La mia roccia

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22:55 Onosuke:
 Questa sera, come tutte le altre da qualche mese a questa parte, si trova in stanza con la sua compagna di vita Tenshi. In questi giorni una notizia abbastanza preoccupante ha raggiunto tutti i Kage e tutte le popolazioni: la nazione di Kiri è stata messa in ginocchio dal Dio che qualche settimana prima ha attaccato l’isola in cui si trova il ninja degli insetti. Per questo motivo la mattina dopo deve partire per recarsi là da dove è partito un messaggio di aiuto e, ovviamente, ci andrà con la Senjuu. Proprio lui, nei panni di Tsuki, ha attaccato i manifesti con la notizia. Quindi ora deve preparare le valigie per il viaggio. Ormai è da parecchio tempo che abita nell'appartamento in cui si trova ora e pensare di doverlo lasciare lo rattrista molto. Ma sa che, per un ninja, dover cambiare città, casa e abitudini frequentemente è del tutto normale. Deve abituarsi a questo. Vestito con un paio di pantaloni leggeri di colore nero, una maglietta a maniche lunghe dello stesso colore con due ovali di colore grigio scuro all'altezza dei gomiti e un paio di calzini bianchi ai piedi, ha appoggiato il borsone che riempirà con tutti i suoi vestiti che si trovano dentro l’armadio e dentro i cassetti che, quando sono arrivati, gli sono stati lasciati disponibili dalla rosata che subito si è appropriata del maggior numero di questi. Si trova lì, con la sua amata davanti. La guarda e ripensa a tutto quello che hanno passato durante questo periodo. Dai momenti belli ai momenti brutti. La fissa e quasi si dimentica cosa doveva fare. Un fiume in piena di memorie gli attraversa la mente e, spontaneamente, gli spunta sulle labbra scoperte un sorriso. Nessuno ha mai visto il suo sorriso che mostra i suoi denti. Nessuno tranne i suoi genitori e, ovviamente, Tenshi. "Sei pronta ad andartene?" le chiede raddrizzando la schiena che era piegata in modo tale da essere comodi per piegare una maglietta che poco prima aveva preso dal suo primo cassetto. ""Ormai questa è diventata casa nostra. Non lo pensi anche tu?" continua guardandosi intorno e mettendosi le mani sui fianchi.

23:10 Tenshi:
 E' una serata tranquilla lì a Chumoku. E' l'ultima notte lì sull'isola. Una sensazione di quiete prima della tempesta avvolge il clima apparentemente sereno di quei giorni. Il borsone è aperto, ancora vuoto, vicino al letto, dal lato della rosata. Si prepara a partire. Si prepara ad affrontare quella situazione, strana ed ignota. Un senso di pressione nel suo cuore non la fa stare del tutto calma. C'è davvero speranza? Loro possono davvero farcela? Possono davvero battere quell'essere? E' esattamente per questo che tutti i ninja, in questi giorni, si preparano: combattere. Combattere, ma anche vincere. Come? Come si potrebbe vincere quel dio? I genin che rilevanza hanno in quella situazione? Non sono preparati. Non ancora. La sente di nuovo, quella sensazione di pressione che le stringe il cuore. Se solo fosse stata più veloce, se solo fosse diventata chuunin, magari avrebbe potuto fare qualcosa in più. E non gettarsi nelle sue grinfie come l'ultima volta. Perché è così che era andata. Si era arresa. Aveva accettato quella sorte maledetta di sparire, una volta per tutte. Aveva allargato le braccia ed aveva lasciato che lui, quel dio, la prendesse. Cosa avrebbe dovuto fare? Tutto ciò che in quel momento le frullava in mente era salvare Yosai. E morire, per lui. Per quella persona che, in quell'occasione, era solo uno sconosciuto. Perché lei, da sempre, ha questo difetto: proteggere gli altri, a costo della propria vita. Poi, quel dio l'aveva risparmiata. Perché? Per compassione? Ancora non riesce a dare una risposta a questa domanda. Sente solo crescere dentro di lei il buio. L'odio. La rabbia. Quella parte di lei che solo quell'isola era riuscita a tirar fuori. Quella parte marcia che non si può cancellare. Che non si può distruggere. E lei sta ferma. Bloccata da questi pensieri. E' seduta sul letto, con le gambe rannicchiate sul petto. I lunghi capelli rosa le ricadono sulle spalle. Indossa semplicemente una maglietta nera a maniche corte, troppo grande per lei, con il simbolo del clan Aburame in verde stampato dietro la schiena. Chiaramente, quella maglietta non è sua. Essa lascia intravedere l'intimo nero, dato che le gambe sono completamente scoperte. L'unico tocco di colore è il bracciale rosso legato al polso destro. E sta lì, a guardare un punto fisso davanti a lei e a perdersi tra i pensieri. Non si accorge nemmeno che Onosuke la sta guardando. La sua attenzione viene richiamata solo quando l'altro le rivolge la parola. < S-se sono pronta? > balbetterebbe, portando lo sguardo spento su di lui. No, non lo è. E' vero che si sta allenando a fondo per cercare di compensare le proprie lacune. Ma ha paura di andare a Kiri. Ha paura di incontrare nuovamente quell'essere. < Io non lo so >. Un sorriso forzato le si stamperebbe in volto. < Siamo stati qui per un po' di mesi... mi mancherà questo posto >. Lo sguardo si volterebbe a guardare la stanza. A guardare quelle pareti bianche. Quella cucina in legno. E, infine, quel letto che cigolava un po' troppo. In quella stanza aveva trovato un posto a cui fare ritorno. Un posto caldo dove trovare l'affetto di qualcuno. < E tu sei pronto? > e lo sguardo ceruleo si sposterebbe nuovamente sul genin. La sua famiglia.

