Esame pratico - Yosai

Quest

Scontro PvP

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17:50 Yosai:
  [Cortile] Percorre gli ampi corridoi semideserti dell’edificio adibito ad accademia con passo sicuro, falcata cadenzata, sguardo sicuro piantato di fronte a sé. Si staglia netto, imperioso, più alto della media, di parecchio, senza preoccuparsene. Le leve inferiori, nerborute, si presentano coperte dagli ampi, neri pantaloni d’un kimono, il cui morbido tessuto ne cela le forme, tenuto su da una fascia elastica che s’appende alle creste eliache cingendo la vita. Stoffa che s’immerge nella rossa fasciatura che avvolge le caviglie robuste fin quasi al polpaccio squadrato che a loro volta s’immergono in comode calzature. Il torso, più simile al tronco d’un albero, è coperto da una canotta in tessuto tecnico, senza le maniche e con il collo alto fin sopra al pomo d’adamo del deshi, aderente ai muscoli che guizzano sotto il tessuto, attivati nell’atto di camminare. Le spalle stondate e le braccia definite sono lasciate libere, decorade dai giochi di luce dei muscoli definiti sotto la pelle e dagli ampi tratti d’inchiostro nero-rossastro che compiono strani disegni su tutta la loro superficie, fin quasi alle mani, per inerpicarsi poi dentro il tessuto della canotta e li scomparire. Il collo taurino sostiene il volto affilato, dai lineamenti squadrati, definiti. Il naso dritto al centro di uno sguardo del color dell’oceano, piantato sulla porta che stà per superare e che lo introdurrà nel cortile, la sua meta. Decorato, il volto, da due segni netti. Scure cicatrici. Il primo inizia sulla parte sinistra della fronte e scende piantandosi nello zigomo, salvando l’occhio, il secondo scorre in orizzontale sulla fronte, come il taglio fatto sul coprifronte dei mukenin, ma sulla carne viva. Gli scuri capelli dai riflessi rosso scuro son legati, questa volta, in un’attenta coda alta che non lascia libero nulla, in modo da non esser disturbato. L’unico elemento di differenza rispetto al solito è un piccolo borsello portaoggetti agganciato al pantalone del chimono, visibile dietro la schiena, poco sopra al gluteo. Le braccia ondeggiano tranquille, benseparate dai fianchi a causa dell’ampiezza del suo dorsale, quando arresta il passo, poco prima di entrare nel cortile. Rapidamente tenterebbe di portare la mancina all’altezza del plesso solare, piegando l’avambraccio. Chiuse in pugno le dita, eccezion fatta per indice e medio che svettano verso l’alto. Porterebbe quindi la destra nella stessa posizione, ad avvolgere con le dita la gemella, portando a contatto indice e medio con quelli dell’altra e completando il sigillo della capra. Chiuderebbe quindi le palpebre nascondendo gli zaffiri per concentrarsi su se stesso. Tenterebbe per prima cosa di richiamare le due energie che lo compongono, concentrandosi prima sul suo mondo emotivo, scavando a fondo nelle sue emozioni, affondando nell’indistricabile gomitolo dei suoi pensieri e poi ancora più a fondo, fino a squarciare il velo della realtà per trovare ciò che muove ogni suo sentimento, l’energia psichica. Se fosse riuscito, tenterebbe quindi di concentrarsi sul suo cuore, il motore del suo corpo, sempre attivo. Tenterebbe di andare oltre il suo battito assordante, oltre il sangue che scorre, riempiendo le cavità, oltre i muscoli che si contraggono rigidi, per trovare ciò che veramente lo mantiene in moto e vivo, la sua energia fisica. Se vi fosse riuscito, tenterebbe di convogliare le due energie all’altezza del suo plesso solare, nel tentativo di innescare un movimento rotatorio dell’una nell’altra e dell’altra nell’una, allo scopo di fonderle insieme per trovare il preziosissimo chakra. Che qualora riuscisse spingerebbe, irruento e inarrestabile come il padrone, nel proprio sistema circolatorio, reprimendo un brivido lungo la colonna vertebrale e percependo la pelle fremere per l’effetto di quell’energia ogni volta nuova. Se vi fosse riuscito, e solo allora, scioglierebbe lentamente il sigillo della capra, lasciando la mandirtta a riposo e utilizzando la mancina per spingere via l’anta del portone che conduce nel cortile. A passo rapido ma cadenzato tenterebbe quindi di raggiungere il centro. L’unico altro movimento sono un rapido piegamento del capo verso destra e verso sinistra, mentre cammina, provocando due sonori tonfi, snodando in questo modo le vertebre cervicali. [Tentativo di impasto del chakra][Se Chakra 10/10]

