[Cure per Chiha] - Preziosa
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Giocata del 16/03/2020 dalle 14:48 alle 19:35 nella chat "Luogo Sconosciuto"
Indossa gli stessi indumenti comodi che ha trovato prima di uscire e raggiungere l’ospedale quando ha saputo quello che era successo. Non tutti i particolari, quelli glie li ha dati Norita quando è stata da lui per prestargli le cure. La Serpe Grigia non poteva certo perdere tempo ad allacciarsi i kimono, quindi ha addosso un paio di pinocchietti elasticizzati e attillati che le coprono completamente le gambe, di colore nero, e si perdono verso il basso infilandosi nei suoi soliti sandali ninja anch’essi neri. Al di sopra ha invece una maglia di colore blu con motivi azzurri fantasiosi stampati sopra, le maniche sono lunghe e larghe, come piacciono a lei. Non ha con sé il suo equipaggiamento ninja ma ha il chakra che già scorre in lei potente come un fiume. I lunghi capelli neri sono stati raccolti in un’alta coda mediante un elastico che intrappola ogni singola ciocca, a parte la frangia, per non lasciarle alcun tipo di impedimento davanti agli occhi. Quegli occhi come sempre magnetici e profondi, di quel colore dorato come l’ambra, incastonati in quel volto fanciullesco percorso dalla pelle pallida, quasi trasparente. Al di sopra del suo abbigliamento ha un camice bianco, pulito e ben tenuto, portato però sbottonato adesso, aperto sul davanti. E’ stata in pena, preoccupata, come mai non le era successo in vita sua, è come se stesse scoprendo lati sempre più nuovi di sé. Come mai? Norita, Chiha… chi sono per lei? La deve piantare di legarsi a persone che non sono nemmeno del suo villaggio. Sua madre Kaori, suo padre Azrael, i suoi fratelli… tutti persone di Konoha, a ricordarle quanto lei invece appartenga a un’altra realtà. A Kusa, Oto, gli Yakushi. ha fatto anni da pendolare tra i due villaggi, nel tentativo di vivere con la sua famiglia e portare a termine i suoi doveri a Kusa. Difficile, ora non più permesso dalla situazione. Lei ha un grado ed è richiamata a proteggere il villaggio del quale porta il coprifronte. Rabbia. Non si sente appartenere a quel villaggio. E ora… Norita e Chiha. Due persone che dovrebbero essere nulla per lei, sono diventati invece qualcosa di molto prezioso e lei nemmeno se ne è resa conto. E questo è male, Mirako ride. Lei smania dalla voglia di far loro del male. Ma la Yakushi deve controllarla, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto… quella Voce incessante che le lacera il cervello. Preoccupazione per Chiha… si è assicurata che Norita stia bene e ha chiesto informazioni sulla sua allieva. Sta bene, almeno fisicamente, ha ricevuto delle ferite meno gravi di quelle di Norita, una escoriazione al fianco. Poteva andare peggio. Rabbia, stringe i pugni. Ha quindi fallito ancor prima di iniziare? Si dirige a passo sicuro e svelto verso la stanza dove Chiha è stata messa a riposare. Le hanno detto che vuole tenere le tende chiuse, che vuole il buio, che non dorme. Dischiude le labbra ed emette un sospiro… è comunque sollevata che sia meno grave, è comunque sollevata per la lettera che ha ricevuto stamani. Non ha rovinato niente per una volta. Giunge davanti alla stanza, porta chiusa, ma busserebbe un paio di volte per poi aprirla e fare capolino all’interno di essa. Con gentilezza ed accortezza. <Chiha.> la chiama con quel suo sibilo basso e melodioso, ma in grado di arrivare fino alle orecchie dell’albina. Richiuderebbe la porta alle sue spalle e si avvicinerebbe a lei. La osserva, la analizza, cerca di studiarla. Il viso solcato dall’indecisione, non riesce più a capire se essere professionale o meno, non le riesce facile questa volta. Gli occhi addolciti, le labbra tese in una espressione preoccupata. <Dimmi, Bocciolo, come ti senti?