Ricerche al Clan - Kuriya, chi è?

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con Kouki

21:46 Kouki:
 La Magione del Clan Yakushi. Eccola là, in tutta la sua bellezza: un’enorme villa piuttosto isolata dalle altre sedi di altri clan, lontana da occhi indiscreti ma non per questo è segreta la sua esistenza. Recintata da un muro sul quale vi sono pitture e intagli di serpenti di diversi tipi e dimensioni, parzialmente nascosto, però, dalla vegetazione e dall’edera, la quale dona un tocco più inquietante come se tali serpenti si stessero nascondendo in attesa della loro preda. Un cancello in metallo resistente tiene fuori gli indesiderati, sulle sbarre sono presenti dei serpenti che si avviluppano fino in cima, intagliati con estrema precisione, e al di là di esso sono presenti due membri del Clan a fare da guardiani. Loro decidono chi entra e chi esce secondo le disposizioni date dalla Capoclan, la quale non sempre può essere presente fisicamente alla Magione, dato che è anche Kage di Oto, dunque piena di altri impegni… come al momento che si trova ancora sull’Isola. La giovane Serpe Grigia si sofferma qualche attimo di fronte al cervello, qualche metro di distanza, ad osservare quella Magione in stile quasi gotico e oscuro che si staglia nel mezzo del nulla all’interno del villaggio di Kusa. La ragazza indossa un kimono bianco e corto, che le arriva a circa metà delle cosce, le maniche sono lunghe, larghe e morbide andando a nasconderle le mani piccole e delicate. Le rifiniture del kimono sono azzurre e blu, così come anche i motivi floreali e artistici disegnati sul tessuto, mentre una fascia di colore blu stringe e chiude in vita l’abito. Su quest’ultima è ovviamente cucita la placca in metallo del coprifronte di Kusa, e continuando con l’analisi dei vestiti ci sono dei pantaloncini corti e neri, al di sotto del kimono, i quali sono attillati ma elasticizzati per non impedirle i movimenti. Le gambe sono nude e ai piedi calza dei sandali ninja neri. Ovviamente non manca il simbolo del clan Yakushi cucito sul kimono all’altezza del cuore e anche sulla schiena in mezzo alle scapole. Il porta kunai e shuriken è stretto alla coscia destra mentre il portaoggetti è legato in vita e posto dietro la schiena, il suo equipaggiamento è sempre presente ovunque ella vada. I lunghi e neri capelli sono stati raccolti in un alto chignon tenuto fermo grazie a un fermaglio di rose rosse e nere, mentre le ciocche laterali al viso sono libere di scenderle in avanti sulle spalle, incorniciando il viso insieme alla frangia che le solletica gli occhi. Pelle diafana, tanto pallida da apparire trasparente e farla sembrare così uno spettro comparso dal nulla, un netto e delizioso contrasto con quei capelli neri. Occhi grandi, magnetici e profondi, color dell’ambra più antica un giallo che ricorda lo sguardo di un serpente. La pelle di tutto il suo corpo, ad eccezione del viso, è ricoperta da cicatrici che ne deturpano l’aspetto, grottesche e fitte che avvolgono ogni centimetro di pelle come veleno. Parzialmente nasconde dai vestiti, sono invece ben visibili sulle gambe nude e sul collo, dove si fermano senza andare a intaccare il volto. Sul retro del collo, osservabile grazie ai capelli raccolti, vi è la scritta incisa nella carne col fuoco e il metallo: E-001. Come un marchio, come bestiame o un oggetto. Si avvicina al cancello con passo tranquillo e deciso e una volta trovatasi lì davanti, si ferma ancora per osservare i due ninja di guardia oltre al cancello. Non hanno motivo di non farla entrare, dato che è membro del Clan, dunque una volta accertata la sua identità, verrebbe fatta entrare e la Yakushi può finalmente percorrere il sentiero che attraversa il giardino della Magione fino al portone della stessa. Solitamente per i non appartenenti si viene scortati da uno dei due ninja al cancello, ma per lei non c’è ovviamente bisogno di questo. Entrerebbe dunque all’interno della Villa, storcendo appena un po’ il naso ogni volta che posa lo sguardo sull’arredamento un po’ discutibile, e senza perdere ulteriore tempo andrebbe a dirigersi verso le stanze dei membri del Clan… sa già dove andare, ci era già andata anni fa quando cercava informazioni su di lui. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai con veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici curativi e 5 tonici curativi speciali – 5 tonici recupero chakra e 5 tonici recupero chakra speciale – 6 veleni composto speciale – 6 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale (1 di 3) – un sigillo potenziante Ninjutsu speciale (1 di 3)]

