Illuminati dalla Luna

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21:57 Rio:
  [Banchina] Silenzioso e in solitaria, se ne sta seduto lì su una delle piccole banchine presenti nel porto. Labbra, sottili e socchiuse lasciano spazio a qualche respiro flebile dall’incisura tra esse. I piedi penzolano giù dalla struttura in legno che dà ormeggio a due pescherecci non di grandi dimensioni. I palmi sono poggiati a terra, sulla lignea superficie, con la schiena dritta che viene sorretta dall’avvicinamento di ambedue le scapole. La testa leggermente estesa permette di puntare lo sguardo del Deshi in direzione del cielo . Non vede molto a causa di quella fottuta nebbia <tzk> Non la sopporta più. Sempre e solo nebbia in quel posto. Per fortuna la luna quest’oggi risulta sicuramente più luminosa rispetto alle serate precedenti. La fissa, ricoperta da quella coltre odiata. Un fascio di luce biancastro che esala ed accende quelle piccole nuvole che lentamente le passano avanti. Non proferisce parola il ragazzo. Tanti i pensieri che gli frullano, dalle domande sull’imminente esame genin, alla sicurezza di star facendo il percorso giusto per scoprire di più sul suo passato. I capelli castani lasciano spazio alla fronte essendo con la testa indietro. Gli occhiali da vista riflettono la fioca luce lunare, mentre il tutone violaceo a dettagli rosso vivi lo ricopre in toto. Continua, a viaggiar nella sua testa, avvolto dal silenzio e dal rumore delle cime che si tendono a sorregger i piccoli pescherecci lì presenti.

22:03 Onosuke:
 Nebbia, nebbia e ancora nebbia. Questo sembra essere l'unico tipo di clima presente sull'isola. Non è abituato e non riesce a farselo piacere. Ormai dovrebbe essersela messa via dopo il lungo soggiorno a Chumoku, ma è più forte di lui. Ama il sole, ama le belle giornate, e per questo non vede l'ora di tornare a Konoha dove le giornate con il cielo azzurro sono all'ordine del giorno. Ovviamente vorrebbe tornare a casa anche per altri motivi. Uno di questi è la guerra. Infatti in questo periodo solamente di guerra si parla. Morti a destra, feriti ovunque. Sono passati solo pochi giorni e già non ce la fa più di sentire persone che rimangono ferite nei migliori di casi. Sembra che il Dio si stia proprio divertendo a giocare con le vite dei Ninja dell'Alleanza. Giusto ieri un suo conoscente, Yosai, è rimasto ferito. l'indomani mattina sarà lui stesso ad andare in missione e sa che deve essere pronto a qualsiasi cosa. Stasera, per meditare e per cercare di liberare un po' la mente, si è diretto verso il porto sul quale si erge il faro. Ha lasciato Tenshi a lavoro all'ospedale allestito al campo per poi dirigersi verso il luogo in cui spera di rilassarsi. Vestito in modo molto normale, indossa un paio di scarpe da ginnastica di colore nero, un paio di pantaloni marroni con i tasconi all'altezza delle cosce e una felpa di colore nero con la zip chiusa fino alla sua estremità e con il cappuccio tirato su a coprire la testa dal'umidità. Legati sul bicipite sinistro, a partire da sopra, ci sono coprifronte e la fascia rossa che gli ha regalato la Senjuu. Legato attorno alla coscia destra porta il porta kunai e shuriken. Ovviamente, prima di abbandonare la sua amata in sopedale, cerca di attivare il chakra. Così porterebbe le mani al petto congiungendole provando a formare il sigillo della capra. Successivamente proverebbe ad immaginare le due sfere: quella della forza spirituale a livello della testa che presenta un moto a spirale e quella della forza fisica a livello della pancia che presenta lo stesso movimento della prima. Infine proverebbe a immaginare di unirle proprio all'altezza del sigillo e mescolarle per formare quella che sarebbe la terza sfera: quella del chakra. Questo, nel caso tutto fosse andato per il verso giusto, si spargerebbe all'interno di tutto il corpo in modo tale da rinvigorire tutti i tessuti. Arrivato ad una banchina, vede una figura seduta su di essa. Questa banchina fa da attracco a un paio di pescherecci. mentre la figura, da così lontano, non sembra avere segni particolari. Così si avvicina, levando le mani dalle tasche, fino ad arrivare a due metri di distanza dalla persona seduta. "Salve.". Non sa chi possa essere. "Può essere pericoloso stare qua in queste ore".[tentativo impasto chakra][chakra:25/25]

