarsi all'interno del quartiere dedicato al suo Clan. Cammina qui dentro come se fosse a casa sua. L'aria che si respira è sempre diversa dal resto del mondo. Un'Uchiha non è un semplice shinobi. Non tutti sono uguali. Il viso dell'uomo è coperto in parte dai capelli neri che cadono davanti al suo occhio destro, ormai lunghi. Indossa una maglia a maniche lunghe di colore nero con sopra un gilet di colore grigio chiaro. Un mantello lungo e nero nasconde questa parte del suo outfit, tenuto chiuso da un bottone poco sopra la parte iniziale dello sterno. Completano il vestiario, un pantalone nero di materiale comodo ed elastico e un paio di stivali del medesimo colore. Kioshi si avvicina al posto indicato come il luogo dell'incontro. Lo sguardo rimane basso fino a quando non fa il suo ingresso davanti ai presenti. In quel momento, il mento si alza leggermente mostrando le iridi nere che fissano ognuno dei presenti. <Eccomi> le sue labbra si aprono appena per lasciare uscire la sua voce dal tono basso e duro. [chk on] [Collina] Un nuovo clamore, più forte e lungo, si leva a partire dalle parole espresse dall'Uchiha appena giunto. La nebbia diventa pian piano nera sotto l'influenza della luce ed intanto gli sguardi si incrocio. Imperturbati entrambi, s'osservano. E gli occhi affondano uno sull'altro come se potessero perforarsi da un momento all'altro. Una musica silenziosa dalle linee immobili, così possente dal rendere quel silenzio quasi un fantasma visibile che s'occupa d'introdurli l'un l'altro. Sente il potere provenire da quello sguardo, tanto familiare in potenza al precedente capoclan. Si, ecco cosa è stato capace di trasmettere Kioshi in quell'attimo. Esala oscura aspirazione che trascende le angustie della vita normale, e segue con sguardo minaccioso il proprio destino, lasciando nello sguardo dei più deboli solo oppressione e paura. "Non c'è dubbio, sei perfetto." Nonostante questo possa apparire come un semplice complimento, nella loro conversazione è un richiamo all'antico stato del clan. Cloni. E tra quelli, nè spiccavano alcuni cui codice era preceduto dalla "Z". Loro, erano i perfetti. Coloro le cui azioni avrebbero dovuto sollevare l'intero clan, senza preoccuparsi della scala di cloni difettosi schiacciati lungo il percorso creato. Al giorno d'oggi però, con le ultime riforme attuate da Katsumi prima di svanire, parlare tra Uchiha dell'esser cloni dovrebbe essere offesa. C'è chi è d'accordo e chi meno. Ma non c'è dubbio che il prezzo delle libertà aggiunte sia l'indebolirsi. "Il tuo sguardo è uno degli ultimi retaggi di ciò che è il clan Uchiha." Le braccia, entrambe, si portano dietro e fianchi e s'afferrano, volgendo appena il capo per affacciarsi sull'accampamento distante. Lascia che il vento faccia di intermezzo alle sue parole. "So poco di te." Preannuncia, mettendo le mani avanti. Tutto ciò che conosce di Kioshi lo ha conosciuto tanto tempo addietro tramite Akira, che lo informò della sua storia e del legame che egli condivideva con Arima. Uno dei suoi fidati, un amico addirittura. "Il ventaglio ha perso colore, non trovi?" Eccola, la prima domanda. Ed è con questa che rivolgerebbe il proprio intero corpo in sua direzione, donandogli piena attenzione. { chakra on } { goryo on} Attimi di silenzio si susseguono dopo il termine delle onde sonore della sua voce che si propaga fino ai presenti per poi svanire. Secondi in cui gli occhi iniziano a conoscersi e quando se ne incontrano un paio per la prima volta, rimane impressa una sensazione che si andrà a recuperare dalla propria memoria ogni volta che si rivedranno ancora. Le iridi tenebrose dell'Uchiha si riflettono nell'altro. Kioshi nota una sclera nera nell'altro rimanendo sorpreso dal vedere un'aspetto del genere dell'occhio. Rimane fisso alcuni secondi su quell'occhio. In fondo, è ciò che contraddistingue quell'uomo