18:13 Kaori:
 Si è informata presso l’Accademia ninja di fortuna installata sull’isola, Kaori, circa l’esame pratico di Yosai. Dal loro incontro ha avuto un’ottima impressione dell’allievo e, dato che sembrava desideroso di scambiare qualche colpo con un ninja più esperto di sé, ha pensato potesse essere una buona idea occuparsi del suo esame genin. Non vuole scoraggiarlo di certo presentandosi all’incontro, ma spera che la sua presenza possa -anzi, incentivarlo a dare il massimo: non tutti, dopotutto, possono affrontare un Dainin e raccontarlo, no? Per l’occasione la donna ha indossato il suo completo da allenamento, decisamente più consono all’esercizio in questione rispetto al suo solito kimono; porta, Kaori, un paio di pantaloni elasticizzati neri che le fasciano le gambe -evidenziando la forma delle stesse- ed un paio di stivaletti ninja a conferirle qualche centimetro d’altezza in più. Il petto è coperto da un corsetto color dell’onice che le stringe il busto e sostiene il seno lasciando così le spalle nude, le braccia scoperte ad eccezione dei polsi che sono bardati da una fasciatura che s’avvolge lungo il palmo delle mani e le mezze dita. I lunghi capelli viola sono legati in un’alta coda di cavallo così che la chioma non finisca con l’esserle d’impaccio durante la prova mentre il coprifronte della Foglia è legato dietro la nuca e posto a protezione della gola sensibile. Non ha armi addosso, né fuuda con sé. Parrebbe quasi indifesa se solo non fosse per la fiamma cerulea del chakra che le brucia dentro divampando maestosa lungo i canali del keirakukei che si disperdono da capo a piedi della sua figura. Si ritrova nel cortile dell’edificio, quasi al centro dello spazio a disposizione, ad attendere l’arrivo del ragazzo; silente si limita a scaldare la muscolatura tramite qualche torsione del busto e qualche stiramento degli arti fin quando la porta non s’apre catturando la sua attenzione. Sorride placida nel vedere l’imponente figura di Yosai fermarsi a pochi metri di distanza da sé. < Buon pomeriggio, Yosai. > saluta con tono tranquillo, come fosse la cosa più naturale del mondo partecipare in maniera tanto diretta agli esami dei propri studenti. < Benvenuto al tuo esame pratico per il grado di genin. > principia la donna guardandolo dritto negli occhi, ferma davanti a lui. Appare ancora più esile del solito senza la copertura del kimono, con quegli abiti che anzi esaltano le forme del suo corpo mostrandone la muscolatura allenata ma non eccessiva. < Per poterlo superare ti è richiesto di dimostrare le tue abilità in combattimento. Sfrutta tutto ciò che è in tuo possesso per colpirmi e mostrami cosa sai fare. > chiosa rilassata senza smuoversi d’un centimetro, la pelle nivea a fornire un violento contrasto con gli abiti scuri. < Puoi usare qualunque conoscenza appresa a lezione, qualsiasi mezzo ti serva per vincere, armi comprese. Naturalmente l’unico limite che questo esame impone è il non uccidere ma, beh-- > le labbra si distendono in un sorrisetto smaliziato. < --penso che non sarà un problema. > Non vuole denigrarlo, naturalmente, cerca come può di metterlo a suo agio. E’ un attimo che il suo sguardo s’assottiglia. < Avanti. Attaccami. > lo esorta, decisa, assumendo infine la posa da combattimento Hyuga. Divarica le gambe così da avere la gamba sinistra leggermente flessa davanti a sé e la gemella tenuta dietro; il busto leggermente inclinato in avanti, il braccio sinistro piegato di fronte alla propria figura così da tenere il palmo aperto rivolto verso l’avversario e le dita ben tese all’insù. Il braccio destro, invece è piegato così che il gomito punti all’indietro e l’avambraccio verso il busto con la mano a mostrare il palmo e le dita, anch’esse, tese verso l’alto e unite fra loro. [Chakra:on]

[ Per Yosai: chakra impastato correttamente, nella prossima azione specifica nei rag il tuo equipaggiaento (in questo caso cosa hai nel porta oggetti). Distanza: 4 metri (frontale) | Proseguite con il prossimo giro e il fato interverrà a darvi i responsi degli attacchi e delle difese. ]

18:41 Yosai:
  [Cortile] Incede tranquillo nel cortile deserto finchè le oceaniche non inquadrano una figura al centro dello spazio nel quale si sta muovendo. Le iridi s’allargano quando quella figura si definisce al punto da diventare una presenza nota, notissima, non solo al Deshi, ma probabilmente a tutto il mondo ninja, rimane con l’espressione stupita, ma non s’arresta <Koura-sama> un segno di saluto, arresterebbe l’andatura a circa cinque metri da lei, per piegare quindi il busto ed il capo in avanti, in segno di rispetto. Una volta risalito le rivolgerebbe un sorriso sincero, cercando le perlacee con i suoi zaffiri, potrà notarlo, lei. Non è teso d’una tensione negativa, ma estremamente concentrato. Lascia spaziare lo sguardo intorno, nello spazio deserto. Quasi si aspettasse l’entrata di un suo avversario, avere Koura-Sama come giudice è un onore. Si merita di arbitrare un incontro all’altezza. Al successivo dire della Hyuga annuisce appena <hai> mormora in segno di assenso, sa che è arrivato il momento di dimostrare qualcosa, a lei ma soprattutto a se stesso. Ancora non collega che sarà lei il suo avversario. Se lo aspetta, si aspetta che venga annunciato l’ingresso di qualcun altro. Serra anche la mascella a quel “non sarà un problema” vuol dire che affronterà qualcuno di forte… ma l’ultimo incoraggiamento lo spiazza, sgrana lo sguardo è un ordine diretto. Sarà lei l’avversario? Non paura negli zaffiri quando la cercano di nuovo, puro stupore. A quell’ordine diretto d’istinto s’irrigidisce e annuisce col capo <h…hai> stupito. Un’esplosione d’adrenalina si mescola al chakra, provocandogli un fremito d’eccitazione, tempo di rendersi conto davvero dell’onore che stà ricevendo e le labbra si piegano in un sorriso sbilenco e carico d’ambizione, non poteva andare meglio. Misurarsi con quella persona che gli ha riempito gli occhi anni orsono. Si snudano le zanne nel sorriso, mentre la destra indietreggia, portandosi dietro il bacino che ruota, e quindi il torso e le spalle. Flesse le leve inferiori, vengono caricate come molle, l’avambraccio destro viene portato all’altezza del fianco, a protezione, mentre il sinistro viene alzato a coprire il volto, per lo stesso motivo, le dita ricurve, sguainate come zanne. Inspira tre volte, rinchiudendosi nel suo spazio mentale e lasciando fuori ogni pensiero se non la volontà che gli balugina nello sguardo. Non se lo fa ripetere. Tenterebbe uno scatto in avanti arrivandole a circa due metri di distanza, per poi inchiodare facendo leva sulla gamba d’appoggio, piegata a sorreggere il peso, la destra, sposterebbe il baricentro verso sinistra stendendo solo ora la gamba nel tentativo di uno scarto in obliquo verso il suo fianco sinistro. Pianterebbe quindi la sinistra al suolo, arrivata per prima e, sfruttando l’inerzia del movimento del resto del corpo che sopraggiunge, caricherebbe la gamba destra con il ginocchio fin quasi a toccare il petto, per poi spararla contro la momentanea avversaria, un colpo col piede a martello con l’intenzione di colpirla all’altezza del collo con il tallone.[1/4 Movimento 4 metri (frontale) + 1 metro (diagonale)][2/4 Attacco, calcio al collo][Equipaggiamento: 1 fumogeno, 1 tonico della salute, 1 tonico del chakra][Agilità: 20][Forza:10] [Chakra: 10/10]

