Cambiare il mondo

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16:46 Kouki:
  [Panchina] Nebbia. Che incredibile novità. Nonostante le temperature si stia un poco alzando, il tempo su quest’isola non cambia minimamente. Certo, le sembra di intravedere il sole di tanto in tanto, caldi raggi che si fanno strada in quel velo bianco per portare un po’ di ristoro alle persone sulla terra. Sospira. La Serpe Grigia si trova al Parco, quello stesso luogo che è stato teatro dell’attacco del sedicente Dio del quale lei ha ampiamente sentito parlare ormai. Perché si trova qui? Nessuna particolare ragione, in realtà sta solo passando il suo tempo senza avere per forza qualcosa da fare, ma scelta vuole che il tempo lo stia passando con un blocco da disegno e una matita. La Yakushi se ne sta seduta su una delle panchine del Parco, elegantemente adagiata su di essa con la gamba sinistra accavallata sulla destra, e lì ha appoggiato il blocco da disegno che regge con la il braccio sinistro mentre la matita è impugnata dalla gemella. Tocchi decisi e fluidi quelli che dona al foglio, linee e curve che vanno ad intersecarsi tra di loro per dare nascita a figure astratte o meno che la sua mente ha deciso di partorire. Le palpebre sono truccate di un viola leggero, e dona una forma femminile e magnetica a quegli occhi dorati come l’ambra più preziosa e antica. Il pallore del volto la rende più somigliante a uno spirito errante che ad una persona viva e vegeta, un candore nobile che sembra rendere quella pelle sottile e delicata, così tanto che si potrebbe osare affermare che sia trasparente. I neri capelli donano un netto e delizioso contrasto con quella pelle, filamenti d’onice che vengono raccolti in un alto chignon tramite un fermaglio floreale formato da rose rosse e nere, mentre altre ciocche ricadono intorno al viso posandosi in avanti sulle spalle, incorniciando, insieme alla frangia, quel viso fanciullesco e perfetto. Labbra pallide che sono piegate in un’espressione neutrale, priva di emozione alcuna per il momento, serietà che viene espressa anche dallo sguardo, vigile e attento a quello che sta facendo, ma orecchie sempre attente anche a quello che la circonda. La sua figura è piccola ed esile, nonostante abbia circa sedici anni sembra infatti ancora una ragazzina con il suo appena un metro e mezzo di altezza e il fisico quasi secco, privo di forme troppo pronunciate ma non per questo è meno femminile. E’ avvolta in un kimono dal tessuto nero, sul quale sono intrecciate trame che vanno a creare finiture dorate, ovvero disegni floreali del color dell’oro, niente di eccessivo e pacchiano, qualcosa di semplice ed elegante invece. Le maniche sono lunghe, larghe e morbide, tanto da nascondere addirittura le piccole mani, in vita l’abito è chiuso e stretto da un’alta fascia anch’essa dorata, sulla quale vi è cucina la placca in metallo del coprifronte di Kusa. Il collo esile e pallido è lasciato scoperto, lì sono incise parti delle sue cicatrici che costellano l’intero suo corpo, ogni centimetro di pelle, senza lasciare scampo alcuno se non al viso, intonso. Cicatrici che le deturpano l’intero corpo, tranne il viso che è lasciato intonso. Dietro al collo in particolare, grazie ai capelli raccolti, è visibile la scritta incisa col ferro e col fuoco che recita: “E-001”. Un marchio, come un animale. Tutte quelle cicatrici che abbracciano il suo collo, proseguono anche al di sotto dei vestiti, lungo il torso, le braccia, i polsi, ma sono visibili solamente sulle gambe, poiché lasciate nude, e sul collo. Sono orribili a vedersi eppure non sembrano intaccare la bellezza e l’eleganza che la giovane Yakushi è riuscita a fare sue. A concludere il vestiario ci sono i sandali ninja, il porta oggetti legato in vita dietro la schiena e il portai kunai e shuriken allacciato alla coscia destra, sopra ad un piccolo bendaggio atto a non irritarle la pelle. E’ dunque questa la figura che si palesa agli occhi di eventuali passanti, ma nessuno di questi, per il momento, attira la sua ricercata attenzione. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai con veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici curativi e 5 tonici curativi speciali – 5 tonici recupero chakra e 5 tonici recupero chakra speciale – 6 veleni composto speciale – 6 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale (1 di 3) – un sigillo potenziante Ninjutsu speciale (1 di 3)]

16:49 Usagi:
  [Quercia] La disperazione l'ha travolta completamente, distrutto l'unico rapporto di vera amicizia che la piccola abbia mai avuto nella sua vita. La frustrazione per non aver potuto aiutare sua madre, il rimpianto per non aver potuto parlare con lei un ultima volta la divorano e la devastano. Ha un solo modo per sfogare tutta quell'immensa rabbia e dolore che ha accumulato in quel giorno, ha trovato un posto appartato al parco per esprimere tutta il suo immenso cordoglio tramite la propria musica. L'aspetto che mostra agli altri, come sempre, è quello di una figura molto minuta e fine, un panneggio che sembrerebbe curato ed elegante, indossa infatti un leggero kimono con lo sfondo completamente nero e, come sublime bellezza di un tradizionale abito orientale, regalatole appositamente da un caro amico, è costellato di rami di ciliegio con i fiori rosa che lambiscono quel legno evanescente e carico di splendore. Lo stesso colore che cinge, con quella lunga fasciatura, il ventre per più volte, un tessuto che stringe l'abito e lo tiene fermo e che, infine, si appunta dietro la schiena a formare una sorta di grande cuscinetto, un tradizionale vezzo regalatole, qualche settimana addietro, da un suo amico durante una strana missione dalla sarta a Konoha. Nel folto di lunghi codini argentati, che cadono ai lati della figura, si confondono ad appuntarli, su entrambi i lati, dei grandi campanellini dorati che, quando ella muove il capo, producono un suono sordo unendosi alla dolcezza delle note prodotte, quasi usasse un secondo strumento supplementare [Drin - Drin]. Infine, come coronamento dell'edificio, i piedini, avvolti da due calzari di seta leggera, calzano un paio di Geta alti, così da farla apparire una figura quasi trascendente e antica. Legati all’obi, proprio per non destare alcun tipo di sospetto sul motivo che l’ha spinta in quel luogo, si trovano alcune borsette, due poste ai fianchi e una dietro la schiena, spostato verso la natica destra. Al loro interno si trovano diversi Fuda, con all’interno sigillati alcuni bastoncini con appuntati sopra delle carte bomba, appositamente preparati la notte precedente per non essere colta impreparata; nella sacca posteriore sono inserite alcune bombe accecanti e anche delle carte bomba, proprio per ogni evenienza. Non porta armi con sé, anche perché non saprebbe nemmeno utilizzarle, ma comunque non è una sprovveduta. Si trova inginocchiata al suolo di quel posto, con le ginocchia sulla fredda terra sotto alla volta arborea di una grande quercia; sulle gambe e tra le braccia è sorretto un malinconico Shamisen, uno strumento che muove con dovizia ed esperienza, tuttavia il suono che produce è totalmente triste, un requiem dalla fattezze grevi e piene di tormento, un susseguirsi di note in la minore che la fa sognare. Un tormento impresso in quella musica, mentre il visino pallido non mostra il sorriso di sembra, il volto è stravolto dall'essenza stessa di quel giorno, della perdita e dalla devastazione che ha subito. Non riesce ancora a sorridere, per quanto ci abbia provato, per quanto abbia tentato di sollevarsi, la perdita è ancora troppo fresca per dimenticare, per fare del dolore qualcosa che possa aiutarla. Circondata in quel luogo dalla nebbia fitta, di lei si sente solo quella musica greve e per nulla allegra, percepita da chiunque voglia ascoltarla. [Chahra On 30/30] [Equipaggiamento: Porta kuni e shuriken X2; Portaoggetti X1: Tonico recupero Chakra Speciale X1; Tonico recupero Chakra X10; Fumogeno X1; Fuda con tronchetto da sostituzione con carte bomba X5; Carte Bomba X5; Bombe luce X2].

17:10 Kouki:
  [Panchina] E’ un pomeriggio normale quello della Serpe che però è molto rinfrancante per lei perché si tratta di uno dei pochi momenti di riposo e relax che ha a sua disposizione. La mano si muove leggiadra sul foglio e crea forme che riflettono quanto ha dentro di sé… molti modi esistono per esprimersi e per lei, uno dei tanti, è il disegno. Nella sua mente ancora rimbomba il vociare della Voce di Mirako, quella personalità che ha dentro di sé e che si è risvegliato per colpa di Norita… sua Amica fedele, sua acerrima Nemica. Per il momento è abbastanza quieta anche Lei, forse cullata dal disegno e da quel momento di pace nonostante ci siano molte cose nella sua testa. Kusa, Konoha, la sua famiglia, il suo Demone, la situazione con il Dio, il suo Clan… troppe cose da fare e se ne sente quasi soffocare. Dischiude le pallide labbra ed emette un altro sospiro, lieve come una brezza marina d’estate. Ora vuole solo godersi questo momento e basta, cerca di scacciare via certi pensieri pur mantenendo alta la concentrazione. Esclude tutto e tutti, ma non può impedire alla melodia che viaggia nell’aria di raggiungere le sue orecchie e immobilizzarla di colpo. La mano si ferma e la matita viene posata sul blocco mentre lo sguardo s’alza dal foglio e vaglia i contorni alla ricerca di quella fonte. È una melodia molto triste, malinconica, che entra nella testa e nell’anima, per la Yakushi è impossibile ignorarla. Sembra che le si attacchi alle pareti del buco che ha dentro di sé, lo allarga, lo scava, e ci vomita dentro un’infinità di tristezza che chiamarla tale è parecchio riduttivo. È strano ma quella musica le trasmette qualcosa di orribile, che non le piace e non vorrebbe più sentirla. La fanciulla si alza quindi dalla panchina tenendo il blocco nella mano sinistra e infilando la matita all’interno dell’obi, tra una piega e l’altra. Ora sembra alquanto innervosita perché non vuole provare sentimenti simili, troppo spiacevoli per poterli tollerare oltre. I passi vengono mossi silenziosi sulla strada, lei si muove sinuosa come una serpe, senza emettere un singolo rumore… e così si avvicina alla fonte di quella melodia. La Serpe Grigia ha tuttavia una bella sorpresa quando i suoi occhi catturano la figura conosciuta della ragazzina… Usagi, l’Uchiha. Se la ricorda molto bene, lei difficilmente dimentica qualcuno, è l’allieva che voleva essere la più carina. Se la ricorda solare, sorridente, molto euforica, oserebbe dire troppo, un vulcano di energie ecco… e sinceramente sentimenti come tristezza e malinconia sono gli ultimi che avrebbe pensato di sentire addosso a lei. Sembra che dentro qualcuno le abbia scavato un buco enorme, e saettano veloci gli occhi ad analizzare quella figura. Cosa le è successo? Chi o cosa l’ha ridotta in quello stato? E’ strano, non se lo aspettava da come si ricordava quella ragazzina. Se ne rimane immobile poco distante da lei, di fronte, e senza emettere un fiato andrebbe a piegare le gambe per poter mettersi in ginocchio anche lei sul terreno, appoggiando le proprie natiche ai talloni. Il blocco lo adagia accanto a sé, alla sua sinistra, schiena dritta e occhi puntati sulla ragazzina. Non interrompe e non disturba come invece avrebbe voluto, ma lascia che la piccola finisca di suonare, incuriosita da lei e da quello che sta succedendo. Ha attirato la sua attenzione. <Cosa succede?> solo questo domanderebbe una volta cessata la musica, o comunque approfitterebbe di un momento in cui essa verrebbe meno, non può essere solo una musica, le deve venire dal cuore per essere così forte ed emotiva. Ad ogni modo pone la domanda in maniera decisamente calma e delicata, del resto lo aveva detto che fuori dal contesto lavorativo può essere diversa da come appare. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai con veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici curativi e 5 tonici curativi speciali – 5 tonici recupero chakra e 5 tonici recupero chakra speciale – 6 veleni composto speciale – 6 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale (1 di 3) – un sigillo potenziante Ninjutsu speciale (1 di 3)]

