Incontri

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15:44 Yosai:
 Nebbia. Un’ottima condizione metereologica per andarsene in giro per un paese devastato dalla guerra. In effetti, considerando che quell’umido sudario ricopre il paese praticamente senza sosta, poter osservare quel pallido globo di luce grigiastra appeso in cielo, imitazione mal riuscita del sole, è segno che effettivamente è una buona giornata. È un posto deserto anche il piccolo porto affianco al ponte naruto, abbandonato a sé stesso probabilmente, e forse proprio per a questo è dovuto il fascino che ha portato il gigante sfregiato a soffermarsi tra quelle viuzze e quelle banchine. I posti abbandonati hanno il merito di lasciare intravedere i tratti di vite interrotte. Parlano pure essendo muti. Pulsano di vita pur essendo deserti. Si erge in tutta la sua stazza in quel posto deserto, l’Akimichi, tanto ampio da poter quasi osservare i vapori della nebbia scostarsi al suo passaggio. Le leve inferiori sono coperte dall’ampio, nero, morbido pantalone d’un kimono che cela i grossi fasci muscolari e si immerge negli schinieri che chiudono la stoffa all’altezza del polpaccio squadrato. Calzature ninja ai piedi. Il torso, spesso come il tronco di un albero, caratterizzato dalla classica forma a V dovuta alla vita stretta rispetto alle spalle e agli ampi muscoli dorsali sotto di esse, è coperto da una canotta bianca in tessuto tecnico, aderente come una seconda pelle ai muscoli che guizzano ad ogni passo sotto di essa. Le spalle stondate e le braccia definite sono lasciate ai fianchi del busto, ben distanti dal corpo a causa dell’ampiezza dei dorsali, e son decorate dagli ampi tratti nero-rossastri d’un tatuaggio che s’infila sotto la canotta. Il collo taurino sostiene un volto affilato e dai tratti definiti, decorato da due cicatrici che segnano il volto, la prima scende dritta dalla parte sinistra della fronte fino ad immergersi nello zigomo sottostante, salvando l’occhio, la seconda per orizzontale percorre tutta la fronte, come il taglio sul coprifronte dei mukenin. I capelli neri dai riflessi rosso sangue sono lasciati sciolti, lunghi fino alle spalle, ad incorniciare il viso. Il simbolo degli Akimichi campeggia sul retro della canotta, il pugno stilizzato in grigio delle 4 stelle, sul pettorale sinistro. Alla vita, a mo’ di cintura, è chiaramente visibile il coprifronte di konoha. La mancina, stringe un grosso contenitore, simile a un secchio, fumante.

15:56 Sango:
 Un'altro giorno di nebbia e umidità. Ovviamente i ninja di kusa son stati quelli più demoralizzati dal luogo del loro accampamento, una foresta di umidità, insetti, puzza, e latrine. L'unica loro fortuna è ancora avere Yukio con il suo bar ad intrattenere le ore di noia e di angoscia, in attesa di quello che sarà , in trepidazione e nella paura per non sapere se ci sarà un altro giorno. La giovane chunin si è portata lontana dal mormorio altrui, e porta il corpo a viaggiare al massimo della velocità dentro la foresta di mangrovie, alla ricerca di un posto più isolato e perchè no, studiare il campo di battaglia in ogni suo angolo. Ecco perchè alla fine i piedi della chunin toccherebbero la terra, tanto vicina al mare da poterlo sfiorare con il piede, il genin potrà sentirla arrivare tranquillamente alle proprie spalle, dopotutto non sta facendo in modo di esser silenziosa. La sua posizione sarebbe dietro almeno 5 metri dall'Akimichi, proprio alle sue spalle. Non stava di certo cacciando lui, ne inseguendo, ma il volto rivela una ruga al centro degli occhi, forse infastidita dalla presenza altrui. La donna si presenta anche lei alta, statuaria quasi. Il corpo è morbido nelle forme molto accentuate anche dal proprio vestiario. Questo si compone di pantaloni stretti neri e una maglia a maniche lunghe, anche questa nera. L'unico vero tocco di colore sono i capelli rosso fuoco, lasciati andare al vento dando l'impressione di fiamme danzanti . Sul braccio sinistro sfoggia il proprio copri capo, un effige che non ha importanza. Non combatte per Kusa, combatte solo per Yukio, e che questi sia il kage è un altro paio di maniche . Le iridi azzurro verdi sono rilassate mentre guarda il loco intorno a se , prima di tornare a fissare l'Akimichi , non troppo lontano, non troppo vicino. Ovviamente non può non notare il fisico altrui, imponente e ben muscoloso, e d'altronde essendo donna ed essendo Sango, non può che apprezzarne le rifiniture, quasi fosse una macchina ben oleata. [chakra on]

16:13 Yosai:
 Inizia a percepire i rumori d’avvicinamento della kusana da circa una ventina di metri, e questo lo porterebbe, istintivamente, a sollevare la mandritta davanti al plesso solare, la mano chiusa in pugno con l’indice e il medio, affiancati, a svettare verso l’alto formando il mezzo sigillo della capra. Si concentrerebbe rapido sulla ciò che muove i suoi pensieri, i suoi sentimenti, le sue emozioni, andando a fondo nella sua mente fino a trovare l’energia psichica. Si concentrerebbe quindi su ciò che permette al suo corpo di funzionare, al sangue di scorrere violento, al cuore di battere poderoso e ritmico, scavando fino a trovare l’energia fisica. Convoglierebbe quindi le due sfere al centro del plesso solare, dietro al mezzo sigillo della capra, sotto l’addome bitorzoluto. Innescherebbe quindi un moto rotatorio dell’una sfera nell’altra e dell’altra nell’una, unendole fino a creare il chakra e spingerlo a scorrere violento nel suo apparato circolatorio. Lascerebbe quindi cadere la mancina, sciogliendo il sigillo per poi arrestare il passo piantando il piede sinistro in avanti e facendo leva su quest’ultimo per ruotare il torso, le spalle e il capo, fino a trovarsi a guardare esattamente nella direzione opposta, posando lo sguardo del color dell’oceano in tempesta sull’altra figura, istintivamente stranito di trovare un’altra presenza lì, proprio come la chuunin. È il coprifronte che mano a mano che si avvicina si fa sempre più nitido e visibile a consentire al muscolo della mascella di rilassarsi e allo sguardo di concentrarsi su altri dettagli, ben più carnosi e coloriti. È sull’ovale del viso, negli occhi dell’altra che immerge i suoi. È li che lascia le labbra libere di tendersi in un sorriso <Non ci si libera mai di voi kusani…> ringhia sorridendo guardandola dall’alto. Bugiardo, che la maggior parte degli affetti ormai li ha stretti tra la gente di Kusa <sono Yosai, genin di Konoha> meglio identificarsi subito, sia mai. Lascerebbe lo sguardo distogliersi da quello di lei solo per andare a perdersi nel mare infuocato che la chuunin si porta dietro. Un bagliore di quel rosso finisce per colorare il mare nei suoi occhi, come prendesse fuoco.