> è solo una domanda, poi non dice altro, rimane solo in piedi di fronte a lei, immerse in quella oscurità artificiale… le lascia il suo tempo, non ha smania di fare perché è messa decisamente meglio di Norita, ma vuole scavare nella sua mente, vuole sapere in che condizioni sia. [Chakra: On] Il cuore batte nel petto, è sollevata di vederla fisicamente non grave, di vederla viva… ma è ancora preoccupata per come potrebbe sentirsi dentro, perché è chiaro che qualcosa non va. Le tende tirate, l’insonnia. Cosa le ha insegnato? Ancora nulla. È stata utile in qualche modo? Ancora no. Ed è da qui deve cominciare adesso, oggi. Si è avvicinata al letto e con cura la osserva in silenzio… lo sguardo fisso nel vuoto in un punto non precisato, che sensazione… le sembra di rivedere se stessa. Una Kouki piccola, anni fa, in fin di vita, completamente bendata e immobile a letto dopo uno scontro contro colei che… una volta chiamava madre, poi ha ritenuto una traditrice al pari di Raido. Era vuota, si sentiva vuota, anzi no… lei non c’era. In quell’occasione era un involucro vuoto e lei galleggiava nel nero separata dalla sua coscienza. Al suo posto c’era un’altra personalità, Heiko… gentile, amabile, quella che sarebbe lei senza Mirako. Senza oscurità. Si rivede in Chiha, in quel lasciarsi andare sul letto, in mezzo al buio, in mezzo alle emozioni. La ragazza si tiene il fianco probabilmente per il dolore, ma non sa che è il dolore quello che il suo Bocciolo cerca. La lascia parlare, la lascia sfogare… le permette di dire quello che pensa in tutta libertà e in questo modo la Serpe Grigia riesce a capire cosa le passa per la testa. No, comprendere no, è troppo intimo… immaginare forse, quello si. Su questo bisogna lavorare, sugli insuccessi, su come rialzarsi, fortificare il carattere, affilare le unghie… in qualsiasi modo lo si voglia chiamare. È questo quello che la Yakushi ha sempre voluto… che le persone si fortificassero non solo per non farsi male fisicamente ma anche mentalmente. Sente dolore al petto. Si, come se fossero connesse… sente male per lei, non per se stessa, sente dolore nel vederla così, si sente soffocare, annaspare… è questa l’empatia? Si sente stringere la gola al pensiero di come lei possa sentirsi… sono sensazioni che non conosce, non le sa gestire, e quando succede ha paura. Si, ha paura perché non le è stato insegnato come reagire, essendo la prima volta che le capita di essere così coinvolta emotivamente in quella situazione, e quando lei si sente così… di solito scappa, involontariamente, la sua mente si scinde e manda avanti l’Altra. Mirako è lì… sulla soglia della porta che non aspetta altro che uscire. Sente la sua Voce, la sua risata, sempre più vicina… no, non può. Sforzo immane di volontà. Si avvicinerebbe ancora di più a Chiha, e se lei lo permettesse la Yakushi cercherebbe di prenderle il viso tra le mani, dolcemente e delicatamente, le sue mani sulle sue guance, per tenerle piano il volto verso di sé… occhi negli occhi. Avvicina il volto e poi farebbe qualcosa di assolutamente nuovo per lei. Avvicinerebbe le sue pallide labbra poco al di sotto dell’occhio destro… lì raccoglierebbe quelle lacrime con un bacio. Ah, un bacio… dolce, sarà velenoso? E poi farebbe la stessa cosa anche sotto l’altro occhio, il sinistro… un bacio per raccogliere anche le altre lacrime. Discosta appena il viso ora, ma non le mani, e cercherebbe il contatto visivo con il suo Bocciolo. <Non hai fatto nulla per il quale tu debba chiedermi perdono.> sibila dolcemente. <Nulla da farti perdonare.> una piccola pausa, deve trovare le parole giuste per esprimere quello che sente. <Hai fatto bene ad impastare il chakra ogni mattina, e devi continuare a farlo. Vedi, Bocciolo… è accaduto qualcosa di imprevedibile e terribile. E’ normale quello che provi, è normale che tu ti senta così, è stata la tua prima volta.