17:31 Usagi:
  [Quercia] La bella parvenza dei mondi di sogno, rappresentata soltanto da Usagi che non cessa per un momento di far vibrare le corde, rappresenta quasi il presupposto di tutta la scena che si palesa davanti all'osservatore che lentamente si appresta a raggiungere l'albero divino di quercia sotto il quale avviene quella sorta di magica esistenza, dolorosissima realtà empirica che l'è stata stravolta in pochissimi istanti, in un tempo incredibilmente breve, un attimo nel quale i grandi occhi rossi si sono posati sulla macabra scena che l'è stata posta come un mortifero regalo. Oltre alla rappresentazione visiva e la composizione del totale compianto, la musica che si ode sembra parlare, muoversi con un energia quasi magnetica nell'aria, supera i nodosi rami degli alberi e si propaga nell'immensità, note che parlano di nostalgia, un cantico che pare spezzare l'incanto di ogni cuore afflitto da letargia e che è stato ferito e dilaniato da qualsiasi cosa. In quell'assonanza musicale, la piccola cerca comunque di immergere tutta sé stessa, concentrata nell'esecuzione certo, ma è qualcosa di più profondo e spirituale che la muove, ciò è anche dimostrato dal corpo e dai suoi movimenti, sembra suonare lo strumento con ogni molecola o atomo che possiede, il busto si muove in modo circolare come a seguitare le note dello spartito, in un crescendo e un calando quando questo si facesse suono. Urlano i suoni, urla la mente e urla lo spirito. Le grandi iridi dono semichiuse, come se volesse essere totalmente in balia del suo componimento o dell'animo che sta scaturendo da lei, da quell'energetica psichica che non cessa mai di propagarsi, tuttavia si possono tranquillamente notare, tra le fessure delle ciglia folte e argentate, un vermiglio acceso, quasi risplendessero di luce propria. Ferma il capo solo quando nota l'avvicinare di una figura oltre la nebbia, per quanto la propagazione sonora non cessi e si sente sfogare ciò che di più marcio possa esistere nel mondo, come se volesse portare a termine il lavoro e che nessuna presenza possa impedirglielo. Le labbra sottili si dischiudono per far fuoriuscire un lungo sospiro, come se l'anima d'improvviso volesse prendere il volo. Si unisce intanto un suono sempre nuovo e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione degli ascoltatori si occupa di questo, come se il componimento stesse per raggiungere la sua giusta conclusione. Così continua, imperterrita, priva di alcun barlume di felicità, dando sfogo alle dita che toccano i tasti dello strumento con forza, tanto che vuole sfogare la sua irrequietezza. Intanto il territorio musicale comincia a prendere una virata, seppur leggera, sempre più acuta, via via che avanza il motivo i bassi diventano sempre più sparsi e radi, mentre gli acuti si fanno frequenti e indomabili, muovono i toni come il passo costante di un cavallo che si trasforma lentamente in un trotto e poi in un galoppante sentimento di dolore dalle malinconiche forme. In quello che si può udire c'è una nota discordante, un basso la minore viene percepito come uno spettro in tutta la canzone, un dolore forse mai lasciato o una prigionia mai spezzata, ciò può esser noto ad un ascoltatore attento. Infine, come a chiudere un'orchestra cacofonica, un'ultima nota viene fatta vibrare, acuta e continua, che corona il termine dello spartito. Solo allora abbassa le mani sulle cosce e i polmoni si dispiegano causando un profondo respiro, come si fosse liberata da una fatica incredibile o semplicemente uno sfogo istintivo che si conclude con una sonata sotto il chiarore delle fronde. Solo in quel momento le palpebre si schiudono posando i vermigli loculi, che adesso si notano chiari e distinti, sulla ragazza che l'ha osservata in quella tradizionale e antichissima arte. Tuttavia non emette un flebile suono, le labbra restano serrate, portando lo sguardo a rimirare le corde dello strumento.<Sono una suonatrice...> Fa una leggera pausa. <Quindi suono.> Constata semplicemente. <Se non erro...> Una nuova pausa, sembra che le parole si vanno ad alternare a pesanti sospiri, come dei leggeri singulti, le palpebra appaiono scavate e delle borse violacee le scavano le orbite. <Kouki-Chan.> Sembra che almeno gli onorifici non manca di usarli. [Chahra On 30/30] [Equipaggiamento: Porta kuni e shuriken X2; Portaoggetti X1: Tonico recupero Chakra Speciale X1; Tonico recupero Chakra X10; Fumogeno X1; Fuda con tronchetto da sostituzione con carte bomba X5; Carte Bomba X5; Bombe luce X2].

11:05 Kouki:
 La bambina è molto diversa dal solito, e per solito lei intende per quell’unica volta che ha avuto modo di vederla. Certo non si può giudicare una persona dopo averla vista una sola volta, e quindi la piccola Uchiha potrebbe benissimo avere anche un lato così malinconico e avere dei giorni in cui non è entusiasta all’ennesima potenza… così come la stessa Serpe non sempre è seria e severa. Eppure c’è qualcosa di strano che le scivola nelle viscere e non la fa sentire a posto con quello che vede e sente con quello che ha visto e sentito in accademia. E’ come se davanti a lei avesse un controsenso vivente, un contrasto tra quella che era e quella che si mostra. La osserva, la analizza, ascolta quella musica che racconta tanto e forse troppo di lei, bisogna saper leggere tra le righe, captare le sfumature e in questo la Serpe ci prova e cerca di comprendere. Chiude gli occhi dorati e ascolta. La musica è veloce, galoppa, esprime un senso di ansia o irrequietezza e man mano sembra diventare più acuta ma c’è sotto sempre qualcosa che sembra voler trascinare sul fondo tutto quanto. E’ difficile per chi non ha mai fatto attenzione a questo genere di arte, per chi ha già difficoltà a comprendere e relazionarsi con il prossimo in maniera adeguata, eppure ci prova. Non deve fare altro che lasciarsi andare alla musica e lasciare che le emozioni ne vengano influenzate in maniera genuina… e quello che prova le dona un senso di soffocamento, dolore, disperazione, vuoto. A termine della musica la sua domanda viene posta, e pazientemente attende che la bambina viri il suo sguardo verso di lei e le risponda. Non c’è fretta, lei ha bisogno di tutto il tempo necessario per analizzare la piccola Genin. <La mia domanda andava oltre a quello che stai facendo. Dietro al fatto che stavi evidentemente suonando.> il suo tono è sempre un sibilo, calmo basso e melodioso, culla la mente e non provoca dolore. <Mi riferivo al tipo di musica, alla melodia che hai suonato. L’ho sentita molto malinconica, dolorosa e triste… una sorta di requiem. E mi chiedevo appunto: cosa succede?> la osserva dritta negli occhi, quel suo solito sguardo che si insinua in quello altrui senza farsi troppi problemi, che guarda oltre, scava, e lei che tenta di entrare in quell’animo così discordante oltre le pieghe, e scendere sempre più in profondità. Carpire ciò che è nascosto. <In Accademia eri molto diversa, oserei dire un vulcano di energie e mi era parso di capire, dal tuo modo di essere, che niente e nessuno avrebbe mai potuto turbarti. Per questo ora rimango confusa.> con calma dischiude le labbra pallide ed espira, un sospiro delicato e gentile. <Ma probabilmente non si possono giudicare le persone da un unico incontro, per questo io potrei anche aver compreso male il tuo modo di essere, ed ecco perché chiedo direttamente a te se è successo qualcosa.> sta agendo nella maniera giusta? Ma soprattutto perché? Cosa le importa a lei di come sta questa ragazzina, Uchiha? Non lo sa, non riesce a comprendere cosa la muova, ma forse sta esagerando e correndo troppo… per questo riprende in mano il suo blocco e la sua matita ricominciando a disegnare. <Ad ogni modo perdonami, non sei costretta a rispondere se non ti va. Sono sempre stata molto curiosa e attratta dalle persone che ritengo interessanti.> con lo sguardo abbassato sul foglio, e senza la minima fretta, muove la mano per eseguire tratti leggeri e pesanti con maestria. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai con veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici curativi e 5 tonici curativi speciali – 5 tonici recupero chakra e 5 tonici recupero chakra speciale – 6 veleni composto speciale – 6 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale (1 di 3) – un sigillo potenziante Ninjutsu speciale (1 di 3)]