16:25 Sango:
 Come previsto anche l'altro nota la propria presenza, il cui chakra è già attivo da quel mattino all'alba. Lo osserva con tranquillità , lo sguardo che scivola su di lui mentre si mostra completamente a lei. Non prova paura ne timore, solo un vago senso di ..interesse. Che sia per il suo corpo non può esser difficile da comprendere . Lascia che sia l'uomo a fare gli onori e le presentazioni, notando al sol nominare Konoha, il suo coprifronte legato in vita. Il corpo andrebbe a muoversi lentamente verso di lui, il passo sicuro , le iridi fredde come una pallida primavera, tanto lontana in quel momento. I piedi si arresterebbero raggiunta la figura, la distanza che li separa è poca, circa due metri. < Non sorprenderti Yosai > sussurra divertita < siamo tutti sulla stessa barca , è normale trovarci ovunque > la voce calda andrebbe ad avvolgere quelle parole, il silenzio intorno spezzato solo dal mare e dal suo moto continuo ed infinito < piuttosto vedo che Konoha ha una bella combriccola di genin. Ne ho conosciuti diversi. E tutti questi si sono quasi fatti ammazzare > quasi a volerlo cogliere sul vivo con quelle affermazioni. Le labbra che si tirano in un breve sorriso prima di ritrovare la sua compostezza iniziale < Sango Ishiba , chunin > andrebbe a ridire per presentarsi a sua volta, sia mai che le questioni di immagine non vengano rispettati proprio da un Ishiba, sia chiaro. La destra che sale sul volto , sistemando i capelli dietro un orecchio, prima di scendere lungo il fianco con malcelata grazia ed eleganza < ma tu sei così diverso da loro che non immaginavo fossi un Konohano > insomma, l'aveva etichettato come un Kusano qualsiasi solo per il suo fisico. Quanto possano esser elegante gli Ishiba e quanto possono essere frivoli è un dato di fatto. Solo che le piacciono le cose belle, perchè allora non godersene appieno e dare una sferzata agli occhi? Abituata com'è a passare molto del suo tempo a osservare l'Hokage o piccoletti , quello sembra il paradiso < come mai ti trovi anche tu qui? > che sia in missione? O una semplice passeggiata come lei, anche se di camminare ne ha abbastanza. Sente ancora i muscoli tesi delle gambe per tutto quel moto. [chakra on]

16:49 Yosai:
 La osserva avvicinarsi, assottiglia appena lo sguardo il gigante sfregiato, la ascolta parlare <non è una spiacevole cosa, in realtà> rivela il bluff, coprendo con un velo di malizia lo sguardo che rivolge alle iridi primaverili della donna e stendendo ancora un poco il sorriso, per poi ascoltare il riferimento della Chuunin ai genin di konoha <ah si?> inarca il sopracciglio sinistro, andando a frastagliare la linea verticale della cicatrice che lo segna. Non si cura di quei segni. Abituato a portarli <curioso che tu lo dica…> si umetta le labbra con la lingua <neanche tre giorni fa ero in missione con un genin di kusa che aveva deciso di farsi una bella pomiciata con cinque cartebomba> commenta mentre le labbra sottili si stendono al punto da snudare la bianca dentatura <magari sai dirmi come sta, si chiama Katsu Seiun, ci terrei che fosse sopravvissuto> ammette. I medici non hanno saputo dirgli gran che in effetti. Ma quel biondino gli ha promesso una scazzottata, e per gli dei se l’avrà. China piano il capo, in segno di rispetto, ma senza schiodare gli zaffiri nei suoi occhi dallo sguardo di lei <è un vero piacere> mormora sincero. Effettivamente è radicalmente diverso dai parigrado. Più grande, non solo in senso fisico, ha almeno 4 anni in più rispetto al più anziano dei parigrado, e questo gli fornisce quel minimo di profondità in più necessaria nell’analisi del contesto. <lo prendo un complimento> facciamo di si, anche perché è così poco attaccato a konoha che in nessun modo essere definito “non konohano” può essere dispregiativo <alcune delle persone a cui tengo alloggiano nel vostro accampamento in effetti> ammette <e non so bene a cosa tu ti riferisca, ma crepare in questo posto fetido non è proprio nei miei pensieri> ecco, farsi ammazzare come gli altri genin non è da lui. <è…*fastidioso* avere gente ansiosa di crepare come compagni, effettivamente> sembra quasi ragionarci su, e quella parola ha un’enfasi più profonda rispetto al resto del discorso. All’ultima domanda di lei alza le spalle stondate e decorate d’inchiostro <cerco una compagnia che non mi annoi> ammette <di solito la mia mi soddisfa ma… chissà..> lascia di nuovo correre quello sguardo oceanico ad annegarla per poi alzare la mano mancina, che stringe quel grosso contenitore che le viene porto. Un profumo la investe insieme al vapore <vuoi> ravioli di carne al vapore, tutti ammassati li dentro, sono una marea. Il suo spuntino.