> la sua priva volta al di fuori della campana, oppure quell’evento l’ha frantumata in mille pezzi di vetro? <Non hai ancora gli strumenti giusti, ma non è una tua colpa è piuttosto una mia mancanza.> ahia. Ha ammesso qualcosa che mai avrebbe fatto prima. Una sua mancanza, una pecca in quel suo voler essere perfetta. <Siamo… siamo esseri umani, sei umana. L’errore fa parte della vita, così come tutte le emozioni che ti stanno cogliendo ora come un fiume in piena. Mi hai chiesto di farti male… ma hai provato da sola una parte del dolore che ricercavi, il mondo, la vita vera al di fuori della tua campana. Io ti ci volevo portare gradualmente.> seguirla, accompagnarla, per non lanciarla direttamente in mezzo al mare nero, non importa cosa ha detto, o cosa ha pensato, voleva fare un bel lavoro con lei. <Tu hai fatto tutto quello che potevi sulla base di quello che hai. Non è colpa tua. La cosa importante ora è rialzarsi, con una esperienza in più e fare tesoro di quella esperienza. Fortificarsi, dirsi che la prossima volta andrà meglio, che mi allenerò più intensamente per evitare che ricapiti di nuovo.> sta dicendo cose giuste? Cose sbagliate? <Prendi tutto quello che hai e trasformalo in energia e forza di volontà per rialzarti. Non ti rialzerai da sola, ci sono qui io a tenderti la mano ed aiutarti in questo. A darti la forza di guardare in faccia le tue paure e combatterle per rinascere più forte di prima.> la osserva, non sa proprio, le sta dicendo in cosa crede lei. <Vorrei darti il tempo che senti di necessitare per questo, ma non so se il tempo c’è.> il nemico di certo non aspetta. [Chakra: On] Raccoglie quelle lacrime e lascia che bagnino le sue labbra. Ne assapora il sapore… fresco, salato, ma quella che ne gode di più è Mirako. La sente contorcersi dal piacere dentro di sé, ha assaporato le lacrime di Chiha, la sofferenza, il dolore, e questo la diverte, questo le fa dare di matto. La Voce urla, ride, pretende. Una minuscola smorfia di dolore viene trattenuta dalla Serpe nel tentativo di contrastare quella forza dentro la sua testa. Avvolge quella coniglietta tra le sue spire, non per mangiarla, ma per proteggerla. Stano, vero? Eppure è lì davanti a lei, tra le sue mani, e potrebbe ucciderla in un solo istante. Potrebbe farla soffrire, terrorizzarla… non lei, ma Mirako. È quella che smania, inferire su creature che lei ritiene deboli. Non può permettere che questo accada. Ascolta le sue parole, ma scuote la testa lentamente. <Non so se quello sia veramente un Dio, o un uomo con manie di grandezze. Ma di sicuro la potenza che mi pare di aver capito che ha dimostrato, va ben oltre. Risucchiare il chakra a quel modo… non so chi altro potrebbe farlo.> se non un Dio. Ma allora che razza di Dio sarebbe? <No, non eri abbastanza veloce.> emette un sospiro, ma il suo modo di parlare è delicato sebbene dica apertamente quello che pensa, tutta la rabbia e la preoccupazione che aveva l’ha mostrata a Norita. Poverino. <Non hai ancora gli strumenti e ti sei fiondata perché qualcuno ti ha detto di farlo.> ripete solo quello che lei dice, ma con più importanza. <Sebbene ti avessi detto che bisogna ben ponderare come e quando agire, per preservare se stessi, per avere i minimi danni.> scuote la testa. <Ma è normale, era la prima volta per te, per la prima volta ti sei ritrovata buttata nella realtà del mondo. Ti sei fidata del punto saldo che avevi e hai agito.> bene o male? Chi lo sa. <Ma ho già avuto modo di parlare con lui quando l’ho curato.> quindi quel discorso è già stato fatto a chi di dovere. <L’importante per me adesso è sapere se hai compreso il tuo errore, se così vogliamo chiamarlo, questa mancanza che senti di aver avuto. Quel gettarti a capofitto nella situazione.