11:44 Usagi:
 L'artistico componimento termina per l'appunto con quelle ultime note, sotto l'attenzione costante della corvina che sembra quasi appassionarsi al dolore che sta esprimendo, al suo tormento e al vuoto che prova per non avere più una figura di riferimento; non ha più una persona con cui confidarsi e il pensiero di non poter vedere più sua madre la sta divorando dall'interno. Le grandi iridi sanguigne, con gli occhi gonfi per il pianto e le borse violacee sotto gli occhi iniettati di sangue e dalle venature visibili si posano su quelli della propria interlocutrice del momento, sul suo volto, mentre la fissa con sguardo apatico e privo di alcun tipo di espressività. Sembra una maschera di cera perlacea indossata da una bambina tanto è profonda l'immobilità del suo volto. Però non risponde subito, sembra guardarla per diversi attimi, forse interminabili secondi, nei quali cerca di studiarla con estrema attenzione, uno sguardo che si sposta su tutta la sua figura come a volerne percepire i linguaggi del corpo e ogni tremore dei muscoli. <"Fuen"...> Dice soltanto infine, lasciando che gli occhi tornino a mirare i crini dello strumento. <Così si chiama il componimento.> Comincia ad accarezzare le corde con i polpastrelli, sondarne tutta la loro lunghezza, come se stesse cercando di percepire qualcosa di solido, come se si volesse aggrappare a qualcosa per non cedere alla disperazione. Intanto però non manca di ascoltare tutto il suo discorso, le sue spiegazioni che le penetrano i lobi delle orecchie, come dei pugnali vanno dritti al cuore, ovviamente l'altra non può sapere quanto altro dolore le stia infliggendo, ma sicuramente le proprie labbra sottili e meste hanno dei leggeri tremori, mentre si inarcano verso il basso a formare un arcobaleno pallido e privo di vita. Gli occhi stentano a trattenere le lacrime, forse in altre circostanze o con altre persone, si sarebbe anche sfogata, ma la persona che le si trova davanti, dopo averla conosciuta, non le sembra la più adatta davanti alla quale cedere; quello è l'unico motivo per il quale trattiene le gocce negli occhi che altrimenti le righerebbero il viso. Solo quando l'altra appunto prende a disegnare, forse mossa da una leggera e costante curiosità sepolta nei meandri dell'inquietudine, un profondo sospiro esce dalla sottile bocca. <Si in accademia ero molto energica e...> Fa un'altra pausa. <Riuscivo a sorridere. Adesso le cose sono cambiate e spero di riuscire a riprendermi...> Abbassa il capo tristemente, chiudendo le palpebre e cercando di rifugiarsi nell'oscurità. <Quanto sai degli Uchiha?> Domanderebbe con tono incuriosito, senza però guardarla minimamente. Solo in quel momento, mossa forse da una semplicissima libido di vendetta, o semplicemente per scoprire qualcosa di più del clan di cui fa parte, come se fossero ancora in accademia praticamente, il chakra impastato all'interno del proprio ventre, come un fiume in piena e rompendo gli argini di tutti gli tsubo presenti nel proprio organismo, risale rapidamente verso l'alto cercando di concentrarsi in modo costante su entrambi i bulbi oculari. Un procedimento che ancora non riesce a gestire in modo perfetto, ma che dovrebbe almeno essere in grado di riprodurlo senza troppi intoppi. Le palpebre lentamente si schiudono mentre entrambe le iridi si tingono di un rosso più acceso, come rosse gemme vanno a dipingersi, mentre un cerchio più piccolo compare al loro interno e una spennellata di nero, una figura astratta, si palesa verso l'alto a scoccare la mezzanotte. Il tomoe dello sharingan, grazie all'afflusso di energia, si paleserebbe prepotente alla vista della ragazza che le si trova davanti, volendole mostrare, forse la causa del proprio tormento. <Non mi sei sembrata una ragazza così sentimentale Kouki-Chan...> Abbassa lentamente il capo, cercando di non mostrarsi troppo debole, forse per via del loro incontro a lezione, non è che le abbia fatto una grande impressione infatti. Le narici inalano un cospicuo quantitativo d'aria, ricacciandolo dalle labbra in una sorta di arreso sospiro, disarmante per chi possa ascoltarlo. <Mi è successo qualcosa, si...> Conferma con il tono tremante, mentre sta davvero faticando parecchio per non scoppiare in un nuovo pianto, a stento sta trattenendo lacrime amare. <E vorrei davvero tanto riuscire a saltare come prima e a sorridere...> Si stringe nelle spalle. <Ma non ci riesco. Non ce la faccio...> Le parole le muoiono in gola, mentre alza il braccio destro per coprirsi il volto con la manica grande del kimono, almeno per conservare un minimo di dignità, per quanto sia inutile in quel momento. [Chahra On 29/30] [Tentativo attivazione Sharingan] [Equipaggiamento: Porta kuni e shuriken X2; Portaoggetti X1: Tonico recupero Chakra Speciale X1; Tonico recupero Chakra X10; Fumogeno X1; Fuda con tronchetto da sostituzione con carte bomba X5; Carte Bomba X5; Bombe luce X2].

12:35 Kouki:
 Occhi rossi per il pianto, occhiaie violacee sotto di essi. Ha pianto. Ha espressione un suo stato d’animo che si è riflesso in quella melodia. Dunque qualcosa è successo… qualcosa le ha procurato un immenso dolore, infine qualcosa, o qualcuno, è riuscito a turbare quella fanciulla che sembrava così invincibile e sicura di sé. La Serpe non è qui per rigirare il coltello nella piaga, non è certo qui per dire: te lo avevo detto. Non sa cosa sua successo e quindi non può permettersi di giudicare e commentare con tanta sicurezza, attende che sia l’altra a dirle qualcosa… se mai lo vorrà. Lei con la schiena diritta e le mani appoggiate sulle sue ginocchia, rimane in attesa paziente, come un serpente che adocchia la sua prenda e lo analizzare nell’attesa nel giusto momento. Avvolgerà quella bambina con le sue spire. <Fuen.> ripete quel nome con calma, sibilandone ogni sillaba e assaporando la pronuncia melodiosa. <Non me ne intendo, mi spiace, ma posso dire che è stato molto sentito.> la musica non rientra nelle sue arti, lei ne ha ben altre, molte altre, ma non la musica. Le piace? Assolutamente si, ama i suoni e quello che essi possono provocare nell’essere umano, come possano mutare gli stati d’animo… la musica ha un grande potere. Non si metterebbe comunque mai a suonare ella stessa, preferisce altre vie per esprimere la sua arte. Osserva quella bambina… quegli occhi vuoti, il sorriso spento, si è messa una maschera di porcellana. Ah, la capisce perfettamente… chissà se lo stesso si potrebbe dire della bambina. Chissà se un giorno anche lei riuscirà a vedersi riflessa come la Serpe sta facendo con lei. <Uchiha?> quanto ne sa lei? Cosa sa lei? Troppo per i suoi gusti. Infatti non sarà difficile notare come le mani della Yakushi si stringano con forza chiudendosi a pugno sulle proprie gambe. Il viso si irrigidisce, scompare anche quella leggera dolcezza e morbidezza che voleva mostrare nello sguardo. L’astio e l’odio che prova verso chiunque utilizzi Illusioni, soprattutto Uchiha, è evidente. <E’ un Clan molto potente, i suoi membri sono abili nel Genjutsu grazie al loro potere oculare. Non posso sapere i loro segreti e le loro tecniche, essendo qualcosa conosciuto solo ai loro membri, ma ho provato sulla mia pelle la potenza di quelle illusioni. Loro si basano sul dolore e la sofferenza, credo non sia un segreto che vengono visti come delle persone affette da una maledizione.> si sa da tempi antichi del resto che gli Uchiha non sono mai stati molto fortunati. <Gente che gioca con la mente altrui. Che si permette di modificarti ricordi e…> chiude gli occhi. Prende un profondo respiro. Non le piace parlare degli Uchiha e lei sta sbagliando di nuovo. Non è quello che questa bambina ha bisogno… una bambina Uchiha, è davvero divertente che lei si stia prendendo così a cuore la piccoletta. <Ad ogni modo non sono la più indicata alla quale rivolgere una domanda sul tuo Clan. Se ti interessa qualcosa in particolare vai alla sede degli Uchiha e domanda a loro.> schietta e veloce, non intende occuparsi dell’argomento. Non può fare finta di niente e comportarsi come se nulla fosse successo… come se nessuno, fin da quando era una bambina, non avesse mai usato le illusioni su di lei. Non riesce a non fare di tutta l’erba un fascio nonostante sappia che sia un pensiero sbagliato… anche quella bambina, in fondo, essendo Uchiha è un pericolo. Di fatto per la Serpe lo diventa non appena la bambina attiva il suo sharingan… non appena quegli occhi si accendono di quel rosso scarlatto e la tomoe fa la sua apparizione, lei istintivamente distoglie lo sguardo. L’espressione del viso si fa fredda, tagliente… quegli occhi proprio, non vuole trovarcisi davanti, eppure cerca di resistere e rimanere lì seduta ad ascoltare. Ascolta, Serpe, è una bambina, non è come gli altri. <Non ti sono sembrata una ragazza così sentimentale perché ti sei fermata all’apparenza. Pur avendoti detto in quella occasione che in altre circostanze so sorridere e lasciarmi andare, ma se si tratta di lavorare e portare alla fine un compito, allora preferisco la serietà.> inizia a spiegare con molta calma. <Le persone hanno molte sfaccettature, le persone variano il loro modo di essere a seconda delle circostanze e delle persone che si ritrovano davanti. Non si può giudicare una persona da un unico incontro, non si può avere la certezza di aver capito come sia solo vedendola una sola volta. E soprattutto in un contesto così particolare come l’Accademia, dove bisogna mantenere quel rapporto tra sensei e allievo.> sospira ora, cerca di rilassare i muscoli del viso e lentamente torna a guardare quella bambina. Si, la Yakushi è sempre stata rigida, severa e dura, ma è anche in grado di lasciarsi andare in sorrisi e gesti di affetto, le sue spire servono sia per stringe e soffocare che anche per avvolgere e proteggere. La osserva mettendo di nuovo da parte il blocco e la matita. La ascolta cercando di andare oltre al suo cognome, oltre a quegli occhi. La vede piccola, distrutta, sull’orlo del pianto. Cosa sarebbe giusto fare? Cosa bisogna fare in questi casi? Cosa vorrebbe che accadesse se le parti fossero invertite? Lentamente si avvicinerebbe a lei accorciando la distanza, gentilmente cercherebbe di posare le sue mani sulle guance della ragazzina, così le prenderebbe il volto fra le mani. <Hai conosciuto il dolore… e ora hai capito che quel dolore può cambiare le persone…> come è successo alla Serpe, come è successo a molte altre persone. <Hai capito che spesso il dolore è così grande da non riuscire più a sorridere. Ora sai cosa si nasconde dietro a un volto che non riesce a rilassarsi e a essere felice, un volto apatico, vuoto, freddo… più quel volto è fatto di porcellana e più è grande è il dolore alle sue spalle.> cercherebbe di tenerla, con una presa salda ma dolce, di chi imprime sicurezza… e le labbra pallide si piegano in un debole sorriso, mesto. <Hai capito quanto è difficile a volte sorridere di fronte al dolore e che non è così semplice rialzarsi. Non basta il sorriso.> ora avvicinerebbe il suo viso a quello della ragazzina e delicatamente cercherebbe di donarle un bacio sulla fronte, posando le sue labbra sulla sua pelle. <Non è semplice, ma ci si rialza. Non sai quando avverrà, non sai come avverrà… ma sono sicura che tornerai a sorridere, perché quello che mi hai mostrato a lezione, era un animo troppo forte per essere spiegato definitivamente dal dolore. Quell’animo è ancora dentro di te, perduto nel mare nero del dolore, ma c’è… e tornerai a sorridere, se è troppo per te potrai sempre allungare una mano e chiedere aiuto.> solo ora le lascerebbe il viso ma rimarrebbe a quella distanza, ora confusa e ora tormentata… avrà detto bene? Avrà fatto giusto? Lei che da sempre ha sbagliato nel parlare con le persone e tentare di aiutarle… ci sta riuscendo a fare del suo meglio? [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai con veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici curativi e 5 tonici curativi speciali – 5 tonici recupero chakra e 5 tonici recupero chakra speciale – 6 veleni composto speciale – 6 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale (1 di 3) – un sigillo potenziante Ninjutsu speciale (1 di 3)]