23:40 Onosuke:
 La ragazza gli dà le spalle quando lui le rivolge la parola. Solo nel momento di rispondere si gira verso di lui. Lo sguardo di lei è spento. Lui lo riconoscerebbe ovunque. Lei ne ha passate veramente tante durante questo periodo. Di più anche dell'Aburame che, per fortuna o per sfortuna, non ha mai incontrato quell'essere oltre il primo attacco. Lei, invece, è stata attaccata mentre Onosuke non c'era. Per lui questa è una cosa di cui si vergogna perchè non è riuscita a proteggerla, ma sa che deve essere forte per lei. La risposta di lei non è decisa. Non nel senso esatto della esclamazione, ma anche quel 'non lo so' non è convinto. Lui capisce che lei probabilmente non pensa di essere pronta, ma è anche convinto che invece lei lo sia. Prima di risponderle, aspetta che lei abbia finito di parlare mentre la guarda con gli occhi pieni di amore. "Vero.. Anche a me mancherà questo posto. Queste mura ci hanno visto crescere, diventare adulti. Pensa.. io qua dentro ho festeggiato il mio diciottesimo compleanno e domani dovremmo andarcene." le risponde avvicinandosi e sedendosi alla usa destra. La abbraccia portandole il braccio sinistro attorno al collo. "Io sono pronto e sai cosa ti dico.. penso che anche tu lo sia. Io ti conosco molto bene. Pensa a quella volta con Yosai, quando vi ha attaccato. Tu subito ti sei messa tra il ragazzo e il Dio pronta a proteggerlo. Non tutti sono pronti a farlo sai? Solo i più grandi cuori sono in grado di farlo e tu dentro a questo corpicino hai un cuore enorme." le dice battendo con l'indice della mano destra sul petto della ragazza all'altezza del cuore. Anche lui ha paura di quello che può succedere. La guerra non è qualcosa di semplice e bello. La guerra porta distruzione e tristezza e sono cose che possono fare a brandelli una persona. Se lui dovesse perdere lei non sa cosa potrebbe fare. Non sa che pazzie potrebbe compiere nel caso lei sparisse da questo mondo. Ma la vita che hanno scelto è questa ed è proprio grazie a questa decisione che si sono conosciuti. "Dobbiamo essere uno la roccia dell'altro. Dobbiamo tenerci in salvo a vicenda. Insieme nessuno ci può fermare. Tutto chiaro?" finisce dandole un bacio sulla tempia e, successivamente, annusando il profumo che deriva dai quei capelli appena lavati. Quel profumo che fin dal primo giorno lo hanno fatto innamorare di lei. Per lui. lei è una droga e senza non riuscirebbe a vivere.

00:10 Tenshi:
 Una parte di lei sa che andare a Kiri è la scelta giusta. Sa che andando lì, salverebbe molte persone. E' questo che è tenuta a fare, in quanto ninja. Ma l'altra parte di lei è completamente bloccata. Terrorizzata. Tenuta in pugno dalla paura di non essere abbastanza. Dalla paura di non avere le giuste forze. Dalla paura di scomparire per sempre. Cosa ne sarebbe di lei? Cosa ne sarebbe di Onosuke? Cosa ne sarebbe di quella piccola famiglia? Con gli incisivi superiori morderebbe il labbro inferiore, nervosa. In ansia. Non un'ansia positiva, no. Un'ansia negativa. Un'ansia che consuma e divora lo stomaco. Eppure la speranza è lì. In un piccolo posticino del suo cuore. E' come un fiore delicato, che se viene toccato, appassisce. E' lecito avere speranza in quel mondo grigio? E' lecito piantare una rosa in un terreno arido? E, nel frattempo, Onosuke torna a colorarle la vita, come ha sempre fatto. Come ha fatto sin dal primo momento in cui si sono visti. Quel momento in cui ha guardato nei suoi occhi dorati ed ha visto un bagliore, una luce immensa che la attirava. Quella luce che, anche oggi, continua ad attirarla. Quella luce che illumina il buio delle sue giornate. < Io non voglio andarmene > direbbe, con occhi lucidi, mentre lui si avvicina verso di lei. E la abbraccia. Un abbraccio delicato. Un abbraccio confortante. Un abbraccio che solo lui è capace di darle, come quella volta al Monte dei Volti, a Konoha. Sembra ormai passato un secolo. Eppure, lui c'è sempre stato. E' sempre stato al suo fianco, senza lasciarla mai. A volte la rosata si chiede come faccia a sopportarla. Come riesca a sopportare una persona così bisognosa di attenzioni come lei. La mancina verrebbe alzata verso quella di lui. Le dita si intreccerebbero con le sue, come corde. Il suo calore. Il suo profumo. La sua razionalità. Queste cose riescono sempre a calmarla. Perché anche nel momento più buio della sua vita, lui sa riportare i colori. < Quella volta... io ero pronta a morire. Mi ero arresa, capisci? >. Volterebbe il capo verso di lui, il naso quasi a sfiorare il suo. Gli occhi sono ancora lucidi, come se stesse trattenendo le lacrime. Quelle lacrime che l'hanno sempre fatta sentire debole. Quelle lacrime che non avrebbe mai voluto mostrare a nessuno, ma che poi erano sempre venute fuori. < Io voglio provarci... voglio essere la tua roccia. Ma... > una pausa, mentre gli occhi cerulei si perdono in quelli dorati di lui < Ho paura >. La voce come un sussurro, quasi spezzata. Poi, abbasserebbe il capo, poggiando il volto contro il petto di Onosuke. Ed inspirerebbe il suo profumo. Candido. Pulito. Quel profumo che fin dal primo giorno l'ha fatta innamorare di lui. Neanche lei riuscirebbe a vivere senza di lui.

