Apprendimento: Henge no Jutsu & Bushin no Jutsu

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16:06 Yuukino:
  [Dojo - Casa Nakamura - Sala allenamenti] E’ mattina presto. Una giornata come altre sull’isola di Chumoku: la nebbia, il vento quasi assente. Il sole, freddo, che sospinge i propri raggi oltre la coltre umida e biancastra, nel tentativo di riscaldare, per quanto possibile, le tegole delle abitazioni che si innalzano, talvolta, oltre quel manto candido. La deshi ha ricevuto dalla madre dei rotoli la sera prima contenenti le tecniche basilari che ogni studente dovrebbe apprendere prima di presentarsi a sostenere l’esame per divenire ufficialmente Genin ed entrare così a far parte di quell’organizzazione ‘statale’ degli shinobi. Per mettere in pratica tali insegnamenti, la giovane kusana si è preparata a puntino. Ha indossato dei pantaloncini corti, a mezza coscia, aderenti e blu; il seno prosperoso è avvolto da una maglietta decisamente stretta ma che permetterà a quelle protuberanze di non muoversi troppo e permetterle così di avere movimenti agevolati. Ai piedi dei sandali neri, in gomma, in modo da aderire al pavimento senza grosse problematiche. I capelli corvini, invece, sono raccolti in uno chignon sulla propria testa e solo due ciocche, quelle della frangia, cadono giù a contornarne il viso sottile e spigoloso. Tra le mani tiene quei tre rotoli mentre con passo cadenzato e deciso si dirige in una sala, della propria abitazione, nella quale gli stessi genitori sono soliti allenarsi: è una palestra alle cui mura sono appese diverse armi, le più disparate. Lei avrebbe dovuto imparare a maneggiarle tutte ma, stranamente, è molto più in fermento di imparare ciò che è racchiuso in quelle pergamene che essere brava a mirare corpi in movimento con gli shuriken. Raggiunto il centro di quella sala, nel dojo, andrebbe a mettersi a terra, incrociando le gambe e poggiando i rotoli in mezzo ad esse. Occhi fissi su di esse. La mano, dalle dita lunghe ed affusolate, si allungano in tale direzione mentre carezza coi polpastrelli quella carta speciale creata col bambù. <Quale scegliere?> si domanda. Lascia che sia la pancia, l’istinto, a guidarla e ne afferra una. Stringe le labbra in un’espressione che tenta, quasi inutilmente, di nascondere la propria eccitazione. <Apriamolo> dice a sé stessa mentre srotola la pergamena iniziando a intravedere di che tecnica Ninjutsu si tratti: la tecnica della trasformazione.

16:09 Yuukino:
  [Dojo - Casa Nakamura - Sala allenamenti] Osserva quel rotolo. Sente il cuore arrivarle in bocca. Pertanto lo appoggia a terra mentre punta le mani a terra. Con un colpo di reni ecco che balza in piedi. Gambe dritte, schiena dritta. Porta così le dita a sovrapporsi le une alle altre, puntando verso l’alto, come se stesse pregando o ringraziando. Socchiude gli occhi. La sua mente vaga altrove, vaga alle figure che l’hanno accompagnata da quando ha iniziato quel viaggio. Pensa alle persone conosciute sull’isola ed a quanto il suo cuore sia stato riscaldato da certi incontri, da certe sensazioni. Spostando così l’attenzione dovrebbe tentare ed anche riuscire a ripulire la mente da quel fremito del nuovo: ne ha bisogno per meglio concentrarsi su quel che sta per fare per evitare che i tentativi vadano a vuoto. Una volta ripulita la mente dal superfluo le è ora possibile andare a fare altro: prima ancora di leggere ed imparare come eseguire qualsiasi tecnica sarà necessario richiamare il chakra. Per questo motivo divarica un po’ le gambe di modo da avere un baricentro più saldo ed ancorarsi a terra con più sicurezza. Nello stesso momento le mani invece si posizionano nel sigillo della capra: indice e medio che puntano verso l’altro mentre le altre dita che si piegano coprendosi vicendevolmente. Un simbolo che oltre al significato tradizione ed al suo