da tutti gli altri che ha conosciuto fino ad oggi. E chi è diverso da tutti, nasconde sempre qualcosa di speciale. Il silenzio viene rotto dalle parole di quel ragazzo dalla sclera nera. E in quello stesso momento, il corpo del jonin si muove avanzando di qualche metro verso lui rimanendo sempre abbastanza distante. Lui parla di perfezione e le labbra di Kioshi si allungano verso la sua sinistra in una leggera smorfia. Un essere perfetto? Se si guardasse allo specchio in questo momento, vedrebbe tanti difetti e l'immagine della perfezione sarebbe davvero lontana. <Perfetto.. Cosa significa essere perfetti?> ancora non sa che Katsumi intende il livello della sua clonazione. Ma anche in quel caso, Kioshi avrebbe dei dubbi ad essere d'accordo cone le parole altrui. Lo sguardo dell'Uchiha fissa la figura dell'altro cercando di capire più di lui. Chi è questa persona? Successivamente, l'altro parla dei suoi occhi e dell'eredità di ciò che è il Clan Uchiha. <Il tuo sguardo, invece, non sembra aver a che fare con il mio Clan. Sei un ospite, quindi?> domanda cercando di porre fine al velo di misteriosità che alleggia sopra l'altra persona. Katsumi gli dice di conoscere poco di lui e conclude le sue parole parlando del ventaglio che ha perso colore. L'espressione facciale del jonin rimane seria per tutto il tempo. <Sai già di più di quanto io sappia di te, allora> dice mantenendo sempre lo stesso tono usato in precedenza. Con l'ultima domanda, il corpo del Goryo si rivolge verso Kioshi. Una domanda seria che trova risposta pochi secondi dopo. <Dipende da come lo guardi. Da una parte sembra perdere colore..> passando dal rosso al bianco <.. ma dall'altra, dal vuoto si riempie di un rosso accesso> fa riferimento, ovviamente, al simbolo del Clan Uchiha. Usa una metafora per rispondere all'altro. <Se dal tuo punto di vista sta perdendo colore, forse lo stai guardando nella maniera sbagliata> nonostante il periodo passato ultimamente, viene fuori in questo momento la parte di Kioshi che difende la storia e l'eredità del suo Clan. Per quanto un periodo possa essere difficile, è soltanto un periodo che passerà. Non può rinnegare il suo sangue e non accetta critiche da una persona che neanche conosce. <Cosa vedi tu in quel ventaglio? O meglio.. Cosa non vedi più?> ribatte con una domanda cercando di scoprire, passo dopo passo, chi lui sia. [chk on] PIacevolmente sorpreso da risposte che sfiorano la realtà con metafore. Sì. La metafora è un grande strumento per conoscere intuitivamente gli aspetti più complessi della realtà. E non c'è modo di non apprezzare chi risponda al fuoco col fuoco. Tace, intento, generando nel proprio spirito immagine e musiche colme di impetuosità e virtù. Alla fine, la notte cala, rivelando il nuovo lato del paesaggio, dando modo al cielo d'essere illuminato anziché illuminare. Ed emergono così le penombre, che si gettano su quegli sguardi colmi di sentimenti antichi. Essere perfetti. Una domanda che crea luce nello sguardo esanime dell'Insonne. La perfezione. Cos'è? si può toccare? Pondera quelle parole come se uno shinobi attraversa una foresta conscio che è colmo di carte bomba. "Un tempo, era possedere tratti somatici ed un'affinità allo sharingan come i tuoi." Il nome di Kioshi non sarà ancora noto per tutte le cinque terre, ma chiunque appartenga a Kusa e specialmente proviene da Oto dovrebbe aver sentito qualche volta delle sue azioni. Un'arma segreta a disposizione degli Uchiha. Ma non è di armi che hanno bisogno. "Sono un alleato del progresso." La frase può essere ambigua, ma risulta l'intenzione di voler cooperare con il ragazzo per chissà quale progetto. Riuscirà alla fine, a tentarlo? Ad alzarlo dalla terra e dal fango per poggiarlo su un rovente piedistallo? " mh. " Un sorriso spontaneo si versa nel volto, sgorgando dagli occhi che potrebbero sembrare aver