17:02 Sango:
 < non spiacevole?> inarca un sopracciglio , la sorpresa che si fa strada sul suo volto < non vedo cosa possa esserci di spiacevole ad essere incastrati qui, in mezzo al nulla, in attesa di un nemico di cui sappiamo poco ..e non dimentichiamoci i demoni codati a zonzo > ironica come poche altre volte, tutto colpa di quello status perpetuo che la fa vivere sul chi va la. E il pensiero corre al fratello per un momento. Sarebbe dovuta tornare ad Ame, a continuare le sue ricerche e tutto il resto, ma la presenza di Yukio non le permette di spostarsi. Ed ecco che anche l'altro si prodiga nel definire un kusano una schiappa, o quasi < oh bene , sembra essere una prerogativa dei più.. dato che tu non mi sembri ferito o altro > un modo come un altro per fissarne il corpo, non troverebbe nulla di strano a parte le cicatrici sul volto < Katsu Seiun > conosce solo un Seiun , ma quella è un altra storia < credo di averlo conosciuto qualche settimana fa, non l'ho più visto > come se fosse importante dopotutto . Lo osserva chinare il capo come un vero gentleman, a discapito della sua figura burbera < lo è mio caro > i passi che andrebbero infine ad accorciare la distanza tra i due, il volto sempre sollevato per poterlo guardare in viso , lascia che sia solo il seno a dividere lo spazio tra di loro . Invadente direbbero i più. < non posso che non essere d'accordo > commenta piacevolmente sorpresa di quel pensiero. Di solito sono tutti li a preoccuparsi dei compagni, della squadra, invece di concentrarsi sulla missione in se. < è spiacevole quando un compagno diventa un peso > se fosse stato per lei avrebbe mollato entrambi i genin a terra agonizzanti, ma un certo kage l'avrebbe sicuramente punita in modi molto coloriti < allora è perfetto direi , sono anch'io in cerca di compagnia > della tua aggiungerebbe in mente, ma non si scompone affatto in quelle parole,lascia che siano i pensieri ad esser volgari < grazie , sono costretta a rifiutare al tua offerta, ho già mangiato > ammette con molta delicatezza nella voce. Non gli vanno di certo i ravioli in questo momento. < come stanno andando le cose al campo di Konoha dunque?> non che non abbia informazioni sull'altro accampamento, ogni tanto fa qualche viaggetto per consegnare missioni, e scartoffie, vuole solo che sia l'altro a parlare di se per lo più. Ma il contegno Ishiba la istiga a non far domande, per adesso .[chakra on]

17:22 Yosai:
 Quel sarcasmo lo riconosce immediatamente, e gli snuda di nuovo la dentatura in un ghigno divertito che, verso la fine della frase, diventa una risata potente, liberatoria, una risata che riempie l’aria. D’altronde la cassa di risonanza del suo torace è tutt’altro che esile <ce le avessimo ne nostro campo persone con un po' più di spirito> e che palle con la volontà del fuoco e i pilastri del villaggio e il clan e tutto il resto. <non è una spiacevole sorpresa incontrare certe persone, quando capita, questo intendevo> specifica meglio. Ovvio che preferirebbe essere a miglia di distanza da lì. Cosa lo spinga a restare? Occorrerà scoprirlo… mantiene quel ghigno divertito quando menziona il suo stato fisico <beh, non ero ridotto ad un carboncino senza un organo sano in corpo> ammette <ma non sono di marmo, ancora, e quel bastardo ha inciso anche me> ammette. Dove? Beh i segni li porta, solo che non sono visibili. Probabilmente anche se effettivamente non è del marmo, la solidità di quei muscoli decide di saggiarla, avvicinandosi, e quel movimento porta di nuovo le iridi oceaniche ad accarezzarla senza alcuna delicatezza. Per fortuna ha maturato quel minimo grado di resistenza che gli consente di non mostrare rossore sulle gote e di mantenere un certo grado di compostezza. Si limita a farla arrivare ad una trentina di centimetri dal suo busto quindi, semplicemente sposterebbe il peso sulla leva inferiore mancina per poter liberare la destra, che verrebbe allargata e caricata del peso quel tanto che basta per fare in modo di trovarsi di lato rispetto a lei. Una semplice torsione del busto e la affiancherebbe, <sono molto d’accordo> come se niente fosse torna sull’argomento citato da lei. Lui che ha accoppato un povero vecchio perché si era rifiutato di seguire i suoi ordini e pretendeva di accompagnarli. <sono convinto che certa gente in battaglia non ci sappia stare> l’argomento ha richiesto un’espressione un po' più seria, prontamente disegnata sul volto dell’altro. Che al diniego di lei scrolla di nuovo le spallone <meglio per me> mormora quasi a se stesso. Piega subito dopo l’avambraccio destro, facendo guizzare i muscoli del braccio come serpi di carne sotto la pelle tatuata, a disegnare sinuosi giochi di luci e ombre. L’intento è di infilare la mandritta nel secchio, estrarre un raviolo e ficcarselo, intero, tra le fauci <noioso, confusionario *fastidioso*> risponderebbe solo dopo aver inghiottito. Non si parla con la bocca piena <e nel vostro? Ce l’avete qualcuno capace nelle arti marziali?> chiederebbe quasi inconsciamente. Come al solito incapace di tenersi le cose per se.

