Kuriya

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con Kuriya

21:00 Kuriya:
  [Albergo- Stanza Chiha] Ha aperto gli occhi e si è trovata qui senza rendersene nemmeno conto. Fa ancora in tempo a scappare, correre più veloce che può per rifugiarsi nella sua camera in locanda, nessuno la costringe a rimanere qui, insieme alla Dama Bianca, nella sua stanza. Eppure la bambina di Kusa non si muove. Ha seguito Chiha, le ha stretto la mano, ha lasciato che ella la toccasse e vedesse quel suo piccolo incidente, ha lasciato che quella ragazza di Konoha si trasformasse nella Dama Bianca del suo Mondo Immaginario e l’ha lasciata raccogliere i pezzi della giovanissima di Kusa. La bambina ha permesso tutto questo, la bambina ha deciso di fidarsi, poiché ora vede il volto perfetto e meraviglioso di Chiha, non la considera più facente parte della schifosa realtà, e come tale crede fermamente che non le farebbe mai del male. Non le importa di ciò che circonda l’esterno di quella stanza, lascia fiori da essa i passi, i rumori, la gente marcia che respira… che tutti facciano i loro comodi a quest’ora, chi vuole cenare, chi vuole uscire, chi vuole passeggiare o dormire, niente di tutto quello le interessa; alla bambina, mentre stringe ancora con forza il ciondolo a forma di testa di Tigre di Norita, interessa solo di Chiha. Chiha e lei, lei e Chiha. È confusa da quello che prova, da quel sentimento chiamato benessere, spaventata da quella sorta di amicizia, disorientata da quella fiducia. Abbassa il capo e i capelli blu sfumati di azzurro ondeggiano carezzandole il collo, sempre a caschetto e sempre corti dietro e più lunghi sul davanti, ma stanno decisamente crescendo. Gli occhi rubini sono distanti e confusi, si rifiutano di vedere ciò che è accaduto e ciò che accadrà, ovvero una profonda prova di fiducia da parte della bambina… e una terrificante prova per la Dama. Sente una mano, leggera, che si posa sulla sua piccola spalla… minuta com’è anche la mano che sente e sa per certo che sia del suo amico immaginario; impossibilitata a vederlo ancora ma ora riesce a sentirlo e a percepirlo. Quella situazione sembra snervarla a tal punto che se fosse possibile diventare ancora più bianca lo farebbe, ma la bambina rasente già la trasparenza e il suo disagio si può solo intuire dal petto che si alza e si abbassa velocemente. Gli occhi vagano, scavano e percorrono quella stanza così accogliente eppure tanto fredda per lei, o forse è la piccola che sta sudando ghiaccio? E’ nervosa, sarebbe normale. Cammina per la stanza senza una meta precisa, mentre come sottofondo permette al rumore dell’acqua, dal bagno, di riempirle le orecchie. Le piace il profumo che si sta espandendo da quel luogo… la mano si alza e percorre il profilo di qualche mobile: il letto, la lampada, il comodino… e certamente quella lettera chiusa. La apre, ovviamente, le è stato detto di fare come se fosse nella sua stanza e quindi non tiene a freno la sua sete di conoscenza, la leggerebbe se ci fosse scritto qualcosa, ma poi la lascerebbe lì sul comodino, senza nemmeno richiuderla. Non è molto presente, corrosa dall’agitazione, ogni tanto si sente facente parte del mondo e ogni tanto no. Un bagno e un cambio di vestiti, niente di più semplice eppure è come se stesse andando al patibolo. Rimbomba nelle orecchie il battito del suo cuore ed costretta per forza ad impastare il chakra per sentirsi un poco più sicura. Congiunge le mani all’altezza della bocca dello stomaco e con esse formerebbe il sigillo della pecora, ora chiude gli occhi e cerca di rimanere da sola con se stessa e la sua mente dato che deve lavorare di fantasia e concentrazione, ignorando tutto ciò che la circonda. Con respiri profondi e regolari tenterebbe di accompagnare la sua mente in uno stato di concentrazione profonda e se ci riuscisse si isolerebbe nel buio che avvolge il suo corpo e la sua mente. In quel luogo nessun rumore dovrebbe raggiungerla e disturbarla e il tempo sarebbe scandito solo dal lento e profondo intervallarsi dei suoi respiri. Se ci fosse riuscita creerebbe le due energie che stanno alla base del chakra: quella mentale e quella fisica, la prima farebbe capo alla sua concentrazione e alla forza di volontà che possiede, se