essere riconducibile alla tradizione ed alle leggende, permette di concentrarsi su qualcosa di specifico. Nel suo caso, la deshi andrebbe a riportare la sua attenzione a quelle che sono le energie che la compongono. La prima, che idealmente è posizionata ad altezza della pancia, quella fisica, quella che si esprime e cresce insieme al corpo, agli allenamenti, alla propria forza ed agilità. La seconda, che idealmente invece è posizionata più in alto ed è quel tipo di energia mentale che si possiede in maniera innata ma che difficilmente viene utilizzata al meglio delle proprie capacità. Laddove fosse riuscita ad osservarsi e centrarsi il tentativo seguente sarebbe quello di avvicinare questi due vortici, questi due uragani interni, per formane uno più grande e dar così vita al chakra: energia che, una volta originata, si andrebbe a diffondere in tutto il corpo tramite il proprio sistema circolatorio e rendersi pronto all’utilizzo tramite la sua fuoriuscita attraverso gli Tsubo. [Tentativo: Impasto chakra | Se: Chakra 10/10]

16:09 Yuukino:
  [Dojo - Casa Nakamura - Sala allenamenti] Energia viva le scorre dentro il corpo raggiungendone ogni minima parte, indistintamente. Si libera come un fiume in piena che ha appena distrutto la diga che lo blocca. Una forza dirompente che trova rifugio in quel sistema circolatorio così ampio e ben distribuito. Le mani sciolgono il sigilli. Lo sguardo della deshi si abbassa seguendo le vene delle proprie braccia fino ad arrivare ai palmi, aperti e che puntano in alto. Si guarda e si studia. La testa si muove leggermente di lato guardando la muscolatura ora più visibile: sebbene non sia molto avvezza all’allenamento fisico il chakra riesce a mettere in evidenza ai suoi occhi la propria forza, il proprio volere agire sul fisico della deshi. Lei si osserva, ammirata da cotanta dimostrazione. Inspira a pieni polmoni prima di ritornare ad osservare il rotolo aperto appoggiato a terra. Si abbassa, incurvando la schiena e piegando le ginocchia, e lo afferra con la sinistra. Si rialza mentre lo apre di fronte ai propri occhi <Henge no Jutsu, eh?> domanda ironica a sé stessa <L’obiettivo di questo jutsu pare essere quello di assumere le sembianze di una persona od un oggetto di dimensioni simili a sé per celare agli occhi altrui le proprie fattezze> commenta dopo aver letto gli obiettivi di tale tecnica e soprattutto il modo in cui si può utilizzare il chakra per far sì che il proprio corpo dissimuli il proprio aspetto e paia, anche solo in apparenza, qualcos’altro. Gli occhi scorrono veloci su quelle parole mentre pian piano nella sua mente si fa più chiaro sia il funzionamento ma anche i possibili utilizzi di tale tecnica. Arriccia il naso mentre gli occhi si ripongono ora su aspetti più pratici come ad esempio i sigilli da utilizzare: quello della capra. Insomma, non dovrebbe essere difficile essendo lo stesso appena utilizzato per impastare il chakra. Dovrà semplicemente mantenere tale posizione e lavorare sulle modalità con cui il chakra l’avvolgono: eppure lei ha ben presente quanto la teoria appaia sempre più semplice della pratica <Ed ora a noi, caro Henge no Jutsu!> un tono di sfida prima di piegarsi nuovamente per appoggiare il rotolo a terra, aperto davanti a sé, come se potesse aiutarla giudicandone i passaggi, e darle quindi un verdetto finale su quanto sta facendo. Un sorriso compiaciuto si dipinge sulle labbra della deshi. [Chakra: 10/10]

16:23 Yuukino:
  [Dojo - Casa Nakamura - Sala allenamenti] La deshi divarica nuovamente le gambe spostando così il baricentro in mezzo per mantenere una posizione quanto più equilibrata possibile onde evitare che lo sforzo della concentrazione non abbia la meglio e la faccia cadere. Occhi che fissano la parete di fronte mentre prende una boccata d’aria fresca fino a riempirsi i polmoni. Poi li chiude. Muove le braccia in avanti fino ad avvicinare le mani e appoggiarle, palmo contro palmo. Piega poi in sequenza anulare, pollice e mignolo incrociandoli fra loro di modo che solo indice e medio rimangano dritti a puntare il soffitto. Rilascia l’aria accumulata nei propri polmoni mentre da quella posizione riporta la propria concentrazione sul chakra che le scorre nel corpo raggiungendo i vari Tsubo prima di tornare indietro in un’azione ripetitiva. Energia che va avanti ed indietro senza sosta donando una vitalità senza eguagli. Una volta percepito questo flusso tornerebbe ad aprire gli occhi puntando nuovamente il muro pieno di armi accatastate le une sopra le altre e sostenute da chiodi. Riporta alla sua mente l’immagine della madre. Forse la persona più presente nella vita di qualsiasi persona o almeno, in quelle come lei, cresciuta nel caloroso affetto di quella donna. Un piccolo sorriso sulle proprie labbra mentre la immagina. Non si somigliano molto eppure ha in mente ben impresse le fattezze di quella: alta circa un metro e sessanta centimetri. La corporatura snella ed il seno tondo ma piccolo che l’età non ha modificato. La vita stretta come un imbuto prima di allargarsi in fianchi decisamente larghi tipici di chi ha dato alla luce almeno un bambino. Braccia e mani sottili con ossa che sporgono leggermente ai gomiti, ai polsi ed alle ginocchia. Capelli castani, qua e là ricoperti di biancore, brizzolati, che l’età ha reso stanchi di riprendere quei colori. Questi, corti, ricadono sui lati incorniciando un viso leggermente paffuto, dal naso piccolo e dalla bocca a forma di rosa: ultimo dettaglio, se non meno importante, gli occhi color ghiaccio contornati da sopracciglia spesse e dritte. La immagina vestita con un kimono nero, il preferito di quella, con una sola rosa dipinta sul fianco sinistro, leggermente coperta dalla cinta rosa perlato. Una volta rievocata quella memoria d’istinto tornerebbe a concentrarsi sul proprio chakra, sul suo flusso all’interno del proprio corpo. Lo sente quel fiume che scorre incessante ed incurante di quanto lei stia facendo. Per questo motivo la deshi andrebbe a fare un tentativo di dare una scossa a quel flusso di modo che, liberandosi dagli Tsubo, il chakra esca e si modelli. Ritorna con la mente all’immagine appena rievocata dalla propria memoria nel tentativo di far scorgere al chakra stesso quei dettagli. Qualora fosse riuscita a far fuoriuscire il chakra il seguente tentativo sarebbe quello di modificarne il flusso e la forma di modo da rendere le sue gambe più sottili, i fianchi più ampi e la vita stretta a forma di imbuto; da qui si concentrerebbe sul chakra a livello del seno cercando di renderlo, almeno nell’aspetto esteriore, piccolo e tondo, tutto l’opposto di quello che possiede. Le braccia, poi, tenterebbe di coprirle col chakra e farle apparire più sottili e corte prima di passare al chakra che avvolge la testa; qui tenterebbe di celare i propri lunghi capelli corvini in modo da sembrare corti e castani; poi passerebbe al naso ed alla bocca, diminuendone le dimensioni e rendendoli ancor più femminili. Poi tenterebbe, sempre con il flusso appena rilasciato, di cambiare colore agli occhi rendendoli ghiacciati per poi ispessire le sopracciglia e renderle folte e dritte. Ultimo ma non meno importante il tentativo di utilizzare tale chakra anche per aggiungere qualche ruga in più al proprio viso di modo da farlo sembrare simile a quello di una donna vissuta, una kunoichi, una madre. Prima di guardarne gli effetti, l’ultimo tentativo sarebbe quello di utilizzare il chakra che avvolge tutto il corpo per aggiungere un ultimo dettaglio: un kimono nero, con una rosa sul fianco sinistro, stretto in una cinta rosa perlato. Laddove fosse riuscita andrebbe a inspirare nuovamente aria nei propri polmoni prima di abbassare gli occhi sull’avambraccio destro dove a questo punto dovrebbe vedere il kimono nero della madre e non più la propria pelle liscia e candida. [Tentativo: Henge no Jutsu, Tecnica della Trasformazione | Ninjutsu: 10] [Se: Chakra 8/10]