19:06 Kaori:
 Rimane sinceramente sorpresa dell’iniziale calma del ragazzo davanti a sé. Sembra assolutamente tranquillo mentre ascolta le parole della Hyuga, il che la lascia spaziare con l’immaginazione: che sapesse già che si sarebbe occupata lei del suo esame? Improbabile, non ne aveva fatta menzione a nessuno. Che fosse proprio quello che volesse? Più possibile, sicuramente interessante. Oppure—Ed ecco, ecco la sorpresa assalirlo quando l’altra si mette in posizione da combattimento esortandolo ad iniziare. Non aveva capito. Non si lascia tuttavia scoraggiare dalla notizia, anzi; non pare titubare né temporeggiare Yosai. Si adegua alla situazione in un battito di ciglia e, messosi in posa da battaglia, apre le danze. E’ rapido per essere un deshi, osserva la Hyuga, ma naturalmente non abbastanza per le sue capacità; le corre incontro bruciando la distanza tra loro e sferra un calcio che quasi la spaventa solo per la differenza d’altezza fra loro. Vede il movimento della gamba, la posizione del piede, intuirebbe la sua mosse nel giro di pochi istanti; istanti sufficienti a permetterle non di spostarsi, no, ma di smuovere il braccio destro con un unico fluido movimento che farebbe avanzare il gomito all’altezza del seno così che l’avambraccio possa venir portato a protezione del collo e del viso con la mandritta sempre tenuta a palmo aperto, quasi a paletta, l’indice che verrebbe istintivamente portato ora a scostarsi verso l’interno della mano, la muscolatura ad irrigidirsi per ricevere al meglio l’impatto col tallone altrui senza risentirne. Se fosse riuscita così a parare il colpo sarebbe passata alla mossa successiva. Tenendo il braccio destro nella medesima posizione a bloccare ancora l’avanzata del calcio altrui avrebbe ruotato elegantemente il busto verso il suo avversario così da poter allungare il braccio sinistro di modo tale da andare a sfiorare con le punte di indice e medio un punto ben preciso della sua gamba virtualmente ancora sollevata. L’arto si sarebbe disteso semplicemente in avanti -ora che il suo corpo sarebbe posto esattamente di fronte a quello di Yosai- e la mano dapprima tenuta ben aperta avrebbe visto le dita ripiegarsi verso il palmo ad eccezione delle falangi poc’anzi citate. Un contatto leggero, effimero, atto non a ferire quanto semplicemente a dimostrare di poter arrivare a lui. < Uno tsubo bloccato. > direbbe, semplicemente, con voce sottile, seppure -naturalmente- l’altro non avvertirà alcun tipo di debolezza o fiacca a quel contatto: non sta realmente ricorrendo alla segreta arte del pugno gentile. [ 1/4 attesa ] [1/4 parata ] [ 2/4 “colpo” ] [ Chakra: on ]

19:11 Kaori:
 EDIT: di modo tale da andare a sfiorare con le punte di indice e medio un punto ben preciso della sua gamba virtualmente ancora sollevata, proprio sul polpaccio rigonfio. //scusate ho cercato di fare di fretta per interruzioni off e ho saltato un dettaglio di scarsa importanza xD

Lo scontro ijnizia, con sorpresa di Yosai che ha appena scoperto che la sua avversaria sarà proprio Kaori Hyuga. Una Dainin, un bel banco di prova. Il ragazzo parte immediatamente all'offensiva, accorciando le distanze in una corsa che, Kaori noterà, è più rapido della media degli allievi. Comunque, per lei, è estremamente lento, quanto basta per permetterle di porre il braccio sotto il tallone dell'altro. Quello che Yosai potrà notare è che la parata, etremamente simile a quella che ha visto fare ad Azrael, non ha quella stessa fermezza. Kaori è più forte di lui, la stazza minuta della Hyuga non corrispde alla sua potenza fisica che le consente di ben reggere il colpo subito, ma non con la stessa tranquillità di quanto il deshi ha visto fare ad Azrael. Dati che, chissà, potranno essere immagazzinati e considerati per attacchi futuri. il tocco della Hyuga, comunque, giunge rapido ed inesorabile, ma non è null'altro che un tocco. le dita sfiorano il polpaccio del deshi, scostandolo di qualche millimetro, ma senza sbilanciarlo, quasi come a preavvisarlo di un qualcosa che sta per arrivare e che, si spera, riuscirà ad evitare anche grazie a questo piccolo preavviso. [ Distanza: corpo a corpo | Yosai, le tue descrizioni sono buone, ricorda soltanto che - molto più nelle schivate che negli attacchi - la descrizione del movimento può essere molto importante, tienilo in considerazione per quando dovrai eseguire azioni difensive. ]