ci riuscisse sarebbe un’energia isolata all’interno del suo corpo calma e controllata come è la sua mente, porterebbe con sé un profumo diverso dal solito, più caldo ed accogliente, come la lavanda. L’energia mentale le ricorda il mondo immaginario che si è creata, perché esso nasce dalla sua mente ed è dunque lì che la Fantasia si accumulerebbe. La seconda energia invece è quella fisica e se fosse riuscita a creare la prima ora creerebbe anche questo secondo componente, se quella mentale fa capo alla volontà e alla concentrazione, questa farebbe capo ai muscoli e alla forza fisica qualcosa di più materiale e tangibile. Esattamente come lo è la Realtà che la circonda, tangibile, orribile e schifosa, sarebbe dunque fredda e spigolosa e porterebbe con sé l’odore del sangue. Anche questa seconda energia, se fosse creata, sarebbe isolata nel suo corpo, distinta da quella mentale. Se fosse riuscita a creare queste due energie allora cercherebbe di farle unire all’interno del suo corpo, non considerandole dunque come due entità differenti, ma come addendi di un’operazione molto importante, Fantasia e Realtà andrebbero a fondersi alla spasmodica ricerca di un equilibrio, dalla loro unione, se avvenisse, dovrebbe infatti nascere il chakra. Ecco fatto, se ci fosse riuscita rilasserebbe le braccia intorno ai fianchi sciogliendo il sigillo. <Arrivo.> giunta la voce della Dama, la giovanissima di Kusa raggiunge il bagno ed oltrepassa la soglia, lì fa vagare ancora lo sguardo rubino e osserva i vestiti, a lungo… poi passa alle pareti, alla vasca e infine alla stessa Chiha. <Devo spogliarmi?> è una domanda talmente stupida, però si sente quella voce, piccola, che sembra tremolare appena. Goffa, imbranata. Ha deciso di fidarsi e non può correre via adesso, sarebbe irrispettoso nei confronti della Dama Bianca. [Tentativo impasto chakra]

21:54 Kuriya:
  [Albergo- Stanza Chiha] Nella testa vorticano ancora le parole che ha letto in quella lettera, sono semplici e sono le parole intime che qualcuno ha voluto rivolgere a Chiha. Sono parole scritte da parte di Norita e questo sinceramente non ha idea di come la faccia sentire. Non riesce a capire cosa sta provando, non riesce a comprendere se sia felice oppure no, sollevata forse si, perché vuol dire che si conoscono e significa che la bambina può ancora rivedere la Tigre di Konoha, ora più che mai ne è convinta. Il fatto che sembrano avere quella perfetta armonia come la fa sentire? Esclusa, forse. Ma fanno entrambi parte del suo Mondo Fantastico e non ha nulla da temere, non le farebbero mai del male. Caccia quella lettera nel profondo della sua mente, la fa scavalcare da altri pensieri e altri timori… forse la serata potrebbe cadere anche su quell’argomento, chi lo sa, ma ora deve solo pensare a quello che deve fare. Un bagno, un semplice bagno, non dovrebbe portare con sé tutte queste tensioni, e invece. Sente il corpo tutto infreddolito coi muscoli rigidi e le ossa gelide, non le dispiacerebbe davvero quel bel bagno caldo, magari in compagnia della Dama, immersa nel profumo delle rose del suo giardino. <Già, domanda idiota.> si morde il labbro inferiore ed abbassa lo sguardo, infastidita dalla sua stessa stupidaggine cogliendo solo ora che quella domanda era dettata solo dall’imbarazzo, dalla sensazione soffocante dei ricordi. <Giocheremo… con la schiuma?> è qualcosa di tanto astratto per lei, che non ha mai fatto nella realtà. Si rende conto che quella stanza, quel bagno, è una zona di comfort, dove niente le può fare del male, come se fossero nel suo Mondo Perfetto. Un rifugio niente male in effetti, potrebbe addirittura giocare con la Dama. Stranita, ma un po’ ci spera nel suo profondo, potrebbe addirittura accettarlo. Segue con lo sguardo il dito della ragazza che indica i vestiti e li guarda ancora una volta annuendo. <Si, mi piacciono, sono il mio stile.> in effetti non sono molto diversi da quello che solitamente indossa quando è fuori casa. <A te no?