21:56 Kouki:
 Innanzitutto inizierebbe dall’ufficio di Otsuki. Quell’orribile ufficio senza il minimo gusto dell’arredamento, dove i colori cozzano tra loro insieme ai diversi stili tutti messi all’interno di un’unica stanza. Non le piace tornare in quei luoghi soprattutto se quell’essere è ancora libero di girarci liberamente nonostante tutto… ad ogni modo raggiungerebbe la porta del suo studio, la quale sarebbe aperta, segno che egli non è presente. Per sicurezza si sporge appena con la testa per constatare che sia un via libera. <Bene.> dunque entrerebbe nell’ufficio di Otsuki e starebbe un po’ sulla porta ad osservare il luogo. Ci sono delle librerie su due delle quattro pareti, una scrivania con una sedia, dei divanetti, un mobile con delle antine e dei soprammobili sopra, e poi un’altra porta, chiusa, che da’ verso un’altra stanza che lei sa essere più piccola rispetto a questa. <Partiamo dalle librerie.> sibila a bassa voce ricominciando inconsciamente a parlare con se stessa anche se non è proprio così, sta ricominciando a comunicare con Mirako, sa che è attenta. Si muove con sicurezza verso la prima delle due librerie e inizierebbe con meticolosità a prende ogni singolo libro e tomo presente. Ne prenderebbe uno alla volta e lo sfoglierebbe velocemente alla ricerca di qualche appunto svolazzante, foglio fuori posto, persino qualche scritto nascosto. Fa scorrere veloce le dita attraverso le pagine del libro, si prenderebbe tutto il tempo, con comodo, e una volta finito lo rimetterebbe perfettamente al suo posto. Fa con calma apposta per non fare confusione e far capire ad Otsuki si essere stata lì. Finito con quello passerebbe a un altro libro, e così facendo per tutti, cercando anche la eventuale presenza di diari o block notes. Gli occhi si muovono veloci su ogni riga e pagina, sfogliando con meticolosità volta per volta ogni libro, ogni scaffale di quella prima libreria. <Già, lo so.> risponde alla Voce, senza pensarci su troppo, poiché è molto concentrata su quello che sta facendo per prestare attenzione a non dare corda a Mirako. <Ci devo comunque provare.> espressione seria e concentrata, come una macchina si muove con meticolosità ricercando qualsiasi cosa che possa attirare la sua attenzione, qualsiasi cosa che possa riguardare qualche esperimento. Norita le ha parlato di una bambina tenuta sotto stretta sorveglianza da qualcuno del clan, i suoi aguzzini, in un laboratorio, o forse proprio nel laboratorio segreto sotto alla Magione… ma che ne sappia lei quello appartiene unicamente solo a Otsuki. Dunque ecco perché sta cercando tra le sue cose. Una volta finito di spulciare quella prima libreria, passerebbe alla seconda, con la stessa meticolosità di prima, sperando di raggiungere risultati migliori. [Chakra: On][Equipaggiamento: lo stesso]

22:08 Kouki:
 Non sembrerebbe avere molto successo. Anche alla seconda libreria, per quanto lei si stia impegnando, non riuscirebbe a trovare nulla che possa esserle di aiuto. I libri sono solamente libri di medicina e genetica. Libri sui veleni, libri sulle varie erbe utilizzabili come droghe… nulla. Altri sono libri di chimica e alchimia, vari quaderni con studi e appunti, ma nulla che sembrerebbe ricondurre a quella bambina o a qualcuno che ne sia convolto. Si sposterebbe ora alla scrivania di Otsuki. Controllerebbe innanzitutto quello che vi è sopra, eventuali fogli di appunti, solleverebbe gli oggetti posti sopra e vi