22:13 Rio:
  [Banchina] Pensa alle lezioni fatte a Konoha, alle lezioni svolte qui dentro una tenda. Scuote la testa <hm> inevitabile un danzar della frangia sulla fronte. La lingue, nel mentre, si infila tra labbro superiore e labbro inferiore fuoriuscendo dal cavo orale. Eccola, dunque, percorre la superficie di quest’ultime così da inumidirle per bene. Lo sguardo rimane fisso sullo spicchio lunare, fissando quelle piccole nuvole circolanti al fronte di questa. Lo affascina come la luminosità e il contrasto gli venga conferito dalla Dea della notte, per pochi attimi. < mh ? > Mormora, mentre alla sua destra sente un rumore di passi. Inevitabile, d’altronde, su quel ponticciolo di legno. La testa si volge alla sua destra, con le mani che si staccano dal terreno. Inarcando per un attimo la schiena all’indietro andrebbe a sgranchirsi per poi portare le spalle in avanti e poggiare i gomiti sulle cosce < Salve .. > sibila, mantenendo lo sguardo sull’altro < può essere pericoloso anche starsene in un alloggio che non è casa tua .. > secco, coinciso. Risponde, di pancia. Non gli va più giù questa storia di guerra, questa storia di Kiri, questa storia che si è sempre in pericolo. Lo sguardo ora inizierebbe a guardare velocemente l’altro. Lo fissa, cercando di riconoscere le sue fattezze. Ma sembra che non lo riconosca, per ora.

22:34 Onosuke:
 La faccia, come al solito, è solo parzialmente visibile. Infatti a coprire naso e bocca porta la solita mascherina nera che lo accompagna ovunque da quando è piccolo. Il rumore dei suoi passi, inevitabili a causa della poca qualità del legno che lo sorregge, fanno capire alla figura che qualcuno si sta avvicinando, quindi Onosuke vede questo girarsi verso di lui. Arrivando a un metro di distanza, riesce a vedere che si tratta di un ragazzino dai capelli mori poco più giovane di lui all'aspetto. Questo risulta subito molto pungente, ma il comportamento è del tutto capibile. Questo è un momento difficile per tutti, nessuno escluso. "Hai proprio ragione. A volte anche all'interno di casa tua non sei al sicuro.". Quello che mostra l'Aburame con il corpo è tranquillità. Se prima poteva sembrare un po' sulla difensiva, ora è del tutto tranquillo. Il ragazzo potrebbe essere chiunque, ma ora non ci vuole pensare. Si è recato al porto per liberare la mente, non per agitarsi ulteriormente. "Posso?" domanda indicando di fianco al ragazzo che si trova ancora seduto. Sembra che conosco il moro da una vita, anche se è la prima volta che lo vede. Non è mai stato così poco diffidente con una persona che non conosce. Appoggiando la mano più vicina all'altro per terra piegando le gambe, si mette seduto portando le gambe a penzoloni sulla banchina per poi appoggiare le mani dietro al suo busto e, tenendo le braccia dritte, imprimerebbe il peso su di esse. "Piacere. Il mio nome è Onosuke. Tu come ti chiami?" domanda girandosi per guardarlo in faccia. Sembra un ragazzo normalissimo. Non pensa di avere problemi questa sera. La luna punta la sua luce sull'acqua, la quale, come uno specchio, la riflette. La nebbia ricopre l'intero paesaggio appoggiandosi sopra l'acqua come un telo. Nessun rumore si sente, tranne le onde che, delicatamente, si infrangono sulle rocce che si trovano sulla scogliera. Ogni tanto dei piccoli cerchi si formano sotto i suoi occhi e delle piccole bollicine arrivano a galla. La pace lo circonda ed è proprio quello di cui aveva bisogno.[chakra:25/25]