00:31 Onosuke:
 Ormai le valigie verranno fatte più tardi. I pensieri sono altri ora. I problemi da affrontare sono quelli che inondano la mente della rosata. Ormai è da un po' di tempo che soffre. Tutto è partito dalla ragazza di Kusa che l'ha aggredita verbalmente. Poi è successo l'attacco in piazza e a seguire l'attacco diretto al parco mentre era con Yosai. Non riesce a tenere la calma con tutte queste cose negative per la mente. Anche se ci sono tantissimi ricordi positivi, quelli negativi sono sempre ricordati con più facilità perchè descrivono molto meglio il carattere di una persona. Un esempio è con la fiducia: una persona può fare tutte cose giuste, ma la volta che sbaglia non viene mai dimenticata. E per lei è così, come sarebbe per tutti. Anche per Onosuke è così, ma semplicemente non lo fa vedere. Sa che la vita va avanti e vorrebbe far capire questa cosa alla rosata. Lei, però, fa fatica a parlare e a sfogarsi e questo lui lo sa. "Nessuno vorrebbe andarsene. Anche io vorrei stare qua con te per sempre, ma non si può. La gente si fida di noi e noi dobbiamo rispettare i nostri doveri. In più sono sicuro che riusciremo a svolgere i nostri doveri al meglio. Mi credi?" comincia per poi fermarsi quando lei gira il capo verso di lui quasi facendo toccare i sue nasi. Gli occhi di lei sono lucidi. Deve sfogarsi. Questo potrebbe essere, forse, il modo migliore per staccarsi questi pesi dalle spalle che la stanno portando giù da mesi. Poi le ultime parole di lei seguite dall'appoggio del su capo sul petto del ragazzo. Lui, avendo la testa di lei, davanti agli occhi, comincia ad accarezzarle i capelli con delicatezza. "Tu non ti sei arresa. Hai difeso un ragazzo che non poteva farlo con le sue forze a costo della tua vita. Questo è tutt'altro di debolezza ai miei occhi sai?" le dice appoggiando labbra e naso della sua testa inclinata verso avanti sopra al capo della Senjuu. "E posso immaginare che tu abbia paura perchè ce ne ho anche io. Nulla è più imprevedibile di una guerra. Questo però non vuol dire che non puoi essere la mia roccia." continua mantenendo costante il movimento della mano destra che si è spostato verso le punte dei capelli. "Ora però.. voglio sentire tutto quello che hai da dire. Sfogati. Prendimi a pugni se devi scatenarti. Rompi tutto se devi sfogare la tua rabbia." le dice prendendola per le spalle con entrambe le mani e alzandole il busto fino a farlo raddrizzare del tutto. "Piangi se devi farlo. Io sono qua.".

01:50 Tenshi:
 I momenti di calma sono pochi e relegati perlopiù a quando sta con gli altri. A quando cerca di scacciare via quei pensieri, provando a parlare. Provando a pensare a qualcos'altro. Ma quando è sola, il mondo le crolla addosso. E questa sua debolezza riesce a mostrarla solo a lui. A quella persona che di lei sa tutto. A quella persona a cui sa di non poter nascondere nulla. Perché, solo con uno sguardo, lui si accorgerebbe che c'è qualcosa che non va. Eppure, lei non vorrebbe essere un peso. Vorrebbe essere forte ai suoi occhi. Vorrebbe non piangere. Vorrebbe trattenere quei pensieri negativi che si susseguono nella sua mente. Ma non ci riesce. Con lui si lascia sempre andare. Ed affida a lui tutte le sue sofferenze. Come se già non bastassero quelle che il genin porta sulle spalle. Ma è più forte di lei, perché è sempre stato così. Lui si è sempre preso carico dei dolori di lei. E li ha modellati. Li ha colorati. Facendoli tornare nuovi. Come fa lui a rimanere sempre così razionale? Come fa a non impazzire in quel mondo che di razionale non ha nulla? < Ti credo > mormorerebbe, con le labbra poggiate contro la sua maglietta. Gli crede perché si è sempre fidata di lui. Perché le sue parole ed i suoi gesti l'hanno sempre aiutata a guardare il lato bello delle cose. Quando tutti la evitavano, lui l'ha abbracciata. Quando era sola, lui l'ha portata con sé. Onosuke l'ha sempre salvata. L'ha sempre portata a galla quando stava per toccare il fondo. Il suo tocco, tra i capelli rosa, la fa sentire calma. Quella calma che da sola non riesce mai a raggiungere. Quella calma che la culla e la fa star bene. Quella calma che soltanto lui può darle. La mano destra verrebbe portata sul petto di lui e, stringendosi in un pugno, afferrerebbe un lembo della sua maglietta. < Credi che io sia abbastanza forte? >. E' una delle poche persone che le dice che lei non è una debole. Che lei non è utile. Anzi. Lei è coraggiosa. Perché, nel pericolo, ha protetto una persona. E' vero, aveva cercato di proteggere Yosai. Ma la sua vita, in quel momento, sarebbe potuta finire. E questo solo pensiero basta a stringerle il cuore in una morsa mortale. Sarebbe potuta scomparire. Nel nulla. E quello sarebbe stato il momento in cui avrebbe perso per sempre l'Aburame. Forse, la sua anima avrebbe continuato a stare al fianco del genin. Ma non avrebbe più potuto toccarlo. Non avrebbe più potuto parlargli. Non avrebbe potuto più addormentarsi sul suo petto ed intrecciare le gambe con quelle di lui. Lui è la sua roccia. Lui è l'asse portante della sua vita. Sa bene che senza di lui, avrebbe toccato il fondo senza risalire. Senza poter più prendere fiato. Ma lei è davvero una roccia per lui? Lei, così fragile, può davvero essere così forte? E le labbra di lui si appoggiano sul capo di lei, cullandola con i suoi dolci movimenti, come per dirle che lui è lì e che non andrà mai via. Ed il pugno destro di lei si distenderebbe, poggiando il palmo, completamente aperto, sul suo petto. E farebbe scivolare la mano lungo il suo ventre, accarezzandolo, per poi portarla sulla sua schiena. E la mano di lui continua a carezzarla, come le note di una melodia armoniosa. Il volto è ancora completamente poggiato sul suo petto, mentre cerca di non piangere. Mentre cerca di apparire più forte di quel che è. < E' vero, sono arrabbiata > sussurra. E' arrabbiata. Arrabbiata perché in quelle occasioni in cui il dio è apparso non ha potuto fare nulla per contrastarlo. Perché non è ancora abbastanza forte. Nessuno di loro era pronto ad una cosa del genere. < Come possiamo essere utili noi, dei semplici genin, in questa occasione? Io... > farebbe una pausa, staccando il viso dal petto dell'Aburame ed alzando lo sguardo verso quello di lui < io non riesco davvero a capirlo. Cosa... cosa dovremmo fare? >. La voce è tremante. Incostante. Insicura. Cosa possono fare loro contro quell'essere?