Freeze (e comunque mi ero dimenticato di segnalare che i turni sono vertiti, quindi toccherà prima a Kaori e poi a Yosai)

Sfreeze

16:41 Kaori:
 Abbassa il braccio destro, Kaori, così da permettere all’altro di tornare stabilmente in piedi con ambo le gambe poggiate al suolo. < Bel colpo, Yosai. > commenta con voce ferma, rilassata, guardandolo fisso. < Ma sai che non puoi battermi a calci. Rifletti. > chiosa sicura, autorevole nonostante data la differenza di statura dovrebbe apparire quasi ridicola al suo avversario. < Usa qualunque mezzo per colpirmi, leale o sleale che sia. Sono tuo nemico adesso. > aggiunge con fare tranquillo, sorridendo pacata, mentre andrebbe a concentrarsi sul chakra nel proprio corpo fino ad andare ad entrarvi in comunione. Lo sentirebbe fluire sottopelle, nel relativo apparato circolatorio, donandole nuova forza e vita; andrebbe a percepirne l’incedere incessante fin quasi a sentirsi trasportata lei stessa da quel flusso, quasi potesse guidarlo come il capitano fa con la fidata vela. E così, all’effettivo, farebbe; andrebbe a convogliare parte di quell’energia all’altezza del viso, delle tempie, degli occhi, fino a nutrire le iridi perlacee al punto da andare a risvegliare l’antico potere contenuto nel gene Hyuga. L’iride si schiarirebbe ulteriormente, le vene che dalle tempie giungono agli occhi si gonfierebbero fino a divenire visibili sotto pelle, quasi disgustose per qualcuno di particolarmente sensibile all’estetica. La sua visuale muterebbe concedendole di vedere adesso attraverso cose e persone, mura e pareti, notando le fonti di chakra nelle vicinanze come fuochi fatui di varie forme e dimensioni. La sua vista adesso è perfetta: si sa, gli Hyuga affidano le loro sorti ai propri occhi. < E non ho intenzione di andarci piano. > Indurisce lo sguardo, determinata, andando solo a questo punto a chinarsi sui talloni, moderando la propria rapidità ad una similare a quella del genin di fronte a sé; proverebbe, successivamente, a distendere l’arto inferiore destro verso la propria destra per poi sollevarlo dal suolo di pochi centimetri e irrigidirne la muscolatura. A quel punto, dopo una breve spinta verso destra dello stesso arto, andrebbe a rilasciare la tensione così ottenuta e, quasi come un effetto molla, andrebbe a disegnare una sorta di arco davanti a sé verso sinistra che vorrebbe portare il collo del piede ad impattare contro le caviglie del taijutser. Non volendo realmente fargli del male, modulerebbe anche la forza del colpo così da non ricorrere a tutte le sue energie ma solo una parte sufficiente -eventualmente, a fargli perdere l’equilibrio e quindi farlo finire di schiena a terra. [Byakugan IV – 2/4] [ Spazzata – 2/4 ] [ Chakra: 156/160 ] [ Forza: 20 ] [ Agilità: 20 ]

17:14 Yosai:
  [Cortile] È troppo vicino, lo sa, è come ficcare la testa tra le fauci di un leone. Non ci si avvicina agli Hyuga per attaccarli, mai. Non ci si avvicina a QUELLA Hyuuga a maggior ragione. Quando sente la pianta del piede e il tallone impattare sul piccolo avambraccio di lei serra la mascella. È solida, diavolo se lo è. Se avesse tirato un calcio del genere ad una donna qualunque della stazza di lei probabilmente l’avrebbe spezzata. È resistente anche se lui ha impattato con arti più duri, più ferali, non può non vedere, nell’ombra di quella parata, gli occhi del sadico. Un’esplosione d’adrenalina l’investe quando lei si muove. È come un alito di vento, qualcosa di mortale vederla muovere in maniera così repentina da così da vicino. Nessuno si avvicinerebbe mai ad un serpente, perché diavolo è così vicino? Perché è l’unico modo che ha per una qualche speranza di un attacco che vada a segno, almeno uno. Quella parata e quel movimento di lei gli dovrebbero dare qualche istante per portare l’avambraccio opposto a quello della gamba stesa contro di lei, quindi il sinistro, dietro la schiena, ad immergere la mano nel portaoggetti. Ascolta la voce di lei, probabilmente adesso se fosse stato uno scontro vero avrebbe un polpaccio fuori uso, lei si stà trattenendo, maledizione si stà trattenendo davvero. Sente la disapprovazione generare rabbia, e la rabbia esplodergli in corpo. Rabbia verso se stesso, ha giusto il tempo di poggiare di nuovo la gamba a terra, prima di osservarla caricare quel colpo orizzontale al suolo, verso le sue caviglie. Sfrutterebbe il tempo che lei utilizza per caricare il suo colpo orizzontale per piegare le leve inferiori. In esse spinge una gran quantità di chakra, comprimendolo tra gli ampi fasci muscolari che rivestono le ossa, sente quell’energia quasi far male sotto la pelle, per fortuna lei decide di moderarsi, e quindi quel colpo può vederlo arrivare, altrimenti non sarebbe vivo probabilmente adesso, continuerebbe ad accumulare chakra nelle gambe finchè l’altra non lascia partire quel semicerchio. Utilizza anche l’adrenalina generata dal vederla colpire. Adrenalina generata dalla paura, che però in questo caso viene manipolata e infusa anch’essa nelle gambe. Solo allora, semplicemente, tenterebbe di aprirebbe le dita, lasciando cadere il fumogeno, per poi tentare di lasciar scattare le leve inferiori e di far esplodere tutto il chakra in esse racchiuso. Tenterebbe, in sostanza, di eseguire la sostituzione di secondo tipo, lasciando al suo posto un’immagine illusoria mentre lui sfrutterebbe la velocità triplicata che chakra e adrenalina gli fornirebbero per spostarsi, lasciandola, se fosse riuscito, da sola con quell’immagine residua e un fumogeno pronto a esplodere. E lui? Lui tenterebbe uno scatto di lato, seguendo la parabola della genin. Sfruttando il massimo della distanza che quella tecnica e il suo fisico gli consentono, di circa due metri e mezzo. Qualora fosse riuscito nel suo intento si limiterebbe a piegare le gambe fino al punto di poter graffiare il terreno, per rallentarsi e per sostenere il fisico quando sente lo sguardo appannarsi leggermente dallo sforzo di quella tecnica. Non potrebbe mai attaccare. L’unica cosa che tenterebbe di fare è un altro spostamento repentino di un quattro metri, nel tentativo di finire di spalle alla Hyuga.[1/4 utilizzo di un fumogeno][2/4 Tentativo Sostituzione II Tipo (spostamento di 2,5 metri)][1/4 Movimento (4 metri)] [Inventario: 1 fumogeno (usato) 1 tonico del chakra, 1 tonico della salute][SE chakra 6/10]