17:41 Sango:
 La compagnia dell'uomo si rivela ben presto più piacevole di quello che avrebbe mai immaginato. < finalmente qualcuno che non è imbronciato > direbbe a sua volta, dato che gli ultimi suoi incontri son costellati da volti trsiti, doloranti e tutto il resto che ne consegue. Non che lei sia lontana da quella descrizione, ma alle volte diventa pesante trascinandola nel baratro da cui sta cercando disperatamente di non cadere. Osserva l'uomo con tranquillità in tutto il corpo, senza farsi vergogna alcuna di quel momento, solo per cercare di notare dove l'altro sia stato colpito. Le sue scarse competenze mediche non l'aiuterebbero, e comunque quelle si rifanno soltanto alle incisioni su carne viva. Lo lascia spostarsi da lei, da quella vicinanza che potrebbe averlo messo a disagio, ma che la diverte in qualche modo. Le labbra si distendono in un sorriso malizioso, ammiccante. < sei interessante. Sei il primo che incontro ad essere schietto tanto quanto me > notando però la differenza tra il proprio dire, delicato e tagliente, e il suo, burbero e diretto < non sono in molti che ammetterebbero che alcuni non siano fatti per essere ninja e potrebbe snocciolare qualche nome ma non lo fa, perchè dovrebbe? Si sarebbero comunque resi utili come carne da macello al primo vero scontro . Lascia che l'altro ingolli il raviolo intero con poca grazia, ma anche quel modo di fare tanto distante da lei, la attrae in modo strano . lo osserva in tutto l'atto, cercando di spostarsi quel tanto solo per guardarlo di nuovo in viso senza dover torcere necessariamente il collo. Non commenta il suo modo di mangiare ovviamente, e il suo volto sembra più divertito che disgustato. < noioso e umido > ammette < ma d'altro canto Yukio sama ha installato un bar per intrattenerci.. a modo suo > cioè completamente nudo, sfatto e ubriaco. < mh direi che potremmo sederci > andrebbe a controllare in giro notando come un albero abbattuto si trovi nelle vicinanze. Un vecchio albero probabilmente dato che la corteccia sembra molto secca, e anche bianco come un osso, come se fosse stato mangiato dal mare e dal sale . Andrebbe dunque a muoversi , senza attendere il dire altrui, per accomodarsi tranquillamente < finalmente una giornata di pace > mormora, le palpebre che si chiudono con il viso rivolto al sole nascosto < quindi non combatti per i tuoi compagni suppone lei da quel che gli ha detto < posso chiederti per cosa combatti?> ormai è una routine quella di chiedere ai ninja la motivazione che li porta a mettere la propria vita in gioco < la guerra sta arrivando.. riesco quasi a sentirla > le iridi si aprirebbero per incrociarsi alle altrui < tu sei pronto ?> il sussurro arriverebbe al volto altrui, e se fosse troppo lontano si avvicinerebbe quel tanto in modo che l'altro senta il suo respiro freddo sul viso . Le iridi che non lascerebbero andare le altrui, come un serpente intento ad ipnotizzare la sua preda. [chakra on]

18:12 Yosai:
 Quel sorrisetto malizioso ne provoca un altro simile, del gigante, di rimando alla chuunin. Non è così abile incerte cose, a momenti alterni e a seconda dello stato alterato di coscienza e di disinibizione che raggiunge potrebbe reagire finendo nel completo e paralizzante imbarazzo o, caricato come un toro, non farsi il minimo scrupolo. Per ora però le schermaglie son minime e non può che lasciar divertire la Chuunin, traendone il giusto beneficio per l’ego. <sei la prima capace di scherzare su una situazione di merda> risponde subito dopo di lei, ghignando. <questo è uno di quei pochi casi in cui non mi pento di aver aspettato a fare l’accademia> commenta piano, gonfiando di nuovo l’ampio torace che tira sul tessuto della maglietta, prende aria <non te lo dice nessuno in accademia che ti stanno formando per diventare un soldato> commenta <e così si riempie di bambini mezzi idioti che si riempiono la bocca di sogni di gloria e di comando e di protezione di questo o quel villaggio> lo sguardo, dopo aver vagabondato su di lei, si sofferma nel suo sguardo <poi cresci e vieni a patti col fatto che se sei fortunato arrivi ai venticinque anni per finire ammazzato in qualche posto sperduto, dimenticato da chiunque perché i pochi amici che ti sei fatto sono finiti sotto terra prima di te> commenta irrigidendo piano i muscoli della mascella, che sbucano definiti sul viso <se invece sei sfortunato finisci menomato e passi il resto della tua vita in una stanza a farti aiutare anche solo per passare dalla sedia a letto o per infilarti il pranzo in bocca> scuote il capo, lasciando che qualche ciocca sbarazzina copra lo sguardo tagliente, oceanico, che la cerca insistentemente. Infila le spesse dita della mano destra tra i capelli, tirandoli indietro e liberandosi dall’impiccio. <ma sai che c’è, scelta loro. Qualcuno su questo campo di battaglia dovrà pur rimanerci> effettivamente non è un discorso molto collettivista, molto da membro organico di un corpo di combattimento. Ma non sembra curarsene. Ascolta il dire della Chuunin. <Yukio il kage dell’erba?> si cantavano canzoni nei villaggi del paese del fuoco che ha avuto modo di visitare. Inarca un sopracciglio <non sembra poi tanto male> commenta alzando di nuovo le spallone dipinte. La seguirebbe senza proferir parola, lasciandola alla guida dello strano duo verso l’albero caduto, rimarrebbe di fronte a lei, fermo nella sua statura, osservandola scendere per sedersi. Inarca un sopracciglio nell’osservarla ad un’altezza pericolosa. Sarà solo la fantasia a galoppare. Batte un paio le palpebre, prima di incrociare i piedi e scendere seduto per terra davanti a lei, forse l’unico modo per poterla guardare negli occhi senza costringerla ad alzare lo sguardo e senza costringersi lui ad abbassarlo. Anzi, in quella situazione forse è lei leggermente più in alto. Lascia il contenitore da una parte dell’ampio busto, cercandola con lo sguardo al dire di lei <per adesso combatto perché mi riesce bene. Ho costituito l’avanguardia di konoha in questo posto di merda, e non penso me ne andrò finché ci sarà da fare su quest’isola.> commenta semplicemente. Certo, ci sono altre ragioni forse, ma la più importante è senza dubbio quella <mh> distoglie lo sguardo al dire di lei, a quella previsione. Alla domanda di lei però si lascia travolgere da un’altra coinvolgente, piena, musicale risata <e che ne so, Sango?> di nuovo alza le spalle lasciando scattare i muscoli del trapezio che scattano spingendo le vene delle spalle e del collo contro la pelle. Autostrade di sangue, un sorriso radioso la investe <come fai a dirlo prima?> chiede con le mani aperte, il palmo verso il cielo e le spalle alzate <suppongo che se mi ritroveranno a faccia in giù nel fango non sarò stato all’altezza> commenta lasciando cadere gli arti superiori e le spalle <tu? Perché sei in questo buco di isola?> chiederebbe curioso <perché combatti?>