22:13 Onosuke:
 Questi momenti sono i più difficili. Sfogarsi e buttare fuori tutto ciò che si ha dentro di brutto fa male, ma nel lungo tempo fa stare meglio. Si tratta di un veleno che corrode l'interno del corpo come la più pericolosa tossina. Per questo Onosuke ha chiesto a Tenshi di sfogarsi con lui. Non vuole perdere la ragazza che ama a causa di questo male che trasforma ancora peggio della guerra. "Lo credo. Tu sei molto forte. Forse la persona più forte che io conosca." risponde continuando ad accarezzarla. Un tocco morbido come si fa con i bambini appena nati, così fragili che sembra che solo sfiorandoli si possa fare del male a loro. "Sei così forte da poter essere la roccia di una persona come me che, senza una forza che lo tiene in piedi, può cadere nell'oblio.". Così è da quando ha capito chi è. Da quando è entrato negli Anbu. Lei è l'unica persona che lo fa rimanere in questo mondo senza perdere la testa. Tsuki, la maschera che indossa, è come una droga per lui. Non riesce a farne a meno, ma ha quella grande porzione di male che lo avvelena. Ascolta le parole di lei. Sente il suo contatto. Annusa il suo profumo. Si gode la sua voce. Queste cose sono la medicina alla sua vita. "Se sei arrabbiata sfogati. Se ti tieni dentro questa rabbia prima o poi impazzirai e non sarai più te stessa. Io non lo voglio e neanche tu lo vuoi immagino.". Spera che queste parole possano servirle. Lei lo ha sempre considerato come la salvezza, quando è stata lei a salvare lui. Il problema ora però è più reale. Una guerra è iniziata e i dubbi devono esserci sempre. Le domande che la Senjuu ha fatto al ragazzo sono più che capibili, ma lui ha una risposta. Deve avercela perchè lei ne ha bisogno. Non una risposta buttata a casso, ma pensata e vera. Per lui è come rivivere quel giorno insieme a Yosai. I discorsi si diversificano per poco. Veramente poco. "Ti faccio un esempio banale. Pensa al mondo ninja come un enorme palazzo. In cima ci possiamo mettere tutti i più grandi ninja come Azrael, la Decima, il Nono, Kaori. Alla base mettiamo la popolazione, un piano sopra noi Genin e via così fino ad arrivare alle Leggende che abbiamo detto prima. La guerra, in questo caso, mette in pericolo la stabilità del palazzo. Con la presenza di tutti, ognuno al suo posto, questo non crolla. Non può crollare perchè la forza di attrazione tra i vari piani è troppo forte. Pensa se il piano terra dicesse che loro non servono. Tutto crollerebbe. Pensa se noi Genin dicessimo che non hanno bisogno di noi. Tutto crollerebbe. Quindi il mondo ha bisogno di ciascuno di noi.". Un esempio banale che, se guardato in una certa ottica, può far capire alla perfezione ciò che l'Aburame pensa: ognuno ha il suo compito all'interno della società e nessuno chiede ad un altro cose che non è in grado di fare. "Noi dobbiamo stare uniti e non farci spazzare via dalla paura perchè è questo è quello che i nostri nemici vogliono". Speranza. Questo mondo ha bisogno di speranza. Le persone hanno bisogno di speranza e lui sta cercando di darne un po' alla Senjuu perchè lei ha potenziale ed è in grado di fare tutto quello che le può essere chiesto di fare.

22:46 Tenshi:
 E lo guarda. Lo ammira. I suoi lineamenti eleganti. Quelle labbra che tiene sempre nascoste. Quegli occhi dorati che riescono a comunicare. Quella chioma corvina, sempre spettinata. Lui è la sua ancora. L'unica persona che riesce sempre a tranquillizzarla e a tirarla fuori dal buio in cui si è cacciata con le sue stesse mani. La destrorsa scivola contro la schiena di lui, per poi poggiare nuovamente il capo sul suo petto. Anche la mancina adesso verrebbe portata sulla sua schiena calda. E si rannicchia contro di lui, in posizione fetale. Come se volesse essere cullata per sempre dalle sue braccia. Dalle sue carezze. Dal suo profumo. < Sei tu la persona più forte che io conosca > ribatterebbe, mormorando. E' lui. E' lui perché riesce a mantenere sempre la calma. Perché riesce a fare tutto con razionalità. E, allo stesso tempo, riesce a non cedere alla follia, come spesso, invece, ha fatto lei. Come quella volta in spiaggia. E come domenica, al gran mercato, quando avrebbe voluto veramente uccidere quel ladro. Perché non riesce a contenere la rabbia. Perché tutto intorno a lei pare offuscarsi e, lentamente, i suoi sensi cedono, lasciandosi trasportare dall'odio. < Noi ci siamo sempre salvati a vicenda > direbbe, tenendo lo sguardo basso. Le braccia circondano ancora la schiena dell'Aburame, come se fosse l'unica cosa a cui aggrapparsi. Come se fosse l'unica persona in grado di tenerla viva. In grado di non farla sprofondare. Lei non crede di avere fatto molto per lui, eppure ecco che lui riesce sempre a dare una risposta ai dubbi di lei, senza che la rosata ne faccia parola. E' l'unica persona che la conosce veramente. E' come se riuscisse a leggere le sue espressioni. I suoi movimenti. I suoi pensieri. < E' solo che... > il tono sembra più pacato adesso. Come se le carezze e le parole di lui l'avessero addomesticata. Come se avessero calmato quel fuoco che le bruciava dentro. < il mondo è marcio >. Poche parole, per capire le sue sofferenze. Odia il mondo. Odia quella parte marcia che spinge le persone a fare del male. Ma qui non si parla di persone cattive, no. Perché al mondo non ci sono buoni o cattivi. Non ci sono giusti o sbagliati. Il male vive dentro tutti. E, chi più, chi meno, si lascia andare ad esso. Lo ha sperimentato con la sua stessa pelle. Ha sperimentato quanto si possa cadere in basso. E quanto faccia male sentirsi soffocati dall'orrore. Dal buio. E, finalmente, quelle lacrime che aveva tanto cercato di trattenere, vengono giù, sulle sue guance rosee, prima di bagnare la maglietta di lui. Perché in quel momento ne ha bisogno. Ha bisogno di piangere. Perché non ne può più. Perché è difficile convivere con quelle emozioni ingestibili. E' difficile sopportare il male che si ha dentro. Abbassa ancora il capo, stringendo con le mani la schiena di lui. Sotto le sue dita, sente chiaramente i suoi muscoli e poi le piccole vertebre della sua spina dorsale. E quell'esempio che il genin riporta, le fa aprire gli occhi. Le fa vedere quella situazione da un'altra prospettiva. Perché lui riesce sempre a notare il lato positivo delle cose. Quando per lei tutto è buio, lui riesce a portare la luce. < Come fai? > mormora, mentre un'altra lacrima le riga la guancia. < Come fai ad essere sempre così razionale? Come fai a non impazzire e a non sentire il peso dell'intero palazzo... sulle tue spalle? >. E' impaurita. Ha paura di ciò che potrebbe succedere nel campo di battaglia. Ha paura di perderlo per sempre.

