Reunion

Quest

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La mattina in quel della Foglia è assolata, come al solito. La vita all’interno del villaggio non è particolarmente attiva, date le persone che sono temporaneamente allocati all’isola di Chumoku. Tuttavia vi è un clan, il clan che esiste fin dai tempi della prima Luna, che ha segnato la storia di Konoha, ponendosi a loro fondamento morale e ne hanno fortemente influenzato le tradizioni, che è compatto ed unito nel proprio dojo, pronto ad affrontare problemi che richiedono le loro attenzioni. La Magione è imponente, ma raffinata ed elegante, rispecchiando il tenore che ogni suo membro è tenuto a portare avanti. Strutturato su ampia piabta quadrata, il giardino è perennemente ben curato, quasi immune allo scorrere del tempo e della naturale vita della vegetazione, grazie allo sforzo di ogni singolo Hyuga che se ne occupa. Oggi, però, è assolutamente deserto, completamente svuotato da chiunque fosse solito trascorrere lì il proprio tempo. per non lasciare sguarnito il cancello d’ingresso vi è una guardia. Azrael Nara, assonnato ed annoiato, armato un un solo ed unico kunai con cui sta giocherellando, poggiato allo stipite dell’entrata. Al suo fianco vi è una grossa tigre, fiera e minacciosa, che in groppa porta un bambino di quattro anni, zazzera scompigliata color viola scuro ed occhi dotati evidentemente di doujutsu, lo stesso della madre. Ora, appurata la sicurezza della Magione, veniamo al centro dell’azione. Entrati nell’edificio, superato il gradino ed il porticato iniziale, si arriva al grande corridoio centrale, sulla cui destra è situata la grande sala allenamento, in cui ognuno di loro è stato chiamato a partecipare. La palestra è abbastanza grande per raggruppare tuttok il clan, sebbene lo spazio sia leggermente ridotto in quanto, nella zona nord della stanza, è stato richiesto di far spazio ai membri più influenti della famiglia, che sono tenuti a prender la parola. In particolare non è possibile non notare la figura della capoclan, la guida a cui ognuno di loro si affida e si affiderà finché ella avrà il ruolo di guida e protettrice degli Hyuga. Kaori, giovane, da sempre promettente, materna per chi ne necessita e severa per chi lo richiede, si staglia innanzi l’uditorio, tra gli sguardi di ammirazione di chi la prende non soltanto come capoclan, ma come esempio e vetta da raggiungere. Dietro di lei, defilato e in disparte, si potrà vedere Juusan, l’uomo che la suddetta Dainin ha sostituito nel suo ruolo per prendere in mano le redini di cun clan che si stava avviando – per non dire che già lo fosse – nel suo periodo più buio. Nel pubblico, invece, vi è tutto il restok del clan, contattato tramite missive personali ad opera di Kaori, per attirare anche chi non considerasse quella riunione come di massima importanza, Chiko Hyuga, Mekura Hyuga, persino Akane Hyuga – rintanata nell’angolok più estremo della palestra – e addirittura chi non ha ancora avuto l’occasione di risvegliare l’innata, come nel caso di Harai Hyuga. Tutti, a prescindere dalla provenienza e dal grado occupato nella società del villaggio e del clan, hanno il solo ed unico compito di attendere il verbo pronunciato da Kaori Hyuga. [ Turni: Kaori aziona per ultima per esigenze di narrazione, gli altri possono andare liberamente, possibilmente senza allungare eccessivamente i tempi. ]

EDIT: Tra la folla, probabilmente tra le prime file, spicca anche la figura di Norita Hyuga, reduce da una conversazione molto approfondita ed accorata con la capoclan.

10:26 Harai:
  [dojo] [è uno dei tanti, lì in mezzo a quella riunione dove si assiepano tutti i membri del Clan Hyuga – hanno tutti gli occhi chiarissimi, riflesso di un pallore lunare morbido e vuoto, impossibile non comprenderlo. Siede compostamente come si confà ad un membro di quella nobile famiglia, lì dove gli è stato indicato potesse farlo – di certo non fra le prime fila: inginocchiato, ha i piedi stesi ed il sedere sui talloni – ovviamente è scalzo – la schiena sufficientemente diritta e le mani adagiate sulle gambe, placide. Il giovanotto indossa un kimono di stoffa scura, bordata da fasce bianche come di seta e l'indumento è certamente tagliato sulla misura di quel corpicino sottile e dinoccolato; in altri contesti tale veste potrebbe anche risultare di buon grado ma, lì nel mezzo, non è niente altro che un abito fra i tanti, certamente comune. Rimane fermo, ma si guarda attorno con lo sguardo: lo spinge prima verso un lato, poi verso l'altro, adocchiando chi va, chi viene, chi sussurra e chi tace, in una ricerca curiosa e vispa come solo un ragazzetto della sua età potrebbe fare: è infatti la sua giovanissima età a farlo spiccare, forse, fra i tanti. Sicuramente non è l'unico ma, nella media, risulta fragile come un fiore che getta il suo stelo oltre la coltre di neve, quando la primavera sta solo affacciandosi al mondo. Tace. Ascolta. Osserva.]

10:30 Mekura:
  [dojo] Il dojo Hyuga, bhe,here we go again. Non ci tornava da un po' in mezzo ai suoi simili e le uniche volte che inconrta degli Hyuga sono per parlare con suo zio e poco altro. Suo marito, probabilmente non sarà neanche questa volta presente con lei ma non è una novità. Non ha portato i bambini, non era l'occasione per stressare anche loro e per di più voleva ascoltare senza dover prendersi cura della prole che, al momento è sotto la custodia della balia. Quando è entrata, un poco sperduta e dissociata dal resto degli altri, ricercando una figura nota, per lo meno, troverebbe Akane in disparte: ha preferito non mettersi insieme agli altri per ovvi motivi. Così si sarebbe avvicinata, rimanendo li con lei senza dire nulla, a braccia incrociate ed affiancandola mentre tiene lo sguardo dritto davanti a se. Indosso la donna porta la giacca del kimono chiusa da una fascia bianca con delle decorazioni sulla schiena che riproducono le squame di un serpente. Sotto questo porta un completo di pelle nera, una delle sue armature con un busto di cuoio nero che le copre il seno fino alla vita da delle cinghie sulla schiena. Pantaloni aderenti a vita alta con delle protezioni per i fianchi ed i polpacci legati saldamente. Sotto il busto porta una maglia bianca legata al collo lasciando la schiena e le spalle scoperte, mentre nelle braccia porta dei manicotti grigi. Con se non porta altro se non una tasca porta oggetti per poter tenere oggetti di valore quali denaro, le chiavi e qualche oggetto necessario per la quotidianità. Indossa anche il solito trucco rosso agli occhi, più un marchio di guerra che per bellezza. <come stai mamma?> chiederebbe a bassavoce guardandola di sfuggita per cercare un contatto lasciandosi andare ad un sospiro pesante [ch on]

