Sostituzione e Rilascio: un pomeriggio da deshi

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15:14 Yuukino:
  [Dojo Nakamura - Sala allenamenti] Un’altra giornata nebbiosa, come tante ultimamente. Quella coltre biancastra e densa sembra non volersene più andare via e nulla può nemmeno il sole che si fa sempre più caldo via via che le giornate si allungano. La deshi aveva passato la mattinata immersa nei profumi di lavanda tra le mani esperte di una massaggiatrice ingaggiata dalla madre. Così, con la forza rinnovata sia nell’animo che nel corpo, decide di proseguire con gli studi delle tecniche indicate nei rotoli che la madre le ha appositamente portato dall’accademia. Per questo motivo la giovane decide di vestirsi nuovamente comoda: un paio di pantaloncini corti e aderenti color porpora ed una canotta nera, aderente sotto alla quale una fascia in bianco tessuto è stretta sul seno di modo che questo non ‘rimbalzi’ troppo durante i movimenti. L’attuale Dojo non è così maestoso come quello che la famiglia Nakamura possiede nell’isola di Chumoku ma è dotato di ogni comfort e soprattutto di una sala allenamenti ideale per apprendere nuove tecniche così come lanciare qualche shuriken nonché prendere a calci e pugni i manichini presenti. La deshi, dopo essersi infilata ai piedi un paio di sandali in gomma nera, vi si reca con passo rapido e cadenzato, vogliosa di continuare il proprio allenamento come aveva già fatto il giorno prima. Nel mentre si infila attraverso la porta con le braccia all’indietro sopra la testa raccoglie i capelli in uno chignon prima di legarlo con un elastico che passa ben due volte di modo da accertarsi che sia sigillato. Non appena viene superata la soglia ecco che si ritrova in una sala quadrata di circa 100 metri quadrati. Sulla parete a nord vi sono delle armi appese tra cui shurkien, kunai e shuriken giganti. Sulla parete a sinistra invece ci sono appesi dei rotoli con le immagini dei vari sigilli utili all’apprendimento di Ninjutsu. Quasi addosso alla parete destra, invece, ci sono dei manichini alle spalle dei quali troviamo appesi tanti Fuuda molto probabilmente contenenti sia armi che tronchetti per la sostituzione. La cosa che balza agli occhi della mora, però, è una figura in piedi, in fondo alla sala, con le braccia conserte e vestito dalla testa ai piedi con una tuta nera ed una maschera sugli occhi. Non sa chi sia né che cosa voglia fare ma si insinua in lei il sospetto che sia stato ingaggiato dalla genitrice. Sbuffa mentre muove qualche passo fino ad arrivare a metà sala. L’altro, di rimando, le si avvicina alla stessa velocità come se fosse il riflesso nello specchio della mora e tra le mani tiene due rotoli “Yuukino-chan, qui ci sono i rimanenti rotoli” le dice severo “Sono qui perché sarà necessario un aiuto esterno”. Lei, di rimando, inarca le sopracciglia, stupita, ma non fa ulteriori domande bensì allunga la destra per afferrare una delle due pergamene.