16:39 Yuukino:
  [Dojo - Casa Nakamura - Sala allenamenti] Non ha uno specchio in quella stanza. Non può sapere se la tecnica sia venuta bene o meno. Sta di fatto che le sue intenzioni erano proprio quelle di somigliare alla propria genitrice il più possibile e la scelta fatta è stata quasi dovuta: per la prima volta forse l’idea migliore è cercare di somigliare alla persona che più si conosce. Ed è proprio in questo momento, alla fine di una forte concentrazione, che scioglierebbe i muscoli per tornare in posizione eretta ed avvicinando nuovamente i piedi l’uno all’altro. Un’altro inspiro per ossigenare i polmoni prima di muoversi nuovamente in direzione dei rotoli. Flette le ginocchia di modo da avvicinare la distanza fra lei e quei manoscritti prima di allungare un braccio, il sinistro, piegando leggermente la schiena così da avvicinarvisi il più possibile. <Vediamo> mormora tra sé e sé mentre con i polpastrelli tasta nuovamente quelli chiusi di cui ancora non conosce il contenuto. Ne afferra uno, anche quello, un po’ a caso. Lo avvicina a sé prima di srotolarlo per saggiarne il contenuto. Lo legge, sorride. <Bushin no Jutsu>. A quanto pare quest’altra tecnica è molto simile a quella prima. Si tratta di utilizzare nuovamente il chakra che si possiede ma questa volta per creare una figura non più diversa ma uguale a sé. Anche qui non vi è una corporeità quanto invece un modo di manipolare la forza che si possiede per andare a riflettere i raggi solari e creare una visione quasi reale di sé stessi. I suoi utilizzi possono, effettivamente, essere molteplici. Distende quindi le ginocchia per tornare in piedi mentre tiene fra le mani il rotolo continuando a leggere il modo in cui eseguire questa seconda tecnica. Questa volta non basterà eseguire un solo sigillo ma dovrà comporre una sequenza: bue, cane, drago e cinghiale. Una smorfietta si dipinge sulle labbra della deshi <Le cose si fanno più difficili> ma d’altronde, in ogni cosa che si impara bisogna partire dalle cose più semplici per poi complicarle via via. E’ ancora mattina, sebbene inoltrata. Manca ancora un po’ al pranzo quindi si potrebbe dedicare anche a questa seconda tecnica di modo da poter poi esercitarsi con entrambe nel tempo rimanente. Per questo motivo andrebbe a concentrarsi sul proprio chakra cercando di rilasciare la tecnica della trasformazione appena eseguita per poter tornare nei propri panni e lavorare nuovamente la propria forza per l’apprendimento di quest’altro Jutsu. [Rilascio Henge no Jutsu] [Chakra: 8/10]

16:52 Yuukino:
  [Dojo - Casa Nakamura - Sala allenamenti] Ancora un ultimo sguardo a quella pergamena prima di flettere le ginocchia allungando il braccio sinistro verso il pavimento per appoggiarvela lì, dinnanzi a lei. <Ok, ed ora a noi> si dà coraggio da sola essendo che nessun altro è lì per poterla osservare né valutare. La tecnica della trasformazione dovrebbe ormai essersi sciolta ed il chakra residuo quindi di nuovo in circolo come un fiume dirompente e violento. Riallarga un po’ le gambe in modo da spostare al centro il baricentro e centrarsi meglio al pavimento. Inspira riempiendo i polmoni di ossigeno fresco atto a migliorarne la concentrazione. I sigilli <In sequenza: bue, cane, drago e cinghiale… ok vediamo un attimo come farli>. Prima di lanciarsi a capofitto si fa un ripassino di quali siano questi di modo da familiarizzare ulteriormente con quelle posizioni delle dita. Il primo da comporre è quello per cui la mano sinistra è posta verticalmente, incrociando la destra posta orizzontalmente col palmo rivolto verso il pavimento: della prima solo indice e mignolo