22:40 Rio:
  [Banchina] I gomiti rimangono poggiati sulle cosce, mentre le gambe penzolano al di fuori della lignea struttura. Le mani proprio ora si portano tra le cosce ad intrecciarsi tra tutte le dita. Inevitabile, ora in un incurvarsi della schiena che fa comparire una fisiologica gobba. Lo sguardo passerebbe da Onosuke al manto d’acqua proprio sotto di lui, tramite una rotazione del collo. Ha appurato che quello dell’altro non è un viso conosciuto < mh > sospira. Nervoso in questa serata. La sua sicurezza, risaputa, per la prima volta in vita sua lo sta abbandonando all’insicurezza, alla paura quasi. Ha paura di fallire, proprio ora che le lezioni da Deshi sono concluse non può fallire. Ma si sa, più è alto il livello della sfida e più alta sarà l’ansia. Adesso sta a lui, però, trasformarla in carburante, in energie per aumentare il suo livello. Ne sarà in grado? Ne sarà capace? Sarà all’altezza? Queste le domande che frullano nella sua testa. Dovrà avere la stessa testardaggine di sempre, ma non è facile restare se stessi di fronte a situazione completamente nuove. <mh? > ascolta la risposta dell’altro < si certo, prego > risponde con maggiore tranquillità sta volta, ma lo sguardo permane a fissare di fronte a se il riflesso lunare sull’acqua < Io sono Rio. Deshi del villaggio della foglia > Replica voltandosi sta volta verso il Genin e puntando gli occhi proprio verso gli occhi dell’altro < o almeno lo ero .. > conclude, riferendosi al fatto che ormai si sente così lontano da casa. Ricade nel silenzio poi, ritornando nel pieno dei suoi pensieri. D’altronde come se non bastasse alle tensioni personali ci sono ormai le problematiche mondiali. La guerra, la morte che circonda tutti gli abitanti di questo mondo. La lontananza da casa, quest’ultima forse una delle cose più difficile che abbia mai dovuto affrontare. Sono mille i motivi di tensione nella testa, nei muscoli e nella pancia del Deshi, ecco il motivo del suo fare alquanto seccato.

23:11 Onosuke:
 Si trova seduto di fianco ad uno sconosciuto senza essere un minimo preoccupato di cosa può succedere. Se qualcuno lo venisse a sapere non ci crederebbe. L'atmosfera è cupa. La nebbia la rende così. Una serata come questa a Konoha sarebbe stata da passarla seduto sul monte con i testoni degli Hokage. Così non è però. Non si trova a Konoha e non ci tornerà per un po'. "Piacere Rio.". Non ha mai sentito parlare di lui anche se viene anche lui dal villaggio della Foglia. Quindi si tratta di un compaesano del'Aburame, che però non ha ancora il grado di Genin. "An stai facendo l'accademia? E come sta andando?" chiede per curiosità. Certo che ci sono un sacco di nuovi allievi in questo periodo. Molti di loro si sono formati a Chumoku, altri invece proprio nell'isola in cui si trovano ora. "Come mai pensi di non esserlo più? Per la distanza che ci divide con casa?" domanda senza peli sulla lingua. Avere un allievo già triste prima di diventare Genin non va bene. Giusto qualche sera prima ha provato a tirare su l'umore di Tenshi, e ora si sente in dovere, nel caso fosse così, di farlo anche con il ragazzo nuovo. Sarà il posto in cui si trovano, ma in questo momento l'Aburame si sente loquace. Ha voglia di parlare, ha voglia di conoscere Rio. La sua storia e il motivo per cui ha deciso di intraprendere questa strada. Non è una scelta semplice quella di diventare ninja. Molti se la fanno addosso pensando di doversi scontrare contro dei nemici, quindi sapere cosa l'ha spinto così lontano da casa gli interessa. Ma una domanda alla volta. Lo guarda con sguardo attento, rinunciando alla fantastica vista della luna che viene riflessa dall'acqua. Ogni movimento della faccia di Rio può dire ad Onosuke qualcosa della sua personalità. Per ora vede un po' se stesso, qualche anno prima, mentre faceva l'accademia. Bei tempi quelli. Zero pensieri, periodo di pace, gli amici, i primi amori. Ora se vuoi diventare Genin devi andartene da casa ed abitare da solo a tantissimi kilometri di distanza dai genitori.[chakra:25/25]