appena notato in lui una bella verità. Le parole di Kioshi non offendono l'attuale condizione del clan, ma neanche la elevano. Come un lago di notte è pieno di creature nascoste, così gli occhi scuri dell'insonne contiene una curiosità dissimulata appena il necessario dal non straripare. "Non vedo più una guida." esprime con rammarico, rifacendosi all'attuale condizione del clan. L'ultima riforma instaurata è stata appunto il consiglio dei dieci uchiha, nessuno in possesso dell'effige da capoclan. Un progresso ,da una parte. Ma inevitabile regressione dall'altra. "Uomini e donne parlano degli Uchiha come parlerebbero d'un ninja senza clan. Temibile lo sharingan, sempre. Ma chi lo possiede?" E' un'osservazione maturata osservando per prima cosa Katsumi, che ha fatto del suo potere un peso che alla fine di tutto lo ha inevitabilmente schiacciato. Ed ora, sotto tre metri di terra, sta lentamente perdendo tutto l'ossigeno. "Non importo, oggi. Sei tu che il fato inquadra. Ed è tua la possibilità di cambiare tutto. Ma perché, mi chiedo?" Eccola la mossa definitiva. La mano sinistra si infila in una tasca e svela il jolly, l'oggetto di interesse che farà evolvere la situazione di un livello. Un piccolo anello, dai riflessi ambrati e contenente il simbolo del ventaglio. L'effige del capoclan, appartenuta ad Arima e agli altri prima di lui. "Rinascerete. Gli Uchiha torneranno a vivere." Cita dure parole. Le ultime parole di Arima. "Ma come?" Come farà, Kioshi, a cambiare tutto..se avrà in mano questo oggetto? { chakra on } { goryo on } La situazione inizia a farsi sempre più interessante. Da una parte Kioshi, dall'altra una figura che sembra conoscere tutto dell'ultimo periodo degli Uchiha ma poco di Kioshi ancora. Katsumi spiega cosa intendesse per 'perfetto' assicurando il jonin che intendesse il suo livello di clone. Un Clone perfetto, esatto. Kioshi lo sa bene, ne ha parlato spesso con Arima. <Sembri conoscere quelli che erano le divisioni interne al Clan Uchiha di un tempo..> se sa cosa significa essere perfetti per un clone, deve conoscere i vari stadi nella vecchia gerarchia. Un concetto, comunque, che non deve esistere più all'interno del Clan. La produzione di Cloni è finita e così il Clan può tornare ad essere puro. Esseri meno perfetti ma con emozioni più vere, più vive. E il potere oculare dello Sharingan corre di pari passo ai sentimenti di una persona. L'altro si definisce un alleato del progresso. Le iridi scure di Kioshi notano il mezzo sorriso che si disegna sul volto del Goryo. Katsumi spiega cosa non vede più nel clan e di come l'attuale situazione interna porta gli Uchiha ad essere trattati come un clan qualsiasi. Il discorso di lui continua seguendo un percorso preciso che porta come protagonista del discorso proprio Kioshi. Il Goryo sembra affidare la possibilità di un cambiamento nelle mani del jonin. L'Uchiha rimane immobile cercando di capire quale piega sta prendendo questo incontro. Chi è lui? Perchè sa così tante cose sugli Uchiha? Che potere ha per affidare un ruolo simile a lui? Dalla tasca, l'uomo tira fuori con la mancina l'anello che lo sguardo di Kioshi riconosce immediatamente. Lo hai visto indossare ad Arima per anni e non potrebbe dimenticarlo. Il battito inizia a rallentare e farsi più forte. Non è l'emozione nel vedere quell'oggetto, anzi. E poi il cuore sembra fermarsi per alcuni istanti quando sente quelle parole. Le iridi si chiudono immaginando, ancora una volta, quella scena.. quella maledetta scena. Il chakra inizia a scatenarsi all'interno del corpo di Kioshi come una tempesta pronta ad affondare una nave. L'energia schizza verso gli tsubo oculari fermandosi ad un centimetro dai suoi punti di fuoriuscita. Sarebbe ad un passo dal piangere dal dolore e ad un passo dall'attivare il potere degli Uchiha. A volte, le due cose possono coincidere e unirsi in quella che Kioshi dichiara essere la maledizione del suo clan. <Quell'anello..