23:10 Onosuke:
 Il contatto tra i due ragazzi è qualcosa che va oltre a tutto. Nessuno può sciogliere il legame che esiste tra loro due. Sono una forza che, se messa alle strette, può battere chiunque e qualunque cosa. Questo perchè l'uno è la roccia dell'altro. Da quando si conoscono è così e lo sarà fino alla morte. "Uh..". Un piccolo cenno al complimento che però non condivide "Ti ringrazio per le belle parole, ma sappiamo che non è così. Non sono riuscito a far cambiare idea a Yosai quel giorno. Tu ci saresti riuscita. Per questo tu diventerai Kage un giorno, mentre io starò di fianco a te.". Le mani ormai sono fuori controllo. Si muovono automaticamente tra i capelli con una delicatezza simile a quelle di un suonatore d'arpa durante un concerto. Le parole di lei lo colpiscono. Il motivo è che risponde a se stessa con queste parole ma non se ne accorge. Prima di arrivare, però, a spiegarle questa strana cosa, decide di parlare del mondo. "Hai ragione. Questo mondo è marcio. Ma noi possiamo migliorarlo. Noi abbiamo deciso di iniziare questo percorso perchè vogliamo migliorarlo." dice per poi stare un attimo in silenzio. Non si sente altro, tranne i respiri affannosi dei due ragazzi e il battito dei loro cuori. Fuori splende la luna e nessuno è in giro a causa della tarda ora. Solo loro due in questa notte che, da un po', ha preso una direzione particolare. Non era nei piani dell'Aburame e non lo era neanche in quelli della Senjuu. Ma nessuno può prevedere il futuro. Nessuno, per esempio, non può prevedere se finita questa guerra sarebbero tornati a Konoha mano per la mano. Una cosa è sicura però. Sarebbero tornati insieme. Ognuno dentro al cuore dell'altro. Quel cuore che, in mezzo al silenzio, fa sentire la sua forza. "Io riesco a rimanere razionale perchè questo lo scelto io. Io ho in mano il mio futuro. Ma per il resto della domanda voglio spiegartelo in un altro modo." inizia. "Mi hai chiesto come faccio a non impazzire. Mi hai chiesto come faccio a non sentire il peso dell'intero palazzo sulle spalle. La risposta l'hai già data tu dicendomi che ci siamo sempre salvati a vicenda. Questo è il punto. Il peso non è solo sulla mia di schiena. Il peso è sulla schiena di tutti e aiutandoci a vicenda riusciamo a non impazzire. A tre manca solo questo da capire. Non sei sola amore." conclude. Tutti pensano di volere fare. Pensano di dover fare. Ma nessuno è solo. L'alleanza serve a questo: uniti si è più forti. Da soli si è come le briciole: una folata di vento spazza via tutto.

23:39 Tenshi:
 Sente il cuore di lui battere. Sente il suo petto andare su è giù, ritmicamente. Le mani di lui continuano a carezzarle i capelli e lei si lascia completamente andare a quell'armonia che solo loro due riescono a creare. Quei due genin che, sin dal primo momento, si sono scelti. Sin dal primo sguardo, hanno capito di essere legati da qualcosa di più forte di loro. Più forte delle loro volontà. Più forte del male che vive dentro di loro. Ciò che li tiene legati, l'uno all'altra, è un sentimento vivo, pulsante. E' amore. E nessuno potrebbe dar loro quell'amore così forte, se non loro stessi. Se non le loro mani che si intrecciano. I loro sguardi che si incrociano. I loro corpi che si stringono. Ma se uno dei due rimanesse da solo, cosa ne sarebbe di quel sentimento? Non potrebbero mai riceverlo da qualcun altro. < Io non sono brava con le parole, lo sai >. Le parole sono impastate dalle lacrime che scivolano veloci. < Per questo non potrei mai diventare hokage. Ma ti ringrazio per la fiducia >. Non potrebbe mai guidare una nazione. Uno stratega deve essere bravo con le parole. Deve saper persuadere la gente che lo ascolta. Lei sa usare solo i gesti. Sa usare solo le sue mani. Quelle mani che adesso stringono con forza la schiena di Onosuke. < Possiamo davvero migliorarlo? >. Rimarca le parole di lui, insicura. Indecisa della scelta che ha preso quasi quattro anni fa: diventare ninja e stare al servizio del popolo. E, adesso che il popolo ha veramente bisogno di aiuto, lei ha paura. E vorrebbe fuggire dalle proprie responsabilità. Il viso non accenna a distaccarsi dal suo petto. Non vorrebbe mai distaccarsene. Vorrebbe stare lì, ad ascoltare il suo battito ed il suo respiro, per sempre. Vorrebbe stare lì, avvinghiata a lui, in quella notte serena. Quella notte in cui due piccoli genin si apprestano a prendere una delle decisioni più grandi della loro vita: partire verso il campo di battaglia. Verso Kiri. Affrontare una vita nuova. Non avere più quella casa, in cui avevano abitato insieme per tutti quei mesi. E chissà cosa avrebbero visto i loro occhi, in quel paese. Chissà come sarebbe stata la guerra. L'unica cosa che la rosata sa è che non vuole tornare a Konoha da sola. Ci sarebbe tornata con l'Aburame. A tutti i costi. E poi ascolterebbe le sue ultime parole. Parole confortanti e melodiose. Parole che solo lui riesce a pronunciare con una tale fermezza. Lei non è sola. Non lo è mai stata. Perché con lei c'è Onosuke. E c'è Norita. E c'è Azrael-sensei. E c'è Kaori-sama. E tutti insieme, reggono quel palazzo. Tutti insieme lo tengono fermo e stabile. < Mmm > si limiterebbe a mormorare, annuendo lentamente con il capo. < Tu sei la mia forza > direbbe alla fine, staccando il capo dal petto del genin ed allentando la presa delle mani sulla schiena di lui. Si raddrizzerebbe, cercando il suo sguardo dorato. Cercando quella luce di cui ha bisogno per sentirsi viva, ancora una volta. E' lui che la tiene in vita.