> domanda a bruciapelo, istinto dato che la Dama non sembra volerli guardare e la bambina associa questo modo di fare al fatto che forse non li trova di suo gusto. Chiude per qualche istante gli occhi e raccoglie un profondo respiro nei polmoni che poi espelle silenziosamente, mentre le mani già armeggiano con la zip della felpa e con impaccio la apre rivelando la maglia a mezze maniche color blu elettrico che indossa al di sotto. Si toglie la felpa e la piega, questa volta mettendo a nudo le braccia. Quelle braccia. Dalle spalle fanno capolino diverse cicatrici, esse continuano lungo le braccia, oltre a quelle sono presenti anche dei lividi nella zona delle braccia, sotto le ascelle, e sui polsi. Piega la felpa e l’ascolta cercando di sembrare normale e disinvolta, ma il cuore è già scappato in gola… quella è la sua prova di fiducia. <Non mi addormenterò.> accenna un sorriso, piccolo, molto piccolo. <Puoi rimanere se vuoi. Se no come giochiamo con la schiuma?> purtroppo è una questione di autodifesa: la voce di fa fredda e distante, tagliente quasi, e lo sguardo evita accuratamente quello della Dama mentre l’ascolta e lascia la felpa vicino alla porta. <Tu e Norita state insieme?> ebbene la domanda doveva essere fatta, e ora deve essere posta per cercare di deviare l’attenzione su quello e non su di lei, così da permetterle di continuare a spogliarsi. Se mai la Dama decidesse di rimanere quello che vedrebbe verrebbe di conseguenza: tolta la maglietta altre cicatrici si renderebbero visibili sulla schiena, sui fianchi, sul petto e sul ventre, altri lividi, altri pezzi d’anima in frantumi. Spogliatasi completamente anche le gambe intere mostrerebbero altre cicatrici, lividi sulle cosce e sulle caviglie. Stesso scempio. Alcune ferite sono fresche, alcuni graffi addirittura recenti. Ora la Dama può vedere solo la superficie, sempre che sia rimasta, la bambina si volterebbe giusto un attimo per osservare Chiha. Lo sguardo rubino perduto, adulto, consapevole, e un amaro sorriso. <Mi fido.> e poi si avvicinerebbe alla vasca da bagno per osservarla, la mano tasta appena la schiuma scoprendola così morbida e profumata. Si perde in ciò che vede, tutto le sembra perfetto, niente fuori posto… può sentirsi al sicuro. Inspira a pieni polmoni il profumo di rose e chiude gli occhi… le sembra di trovarsi in un giardino fiorito, qualcosa di perduto e amato. Riapre gli occhi e immerge la mano per saggiare la temperatura dell’acqua. Inizierebbe ad entrare nella vasca ora, con calma, tanto nessuno le corre dietro e ha intenzione di assaporare quel momento. [Chakra: si]

23:03 Kuriya:
  [Albergo- Stanza Chiha] Giocare nella realtà come di solito faceva nel suo Mondo. Si, al passato, perché per lei è ancora difficile riuscire a trovare la strada del ritorno, eppure non deve essere tanto lontana… sente la voce del Cappellaio, sente la sua presenza, sente gli odori. Quella è la loro serata, è LA serata. Non è sicura, proprio per niente, eppure si sente così tanto al sicuro da credersi nel suo Rifugio e quindi può comportarsi come meglio crede e dettare le regole. La Dama glie lo permette. <Proporre io un gioco?> viene messa in difficoltà, perché dovrebbe chiedere il permesso al suo Amico, ma non sa come fare, eppure la sente quella lieve spinta che avverte sulle spalle… e lui, la sta incoraggiando a giocare, perché sì, attraverso il gioco lei potrà ritrovare la strada per la sua Wonderland. <Si… ma non ho mai fatto giochi con la schiuma.> non ci aveva mai pensato. <Però giocavamo con le nuvole.> ancora parla al passato. <Indovinare le forme e poi prenderle fra le mani…> solleva le mani verso l’alto, come a voler toccare una nuvola grazie alla prospettiva, una nuvola immaginaria si intende. Lei dal basso, nel suo Mondo, poteva toccare le nuvole e modificarle in cielo con le mani grazie alla prospettiva. <Crearne altre e indovinarle. E inventavamo storie disegnandole con le nuvole.> giochi da bambini insomma, ma non sono suoi perché è stato il suo Amico a proporli. <Possiamo fare questo con la schiuma.> sorride, si è proprio un vero sorriso, di quelli spontanei e bellissimi. Lo sguardo rubino si illumina ma allo stesso tempo sembra guardare lontano e le sembra di vedere dei rossi capelli nella vasca… che lui sia lì. No, un battito di ciglia e sono già spariti, eppure era così vicina. <Dopo li provo e vediamo se mi stanno.