> la sua voce esce a stento mentre le palpebre si aprono lentamente tornando a guardare la figura del Goryo. <.. dovrebbe ora appartenere ad una sola persona> ovviamente, Katsumi. <Quelle parole..> il suono gli si strozza in gola, quasi <.. dovrebbe conoscerle soltanto una persona. La persona che per ultimo lo ha visto morire..> ovviamente, Katsumi. Mantiene costante il flusso del chakra, bloccato in quell'attimo prima di scatenare qualsiasi tipo di emozione. <Che cosa diavolo stai facendo?> ora la voce esce più forte di prima. <Che diavolo stai dicendo!?> il tono ora si alza esclamando in direzione di lui. Lascia perdere per un attimo il loro discorso che era giunto fino a lì, fino alla domanda di Katsumi. Ora Kioshi vuole capire cosa si nasconde dietro questo piano archittetato fino ad ora. [chk on] Osserva l'altro. E gli occhi si caricano di luce e vivo interesse. Sì, ecco ciò che cercava. Quella reazione, la dimostrazione che quell'Uchiha giunto all'apice di sè stesso è ancora capace d'essere fatto a pezzi e ricomposto, in qualche modo. E nulla è più bello da osservare se non un fiore, sapendo che morirà. In questo caso, osserva lo spirito altrui. Ed è tramite quelle parole e gesti, tramite l'intreccio dei lenti battiti che riesce a compiere in sè stesso un intimo connubio di vita e arte, ritrovando così nel fondo di sè una sostanza che fa da sorgente alla vita. Riesce a prender vita grazie al Perfetto, risvegliando la condizione misteriosa da cui nasce la bellezza, trasformando quell'attimo normalmente etereo in eterno. "Sì." Da conferma a quel sospetto che in realtà, è più simile ad una prova. Non nasconde di sapere ma continua a tenere l'aria di chi è completamente dissociato, come fosse un lettore di fronte ad un autore. E l'anello è ormai stato mostrato, prima di quanto avrebbe voluto fare. Il sacro oggetto che non dovrebbe mai essere neanche sfiorato da nessuno che non sia un Uchiha. Un simbolo di potere assoluto che concede al proprietario di inserirsi tra i suoi simili ed elevarsi a loro guida, purché i suoi occhi siano capaci di reggere il confronto. Sono requisiti che entrambi soddisfano. Ma questi sono solo i requisiti per diventare guida. Solo uno dei due presenti oggi è capace di compiere quella mansione. Percepisce bene quel silenzio, l'insonne. Lo conosce, l'ha provato sulla pelle che ora gli appartiene più che mai. Lo sguardo altrui è capace di trasmettere a pieno le sensazioni che prova, e sa quanto lo sharingan ami reagire..con quegli occasionali balzi di chakra. In realtà, è un attimo perché l'altro tenti d'applicargli addosso un amaterasu, se ha avuto l'occasione di apprenderlo. Disinnescare la situazione? No. Non avrebbe senso. Ma se c'è una cosa che può fare, è dire la verità. E' quella a smuovere maggiormente gli animi. "..Non è importante a chi apparteneva. E' importante a chi apparterrà. " Muove un passo avanti verso Kioshi, tenendo lo sguardo vigile. Assiste alla continua genesi d'una vita definibile superiore, in cui ogni apparenza riesce a tradursi istantaneamente in quelle del fondatore dei laboratori Uchiha. La voce dell'insonne è limpida e penetrante, tale dal poter destare un sentimento ambiguo, tra ammirazione e avversione. E la brutalità delle parole contrasta tanto con le azioni, diversamente dal solito. "E' necessario un nuovo Re. Ed io ti offrirò l'anello." Un momento di pausa, cercandone gli occhi. " E se diventerai degno Re, restituirò il cadavere di Arima e porterò ai tuoi piedi quello di Katsumi. " Vuole dare un ruolo a Kioshi, al costo di minacciarlo purché ottenga quell'anello. " Ma gli uchiha, devono tornare ai loro antichi fausti. " eccola la condizione. perché tutto torni come doveva essere, perché l'ordine torni tale. "Prendilo." Gli porge l'anello, aprendo