10:46 Norita:
 oggi nell'aria è presente una strana tensione, non la vedi, non puoi toccarla, ma c'è la senti è pressante, il giovane Genin si trova in primissima fila, lui assieme alla massa di persone accorse lì, una cosa li accomuna tutti, e sono Gli Occhi Bianchi, il Byakugan è ciò che li unisce tutti dal primo all'ultimo, un unione genetica, che porta anche quelli con sangue misto, a risvegliare comunque questo dono, tramandato dai genitori alla progenie, da tempo immemore. per arrivare in orario è partito la sera prima ed'è arrivato solo stamattina, ma una volta arrivato alle porte dal Dojo del Clan, lo ha pervaso una strana sensazione un misto di nostalgia, tristezza, e ricordi, sia belli che brutti, potendo però notare la figura di Azrael che tiene una Tigre al suo fianco, con un piccolissimo Hyuga in groppa, lui quel bambino lo conosce di vista, e gli fa un certo effetto rivederlo, in un certo senso gli era mancato vedere i gemellini, gironzolare per il Dojo, e adesso lui sta lì in prima fila in mezzo ai massimi esponenti del clan, e letteralmente ci sono tutti, da Akane all'ex capo clan, a Kaori, Mekura e persino la piccola Chiko, a cui si affianca e dice <Hey Buongiorno Piccola Chiko, Come Stai è da un bel pò che non ci si vede> le sorride lievemente, lo fa ma non come sarebbe normalmente il suo sorriso è smorzato, è teso, e lo si percepisce chiaramente, non sa cosa accadrà oggi, ma una cosa è sicura non ci saranno notizie piacevoli. a questo punto decide che è il momento di impastare il chakra, iniziarebbe componendo con la sola mano sinistra appena metà del sigillo della capra richiesto per l'impasto, successivamente, chiuderebbe gli occhi e si concentrerebbe sull'energia che muove le proprie azioni, e i propri passi, e a un certo punto nel pieno della sua concentrazione ecco che apparirebbe un puntino luminoso, che diventa sempre più grande emettendo sempre più luce, questa luce viene dal più profondo della sua psiche legato a un pensiero Fisso, Costante, e Potente, e lo illumina completamente di una luce bianca limpida che dona serenità e pace, questa è la sua energia Psichica e Mentale, che da quella luce immensa si racchiuderebbe Vorticando e ruotando in una sfera, perfetta, compatta, e rotante, ma che emette luce sufficiente a illuminare ogni cosa. dall'altro lato però dall'angolo più remoto della sua anima ecco che si farebbe largo qualcos'altro, una forza pulsante e ardente, questa parte risiede nel cuore, e norita riesce a vedere queste Fiamme, che arderebbero con forza e furia incontrollata, un Fuoco incontenibile, che brucia dentro, che Vorrebbe espandersi persino oltre i limiti fisici, una Fiamma Antica e Primordiale, e porta conse Sentomenti Forti, Furore, Ardore, Ira, Passione, Coraggio, Amore, questa rappresenta la sua Energia Fisica ed'è quello che lo spinge a vivere ogni singolo giorno, e dopo poco, anche questa energia vorticando viene racchiusa in una Sfera, ma questa volta è fatta di Fiamme concentrate compatte, ma molto più ardenti di qualsiasi cosa possa esistere. infine nella mente dello Hyuga apparirebbe un immagine, un braccialetto, fatto da un nastrino rosso che circonda il proprio polso sinistro con 3 giri prima di legarsi, quel braccialetto, appare e sembra voglia attrarre a se le due sfere prima create, le attira e loro dapprima si deformerebbro per poi muoversi, e man mano che si avvicinano al braccialetto, riducendo anche la distanza tra loro, e una volta raggiunto il braccialetto, si scontrerebbero e lentamente inizierebbero a Confluire una nell'altra iniziando a Fondersi, e una volta terminata la Fusione, le due energie saranno diventate una Sola Sfera circodata dal braccialetto rosso, un bagliore blu elettrico intenso si disperde da essa, che adesso inizia a vorticare, lasciando che la propria energia si dirami per tutto il corpo dello Hyuga, e solo ora Norita Riapre gli occhi. l'abbigliamento è quello che ormai è divetata la sua normale divisa Ninja, Partendo dai piedi troviamo Stivaletti neri, dei pantaloni neri stretti ma comodi, una giacca di Kimono molto particolareggiata e dettagliata anch'essa nera con una obi in vita con motivi geometrici legata col nodo posto sul fianco sinistro, messa a tracolla vi è una fascia nera, che porta con se la placchetta metallica con inciso il simbolo di Konoha, posto in corrispondenza della spalla sinistra rivolto in basso verso destra, i capelli lunghissimi sono invece legati in tre punti, raccogliendoli in maniera più ordinata e quasi spartana, sotto i legamenti di avambracci e tibie, vi sono inoltre 2 vambracci e 2 schinieri, come misura difensiva aggiuntiva, e sul polso sinistro spicca un Braccialetto ricavato da un nastrino per capelli in Raso Rosso, un Legame stretto e indissolubile con la sua Piccola Chiha, mentre invece l'equipaggiamento, è al gran completo con due Porta Kunai e Shuriken ma senza nessun Kunai e Nessuno Shuriken al loro interno nel primo quello posto posteriormente ha nelle tre sezioni cinque Carte Bomba, cinque Fuuda con Tronchetto per Sostituzione, e cinque Fuuda con Tronchetto per Sostituzione ogni uno di questi però ha con se quattro Carte Bomba disposte sui quattro punti cardinali le cui proprietà esplosive sono già state attivate tramite l'immissione di Chakra, su quello Anteriore invece nei tre scomparti troviamo, cinque Fuuda Bianchi, predisposti alla creazione di Carte Ninja, cinque Fuuda Torcia, senza immissione di Chakra, e cinque Fuuda di Bloccaggio, ogni uno con molto chakra impresso all'interno [30pt Chakra], così che per rimuoverso sia richiesta una quantità enorme di Chakra, mentre sul gluteo sinistro è presente una borsa porta oggetti con cinque rotoli di pergamenta piccoli, del filo di nilon sia conduttore che non, due sigilli potenzianti e due tonici per tipo, ed'è così che lo si troverà in quella sala mentre attende le prime parole di quella che ormai per lui è Zia Kaori, anche se lei ancora non lo sa. [Tentativo di impasto del Chakra][Chakra 35/35][Armatura: 2xVambracci - 2xSchinieri Equip: 5xBomba Luce - 5xCarte Bomba - 5xRotolo Piccolo - 1xPennello e Inchiostro - 1xFilo Nylon Conduttore 5m - 1xFilo di Nilon 5m - 25x Fuuda (5xTronchetto da Sostituzione Sigillato - 5xTronchetto da Sostituzione su cui sono incollate 4 carte bomba già attivate sui punti cardinali Sigillato - 5xFuuda Bianchi Predisposti alla Creazione di Carte Ninja - 5xFuuda Torcia Senza Immissione di Chakra - 5xFuuda di Bloccaggio con 30 punti Chakra) - 2xSigillo Potenziante Ninjutsu Speciale - 2xTonico Recupero Chakra - 2xTonico Curativo - 2xTonico Curativo Speciale][Abbigliamento: https://i.imgur.com/2xJuuo5.png?1]