puntano in alto mentre le rimanenti dita si chiudono sull’altra la quale invece tiene dritte l’indice, il medio e l’anulare richiudendo le rimanenti sulla verticale. Yuukino andrebbe quindi a riprodurre tale posizione osservandola e cercando di memorizzarla ancor meglio in modo da poterla, più avanti, riprodurre più velocemente. Il secondo sigillo è quello del cane; questo dovrebbe essere più semplice. Infatti basta chiudere la mano sinistra a pugno e poggiare la mano destra, aperta, sopra in posizione quasi perpendicolare dove il pugno punta a circa 30° da sinistra mentre le dita aperte della sinistra a circa 30° da destra. Il prossimo sigillo invece è quello del drago; questo invece richiede che entrambe le mani siano poste col polso rivolto verso il proprio ventre mentre tutte le dita, tranne i mignoli che puntano in basso, verso il pavimento, si incrociano in un reticolato molto fitto. Infine, l’ultimo sigillo è quello del cinghiale: anche questo meno articolato; basta infatti puntare i polsi l’uno contro l’altro, chiudendo tutte le dita con le nocche esterne in direzione del pavimento: per eseguirlo al meglio sarà necessario anche allargare un po’ le braccia distanziandole leggermente dal corpo e piegando maggiormente i gomiti. Una volta eseguita la sequenza lentamente in modo da poterla memorizzare, la deshi pare pronta al prossimo passo. [Charka: 8/10]

17:13 Yuukino:
  [Dojo - Casa Nakamura - Sala allenamenti] Ecco quindi che la kunoichi va a concentrare la propria mente su sé stessa. Il tentativo è quello di eliminare qualsiasi distrazione e contatto col mondo esterno di modo da prendere quanto più possibile consapevolezza del flusso di chakra che le attraversa il corpo snello e slanciato. Una volta individuato tale processo sarebbe necessario visualizzare mentalmente quali che sono gli Tsubo distribuiti in tutto il corpo in modo da avere pieno controllo e consapevolezza di quali siano i punti da sfruttare per mettere a punto il Jutsu che sta per eseguire. Chiude per un attimo gli occhi, giusto il tempo di tirare una boccata d’aria e riempirsi nuovamente i polmoni per poi riaprirli. L’attenzione ora si sposta sulle mani in modo da poter eseguire il più velocemente possibile i sigilli necessari per attuare la tecnica. Inizia quindi con la posizione del bue, mano sinistra verticale che incrocia la destra orizzontale; in seguito la posizione del cane, con il pugno sinistro chiuso ed il palmo della destra appoggiato sopra; poi ancora la posizione del drago dove entrambe le mani si incrociano formando un fitto reticolato di dita fuorché i mignoli; ed infine la posizione del cinghiale che richiede i polsi l’uno vicino all’altro con tutte le dita piegate su loro stesse e che puntano in basso. Dopo averli eseguiti, in modo da creare un ponte fra la sua volontà ed il flusso del chakra, la propria attenzione tornerebbe proprio su quest’ultimo. Andrebbe a visualizzarne il flusso cercando di imprimergli una forza tale da rilasciarlo dagli Tsubo, nell’aria circostante. In mente ora le appare l’immagine di sé: una donna alta, slanciata e tonica. Fianchi larghi e vita a imbuto, busto decisamente proponente ed abbondante; mani e gambe sottili e allungate, dita affusolate. Il viso, spigoloso ma sicuro, contornato dalla frangia nera, divisa in due ciocche, di quei capelli corvini che scendono sulle spalle fino alle natiche. Occhi blu, profondi, come l’oceano, naso sottile e piccolo, bocca larga ma elegante e sopracciglia molto fini. Tutto questo, inoltre, è ricoperto da un paio di pantaloncini a mezza coscia aderenti ed un top, entrambi dello stesso colore delle proprie iridi mentre ai piedi dei sandali neri in gomma. Dopo essersi ritrovata, nella propria mente, come davanti ad uno specchio tenterebbe di muovere il chakra fuori da sé ad una distanza piuttosto ravvicinata, poco più di un