00:06 Onosuke:
 Un amore unico, che potrebbe essere cantato dai più famosi poeti. Questa è la loro forza. Una forza che il Dio sicuramente non può permettersi. Per questo lui conta nella loro forza, nella alleanza. Perchè insieme sono un'identità spettacolare formata da mille colori che, se visti insieme, formano l'arcobaleno. E cosa c'è più potente dell'arcobaleno che sovrasta montagne e colline con la sua bellezza? I loro corpi sono uniti da un po' e lui rimarrebbe così a vita se potesse. Petto con petto. Faccia con faccia. Uniti per sempre in casa loro. Vorrebbe, ma non possono ora. Hanno un compito da svolgere. Un compito importante: migliorare il mondo. "Certo che possiamo. Abbiamo scelto questa dura vita per farlo. Se non ne fossi convinto non avrei mai iniziato. Ti avrei trovata e ti avrei portata via a guardare ogni angolo del pianeta." le dice stringendola forte forte, come se volesse incorporarla dentro di se. Loro possono farlo. Lei può farlo perchè ha già migliorato la vita di lui. Lei è in grado di farlo perchè ne ha già dato prova. Nessuno è più in grado di lei. Decide di smettere di parlare di questo perchè vuole continuare il discorso un'altra volta, per esempio quando verrà eletta Kage e lui sarà là affianco a lei pronto a dirle che che aveva ragione lui. Lei si raddrizza e dice quelle parole che lo fanno sorridere. Le labbra, come poche volte è successo, sono scoperte. Il sorriso di lui è visibile chiaramente e quel particolare sguardo che lo accompagna rende il tutto molto più chiaro e deciso. "Tu sei la mia forza e io sono la tua. Che dire.. Insieme siamo imbattibili" dice per poi baciare le sue labbra. Un bacio delicato, senza lingua, come ciliegina sulla torta per concludere il discorso. "Va meglio ora?" domanda sperando in una risposta affermativa. Nel caso non fosse così lui è pronto a riascoltarla e a ritirarla su di morale. Perchè questo fa. Aiuta la sua amata a combattere tutto il marcio di questo mondo che, pian piano, si aggrappa alle caviglie delle persone come un parassita. Solo il più forte antidoto può ucciderlo: l'amore. Poi una cosa gli capita per la testa. Come una forza incontrollabile che gli sale mentre guarda la rosata, mentre annusa il suo profumo e sente il calore della sua pelle a contatto con le sue mani. Quella voglia di rimanere con lei l'intera vita. Un qualcosa di grande che, però, si sente di dire "Pensavo. Finita la guerra, una volta tornati a Konoha, una volta che avrai compiuto diciotto anni, ti va se ci sposiamo?".

00:37 Tenshi:
 Un amore forte. Un legame innato, dentro di loro. Un filo rosso che li lega, l'uno all'altra. Un filo che non può essere tagliato. Non può essere spezzato. E' il filo del destino a tenerli uniti. Perché, da sempre, sono stati destinati a stare insieme. Destinati ad appartenersi. E le lacrime, piano, si calmano, mentre ascolta il suono confortante della voce di lui. Mentre guarda quelle labbra muoversi e quegli occhi dorati perdersi dentro quelli cerulei di lei. < Anche in quel caso, ci saremmo salvati a vicenda >. Perché nessuno può fronteggiare il destino. Nessuno può combatterlo. E se i due non fossero diventati ninja, sarebbero sempre ciò che sono adesso. Una piccola famiglia, di due soli membri. E lui la stringe con più forza, adesso, come se non volesse mai lasciarla andare. Come se volesse che quel momento durasse in eterno, quasi fosse una fotografia. Perché non sanno in quali altri momenti avrebbero potuto parlare in quel modo. Non sanno in quali altri momenti avrebbero potuto stringersi così. Perché vanno in contro alla guerra. E l'amore, automaticamente, è subordinato ad essa. La missione è più importante di qualsiasi altra cosa. Anche a costo di separarsi l'uno dall'altra. Ma lei non è davvero pronta per questo. Non è pronta a separarsi da lui. Non vuole. Vorrebbe solo stringerlo tra le sue braccia per sempre. Il sorriso si allarga sulle labbra di lui. E, subito, a quella vista, le lacrime di lei si fermano del tutto. Perché il suo sorriso le fa ritrovare la calma. Quelle labbra, sempre nascoste dalla mascherina, sono la sua certezza. Sono qualcosa da custodire, come se fossero un tesoro. Un tesoro che solo lei conosce. E le sue parole fanno germogliare in lei il seme della speranza. Insieme sono imbattibili. Loro due, insieme, possono fare grandi cose. E nessuno potrà mai separarli. < Mm, va meglio > mormora, staccando entrambe le mani dalla sua schiena e portandole sul viso, asciugando ciò che rimane delle lacrime. Solo lui è in grado di farla calmare in quel modo. Di farle trovare quella serenità agognata. Perché da sola lei non ci riesce. Ha bisogno di lui per vivere. Ha bisogno di lui per rialzarsi. Ha bisogno di lui per respirare a pieni polmoni quell'aria nuova che lui sempre le concede. Abbasserebbe le mani sul letto, guardando, con occhi gonfi, Onosuke, la sua roccia. E le parole che vengono fuori dalle labbra di lui sono come fiori che contornano una scena primaverile. E lei resta a guardarlo, con occhi spalancati, per qualche secondo. Incredula. < S-sposarci? > balbetta. Qualche secondo di perplessità. Non perché non sappia la risposta. Quella l'ha sempre saputa. La verità è che non si aspettava una proposta così grande. Così importante per entrambi. Soprattutto da una persona così razionale come lui. Ma poi un sorriso le si stamperebbe in volto. E, mettendosi sulle ginocchia, alzerebbe le braccia, lanciandole verso il collo del genin e circondandolo. Il capo verrebbe poggiato sulla sua spalla destra e, voltandolo verso il suo orecchio, sussurrerebbe < Sì, lo voglio >.