13:24 Usagi:
 In quel posto sta succedendo qualcosa che, veramente, non si sarebbe mai aspettata. Ha sicuramente giudicato male la ragazza che adesso le si trova davanti, non può che ricredersi naturalmente, anche perché un aiuto così grande non se lo sarebbe mai aspettato, soprattutto dalla serpe che le si trova davanti. La piccola appare veramente molto colpita e devastata da quel dolore lancinante che le sconquassa il petto, che le divora le viscere e non la fa sorridere, ci sta cercando di superarlo, ci sta provando, ma sembra del tutto inutile. La ferita è ancora troppo aperta, troppo fresca, abbastanza da non lasciarla dormire, non riesce a riposare che le arriva alla mente la scena orribile alla quale ha assistito. All'inizio non cerca conforto in quella persona che le si trova davanti, non riesce a fidarsi per come si sono conosciute in accademia e per come è cominciato il loro rapporto, quindi appare all'inizio abbastanza distaccata, credendo naturalmente di non ricevere alcun sostegno da lei. <La...> Tira su con il naso, cercando le parole adatte. <La musica è uno sfogo dell'anima che vuole prendere il volo...> Socchiude gli occhi e fa un leggero cenno d'assenso, troppo minimo perché i campanellini comincino a danzare e a suonare, questi tacciono, come tace anche il suo spirito assopito. <Cerco sempre di elargire sentimenti con la mia musica.> Si stringe nelle spalle, come a voler trovare un rifugio in queste, come se volesse scomparire e non fare più ritorno. Attende comunque che lei si prenda i suoi tempi lasciando che si spieghi, che la renda edotta sul suo stesso clan ed è proprio quando cita la loro maledizione che le palpebre si dilatano, lo sguardo prende un singulto stizzito e, come percossa da un fulmine, il corpo comincia a vibrare leggermente, trema di terrore o semplicemente di desiderio atavico. <Non sei la prima che mi parla di questa maledizione. Io ho...> SI blocca cercando di abbassare il volto, così come i grandi occhi, tinti di quella nera macchia tumorale che rappresenta il potere oculare, verso il basso come a voler distogliere lo sguardo dalla propria interlocutrice. <Io ho desiderato avere il potere del mio clan, da quando a lezione mi hanno parlato del loro potere, di quanto fossero forti e di come possano far percepire il chakra...> Stringe forte le palpebre quasi a volersi far del male, rabbiosa adesso verso sé stessa, come se avesse peccato nell'esprimere quel desiderio. <Che prezzo ho pagato? Avrei preferito non averli!> Stringe le mani, le serra con forza, mentre la propria rabbia verso sé stessa cresce, sembra per lei un modo per emendarsi da quel tragico peccato che le scorre nelle vene e nel sangue dannato. Torna a guardarla sentendo provenire da lei una sorta di rabbia intensa, forse un risentimento verso i membro del proprio clan. Un sentimento che lei non può capire, naturalmente, non può proprio riuscire ad intenderlo, ma sicuramente sente lo stesso risentimento verso una singola persona. <Hai sofferto anche tu per colpa di un Uchiha?> Domanda con tono flebile, mentre il capo si inclina leggermente verso destra. Continua ad essere priva di alcuna espressione, pura e candida porcellana il suo viso, sembrerebbe una bambola se non fosse per quello sfarfallio di ciglia argentate che si mostra all'interlocutrice. <Non sei nemmeno l'unica ad avermelo proposto...> Nuovamente si stringe nelle spalle. <Un orribile essere mi ha fatto questo regalo proprio dandomi il consiglio di rivolgermi...> UN nuovo singhiozzo prende a salire dalla propria gola, uscendo dalle labbra come un blocco dell'anima. <Rivolgermi al Clan.> Quindi cerca di distogliere anche lei lo sguardo, volgendolo verso il terreno, basso e afflitto, come se ogni instante che passasse da viva le risultasse difficile, come ogni movenza che compisse fosse un macigno da trasportare. Non manca di sentire le sue parole, un leggero rimprovero sulle sue stesse convinzioni e sul modo di giudicarla. Solo al termine di quel discorso le spalle si alzano con semplicità. <Io mi sono sempre fidata delle persone...> Cerca di tornare con lo sguardo su di lei. <Semplicemente anche a lezione ho sempre affrontato l'istruzione con passione, il mio sorriso era un modo per esprimere la mia felicità di trovarmi in quel momento in quel posto. Era un modo per portare felicità agli altri ed esprimere la mia...> Chiude le palpebre, cercando comunque di far affluire il chakra nei propri occhi, così da mantenere l'arte oculare ancora attiva e non lasciarla sbiadire. <Non amo molto la severità, preferisco un sorriso, perciò ti ho giudicata in quel modo Kouki-Chan. D'altronde, per quanto prendessi in quel modo le cose, sono comunque riuscita a passare l'esame senza troppi problemi. Però ti ho malgiudicata sicuramente e di questo me ne scuso.> Fa un leggero inchino con il busto in avanti, segno di volersi sentitamente scusare. Lo vede anche un modo per occultare i pensieri da quello che l'è accaduto e cambiare, seppur per poco, l'argomento in questione. Però il dolore è forte, non riesce proprio a non pensarci, quindi anche ripensare all'esame e all'essere diventata una Genin, riapre la ferita come l'acido sul corpo, proprio facendole ricordare quel macabro regalo. Ciò la turba e le fa nuovamente salire le lacrime agli occhi, mentre cerca di abbassarli leggermente e pulirsi con la manica del kimono. Tuttavia, sgranando gli occhi in modo completamente sorpreso, non pensando minimamente che lei avesse mai potuto compiere un gesto simile e così altruistico, si irrigidisce grandemente, come una statua di marmo, vedendola alzare le braccia e posare le mani sul suo volto. Si acciglia, non crede davvero ai propri occhi, contando che un gesto così semplice e rincuorante sia giunto dall'ultima persona da cui se lo aspettasse. Sconcerto e gratitudine si mischiano come sentimenti e trapelano sul candore pallido della ragazzina che, adesso, immerge le grandi iridi in quelle di lei, ne percepisce il vociare e permane attenta ad ogni sua parola. Quelle illazioni la fanno davvero tremare, la scuotono dal profondo, non riesce proprio a togliersele di dosso. <Ma io voglio sorridere...> Gli occhi si riempiono di lacrime, mentre molti singhiozzi la stonano, le impediscono la parola. Cerca di posare lo strumento riponendolo alla propria destra, proprio sul verde prato. <Non ci riesco e questo mi fa più male. Un sorriso dovrebbe...> Tira nuovamente su con il naso, mentre le lacrime cominciano a rigarle le pallide guance. <Dovrebbe sostenere una persona nei momenti difficili.> E poi arriva il colpo di grazia, quel bacio sulla fronte che la fa fremere nuovamente, le devasta l'anima, non riesce più a trattenersi e, dato che ormai si trovano in quella situazione, cerca di alzare le braccia per avvolgere il corpo della maestra all'altezza dei fianchi, muovendosi in avanti e tentare di poggiare la dritta guancia sulla sua spalla destra. Gli occhi si serrano e cominciano a lacrimare in modo continuo e spontaneo. I singhiozzi proseguono in un tripudio cacofonico di rumori. <Mi manca...> Sussurra tra i pianti. <Mi hanno tolto mia madre.> Le rivela in quello stato confusionale. [Chahra On 28/30] [Sharingan attivo] [Equipaggiamento: Porta kuni e shuriken X2; Portaoggetti X1: Tonico recupero Chakra Speciale X1; Tonico recupero Chakra X10; Fumogeno X1; Fuda con tronchetto da sostituzione con carte bomba X5; Carte Bomba X5; Bombe luce X2].