23:17 Rio:
  [Banchina] Lo sguardo per un attimo si scosta dal volto dell’Aburame portandosi a fissare uno di quei pescherecci attraccati alla banchina. Lo guarda scostarsi di poco tramite il moto ondoso per poi bloccarsi al massimo tiraggio delle cime da ormeggio, per poi lentamente ritornare alla posizione di inizio. In un circolo di movimenti che permutano per pochi attimi lo stato di quella barca. Particolarmente teso, sentimentale quasi, così attento ai dettagli. Lentamente tramite una contrazione dei muscoli della schiena estenderebbe il busto. Le braccia, dunque si scostano dalle cosce < mh > Il busto si butta indietro, fanno seguito le spalle che portano le scapole ad avvicinarsi tra di loro. Si butta indietro, insomma, tale moto però verrebbe arrestato dai palmi delle mani che si puntano a terra ad opporre resistenza. La testa, solo ora ruota verso il Genin e lo sguardo pure < Ho completato proprio oggi le lezioni. Ora mi attende solo l’esame> replica alla sua prima domanda. Nel frattempo la mano destra si scosta dal terreno e tramite una flessione dell’avambraccio sul braccio porterebbe la stessa dietro la nuca , ed eccolo uno sorriso che si dipinge sul volto del Deshi, frutto probabilmente della tranquillità che emana Onosuke < .. no certo le origini non si dimenticano mai > dice, mantenendo quel sorriso in volto < però ho così paura di dimenticare come sia fatta casa mia. Non l’alloggio qui, ma la mia vera casa> non sa perché si sta aprendo così con il Genin. C’è qualcosa di inspiegabile nelle persone, probabilmente gli ispira fiducia. O forse, dato il suo stato d’animo, ha solo bisogno di sentirsi ascoltato essendo stato così tanto tempo solo nell’ultimo periodo.

23:50 Onosuke:
 Rio sembra essere molto più tranquillo rispetto a com'era prima. Un sorriso esce anche dalle sue labbra. Un sorriso che viene ricambiato dal ninja degli insetti. Scopre che il giovane ragazzo non è molto contento della situazione, un po' come tutti. Ma il fatto che rivede un po' se stesso in lui, gli fa prendere la cosa più seriamente. Ma prima cose, per ora, meno serie. Rio deve fare l'esame e poi sarà un suo pari grado. Non è la prima volta che incontra un allievo che deve fare l'esame e ogni volta gli viene in mente ciò che è successo a lui. Questa volta, però, gli va di raccontare la vicenda. "L'esame per diventare Genin.. mi ricordo il mio. Per me è stato un totale fallimento, o quasi. Mi ricordo di avere lanciato un kunai e di aver mancato il mio nemico di un paio di metri." comincia facendo una piccola risata. "E poi me le sono prese." conclude tirando su il busto e mettendosi seduto. "Quindi tranquillo. L'importante è non essere agitati e mantenere la concentrazione. Ti dico un paio di segreti anche se non potrei." dice poi guardandosi intorno in modo ironico per mostrare che tanto sono soli. "Spesso si tratta di Genjutsu. Molti esaminatori si divertono così.". Un consiglio che a sua volta aveva ricevuto e che potrà essere di vitale importanza al giovane allievo. Ora i discorsi seri. Non capisce, però, come mai il ragazzo sia così legato al ricordo della propria casa. L'Aburame pensa che la cosa importante sia la famiglia, le persone. "Come mai hai paura di dimenticare la tua casa? Alla fine è la famiglia la cosa importante. Casa è dove si trova la tua famiglia no? Io la penso così. Io sono stato molto fortunato perchè un pezzo della mia famiglia è venuta con me." dice riferendosi a Tenshi, colei che è da tempo la sua nuova famiglia. Vorrebbe sentire il punto di vista di Rio per discutere della cosa.[chakra:25/25]

23:58 Rio:
  [Banchina] Sicuramente c’è qualcosa di particolare in Onosuke. La sua tranquillità e la sua capacità di trasmetterla, per ora sono le cose che più lo colpiscono del Genin. Ha una calma nel parlare che non aveva mai visto in nessun’altro. In questa notte cupa il Deshi aveva solamente voglia di starsene solo, come sempre, poggiato alla banchina a contemplare il mare, il cielo. Lui e la luna. Invece Onosuke è riuscito a fargli cambiare idea, a farlo aprire, a far fluire fuori dal cuore le sue preoccupazioni più grandi. E gliene è grato, certo. Mentre guarda in alto ascolta il dire dell’altro < ha ha ha > inizia una breve risata al sentire il suo racconto <no questo non mi preoccupa, sono bravo, non succederebbe mai una così a me > eccolo il suo lato egocentrico, narcisista. Lui? Fallire? Sbagliare? Mai. Ma vedremo. < ti ringrazio per questo> conclude sentendo che molti esaminatori utilizzano genjutsu. Sarà sicuramente un consiglio che non dimenticherà. Adesso però, in un movimento secco eccolo abbandonare il sostegno muscolare del suo dorso e della sua schiena. Spostando lievemente il baricentro posteriormente si butta all’indietro. Solo quando sarebbe quasi a terra con la zona lombare contrarrebbe di nuovi i muscoli dorsali così da non sbattere violentemente <mh> eccolo dunque sdraiato a terra, con le mani che si portano dietro la nuca ad intrecciarsi a mò di cuscinetto. Gli occhi si puntano verso la luna e gli occhiali ne danno un riflesso, probabilmente. <si certo. Infatti la mia famiglia è qui, il mio patrigno è uno shinobi. Ma sai essere abbandonato una volta ti fa temere l’essere abbandonato una seconda. Ed allontanarsi da Konoha mi fa sentire in pericolo, che poi se ci pensi > continua, prendendo prima una breve pausa < siamo tutti in pericolo > conclude.