guarderebbe sotto… cercherebbe qualsiasi tipo di indizio, segnale o codice. Lui adora cose simili. Sfognerebbe i quaderni che sono posti sopra la scrivania, con cura e attenzione, facendo in modo di lasciare tutto al proprio esatto posto. Successivamente passerebbe allora ai cassetti della scrivania, aprirebbe il primo e controllerebbe al suo interno. Sposterebbe i vari oggetti al suo interno e controllerebbe persino la presenza di qualche doppio fondo o scomparto segreto. Lì, accucciata a quella scrivania, controllerebbe ogni foglio e sotto di esso, sposterebbe ogni cosa svuotando il cassetto per poi rimettere tutto al proprio posto. Così farebbe anche col secondo cassetto, con attenzione, e allo stesso modo anche col terzo. Con calma, senza farsi prendere dalla fretta, si prenderebbe tutto il tempo di cui dispone, senza timore di sentire arrivare qualcuno. Lo stesso Otsuki ormai non è più così tanto più forte di lei, certo le dovrebbe fare quindi meno paura, ma tutti i traumi che lui le ha procurato la rendono ancora parecchio timorosa nei suoi confronti. Questo non vuol dire che le manchi la forza di volontà di fare ciò che sta facendo. Le stesse cicatrici che ha addosso sono i segni di tutte quelle volte che lo ha affrontato, vani tentativi di andargli contro. Ad ogni modo passerebbe anche al quarto e ultimo cassetto della scrivania, spostando e cercando ogni cosa, pezzetti di carta, agende, qualsiasi cosa che possa essere diverso dai suoi soliti studi. Finito con quel cassetto, cercherebbe sotto la scrivania l’eventuale presenza di scomparti segreti, tasterebbe ogni centimetro di quell’arredo e solo una volta finito si rialzerebbe guardandosi intorno. <Vediamo l’altro mobile.> sta scandagliando ogni centimetro di quella stanza. Si avvicinerebbe al mobile presente e guarderebbe sopra di esso, spostando i soprammobili e cercando anche su quello eventuali scomparti segreti. Una volta controllato l’esterno, si accovaccerebbe e aprirebbe una per una ogni antina del mobile. Inizierebbe dalla prima, cercherebbe al suo interno spostando e controllando sotto ogni cosa. Controllerebbe il fondo e se ci siano posti segreti e nascosti. Rimetterebbe tutto al suo posto e così facendo passerebbe alle antine successive. Sono tre, e con calma le controllerebbe tutte. Non si perde d’animo, sa che ci vuole tempo e pazienza, sospirerebbe comunque chiudendo appena gli occhi. <Non devo lasciare nulla di intentato.> si rialzerebbe e andrebbe a controllare persino le poltrone. Controllerebbe sotto di esse, tra le pieghe dei cuscini, sotto a quelli che invece sono stati posti sulle sedute, andrebbe persino a ricercare punti dove le potrebbe sembrare che la cucitura sia stata rotta e poi rifatta. [Chakra: On][Equipaggiamento: lo stesso]

22:14 Kouki:
 La Yakushi cercherebbe anche dietro a quel divanetto posto contro una parete, cercherebbe qualcosa dietro di esso, ma alla fine si allontanerebbe osservando la stanza intera. <Mh.> annuisce appena mugugnando in maniera affermativa a chissà quale domanda o affermazione da parte di Mirako. <Proviamo.> si avvierebbe verso l’altra porta presente nella stanza, ma prima farebbe un’ultima cosa… cercherebbe anche per tutto lo studio guardando sotto ai mobili e ricercando eventuali anfratti segreti alle librerie. Dopo tutto il laboratorio segreto di Otsuki… era segreto, un passaggio, quindi non dovrebbe tralasciare nulla. Controllerebbe dunque le librerie, se è presente qualche segno sul pavimento o sui muri, sulle librerie stesse… andrebbe a tastare ogni centimetro del legno e così farebbe con anche l’altro mobile e i muri. Solo alla fine ritornerebbe verso la porta nella stanza, non ancora arresa, del resto ci sono altri posti da controllare. Dunque si avvicinerebbe alla porta e l’aprirebbe… la stanzetta al di là sarebbe immersa nel buio, la Serpe starebbe sulla soglia e cercherebbe l’interruttore per illuminarla. Una volta trovato, e premuto, delle luci flebile al neon si accenderebbero, illuminando in maniera cupa la stanza. All’interno vi sono molti scaffali appesi al muro, e anche dei banconi che percorrono le pareti, due vetrinette alla parete di fronte, una piccola scrivania e un lettino in metallo in mezzo. Rimarrebbe lì, ferma. Prende un profondo respiro trattenendolo nei polmoni e chiuderebbe gli occhi. Ci sono delle cinghie appese a quel lettino, sente i polsi e le caviglie stretti in una morsa. <Zitta.