14:14 Kouki:
 Che strana la Serpe, da sempre dilaniata da diversi modi di pensare e di agire, come se le diverse personalità create dalla sua mente fossero ancora vive oggi in lei… beh, una di sicuro. Ad ogni modo lei è la Regina delle mille sfaccettature, ormai ha imparato e chissà cosa davvero frulla in quella testolina. Severa, fredda, sadica, dura… predatrice come il serpente, ma anche capace di gesti incredibilmente generosi. È sempre stata così, agisce per come le va, per come se la sente, senza regole o senza dover dare spiegazioni. Ci sono dei giorni in cui infierirebbe sulla persona a pezzi e altri in cui cerca di ricomporla… gioca, ecco tutto. Eppure non giocherebbe così bene se non ci fossero alla base delle emozioni e dei sentimenti. La bambina che ha davanti… la incuriosisce e si, forse per la Serpe è tutta una palestra. Fin dove può spingere? Fin dove può mutare il proprio comportamento? Quante maschere può indossare? <La musica è un ottimo strumento di terapia… arteterapia si chiama. Ti tira fuori quello che hai dentro facendoti cullare e trascinare dalle sue note, ti aiuta ad esternare ciò che hai dentro… tirarlo fuori, renderlo reale per affrontarlo.> si umetta le labbra osservandola. <Ma queste cose le sai già, presumo.> essendo la ragazzina dedita a quell’arte, le sembra ovvio che simili nozioni per lei sono scontate. Solo parole quelle della Serpe dunque, che lascia scorrere il tempo, le parole e le azioni. Attraverso diversi stati d’animo e ritrovandosi in un circolo di odio pur tentando di rimanere lucida alla situazione. <Più è grande il potere, più il prezzo è alto.> solo questo le dice dopo quanto ha detto, dopo la sua confessione di aver mai desiderato questo in cambio di quel potere… La Yakushi invece le dice solo cose ovvie per lei. <Non solo per il tuo Clan, ma in generale, questa è la regola. Più potere porta a più sofferenza, l’ho visto coi miei occhi, e sono anche queste delle lezioni che cerco di far passare ai miei allievi. Il mondo è questo, è sofferenza, le persone sono queste… mai fidarsene ciecamente, ecco cosa succede. Io cerco solo di preparare gli allievi a questo, dove non basta un sorriso.> dolcemente le spiega cercando di mettere da parte quel rancore non tanto sopito che la vista di quegli occhi genera in lei. Anche quella domanda posta con tanta semplicità le fa venire da sorridere, guarda in faccia quei ricordi, tanti ricordi… se ha sofferto? <Si. Per rendere più forte la mia mente e la mia resistenza, oltre al resto hanno usato anche le illusioni. Quindi sia mentalmente che fisicamente mi hanno fatto soffrire molto. Ma per lo meno adesso sono più forte, se sono sopravvissuta a dolori sempre peggiori, allora posso continuare a rialzarmi.> le cicatrici che porta sul corpo parlano da sole, la sua pelle ne è completamente piena, solo il viso è intonso. <Un orribile essere, capisco… Nonostante tutto almeno ti ha dato un buon consiglio.> di certo l’unica cosa che può fare è confrontarsi con altri Uchiha, non può che essere un suggerimento per lei giusto. Sebbene il metodo potrebbe lasciare a desiderare… o no? Dopo tutto ora la ragazzina ha avuto un’esperienza personale che sicuramente le aprirà gli occhi. Ah, grave errore… fidarsi delle persone. In silenzio osserva ed ascolta la ragazzina, prende quelle parole e le fa sue. Non interrompe ma attende che abbia concluso e apprezza quelle scuse tanto che annuisce rispondendo al suo inchino con un cenno comprensivo del capo. <Vedi, Usagi…> non è abituata a usare soprannomi. <La tua personalità è senza dubbio particolare e vulcanica. Affrontare tutto con il sorriso e senza dubbio un buon modo per fronteggiare la vita… ma quello che volevo farti capire con la mia severità è che non sempre è sufficiente. Ora lo sai. Il tuo essere allegra, spensierata, felice, ti ha permesso di superare un esame accademico, ma la realtà è ben diversa fuori dalle mura sicure di una scuola, Usagi.> con calma, non ha fretta e non ha un tono prepotente. Non le sta facendo la predica ma solo le spiega in maniera tranquilla come una madre farebbe al figlio. <Hai sperimentato questa realtà, ed è stata crudele. Sorridere ed essere allegra non ti è stato di aiuto.> è la verità, la dura verità dei fatti, e lei non ha problemi a mettergliela davanti sebbene con dolcezza. <Quello che cerco di fare io… quello che mi piacerebbe riuscire a fare… è preparare gli allievi fin da subito a questa realtà, in modo tale che ritrovandosene davanti il colpo sia meno brutale del previsto. Ed essi possano avere più possibilità di rialzarsi dopo.> la guarda negli occhi sperando che ora la ragazzina possa comprendere le intenzioni di quella sensei troppo severa per lei. <Ecco perché sono severa e dura durante le lezioni, perché voglio ridurre conseguenze come queste. Non vuol dire stravolgere il tuo modo di essere, ma solo fortificare.> sospira e chiude gli occhi per un attimo molto lungo cercando di comprendere se abbia detto tutto e soprattutto che lo abbia detto bene e chiaro. E’ un argomento che poi verrebbe lasciato per permettere alla Yakushi di avvicinarsi, prendere il viso della ragazzina e avvolgere le sue spire intorno a lei. Ora le spire sono delicate, sono protettive, la ingloba e la osserva… sperando che ella non faccia nulla con i suoi occhi pregni di potere. Potrebbe strapparglieli facilmente ora, Mirako lo farebbe. Le accarezza il viso, le parla e ascolta. <E’ normale ora non riuscire a sorridere. Non aver timore di questi sentimenti, accoglili, comprendili ed elaborali. Non importa se ora non puoi sorridere, ti serve tempo per quello e col tuo tempo riuscirai a farlo riemergere.> quel bacio, dolce e velenoso. <Datti tempo, permettiti di riprenderti, non sforzare qualcosa che ora non riesce… perché tu sei sempre tu e tornerai ad esserlo. Ma ora è presto, ora è troppo presto.> e poi… succede qualcosa che non aveva previsto. La Serpe Grigia ha offerto una mano e la ragazzina si è presa tutto il corpo, con un abbraccio. Non intendeva arrivare a tanto, così oltre, ma è accaduto che quelle piccole braccia circondino la sua vita. Strano, lei che è tanto minuta quanto la ragazzina… ma è la prima volta che qualcuno si affida a lei in quel modo. L’Uchiha si sente al sicuro tra le spire della Serpe, così tanto da stringersi a lei. E ora? Cosa dovrebbe fare? Non sa reagire a una cosa simile. Non sa cosa significhi perdere un genitore in senso reale. E’ stata abbandonata, quello si, ma non è lo stesso che perderlo. <Non posso comprendere quello che stai passando.> verità, ecco cosa. Lei ha una situazione familiare decisamente strana e complicata. <Ma ho una persona che chiamo mamma e posso solo immaginare come mi sentirei se la perdessi.> rabbia, dolore, vendetta, crisi… oh sarebbe la ribalta di Mirako, sarebbe un disastro per la sua mente già instabile. Cosa si dice in questi casi? <Mi dispiace, ma so che le parole al momento sono superflue.> un sussurro, e poi eccola la Serpe che ricambia l’abbraccio… lentamente le braccia si chiudono attorno a quel corpicino e le spire si avvolgono per proteggere e consolare. Non servono le parole, questo è ciò che serve per esprimere vicinanza. La mano destra della Yakushi si porta dietro alla nuca della bambina e lentamente l’accarezzerebbe, mentre la sinistra invece le accarezzerebbe la schiena, cullandola in silenzio e lasciandola sfogare. Sfrega delicatamente quella mano tra le scapole della ragazzina e poi lungo la colonna vertebrale, gesto che vorrebbe donare sollievo, lo stesso eseguito dalla gemella le cui dita si perdono tra i capelli albini dell’Uchiha, in una carezza continua. E il cuore della Yakushi? Esplode in una miriade di sensazioni che non aveva mai provato prima, batte e corre all’impazzata, le fa male il petto, confusa e incredula per ciò che sta facendo lei stessa. Eppure… sorride dolcemente e ammorbidisce lo sguardo, quanta dolcezza inaspettata. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai con veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici curativi e 5 tonici curativi speciali – 5 tonici recupero chakra e 5 tonici recupero chakra speciale – 6 veleni composto speciale – 6 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale (1 di 3) – un sigillo potenziante Ninjutsu speciale (1 di 3)]