18:37 Sango:
 < mh? E cosa dovrei fare? I miei nervi sono sempre tesi, dormo così male la notte da non chiudere occhio > il volto per quell'istante si fa veramente serio, quasi si trovasse ad un funerale. L'odore della guerra, del ferro e del sangue sparso, la polvere a imbiancare corpi morti per le strade. Rivive un attimo di inquietudine a ricordare il proprio passato, a ricordare Ame. Un villaggio sempre in guerra e sempre in lacrime. < invidio questa tua scelta > non invidia la scelta in se nel diventare ninja, non quella. Invidia solo la possibilità di avere scelta. < nel mio clan siamo tutti ninja, fin da piccoli siamo abituati alla guerra. A vedere nostri cari cadere.. > e ad uccidere. Evita di aggiungere queste parole per non smorzare l'iniziale conversazione leggera < capisco anche il tuo punto di vista. Ma di certo non finirò ne per morire, ne per rimanere menomata in un letto qualsiasi > andrebbe a rispondere solo e soltanto quando l'altro si accomoda davanti a lei, in modo da poterlo ben guardare in volto , accompagnando il tutto con un sorriso malizioso ammiccando alla frase equivoca. < oh si che in battaglia qualcuno rimarrà > ed è convinta che sarebbe stata anche lei tra le fila dei ninja, sempre che Yukio glielo permetta < no Yukio non è male > il sorriso malizioso cede per un attimo, addolcendosi un poco a nominarlo. Anche se a ripensarlo nudo arrossirebbe di colpo < è un pò strano ma è un grande ninja > continua velocemente per passare quel lieve momento di imbarazzo . Lascia che sia l'altro a parlare ancora, ad esprimersi . finalmente le orecchie posson sentire l'udire altrui senza alcun problema, l'uomo stesso non se ne fa di problemi. Non è di certo facile avere una conversazione leggera in quel momento di tensione . Lascia anche che la domanda arrivi a lei, e si prende tutto il tempo prima di rispondere, senza staccare un attimo gli occhi dal volto dell'Akimichi. < una volta credevo di essere qua solo per Yukio sama > ammette con un certo sforzo < è l'unica persona al mondo verso il quale sento un legame > per non parlare anche dei pierrot, la squadra dove l'ha accolta grazie anche alle proprie capacità ninja < adesso non ne sono molto sicura.. per cosa combattere..per chi combattere.. > sospira lievemente < per me stessa. Ho fatto una promessa. Bruciare lungo quella che adesso è il mio cammino. E se Yukio vorrà che io combatta per lui, lo farò > l'avrebbe sempre protetto, come avrebbe sempre protetto il fratello. Ormai il cammino è stato imboccato, l'evocazioni sono ancora li ad attendere una risposta dopotutto. < la vita di un ninja è sempre così..Spinta dal prossimo o dall'egoismo no?> terminerebbe il tutto con una risata per alleggerire la tensione. Le gambe che si incrociano davanti a lui, con un moto elegante e distinto, mentre i lunghi capelli rosso fuoco vengono lasciati cadere lungo le spalle . Che stia provando a stuzzicarlo è palese. [chakra on]

18:58 Yosai:
 <Dovresti sfogarti> le risponde di getto, abbozzando un sorrisetto strano che però muore nel mare di ricordi di lei. Eh si Yosai, se vuoi fare il malizioso devi anche saper aspettare il momento giusto. La ascolta parlare <Hai una storia pesante alle spalle, Sango> ammette, osservando quello spiraglio di lei che la rossa gli concede. Pronuncia quel nome con il minimo di intimità in più che una conversazione virata anche solo vagamente sul confidenziale si merita <per questo sei forte> e che ne sai che è forte? Beh forte nel senso di spiritosa, o nel senso di smaliziata, sempre presente a se stessa e a ciò che ha intorno, effettivamente non ha visto molto più di questo, per ora. Ma qualche dettaglio l’ha colto. È grosso, non stupido. <Tu? Tu sei un’eccezione al discorso> ammette <ci sono sempre le eccezioni. Qualcuno deve pur diventare kage, o consigliere, o tessai> le sorride d’un sorriso solare, infilando di nuovo la mandritta nel cesto dei ravioli. Si fa subito più sero, guardandola con i suoi zaffiri dritta negli occhi <qualcuno dovrà pur essere l’eroe> di nuovo passa la lingua sulle labbra sottili <qualcuno dovrà essere il tiranno> conclude, tornando meno serio <eccezioni, solo questo saremo, eccezioni in un mondo di gente morta giovane e di ragazzi diventati inservibili> il passato che lei ha rievocato lo testimonia <un mondo di cari caduti> ripercorre le sue parole, accompagnandole con un sorriso tagliente ma caloroso, quasi come fosse piacevole tagliarsi con quel sorriso <ruoli. Dobbiamo solo scegliere i nostri> prima di ficcarsi il raviolo tra le ganasce e masticare, a bocca chiusa, fino ad inghiottirlo. Socchiude un po' gli occhi, incuriosito dal modo in cui parla del kage, incuriosito dal rossore su quelle gote. Si perde a guardarla per un lungo istante. Per la prima volta la può osservare leggermente dal basso. Una nuova prospettiva. Poi la ascolta di nuovo senza rispondere, lascia che sia lei a concludere la frase, e si gode il gesto fluido di lei nell’incrociare le gambe. Impressionato dall’eleganza sicuramente. Sa come fare effetto, di questo lei potrà avere la certezza nello sguardo oceanico di lui, che rimane sulle gambe di lei anche dopo aver iniziato il discorso, come se lo sguardo agisse in ritardo rispetto al cervello. Viene infine riportato agli occhi di lei <esiste altro? Altruismo ed egoismo… balliamo tra eccessi> commenta <ti auguro che questa situazione di merda ti porti qualcosa di positivo> di nuovo stende le labbra in un tagliente sorriso luminoso <magari qualcuno a cui tenere un po' di più> chi lo sai <per quel che ne so, stare gomito a gomito con qualcuno in situazioni estreme genera legami> ridacchia, si, bisogna decisamente alleggerire la tensione.