10:52 Kaori:
 Nei giorni precedenti ha inviato missive a tutti i membri del clan Hyuga noti alla conoscenza del Villaggio richiedendo loro di presentarsi al dojo. Il suo incontro con Norita ha posto alla sua attenzione problemi che a quanto pare nel tempo non è riuscita a controllare né arginare: lo considera un fallimento personale e, al tempo stesso, un incentivo a dare ancora di più al clan che ha promesso di proteggere. In piedi, nel dojo della magione Hyuga, osserva il resto del clan assiepato di fronte a sé schiarendosi la gola. Ha i capelli raccolti in un alto chignon e il coprifronte della Foglia a protezione della gola, legato dietro la nuca scoperta. Indosso porta un kimono nero corto decorato di una trama floreale violacea che si arrampica lungo i bordi delle ampie maniche e della gonna a balze che cinge le ginocchia della donna. Un obi viola le fascia la vita sottile drizzando il dorso, mentre l’haori bianco con l’effige del clan Hyuga cucito fra le scapole discende liscio lungo la schiena fino a lambire le caviglie esposte della kunoichi. Scalza perde quel minimo di spessore che le calzature son solite prestarle: sembra una bambolina a vederla. Delicata, magra, pallida. Eppure la posa del suo corpo, la decisione nel suo sguardo le conferiscono una sorta di autorità che ha imparato a controllare nel tempo. < Grazie per essere venuti. > principia Kaori, autorevole, lasciando scivolare sui presenti il proprio sguardo. Uomini, donne, bambini attendono davanti a lei di sentire cosa abbia da dire, fissandola silenti. Vecchi compagni d’armi, nuove speranze. < Come immagino avrete sentito un nuovo nemico è uscito allo scoperto pochi giorni fa, attaccando dei civili. Un nemico dotato di Byakugan. > continua, stoica, a testa alta. Il respiro è regolare, la voce chiara e forte, lo sguardo determinato. < La notizia ha richiamato la mia attenzione e coinvolge inevitabilmente tutti noi. > ruota il capo mentre parla così da rivolgersi a tutti, indistintamente, fra i presenti. < Ma prima di parlare di questo episodio vorrei fare un passo indietro e rivolgermi direttamente a voi. > si ferma ora inspirando a fondo fino a riempire i polmoni. Non è un discorso semplice ma è necessario, lo sa. Ricerca nella folla il viso di Norita e in quello sguardo cerca di trovare la spinta necessaria a continuare. < Il clan Hyuga si è appena ripreso dal momento più buio che lo abbia mai riguardato. Le vicende relative a Cappuccio Rosso sono una macchia che infangherà per sempre il nostro nome, un dolore che non ci abbandonerà mai finché vivremo. > riprende, decisa, a testa alta. < Ma non possiamo lasciare che questo dolore guidi le nostre azioni. Non può essere questo dolore la base su cui costruire il nostro futuro. > si ferma, sicura, lasciando scivolare lo sguardo sul suo auditorio. < Molti di noi hanno le mani macchiate di sangue, è vero. Molti di noi hanno compiuto gesti che non avrebbero mai voluto compiere. > Stringe le labbra, Kaori, andando a soffermarsi sulla figura -distante, di Akane Hyuga. Sente i muscoli del viso irrigidirsi, il cuore spezzarsi, la gola bloccarsi ma si controlla. < Ma molti altri peccano di cecità. > Quasi comico considerato il clan in questione, no? < Nessuno di noi si è accorto che qualcosa non andava. Nessuno di noi si è accorto di quello che succedeva loro. Avremmo potuto salvarli, forse. Ma non l’abbiamo fatto. E tutte quelle morti gravano sulle loro mani quanto nelle nostre. > Severa, forse, ma convinta delle sue parole. Indurisce il tono fissando il suo pubblico, i pugni stretti lungo i fianchi mentre cerca di non lasciarsi andare alle emozioni del momento. Un lungo attimo di silenzio, forse in onore dei cari perduti, forse per la vergogna della loro passata incapacità. < Per questo motivo non tollererò ulteriori atteggiamenti di ostracismo verso nessun membro del clan. Per andare avanti come una famiglia dobbiamo prima andare avanti come singoli e per riuscirci dobbiamo riuscire a fidarci gli uni degli altri. Difenderci gli uno *dagli* altri. > Di nuovo, combattuta, osserva Akane per qualche istante prima di riprendere con voce appena più flebile. < Perdonarci. > Lei per prima, forse, dovrebbe accettare quella verità, quel monito, e per la prima volta da anni—le sembra quasi possibile. Sente quasi di poterlo fare, di non odiare quella donna. La guarda silente, con sguardo teso, e si accorge che non è la rabbia quella che irrigidisce i suoi muscoli ma solo un profondo senso di sconfinata pena. [chakra: on]

Tutti quanti si ritrovano a formare quella gremita ed ordinata platea di persone. Tutti diversi, ma aventi un innegabile tratto in comune. Per quanto vi sia astio, nessuno potrà mai negare che lì dentro sono tutti fratelli. Ed è proprio su questo punto che sembra vertere l'iniziale dire della capostipite di quella famiglia. Un nuovo nemico vi si affaccia per dare nuovamente l'occasione di far fronte comune. Akane, in disparte, viene avvicinata da sua figlia, ma i suoi occhi sono fissi in quelli di Kaori, in quel breve frangente che le vede coinvolte come fossero faccia a faccia, come se nessuno fosse realmente presente in quel luogo. Sostiene inizialmente gli occhi della superiore, ma i suoi sono ricolmi di vergogna, senso di colpa e tacite scuse che, sa, non basteranno mai. Il silente e sottile perdono da parte dell'altra la porta a distogliere lo sguardo, tormentata da ricordi che mai la abbandoneranno e solo in quel momento trova conforto nella figura della figlia accanto a lei. < Non saprei. Non mi aspettavo di ricevere l'invito, ma ho ritenuto doveroso partecipare. Spero che questo nuovo avversario sia meno ostico dell'ultima volta. > La voce tenuta bassa, per non disturbare il resto della platea che, però, non è comunque del tutto silenziosa. Harai, che sta facendo attenzione alle reazioni altrui, noterà sorprese molte persone che, probabilmente, non si aspettavano un discorso di questo tipo, altri sono invece d'accordo, mostrano la loro approvazione tramite sussurri e cenni di assenso. Altri, ancora, sembrano trattenere a stento la rabbia. Norita si avvicina alla piccola Chiko, ma prima che lei possa rispondergli, una voce si leva più alta delle altre < BASTA! > Urla un ragazzetto, sedici anni al massimo, lo sguardo colmo di rabbia e lucido di lacrime trattenute < Queste parole non mi rappresentano! Sono stanco di fingere che in questa palestra ci sia la mia famiglia, perché è proprio per colpa di persone qui presenti che io una famiglia non l'avrò mai più! > Strepita, in piedi e tremante di nervi, dopo che la sua esplosione improvvisa ha zittito l'intero uditorio. [Turni: Kaori sempre per ultima ]

11:33 Harai:
  [dojo] rimane fermo in quella posizione a lungo, attendendo che gli ultimi familiari raggiungano il Dojo e prendano posto nelle ordinate fila che, inevitabilmente, si sono venute a creare. È una posizione elegante e composta nonostante – come si diceva in precedenza – la schiena del ragazzetto non sia propriamente e perfettamente in asse con la verticale terrestre; ad occhi esterni, potrebbe persino risultare comoda, per adesso. D'altronde, sino ad ora, il bimbo non sembra aver dato segni di intolleranza nei confronti di quella scelta – imposta o voluta, chissà – tant'è che, in maniera forse un poco ridicola, prova a continuare quella cerca con il proprio sguardo senza far sì che il capo accompagni: sono solamente gli occhi a muoversi, e quell'agire così pungente denuncia a chiunque lo guardi che, nonostante la staticità fisica, la sua mente sta viaggiando, rimuginando, lavoriando. Harai si accorge quindi di Mekura e di Norita, anche se non fa nulla per mettersi in mostra ai loro occhi, rimanendo in quell'anonimato dettato dalla situazione in cui viene a trovarsi. Ma quando Kaori si schiarisce la voce, ecco che è su di lei che gravitano tutte le attenzioni della sala, ed il ragazzino non fa differenza: la sua figura alta e slanciata in un battito di ciglia si riflette minuta negli occhi limpidi di quel giovanotto che, in silenzio, rimane ad ascoltare le sue parole. E se quelle parole non fossero grevi di significato e intense di passione, si potrebbe sorridere a vederlo così composto e compresso entro rigide regole cadute dall'alto, forse, dalla famiglia, forse da germogliate da un carattere ligio che va formandosi con la crescita. Viene quindi il tempo del ragazzo più grande di lui: grida al mondo la sua rabbia, la sua frustrazione, l'incapacità di elaborare in maniera composta, l'ignoranza di una gioventù che è corretto sia ignorante: Harai ha un fremito, come se fosse stato spaventato da quell'esordio così furibondo e, inevitabilmente, è su di lui che porta le proprie attenzioni. Gli occhi leggermente sgranati, le labbra serrate in una linea di pallida serietà.