> sibila con un fiato e assottiglia lo sguardo. Tesa e sopraffatta dai ricordi. Su quel lettino c’è stata quando è diventata Genin, ci si era ritrovata legata, priva di qualsiasi ricordo del suo passato, con un uomo che solo dopo avrebbe riconosciuto come Otsuki, che le aveva iniettato qualcosa di estremamente doloroso. Aveva sofferto, aveva desiderato la morte, come sempre… ma essa non era arrivata e lei riuscì ad attivare la sua innata. Non fu un primo approccio pacifico… le fu dovuto essere iniettato chissà cosa per farla risvegliare tra atroci sofferenze. Su quello stesso lettino poi ci era ritrovata qualche anno fa, costretta a chiedere aiuto a Otsuki per risolvere l’infezione che le scorre nel sangue, costretta dalle circostanze a offrire il suo sangue a colui che più se ne intende di genetica e cose simili. Chi l’avrebbe mai detto che quella decisione sarebbe stata proprio pessima. Prende forza ed entrerebbe finalmente nella stanza. Prima di tutto controllerebbe i banconi: al di sopra sono presenti provette e materiale chimico, appunti vari di laboratorio che la ragazza andrebbe a leggere in maniera meticolosa. Aprirebbe i cassetti trovando al suo interno siringhe e altra strumentazione da laboratorio, bisturi, piastre di petri, terreni di coltura. Alcune delle provette presenti sui banconi sarebbero piene di chissà quale sostanza, ma non andrebbe di certo a toccarle. Cercherebbe nei vari cassetti e nelle antine, alla ricerca di appunti, quaderni e libri da sfogliare. Controllerebbe anche sotto ai banconi e se ci fossero, ovviamente, scomparti segreti. Si sposterebbe poi alla piccola scrivania e dedicherebbe a lei la stessa medesima attenzione che ha dato a tutto il resto. Controllerebbe sopra di essa, sposterebbe oggetti e controllerebbe agende e appunti, cercherebbe nei cassetti e si premurerebbe, come per tutto il resto, di lasciare ogni cosa al suo posto. Cercherebbe doppi fondi, posti segreti, al di sotto della scrivania e tasterebbe ogni centimetro del mobile. [Chakra: On][Equipaggiamento: lo stesso]

22:29 Kouki:
 Non sembrerebbe esserci nulla di interessante a parte i brutti ricordi, si alzerebbe quindi in piedi e si mette ad osservare le ultime cose che le mancano da controllare in quella stanza… ovvero gli scaffali e la vetrinetta. <Non credo di trovare molto.> sibila d’un tratto mentre inizia ad avvicinarsi proprio alla vetrina posta su una parete… non crede di trovare qualcosa, dato che li dentro ci sarebbero solo strumentazioni come beute, becher, ampolle, matracci, pipette… insomma, la vetreria da laboratorio. Infatti a una prima occhiata è proprio quello che vi troverebbe. Attrezzatura e basta, con anche qualche benda, cerotti, garze, cose da primo soccorso. Ad ogni modo aprirebbe le antine e inizierebbe a cercare anche lì dentro, soprattutto se ci fosse la presenza di qualche scomparto segreto, ovviamente. Sposterebbe le varie strumentazioni guardando bene in fondo e sotto, frugherebbe tra le varie medicazioni, e i farmaci presenti sull’altro scomparto. Sostanze di dubbia provenienza e boccette con chissà cosa al loro interno, non andrebbe nemmeno ad investigare oltre su quel tipo di roba. Non perché ne ha paura o schifo, più che altro perché non sapendo cosa va a toccare non sa se potrebbe causare chissà quale reazione e rovinare tutto… Otsuki si accorgerebbe senza ombra di dubbio che qualcuno ha rovistato. Ad ogni modo controllerebbe con calma e meticolosità, senza fretta e cercando di rimettere tutto al posto giusto, cercando fogli o indizi che possano darle almeno l’idea di qualcosa che possa riguardare quella bambina. Alla fine