Lo scontro si fa avvincente, i due contendenti sono vicinissimi, solo la notevole differenza di altezza li separa. Un deshi ed una Dainin a confronto (//non so perché siete convinti che ci siano genin in questo cortile, ma così non è) si scontrano in una battaglia che vede le forze talmente impari da essere, in verità, identiche. Non essendoci, infatti, paragonabili le loro abilità, tutto quel che resta da paragonare sono strategia ed intuito. Kaori attiva con successo il proprio byakugan, arte traite la quale sarà capace di vedere oltre qualunque barriera che non sano le proprie palpebre, oltre che percepire visivamente il chakra di Yosai. La differenza di altezza viene, a questo punto, aumentata da un abbassarsi della Dainin che compie una spazzata atta a far capitolare il ragazzone. L'allievo, dopo aver afferrato il fumogeno, compie una ottima sostituzione di secondo tipo che lo porta molto rapidamente ad allontanarsi dall'offensiva altrui, ma lo stanca tremndamente, lasciandogli come unica selta quella di scatare per andare alle spalle della Hyuga, suo unico punto cieco che, però, in quanto tale è anche l'unico possibile nascondiglio dei suoi avversari che dispongono unicamente delle proprie gambe. In tutto questo manca un attore fondamentale, scritturato dal deshi affinché prendesse parte alla messa in scena di questo esame: il fumogeno. Esso tocca terra prima dello spostamento a velocità triplicata, liberando una pesante coltre nerastra per cinque metri di raggio aventi esso come centro. La cosa è una difficoltà, certo, ma non per Kaori. Ella è perfettamente in grado di vedere nell'impedimento generato dall'oggetto, mentre Yosai non ne è affatto in grado. Viene immerso dal suo stesso espediente, privato del senso della vista - almeno temporaneamente - potendo fare affidamento unicamente su udito e olfatto e con la posizione della Hyuga che egli può, adesso, soltanto immaginare essere di fronte a sé. [ Distanza: corpo a corpo (Yosai alle spalle di Kaori) | Fumo esteso per 5 metri avendo Kaori come epicentro (essendo stato il fumogeno buttato ai suoi piedi) | Turni: Yosai-Kaori ]

18:04 Yosai:
  [Cortile] è una strategia difficile la sua, ma è l’unica che ha a disposizione, l’imitare l’avversario, usando sé stesso come esca quando serve, e se questo comportasse delle limitazioni anche a sé stesso, beh l’importante è che l’avversario ne subisca di più. Certo, se non stesse fronteggiando una leggenda che cammina. Non perde tempo in altri ragionamenti e non aspetta nemmeno che il fumogeno raggiunga la massima estensione del fumo. Giunto alle spalle di lei tenterebbe un veloce scarto di traiettoria, piantando ambo i piedi e flettendo le leve inferiori, accumulando grazie alla brusca frenata, l’energia necessaria per farle scattare di nuovo come molle, proiettando con quella stessa energia se stesso proprio verso l’epicentro del fumo. La figura della DAININ è diventata ben presto niente di più che una sagoma scura, e poi solo fumo. Anche perché sta andando direttamente verso l’epicentro del fumo, ciò che tenterebbe è una semplice, brutale carica in avanti, tenendo presente dove fosse la Hyuga solo un’istante prima, terrebbe quel punto dritto d’avanti a sé e, arrivato alla distanza di un metro e mezzo dall’epicentro del fumo, con un colpo di reni tenterebbe di proiettare la colonna vertebrale, e quindi tutto il busto verso sinistra, fino a permettere alla mano di piantarsi a terra. Tenterebbe di utilizzare quel perno per sfruttare la forza del suo stesso spostamento e trasformarla da lineare a circolare, irrigidendo le gambe tornite, distanziate l’una dall’altra, la sinistra avanti, la destra indietro, parallele al terreno, in una sorta di doppio calcio all’altezza del ginocchio. Il ginocchio di una nuvola di fumo probabilmente, ma chissà. [1/4 spostamento][2/4 tentativo di attacco (doppio calcio altezza ginocchio)][1/4 libero][Equipaggiamento: 1 tonico del chakra, 1 tonico della salute][Forza: 10][Destrezza: 20][Chakra:6/10]