00:27 Onosuke:
 La serenità che contraddistingue l'Aburame in ogni occasione è palpabile. Sempre razionale e con le idee chiare, cerca di dare consigli al giovane che le accetta ringraziando. "Figurati." dice facendo una piccola risata mentre ascolta la poca modestia di Rio. Poi l'allievo si mette comodo a guardare la luna. Coincidenza vuole che la luna sia il suo simbolo. Il simbolo che porta nella maschera da Anbu e il suo nome da Anbu: Tsuki. Certamente questo non può dirlo a Rio, ma la cosa salta subito in mente all'Aburame. Vedendolo disteso, pensa che probabilmente si sentirebbe più comodo mettendosi nella stessa posizione. Così fa: alza le mani dalla banchina e, andando giù piano piano tenendo duro con gli addominali, si appoggia a terra con la schiena portando le mani sotto il cappuccio per reggere il capo. La storia del ragazzo si fa interessante. tra le poche parole che dice riesce a scorgere qualcosa: è stato abbandonato. Non sa se chiedere spiegazioni oppure no, quindi lascia la cosa a più avanti. "Hai ragione. Siamo tutti in pericolo. Ma io penso che, finchè ognuno di noi fa il massimo che riesce, riusciamo a salvarci a vicenda. In questo caso tu dai il massimo per prendere il coprifronte mentre io faccio il massimo per proteggere meglio che posso te e gli altri abitanti. Pensi di essere un po' d'accordo con me? L'ultima persona a cui l'ho spiegato mi ha creduto " dice con area allegra. Il suo modo di vedere le cose è sempre lo stesso. Non serve andare oltre le linee. Basta fare ciò che si è capaci di fare e migliorarsi nel mentre. "Non sei contento di avere la tua famiglia qua?" domanda per avere delle spiegazioni. "Comunque, scusa se ti chiedo. Hai detto che sei stato abbandonato una volta. A cosa ti riferisci? Non vivi con i tuoi genitori?". Domanda secca. Curiosità sbalorditiva. Sa, però, che se Rio avesse voluto non rispondere, lui non avrebbe insistito. Ad ognuno il suo tempo. In fin dei conti si conoscono da veramente poco.[chakra:25/25]

00:34 Rio:
  [Banchina] Rimane lì sdraiato a terra. Con le mani intrecciate dietro la nuca e i gomiti larghi a completare quella posizione di massimo relax. Solo ora con l’ausilio dell’addome porterebbe i piedi a poggiarsi sull’orlo della banchina non lasciandoli più penzolanti. Meglio muoverle le gambe ogni tanto altrimenti rischia che si addormentino in quella posizione non così consona, nel frattempo nota l’altro che si appresta ad acquisire la sua stessa posizione sdraiata < io darò sempre il massimo, in ogni cosa che faccio> sibila, per poi per fermarsi un attimo e portare la lingua all’esterno delle sottili labbra dove in un movimento circolatorio si appresterebbe ad inumidirle per bene < quindi ci sto!!!> continua. La testa adesso ruota verso Onosuke portando lo sguardo su di lui. Per un attimo potrebbe notare il riflesso lunare scorrere sulle lenti cristalline del Deshi <beh vedi > Si prende una pausa per scegliere le parole più adatte, ma non ne esistono probabilmente < sono stato adottato, i genitori con cui vivo sono quelli adottivi, mentre i miei veri genitori .. > si ferma di nuovo, volgendo lo sguardo verso la fonte lunare < non so chi siano > continua < voglio bene a coloro che mi hanno cresciuto, ma vorrei troppo sapere da dove provengo, chi sono. Chi sono veramente > I suoi pensieri più reconditi che a inizio serata erano nella sua testa, ora eccoli fuori dalle sue labbra.