19:17 Sango:
 Nonostante sia lontana nei suoi pensieri anche quelle parole vengono colte, con lo stesso spirito malizioso < sfogarmi.. e come se posso chiedere? Sono certa che avrai almeno un idea di come farlo > non perde tempo lei , a suo agio in quel modo di fare prorompente, almeno nel flirtare con gli uomini. < abbiamo tutti una storia pesante alle spalle alla fine > una verità assoluta la sua, lo sa, lo sente nell'animo. < ma non per questo ci sentiamo meno soli > sussurra leggermente quelle parole , anche questa è una sua verità assoluta. Sorride a quelle parole, essere un eccezione? Lo è stata già la sua nascita, con quei capelli rosso fuoco fuori dal comune all'interno del clan, come se fosse nata dalle fiamme stesse, pronta per bruciare in quel mondo. Una breve risata viene fatta uscire dalle labbra carnose, chissà perchè si vede più come tiranno che come eroina? < non lascerò questo mondo tanto presto e senza aver lasciato il mio ricordo impregnato in questa terra > ammette < spero che lo sia anche tu > una speranza forse vana, ma un personaggio come quello , in pochi altri l'avrebbe trovato. Perchè non spingerlo verso quella via allo stesso modo? < come degli attori su un palco, scegli pure quello che vuoi essere e alla fine lo diventerai > si diletta in quelle parole . Il movimento si compie, nota bene lo sguardo altrui sul proprio corpo. Per nulla sottile o gracile, anzi, le forme sono molto più accentuate e burrrose, e lo sa. Allungherebbe la mano , l'indice che delicatamente solleverebbe il mento altrui per poterlo guardare < c'è qualche problema?> soffia quelle parole, avvicinandosi quasi come se volesse baciarlo, ma ovvio che non lo faccia. Quel gioco verrà portato avanti ancora per un pò. Si ritrae nuovamente < egoismo e altruismo, due bilance che si equiparano a quanto pare > nota con piacere di non esser la sola a combattere per puro e mero egoismo. Per quello che desidera veramente, per come il cuore le batta in certi momenti, per come un pressante ed oscuro desiderio la porta a camminare in una strada oscura e tortuosa , e di come ne possa provar piacere nel farlo. < questa situazione è già stata utile > con la guerra che incombe è dovuta venire a patti con se stessa, e Kiri sarebbe stata molto utile nella ricerca delle evocazioni. Avrebbe potuto trovare delle informazioni diverse da quelle contenute a Kusa. < dici? Mi guarderò intorno > ribatte prontamente, il sorriso malizioso che le solleva l'angolo destro della bocca < e tu hai trovato qualcuno a cui tenere un pò di più?> [chakra on]

19:42 Yosai:
 A muoversi in un contesto estraneo, si finisce presto vittima di qualche agguato. E quando quella iniziale domanda giunge alle sue orecchie. Le orecchie d’un soldato, di un uomo fatto e finito con una costituzione del genere, tanto gonfio di testosterone naturale che se baciasse una rosa al fiore verrebbe la barba, chiuso in un accampamento pieno di commilitoni, ragazzini che giocano a fare la guerra e poco altro…la sensazione di essere caduto in un agguato è ben presente. È del tutto incapace di tenere nascosti pensieri tanto luridi da inclinargli di lato la testa, dipingergli sul volto un ghigno e sulle gote due linee rosse <beh, allenarsi, fare meditazione, trovare il tuo io interiore, crescere, conoscere nuove tecniche, acquisire nuovo potere… quali sono le altre cazzate dietro alle quali tutto il mondo ninja corre?> il sarcasmo non è di casa solo tra le labbra della rossa. È più greve e meno raffinato, ma non meno schietto, il suo. Effettivamente alle tette nessuno ci pensa. E qualcuno dovrà pur farlo. Fare il ninja a vent’anni è meglio. Non può evitare di farsi più serio e limitarsi ad annuire al dire di lei, per poi godersi quella risata musicale. E al suo successivo dire sgrana leggermente le iridi oceaniche. Sorpreso. Una speranza gentile. La sorpresa lascia il posto di nuovo ad un sorriso <lo spero anche io> chiunque vorrebbe essere l’eccezione di un mondo tanto orribile. La frase sugli attori gli evoca un gesto d’assenso <ecco, esatto> ammette, ma quel tocco lo paralizza, come se esattamente sotto al mento, dove lei poggia l’indice, ci fosse il bottone di spegnimento di quella perfetta macchina fatta di muscoli e di pelle tanto tirata sopra di essi da farne vedere i dettagli. Problemi? Chi ha problemi? Nessuno ha problemi! Sbatte un paio di palpebre, come se il profumo di rosa che l’invade, irruento come lei, gli fosse finito negli occhi, fermo come un opossum davanti al predatore, fingendosi morto <..no…perché?> mormora con il tono di voce che improvvisamente è di un tono più elevato, tant’è che si schiarisce subito la voce. Tonto. <assolutamente> è tornata la sua solita voce, quella che sembra fuoriuscire da un’onda che s’infrange contro uno scoglio. Egoismo e altruismo sono due facce della stessa medaglia <mi fa piacere, quando una situazione di merda diventa utile vuol dire che ne usciamo più forti> le risponde e a quelle domande piega poco il capo di lato, come un cane curioso. Afferrando un altro raviolo. Ma si ferma quando il senso malizioso di quella frase gli arriva come uno shuriken lanciato nell’ombra, e di nuovo sembra affetto da un lag, che dura però molto meno <fai bene> le risponde ricambiando quel sorrisetto <mah, sembra che prima o poi mi toccherà chiedere il permesso di accedere all’accampamento di kusa. Si sta rivelando un posto assai interessante> lo sguardo s’incastra nei dettagli di lei quasi come ne rimanesse impigliato. Stavolta nel colore fiammante dei suoi capelli, alla destra del suo sguardo.