il palmo e allungando il braccio. { chakra on } { goryo on } I sospetti diventano realtà e la realtà diventa crudele, a volte. Le prove sono troppe per nascondersi dietro un'altra apparenza. Non si può nascondere una persona dietro soltanto una sclera nera. Kioshi ha immaginato quel momento per anni. Dopo la notizia della morte di Arima, ha sognato ogni notte di combattere contro questa persona che ora ha davanti. Ogni sera desiderava vendetta. Ogni mattino studiava un nuovo piano d'attacco. Ogni giorno trascorreva con un solo e unico pensiero. Dopo aver vissuto quella notte, però, Kioshi ha capito che forse c'era un piano dietro l'azione di Arima. Il jonin ha iniziato a pensare che la morte di Arima fosse un suo stesso piano. Un piano di cui non poteva ancora capire i dettagli. E quel piano sembra aver portato ora i due faccia a faccia. Che sia questo la fine dell'idea avuta da Arima? Non si può ancora scoprire, purtroppo. La rabbia di Kioshi permane ancora lì, inconfondibile nei suoi occhi ancora completamenti neri. Che senso avrebbe reagire con la forza in questo momento? Lui gli sta proponendo un accordo. Non sembra tramare qualcosa di losco. E le successive parole di Katsumi smuovono qualcosa in Kioshi. Il Goryo si muove verso l'Uchiha e gli sguardi ora si incrociano da più vicino. L'anello viene offerto a Kioshi ad un'unica condizione: il Clan Uchiha torni ad essere splendente come una volta. E in cambio, Katsumi propone qualcosa di più oltre all'anello: il cadavere di Arima e quello di Katsumi stesso. Il jonin rimane leggermente confuso in questo momento. Avere il corpo di Arima lo spinge ad alzare la mano destra in direzione dell'altro. Ma questa si blocca, ad un certo punto. Il pensiero di avere tutto il clan sulle sue spalle lo blocca per un attimo. E se non fosse all'altezza del suo defunto amico? Gli occhi si socchiudono un attimo. E con uno scatto, in un battito di ciglia, la mano destra afferra l'anello offerto da lui stringendolo ora dentro il suo palmo mentre l'arto ritorna lungo il fianco. Un atto di fede verso Arima. Pone ancora una volta fiducia nel suo amico ormai morto sperando che tutto questo sia parte del suo piano. <Perchè io?> domanda a lui cercando di capire la verità delle sue decisioni. <Il cadavere di Arima lo accetterò. Dell'altro non me ne farò nulla, non saprei neanche come potresti> non può capire cosa esiste nella mente di lui, in questo momento. Le iridi nere rimangono su Katsumi mentre l'anello rimane nascosto all'interno della sua mano destra. [chk on] Il passato e il futuro. Tutti e due possiedono in loro elementi che li ricordano. L'aspetto del Perfetto, è il passato. Le sue ideologie, saranno il futuro. Nemurimasen stesso è il futuro, ma ancora è rallentato dal passato. Fluido nei movimenti, abbandona appena il capo, alzando il mento e osservandolo. E sembra che la notte fluisca nella sua carne divenuta esangue, e che questa s'addensi sotto il mento, nel cavo degli occhi, intorno alle narici e sulla fronte, trasfigurandolo in qualcosa di più intangibile. Sì, è quello che vuole essere in questo importante momento della storia. Il ricordo di Arima è potente per Kioshi, ma quanto...ha visto, di lui? Quella fiducia che appare divina agli occhi dell'Insonne. Vede l'Uchiha tentennare, sotto lo sguardo dell'animatore. Soffre di tutti i pensieri che caratterizzano chiunque si trovi di fronte ad un ruolo tanto agognato e contemporaneamente molto pesante. Lo osserva soffrire di tutto sè stesso, dalla mutabilità dei lineamenti alle strane virtù che lo caratterizzano. La decisione di accettare quell'incontro come un'occasione di andare avanti e non come scontro. E' un'arte involontaria quella di Kioshi, che regola intanto il significato dei suoi gesti ed il suo volto di uno stupendo velo di dolore. "Tu, l'hai odiato. E poi il tuo odio è sfiorito." Non