15:28 Yuukino:
  [Dojo Nakamura - Sala allenamenti] Una volta afferrata la pergamena, dopo averne saggiato la consistenza dura, la apre aiutandosi con la mano sinistra. Lo sguardo, blu come l’oceano, ricade giù per iniziare a leggere quanto vi sia scritto sopra. Intanto la figura indefinita davanti a lei si gira andando verso la parete nord; una volta di fronte a questa afferra qualcosa, probabilmente due shuriken e due kunai, prima di ritornare a passo deciso e cadenzato verso la deshi. Nel mentre lei continua a leggere la spiegazione di quel jutsu che pare si chiami ‘Tecnica della Sostituzione’. Sembra che questa faccia affidamento sia alle conoscenze Ninjutsu che a quelle Taijutsu col fine di aiutare lo shinobi in battaglia laddove abbia necessità di schivare un colpo veloce. Affinché sia efficace sarà utile munirsi di un Fuuda con all’interno sigillato un tronchetto da sostituzione da tirare fuori nel momento in cui viene applicata la tecnica. Stringe le labbra lei, mentre legge con attenzione quali siano i passaggi da seguire comprendendo solo ora la figura di quella persona con lei: probabilmente le lancerà qualcosa addosso per simulare il più possibile quello che potrebbe essere un combattimento. <Va bene!> dice lei, decisa, non appena giunta alla fine della spiegazione. Alza gli occhi verso l’alto che sembra aspettare qualche metro più avanti; gira il capo verso la parete piena di Fuuda come ad invitare la deshi a prenderne uno. Lei non si fa pregare e segue lo sguardo dell’altro spostandosi verso tale muro ed una volta raggiunto andrebbe ad allungare la destra per afferrare un Fuuda: lo riconosce, il Kanji che nasconde il tronchetto, sebbene non proprio al primo colpo d’occhio. Lo tiene in mano mentre ritorna alla posizione iniziale ed intanto l’altro l’esorta ad impastare il chakra. Lei non risponde, non dice nulla se non mettersi nuovamente in centro alla sala pronta al prossimo passaggio.

15:41 Yuukino:
  [Dojo Nakamura - Sala allenamenti] Si trova in mezzo alla sala degli allenamenti del Dojo Nakamura in quei di Kiri pronta ad apprendere la prossima tecnica. Ma prima di farlo è necessario andare a richiamare il chakra ed è proprio per questo motivo che la deshi va ad allargare leggermente le gambe, divaricandole quanto basta per raggiungere il giusto equilibrio e spostare il baricentro proprio a metà della propria figura. Una volta fatto ciò, andrebbe ad alzare le braccia e piegare i gomiti fino ad unire, davanti al proprio seno, i palmi delle due mani con le dita che puntano verso il soffitto. Una volta in quella posizione andrebbe a piegare tutte le dita, intrecciandole, lasciando eretti solo l’indice ed il medio di entrambe per assumere il sigillo della capra. Una volta fatto ciò andrebbe a chiudere gli occhi così da meglio concentrarsi e facilitare il prossimo passaggio. Una volta che le palpebre hanno celato le iridi blu profondo ecco che lei potrebbe dedicarsi a scovare le due energie; la prima, quella fisica che si trova, ipoteticamente, da qualche parte nella pancia. Un vortice dal colore scuro che cresce insieme alla forza, alla resistenza ed all’agilità di ciascun ninja. Una forza che spesso, gli esseri umani, chiamano istinto; la guida del corpo quando la mente non riesce a rispondere prontamente agli stimoli esterni. Poi abbiamo l’altra, la forza mentale, quella che ipoteticamente si trova in alto, nella testa e talvolta nel cuore. Una forza che immaginariamente potrebbe essere dipinta come un vortice azzurro, talvolta blu. Quell’energia che solitamente ha origine dalla mente ed è quella che permette di riflettere, pensare, immaginare. E’ lì che si trova la deshi, a metà tra le due. Le osserva, ne segue il vortice che sembra sempre più forte come se fossero stati scoperti, come se volessero