20:02 Sango:
 Osserva bene sul suo volto i segni lasciati dalle proprie parole, su come gli occhi sembrino distanti e le gote cambino colore. Dopotutto non ha perso ancora il suo tocca da strega < oh non saprei, potrei farti da insegnante chi lo sa > e su cosa non lo direbbe, il doppio senso chiaro come il sole che riscalda quel mondo ogni mattino e che sorge ad est. Si sta divertendo, finalmente ha un uomo tra le mani e non piccoletti. Meglio per lei . < la speranza è l'ultima a morire > dice gentilmente dopo aver confessato quelle parole che mai avrebbe pensato di elargire lei stessa ad un quasi perfetto sconosciuto. Si vede che l'indole altrui ha saputo levigarla un pò in quel loro incontro, altrimenti sarebbe finita come le chiappe del povero Sakir. Con il suo nome inciso sopra. Riesce anche a toccarlo, a sollevare il volto altrui, e decide se possibile di continuare quel contatto con il pollice della mano che andrebbe a sfiorarne le labbra . Come se avesse lanciato un incantesimo, ma non se ne ride, non se ne gode stranamente. Le piace soltanto quel breve e piccolo contatto che può permettersi una sconosciuta, no? < ti ho visto con lo sguardo un poco perso > soffia ancora, il fiato gelido proprio come la nebbia stessa, come se il freddo lei lo avesse dentro di se, e forse è proprio così. Lo lascia ritornare in se, ne nota il cambiamento di voce e come l'altro voglia ricomporsi . La schermaglia continua , divertita dal vederlo quasi in difficoltà nell'accettare quelle avance malcelate della donna < mh se vuoi posso portarti con me a vedere il campo > dopotutto anche un ignaro Sakir si era avventurato nella palude, con risultati disastrosi. Altrettanto vero è il fatto che l'uomo davanti non ha disobbedito ad un ordine diretto < prometto che avrai un accoglienza..calorosa > quanto si diverte? Troppo. E il fatto che riesca a esser così se stessa in quel momento è tutto dire, con le difese completamente abbassate, nessuno sguardo arcigno sul volto e soprattutto nessun bisturi tra le mani < mi hai detto che conosci già altri dei nostri..se posso sapere.. chi sono? > il sussurro ormai è d'obbligo, dato che proverebbe a non lasciare alcuno scampo al giovane perso tra i propri capelli. Difatti si chinerebbe verso di lui, con le gambe che sciolgono la loro morsa, e il busto che si farebbe inclinato verso il volto altrui. Si , lo vuole mettere ancor di più alla prova < spero che ti faccia piacere la mia compagnia > sussurra ancora con quel sorriso stampato in viso . [chakra on]

20:37 Yosai:
 Viaggiano tra il serio e il faceto, tra il dolce e il piccante, e obbiettivamente da questa schermaglia sta uscendo un solo sconfitto, ed è alto più di due metri. Di sicuro di malizia è meno sprovvisto di lei, ma se non altro non è tanto fesso da non saperla riconoscere, il problema è che quando il livello dello scontro si alza lei si dimostra il kage di tutti i doppiosensisti del mondo ninja, padrona rotolo dell’evocazione di pensieri pornografici mitologici ancestrali. Di fronte ad un simile potere lui non si rivela altro che un genin troppo cresciuto. <ho molto da imparare> mormora, perso, per poi sbattere un paio di volte le palpebre oceaniche <ma ad un sensei ambizioso serve un allievo… abbastanza determinato e… solido da sostenere gli insegnamenti> ok, è completamente impazzito. In balia delle onde rosso fuoco. Quella dolcezza però la nota, se la prende e la coltiva, ricambiando quel sorriso. Si ritroveranno alla fine della guerra, a mangiare ravioli di carne e a condividere strani pensieri. Quel tocco rivela due cose, il soffio gelido di lei sulla pelle del suo naso, e la pelle rovente di lui sulle labbra e sotto il mento. Effettivamente la Chuunin ha avuto l’idea di appoggiare il pollice sull’unico pezzo di carne morbido al tatto del genin. In questo momento letteralmente l’unico, visto che il gigante sfregiato sta iniziando a percepire il cavallo dei pantaloni sempre più stretto… magie della sartoria, un pantalone che si autorestringe. La questione è che il non troppo giovane genin sembra esplodere, oltre che di salute e di virilità, anche di calore. Scotta. <io… perso?> inventati qualcosa, tonto. <no, sapevo esattamente dove guardare> un sorriso da impertinente gli tende tanto le labbra che se lei non toglie il pollice se lo ritroverà sulle zanne bianche di lui. Ma ovviamente quell’ennesima battuta di lei stappa mentalmente il tappo di uno champagne troppo agitato, e improvvisamente si alza, facendo forza sulle leve inferiori, scolpite e solide come rocce. Torna a sovrastarla, soprattutto adesso che è seduta, ma le lo sguardo del color del mare non è verso di lei, volta infatti prima il capo, poi le spalle e a seguire il torso e le gambe, fino a finirle di fianco, solo adesso piegherebbe il capo verso di lei, e insieme la parte superiore del busto, allungando, la mandritta verso quella di lei. Il gesto è lento, schivabile in qualsiasi momento. Non mira alla mano tra l’altro, quanto al polso, e qualora lei lo accettasse, potrebbe avvertire il tocco rovente di una mano che non sembra avere pelle ma ghisa. È stranamente solida, priva di parti morbide. Anche i polpastrelli o l’interno del palmo sono più solidi del previsto. È una mano dalle dita lunghe ma non esili, con sul dorso evidenti le vene sotto la pelle tirata dai muscoli, qualche strano allenamento le ha forgiate, quale strano allenamento l’ha forgiato. Sempre qualora lei lo accettasse, quel tocco, lui le prenderebbe il polso in un modo che, per quanto riveli tutta la delicatezza che ci mette, non può non apparire lievemente irruento, soprattutto in contrasto con i modi della rossa. È incontenibile nei modi. Il gigante sfregiato. Se la tirerebbe leggermente verso di se, semplicemente, con una forza che non basta neanche a tirarla su da seduta, ma che se lei decidesse di accompagnare il gesto, percepirebbe come un saldo appoggio. <Kouki-sensei mi ha addestrato in accademia, e poi ho conosciuto qualche mio parigrado> ammetterebbe cercando di tornare su discorsi normali e rispondendo alla sua domanda. Qualora lei si fosse alzata, immediatamente le lascia il polso, affiancandola <ti accompagno, se vuoi> le sorride. Si, meglio camminare, magari si renderà conto, arrivati al campo, che è meglio lasciarcela e tornare in branda, che la mano destra è una preziosa alleata. <Se non mi piacesse la tua compagnia me ne sarei andato tanto rapidamente che ti staresti ancora chiedendo se per caso hai un cattivo odore> gli risponde, ghignando <che non hai> meglio specificare. <hai un bellissimo colore di capelli, invece> si, adesso si chiama colore di capelli. E magari la prima cosa che guardi in una donna è il naso e proponi sempre di andare ad ammirare la collezione di francobolli in camera da letto. Per fortuna non hai quattordici anni… ma lei il colore di capelli ce l’ha bello davvero. Si perde di nuovo, il gigante, a guardarglieli.