11:53 Mekura:
  [dojo] Kaori prende parola, la quale autorevolmente prende parola per discutere dell'attuale primo pericolo che li riguarda direttamente e l'intero villaggio, ma che dico? il mondo considerando quello che ha in mente di fare questo individuo. La ascolta senza fiatare, guardandola in faccia a distanza mentre rimane al fianco della madre tenendole compagnia e se possibile, anche, farsi compagnia. Il discorso tuttavia cambia, andando a parlare, di nuovo, delle vicende che inevitabilmente si scatenano nel cuore e nelle menti di tutti. QUesta tragedia che è stata il cappuccio rosso, non è solo una macchia ma un dolore che gli Hyuga si porteranno avanti per generazioni, è possibile che il dolore di chi è sopravvissuto, di chi sa, dell'intero clan verrà tramandato ai figli ed ai nipoti, questa sensazione di rabbia, impotenza, di sfiducia, andarà avanti. è una cicatrice che ancora come clan non si è risanata.Quando poi prende in considerazione Akane, senza dire apertamente il suo nome, la Hyuga tuttavia è come se li sentisse gli sguardi sulla madre, di tutti, anche chi non si sarebbe girato, chi l'avesse ignorata volontariamente, era come se tutti quanti sapessero di chi Kaori stesse parlando, quelli adulti almeno e corruga la fronte mantenendo uno sguardo severo, non capendo da che parte volesse parare la capo clan. Era, inevitabile quasi che alla parola "cappuccio rosso" anche Akane si trovasse in mezzo, era inevitabile, ma la cosa le dava comunque fastidio. La mano vicina al fianco di Akane a questo punto scatterebbe cercando un contatto con questa, non la stringe, in questo modo la madre può decidere se scostarla oppure mantenere il contatto. Poi solleva un sopracciglio quando questo discorso viene rigirato, verso il resto del clan, della cecità e tutto il resto e sgrana gli occhi quando sente quel "perdonaci" diretto alla madre. La guarda girando la testa lentamente e poi guarda di nuovo Kaori con più calma. Assottiglia le palpebre fissandola <non importa mamma, questa volta non sarai da sola> afferma la donna sempre a bassa voce. Poi, in quel momento una voce esplode, un ragazzino esplode di rabbia: la sua famiglia non c'è più a causa di questo e non accetta che ci siano degli "assassini" in questa stanza. Non può capirlo perché non vuole capirlo e sta dando voce ad una parte del clan ora ben diviso considerando le reazioni. Mekura guarda sua madre di nuovo e poi torna a fissare il ragazzo. A quel punto si alza guardando Kaori per un attimo come se volesse richiedere la parola. <presenti? vogliamo fare dei nomi?> li guarderebbe tutti, gli altri, gli Hyuga, le viene da sogghignare amaralmente <so cosa pensate, tutti, non uno di meno ce l'avete sulla punta della lingua quel nome di quelle "persone" all'interno di questa stanza e tu..almeno hai avuto il coraggio di parlare apertamente della tua frustrazione, ti fa onore ragazzo> prende una breve pausa poi continua severamente <ma per quanto tu sia accecato, la tua rabbia è mal riposta. vuoi sapere chi ha ucciso i tuoi genitori? chi è il vero colpevole della morte di molti di noi? delle famiglie spezzate, dei cimiteri allargati, dei padri, delle madri, dei fratelli e dei...> ha quasi un blocco alla gola mentre lo dice e la sua voce trema per un secondo <dei figli sacrificati?> altra pausa più che altro per ricomporsi quanso sente un bruciore salirle agli occhi. <il vero assassino dei tuoi genitori, di mio fratello, era un vecchio pazzo, assetato da una idea malsana di eliminarci tutti e con lui tutti quelli che l'hanno VOLONTARIAMENTE appoggiato...e per cosa poi? per riportare indietro un "dio", una effige del passato di cui non ce ne facciamo nulla e tutto per costruire degli schiavi, dei pezzi di ricambio da poter utilizzare a piacere> di nuovo una pausa. <ognuno ha le sue colpe in questa stanza, io non di meno, non l'ho mai negato, ma è ora che si renda conto di chi è veramente con le mani macchiate di sangue e si faccia una netta differenza tra chi era soggiogato da un jutsu e ricatto. Perché un giorno potrebbe capitare a tutti noi e continuare a dividerci sulle nostre differenze...su chi è più puro tra di noi> ed alla parola Puro la sottolinea con la voce. <allora non ci permetterà di risanare le nostre ferite, non ci permetterà di far rivivere chi abbiamo perso> Seppure, quel ragazzo ha tutto il diritto per essere arrabbiato era ora che prendesse chiaramente una parte, ed ha scelto di stare nettamente dalla parte di sua madre. Non dice altro, si rimette a sedere scura in volto. [ch on]

12:14 Norita:
 Finalmente la fantomatica riunione inizia e Kaori prende la parola e per poche battute accenna, al sedicente Dio, ma nel momento in cui afferma di voler fare un passo indietro e rivolgersi a tutto il clan si mostra inizialmente sorpreso, e dopo questa frase lei cerca e trova lui i loro sguardi si incrociano, e lo solo allora le farebbe un ampio sorriso e ascolta tutto il discorso, con estrema attenzione quelle parole smuovono in lui sentimenti forti, le parole di "Zia Kaori" gli entrano dentro e lo toccano in punti che solo un altra persona è riuscita a toccare le emozioni sono tante, tra la già del sentire quelle parole, la commozione, una lacrima infatti scende rigando il suo viso, finalmente quello che per mesi ha desiderato sentir dire nel clan quello che avrebbe sembre voluto senti, la soddisfazione che sia Kaori a dire quelle parole, e l'incredulità nel rendersi conto che con lo sguardo cerca il suo supporto. Ma i bei momenti esistono non solo per essere goduti ma anche per venire rovinati da Gente insensibile, una voce di un Ragazzino, una voce che lo riporta a ricordi di ostracismo subito da lui e da Altri, la prima a parlare è mekura ne ascolta le parole e e non può che trovarsi d'accordo con lei, ma poi alla parola Dio un brivido percorre la sua schiena, e serrata la mandibola si volta Furioso <Riconoscerei la tua voce ovunque Araki, Nemmeno io ho più una famiglia mio fratello si è salvato per miracolo solo per la fortuna di essere in missione, avevo 3 anni, e mio fratello 13, quando i genitori della persona che ho qui accanto a me in questo preciso istante rapirono i miei genitori e sarei probabilmente morto se non fossi scappato in camera mia> lo guarda malissimo è furioso non può sopportare oltre quelle parole <e quindi secondo te cosa dovrei fare, ehhh?!?!?!?! Devo Odiare lei ??? devo odiare i suoi genitori??? devo odiare tutti quelli quà dentro che sono stati manipolati da quel Sigillo ??? Devo Fare così e continuare a farci la guerra tra di noi??? Oppure proviamo CHENNESO a Sostenerci tutti assieme gli uni con gli altri, perchè la Famiglia non è solamente Mamma Papà o eventuali fratelli, il Clan è una Famiglia Formata a sua volta da Famiglie più piccole, nel clan abbiamo Amici, Parenti, Zii, Cugini, e continuare a farci questa guerra interna non ha senso, dovremmo invece a maggior ragione visto che tutti chi più chi meno abbiamo subito, e sulla base di quell'immenso dolore che tutti noi conosciamo benissimo Dovremmo Essere Tutti Più Uniti e Coalizzati> disse quello che fino a qualche giorno fa ha urlato accuse in faccia a Kaori, ma ora ne ha compreso il suo vero ruolo nel clan, diventerà la seconda colonna portante, sia del clan che del Villaggio, lo guarda serio in volto <quindi se qui dentro c'è qualcuno che deve dire Basta quello non Sei tu Araki, perchè il tuo cognome è Hyuga, come il Mio, come il suo> indica la persona al suo fiano <come quello di chiunque quà dentro Siamo Tutti HYUGA, siamo un unico clan una sola Enorme Famiglia, e non intendo rimanere a sentire da te altre frasi del genere, perchè quello che hai subito tu è terribile lo so, ma non sei l'unico ad'averlo subito, e quelle persone non avevano il benchè minimo controllo delle loro azioni, sono stato sufficientemente Chiaro ???> lo guarda Furioso come non lo è mai stato, ecco cosa avrebbe dovuto fare in quegli anni in cui ha sentito parlar male e accusare quelle persone, e difenderle fin dall'inizio proteggere quelle persone e il clan da gente come questo ragazzo suo coetaneo, e da chiunque la pensi come lui ma poi parla a Mekura <però Mekura-san ci tengo a precisare una cosa Cappuccio Rosso non era un Pazzo> dice guardandola serio in volto ancora furioso per le parole del ragazzo di prima quindi quell'espressione non è a causa di lei e lei potrà capirlo <perchè un pazzo è una persona che non ha capacità ne di intendere ne di volere, una persona che ha dei problemi gravi, e che va aiutata, esiste solo una parola per quelli come Cappuccio Rosso, ed'è Traditore, e non di meno tante altre parole, ma questa è quella che lo definisce meglio perchè per un idea stupida e per una Leggenda, ha Tradito l'intero Clan> la guarda serio in volto <e Chi lo ha seguito Volontariamente, o anche, chi non ha fatto nulla per fermarlo> e qui non lo guarda me le parole sono riferite a Juusan, il quale non fece praticamente nulla per fermare le azioni e l'avanzata di Cappuccio rosso, <queste persone hanno tradito il clan esattamente al pari di Cappuccio Rosso> e qui si ferma riportand lo sguardo su Kaori rimanendo in attesa di cosa lei abbia da dire. [Chakra 35/35][Armatura: 2xVambracci - 2xSchinieri Equip: 5xBomba Luce - 5xCarte Bomba - 5xRotolo Piccolo - 1xPennello e Inchiostro - 1xFilo Nylon Conduttore 5m - 1xFilo di Nilon 5m - 25x Fuuda (5xTronchetto da Sostituzione Sigillato - 5xTronchetto da Sostituzione su cui sono incollate 4 carte bomba già attivate sui punti cardinali Sigillato - 5xFuuda Bianchi Predisposti alla Creazione di Carte Ninja - 5xFuuda Torcia Senza Immissione di Chakra - 5xFuuda di Bloccaggio con 30 punti Chakra) - 2xSigillo Potenziante Ninjutsu Speciale - 2xTonico Recupero Chakra - 2xTonico Curativo - 2xTonico Curativo Speciale]