00:50 Onosuke:
 Il ragazzo cerca una posizione ancora più comoda e la trova. Onosuke vuole rimanere con le gamba a penzoloni perchè gli piace quella sensazione di vuoto come se stese volando. Volando come gli insetti che ora stanno riposando al suo interno. Quei suoi compagni di viaggio che non lo abbandonano mai. Il ragazzo sembra molto convinto di se stesso e delle sue abilità e questo gli fa onore. Lo apprezza, come apprezza Norita anche quando fa le cose senza pensare. "Perfetto. Farti capire il mio punto di vista è stato più facile del previsto". Fa una mezza risata ripensando a quando si è messo a discutere con Yosai in mezzo alla strada. Che animo forte che ha quel ragazzo tutto muscoli. Poi ascolta le parole complicate dell'allievo. Parole che Onosuke non pensava uscissero da quella bocca. Si tratta comunque di cose molto personali. Come mai ha voluto dirle al ninja degli insetti? Questo l'Aburame non può saperlo. Non sapere chi sono i proprio genitori non è per niente bello. Ricorda, nuovamente, quando Tenshi ha scoperto che suo padre era un Senjuu. Per lei è stata una sorpresa. Un misto di belle e brutte emozioni. Il ragazzo sembra, invece, essere convinto sul fatto di voler incontrare i suoi veri genitori. "Capisco.. Immagino sia tanta la voglia di sapere chi sono le persone che ti hanno concepito.". Parole inutili in mezzo al discorso che servono solo per aver più tempo per pensare a cosa dire. "Hai provato a chiedere ai tuoi genitori adottivi chi sono i tuoi genitori naturali? In teoria dovrebbero esserci carte, documenti in cui sono state scritte queste cose.". Una proposta banale che probabilmente il ragazzo avrà già fatto. Non è impossibile però che il ragazzo non se la senta di parlarne con la sua famiglia per paura di ferirla. L'importante è essere chiari e spiegare loro che si tratta solo di curiosità. "Secondo me, come ho già detto ad un'altra persona che si è trovata nella tua stessa situazione, i tuoi veri genitori sono coloro che ti hanno cresciuto. Non dimenticarlo mai.". Ennesimo consiglio. Questa è proprio una serata particolare.[chakra:25/25]

00:58 Rio:
  [Banchina] La notte si fa sempre più fonda e insieme a ciò anche la temperatura non può che scendere. La pelle del deshi inizia lanciare piccoli brividi lungo le braccia, proprio a segnale della percezione di questo. Decide di riportarsi in posizione seduta, così da attivare un po’ di muscoli e cercare di scaldarsi. Le dita sotto la nuca si strecciano e con una contrazione dell’addome si riporterebbe con il peso sugl’ischi. Il tutto verrebbe aiutato dal palmo destro che poggiandosi a terra gli permetterebbe di far leva sull’avambraccio e sul braccio. Solo ora le ginocchia vengono rannicchiate al petto e le braccia intorno alle prime . Si raggomitola in una posizione ben stretta nel tentativo di riscaldarsi un minimo. Non risponde alla prima affermazione, non sa che dire. Rimane in silenzio a fissare il peschereccio dondolare di fronte a se < mh ? > ora Onosuke intraprende il discorso sui suoi genitori < no non gliel’ho mai chiesto perché so che non è una domanda che vorrebbero ricevere > proferisce < li rispetto troppo > continua. E’ vero, sono loro coloro che lo hanno cresciuto ma ciò che vuole dire il deshi è qualcosa a livello più profondo, più viscerale < documenti non se ne trovano, ho già tentato di indagare > eh già . Che sia frutto di un tradimento mascherato? Di un incesto? Mille le domande nella sua testa < sai Onosuke> per la prima volta lo chiama per nome, c’è qualcosa di empatico in lui < la questione per me non è chi siano i miei veri genitori > si ferma un attimo < ma di chi è il sangue che mi scorre nelle vene capisci? E poi perché? Perché hanno deciso di lasciarmi andare > sa bene che i genitori saranno sempre quelli adottivi, perché lo hanno cresciuto, gli hanno dato tutto l’amore che necessitava. Sarà curiosità, destino, pazzia, ma il Deshi vuole sapere da chi discende.