metro. La volontà della deshi è che esso si disponga nell’aria in maniera tale da riflettere la luce ed i colori che avvolgono l’ambiente in modo tale da riprodurre ombre, luci e colori di sé stessa senza dimenticare alcun dettaglio, anche il più piccolo, quali le orecchie, le unghie delle dita e dei piedi. Se dovesse essere andato a buon fine si dovrebbe ritrovare, vicino, alla distanza poc’anzi citata, una copia in tutto e per tutto a lei somigliante, indistinguibile se non ad occhio esperto; unico problema? La copia non farebbe nulla se non rimanere con le mani incollate nell’ultimo sigillo composto dalla deshi: quello del cinghiale. Infatti ciò che ha dimenticato è di imprimere un qualsiasi comando prima ancor di eseguire la tecnica. Non l’analizza troppo: forse teme di non riscontrare in quel prodotto le caratteristiche necessarie affinché possa essere considerato un clone fittizio di sé stessa. [Tentativo: Bushin no Jutsu | Ninjutsu: 10 | Nr. copie: 1] [Se: Chakra 6/10]

17:30 Yuukino:
  [Dojo - Casa Nakamura - Sala allenamenti] Lei non lo sa ma per eseguire quei due tentativi il proprio chakra si è quasi dimezzato e diciamocelo: questo può risentirsi un po’ sul proprio fisico. Goccioline di sudore scivolano dalla fronte, ampia e spaziosa, seguendo le forme degli zigomi per poi tagliare in due le guance prima di raccogliersi sul mento, poco sotto alle labbra; da qui si formano delle gocce che con ritmo cadenzato andrebbero a cadere verso il pavimento fermate unicamente dalla protuberanza del seno che blocca il loro percorso. Lo stesso accade sulla schiena, coperta dal tessuto che, seppur leggero, non elimina la sudorazione che anzi è copiosa e ciò è anche deducibile dall’alone più scuro che si è formato sul top stesso. Le boccate d’aria sono anch’esse più forti mentre il fiato è diventato un po’ più corto rispetto all’inizio. Le mani si sciolgono da quella posizione, del cinghiale. La muscolatura si allunga nuovamente lasciando che le braccia ricadano morbide lungo i fianchi. La testa si inclina un poco mentre torce il collo in direzione di sé stessa o, per meglio dire, di quel chakra che riflette la luce in modo da far apparire sé stessa <Ehi, stronza> andrebbe a dirle, come se potesse parlarci. Non è il massimo; o forse non si era mai guardata così bene, da fuori. Appoggia le mani nei fianchi mentre sposta il baricentro sulla gamba sinistra. <Ma tu guarda> andrebbe a mormorare. Avrebbe potuto immaginare tante cose ma non di trovarsi nella sala allenamenti di casa sua a provare Jutsu strani con i rotoli dell’accademia concessi dalla madre. Un sorriso si dipinge sulle labbra all’idea che tutto quello sforzo varrà per poterle permettere di recarsi a Kiri con Yosai ed aiutarlo più che può in quel luogo e questo pensiero non può che riscaldarle il cuore rendendo quella fatica meno disarmante. Si desta da questi pensieri mentre, laddove la copia fosse effettivamente riuscita avvicinarvisi di modo da poter allungare la destra e dare un colpo in viso all’altra sé cosa che permetterebbe alla tecnica di sciogliersi del tutto e alla sua copia di svanire nel nulla con la stessa velocità con cui è apparsa. <Aspettami Yosai> andrebbe quindi a mormorare a sé, al vuoto. Alla speranza alla quale si aggrappa nei momenti più bui. Eppure qualcosa non torna. Un senso impellente di finire quel percorso si impossessa di lei. Un’energia, una carica che non ha mai avuto. [END]

La madre di Yuukino le porta i rotoli delle tecniche deshi e la kunoichi decide di iniziare ad apprenderle. Inizia dalla tecnica della trasformazione e della moltiplicazione del corpo che prova nella sala degli allenamenti della famiglia Nakamura.

//La giocata inizia alle 15:30 ma le prime azioni non le avevo registrate quindi ho dovuto ri-inviare le azioni.
Mi rimetto a voi per l'apprendimento o meno delle suddette.