12:40 Kaori:
 Sapeva, Kaori, che le sue parole avrebbero scatenato reazioni diverse nel suo pubblico: commozione da parte degli oppressi, trattenuta furia da parte dei più fedeli, esplosioni di rabbia da parte dei più giovani. Non si sorprende, perciò, quando un giovane genin si alza in piedi interrompendo il suo discorso, contrastandolo, accusando per la prima volta a gran voce i presenti nella sala attorno a sé. Il tumulto è istantaneo in reazione al suo dire ed un basso brusio ripercorre le fila di ninja nel dojo. Kaori espira combattuta intercettando lo sguardo di Mekura. Annuisce silente con un cenno appena accennato del capo, lasciandole modo d’intervenire ed ascolta le sue parole. Forse quello stesso incontro avrebbe dovuto avere luogo molti anni prima o forse è stato meglio così: dopo tutto quel tempo molti hanno potuto metabolizzare l’accaduto e hanno trovato la forza d’animo necessaria ad andare avanti. Altri, invece, sono riusciti a controllare le loro emozioni e farsene scudo contro i pareri opposti del resto del clan. Il discorso che fa l’ex compagna di squadra è forte, deciso e sensato. Kaori ascolta silente senza interrompere, annuisce piano col capo in pieno accordo con lei ma solo alla fine, interrogativa, si ritrova a fissarla con le sopracciglia leggermente aggrottate. Sente un sottinteso confuso fra le sue parole che non riesce a comprendere. Il modo in cui calca con la voce il termine ‘puro’ è come un dito che la pungola fastidiosamente sul fianco. Non trova però opportuno chiarire la cosa adesso e sposta su Norita la sua attenzione. Questi, difatti, esplode in uno dei suoi accessi d’entusiasmo buttando addosso al parigrado la sua esperienza così come aveva fatto con Kaori stessa qualche giorno prima. Cerca di far leva sulla sua storia personale per mostrare al resto dei presenti il giusto modo di reagire alla cattiva sorte e pone, sul finale, l’accento su una specificazione che la capoclan apprezza particolarmente. Sorride fiera alla volta del ragazzo annuendo, anche a lui, con compiacimento quando egli termina il suo intervento, prendendo solo a quel punto la parola. < I tuoi compagni hanno espresso il concetto, forse, come io non sarei mai riuscita a fare, Araki. > chiosa la donna con tono deciso, fermo, puntando ora sul genin lo sguardo. < Tutti noi siamo stati toccati, in un modo o nell’altro, da questa vicenda. Qualcuno ci è stato portato via per sempre o è stato controllato da Cappuccio Rosso. Se invece di essere dalla parte dei parenti in lutto fossi casualmente-perché di caso si parla, rientrato nella categoria dei parenti dei controllati avresti accettato di essere etichettato come nemico del clan? > La domanda è secca, forse dura, ma essenziale ai suoi occhi. < Nessuno dei presenti oggi, qui, ha *voluto* fare quello che ha fatto. Chi è qui oggi è un sopravvissuto, in un modo o nell’altro e può capire il dolore del suo vicino di posto. > si ferma tornando ora a guardare il resto degli Hyuga. < Guardatevi. Guardatevi l’un l’altro. Pensate davvero che la persona accanto a voi possa essere un vostro nemico? > Lei stessa si volge a guardare la figura di Juusan al suo fianco prima, quella di Akane dopo. Non rivolge un’espressione dura, né accusa nel suo sguardo. Abbozza, invero, un sorriso sottile. Non felice, non gioioso ma—disponibile. Un’apertura. Una possibilità. [Chakra:on]

Ognuno dice la propria anche se le opinioni più forti vengono espresse, naturalmente, dai più giovani e, quindi, energici cadetti del clan. Araki e Norita spiegano le loro ragioni e in particolare le dparole della tigre portano il compagno a voltarsi inferocito in sua direzione. < Oh scusate| lo sfigato è stato eletto vice capocla e nessuno lo aveva detto! > Lo schernisce, spinto dalla durezza del discorso dell’altro, per quanto quest’ultimo fosse corretto e fosse stato anche spalleggiato da Kaori. Anche per Mekura ci sono delle parole di rabbia, parole assolutamente inaccettabili, ma fgiglie di una grande rabbia < Ah, anche Mekura-sama ha da dire la sua, neanche mi ero reso conto che fosse tornata alla vita ninja, spero che le ferie siano andate bene! > Parole dure, sbagliate, ma più parla e più quel ragazzo trema, più si innalza a persona fore e più si mostra fragile, ferito, spezzato. Non per questo, però, le sue ingiurie restano impunite. Qualche altra persona si alza, adulti e ragazzi, da genin a joni. S’alzano e si pongono fisicamente innanzi a Norita, a Mekura e ad Akane, come a volerle difendere. Il giovane Norita potrà riconoscere, tra queste figure, anche qualcuno dei ragazzetti che lo prendevano in giro mentre ancora frequentava il dojo, ma adesso lo difendono, incuranti dei trascorsi passati. Non serve che dicano nulla perché il discorso della capoclan dice già tutto. E Araki, voltandosi tutt’intorno e notando come la sua rabbia non sia fomentata neanche dai suoi amici, crolla. Scoppia in un pianto disperato, singhiozzante, mormorando parole di scuse nei confronti di tutti, sua madre e suo padre compresi. < Avete ragione Kaori-sama… avete tutti quanti ragione… mi dispiace… > Chiosa, sommessamente, cercando di placare la frustrazione ed il pianto, mentre anche tutti gli altrij Hyuga si guardano l’un l’altro, alcuni presi da una scintillante commozione, il gruppo di ragazzi posti a difesa di Norita si volta verso di lui, uno si lancia in un abbraccio confuso e poco coordinato. Adulti e alti graduati sfilano innanzi ad Akane e Mekura per volgere alla più grande inchini di rispetto, spesso anche di scuse, che la donna accoglie con sorpresa, sconcerto quasi, volgendo degli sguardi attoniti alla figlia, come a volerle domandare se è tutto vero quel che sta succedendo. Accanto ad Harai una ragazzina si volta, non più di quattordici anni si scorgono sul volto gioviale, privo di alcun segno di violenza o vecchiaia, gli occhi perlacei grandi di sorpresa per quanto sta accadendo, le mani che erano giunte in grembo si sciolgono per coprire le labbra curve in un mesto sorriso < No, tu non sembri un nemico, tu sembri un amico. Tutti qui siamo amici, ancor prima che compagni di can, giusto? > Gli dice, con la voce squillante ed immatura, prima di tendergli la mano in un cenno di tacita collaborazione, un segno di pace. Ed è in questa atmosfera di comunione e ritrovata serenità che Juusan fa un passo avanti, ricambiando il sorrisetto della capoclan con un leggero inchino del capo. < Mi permetta una parola, Kaori-sama. > Le mormora, prima di giungerle accanto per comunicare anche il suo pensiero all’uditorio. < Compagni, fratelli, sorelle e giovani promesse. Vorrei cogliere l’occasione per parlarvi come avrei, forse, dovuto fare molto tempo fa. Quello che si demanda ad un capoclan è di badare ad ogni membro della famiglia, di pensare sempre a tutto, di essere perfetto e non sbagliare mai, così che tutti possano prenderti ad esempio. Noi Hyuga, in particolare, abbiamo nel nostro dna la possibilità di vedere tutto, perfettamente, oltre ogni parete, a kilometri di distanza. Io non ho saputo farlo. Non ho saputo vedere poco oltre il mio stesso naso. E ho molte colpe, in me ricadono molte delle colpe che vi rivolgete a vicenda. Vedervi in questo stato mi ha fatto soffrire molto e non c’è nulla che io possa dire o fare per risanare le vostre ferite. Per mancanze di cui mi assumo la colpa uno di voi ha passato l’inferno, subito torture inumane, perso un caro. E quella stessa persona è venuta da me per dirmi che il clan necessitava di un cambiamento, che aveva bisogno di due nuove braccia in grado di tenerlo abbracciato ed unito. Ho accettato di cederle il mio ruolo con la convinzione che mi avrebbe allontanato, che avrebbe esonerato me, mia sorella e mia nipote dal clan, ma con mia grande sorpresa ci ha perdonati ed accolti. Kaori è giovane, ma non per questo è stata incapace di insegnarmi qualcosa, che per quanto male abbiamo fatto, per quanti errori abbiamo commesso, possiamo provare a salvare tante vite quante ne sono state spezzate e addirittura di più. Ed è questo che vi domando, oltre alle mie scuse, di mostrare al prossimo la stessa bontà che Kaori ha riservato a noi e di impegnarvi al massimo delle vostre possibilità perché non accada mai più nulla di simile, specie adesso che, purtroppo, un altro nemico ha fatto la sua apparizione. > Un discorso compiuto senza alcuna pausa, solenne, ma sommesso, ricolmo di rimpianti e dispiacere, ma anche di speranza nel futuro. Ed è con queste parole che lascia nuovamente la parola a Kaori, per esplicitare la minaccia a cui si è soltanto accennato.