chiuderebbe la vetrinetta e si sposterebbe verso gli scaffali pieni di libri, quaderni, appunti, fogli volanti. Anche lì impiegherebbe il solito tempo a lei necessario per controllare ogni singola cosa presente. Sotto, dietro, tra le pagine dei libri, sfoglierebbe gli appunti e leggerebbe i fogli trovati. Qualcosa, alla fine, attirerebbe la sua attenzione. Si tratta di una specie di diario che la ragazza stava sfogliando alla ricerca di qualcosa di utile… ebbene rimarrebbe un attimo a fissare le righe scritte su di esso. Gli occhi scorrerebbero quelle parole, quelle pagine e lo sguardo diventerebbe molto più serio. Occhi sottili come se volesse andare al di là di quelle pagine, scivolare a quei tempi in cui fu scritto, osservando la scena che si dispiega davanti a lei. <Oh.> è sorpresa, perché alla fine qualcosa ha trovato. Un nome innanzitutto, e forse anche altri, si accenna a qualcosa che si voleva fare, qualcosa che poi è stato fatto, ma ciò che le interessa, ovvero quello che sta nel mezzo, il… passaggio fondamentale, per così dire, non è certo segnato lì. <Devo vedere… al laboratorio di Otsuki.> non sa se si tratta effettivamente di quella bambina, lei avrebbe solo trovato qualcosa che riguarda un esperimento e una generica bambina, nessun nome o descrizione, ma probabilmente andando al laboratorio di Otsuki sotto la Magione, qualcosa potrebbe trovare. Sospira, richiude tutto e sistema… chiude gli occhi e prende dei profondi respiri. Tornare là sotto non è per nulla semplice. [Chakra: On][Equipaggiamento: lo stesso]

22:35 Kouki:
 Esce dalla stanza, spegne la luce e richiude la porta, dunque getterebbe un’altra occhiata allo studio di Otsuki e uscirebbe anche da quella stanza. Compie qualche passo nel corridoio per poi fermarsi ed appoggiare la schiena contro il muro. Il cuore le batte all’impazzata nel petto, non tanto per paura per quello che potrebbe scoprire, figuriamoci, per lei non sono altro che ricerche… ma rimettere piede in determinati luoghi risveglia in lei ricordi ed emozioni che preferirebbe non ricordare. Quel laboratorio sotto alla Magione, una volta segreto, ora non più da quando lei e Raido ci sono entrati, nasconde esperimenti grotteschi che in parte la riguardano. Le ricorda quanto vicino fossero stati a prendere Otsuki una volta per tutte, ma lui sfuggì loro dalle mani per nascondersi a Oto. Luogo dove probabilmente sta ancora, almeno è là che lo ha visto l’ultima volta. Un luogo di fallimenti e delusioni, dove ha compreso quanto la capoclan sia inadatta, per lei. Gli anbu la portarono via con una pesante accusa, salvo poi rilasciarla probabilmente per mancanza di prove. Chissà. Sospira. <Va bene, andiamo. Ci sono.> scuote la testa e si distacca del muro andando a muoversi verso il basso della Magione. Deve innanzitutto trovare le scale, discenderle, senza fretta e con sicurezza, fino ad arrivare alla porta non più segreta di quel laboratorio. Si fermerebbe sulla soglia per osservare l’interno… tutto è come lo avevano lasciato. Ci sono i segni della battaglia, il pavimento e i muri incrostati di sangue secco, ormai le frattaglie sono state portate via, ma tutto è abbandonato da allora. Passo dopo passo inizia a camminare al suo interno spostandosi come all’interno di un vecchio incubo. I suoi sono ovattati e inizia a risentire le voci dei ricordi… l’immagine di quel mostro, la voce di Otsuki dagli altoparlanti, la canzone che molto spesso metteva come sottofondo durante gli esperimenti, la sua inquietante voce mentre canta. Ricorda quella spasmodica battaglia per recuperare una fantomatica cura alla sua infezione, quella dannata fiala. Ricorda voci lontane, Otsuki che la informa sul suo destino… diventare come quei grotteschi mostri, senza coscienza, senza memoria. Il combattimento contro quegli stessi mostri, una volta esseri umani, al fianco dell’uomo che fu suo maestro, padre e infine traditore. <Mi concentro, si.