18:22 Kaori:
 Un sorrisetto affiora sulle labbra di Kaori quando vede la pallina nera venir lasciata cadere e la nube di fumo sprigionarsi attorno a loro. Ha una qual certa affinità con i fumogeni, migliori amici della sua arte oculare ed è felice di aver pensato bene di attivare il Byakugan proprio poco prima: grazie alla sua pensata, infatti, la presenza di quella nube nera è praticamente ininfluente per lei rivelandosi, di contro, probabilmente problematica per il deshi. L’altro, comunque, riesce efficacemente a schivare il suo colpo ricorrendo alla tecnica della sostituzione, aggirandola fino a svanire alla sua vista. La cosa per qualcun altro avrebbe potuto creare un problema ma, per Kaori, è relativamente okay: se non può vederlo vuol dire, semplicemente, che si è fermato alle sue spalle, lì dove la sua visuale periferica non è in grado di spingersi anche nonostante il potenziamento del suo doujutsu. < Brutta mossa. > dice, consapevole del fatto che la sua voce fornirà un prezioso punto di riferimento al ragazzo. < Mi hai visto attivare il Byakugan, sai che posso vederti comunque. > lo rimbecca, senza alcuna traccia di severità, rimanendo immobile sul posto. < Se vuoi accecarmi dovrai usare qualcosa di *diverso* dal fumo per riuscirci. > Un indizio prezioso atto ad aiutarlo in quello scontro. Vede il suo impegno, immagina la frustrazione mista all’eccitazione di avere per avversario un ninja molto più esperto di lui e per questo desidera insegnargli quanto le è possibile. Crede fermamente nelle sue capacità, le sembra un allievo estremamente promettente e capace e desidera dargli tutte le armi necessarie per diventare uno shinobi rispettato e temuto. Perciò non si muove, attende serena nella coltre di fumo concentrandosi sull’energia attorno a sé: silente ascolta l’eventuale respiro di lui, il suono delle calzature sul terriccio ai loro piedi, lo sfregare del tessuto ad ogni movimento. Tenterebbe di avvertire sulla pelle nuda di spalle e braccia eventuali spostamenti d’aria, cercherebbe di percepire nello spazio circostante la presenza di qualsiasi tipo di presenza ritrovandosi -se vi fosse riuscita, ad avvertire la vicinanza altrui solo dopo pochissimi istanti. Un sorriso a distendersi sulle sue rosee, le gambe a flettersi solo a quel punto così da permetterle di caricare le punte dei piedi di energia; si darebbe la spinta contro il terreno così da ridistendere le leve inferiori e scattare verso la propria sinistra prima che l’altro riesca a colpirla. Aggirerebbe la figura del deshi -a lei chiaramente visibile ora- fino a fermarsi accanto alla sua testa, accovacciandosi poi sui talloni -sollevando piccoli sbuffi di terra e polvere- per guardarlo dall’alto di quella posizione una volta che il fumo si fosse dissolto. < Quasi. > [Byakugan IV ] [Percezione della presenza - 1/4 ] [Attesa – 1/4] [Movimento - 1/4] [ Chakra: 156/160 ] [ Forza: 20 ] [ Agilità: 20 ]

Altro scambio ed altro nulla dij fatto per entrambi. Più che un combattimento sembra una coreografia be orchestrata di movimenti ben coordinati. Se non si sapesse chi sono i due si potrebbero definire quasi allo stesso livello, data la buona preparazione di Yosai ed il fatto che Kaori si sta limitando, anche se i movimenti della donna sono molto più sicuri, molto più controllati. Il calcio basso da parte di Yosai è artstico, sembra quasi che stia prendendo un po' della propensione al fattore scenico del combattimento dei grandi ninja che ha affrontato in questi giorni, ma le piante dei suoi piedi non impattano verso nulla in particolare. La Hyuga si sposta, rapidissima, al suo fianco nel tempo necessario perché la coltre di fumo si dissipi in un venticello piuttosto prepotente nel luogo, permettendo nuovamente l'uso della vista all'allievo che la troverà alla propria sinistra, gli occhi perlacei ricolmi di energia, l'espressione anche piuttosto sfacciata, ma non per questo cattiva né nei modi di fare né tantomeno nelle parole. [ Distanze: corpo a corpo: Kaori alla sinistra di Yosai, accovacciata ) | Turni: Kaori - Yosai ]