10:49 Onosuke:
 Il ragazzo si alza, quindi Onosuke non riesce più a guardare il suo volto. La voglia di alzarsi non c'è, però, quindi decide di rimanere disteso e continuare a parlare. La temperatura si è abbassata da quando sono là. Si domanda da quanto tempo si trova al porto, senza però trovare una risposta. Non porta con sè niente che potrebbe levargli questa curiosità. Rio non ha mai chiesto ai genitori adottivi chi sono le persone che lo hanno messo al mondo. Scelta molto capibile. Il rispetto che prova è molto per non averglielo domandato. Certo, facendo così diventa ancora più difficile venire a scoprire la verità. Una verità che l'allievo vuole, giustamente, conoscere. Il fatto che non ci siano carte è strano, anche se probabilmente il motivo è che sono state nascoste con cura. Poi il giovane lo chiama per nome. Questa è la prima volta durante la serata da quando si sono conosciuti che viene chiamato per nome. La cosa gli piace. Vuol dire che tra i due è c'è affinità, come se si conoscessero da tempo. Capisce benissimo quello che dice. Sa che se si trovasse nella sue stessa situazione, farebbe la stessa identica cosa. Proverebbe a cercare i suoi genitori naturali solo per conoscere le sue origini. Perchè le origini sono importanti per conoscere chi veramente sei. L'esempio più lampante, come già gli è venuto in mente, è quello di Tenshi. Solo dopo che ha scoperto chi era suo padre ha dato il meglio di se come ninja. Probabilmente anche Rio, una volta che avrà scoperto la verità, starà meglio e potrà dare il massimo avendo la testa più libera. "Capisco benissimo cosa vuoi dire. Mi trovassi nei tuoi panni, farei la stessa cosa che stai facendo tu. Le origini sono importanti.". Spera che Rio, sentendo che ha l'Aburame che lo sostiene, si faccia forza per continuare le ricerche. "Quindi continua in questa ricerca e se un giorno avrai bisogno del mio aiuto per qualcosa vienimi a cercare e vedrò cosa posso fare.". Un aiuto concreto vuole dare al giovane perchè il suo buon animo lo segue sempre, anche con persone che non conosce o che ha appena conosciuto.[chakra:25/25]

10:57 Rio:
  [Banchina] Il freddo si fa sempre più penetrante e il Deshi lo inizia a percepire sotto il vestiario < mh > Uno sforzo del quadricipite, contemporaneo alla mano destra che si poggia a terra lo porterebbe in stazione eretta. Si gira, per la prima volta verso l’altra sponda della banchina. Un lato buio e ancora meno illuminato e sempre quella fottuta nebbia < tzk > digrigna i denti, conficcando il canino nella carne del labbro inferiore < Non credo tu capisca fino in fondo > bofonchia, portando ambedue le mani all’interno delle tasche dei pantaloni. Ascolta il dire dell’altro < mh? > Lo stupisce la frase. Lo aiuterebbe qualora avesse bisogno del suo aiuto? Solo ora si volta verso l’Aburame tramite una rotazione del busto < ora te la faccio io una domanda > replica. Il busto viene or ora raggiunto da una rotazione delle leve inferiori. Il piede destro fa perno mentre il bacino vi ruota intorno permettendo di volgersi completamente verso l’altro. Lo guarda, dall’alto verso il basso, essendo in piedi ora < perché sei così disponibile con me ? Ci conosciamo da così poco eppure già ti sei proposto di aiutarmi nella mia ricerca > Sibila con tono sicuro. Non che sospetti nulla, ingenuo com’è. Ma la disponibilità altrui lo fa pensare al suo modo di essere. Parliamoci chiaro, Rio non farebbe lo stesso, ma la positività che traspare da parte dell’Aburame lo colpisce. E non poco.