14:05 Harai:
  [dojo] ha negli occhi il riflesso ardimentoso di quello scambio di battute che va accendendosi sempre più, come se nel suo animo qualcosa s'agitasse inquieto dopo ogni parola. Le segue attentamente, quelle parole, prima quelle dell'una e e poi dell'altro, con lo sguardo gentilmente compresso in una piega di simpatica severità che rimbalza prima su Mekura, su Norita, su Kaori, prima di seguirne le direttive; controlla a manca, poi sul versante opposto, trova gli sguardi di altri uomini e altre donne, tutte di sangue Hyuga, come lui. Per soli pochi frangenti ritorna ad osservare colui che, per primo, ha dato inizio al dibattito: probabilmente per raccogliere, o forse rubare, segnali dei suoi sentimenti ardenti. In questi momenti, diversamente da quelli iniziali in cui era tutto un dolce sotterfugio, quasi fosse un gioco, il volto accompagna il desiderio degli occhi chiari, di modo da poter dirigere in maniera espressamente diretta le proprie attenzioni lì dove gli pare più congeniale: ha un volto tratteggiato da lineamenti morbidi tipici della tenera età, la pelle chiara ancora intonsa, il collo sottile che preannuncia il fiorire sempre più prossimo dell'adolescenza. E sì ora, in quel contesto, forse stona come stonerebbe una chiazza di sangue nel tappeto soffice della neve intonsa. Sono le parole della ragazzina accanto a lui, che lo distolgono da tutto ciò che c'è attorno: sorride, mesto, le gote che s'accendono d'un porpora lieve, ma intraprendente; lo sguardo cala verso il basso sotto il peso dell'imbarazzo ed in un sibilo leggero, come temesse qualcuno potesse udirlo, replica. <s-si.> balbetta soltanto, imprigionato da quell'inattesa attenzione. Fortunatamente, qualcuno prende parola più avanti e, letteralmente, lo salva.

14:17 Mekura:
  [dojo] Vuoi che Hiashi non avrebbe sbottato in questo modo? ma è una furia legittima, come quella di Araki, così viene chiamato quel ragazzo a quanto pare. Ma Hiashi esprime con parole più emotive i concetti di quello che dobbiamo essere come clan. Sorride tra se e se scuotendo il capo e sollevando il sopracciglio mentre continuerebbe e stringere la mano della madre. La sua attenzione, poi passa a Juusan. Suo zio, vorrebbe essere anche con lui in quel momento, ma per ora dovrà reggere il peso di queste accuse che Norita sta muovendo senza che lei possa dire molto: è vero che Juusan non ha fatto molto, così come tutti quelli del clan. Quando sente le parole che vengono rivolte a Norita poi a lei, si lascia adnare ad un sospiro esasperato tipico di chi dovrà batterci la testa per un po'. POI, il miracolo, letteralmente il miracolo e Akane non è l'unica con lo sguardo attonito mentre guarda sempre più persone che si mettono in difesa di sua madre e poi nel vedere come questi, uno dopo l'altro si inchinano verso sua madre... le da una certa dose di sollievo non indifferente. Un sollievo che esprime ad una madre che adesso stava ricevendo il perdono del clan, o meglio il riconoscimento del clan e le scuse. <va tutto bene mamma> le dice semplicemente mentre butta di nuovo lo sguardo verso Norita per guardare come se la cava e Araki, il particolare le interessa Araki rimarrebbe a controllarlo, le dispiace per quel giovane e non andrebbe abbandonato neanche lui, seppure ascolti con interesse quello che Juusan sta dicendo per rimarcare la fiducia verso Kaori, ma per quanto adesso la commozione sia grande e tanti sarebbero i discorsi da fare, c'è qualcosa di grave in atto e devono essere tutti allertati. Perciò non volendo creare ulteriormente disagio rimane in silenzio, dando a sua madre il suo momento di pace e con un soddisfatto sorriso sulle labbra. [ch on]