rifuggire alla volontà della mora. Ma lei non si lascia indurre nella tentazione di lasciarle andare anzi, con uno sforzo mentale cercherebbe di fare l’opposto; cercherebbe di andare ad afferrarle con due mani invisibili, mentali. Una volta afferrate il tentativo sarebbe quello di avvicinarle sempre più finché i lembi di queste non si toccano creando un terzo vortice. La dove fosse riuscita a mischiare queste due forze ecco che, pian piano, il terzo vortice andrebbe ad inghiottire i due che l’hanno originato in un’esplosione primordiale che darebbe vita al chakra, quella speciale energia che ogni shinobi utilizza per eseguire Ninjutsu, Genjutsu oppure per aumentare la forza, la resistenza o la destrezza. Se fosse riuscito questo tentativo, il chakra andrebbe a liberarsi all’interno del proprio sistema circolatorio raggiungendo ogni anfratto del fisico alto e slanciato della deshi pronto a sgusciare fuori dagli Tsubo non appena la volontà di quest’ultima lo richiedesse. Lo sente, scorrere. Una forza inarrestabile che pompa i muscoli, che li rende più scattanti e tonici. La boccata d’aria che andrebbe a prendere diventerebbe un vero vortice: ossigeno per i propri polmoni ora ancor più capaci di inglobare l’ossigeno necessario alle cellule che compongono quella figura. <Sono pronta> andrebbe così a decretare la mora riaprendo gli occhi e poggiando lo sguardo, sicura e decisa, sulla figura che ha davanti. [Tentativo: richiamo chakra] [Se: Chakra 10/10]

15:50 Yuukino:
  [Dojo Nakamura - Sala allenamenti] Il chakra è stato richiamato ed ora scorre nel corpo della deshi con la prepotenza di un fiume che cerca di scavare nella roccia una nuova via per riversarsi in una cascata pura e limpida. Dinnanzi a tale scena lo sconosciuto andrebbe a spiegare alla mora le modalità di esecuzione; dapprima lei dovrà comporre i sigilli necessari per la tecnica. In quel momento egli lancerà uno shuriken nella direzione dell’allieva mentre lei dovrà andare a portare del chakra al Fuuda così da far uscire il tronchetto mentre dell’altro nei muscoli così da fare uno scatto di lato che le permetta di scansare l’arrivo dell’arma. Lei annuisce mentre ripone gli occhi sui sigilli disegnati su pergamene appese al muro a sinistra. Li ripassa e lo sconosciuto, comprendendo la situazione, le da il tempo necessario per eseguirli molto lentamente così da abituare le mani alla composizione di tali posizioni. Così lei compone il primo sigillo, quello del serpente: porta i palmi ad unirsi dinnanzi al proprio seno con le dita puntate verso l’alto; in seguito, va a piegarle tutte intrecciandole. Poi la volta del secondo sigillo, quello del drago: dalla posizione precedente porta la parte alta delle mani in avanti sciogliendo leggermente il reticolato di dita che rimangono comunque incrociate tranne i mignoli che vengono liberati ed uniti, ritti, puntati verso il basso. Poi viene il turno del sigillo del cinghiale. Muove quindi le mani di modo che la punta di queste si direzioni verso il basso e raccoglie le dita a piegarsi su se stesse, non più intrecciate, ma coi polpastrelli appoggiati al palmo mentre i pollici premono leggermente verso l’interno. Infine tocca all’ultimo sigillo, quello del cavallo: dalla posizione precedente gira le mani di modo che il dorso punti verso lo sconosciuto. Le dita, ancora piegate su loro stesse andrebbero ad intrecciarsi mentre gl’indici di entrambe andrebbero a toccarsi nella punta, poco sopra, quasi a formare un triangolo; i pollici, piegati verso i palmi. Dopo averli eseguiti lentamente si sente pronta per cui torna a guardare la figura avvolta nel nero e fa un piccolo cenno di assenso con la testa come ad indicare di essere pronta al prossimo passo. L’altro forse sorride, o forse ghigna ma sta di fatto che va a piegare il braccio che tiene lo shuriken tenendosi pronto al lancio. [Chakra: 10/10]