11:18 Onosuke:
 Il ragazzo pensa che l'Aburame non possa capirlo fino in fondo, e probabilmente è così. Solo chi ha provato nella propria pelle questa situazione può capire del tutto come ci si sente. Questo non vuol dire, però, che Onosuke non possa immedesimarsi in lui e immaginare quello che proverebbe se al posto di Rio ci fosse stato lui stesso. Poi, dopo le ultime parole del ninja degli insetti, Rio si gira a guardarlo dall'alto in basso, essendo in piedi. Gli pone una domanda del tutto comprensibile. La risposta è semplice però. "Sono disponibile con te perchè immagino come tu ti possa sentire e, se mi trovassi nella tua situazione, vorrei un aiuto.". Semplice. Lineare. Una spiegazione senza difetti. Alla fine Onosuke è così. Durante la sua intera vita ha provato ad aiutare gli altri quando ne avevano bisogno. Probabilmente prima o poi questo voler sempre aiutare lo metterà in pericolo, ma spera che questa non sia quella volta. Gli occhi dell'Aburame guardano fissi quelli di Rio. Il loro colore giallo , ora che si vedono bene, viene evidenziato dalla poca luce lunare che filtra in mezzo alla nebbia che, ormai, accompagna le giornate degli abitanti di Kiri. Decide di alzarsi anche lui, in modo tale da mettersi allo stesso livello dell'allievo. Così, grazie alla forza del chakra che percorre il suo intero corpo, appoggia le mani affianco alle orecchie, inarca la schiena e con un colpo di reni si porta in posizione eretta piegando le gambe per avere equilibrio nel momento in cui appoggia i piedi a terra. Con un movimento di mette apposto la maglietta e la felpa che, a causa del movimento, si erano fatte su lasciando scoperta una parte di pancia. "Accetti il mio aiuto?". Domanda secca. Gli occhi guardano sempre lo stesso punto: quelli del nuovo conosciuto, mentre le mani vengono infilate di nuovo dentro la tasca della felpa. Gli piacerebbe veramente aiutare il ragazzo in difficoltà quindi spera che lui gli dia la possibilità di farlo.[chakra:25/25]

11:27 Rio:
  [Banchina] Tutto si aspettava in questa nottata, tranne che trovarsi a parlare con qualcuno dei suoi pensieri più nascosti. Di quel demone che ogni giorno lo divora dall’interno. Il voler sapere e non sapere neppure da dove cominciare. Cosa potrebbe fare il povero Deshi per muovere un primo passo verso la scoperta delle sue origini. Parlare con i suoi genitori adottivi è certamente escluso, come già detto. Non ha intenzione di ferirli dopo tutto ciò che hanno fatto per loro. Altre opzioni? Poche. Introdursi all’ospedale per cercare documenti nascosti? Impossibile, dato si troverebbero all’ospedale di Konoha e loro ora sono a Kiri. < mh > Insomma, una bella rogna. Lo sguardo si alza, di nuovo, a fissare quella dea luminosa che è la luna. La fronte va verso l’alto, la nuca si abbassa e i lunghi capelli del Deshi scivolano lungo il collo < Ti ringrazio allora Onosuke > Sincero, sussurra. Poi con un movimento delle iridi osserverebbe l’altro acquisire la posizione eretta < Lo accetto, seppur ti confesso che non saprei neanche da dove iniziare > bofonchia. I piedi, solo ora, si metterebbe in moto azionandosi in direzione dell’inizio della banchina < Io me ne vado a dormire, spero di rincontrarti > Afferma, senza voltarsi e senza fermarsi. Nel silenzio del porto l’Aburame lo sentirebbe in ogni caso. Le mani rimangono in tasca mentre il Deshi si avvia verso il suo alloggio [end]

11:45 Onosuke:
 Che serata particolare. Certo non pensava di trovare qualcuno al porto a quest'ora. Invece ha incontrato per caso Rio. Un caso? O il destino a voluto farli incontrare? Diciamo, però, che come incontro è stato bello. Parlare così con qualcuno fa distrarre un po' durante questo periodo di guerra. Per le menti delle persone distrarsi un attimo è la cosa migliore per levare lo stress in cui sta affogando. Rio accetta il suo aiuto e Onosuke non è felice. Un sorrido spunta nella sua faccia, ma a causa della mascherina è percepibile solo dall'assottigliamento degli occhi. "Io potrei avere un'idea. Nel caso andasse in porto ci rivedremo presto.". Un'idea un po' folle, ma per il momento l'unica che gli viene in mente: chiedere agli Anbu se posseggono qualche informazione. Poi l'allievo lo saluta dicendo che se ne va a dormire. "Buonanotte allora." risponde mentre lo guarda andare via. Lui rimarrà ancora un po' al porto. Per il momento non ha sonno e vuole continuare a guardare la luna ancora um po'. Lei riesce ad incantarlo ogni volta come fosse la prima. La luce che illumina l'oscurità. Quella luce che cerca sempre nella sua oscurità. Tenshi è la luce della sua oscurità. Tenshi è la sua luna. Pensando a questo si risiede vicino alle barche ormeggiate e, riappoggiando la schiena a terra, si rilassa mentre i suoi occhi vengono rapiti dalla Luna.[end]

# Rio racconta i suoi desideri più profondi ad Onosuke.
Quest'ultimo gli offre un aiuto nel tentativo di scoprire di più sul passato dell'Allievo.