> continua a guardarla ma lentamente molla la presa, accarezzandole le guance e tornando con le mani lungo i fianchi. <No, sicuramente senza chakra saresti morta.> bhe, rimane pur sempre schietta quando dice le cose, non può farne a meno, ma sorride ora, un piccolo e tenue sorriso. <Oh, no.> scuote ancora la testa e si avvia lentamente verso la finestra, quelle tende tirate. <Non ho intenzione di proteggerti da un Dio.> non è questo quello che vuole fare, e una volta raggiunta la finestra andrebbe ad afferrare i lembi delle tende che oscurano la stanza. <Io voglio renderti così forte da proteggerti da sola.> detto ciò scosterebbe le tende per far entrare la luce, senza chiedere il permesso, senza farsi problemi. Ha compreso che il suo Bocciolo sta reagendo, e lei è lì apposta per aiutarla. A modo suo, si intende, ma lo sa benissimo… sapeva a cosa sarebbe andata incontro. <La situazione si sarebbe potuta affrontare in altro modo, in altri molti modi diversi migliori di quello. L’ho già detto a Norita. Si poteva riflettere meglio e agire meglio… ma ormai è fatta, non si rimane a rimuginare su ciò che è passato ma si colgono da esso gli insegnamenti necessari per fare meglio in futuro.> ripartire, rialzarsi. Si volta di nuovo verso di lei avvicinandosi al suo fianco destro, quello ferito. <Siete caduti, ora vi rialzate.> non è un consiglio questo, è un ordine, e la guarda fissa in quei suoi occhi rossi, coi suoi dorati, come l’ambra. È uno sguardo sicuro, sottile, forte del sorriso determinato che mostra. <Hanno agito veloci, e hanno errato. Riflettere velocemente anche in quelle situazioni è di vitale importanza per un ninja. La logica, la freddezza, servono a quello. L’impulsività, i sentimenti… in una situazione simile non sempre portano a risultati giusti. Bisogna riflettere, ponderare e agire nel meglio.> inclina la testa da un lato osservandola. <Quindi non ti sentire in difetto perché sei stata alla sua schiena, mentre lui è stato veloce. Hai visto com’è finita. Ma da oggi farò in modo che tu abbia tutti gli strumenti. Farò in modo che tu diventi più forte, consapevole, e lo farò nel modo che ben conosci, ti ho già detto quali sono i miei metodi.> le sorride, quel piccolo sottile sogghigno. <Ti renderò forte e potente, ma prima di tutto… devo curare la tua ferita.> ed ecco che le indicherebbe il suo stesso fianco. <Scopri il fianco per favore, in modo che io possa vedere l’entità della tua ferità e rimetterti in sesto. Hai provato abbastanza dolore per questa prima volta…> si umetta le labbra. <Ne hai di altro dolore da provare ancora.> insomma, si fa sul serio adesso. [Chakra: On] Meglio non far incontrare simili demoni, per questo la Serpe si sta impegnando giorno e notte per contenere Mirako. Sa che non appena si addormenterà, lei potrebbe prendere il controllo… e allora il mattino dopo potrebbe non essere più se stessa. L’insonnia è tornata prepotentemente per lei. <Un Dio, mh. Col Byakugan.> ma che non è uno Hyuga o così almeno dice Norita. Non ha idea di chi potrebbe essere, non ha risposto a quella domanda per questo motivo ovviamente. Non hanno informazioni, non hanno un nome… un Dio, un essere così megalomane, probabilmente avrebbe ceduto alle domande dichiarando a tutto il mondo il suo nome, se qualcuno lo avesse chiesto. Le persone megalomani a volte hanno solo bisogno di una piccola spinta per parlare e rivelare molte cose. <Bisognerebbe studiarsi qualche vecchio libro allora… di quelli che potrebbero narrare di miti e leggende sulla nascita del Chakra.> questa è un’idea. <Oh, si, la gente gioca spesso a fare Dio, di persone così ne ho conosciute e le conosco ancora.