19:13 Kaori:
 La nube di fumo si dissolve ed ora anche Yosai può vedere la sua avversaria. Kaori è accovacciata su di lui, quasi un gufo appollaiato sul ramo, che lo osserva col suo inquietantissimo doujutsu ancora attivo in volto. Avrebbe potuto anche farne a meno ma utilizzare il dono del suo clan è quasi un gesto istintivo per lei, una sorta di abitudine familiare e piacevole che la fa sentire completa, protetta. Sorride mesta dalla sua posizione osservando il ragazzone sotto di sé. E’ abbastanza preciso nei movimenti, ha buoni riflessi, le dà un’ottima impressione. Tuttavia vuole vederlo tanto determinato da arrivare a fare qualsiasi cosa per colpirla, vuole spingerlo fino a quel suo limite più estremo. E così, assottigliando lo sguardo, va a chiudere la man destra a pugno andando successivamente a caricare all’indietro il relativo braccio -il gomito a puntare alla direzione alle sue spalle-, mentre il busto seguirebbe tale movimento tramite una breve torsione verso la stessa direzione. Manterrebbe questa trazione solo per un istante prima di rilasciare l’energia immagazzinata e quindi andare a ridistendere il braccio verso il basso, il pugno ben stretto con il pollice piegato al di sopra delle altre dite onde evitare fratture spiacevoli, mirando verso il viso di Yosai ancora piegato sotto di sé. Un colpo apparentemente semplice, un banalissimo cazzotto da rissa, quasi un insulto alla nobile arte del clan Hyuga, ma non di meno potente se giunto al bersaglio. La velocità sarebbe comunque trattenuta, ma la forza verrebbe leggermente aumentata rispetto a quella mostrata fino a poco prima: desidera vederlo impegnarsi, fare l’impossibile per guadagnarsi quel coprifronte. Solo questo farebbe, lasciando modo all’altro di reagire in qualsiasi modo avesse voluto farlo. [Byakugan IV ] [ Pugno alla faccia – 2/4 ] [ Chakra: 152/160 ] [ Forza: 30 ] [ Agilità: 20 ]

19:39 Yosai:
  [Cortile] Lascia che l’inerzia del suo colpo orizzontale s’esaurisca quasi del tutto, niente, li dove lui immagina non c’è nessuno, sente la voce della Dainin arrivarle da una posizione diversa. Ovviamente. Poteva essere diverso? No, non poteva e la sua strategia ha finito per rivoltarglisi contro. Si lascia andare a terra privandosi dell’appoggio del braccio e schiantandosi con la schiena sulla terra del cortile. Maledizione. Inizia ad avere il fiato pesante, sente il bisogno di aria e i muscoli delle gambe tremano ancora per lo sforzo sostenuto con la tecnica della sostituzione. Eccola lì, quell’unica parola pronunciata dalla Hyuga al suo indirizzo ha l’effetto di una boccata di bile mandata giù. Sente l’amaro partire dalla gola e afferrargli lo stomaco. Non riesce a regalarle altro se non un ringhio. Frustrato da quella parola, come dalle altre istintivamente allarga le mani a cercare il suolo, graffiando la terra sotto di se. Arrabbiato con se stesso, per non essere stato all’altezza. Sente la mente arrampicarsi contro le pareti del ragionamento e ricadere in basso senza lo straccio di un appiglio. Socchiude lo sguardo del color dell’oceano, cercando quello perlaceo di lei, almeno la guarderà negli occhi quando lei sferrerà il colpo che decreterà il suo fallimento. Bestia rabbiosa e sconfitta. Questo è mentre lei carica quell’ultimo colpo. Poi uno spiedo di ghiaccio gli attraversa il cervello. Cupe come l’abisso marino in una notte senza luna, dal cuore riecheggiano le parole del sadico. Non è finita la battaglia. Non è finita la battaglia. No, non hai smesso di combattere, sei ancora li. E appresso a loro le parole della Dainin, come riflessi di luce argentata sull’oceano in una notte di luna piena. Non puoi vincere con la lealtà, devi essere sleale. Diverso. Usare qualcosa di diverso. Echi di voci che si fanno più insistenti mano a mano che il colpo viene caricato. Eccola lì la soluzione! Ce l’ha in mano, letteralmente. L’ha graffiata via dal suolo per la frustrazione neanche un’istante prima, quella manciata di terra. Il colpo parte. Per grazia ricevuta ancora una volta riesce a vederlo. Con un colpo di reni tenta di spingere contro il terreno utilizzando la spalla sinistra aiutata dai muscoli del torso e dalle gambe. Spinge con quanta forza ha in corpo, con l’intento di compiere una repentina semi rotazione di tutta la parte alta del corpo verso la parte opposta, verso destra. Anche il capo verrebbe spostato, per effetto della torsione del collo, verso l medesima direzione. Vuole che il colpo vada a vuoto, vuole che colpisca terra e per questo per tentare una schivata simile aspetterebbe l’ultimo momento utile. Non hai ancora finito di combattere. Usa qualcosa di diverso. Qualora il suo movimento fosse andato in porto, con gli zaffiri dipinti in un’espressione ferale tenterebbe di inquadrare il volto di lei per scagliarle, mirando alle perlacee, quel pugno di terra che stringe con la mano destra. Sii sleale. Tenterebbe quindi di richiamare quanto più velocemente possibile le gambe a se, incurvando la schiena per arrivare fin quasi a toccarsi il petto con le ginocchia, il bacino verso l’alto per quindi liberarle in aria con tutta la forza che ha, affiancando il gesto ad un colpo di reni che dovrebbe completare, tirando su il torso, il movimento circolare, atto a trovarsi in posizione eretta, seppur con le gambe piegate. [1/4 Movimento (tentativo di schivata – rotazione sul terreno)][2/4 Tentativo di accecamento][1/4 Movimento (tentativo di Kip Up)][Agilità:20][Chakra:6/10]

Il mio lavoro qui è terminato. Complimentij ai genin per la battaglia sostenuta, a Kaori l'end.