> viaggia in mezzo alla nebbia di ricordi lontani anni, Mirako la riporta alla realtà e lei riprende a guardarsi intorno. Deve cercare tra gli scaffali e i banconi, tra le scrivanie e gli armadi. Andrebbe a controllare prima di tutto gli scaffali con quei vecchi libri e appunti sparsi in giro. Cercherebbe con cura cercando di concentrarsi su questo piuttosto che sui ricordi, dunque sfoglierebbe e controllerebbe ogni diario, ogni libro, alla ricerca di qualche annotazione o più precisamente di qualche esperimento svolto. Si prenderebbe tutto il suo tempo, scaffale dopo scaffale, ricercando senza timore tra le pagine e le scritte, facendo scorrere i suoi occhi attenti e ricercando con cura dietro ogni libro. Una volta terminato con gli scaffali, allora cercherebbe sulla scrivania, la prima di altre tre, tutte piene di oggetti, appunti, libri, ormai dimenticati. Controllerebbe quegli scritti, controllerebbe nei cassetti e come di consueto controllerebbe qualche eventuali scomparti segreti e doppi fondi nei cassetti. Come per quella prima scrivania farebbe così anche per le altre due successive che andrebbe a controllare. [Chakra: On][Equipaggiamento: lo stesso]

22:46 Kouki:
 Controllerebbe le due scrivanie con attenzione e calma, meticolosa per cercare ogni minimo indizio. Certo è stancante, soprattutto se ci sono in gioco quella mole di ricordi che pesano sulla sua testa come macigni. Cerca comunque di non perdere la concentrazione e di andare avanti nella sua ricerca… passa alla seconda scrivania, poi alla terza, eseguendo sempre la stessa metodica. <Servirebbe… servirebbe qualcos’altro.> si guarda intorno una volta finito con le scrivanie, rimettendosi in posizione eretta e cercando di guardarsi intorno molto più attentamente. I banconi, le credenze, gli armadi… ci sono solo oggetti e strumentazioni di laboratorio, ma controllerebbe comunque eventuali cassetti e superfici che presentano fogli, manoscritti, appunti, cercherebbe di non farsi sfuggire nulla. Non è schizzinosa, non ha quindi nessun problema a sporcarsi le mani di sporcizia e polvere, piuttosto si tuffa in questa ricerca ora con molta più dedizione e concentrazione di prima… tutto pur di lasciare fuori quei ricordi. Dopo i banconi controllerebbe gli armadi, li aprirebbe per guardare cosa ci sia al loro interno, controllerebbe la presenza o meno di scomparti nascosti, e poi… osserva una porta su di una parete, ancora chiusa. Sposterebbe la sua attenzione su quella determinata porta e si dirigerebbe verso di essa, oltrepassando alla sua sinistra un’altra stanza nella quale, anni fa, era presente un altro di quei grotteschi mostri. Ci darebbe solo un’occhiata veloce, noterebbe i segni di bruciature sulle pareti causate proprio da lei nel tentativo di ammazzare quel coso… non ferma il passo e si dirige verso la porta chiusa. La aprirebbe e nota al suo interno solo il buio, ragion per cui accenderebbe la luce provocando l’accensione delle lampade al neon poste sul soffitto. <Un… archivio?> questo si che è molto interessante. Entrerebbe all’interno della stanza, non troppo grande e con scaffali pieni e pieni di scritti, quaderni, diari, ricerche. Per lo più cose che puoi non hanno visto la luce, o sono fallite sul nascere, inizierebbe la sua ricerca sfogliando meticolosamente ogni singolo fascicolo, non le importa quanto tempo le ci vorrà. E’ probabile che ci sia ancora qualcuno che ci tiene a queste cose, forse quei nomi che ha letto sul diario di Otsuki e che sono riconducibili a quella sconosciuta bambina… sempre sperando che si tratti di Kuriya. Molte cose sono nascoste, molte sono poco chiare, e lei ha come appiglio solo e unicamente Otsuki e questi suoi posti. Si domanda sempre se la capoclan ne sia a conoscenza o meno… per quanto riguarda se stessa sa che è così. Kunimitsu stessa le aveva inviato una missiva con su scritto che praticamente ella sapeva cosa su di lei, la sua nascita, il suo passato… dunque cosa vieta alla stessa capoclan di sapere anche di Kuriya? Quel posto spetta a lei. Lo brama e farà di tutto per averlo, per trovarsi lei nella condizione di sapere tutto di tutti. Il controllo, il potere. Quello che non ha mai avuto, incatenata da Otsuki fin dalla nascita. <Oh, bhe… sono comunque passi avanti.> sorride mentre sfoglia diario per diario, scaffale dopo scaffale. Non le ci vorrà molto, con calma, con pazienza… arriverà dove vuole. [Chakra: On][Equipaggiamento: lo stesso]