16:07 Yuukino:
  [Dojo Nakamura - Sala allenamenti] Tutto è pronto per l’esecuzione della tecnica e dopo aver dato il segnale di via libera la figura mascherata ecco che è in posizione per lanciare lo shuriken. Qualche istante dopo ecco che egli va a raddrizzare il braccio in direzione della fanciulla di modo da dare una piccola spinta all’arma che andrebbe così a viaggiare in direzione della deshi. Nello stesso momento la donna andrebbe a portare le mani unite di fronte al proprio torace per poi iniziare ad eseguire, questa volta molto velocemente, i sigilli necessari per sbloccare il chakra ed azionarlo sia per scaricare il Fuuda che per rinvigorire i muscoli di modo che siano pronti allo scatto. Compone pertanto il sigillo del serpente raccogliendo le dita ed incrociandole coi palmi dritti, poi il sigillo del drago muovendo in avanti i palmi ed estraendo dal reticolo i mignoli, poi quello del cinghiale rivolgendo i polsi verso il soffitto e piegando tutte le dita ed infine quello del cavallo, girando le mani di modo da rivolgere i palmi verso il proprio seno e componendo una stilizzazione di triangolo con gli indici. Una volta composti ecco che andrebbe a concentrarsi sul proprio chakra andando dapprima a rivolgere la propria attenzione allo Tsubo presente nella mano sinistra che si svincolerebbe dall’ultimo sigillo composto e si porterebbe al bacino afferrando il Fuuda con all’interno il tronchetto. Tenterebbe così di liberare un po’ di chakra ed investire con esso il Kanji finemente disegnato in modo da liberare il tronchetto della sostituzione racchiuso al suo interno. Laddove quest’azione dovesse andare a buon fine ecco che davanti a sé si andrebbe a materializzare quell’oggetto ligneo cosa che le permetterebbe di proseguire. A questo punto l’attenzione tornerebbe a tutto il proprio corpo, ai fasci muscolari che lo compongono. Il chakra fluisce ovunque perciò quel che lei andrebbe a tentare è di concentrarsi ora su tutti gli Tsubo del proprio corpo liberando allo stesso istante il chakra ovunque di modo che esso avvolga i muscoli, li renda più tonici e scattanti, quel quanto basta per permetterle uno scatto laterale atto a scansare l’arma in arrivo. Se questo dovesse riuscirle ecco che andrebbe a piegare leggermente le ginocchi incurvando un poco la schiena verso sinistra prima di imprimere forza in un primo momento nelle cosce e poi nei polpacci, muovendo il proprio chakra poi alle caviglie ed ai piedi che così facendo dovrebbero alzarsi a partire dal calcagno così da permetterle, accompagnati da un colpo di reni, a muoversi di lato. Un’azione che, solitamente, non sarebbe così veloce ma, grazie all’ausilio del chakra dopo quella particolare sequenza di sigilli, in quel momento risulterebbe un’azione decisamente più rapida. Laddove fosse riuscita nel proprio intento lo shurkien andrebbe a conficcarsi nel tronchetto mentre lei, grazie all’uso del chakra, dovrebbe riuscire a spostarsi di poco più di un metro a sinistra ed evitare che l’arma le procuri una ferita. [Tentativo: Tecnica della Sostituzione | Ninjutsu: 10 - Taijutsu: 10] [Agilità: 10 - Velocità tecnica: 20] [Portata tecnica: 1,25m] [Se: Chakra 7/10]

16:19 Yuukino:
  [Dojo Nakamura - Sala allenamenti] Qualora la tecnica fosse andata a buon fine la deshi si dovrebbe trovare in salvo, poco più a sinistra rispetto alla posizione iniziale. Il tronchetto andrebbe così a mostrare di essere stato lui la ‘vittima’ di tale attacco e, dopo aver passato qualche istante sospeso a mezz’aria, andrebbe a ricadere a terra, in mezzo alla sala, provocando un tonfo secco ma deciso, un tonfo che avrebbe potuto essere del corpo della Nakamura, se non fosse riuscita nei propri intenti di schivare l’attacco per via di quella nuova tecnica appresa. Ed è così, che in un tempo e spazio dove tutto fosse andato bene, Yuukino si ritroverebbe in salvo. Un’espressione di incredulità andrebbe a palesarsi sul volto che mostra ora la fatica di quell’azione, di quella velocità impressa ai muscoli che tipicamente svolgono funzioni decisamente più basiche. E’ salva, lo shurkien non l’ha nemmeno sfiorata e nel realizzare tale esito andrebbe a sorridere, poco, incrinando di poco l’angolo destro della bocca senza mostrare la bianca dentatura. Potrebbe solo ora, finalmente, prendere una boccata d’aria e riempirsi nuovamente i polmoni. Il peggio sembra passato e non dovrebbero passare troppi istanti prima che la figura mascherata faccia i propri complimenti senza spendersi in troppe chiacchiere: ma d’altronde, se l’ha ingaggiato la madre non può essere di certo uno che si concede a troppe smancerie; non sa nemmeno cosa siano. Lei dal canto suo si andrebbe a riprendere la posizione eretta avvicinando le gambe che erano ancora flesse in seguito allo scatto per poi voltarsi in direzione del tronco verso il quale muoverebbe passi lenti ma cadenzati: l’obiettivo dell’allieva, a questo punto, è di ripulire l’area di modo da dedicarsi ad un qualche altro tipo di allenamento. Raggiunto il tronchetto, poco prima di piegare la schiena per andare a raccoglierlo, si accorgerebbe di come manchi ancora un rotolo <Eppure ero convinta avessimo finito> mormora tra sé e sé a bassa voce. Inarca un sopracciglio. Beh, per proseguire sarà comunque necessario rimuovere quanto rimane della tecnica precedente e lavorare in uno spazio pulito e senza intralci. [Chakra: 7/10]

16:32 Yuukino:
  [Dojo Nakamura - Sala allenamenti] Flette quindi il busto in avanti mentre allunga la destrosa in direzione del cilindro ligneo. Espira l’aria dai polmoni appiattendo l’addome così da agevolarne le movenze quando d’un tratto si blocca. Sente un piccolo tonfo da qualche parte nella sala, come un gong, un rumore secco ma che si propaga nell’aria seguendo onde sonore proprie. Lei non ci da peso, avrà modo di comprendere il perché una volta liberata l’area. La mano ha quasi sfiorato il tronco quando ecco che all’improvviso sembra che questo si stia allungando come a voler fare lo stesso con lei. La fatica deposta nella tecnica precedente potrebbe essere stata maggiore di quanto lei possa aver percepito e forse è solo un’allucinazione: il legno non è liquido e di certo non può allungarsi a piacere eppure pare stia facendo proprio questo. Ne sente la superficie, lignea, toccarle i polpastrelli dell’indice e medio mentre d’istinto cercherebbe di ritirare la mano come impaurita da un morso di un qualche insetto. Nell’eseguire questa mossa, portando il braccio in alto dietro alla propria testa in linea d’aria, con il gomito piegato, stenterebbe a credere a ciò che sta vedendo. Il pezzo di legno non solo non si è staccato dalla propria pelle ma si è allungato in quel movimento, seguendo la direzione della mano, come se fosse della pasta per il pane, elastica e viscosa. La deshi si andrebbe a bloccare stentando a credere mentre tornerebbe a rimettersi in posizione eretta dispiegando la schiena cercando con lo sguardo l’aiutante misterioso. Quello è lì, ancora. Fermo. Non sta dicendo né facendo nulla <Ehi, aiutami!