è così? Cercare di comprendere Arima e le sue azioni ti han portato a dedicare più attenzione al fuoco della saggezza che a quello dell'odio. Una crescita che ti ha fatto maturare ideali autodistruttivi, in certi sensi. "Come fu per Katsumi e Sasuke. Voglio fare in modo che almeno tu possa splendere." Ci ha pensato a lungo, uscito dalla tenda in cui ha incontrato Kimi da poco. Kioshi..il suo percorso, i suoi legami ed il suo odio. Ci son dei parallelismi a Katsumi, e se i piani dell'Insonne avranno successo - ed indubbiamente lo avranno - questa storia rimarrà incompleta. Come può far qualcosa di così anti estetico all'altro? Quando egli stesso sta mettendosi in gioco? Non può, è ovvio. "Arima ha compiuto azioni tristi. Ha puntato tutto su Katsumi ed il suo sacrificio è stato vano. Gli Uchiha non sono fatti per essere tanto liberi. Osserva tu stesso. " Kioshi percepirà il chakra di Nemurimasen sollevarsi dal suo intero corpo per tentare di connettersi a lui. Anche senza sharingan, quell'onda d'energia lo attraverserà con estrema lentezza e quasi dolcezza, facendo percepire l'intenzione di effettuare un genjutsu ma senza imporla. E' la differenza tra il bussare e lo sfondare una porta. E se Kioshi effettivamente lasciasse che l'illusione si presenti, potrà vedere tutto. In minuti, o anche più tempo. Tratti della storia di Katsumi scelti dall'Insonne. Le torture subite per ordine di Sasuke. La frustrazione ed il desiderio di superarlo. L'imitarlo e alla fine la passione verso quell'ideale sfiorire dinnanzi all'amore per Kimi. Il litigio con Kimi, e poi la separazione. Tra una brutalità e l'altra, ha incontrato Arima. E sentirà le stesse parole udite da Katsumi, in prima persona. Arima che lo spinge a desiderar d'uccidere Kimi. E i due anni di allenamento con lui, in cui l'ex capoclan sfruttò lo tsukuyomi per illudere e far allucinare Katsumi, un lavaggio del cervello con lo scopo di portarlo a uccidere l'amata. Un piano fallito, a cui seguirà l'immagine di una Kimi completamente distrutta nel corpo. Ferita e morente, raccolta dalle strade. E Kioshi u dirà la Doku parlare del dolore causatole da Arima, con vergogna immensa. Sentirà parlare di come lui le abbia strappato la figlia e l'utero stesso. E saprà ancora una volta dei suoi progetti di clonazione segreti, da cui è derivata Akira. Ogni sfumatura oscura di quell'uomo celata dietro il gentile sguardo di un capoclan che fece finta di progredire, allo scopo ultimo di rendere Katsumi l'entità che Kioshi odia. Tutto sembra indirizzare ad Arima come fautore della sua disfatta. E poi, Akendo che perfora l'Uchiha al petto e lo uccide, per poi riportarlo in vita. Alla fine, appare il lago nero attorno a lui, il paesaggio di Oto che qualsiasi Uchiha ricorderà. Nemurimasen è lì, a fianco a Kioshi. E schiude le labbra "Le stagioni muoiono una dopo l'altra. Non è una meravigliosa tragedia, questa?" Vivi, Kioshi. Senti il tuo respiro, il tuo battito. Fatti sviscerare dalla disillusione, lasciati avvelenare dalla realtà e trascendi come ciò che puoi essere al tuo apice. "Perchè tu sei la chiave." Titolo. {illusione di tutte cose} {chakra e goryo} Fiducia. Così facile da dire e così difficile da realizzare. Quanto tempo ci vuole per fidarsi di una persona? Una vita intera, a volte. E quanto tempo ci vuole per perderla, invece? Basta un attimo. Uno schiocco di dita, lo stesso schiocco che serve per cambiare una vita. Due vite sono messe in parallelo in questo momento. Due vissuti simili, a tratti uguali, sotto altri aspetti così opposti. Kioshi e Katsumi sono uno di fronte all'altro. L'inizio di uno e la fine dell'altro. Non siate certi di affidare un nome a uno e all'altro perchè potreste facilmente sbagliarvi. La fine di qualcosa è soltanto l'inizio di un'altra, in fondo. Le parole di Katsumi entrano nella testa di Kioshi come un martello che