22:59 Kouki:
 Con determinazione riuscirebbe a concludere di scandagliare tutta una parete. Interi scaffali e intere raccolte passate sotto i suoi occhi e tra le sue mani… non sa quanto tempo sia passato, ma sicuramente molto, forse ore. Non le importa, tanto non sente stanchezza e non sente la fame… ha già dei nomi che molto probabilmente sono riconducibili a quella bambina, le serve solo la conferma, le serve solo di più. Inizierebbe ora a cercare sulla parete in fondo, prende i fascicoli, li sfoglia, cerca qualsiasi cosa possa attirare la sua attenzione. Storce appena il naso per via della polvere e chiude più volte gli occhi, strizzandoli, sempre per lo stesso motivo. La polvere le da’ fastidio, ma non sarà certo quella a fermarla. È un lavoro certosino, e sembra davvero infinito, ma non ha mai la sensazione di non farcela o che la mole da controllare sia troppa, poiché non ha nessuna fretta. Non si ferma anche se la testa inizia a pulsare, anche quando le nozioni iniziano a diventare troppe e le parole scritte iniziano a confondersi tra di loro. Chiude l’ennesimo fascicolo e si porta le mani al viso, sospira e si stropiccia gli occhi, poi fa scorrere il dito indice e medio di entrambe le mani alle proprie tempie e se le massaggia. E’ abituata a fare molto di peggio, è stata sottoposta a stress e mole di lavoro molto più intense, per questo non sente il bisogno di concedersi pause e continua, riprende la sua ricerca. Passerebbe all’altro scaffale sull’altra parete, scorrerebbe fascicoli e diario, e infine… trova quel qualcosa. Trova quello che le fa accendere l’attenzione e la lampadina. Un diario che non appartiene a Otsuki ma a un altro uomo il cui nome corrisponde a quello trovato tra gli scritti di Otsuki. Man mano che legge e scorre le pagine, il sorriso spunta ricolmo di vittoria e soddisfazione sul viso pallido della ragazza. <E’ lei.> ma man mano che legge ecco che qualcosa non sembra andare proprio nel verso giusto… l’espressione si irrigidisce, si fa seria e se fosse possibile impallidisce ancora di più. Tensione, la testa pulsa. <Diamine.> e Otsuki ha anche aiutato enormemente questo uomo, ma soprattutto… è qualcosa che di certo non farà piacere ai suoi genitori se si venisse a scoprire. Richiude il diario, ma anziché rimetterlo a posto, se lo infilerebbe all’interno del kimono, ben fermo in vita grazie alla stretta fascia. Rimane in piedi ancora per un po’ a cercare di metabolizzare quando ha appena letto, chiude gli occhi, cerca di fare ordine. Ora ha tutte le informazioni che le servono su quella bambina, ma muoversi per fare qualcosa in merito? Ancora presto. <Tu dici?> domanda mentre esce dalla stanza e si dirige verso l’uscita del laboratorio. <Pensi davvero che sia una buona idea?> sorride nel sentire l’Altra ridacchiare, ben sicura della proposta appena fatta. <Ci penserò.> parlarne con Kunimitsu… potrebbe davvero servire, del resto è proprio da lei che ha ricevuto carta bianca e il via libera per trovare e uccidere Otsuki, potrebbe quindi fare la stessa cosa anche con quest’altro uomo e i suoi tre seguaci, basterebbe dipingerli come un pericolo per il Clan e per Kunimitsu stessa. Ci deve pensare. Per il momento ha trovato ciò che voleva, dunque lascerebbe la Magione e molto probabilmente, non essendoci più nulla a trattenerla a Kusa, ripartirebbe per l’Isola, dove ancora i suoi doveri sono concentrati. [END]

Kouki si reca alla magione del clan Yakushi per portare avanti una ricerca che riguarda una deshi del suo clan che a quanto pare vive una situazione simile alla sua. Dopo che già due persone le hanno parlato di lei, si sente in dovere di indagare per scoprire la verità, e qualcosa alla fine salta fuori.