15:21 Usagi:
 La piccola non sa e non può sapere cosa celi nello scrigno del petto della sua vecchia insegnante, soprattutto non può comprendere lo stato di sanità mentale, l'entropia, che alberga nella sua psiche. Vede soltanto un'istruttrice che, al momento, cerca di darle conforto in modo molto particolare. Sembra proprio che tutti i ninja di quel posto siano affetti da una grave malattia letargica che chiude i loro cuori in una cassaforte invalicabile. Allo stesso tempo ci sono davvero poche cose che possono distrarre la piccola Usagi dal suo tormento e le parole non sono altro che vacui vessilli di verità fatte e assodate, penetrano nella sua mente, certamente, ma non sortiscono l'effetto che lei stessa vuole e quasi pretende. Vorrebbe sollievo, vorrebbe qualcosa che la faccia rinsavire da quello stato di pigrizia del cuore, dato che di qualunque animale, quanto primievo a rime soglie del suo tormento giunge, il vigore infuocato arriva alla vita e distrugge le loro certezze, le loro esistenze, facendo ricondurre l'animo straziato alla mortale salma priva di forza. Si sente una leonessa a cui hanno tagliato gli artigli, in balia del suo stesso compianto. Lascia che il trasporto per quell'incontro sia totale, anche perché l'altra le sta donando qualche parola, qualche attenzione di cui lei ha necessariamente bisogno, non può fare a meno di desiderare qualcuno con cui passare un po' di tempo e che possa farla rinsavire. Ne ascolta le constatazioni sulla musica, cosa che le strappa un sospiro, mentre inclina il capo verso le proprie parti manche. <Si in effetti...> Fa un leggerissimo cenno con il capo. <Adesso è solo il contesto ad essere diverso, sono sempre solita imprimere le mie emozioni nella musica...> Fa spallucce con fare disinvolto. <Però mi aiuta tanto a sentirmi più libera e scuotermi dal mio stato.> Il problema sostanziale è che tutto finisce nel momento in cui si chiude la composizione e ricomincia il tormento, per quanto più attutito dallo sfogo dell'anima tramite il suono. Il masso della sofferenza cade nuovamente sulla propria anima e sempre che la serpe sia giunta al momento giusto per sostenerla. <C'è davvero un prezzo più alto di questo?> Le domanda con tono flebile e rassegnato, appare davvero devastata mentre pronuncia quelle parole e si lascia sfuggire altre lacrime che cadono lungo le guance, sino a scorrere verso il collo e sparire a contatto con il colletto dell'elegante kimono. <E' molto triste. Che cosa orribile.> Un'espressione quasi disgustata si palesa prepotente sul proprio viso bagnato, come se ripugnasse quel concetto. <Il mondo dovrebbe davvero essere un posto migliore, perciò volevo cambiarlo, perciò volevo diventare la Idol dell'amore e della giustizia!> Serra i pugni con rabbia e forza, per quanto ne abbia davvero molto poca, chiaramente è intrisa di un sentimento altalenante tra l'ira e il dolore con fugaci attimi di pacatezza nello sfogo. <Perché deve essere così?> Una domanda fondamentale, una cosa che la tormenta e che non può fare a meno di sviscerarle la mente, la confonde in modo estremamente sconcertante. <Io vorrei davvero cambiarlo, vorrei davvero che le persone si fidassero di me, di avermi come sostegno. Perciò volevo diventare una suonatrice famosa...> Abbassa nuovamente lo sguardo al suolo, mirando le proprie cosce sulle quali posa lo strumento tradizionale che ha suonato sino a poco prima. <Il sorriso può aiutare. Può sostenere le persone anche nei momenti più cupi. E solo che non riesco a sorridere...> Scuote freneticamente il capo con forza. <Non ci riesco, non ci riesco, non ci riesco.> Alza le mani per coprirsi il volto per qualche istante. Dopo qualche istante cerca di calmarsi per continuare a sentire le spiegazioni di lei e cercare di comprenderla. <Non mi rincuora questo Kouki-Chan...> Scuote il capo. <Non mi rincuora per nulla. Anzi mi rende solo più triste pensare che il clan, le persone che dovrebbero proteggerti, coloro che dovrebbero essere con te nel momento del bisogno, abbiano fatto una cosa simile.> Stringe gli occhi con forza. <Non posso proprio capirlo e comprenderlo. Soprattutto se ti dicessero che sia un regalo per la tua promozione!> Sembra completamente distrutta da quell'idea, da quella situazione da tutto ciò che è stato creato e che le hanno fatto, la sua mente è completamente devastata dai sensi di colpa e dalla rabbia per non essere riuscita ad aiutare la madre nel momento del bisogno. In quel momento, comunque, sembra ridestarsi da un sonno profondo, proprio quando sente quel nome, quel solo nome pronunciato a voce alta. <Starò anche male, ma sentire il mio nome senza l'onorifico mi fa solo più rabbia. Per favore...> La implora quasi, gli occhi esprimono tutto il proprio tormento, come se volesse davvero pregarla in ginocchio. <Chiamami Usagi-Chan, te ne prego.> Solo allora continua ad ascoltare attonita le parole che pronuncia, sino a che un sospiro nostalgico e rassegnato non esce dalle proprie labbra; l'ascolta mentre spiega il motivo del suo metodo d'insegnamento, ma non riesce a condividerlo. <Lo capisco...> UN flebile sussurro, mentre le iridi continuano a puntare verso il basso. <Io...> Le parole escono stentate. <Capisco le tue ragioni. Ma non per questo la pioggia smette di cadere!> Ovviamente impreca verso il vento, verso il mondo, con la voce atterrita e bassa e gli occhi che fissano il terreno. <Io le capisco queste verità. Sono così modiche, ragionevoli. Ne convengo senz'altro.> Scuote però il capo con forza. <Sono così vicine al vero, perché la realtà non si sposta di un centimetro da loro. Ma il punto...> Solo allora alza le grandi iridi dipinte dallo sharingan e dall'afflusso costante del chakra che mantiene sempre, come a volerlo scoprire, volerlo sempre usare di più e farlo proprio, come se in quel modo possa reprimere anche la propria sofferenza. <Il punto è che sono discorsi che non spostano la realtà di un centimetro.> Porta una mano a coprirsi il volto. <Amo di più le bugie, i ciarlatani, le favole per bambini, le promesse da marinaio...> Scuote il capo nuovamente, come presa da diversi raptus. <Amo coloro che non si conformano, coloro a cui queste verità non li toccano. Perché io non voglio vedere. Non l'ho scelta io questa realtà!> La rabbia trasuda da quel discorso, naturalmente non è mirata all'altra, ma solo a tutta la situazione che sta vivendo e che l'affligge più di ogni altra cosa al mondo. I respiri accelerano così come il battito del piccolo cuoricino che sembra andare in tachicardia, mentre lei cerca di ripristinare il normale afflusso di sangue con la calma. Intanto comunque lei cerca di rasserenarla e la cosa la compiace, la prende dolcemente e la sostiene. Sembra davvero una mammina amorevole e così la tratta quindi, cercando di alzare le braccia e avvolgerla; cerca sostegno in quella figura che le ha mostrato dolcezza e lì, su quella spalla, comincia a piangere a dirotto, si lascia andare pienamente al suo dolore, ma non per fare un torto a lei, non conoscendo il suo stato d'animo, ma proprio perché vuole sfogare il ritmo balordo del suo cuore malato che sta per spiccare il volo. <Si...> Singhiozza dando delle piccole parole, flebili e rotte, il pianto incessante continua anche quando sente quelle mani che l'avvolgono e l'accarezzano. Non si sarebbe davvero mai aspettata quel gesto, ma sicuramente, dato che la stretta sul corpo della corvina si farebbe più salda, sembra che lo stia apprezzando grandemente e che si sente davvero di potersi lasciare andare in quel momento così intimo e tormentato. <Si è qualcosa....> E i singhiozzi gli fiaccano le parole, non riesce a esprimersi alla perfezione. <Di superfluo. Mi mancaaaaaaa...> Altalena quel gridolino in preda alla pura emozione che sta provando e che non la lascia andare per alcun motivo. <Voglio la mia mamma...> Continua a piangere, per quanto si senta al sicuro e sostenuta da quella ragazza così inaspettata. [Chahra On 27/30] [Sharingan attivo] [Equipaggiamento: Porta kuni e shuriken X2; Portaoggetti X1: Tonico recupero Chakra Speciale X1; Tonico recupero Chakra X10; Fumogeno X1; Fuda con tronchetto da sostituzione con carte bomba X5; Carte Bomba X5; Bombe luce X2].

15:53 Kouki:
 Comprendere quella bambina e i suoi sentimenti non è niente di facile e ovvio. Eppure la Serpe tenta imperterrita di trovare una strada attraverso di lei e la sua anima, vagare nella sua mente alla ricerca di risposte che le permettano di non avere più alcun segreto. Curiosa e assetata di conoscenza, non permette che nulla le sia sconosciuto. <Allora è una buona cosa.> se suonare la fa sentire meglio allora che lo faccia più volte, tutte le volte che vuole. Che suoni, che si esprima, che si liberi in cielo a cavallo delle sue note. Che serva poi a stare meglio e che non sia solamente una panacea. Sta cercando di trovare le parole, e il modo per approcciarsi a quella ragazzina, per vedere se è in grado di alleviare quel dolore almeno un poco. <Suona, se ti fa stare meglio, fa quello che al momento ti senti di fare senza forzarti la mano.> ci vuole tranquillità, tempo, e i pezzi si rimetteranno insieme… le cicatrici ci saranno sempre e a volte faranno male, ma prima o poi tutto si ricompone. Oh lei, Serpe, che osserva quella ragazzina porle una domanda tanto… tanto ovvio per la Yakushi, ma sa che non deve rispondere come le verrebbe da fare. Bisogna ponderare le parole. <Si, purtroppo si. Potrebbero esserci prezzi più alti di… questo.> che ancora non sa cosa sia, ma lei si immagina sempre il peggio. E lei è viva, non ha ferite, non è stata torturata… poteva andare peggio. <Ma con questo non vuol dire che sminuisco il tuo prezzo e il tuo dolore. Per te ha un valore ed è immenso. Ognuno lotta contro le proprie battaglie e nessuno può giudicarle.> ecco le parole che cercano di ammorbidire la sua visione, cerca di non far valere la sua esperienza e la sua storia, non vuole sminuire ma vuole darle importanza, la giusta importanza. Ascolta come lei vorrebbe cambiare il mondo, come questa realtà non le piaccia e lo sente… sente quel desiderio e quella determinazione. <Oh, cara… per quanto orribile è la realtà di alcuni clan. Io stessa sono stata pugnalata dal mio stesso clan. Sono stata torturata e ho sofferto da quando sono nata proprio per mano di persone del mio clan. A volte si trova protezione da chi non te lo aspetteresti mai.> e non dalla tua famiglia. Lei una Uchiha atipica, una persona che vuole aiutare il prossimo, essere di aiuto… ah la Serpe che ha sempre pensato che tutti gli Uchiha fossero orribili, persone che si divertono a distorcere la realtà intrappolando la mente altrui in un gioco perverso. <Sai cosa ho deciso infine? Che cambierò il mio Clan, salirò in alto, ne prenderò il controllo e farò un po’ d’ordine. Voglio cambiare la realtà che mi circonda, non attraverso delle illusioni ma con fatti concreti.> un po’… forse un po’ si somigliano loro due. <Tu vuoi fare la stessa cosa, tu non ti sei spezzata sotto al tuo dolore.> la guarda negli occhi, proprio in quegli occhi, e le sorride. <Sei già molto più forte di me.> lei sotto al dolore si era spezzata, aveva subito talmente tanto e in maniera orribile che la sua mente si è spezzata e divisa, non ha saputo reggere, non ha saputo come altro fare se non affogare. <Per questo sono convinta che quanto ritornerà… il tuo sorriso sarà ancora più forte e potente. Non parlare al passato, tu sei ancora quella che sei. Sei solo sopraffatta dal dolore e quindi non riesci a vedere altro, ma sei ancora tu. E in un certo senso questa tua forza porta speranza, porta un cambiamento, non credi?> la osserva, la ascolta. <Usagi-chan.> ecco fatto, ora si è messa anche a dare titoli e nomignoli affettuosi, Mirako può vomitare in un angolo e morire di diabete forse è un buon modo per sconfiggerla. Cercherebbe di asciugarle le lacrime coi suoi pollici, mentre le tiene il viso, accarezzandole le guance. <Comprendo il tuo desiderio di non volere questa realtà. Comprendo che tu preferisca altro, l’importante è essere comunque consapevoli che questa realtà invece esiste… così da non farti cogliere impreparata.> accetta quello sfogo e quelle parole, ed è il momento che entrambe si chiudono in un abbraccio che si fa sempre più stretto. La Yakushi intrisa di emozioni contrastanti, incapace di capire cosa sta succedendo dentro di lei mentre continua a coccolare quella ragazzina, la lascia sfogare, l’accarezza, lascia che tutto venga tirato fuori. Ma non sa come reagire a quel pianto e a quelle parole… come ci si comporta davanti a una bambina che ha perso la madre? La stringerebbe più forte a sé e appoggerebbe la sua testa contro quella dell’albina, come se la volesse inglobare ancora di più, farla entrare in se stessa, soffocare quelle lacrime, quel pianto, le parole, le emozioni. <Sono qui. Sono qui…> le sussurra solo alle orecchie continuando a cullarla. <Sono qui… io ti vedo.> l’accoglie, la comprende, la vede e così le da’ importanza. E’ lì con lei, vicina e disponibile. <Starò qui fin quando te la sentirai.> fino a quando non si sarà completamente sfogata, e poi azzarda qualcosa, un di più del quale non è sicura, che non ha mai fatto. <E se vorrai… solo se te la senti… poi potremmo andare a bere qualcosa di caldo o a mangiare qualcosa.> cambiare aria, cercare di smuoverla, farle fare qualcosa di diverso ma senza opprimerla. Ecco fino a che punto la Yakushi è in grado di cambiare, fino a che punto il suo essere riesce a spingersi… ci riesce, può farlo. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai con veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici curativi e 5 tonici curativi speciali – 5 tonici recupero chakra e 5 tonici recupero chakra speciale – 6 veleni composto speciale – 6 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale (1 di 3) – un sigillo potenziante Ninjutsu speciale (1 di 3)]