picchia sul ferro rovente. Un colpo dopo l'altro, pronto a buttare giù ogni muro creato prima d'ora. Tutte le certezze, tutti gli ideali fatti cadare uno dopo l'altro. Rimane sorpreso da ciò che lui sta facendo. Il Goryo vuole dare una possibilità a Kioshi di essere migliore di quelli venuti prima di lui. E il jonin si chiede il perchè di questo. L'altro gli mostrerebbe il perchè e non solo. Il chakra del Goryo avvolge il corpo di Kioshi e, lentamente, l'Uchiha lascia scorrere indietro la sua energia rilassando gli tsubo oculari. Il jonin lascia che il chakra dell'altro entri dentro di lui mostrandogli immagini tratte dalla sua vita. Dalle ingiustizie di Sasuke all'amore per una donna di nome Kimi. Dall'incontro con Arima fino ai gesti compiuti dallo stesso verso la donna che lui amava. Perchè Arima fece questo? Per permettere a Katsumi di essere l'Uchiha perfetto? Katsumi gli rivela molti segreti che Arima aveva e che ora Kioshi sa. E se il jonin non conoscesse davvero l'amico come pensava? Le immagini continuano con la morte di Katsumi per mano di Akendo e la sua resurrezione. Ora Kioshi si trova davanti al paeseggio di Otogakure, con attorno il lago nero. A fianco a lui c'è Nemurimasen. Lo sguardo di Kioshi rimane fisso davanti a lui mentre ascolta le parole di lui. Capire di non essere mai stato a conoscenza di ogni cosa lo fa sentire come tradito. E questo provoca in lui una rabbia che si scatena nel suo corpo. Un fuoco che divampa al suo interno scatenando il chakra verso gli occhi dell'Uchiha. La forza dell'energia è dirrompente e gli occhi del jonin si trasformano in pochi attimi. Il Mangekyou Sharingan viene attivato, in modo inconscio. Le emozioni di quegli attimi hanno portato Kioshi ad attivarlo. La mano destra si stringe ancora più forte rinchiudendo in esso l'anello prima affidatogli. <Questo era il nostro regno prima> guarda il Villaggio del Suono come si guarda casa propria. <Rinasceremo e torneremo a vivere> ora non le sente quelle parole. Quella frase viene pronunciata da lui. Per lui, per il suo Clan, per ogni Uchiha presente al mondo. [chk on][Sharingan on] L'epifania del Suono. Come può non tremare il cuore, di fronte al potente significato di quel momento? Tremare di determinazione, di odio, di amore, di disperazione, di soddisfazione, di ambizione..Tutti i cuori nella strada di Katsumi hanno avuto un suono nuovo. Ma nessun suono s'è mai avvicinato a quello dell'Uchiha come quello di un altro Uchiha. Alla fine di tutto Katsumi è nato per il ventaglio e l'ultima sua testimonianza, prima di morire, sarà sempre legata al futuro del clan. E il distruttore diventa creatore di vita. Il suo corpo e quello che potrebbe sembrare un martirio e non più abbandono è adesso il concime fertile su cui Kioshi può sbocciare, come un meraviglioso giglio rosso. Sì, è quello il fiore dei defunti. Ed è lo stesso fiore che inizierà a sbocciare in ogni dove nei dintorni di quel lago illusorio. Attorno a Nemurimasen e Kioshi, sfiorando le caviglie con le punte curvate del fiore. La densità è tale che parrebbe d'essere immersi in un letto di sangue. E la lune splende alta e per tre quarti nel cielo. Con quale spavalderia potrebbe essere chiamata coincidenza? Una transizione che sta per essere completata. E che da vita al nuovo, al reale. Nessuno sarà mai a conoscenza del valore di questo momento, tranne che loro. E persino l'insonne schiude le labbra, riscoprendo la bellezza dello sguardo altrui. Si specchia nel mangekyo sharingan di Kioshi e realizza una cosa essenziale e contemporaneamente così semplice: E' finita. Le parole dell'Uchiha di fianco a sè chiudono il contratto una volta per tutte. Segnano il superamento dalla folle perversione di Sasuke; il superamento dell'ideale di clone perfetto avuto da Wooaki, che in fin dei conti copiò solo la malattia del suo creatore; il superamento