20:57 Sango:
 La chunin decide dunque di portare quel gioco ad un livello molto incandescente, portare..più che altro è il giovane genin che non ha molti scudi su quel punto di vista < e tu sei solido abbastanza da poter sostenere dei miei insegnamenti? > rigira il coltello nella piaga come più le piace, in quel gioco in cui le fa da maestra. Perfino la nebbia sparirebbe lentamente dal loco, quasi cancellata al tocco delle labbra bollenti altrui . Toglie il dito appena in tempo per evitare di metterglielo in bocca (?), giusto per non portare il tutto su un piano meno esotico, ed erotico. Gli sorride ancora quando le successive parole vanno a farsi strada alle proprie orecchie. Lo osserva alzarsi con un mezzo sussulto, non se lo sarebbe di certo aspettato. Lo guarda con aria interrogativa, adesso molto più in basso che prima. Lo osserva riprender posto al proprio fianco, senza staccare le iridi da tutti i suoi movimenti. La mano altrui si avvicina, e la propria che fa? Nulla, rimane li sulla gamba, lasciandosi cogliere dal polso sottile. La differenza tra le due mani è palese, una dura e vissuta, mentre l'altra delicata e candida. Non fa nulla per tirarsi indietro di fronte a quel contatto, la sua mano irradia calore nella propria, molto più fredda e gelata , nemmeno si ritrae alla lieve irruenza nel corpo altrui < Kouki > ricorda quel nome, un valido alleato di Yukio ma di più non saprebbe dire senza averla nemmeno conosciuta di persona < certo > sorride maliziosa, il corpo che si solleverebbe con eleganza, un movimento leggero e sinuoso che non la scompone, se non i capelli che si muovono alla lieve brezza serale < oh sei molto gentile > non che faccia molto per avere quell'odore di rose, è solo che la sua tenda ne è piena e non sa perchè. Magari qualche ammiratore ? Ma dopotutto si tratta comunque di rose rosse, sarebbe uno spreco gettarle < grazie > lievemente sorpresa da quel complimento < sei il primo a complimentarsi per i miei capelli > ammette con lieve imbarazzo. Per tutta la vita era stata additata come figlia del diavolo o cose simili. < vieni ti faccio strada > sussurra gentile come la luna, andrebbe dunque a muoversi verso il campo di kusa < se ti va puoi rimanere da me... a cenare > quello sguardo malizioso non sarebbe stato di certo l'ultimo della serata, e nemmeno il doppio senso. Chissà cosa deciderà il giovane? A lui l'ardua scelta, e da li le cose avrebbero preso una piega..diversa. [end]

21:51 Yosai:
 La afferra e si gode quel contatto rinfrescante. Peccato sia solo la mano. Pazienza. Quella domanda iniziale lo spiazza, inizialmente, dipingendogli un’espressione stupita sui lineamenti affilati, ma la risposta arriva poco dopo <lo sai, non rispondo mai prima a questo tipo di domande, dovrai mettermi alla prova> in che modo è riuscito a trovare quelle parole e la naturalezza con cui le dice? Probabilmente solo la profonda convinzione di non poter fare previsioni su se stesso ne su niente che lo circondi lo aiuta. Ma chissà, potrebbe essere divertente. Ascolta quelle parole di lei, al suo fianco <e di che, sei un chuunin, lo so benissimo che non hai bisogno di scorta e che volendo potresti arrossarmi le chiappe in qualunque momento> c’è da supporlo, certo è duro da sculacciare. <quindi fidati se dico che è un piacere> conclude con un sorriso, nessun ringraziamento è necessario, ma lo sguardo si volta stupito al dire di lei <com’è possibile? Hai conosciuto solo persone ceche?> impossibile non notare quel dettaglio che la caratterizza e fa di lei la donna che ha davanti. Quell’offerta rallenta l’incedere al punto che le concede due passi di vantaggio. <ci sto> veniamo a vedere dove arriva quel divertente giochetto. Cosa lo aspetta? Tante avventure divertenti probabilmente <anche perché tra qualche ora devo incontrarmi con qualcuno dei vostri genin per il turno di guardia nella zona> ammette lasciando poi schioccare la lingua sul palato <tsk>. La accompagnerà, e se quello non è un bluff cenerà con lei, inasprendo la scermaglia che va avanti da quando sono conosciuti, rideranno, affronteranno argomenti più seri, si stuzzicheranno, ma alla fine, con tutto il rammarico possibile, si congederà da lei per iniziare il suo turno di guardia. Alla fine delle tre ore tornerà in branda, e li lascerà galoppare la fantasia, almeno fino al giorno dopo. Chissà cosa succede gomito a gomito in guerra.[END]

semplice incontro tra due Shinobi