14:53 Norita:
 Araki Continua a non voler capire, lo attacca personalmente e direttamente definendolo vice Capo Clan, in maniera aggressiva come se si fosse autoeletto a portavoce, ma poi qualcuno gli si para davanti a proteggerlo. ma non può credere alla persona che ha di fronte, quello che ora lo difende, non è altri che uno di quelli che gli davano del montato, e di vantarsi della sua sensei, adesso lo protegge da quelle Accuse gli pone la mano sulla spalla e dice sussurrando al Ragazzo una parola soltanto ma che vale più di mille altre <Graze> lo guarda sorridendo, lasciando intendere un perdono per quello che Norita Ha subito da lui e dagli altri e proprio in quel momento uno dei ragazzi li lancia per abbracciarlo, uno di quello che lo stava difendendo, e lui ricambia quell'abbraccio sorridendo ma poi si discosta da quel ragazzo e dice <Tu non sei un nemico, tu sei parte della mia famiglia> ma un altra cosa gli preme al momento, si libera da quell'abbraccio e si avvicina ad'araki, lo guarda <io capisco il tuo dolore lo capiamo tutti araki eri mio amico quando frequentavo il Clan e lo sei ancora adesso> gli metterebbe una mano attorno alle spalle e gli da un pugnetto amichevole sulla spalla <ora però calmati> dice sorridendo. ma un altra voce rompe il silezio, e dice ad'araki <noi due parliamo dopo> ritorna al suo posto in prima fila, e ascolta le parole di Juusan che ricalcano la storia di Kaori solo accennata agli altri ma lui l'ha conosciuta tutta, glie l'ha raccontata direttamente lei, ma una volta terminato, il suo intervento prende la parola Norita <Beh Già che siamo in vena di confessioni e di ammissioni di colpe anche io ho le mie> dice guardandoli tutti, forse qualcuno non lo crederà possibile, ma anche norita ritiene di avere delle colpe <Quando Frequentavo il Dojo mesi orsono, si sparse la voce che fossi allievo dell'Hokage, Furaya-Sama> si può capire lontano un miglio e senza Byakugan lo sforzo TITANICO che abbia fatto per chiamarla così ma davanti agli altri deve rendergli onore <per questo sono stato attaccato, e accusato di essere un privilegiato, oppure di vantarmi della cosa, e ho ricevuto astio e ostracismo, e le tecniche del nostro clan le ho imparate allenandomi da solo di notte> dice guardandoli tutti <sia chiaro non voglio fare la vittima, ma questa è solo la premessa> fa una breve pausa abbassando lo sguardo e dice <di fronte a tutto questo, qualcuno potrà chiedersi dove siano le mie colpe???> si guarda attorno e dice <ebene Innanzitutto l'essere stato egoista dimenticandomi che siamo tutti parte della stessa grande famiglia> fa una breve pausa coninuando <poi in virtù della prima, allontanarmi dal clan dal Dojo e covare in me un dolore generato dal punto prima, e infine la mia colpa più grande, è stata di non aprirmi con voi quando avrei dovuto, e confrontarmi con voi, invece di lasciare tutto> guardandoli tutti con una lacrima che solca il viso <ma adesso BASTA. Sono Qui, e il mio è un ritorno definitivo, come Araki la infondo ben sa, il mio Obbettivo come Shinobi è quello di diventare la Seconda colonna portante di Konoha al Fianco dell'Hokage e proteggere il Villaggio anche quando Furaya-Sensei non C'è> istintivo esce quel Sensei come titolo onorifico, confermano involontariamente le voci che lui sia effettivamente l'allievo di Furaya <ma non posso ottenere un obbiettivo così Grande, se prima non faccio lo stesso per il mio Clan, io sono qui, e ci sarò sempre non vi abbandonerò più, e mi dispiace per avervi lasciato, a tutti voi Chiedo 3 Volte Scusa> poi guarda Kaori <e Chiedo Scusa anche a lei Kaori-sama, per come l'ho trattata qualche giorno fa> dice guardandoli tutti adesso e sorridendo alla fine. [Chakra 35/35][Armatura: 2xVambracci - 2xSchinieri Equip: 5xBomba Luce - 5xCarte Bomba - 5xRotolo Piccolo - 1xPennello e Inchiostro - 1xFilo Nylon Conduttore 5m - 1xFilo di Nilon 5m - 25x Fuuda (5xTronchetto da Sostituzione Sigillato - 5xTronchetto da Sostituzione su cui sono incollate 4 carte bomba già attivate sui punti cardinali Sigillato - 5xFuuda Bianchi Predisposti alla Creazione di Carte Ninja - 5xFuuda Torcia Senza Immissione di Chakra - 5xFuuda di Bloccaggio con 30 punti Chakra) - 2xSigillo Potenziante Ninjutsu Speciale - 2xTonico Recupero Chakra - 2xTonico Curativo - 2xTonico Curativo Speciale]

15:12 Kaori:
 E’ evidente che il giovane davanti a lei stia soffrendo. E’ evidente che lui, a differenza di Norita, non sia riuscito ad accettare quanto accaduto alla sua famiglia, che ancora, a distanza di anni, soffra la propria perdita. Non gliene fa una colpa, Kaori, comprende il suo dolore. È esattamente quanto aveva cercato di spiegare a Norita durante il loro ultimo incontro: come si può condannare una persona tanto ferita perché devastata dal dolore? Ed è pronta a sedare gli animi, aspettandosi una sorta di incendio nella sala quando, sorpresa, nota accadere l’impensabile. Il suo clan si muove, autonomamente, a difesa dei presenti. Una sorta di barriera a protezione del giovane Norita, di Akane, di Mekura. Kaori stessa non riesce a dissimulare la sorpresa sgranando appena gli occhi e schiudendo le rosee in un’espressione stupita. Vedere questa precisa scena le fa salire un fiotto di calore al viso, alle iridi perlacee, che tuttavia tenta di controllare con dignità. Ma non è l’unica a venir colpita da questo avvenimento: lo stesso Araki riscopre in quell’improvvisa unione del clan la propria colpa. Si strugge scusandosi coi presenti per le sue parole dure, per il suo dolore, buttando fuori la sofferenza che forse, fino a quel momento, non aveva avuto modo di liberare. Gli avrebbe parlato in privato, sì. Se lo ripromette silenziosamente mentre tutti, alla fine, si guardano fra loro e la voce di Juusan raggiunge il suo orecchio. Si volta a guardarlo e, riprendendo il controllo di sempre, annuisce facendo un passo indietro, lasciandogli la parola. Composta unisce le mani davanti a sé, lungo il corpo, davanti il basso ventre, ascoltando la voce altrui catturare l’attenzione della sala intera. Si assume le colpe Juusan, si scusa per quanto accaduto sotto la sua guida e riscopre per un momento quel lato di lui che per tanti anni aveva portato quello stesso clan a seguirlo con fede. Kaori stessa lo ascolta rapita, felice, capace di vedere finalmente uno spiraglio di luce per la loro grande ed antica famiglia. E’ quando l’altro giunge al termine del suo discorso che la Hyuga gli torna vicina ponendo sulla sua spalla una mano, con dolcezza. Gli rivolge un sorriso grato, riconoscente, prima di smuover le rosee in un nuovo verbiare. Viene fermata, tuttavia, da un nuovo discorso di Norita che, alzandosi in piedi, si rivolge al clan attorno a sé per scusarsi del suo allontanamento e scusarsi, una volta ancora, anche con la stessa Kaori. La donna gli sorride comprensiva accettando silenziosamente le sue scuse come già aveva fatto all’ospedale di Chumoku poco tempo prima. Attende che l’altro si accomodi e quindi, a quel punto, riprende. < Non sono stata sola in questo cammino. > dice con voce chiara, forte, guardando il clan davanti a sé. < Hiashi e Mekura Hyuga hanno lottato assieme a me per proteggere voi tutti e questo non andrà mai dimenticato. > chiarisce modesta, non volendo ridurre l’importanza del loro contributo. < Se Cappuccio Rosso è stato ucciso è perché loro hanno combattuto assieme a me. Ma concordo con le tue parole quando dici che in questo particolare momento, più che mai, dobbiamo essere uniti e compatti. > Si fa più serio il tono, più delicato nel riprendere l’argomento principale per cui la riunione è stata indetta in primo luogo. < A quanto pare all’Isola Chumoku ci sono stati vari attacchi da parte di un autoproclamatosi Dio detentore del Byakugan. > chiosa la kunoichi ritraendo ora la mano dalla spalla di Juusan e facendo ricadere gli arti superiori lungo i fianchi. < Questa figura è stata descritta come albina, con capelli e pelle bianca e piccole corna che lasciano pensare alle immagini iconiche della leggenda della Dea Coniglio Kaguya. > riprende brevemente citando le parole di Norita durante il loro ultimo incontro, guardando la sala. < A quanto ho saputo da uno dei nostri genin che l’ha incontrato > e il suo sguardo va ora, serio, a posarsi sulla figura del genin. < Sembra che lo scopo di quest’essere sia quello di recuperare tutto il chakra presente sul nostro pianeta perché afferma gli sia stato rubato da noi ninja, uomini. > spiega greve prendendo una breve pausa ed inspirando a fondo dalle narici, gonfiando i polmoni. < Non credo nessuno abbia idea su come egli desideri adempiere ad un tale compito ma è banale affermare che va fermato. > Scontato. < So che molti di voi staranno pensando alla stessa cosa. E lo confesso, anche io ho la sensazione che potrebbe avere a che fare con le stesse leggende che hanno ispirato Cappuccio Rosso. Tuttavia posso assicurarvi che nessuno è fuggito da quei laboratori. Sono stati tutti trovati e distrutti grazie alle indicazioni di Akane Hyuga, i suoi fedeli combattuti, le sue vittime liberate. > Molte, d’altronde, sono lì oggi, con ancora il ricordo di quel sigillo a vivere nei loro incubi. < Per cui non so davvero chi possa essere questa figura. So soltanto che noi tutti ci impegneremo a difendere il Villaggio e l’onore del nostro clan da questa nuova minaccia: se doveste avere un’idea, un sospetto su chi possa essere o se anche solo doveste avere contatti con lui vi prego, *vi prego*, informatemi. Solo se lavoriamo insieme come un unico fronte unito potremo respingere questo nuovo nemico e neutralizzarne la potenza. > Detto questo, infine, la kunoichi tace. Col cuore in mano si è rivolta ai suoi compagni e con la stessa passione ora lascia scorrere su loro lo sguardo. Si sofferma in particolare sui più sensibili alla vicenda osservando per lunghi istanti Araki, ancora scosso, Norita, ricolmo di determinazione ed infine Mekura. Hanno già collaborato in passato per metter fine al regno di terrore di un visionario senza controllo, sicuramente potrebbero farlo ancora. [Chakra:on]