> fanno parte del suo Clan quasi sempre, ma guarda un po’ il caso alle volte. Le parole a volte, che potere hanno… come ha detto anche a Norita, non sempre la forza bruta è la soluzione, ma deve dirlo anche a lei, è la sua allieva. <Non sempre la violenza è la risposta più giusta. Dipende dalle situazioni e da chi ti trovi davanti… io non c’ero, non posso sapere come quel tizio fosse fatto, come si è posto… ma sembrerebbe un gran megalomane. E nella maggior parte dei casi i megalomani sono felici di parlare di sé se interpellati. C’era un detto… mi piego ma non mi spezzo, credo.> forse, non è molto portata per queste cose. <Davanti a un pazzo, se possibile, a volte… lo si acconsente, gli si da ragione, lui abbassa la guardia e tu puoi agire.> si ricorda di Otsuki, di quel pazzo che si crede Dio. <Alcune delle mie cicatrici sono figlie di battaglie che io in maniera testarda ho portato avanti contro qualcuno di più potente di me. Mi ha punita, ferita… ma se in determinate circostanze io lo avessi assecondato, avrei sofferto meno.> per questo c’era Mirako. Lei lo assecondava, Lei era quella che non veniva mai punita. <Le parole a volte hanno potere, bisogna avere la testa per capire quando usare loro o la forza.> con criterio, ecco. Ora però sorride quando lei le chiede di Norita, annuisce. <Era ferito, ma ora sta meglio, l’ho curato del tutto. Dovrà stare a riposo per tre giorni e basta.> non entra nei dettagli su quanto era ferito. Ha avuto paura lei, figuriamoci la ragazza che lo ama. Le sorride. <Non ti preoccupare, sta bene. Era preoccupato per te, si sentiva in colpa per averti dato quell’ordine. Io sono stata forse troppo dura con lui, ma…> ma era veramente arrabbiata e spaventata. Per lui e per Chiha. <Ha capito le mie parole e ha compreso i miei intenti.> insomma quando vuole sa ragionare, questo amplia il suo sorriso, sollevata da quella lettera, sollevata di non aver rovinato quell’amicizia. <Ci si può proteggere.> secca, sicura, nemmeno ha un dubbio. Ora attende solo che Chiha si scopra il fianco, pronta ad utilizzare il suo jutsu per riabilitarla. <Ora ti presterò le cure necessarie, all’inizio farà male, ma vedrai che lentamente andrà meglio.> avvisa, come sempre. Si concentrerebbe dunque sul proprio flusso di chakra che dovrebbe scorrere veloce ed attivo all’interno del proprio corpo, esso è composto, come ben si sa, dalle energie fisiche e psichiche, ma quelle che servono a lei in questo momento sono le sole energie fisiche. Andrebbe quindi a concentrarsi su questi due elementi nel tentativo di smuovere la sola energia fisica… cercherebbe di estrapolala dal flusso di chakra per separarla dalla componente psichica e cercare di farla risalire in superficie. La smuoverebbe veloce lungo le braccia fino a cercare di farla accumulare nelle proprie mani, entrambe. Quindi se ci fosse riuscita cercherebbe di portare l’energia fisica verso i punti di fuga presenti sulle sue mani, per poter permettere a quello che dovrebbe essere il chakra medico, di venire in superficie, all’esterno. Un alone verde dovrebbe quindi ricoprire le mani della Yakushi, un alone caldo e rigenerante, e andrebbe a portare le mani al di sopra del fianco della ragazza, ma non a contatto, a debita distanza. L’alone verde dunque verrebbe mosso affinchè si allunghi dalle sue mani fino alla pelle della sua allieva, lentamente si adagerebbe come un manto. Cercherebbe di farlo insinuare all’interno, al di sotto della pelle, Chiha dovrebbe inizialmente sentire del dolore che andrebbe man mano a svanire attraverso un pizzicore. La Serpe si concentrerebbe affinchè il chakra medico stimoli la rigenerazione dei tessuti offesi, le cellule verrebbero spronate e lei manterrebbe le mani su quel punto fino a quando la ferita non sarebbe rimarginata. [Tentativo Mani Terapeutiche B – consumo 15 pc + 2 ai turni successivi][Ps ristabiliti: ninjutsu/3 = 120/3 = 40][Ps Chiha: 85 -> 100][Chakra: 70/85] Sorpresa la coniglietta nel sentire quel nome, e la Serpe in silenzio la osserva, l’ascolta, pondera ciò che vede e sente. Come mai tanto stupore, tanta incredulità? Non riesce a comprendere in realtà e inclina la testa da un lato sempre cercando di non distogliere il suo sguardo da lei, avercela sempre sott’occhio, occhi negli occhi. <Si, esatto. Perché? Cosa ti stupisce?