22:33 Onosuke:
 La scienza dice che due calamite opposte si attraggono. Probabilmente è così anche per gli esseri umani. Un esempio lampante sono loro due, che nell’immensità di questo mondo si sono incontrati per caso davanti la vetrina di un negozio durante una giornata qualsiasi. Loro si completano e si salvano a vicenda come due magneti che si attirano con una forza troppo potente per poterla separare. E come celebrare una forza così forte se non con un legame indissolubile come il matrimonio? Ora si parla di questo. Lui le ha fatto questa domanda. Una proposta che da bambini ci si immagina soltanto. I secondi di silenzio che la seguono sono infiniti per lui. Pochi secondi che durano un’eternità. Proprio vero che quando non ci si diverte il tempo non passa mai. Poi, una piccola domandina di conferma. In fin dei conti è stata una domanda a bruciapelo. Una di quelle domande che si trovano nella lista intitolata ‘come spiazzare una donna’. Ma va bene così. Lei ha spiazzato lui quella volta davanti alla vetrina. Non si sarebbe mai aspettato che una giovane ragazza così carina si sarebbe mai avvicinata a lui. Invece è successo. Le mani del ragazzo, mentre aspetta una risposta, cominciano a sudare. Il battito cardiaco aumenta. Pensa a tutte le possibilità. Troppo inaspettata? Troppo presto? Non vuole? Tutte possibilità non belle. Quelle positive non vuole immaginarle, per poter essere contento nel momento in cui le sentirà, se mai le sentirà. Sempre meglio prepararsi alle risposte più dure, quelle che non si vorrebbero sentire, in modo tale da starci meno male. Poi lei fa qualcosa, un gesto. Non risponde subito, ma lo abbraccia. Un gesto iconico a cui l’Aburame crede parecchio. Un gesto che, forse più del bacio, fa sentire l’affetto verso un’altra persona. Il contatto del corpo esprime emozioni che con le parole non si riescono ad esprimere. In questo momento, però, il silenzio non è troppo gradito. Vorrebbe sentire quella parolina. Una semplice parolina che arriva. Ha detto di sì. Manca ancora un anno, ma sapere che succederà lo fa impazzire di felicità. Certo, non è uno che esterna molte emozioni, ma come detto prima, l’abbraccio ne esprime tante. Così, girandosi verso destra, alza le braccia per portarla attorno al busto di lei per stringerlo forte forte. Una volta arrivato ad abbracciarla, si lascerebbe cadere sul letto fino a distendere la parte superiore del suo corpo grazie al peso di questo trascinando con sé anche la Senjuu. "Sono felice sai? Così felice da non saper cosa dire.". Ecco le sue uniche parole che, sembrano poche, ma che racchiudono al loro interno un significato infinito, proprio come il loro amore.

23:00 Tenshi:
 Le labbra sfiorano l'orecchio di lui nel sussurrare quelle parole, nel pronunciare quel sì. E' un sì che racchiude tutto. Racchiude ciò che loro sono stati. Quando si sono incontrati, tra i vicoli di Konoha, davanti a quella vetrina. Quando si sono incontrati nuovamente al monte dei volti. Quando i loro corpi si sono stretti in un abbraccio per la prima volta. Quando lui le ha mostrato cosa nascondeva sotto quella mascherina. Quando si sono messi insieme, alla cascata dell'epilogo. Quando lei ha scoperto che lui fosse un ANBU. Quando la loro pelle nuda e calda è venuta a contatto per la prima volta. Quando si sono trasferiti su quell'isola che adesso devono lasciare. Racchiude tutto ciò che sono adesso. Due amanti. Due complici. Due amici. E racchiude tutto ciò che saranno un giorno. Quando avranno una casa tutta loro. Una fede al dito. E dei bambini tra i piedi. E' un sì carico di sentimento, che si porta dentro tutto questo. E' un sì dato su due piedi, ma, in fondo, è un sì che avrebbe sempre voluto dare. Perché non riesce ad immaginare la sua vita senza di lui. Non riesce ad immaginarsi sola. Non riesce ad immaginarsi con qualcun altro. Per lei esiste solo Onosuke. Esiste solo il suo calore. Esiste solo il suo sguardo dorato. Esistono solo quelle labbra che lui sempre nasconde. Esiste solo quella pelle. Esistono solo quelle braccia che adesso la tengono stretta. E si lascia trasportare, come se lui fosse un fiume in piena. Lascia che lui la trascini giù con sé. Perché lei andrebbe in qualunque posto con lui. Farebbe qualsiasi cosa con lui. E adesso il busto della genin poggia sul petto dell'Aburame. Ed i due, forse, non hanno intenzione di lasciarsi andare, per quella sera. Le braccia di lei sono ancora attorno al collo di lui. E quelle di lui sono ancora attorno alla schiena di lei. Il capo rosato è ancora piegato verso l'orecchio di lui, i lunghi capelli rosa sparsi tra le lenzuola ed i corpi stretti dei due. E lui è felice. E non sa cosa dire. E neanche lei sa cosa dire, perché, si sa, lei non è mai stata brava con le parole. Ed in quel momento, esse non contano. Perché riescono a parlare attraverso i loro gesti. Attraverso i loro corpi. Attraverso le loro mani. Lentamente la destrorsa verrebbe spostata e poggiata sui capelli neri del genin. E comincerebbe a carezzargli il capo, scompigliandogli ancor di più la chioma corvina. E le labbra pronuncerebbero ancora altre parole, sussurrandole all'orecchio di lui. < Ti amo >.