16:32 Usagi:
 La musica per lei è l'espressione più alta dell'anima, il modo in cui può spiccare un volo come un forte aquilone ed aleggiare nell'aria seguendo le correnti gravitazionali e il vento per muoversi inesorabile. Le nota rappresentano il picco più alto da raggiungere e, come un sapiente pittore le dipinge nello spazio grazie all'espansione del suono, più alto men alto, un ascolto che può scuotere le fondamenta stesse del mondo e di una persona. Sospirando infatti elargisce un leggero assenso con il capo, così da farle intuire quanto sia trasportata dalla musica. <La cosa migliore che mi sia rimasta.> Fa spallucce, come se davvero non potesse fare a meno di esprimere le sue emozioni tramite il suono e le proprie composizioni. Ma gli occhi restano vacui, senza espressività e quando ne dimostrano un po' non è altro che rabbia, dolore, sospiri, lacrime e morte. <Se non temessi che la morte avara, per il mio morir, si facesse più amara...> Vuole scacciare quel pensiero naturalmente, ma in quelle situazioni non può fare a meno di pensarlo, non può certamente evitare quell'idea che le balena costante alla mente come una goccia persistente. Nel dolore anche la morte sembra giustamente la cosa più dolce. <Se non avessi la musica l'avrei già fatta finita.> Sospira carica di verità, in quello stato d'animo non può proprio fare a meno di dirlo e di assodare la cosa più triste che le passa per la mente. Ovviamente non è a conoscenza dei moti dell'animo dell'altra, crede solo che la voglia aiutare, forse perché è stata una sua alunna e veramente l'ha presa in simpatia. Proprio per quel motivo si lascia trasportare dalla ragazza che le si trova davanti, senza pensare che possano esserci secondi fini, si sta dimostrando anche molto dolce con lei, decide quindi di fidarsi e ricambiare. Infatti ascolta anche la spiegazione che le elargisce sul dolore e sui prezzi da pagare per il potere e per diventare più forte. <Non me la prendo...> Scuote il capo. <Nemmeno io voglio mettere in dubbio questo stesso dolore provato dalle altre persone. Posso solo sperare di non doverlo riprovare nuovamente, sarebbe davvero deplorevole.> Rabbrividisce al solo pensiero di dover riprovare nuovamente una cosa del genere, perché fa realmente male, sta molto male la piccola e ciò è reale, lo mostra in tutta la sua natura e, tramite il suo volto, esprime il cordoglio che alberga nell'anima. Poi continua ad ascoltarla, continua a sentire i suoi insegnamenti che forse può seguire, o forse le stanno scivolando addosso come acqua calda, ma sicuramente li prende in considerazione come consigli, accettandoli di buon grado e lasciandosi trasportare da quel flusso di parole. <Come io da te per esempio...> Getta quel commento quando l'altra le rende edotta che ha ricevuto un aiuto da persone inaspettate. <Quindi posso essere molto d'accordo. Ma io non voglio cambiare soltanto il mio clan, io vorrei cambiare il mondo, renderlo un posto migliore e i miei ideali non cesseranno mai!> Dice rabbiosa, quasi più risoluta di prima, ma carica di una passione sempre nuova e crescente, sempre migliore di prima, come se fosse posseduta da una forza che l'accudisce e la sostenta. <Io non conosco Genjutsu...> Scuote il capo, capendo subito a cosa si riferisce. <Sono molto più brava con i Ninjutsu.> Dicendo puramente la verità. <Forse con questi occhi imparerò qualcosa di diverso, ma io sono sicura che voglio, al tuo pari, cambiare il mondo concretamente. E non mi ritengo più forte di te, mi ritengo egualmente sfortunata.> Sospira sconsolata, naturalmente lei cerca di fare tutto per sostenerla e, a quanto pare, ci sta riuscendo lentamente, anche perché sta prendendo a parlare con più scioltezza; lo sguardo tuttavia permane comunque triste, senza riuscire a modificarlo. <Mi spiace per la tua sofferenza Kouki-Chan, posso solo immaginare cosa tu abbia dovuto provare e se il tuo dolore è stato simile a quello che sto provando in questo momento, allora mi spiace davvero molto.> La guarda tristemente, compassionevole quasi, volendole far capire la propria comprensione e il proprio starle vicino nella condivisione. <Però posso augurarti buona fortuna per i tuoi progetti, credo che sarai una bravissima capoclan.> Un complimento sentito, per quanto non sappia cosa voglia dire essere alla guida di un clan e cosa si faccia a quel posto, ma sono dettagli che sorvola languidamente, spostando il discorso su un cenno d'assenso più enfatizzato al dolce suono dell'onorifico che lei mette davanti al proprio nome, tanto che i campanellini riprendono quella minima danza e il loro suono melodioso [Drin - Drin]. <Grazie.> Le sussurra, mentre sente quelle carezze sulle proprie guance, mentre percepisce il calore delle sue mani che le asciugano le lacrime. <Eppure...> Le parole proseguono, rotte dalle lacrime. <Eppure credevo che avessi potuto affrontare ogni cosa una volta diventata Genin, sono stata solo una stupida...> E singhiozza nuovamente, mentre cerca di stringersi forte tra quelle braccia accoglienti di lei, lasciandosi cullare da quel calore che le dona e piangendo, sfogandosi completamente, senza trattenersi, senza remore. Lascia che ogni lacrima scenda pare che possa urlare il suo dolore, il suo tormento. Le parole di lei le sono di conforto, la fanno calmare lentamente. Dopo molti istanti il pianto cessa, dopo lunghi attimi. <Grazie per quello che hai...> La voce diviene roca per il pianto, per quanto permanga acuta e mantenga la sua essenza. <Quello che hai fatto per me. Te ne sono grata...> Non riesce bene ad impostare le parole. <Io accetto volentieri il tuo invito, ma...> La stringe ancora più forte, senza però farle male, solo con molta dolcezza. <Ma voglio stare un'altro po' così. Ho bisogno di quest'abbraccio.> Infatti ne sente proprio la necessità, lasciandosi cullare dalle braccia di lei, lasciando che il suo animo venga accolto da quello della vecchia insegnante, senza badare molto a ciò che possa succedere, senza pensieri, volendo svuotare la mente da ogni cosa negativa. [Chahra On 26/30] [Sharingan attivo] [Equipaggiamento: Porta kuni e shuriken X2; Portaoggetti X1: Tonico recupero Chakra Speciale X1; Tonico recupero Chakra X10; Fumogeno X1; Fuda con tronchetto da sostituzione con carte bomba X5; Carte Bomba X5; Bombe luce X2].

16:57 Kouki:
 Dunque le è rimasta solo la musica? Non può saperlo questo la Yakushi, non sa se ella ha un padre, fratelli, sorelli o amici, non sa cosa le sia rimasto. Si ritrova nuovamente davanti a qualcosa che non comprende del tutto appieno, dato che lei non ha mai desiderato la proprio morte e in quei casi emergeva sempre Mirako a fare la parte di quella forte. Mirako non le avrebbe mai permesso il suicidio, sarebbe emersa pronta a fermarla. <Mi dispiace che ti abbia questi pensieri, sei così giovane… ma in un certo senso riesco a comprendere che non c’è età per tale oscurità.> forse anche lei senza Mirako si sarebbe tolta la vita, un modo per scappare dalle sofferenze di una prigionia. <Non posso che offrirti il mio aiuto e la mia vicinanza.> ah si? Ormai le parole escono da quelle labbra pallide senza poter più fermarsi a ponderarle. Non vuole prendersi una tale responsabilità, eppure lo ha appena fatto… non le crea ansia ma solo non capisce come sia stato possibile. È cambiata tanto in questi anni, e da quando ha conosciuto Norita e Chiha si è addolcita ulteriormente. <Mi insegneresti a suonare?> quella è un’ottima domanda, e un’ottima proposta… lo fa più che altro per lei dato che la musica è molto importante per l’Uchiha, ma allo stesso tempo potrebbe essere un modo per arricchirsi ella stessa. Più completa. Rimane in ascolto, non può fare altro… e non interrompe ma la lascia parlare lasciando al vento alcune parole, lasciando che si posino ascoltate ma non alimentate. <Vuoi cambiare il mondo, nh?> ambizioso come progetto. <Ma si parte comunque dalle piccole cose. Si inizia da se stessi, poi da quello che circonda e via via allargandosi come una macchia d’olio.> ognuno dunque fa il suo piccolo e pian piano l’intero mondo cambia. Ah, ma la Yakushi non è così, ma evita di farlo presente alla ragazzina che in questo momento ha bisogno di altro, di supporto. <Oh, no. Sei molto più forte. Credimi.> Mirako non sarebbe d’accordo, ma non le importa. <Io mi auguro invece che tu non raggiunga mai il mio stesso livello di sfortuna.> se così vogliamo chiamarlo… no, davvero, spero che quella ragazzina non subisca mai tutto quello che ha subito lei. Oppure si? Iniziano ad affiorare pensieri diversi dai suoi, ma non ci fa caso ci è abituata. Non dice nulla a riguardo dell’augurio mosso da lei, sa perfettamente che sarebbe migliore e quindi lascia solo al suo ego queste affermazioni. <Mh.> null’altro, ascolta e analizza, la stringe tra le braccia e lascia che lei si senta protetta quanto vuole fra le sue spire. Le carezze non cessano e lei non si muove di un millimetro, ma anzi, cerca addirittura di calmare il proprio battito cardiaco per infondere maggior tranquillità. <E’ quello che tutti si augurano: affrontare le cose per volta. Ma questo è il mondo.> ma lei lo cambierà, e dalla determinazione che ci ha messo dove sembrava percorsa da una forza tutta nuova e possente, ha idea che ce la metterà tutta e chissà… forse ci riuscirà. <Mantieni i tuoi ideali.> non farsi cambiare dal dolore, non come è successo a lei, ma comunque può sentirsi soddisfatta di essere arrivata fino a qui comunque, in ogni caso. Non si sente di rispondere a quei ringraziamenti ultimi che le vengono rivolti, rimane solo stretta intorno a quel corpo lasciandole tutto il tempo che desidera per calmarsi. <Accetterò i tuoi grazie quando riuscirai a sorridere di nuovo, allora si che potrò essere davvero ringraziata per essere riuscita a fare qualcosa per te.> per il momento non sente di aver fatto chissà cose e senza problemi glie lo dice con calma e gentilezza, stringendola ancora tra le braccia. Che strana sensazione. <Non preoccuparti, staremo qui fin quando vorrai. Quando sarai pronta andremo a mangiare qualcosa.> anche perché non le sembra quasi possibile liberarsi da quella morsa e continua a cullarla compiendo respiri lenti e profondi…scandendo il tempo, un ritmo, che possa rilassare anche la ragazzina. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai con veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici curativi e 5 tonici curativi speciali – 5 tonici recupero chakra e 5 tonici recupero chakra speciale – 6 veleni composto speciale – 6 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale (1 di 3) – un sigillo potenziante Ninjutsu speciale (1 di 3)]