Il discorso di tutti giunge al suo termine, chi si doveva scusare si è scusato, Araki smette di piangere e si rialza per terminare l'ascolto e rivolgere a Norita qualche battuta amichevole < Ehi tigre, guarda che non ci interessa chi ti fa da sensei, era solo un pretesto per sfogare stupidamente la rabbia > Confessa, asciugandosi con l'avambraccio le ultime lacrime, salvo poi tornar serio per il termine della discussione. Tutti stanno in silenzio, anche la giovane che parlava con Harai e la stessa Akane serbano il giusto riguardo verso quelle informazioni. Non si tratta di nulla se non di un briefing generale, una presa visione per tutto il clan Hyuga che, ora nuovamente unito, può affrontare questa nuova minaccia. E mentre tutti annuiscono ed acquisiscono consapevolezza di quanto detto, ecco che le porte della sala si spalancano, lasciando far capolino alla testa corvina di Azrael Nara, piuttosto preoccupato. < Err... chiedo scusa per l'interruzione, ma credo di aver perso mio figlio. Mi sarò distratto giusto un attimo ed è andato a nascondersi nella magione. C'è qualche Hyuga che possa usare il byakugan per trovarlo in fretta? Dopodiché chi deve tornare a Chumoku potrà liberamente usarmi come passaggio, promesso. > E questo è un ottimo momento per dichiarare il consiglio di clan sciolto. [ end - non è necessario fare alcuna end, potete anche andare in pace se volete ]

15:38 Harai:
  [dojo] inizia a dare qualche segno di insofferenza. Sono segnali docili, che solamente chi è lì accanto potrebbe raccogliere e percepire facilmente: strizza lentamente le dita dei piedi come a voler ravvivare la circolazione di quegli arti, contrae i glutei come a voler trovare un assetto migliore e, infine, raddrizza la schiena per tornare a quella linea gentile che lo aveva contraddistinto nelle fasi iniziali della riunione e che, con il passare del tempo, si era leggermente ammorbidita. È evidente che, da sé stesso, pretende una compostezza forse fuori luogo per un bambino della sua tenera età, ma che, in quel contesto, non stona poi troppo: con addosso quella veste elegante e di buona fattura che è tipica della sua famiglia, i capelli corti e neri come l'ala del corvo ben pettinati, gli occhi chiari del colore del latte appena munto e limpidi di quell'innocente spensieratezza che è giusta avvolga animi giovani come il suo, sembra incarnare tutta la forza e la nobiltà del nome che porta il suo sangue. È un bagaglio tristemente pesante, ma che il ragazzetto sembra in grado di sostenere, audace come lo è il rostro roccioso di uno scoglio, che dal mare emerge nonostante sia schiaffeggiato giorno e notte dalle sue acque. Rimane quindi in silenzio, a guardare chi parla, ad ascoltare le parole di tutti, a rimuginare su chissà quali pensieri; della ragazza lì accanto, di colei che gli aveva teso la mano, si cura parzialmente: la osserva un istante di sottecchi, come se non volesse farsi scoprire, il vapore rosato che non imporpora più le sue gote, adesso.

15:39 Harai:
  [dojo] al termine della discussione, quando i primi iniziano ad alzarsi e ad allontanarsi, sospira: lo fa in maniera poco invadente, evidentemente per non causare disturbo a niuno: sorride appena e, finalmente, rivolge quell'accenno gioioso alla ragazza, accompagnandolo con un cenno sbarazzino del capo, a mo' di saluto. Solamente poi si alza e s'incammina verso il lato della stanza dove si trova Kaori.

15:51 Mekura:
  [dojo] Riguardo al nemico ha effettivamente poco da dire se non che ha avuto modo di incontrarlo a sua volta. il paragone con Kaguya è inevitabile e così anche con il loro capo stirpe Haruma. Lascia la mano della madre guardandola <torno subito, non ti preoccupare> Poi Azrael entra all'interno della palestra con scoppiettanti novità: ha perso il figlio. bene...e probabilmente Kaori lo andrà a cercare, e doveva parlarle. Si avvicina rapidamente, quasi di corsa cercando di schivare tutti i presenti per raggiungere dove si trova Kaori. Si ferma guardando lo zio facendo un inchino ad entrambi ma rapidamente si rivolgerebbe a Kaori <ho incontrato anche io questo individuo...non ho molto da dire a dire il vero, non ha detto nulla di particolare tuttavia, se davvero è collegato con Kaguya allora c'è qualche associazione con Haruma: se non troviamo nulla nei nostri archivi e nelle biblioteche del villaggio potremo rintracciare quello che rimane delle informazioni che aveva il cappuccio rosso riguardo a lui e le sue "origini" per vedere se ci sono prove o informazioni ulteriori> ma ora deve andare e non vuole prendere altro tempo, perciò fa un lungo respiro e continua <e si...il ragazzo ha ragione, sono tornata dalla vacanza> afferma con una certa amara ironia prima di far schioccare la lingua <con permesso ora Kaori sama, devo andare, mi farò sentire a breve, Juusan sama, l'aspetto a Chumoku> e con questo va via per tornare da Akane [€nd]

16:02 Norita:
 Kaori Parla Del Dio, e le cose che lui ha detto a Kaori, ma ha dimenticato un Dettaglio, e dice <Da quello che le ho detto ho riferito l'altro giorno in effeti ho scordato un dettaglio questo tipo ha ultilizzato Jutsu di tre arti elementali differenti richiamando il chakra elementale, con estrema facilità, non è confermato, ma ho il forte sospetto che possa avere l'abilità di dominare tutti e 5 gli elementi>ascolta Araki e istintivamente ride alle parole dell'amico lo guarda dicendo <Beh Allora che ne pensi se finito ti faccio vedere quanto sono cambiato in questi mesi ???> chiede guardandolo il ragazzo proponendo un allenamento tra loro. ma dopo entra Azrael che annuncia di aver smarrito il bambino, lui non perde Tempo Conformerebbe il Sigilo della Tigre andrebbe a concentarsi chiudendo gli occhi per controllare il proprio flusso di chakra spingendo quest'ultimo in corrispondenza degli occhi, ne farebbe poi penetrare all'interno del bulbo oculare una quantità minima attivando così il gene Hyuga, a questo punto il flusso di chakra passando dalle tempie si possono notare a occhio nudo in maniera notevole le vene che vano poi a rifornire di chakra gli occhi, che a questo punto si riaprono, mostrando le iridi perlacee leggermente diverse con una parte interna più chiara e una esterna leggermente più scura più scura, a questo punto se il byakugan è attivo lo Hyuga vedrebbe il mondo cambiare davanti a propri occhi <Byakugan> e se il Byakugan si fosse attivano andrebbe a spingere la propria visuale, al massimo quindi 200metri frontali, e 30 metri laterali in visuale circolare, per un agolo di 200°. e si guarda attorno alla ricerca del bambino, guardandosi attorno e una Volta Trovato indicherebbe ad'Azrael la Posizione del piccolo esploratore, e dice <si è nascosto qui sotto il porticato si legno Azrael-sama> lo guarda dice guardando Azrael <non serve che mi dia un passaggio su Chumoku però rientro Domani sera domani pomeriggio ho una missione poco fuori il Villaggio, ma Grazie dell'Offerta> sorride lievemente <Chissà magari verrà il giorno in cui potrei venire a chiederle di insegnarmi quella tecnica> ridacchia brevemente guardando, colui che per primo lo ha sottoposto all'esame genin, di cui non ha esattamente bei ricordi. [END]

Riunione di clan indetta Kaori in cui vengono chiarite e appianate le dinamiche turbolente createsi tra i membri e per informare tutti della minaccia incombente.

No exp in quanto ambient, ma bravi tutti.