19:55 Kaori:
 Il ragazzo appare in un primo momento sconfitto, quasi rassegnato dalla situazione. La cosa porta la kunoichi ad avvertire una fitta di disappunto nell’aver creduto troppo nella sua incrollabile volontà. Tuttavia non arresta il colpo, perché dovrebbe? Sul campo di battaglia se ti arrendi muori. Il tuo avversario non si fermerà per pura nobiltà d’animo e così non avrebbe fatto lei. Il pugno sta per essere rilasciato quando l’espressione di Yosai muta visibilmente. Le sue iridi s’incupiscono, l’espressione si accende: è di nuovo in gara. Internamente sorride la Dainin mentre il colpo continua la sua discesa verso il viso dell’altro. Uno, due, tre secondi ed eccolo scostarsi così da lasciar impattare le nocche della donna contro il terreno compatto sotto di sé. Non fa in tempo a ritrarre la mano che il ragazzo fa quello che, alla fine, la kunoichi sperava: tutto il possibile. La donna non si smuove, rimane lì mentre la terra impatta sul suo volto facendole chiudere d’istinto gli occhi. Qualche granello ha superato la barriera imposta dalle palpebre e dalle ciglia, la sclera brucia e pizzica, arrossandosi, mentre il chakra verrebbe fatto defluire dagli occhi fino a disattivare il Byakugan. Sorride, però, seppure accecata. Avverte l’altro rimettersi in piedi, si alza a sua volta con le palpebre ancora calate. < Ottimo lavoro, Yosai. > sorride melliflua, soddisfatta, voltandosi in sua direzione pur senza vederlo. Percepisce la sua presenza, sente il suo respiro pesante nelle orecchie: sa esattamente dov’è. Gli occhi bruciano, le lacrime vanno naturalmente a ripulire la zona mentre lei, strofinandosi le palpebre con le dita tenta di riaprirli a fatica. < Hai ragionato come un ninja. Hai sfruttato ciò che avevi a disposizione per ricavarti un vantaggio e tanto mi basta. > chiosa lei con tono tranquillo nonostante le palpebre tremanti e gli occhi arrossati, il viso sporco di terriccio. < Il tuo esame finisce qui Yosai. Riceverai presto l’esito dall’Accademia di Konoha. > gli dice tranquilla, sorridente, prima di rivolgergli un breve cenno di saluto e quindi superarlo per raggiungere l’uscita dell’edificio. Il suo compito, lì, è concluso. [END]

20:04 Yosai:
  [Cortile] Si ritrova li, accovacciato e istintivamente contrare i muscoli del torso pronto a sferrare quello che probabilmente sarebbe stato l’attacco della disperazione, Trova invece ad accoglierlo la voce tranquilla della Dainin, e quel complimento iniziale squarcia in brandelli qualsiasi velleità di continuare l’incontro. Rimane lì, accovacciato, lo sguardo allargato dalla sorpresa, mentre lei parla ripercorre a ritroso tutto il combattimento, fino alle prime parole di lei. Ce lo aveva in testa. Tutto il combattimento. Sapeva le sue mosse e ha fatto il minimo indispensabile per mandarle a vuoto. Schiude lo sguardo <Kaori-sama…> mormora prima che l’altra gli comunichi la fine della prova. L’espressione prima concentrata sul combattimento si muta in un sorriso, sempre più disteso, la dentatura ora, è snudata non per rabbia, ma per gratitudine <è stato un’onore> commenta con la voce necessaria per farsi sentire da lei. Null’altro. Solo è arrivato, e solo rimane. A rimuginare, prima di andare anche lui. Gonfio di gratitudine e di rispetto verso colei che si è concessa per una tanto piccola cosa. Un granello, questo si sente. Se diventerà diamante, dipende solo da lui. Strizza le dita in pugni mentre s’avvia. Se ha capito qualcosa, è che c’è una montagna di lavoro da fare. [END]

Come da titolo, la prova pratica per Yosai. Come parte finale del suo percorso accademico si è ritrovato ad affrontare Kaori Hyuga in uno scontro naturalmente impari, ma che sarebbe proseguito fin quando il deshi non avesse mostrato l'unica cosa che non dipende dal grado o dalla levatura del ninja: intelligenza. Che si traduca in strategia, capacità di adattamento o istinto non importa, l'importante è ricordare che le capacità di un personaggio non sono date da quanto è forte sulla carta.

Commenterò poco la giocata da master proprio perché sono stato marginale, ho dato cornice allo scontro fornendo consigli ed indicazioni sia nel fato che nelle note off, considerazioni che sono state tutte colte e sfruttate correttamente. Che fossi bravo, Yosai, lo avevo già visto, ho voluto vedere quanto potessi mettere della caratterizzazione del tuo pg all'interno di un discorso più tecnico di regolamento e di combattimento, che hai interiorizzato benissimo nelle turnazioni e nelle descrizioni. Sapevi cosa poteva e doveva fare il tuo pg e lo hai fatto, la cosa che mi piace di te è che in ogni tua giocata non c'è mai piattezza, sai miscelare perfettamente i lati tecnici con una narrazione sempre in movimento e mai ridondante. Non sono io a doverti dire in via ufficiale se hai passato l'esame oppure no, ma mi piacerebbe molto poterlo fare, perché mi sei piaciuto davvero tanto. Mi rimetto alla decisione di chi di dovere, questo è quanto.

Grazie anche a Kaori per essersi prestata, per quanto non fosse una giocata chissà quanto fondamentale per te, ti sei dedicata al 100%, come al solito. In quanto esame pratico non posso dare a Yosai quel mezzo punto, ma se potessi lo darei ad entrambi, mi limito a darlo a te perché trovo che l'impegno e la disponibilità vadano sempre premiate.

See ya.