17:37 Usagi:
 Sembra proprio che lentamente la piccola stia riacquistando un po' di quel vigore che ha perso, a poche gocce alla volta, per quanto non commenti le prime parole di lei, solo quando l'altra offre la sua vicinanza un leggero cenno d'assenso con il capo le viene diretto. <Ti ringrazio per questo, accetto volentieri il tuo supporto Kouki-Chan.> Si stringe nelle spalle così da lasciar intendere che le faccia molto piacere. Tuttavia è quella strana richiesta, più di ogni altra cosa, a farle sgranare gli occhi e sfarfallare le palpebre con sguardo davvero dubbioso. <Vuoi davvero imparare a suonare?> Domanda con tono che vuole rassicurazione, che vuole semplicemente una risposta, anche certezza. <Per me va bene...> Fa un leggero cenno d'assenso, così da farle capire che non ci siano problemi e, anzi, sembra leggermente più invigorita per quel nuovo impiego. <Oltre lo shamisen so suonare il piano, il koto e il Fue...> Chiude gli occhi per un attimo. Sottolineando il fatto che siano tutti strumenti tradizionali. <So anche cantare volendo. Dimmi soltanto quale vorresti imparare e sarò felice di insegnartelo>. Lascia comunque che quelle parole vengano percepite in modo chiaro e distinto alle proprie orecchie, così che un sospiro possa uscire placido dalle proprie labbra. <Quando riuscirò a sorridere di nuovo, adesso fa troppo male. Fa male qui...> E si tocca con la mandritta il cuore. <E fa male qui.> Con quell'opposta si copre il ventre, così da mostrare i luoghi che più le dolgono, oltre a tutta la disperazione che prova in quel momento. Quindi l'abbraccia, la stringe forte a sé. <Allora resterò sempre quella che sono e non cambierò mai. Devo solo riprendermi, ma ci riuscirò senz'altro!> Dichiara con tono convinto, mentre quello sfogo continua, rotto dai singhiozzi e dal pianto aulico che fende la nebbia. <Sarò colei che cambierà il mondo. Ne sono sicura.> Risoluta e con una forza maggiore, non riesce a non piangere, ma è decisa a perseguire i propri sogni e nessuno può fermarla. Solo quando ormai ha finito le lacrime, quando si è calmata, che cerca di fare un cenno. <Possiamo andare adesso, quando potrò ringraziarti ti regalerò un peluche dalla mia collezione. Ti ringrazierò in quel modo!> Cercnado adesso di sciogliere l'intreccio delle braccia e guardarla negli occhi [Chahra On 24/30] [Sharingan attivo] [Equipaggiamento: Porta kuni e shuriken X2; Portaoggetti X1: Tonico recupero Chakra Speciale X1; Tonico recupero Chakra X10; Fumogeno X1; Fuda con tronchetto da sostituzione con carte bomba X5; Carte Bomba X5; Bombe luce X2].

18:05 Kouki:
 A quanto pare sta riuscendo a fare qualcosa, non lo avrebbe mai detto ed è molto incredula verso se stessa. Dunque è capace anche di essere più morbida e comprensiva, in grado di donare sollievo e supporto. Bene, è sempre un qualcosa in più che riesce a fare, un modo di essere e di fare che si è affinato nel tempo. Sorride appena alla ragazzina, mostrandosi addolcita nello sguardo. <Si, perché no? E’ una competenza che mi manca fra quelle che ho, quindi mi farebbe piacere.> ammette in maniera placida e sincera, del resto non dice menzogne… non in questo momento. Ascolta e pondera. Conosce quei strumenti musicali e pensa che fra tutti dovrebbe partire da qualcosa di meno elaborato, più pratico. <Il Fue credo che vada benissimo.> potrebbe essere più affine a lei, dunque solleva lo sguardo al cielo, alle fronde degli alberi… che giornata. Così strana e imprevista per lei. Torna a guardare la ragazzina sentendo le sue successive parole e lei annuisce lentamente. <Senza fretta, quando sentirai di poterlo fare lo farai.> sorridere intende. Ha bisogno del suo tempo per curare le ferite, farle cicatrizzare e poi allora potrà pensare di riprendere il sorriso e la sua forma fisica e psichica. <Sono sicura che riuscirai a fronteggiare questo dolore.> anche lei, se riuscisse andrebbe a toccarle delicatamente con i polpastrelli delle dita il petto ad altezza cuore e il ventre. <Passerà. Non dico che sparirà del tutto, è impossibile, ma riuscirai a conviverci.> inutile dirsi menzogne, lei non è una di quelle che dice bugie a fin di bene, anzi… se deve mentire lo fa per i suoi personalissimi scopi. La ragazzina ha già ripreso una minima parte della sua forza di volontà del resto, alimentando il suo desiderio di cambiare il mondo e la sua sicurezza nel farcela a rialzarsi. Ancora una volta la Yakushi annuisce. <Esatto, ce la farai. E se avrai bisogno io sarò comunque pronta ad aiutarti.> beh si, perché no? Perché non tentare di avvicinarsi a quegli occhi rossi? Come quella volta in accademia, anche ora quella ragazzina le sta dimostrando forza d’anima in maniera così sicura che persino la Serpe potrebbe essere certa che ce la farà. Ad ogni modo la culla fin quando ne avrà bisogno, scostandosi da lei solo nel momento esatto in cui ascolta le sue ultime parole. È tutto finito, ora si può passare alla fase successiva. <Bene, andiamo.> si distacca da lei e le sembra quasi di avvertire due nette sensazioni diverse: sollievo e dispiacere. Non essendo abituata a quel genere di cose con quei determinati ruoli è un sollievo distaccarsi così da non dover costantemente pensare a cosa fare o no… ma allo stesso tempo è un dispiacere, le piaceva quel contatto forse. <Cosa ti va di mangiare?> lascia a lei la scelta mentre si rialza in piedi, riprende blocco e matita e poi attende che anche l’altra si rialzi. <E per i peluche non ti preoccupare, non è necessario.> vuole risparmiarsi la vergogna di tenere in mano un peluche… ne ha avuto uno quando era piccola, forse proprio sull’età della piccola Uchiha, ma non è andata bene. E’ bruciato quando ha deciso di dare alle fiamme la sua casa. <Andiamo, su.> dolcemente la invita a seguirla e si avvierebbe con lei verso la loro prossima meta. [END]

18:22 Usagi:
 Sembra proprio che, nonostante quel tormento e anche con quel dolore, la piccola riesce a far partorire delle esperienze propositive negli animi delle altre persone, forse rendendole migliori e la cosa, se lo sapesse, le farebbe davvero molto piacere. Tuttavia la sua sensei all'accademia non sembra voler rivelare quella parte di sé, nascosta a chiunque abbia a che fare con lei, quindi cerca solo di ascoltarla con estrema attenzione quando lei parla di quella sorta di volontà, qualcosa che possa accrescere le sue conoscenze e le sue capacità. <Va bene, allora fammi sapere quanto ti va di incontrarci di nuovo, così mi preparo gli spartiti e cominciamo con qualcosa di semplice...> Cioè le solite scale tonali e sincopate che si imparano all'inizio, nulla di così elaborato, ma qualche principio di musica potrebbe tranquillamente insegnargliela. <Allora il Fue sia.> Fa un leggero cenno di assenso con il capo. <Ha un suono davvero meraviglioso.> Fa un dolce sospiro, mentre gli occhi si socchiudono come a volersi perdere nel ricordo di qualcosa, ovviamente si tratta di quello strumento che, all'onor del vero, è un po' di tempo che non suona, forse è arrivato il momento di ricominciare a muoverlo, essendo lei molto brava. Cerca comunque di ascoltare le sue parole e il suo modo di sostenerla, cosa che apprezza tantissimo, soprattutto in quella situazione in cui riversa. <Si, senza dubbio Kouki-Chan, sicuramente riuscirò a tornare normale. Sarò di nuovo piena d'energia e riuscirò a superare al meglio ogni ostacolo.> Sembra davvero molto convinta e sicura di sé, soprattutto perché possiede nuovi obiettivi e cose a cui mirare, non può starsene in quello stato e annegare nell'oblio, cosa che sicuramente sta facendo in quel comprensibile momento. <No, infatti...> Scuote il capo. <Non è qualcosa che posso dimenticare, so bene che questo dolore non mi abbandonerà mai. Quando guardi l'abisso, allora l'abisso guarderà te per sempre.> Nuovamente cerca di rilassarsi, comincia a prendere nuovamente fiducia in se stessa e sciogliendosi da quell'abbraccio la guarda con attenzione, mentre recupera il proprio strumento poggiato al suolo e cerca di alzarsi lentamente dal manto erboso del parco. <Andiamo!> Fa un cenno di assenso, mentre socchiude gli occhi per inalare aria nei polmoni, un buon modo per cercare una calma interiore e far passare quel momento di barcollamento. <Diciamo mi farebbe piacere mangiare Ramen, mia madre lo preparava sempre.> Stringe le labbra e le tira all'indietro un po' amareggiata, almeno in quel modo avrebbe assaggiato qualcosa che sente suo e che possa lasciarle sicuramente il ricordo di un buon pasto. <Io invece credo proprio di si...> La guarda torva, non volendo desistere dal regalo che ha designato per regalo. <Io non accetto compromessi, soprattutto perché i miei peluche li dono solo alle persone che sono state buone con me.> Dice con tono netto, come se non volesse repliche a quella sua scelta, chiaramente sta cominciando a riacquistare vigore e sensazioni, tuttavia gli occhi sono ancora malinconici e lo sguardo perso nel vuoto mentre cammina. <Si andiamo.> Detto questo cerca di seguirla verso l'uscita del parco, così da poter raggiungere il locale designato [END].

Usagi si trova al parco a suonare per dare voce alla propria disperazione per la perdita della madre, Kouki le offre un conforto trovandosi per la prima volta a confrontarsi con una situazione simile. Insieme poi decidono per delle lezioni di musica e del buon ramen.