> andrebbe lei a urlargli, ora spaventata. Che cosa sta succedendo? Perché quel tronchetto ha quel effetto? Eppure è convinta di aver visto essere in legno: c’era lo shuriken conficcato dentro. Ma il pensiero di lei viene interrotto da un movimento strano, un improvvisa sensazione di freddo che avvolge il proprio palmo, poi il dorso fino ad arrivare al polso. Lo sconosciuto non risponde, non si muove. Tutto sembra tacere. Non un’espressione, non un rumore. Yuukino quindi torna a guardare il proprio braccio, ora spaventata. Il fiato si fa più corto mentre si accorge che il pezzo di legno si sta sviluppando attorno alla propria mano, l’ha avvolta nel proprio materiale freddo e grezzo. D’istinto lei cercherebbe di fare un balzo all’indietro per cercare quanto meno di allungare le distanze tirando ancor più a sé il braccio ma quel tronchetto sembra non voler mollare la presa allungandosi secondo i movimenti che lei compie. La sala allenamento pian piano si riempie di legno viscoso poiché ogni tentativo della deshi di liberarsene sembra avere l’effetto opposto: far sì che quella sostanza elastica si riproduca, diventi più voluminosa e pare ora stia puntando ad avvolgere l’intero avambraccio <AIUTO!> andrebbe lei ad urlare accorgendosi solo ora, con la coda dell’occhio, che la figura mascherata non c’è più. Un pezzo di legno la sta avvolgendo, l’unica speranza era quello ma è sparito. Nessuno sembra correre in suo aiuto: ma è mai possibile che debba morire da sola avvolta da un pezzo di legno? Ma soprattutto, è mai possibile che un pezzo di legno abbia quelle capacità? [Chakra: 7/10]

16:49 Yuukino:
  [Dojo Nakamura - Sala allenamenti] La paura di perdere tutto si fa sempre più forte. In tutta la sua vita fatta di serenità di gioia, rigore ma pur sempre ricompensato da aggi, non ha mai dovuto affrontare alcun tipo di pericolo e soprattutto, non è mai stata da sola contro qualcosa di così inspiegabile. Il suo pensiero, in preda al panico, si perde in ricordi sparsi, qua e là. Lei che corre ad abbracciare la madre, il padre che per l’ennesima volta sottolinea la sua inadeguatezza ma le regala comunque una collana di perline che aveva adocchiato in un negozio. Per un attimo vede un avambraccio sul quale scorre un rivolo di sangue: forse è quel che sta accadendo al proprio arto in quel momento. Ritorna alla ‘realtà’ e porta gli occhi blu profondo su quel tronco che avanza sul proprio braccio raggiungendo ora il gomito <Non ci credo> mormora fra sé e sé. Ma è proprio in quel momento che accade l’inspiegabile. Dopo essersi accumulato in gran parte sul proprio corpo, il tronco, che pare godere di vita propria, si da uno slancio e quanto ne era rimasto sul pavimento segue la scia che lo collega a lei, lanciandosi come farebbe una cavalletta ed in un momento rapido ed inspiegabile alla mente della deshi questo si appoggia sulla spalla andando a mollare la presa sulla mano e sul polso ma tentando di avvolgerne la il collo, da dietro la nuca. Istintivamente lei inarca la schiena portando le mani dietro la testa cercando di afferrare quella massa di… legno? Non può nemmeno definirlo tale. Sembra dell’impasto a forma di legno, del legno liquido. Non ha definizione. Ma ecco che allora l’inspiegabile capita. La figura mascherata sembra apparire proprio di fronte agli occhi della deshi, così, dal nulla, come se avesse appena attraversato un banco di nebbia e stesse svincolandosi dall’umidità candida che essa produce: giusto per rimanere in tema, no? <Ehi ehi, aiutami> direbbe lei che ora, andrebbe a movere le braccia in avanti, lasciando la presa di quel tronco viscoso e portando le mani in direzioni dello shinobi come a cercarne aiuto, conforto. L’altro parla, apre bocca e lei sente la voce della madre come se stesse rimbombando in tutta la sala. Spiega si tratti di un Genjutsu e che esso sia stato causato da quel gong udito qualche minuto prima. La informa che tramite il suono ella sia riuscita a modificare il flusso del chakra della deshi di modo che si muovesse nel cervello in maniera tale da farle vivere quell’allucinazione. Continua dicendole che l’ultimo rotolo tratta proprio della tecnica che le consentirà di uscire da quel pasticcio e che per farlo, componendo il sigillo della capra, dovrà andare ad agitare violentemente il proprio chakra così da interferire con quello che in quel momento agisce su di lei. [Chakra 7/10]