23:23 Onosuke:
 Loro sono questi. Due corpi in uno come sopra questo letto. Così vicini da essere un'entità sola, un'anima sola. Da quando si conoscono non sono riusciti a stare lontani uno dall'altra e non lo saranno mai. Questo 'sì' è stata al firma a questa vita straordinaria che lo aspetta e che lui ha sempre sperato. Il sogno di una vita. Avere una famiglia, crescere dei bambini. Il primo insetto e, in questo caso, il primo piccolo albero. Una vita che lui sempre ha desiderato. E ora sa che può essere realtà. Stesi sul letto, lui sente le mani di lei accarezzargli i capelli mentre lui immagina tutto questo. "Mi è venuta in mente una domanda... Chi ti porterà all'altare?". Una domanda forse fuori luogo usata, anche per spezzare quel silenzio tanto bello e pacifico che li circondava. "Non vorrai chiedere ad Azrael vero? Aspetta.. Norita?". Si siede sul letto portando le gambe sopra di esso per poi incrociandole. L'aria che si respira è sicuramente meno seria di prima. La mano destra dell'Aburame viene spostata al mento e lo sguardo diventa pensieroso. "Devo dire che sarebbe un onore avere un ninja come il Nara che ti accompagna a nozze, però sai che non mi va troppo a genio quell'uomo" dice facendo partire una risata. Ovviamente c'è molta ironia in quello che ha detto. Se fosse lui ad accompagnare la sua futura sposa ne sarebbe contento. Oltre alla fama che lo accompagna ovunque, lo conosce e sa che si tratta di un grande uomo. Preso dal momento di euforia si lancia su Tenshi, portando la gamba sinistra oltre di lei, mettendosi quindi completamente sopra di lei con il culo poco sollevato dalla sua pancia. "Io direi che potremmo fare una cosa intima. Proprio gli amici più cari. Sai che agitazione davanti a tantissima gente?". Ormai il momento serio se ne è andato. Per lui è arrivata l'ora di distrarsi un po'. Ci vuole un po' di svago. Ci vuole quel momento in cui si scherza e ci si comporta un po' da scemi. Questo è quel momento, in cui lui comincia a fare domande assurde. "Ma i testimoni? Io non ho amici in effetti. Non saprei a chi chiedere." dice pensando sempre con quell'aria da imbecille che lo caratterizza da qualche minuto a questa parte. Poi, tutto d'un tratto si fa serio. Fulmina con gli occhi Tenshi. La serietà con cui la guarda è quasi preoccupante. Pochi secondi di silenzio. "Devo dirti una cosa. Ti amo anche io!". Risponde a quelle due parole dopo tanto tempo, ma non se ne era scordato. "Ti amo tantissimo." replica alzandola di peso per levarle la maglietta per poi cominciare a baciarla. [END]

23:56 Tenshi:
 E sta lì, sdraiata quasi completamente su di lui, a carezzargli il capo. E' tornata serena. Ha di nuovo raggiunto quella tranquillità che solo lui riesce a darle. E si sente pronta. Si sente pronta ad affrontare quel nuovo viaggio. Quella nuova guerra. Perché sa che lui sarà sempre al suo fianco. Perché sa che lui è la sua roccia. E lei quella di lui. Poi, una domanda viene fuori dalle labbra dell'Aburame. Una domanda strana, ma che ha, nel tono, un tocco di euforia. Come se non vedesse l'ora che quel giorno arrivi. < Umh... Non saprei... >. E lo sguardo si farebbe pensieroso, quasi serio nel cercare di trovare la risposta adatta alla domanda del genin. Nel frattempo, lui si alza di scatto. Glielo si legge in faccia che, in quel momento, è davvero felice. Sembra quasi un bambino a cui hanno appena fatto un regalo. Con il braccio sinistro, si solleverebbe, piegandolo e poggiando il proprio peso su di esso. < So che non ti sta esattamente simpatico, però glielo vedrei, mentre mi accompagna all'altare verso di te >. E riderebbe, influenzata dalle risa del suo compagno di vita. < Magari Norita potrebbe farmi da testimone >. L'indice della mano destra verrebbe portato sul mento, in una posizione pensierosa, mentre lo sguardo viene portato sulla stanza, per poi ricadere di nuovo su quello dorato del genin. Quest'ultimo, preso dal momento, si lancerebbe su di lei, che ricadrebbe nuovamente con le spalle sul letto. Perché, in fondo, loro sono ancora questo: bambini che si amano come adulti. Ma l'amore non ha età. E l'amore che lega quei due è come quello che lega due persone sposate da cinquant'anni. E' solido. E' forte. Non può essere spezzato. E sul volto di lei si paleserebbe un'espressione ridente, completamente trasportata da quel momento. Perché lui riesce a riportare sempre i colori nella sua vita grigia. E la gamba destra di lei verrebbe sollevata e accavallata sopra la sinistra di lui. Il piede scivolerebbe lungo il polpaccio dell'Aburame, mentre il sorriso della genin si allargherebbe. < Uhm... no, effettivamente non mi ci vedo proprio in mezzo ad una cerimonia in grande stile e con tanta gente > una pausa, mentre gli occhi pensierosi vengono portati al soffitto < però, una cosa deve assolutamente esserci! ...il vino >. E riderebbe, riderebbe di gusto, mentre si gode il momento. Mentre si gode quelle ultime poche ore di serenità. Di intimità. Perché non sa cosa sarebbe successo l'indomani. E non sa cosa sarebbe successo nei giorni a venire. < Ce la fai in un anno a farti degli amici? Se un lupo solitario tu! >. E le mani nel frattempo si infilano dentro la maglietta di lui, andando ad accarezzare la dolce muscolatura della sua schiena. Ad un tratto, però, la rosata si blocca, guardando quello sguardo dorato simile ad un fulmine e quell'espressione seria sul volto di lui. Qualche secondo di silenzio, che poi viene spezzato dalle parole di lui. E, di nuovo, tra le labbra della genin, un sorriso. < Scemo, mi avevi fatto prendere un colpo >. E si lascerebbe sollevare. E lascerebbe che lui la spogli. E poi lo bacerebbe. E si lascerebbe trasportare dalla passione. Perché non sa quando sarebbe stata la prossima volta in cui avrebbe potuto stringerlo in quel modo. [END]

Onosuke e Tenshi parlano della partenza verso Kiri e delle loro paure.

SOLO FEELS <3