del significato di erede che ha attribuito Arima a Katsumi. E per ultimo, definisce il vero significato di rinascita, che Katsumi non avrebbe mai potuto effettuare. E' impossibile negarlo, e lo sguardo normalmente appassito ed esanime dell'insonne muta in sorpresa. Lui diventa una volta per tutte dominante, spianando come mai prima d'oggi la sua strada verso il cambiamento, verso la realizzazione del piano. E s'abbevera dei sentimenti del perfetto, entrambi fanno dell'altro l'occasione per un superamento. E senza più l'anello in mano, osserva il proprio palmo, vuoto. Come ha fatto? A cambiare così tanto ciò che aveva in mente per questa nottata? Non può permettere che questo vada avanti. Ha già rinnegato sè stesso come Uchiha. Si è già elevato dal terreno. E muove più e più passi in quel prato di gigli, schiacciandoli sotto i piedi e portandosi più distante. Il vento, illusorio quanto reale, smuove i loro capelli, e Nemurimasen tenta d'allontanarsi. "..Il tuo, è uno sharingan stupendo. " Non può dire altro. Non è in alcun modo possibile vagliare il confine dell'empatia per lui. Se lo facesse, rischierebbe di cedere terreno. "Addio, capoclan." E' l'ultimo simbolo, l'accettazione del suo ruolo. In una maniera così atipica. Senza sangue, senza odio. Solo la verità. Cruda e brutale nella sua natura, ma in realtà giusta. Finalmente, l'Uchiha dietro l'Insonne può dormire. La sua storia è finita, come la tragedia che doveva essere. E dalla tragedia getterà i semi del futuro. L'illusione, se riuscirà, si dissiperà quando sarà ormai distante più di 45 metri. { if > exit } Ecco lo schiocco di dita che può cambiare una vita. Ecco l'opportunità che ti offre la vita: affogare o darsi una spinta verso l'alto? Kioshi, stasera, ha deciso di prendere in mano la sua vita e quella di un intero clan e con tutta la forza in corpo spingersi verso la superficie. Ora verrà il momento più difficile ma la vita è fatta così. Per rinascere, serve determinazione. Per tornare ai vecchi fasti, serve costanza. Per superare il periodo vissuto fino ad oggi, serve resilienza. E Kioshi ne ha avuto così tanta da poter vivere questo giorno inaspettato. Non sa cosa lo attende ma ora ha un obiettivo. Quando si alzerà ogni mattina, avrà bene in mente quale scopo deve raggiungere. Ai piedi di entrambi, iniziano a nascere dei gigli rossi che si propagano per tutto il dintorno. Lo Sharingan osserva con attenzione il loro fiorire iniziando a capire quale sarà il prossimo passo di Katsumi. Non dice nulla, per ora. Il jonin nota il Goryo allontanarsi mentre il vento soffia su di loro. L'Uchiha intuisce che, se la sua vita sta rinascendo ora, quella di Katsumi sta per esalare l'ultimo respiro. Non è rimasta traccia dell'Uchiha a cui Arima aveva affidato un piano. O, almeno, quella parte di lui sta sprofondando in un abisso da cui sarà davvero difficile riemergere. Questa sembra essere la sua volontà e quell'allontanarsi da Kioshi dopo essersi specchiato nel Mangekyou può esserne una dimostrazione. Il Goryo saluta una volta per tutte il jonin. <Addio, Katsumi> lo chiama per nome, come se questa fosse l'ultima possibilità di far echeggiare nell'aria quel suono. E il Goryo si allontana tra i gigli rossi accarezzandoli uno ad uno con i suoi passi lasciandosi andare come in una lenta passeggiata tra i Campi Elisi. Per una vita che nasce, una ne muore. L'altro si allontana e Kioshi rimane solo ora. Davanti a lui c'è la propria casa, il Villaggio del Suono. La mano destra si alza leggermente, all'altezza del suo petto. Le dita si schiudono tutte insieme mostrando l'anello lasciato a lui. Lo Sharingan si riflette su di esso. In pochi e semplici gesti, l'anello viene indossato dall'Uchiha. Ora è il capo clan. L'illusione finisce in un battito di ciglio quando ormai Nemurimasen è lontano. Una nuova storia inizia da stasera. Forse, due. [end]