17:07 Yuukino:
  [Dojo Nakamura - Sala allenamenti] Quella rivelazione spiega tutto. Ricorda in quel momento le parole del sensei in accademia che spiega quale che sia la funzione di un Genjutsu. Si chiama ‘arte illusoria’ proprio perché grazie ad un flusso di chakra che può essere inviato al cervello attraverso un suono, un tocco, uno sguardo per chi possiede particolari abilità innate, si possono creare ambienti allucinogeni, non veri, ma che si comportano e danno effetti come se esistessero. Il corpo non riceve danno, non viene veramente attaccato né avvicinato ma l’impatto è così reale da far sì che gli effetti siano del tutto psicosomatici e quindi, effettivamente, a fine tecnica sentirsi come se si avesse affrontato davvero un certo tipo di pericolo anche se mai esistito. Inspira, la deshi, riempiendosi i polmoni di aria pulita cercando di razionalizzare la situazione e raggiungere quanto possibile la calma. Si dice che sia tutto frutto della propria immaginazione, anzi, dell’immaginazione imposta da quella figura che sembra essere la madre. Le è anche stato spiegato come liberarsene pertanto non le rimane altro da fare che seguire la procedura che le è appena stata spiegata. Per questo motivo allunga le braccia dinnanzi a sé piegando il gomito e battendo i palmi l’uno contro l’alto proprio in prossimità del proprio seno. Una volta che tale posizione fosse raggiunta, la deshi andrebbe a piegare tutte le dita, intrecciandole fra loro, lasciando che soltanto indice e medio di entrambe puntino verso il soffitto, eseguendo così il sigillo della capra. Una volta fatto ciò andrebbe a concentrarsi sul flusso di chakra che scorre nel proprio corpo come fuoco ardente che incendia le vie di una città, l’acqua di un’alluvione che affonda nell’abisso gli edifici che la compongono. Una volta raggiunta la concentrazione necessaria e ritrovata la consapevolezza di quell’energia che le fluisce all’interno tenterebbe di smuoverlo, di scuoterlo come si farebbe con una persona inerme che giace al suolo di cui si tenta un richiamo alla realtà. Se fosse riuscita nell’intento scuoterebbe il proprio chakra così tanto da far sì che l’altro, che si è preso spazio nella propria testa, venga spazzato via come la polvere da un mobile rimasto troppo a lungo nell’angolo raccogliendo su di sé quelle ragnatele di sporco. Se fosse riuscita nel suo intento ecco quindi che il Genjutsu andrebbe a dissolversi e lei si ritroverebbe in piedi di fronte al tronco e la figura ancora lì, al suo posto, dove si trovava già prima. Istintivamente porterebbe le braccia dietro al proprio collo a cercare quel tronco viscoso che la stava avvolgendo scoprendo che non c’è nulla. Paralizzata, ancora. Gli effetti di quanto appena subito si sentono: lei è lì, affaticata. Il fiato si è fatto più corto e non c’è modo, per la deshi, di riprendere subito contatto con la realtà. E’ incredula che quanto appena accaduto sia stato illusorio: eppure non sembrava. Eppure lei è ancora convinta che quel tronco sia davvero elastico e possa nuocerle. Non gli si avvicina nemmeno: lo teme. Meglio dedicarsi ad altri tipi di allenamento e che quello venga spostato da qualcun altro: lei non ci vuole riprovare, non ora… [Tentativo: Genjutsu Kai - Mente: 15 - Ninjutsu: 10] [Se: Chakra 4/10] [END]

Nonostante il trasferimento della famiglia a Kiri, la deshi deve continuare ad apprendere le tecniche da allieva: quest'oggi ha dovuto apprendere la tecnica della Sostituzione e la tecnica del Rilascio. Per farlo, la madre, si è divertita a spaventarla un po'.
Sarà riuscita Yuukino a superare l'apprendimento? E sarà pronta per l'esame Genin?
Lo scopriremo presto.