> meglio domandare che farsi congetture sulle sue espressioni e reazioni, si sente abbastanza stanca a continuare a lottare contro Mirako in ogni momento. <Comunque ritornando a prima… non sarebbe la prima volta che si formano culti intorno a qualche figura sedicente.> solleva appena le spalle volgendo lo sguardo verso la finestra e poi lungo le pareti della stanza, come se stesse cercando qualcosa. <A Konoha è successo un paio di volte addirittura.> una volta con Cappuccio Rosso e un’altra volta… bhe, per la Sacerdotessa della Luna. E guarda caso quello le fa venire in mente proprio la bambina della quale sia Norita che Chiha le hanno parlato. Perché si, non ha trovato informazioni rassicuranti. <Ad ogni modo ne sono sempre venuti fuori, quindi si sconfiggerà anche quest’altro incredibile Dio.> lei è fiduciosa, ma non per questo superficiale, bisognerebbe fare delle ricerche. <Fare ricerche sarebbe la cosa migliore, ma per il momento ho già dato recentemente col mio Clan, e sinceramente sono stanca di sfogliare libri.> ci ha passato ore alla magione a cercare informazione su Kuriya, ora non vuole vedere un libro per almeno un’altra settimana. <Puoi sbizzarrirti tu sei vuoi, sicuramente male non fa.> delega, non fa altro che delegare per permettere alle nuove leve di fare qualcosa. <Come ho detto non ero lì e non so che atteggiamenti ha usato, ovvio che la parola, come la psicologia, devono essere usate con attenzione, dopo aver studiato la situazione.> ma fanno comunque parte di quel marasma di modi che che si poteva intraprendere. La osserva mentre si intristisce e la osserva in silenzio lasciandola parlare. Il senso di colpa probabilmente ci sta, forse sta alla base per poi fare qualcosa di migliore e stare meglio, ma non ne è sicura. <Siamo umani, si sbaglia, è normale. L’importante è non lasciarsi sopraffare dal senso di colpa e dal buio. Reagire, essere forti, affilare le unghie.> così ha modo di conoscere qualche altro nome… se da ieri il nome di Sakir non le ha detto nulla perché non lo conosce… il nome Usagi invece si. Ma sarà la stessa? <Usagi? Una bambina per caso? E’ ferita?> ci prova, poi magari non è lei, ma se è lei… chissà come sta. E poi… nulla, una ragazza coi capelli rosa, lei ne conosce solo una ma non può essere sicura che sia lei, chissà quante ne esistono. <Conosco una ragazza coi capelli rosa… comunque sia, è stata una fortuna. I ninja medici sono davvero utili in situazioni simili.> e sono anche quelli che bisogna proteggere per evitare di perdere chi ti può salvare la pelle. Ma sono anche pericolosi. Poi si perde nell’ascoltare l’utopia della ragazza… già, sarebbe bello, ma non lo crede possibile. C’è l’Alleanza, è vero, ma ci sarà sempre qualcuno fuori dal mucchio che vorrà andarci contro. <Una utopia. Ma anche un’ovvietà se ci pensi bene. Un nemico che attacca tutti, unisce le persone, non avrebbe senso litigare fra di noi. Anche se non è una cosa che darei per scontata.> già, l’essere umano. A volte è una spregevole creatura. <Se vuoi vedere Norita non c’è nessuno che te lo vieta, almeno fin quando è qui in ospedale.> dato che ha scelto di seguire un allenamento intensivo, non ha ben capito se ha intenzione di sparire. Dunque ormai la ferita si è rimarginata, e ogni tanto getta un occhio al volto della sua allieva, tinto di vergogna. <Non devi vergognarti delle tue ferite. Delle tue cicatrici.> lo sguardo si è abbassato nuovamente sulle sue mani, il tono è cupo, così come lo sguardo che ora adotta. <Non pensare a loro come ad un segno del tuo fallimento, ma piuttosto al segno che sei ancora viva.> ora le spunta un mezzo sorriso. <Sai, una volta anni fa, quando ero bambina, giravo avvolta in delle bende come una mummia. Dal collo in giù, mi vergognavo, ma poi ho scelto diversamente e ho deciso che avrei mostrato le mie cicatrici, come a dire a me stessa che nonostante tutto sono ancora qui.> Tace. Ha concluso e anche abbastanza facilmente, per fortuna non era niente di grave, alla fine aveva ragione Norita nel dire che era stata presa solo di striscio… si è preoccupata così tanto per niente. Dunque disattiverebbe il chakra medico e permetterebbe così all’energia fisica di tornare nel normale flusso del chakra, senza più deviazioni. L’alone verde attorno alle sue mani svanirebbe e lei permetterebbe a Chiha di rivestirsi. <Ecco, fatto. Fortunatamente non era niente di grave, non serve nemmeno che tu ti riposi.> accenna un sorriso, sollevata. <Come ti senti ora?> [Chakra: 70/85] Associa il Byakugan a Norita e quindi per lei non può essere qualcosa di cattivo… fa quasi tenerezza, ma la Yakushi ha detto che l’avrebbe tirata fuori dalla sua bolla e le avrebbe mostrato senza sconti la dura realtà delle cose. Per questo la lascia parlare per un po’, ma poi le risponde con un tenue sorriso. <Qualsiasi tecnica può essere usata per scopi sia benevoli che malvagi. La stessa arte medica, se ci fai caso, può essere usata per curare ma anche per uccidere. Luci e ombra sono ovunque.> ha spiegato il suo punto di vista, un piccolo insegnamento. La vede, man mano che parla, che sta prendendo sonno, o meglio… sembra che stia superando lo scoglio e quindi tutte le ore arretrate si stanno sentendo di colpo. Meno male, le ci voleva… magari succedesse anche a lei, ma non se lo può permettere. Mirako è lì, sulla soglia della sua coscienza. Infatti la ricopre e risistema anche le coperte nel mentre che l’ascolta. <Già.> la mente è labile. <Ah, davvero? Hai pensato questo?> in un certo senso le va bene che abbia avuto la prontezza di sopravvivere per il pensiero della Yakushi, ma non sa come interpretare il fatto di essere davvero così tanto nei suoi pensieri. È reale? È giusto? In silenzio la osserva mentre man mano scivola e si appoggia al cuscino. <Penso che potresti ringraziarla di persona si. Non è una bambina che si farebbe problemi in questo da quanto ho potuto notare a lezione.> lei non l’ha sopportata, ma è un altro paio di maniche. Le successive parole strappano un sorriso anche lei, e una piccola risata. <Sopra indossavo comunque i kimono, sopra alle bende.> effettivamente si era espressa male, l’idea di andare in giro con solo le bende la fa sorridere, ma spera che comunque il messaggio sia passato. <Ora riposa, poi potrai andarlo a trovare. Recupera il tuo sonno.> e detto questo cercherebbe di accompagnarla tra le braccia di Morfeo, azzardando, tanto non la vede nessuno, ad accarezzarle dolcemente i capelli. Lei è qualcuno di prezioso per lei… è sua e non permetterà a nessuno di portarla via. Che pensiero egoista. La mano si ferma tra i capelli albini della ragazza, abbassa il capo e il sorriso si trasforma in un piccolo ghigno… le dita per un attimo sembrano stringersi di colpo sul capo della ragazza ma ancora si blocca. Veloce scosta la mano e l’espressione della Yakushi si fa sorpresa, preoccupata. Niente ghigno. Mirako, un’ombra. Si porta la medesima mano sul viso e si allontana da lei, da quel letto, veloce esce da quella stanza. [END]