> non commenta oltre, sinceramente è troppo presa dai giochi e dalla schiuma, così tanto che si dimentica l’imbarazzo per il suo stesso corpo, per lo scempio che ha addotto sulla pelle. E’ nel suo Mondo, niente e nessuno può farle del male, di conseguenza è tutto perfetto attraverso i suoi occhi, è tutto… simmetrico e balsamico. Lì può essere toccata, abbracciata, lì si, perché non c’è dolore. Questo bagno è una finestra sul suo Mondo e la Dama l’ha aperta per lei. <Sei sicura? Potrei divertirmi parecchio a scegliere per te.> sogghigna divertita all’idea di farle indossare quello che più le pare, certo che segua però delle dettagliate regole scelte da lei. Niente di scoordinato e i colori che si devono abbinare. Può sempre trovarle un buffo cappello. Lo stesso buffo cappello che la Dama sembra crearsi da sola con la schiuma, un bel cono da festa da mettere in testa… ride, qualcuno ride. E’ il suo Amico che ride e senza pensarci su due volte, quella risata, come sempre, contagia anche lei. La bambina di Kusa ride. Lo fa con il cuore, lo fa perché è realmente divertita, ed è una risata che scalda il cuore. Si, lei nel suo Mondo Immaginario ride. <Ti sta molto bene! Aggiungerei una bella fontanella che esce dalla punta.> come una cascata insomma, e con la mano muove l’indice per aria, seguendo la prospettiva è come se cercasse di disegnare una fontanella d’acqua che spruzzi dall’alto del cappello. La vede… non esiste realmente, ma lei riesce a vederla. E’ bellissima, gli occhi rubino si sgranano. Riesce a vederla! Il tutto viene reso ancor più comico dalla reazione della Dama a quella sua semplice ed ingenua domanda: è lì con il viso paonazzo, balbetta, con un capello di schiuma in testa mezzo afflosciato… e per di più la bambina ci vede anche una piccola cascatella che zampilla dal capo colandole sul viso. Sorride, allarga quel sorriso ma non con fare predatorio questa volta, è un sorriso divertito. <Okay, ho capito: state insieme.> è inutile che lei tenti di deviare il discorso o di nasconderlo… quella reazione rende palese ogni cosa. <Sei tanto imbarazzata, che carina. Eppure non sei più una bambina.> per lei reazioni simili sono infantili, lei non ne ha mai avute e non ritenendosi più bambina da un po’, è ovvio che le relega a quella fase della vita. La guarda mentre va a prendere i Sali da bagno, lei finisce di svestirsi ed entra in acqua alla fine, ma rimanendo ancora in piedi. Sta aspettando la Dama. <Va benissimo, si.> la osserva mentre versa altri Sali. Spera che non la stia drogando… scuote la testa, no, non può avere quei pensieri proprio ora. <Cosa ti piace di Norita?> ed eccola che torna alla carica, ma questa volta vuole davvero cercare di capire. [Chakra: si]

00:23 Kuriya:
  [Albergo- Stanza Chiha] I sentimenti che prova Chiha, la bambina non sa nemmeno cosa siano, troppo presto per lei o comunque disillusa per quei sentimenti romantici e puri, i quali non esistono per lei, non sono mai esistiti e non esisteranno mai. Per la Dama Bianca è diverso e lei vuole solo capire, perché in quel modo non si è mai sentita. Serata magica, serata perfetta, lì nel suo Mondo Perfetto, un rifugio dove tirare fiato. La giovanissima di Kusa rimane in silenzio mentre l’albina accarezza la schiuma e inizia a raccontare la storia fantastica di un Pony. È una bella storia, intrigante e affascinante, ma anche triste per quell’amore impossibile se non per una singola notte. Immagina che ci siano molte avventure di questo Pony, immagina che egli possa correre nel suo Mondo, nei prati sconfinati e su per le nuvole, lo può vedere se chiude gli occhi. Si dissocia per qualche istante seguendo con lo sguardo color rubino la mano della Dama che viaggia e sfiora l’acqua, il lago di cristallo. <Un po’ triste, ma bella.> commenta con un filo di voce solo alla fine, non l’ha mai interrotta, rapita da quelle parole. Osserva la schiuma… eccolo, le sembra proprio di vederlo: un piccolo Pony che saltella e vola tra il candore di quelle nuvole saponate. <A me…?> viene colta impreparata, non è da lei raccontare storie a qualcuno di diverso dal suo Amico. Ora non sa cosa dire, ammutolita, si mordicchia il labbro inferiore e osserva la schiuma. <La Tana del Serpente.> comunica dopo un po’ di silenzio. <Noi ci raccontavamo della Tana del Serpente.> crea un piccolo buco con le dita in una montagnetta di schiuma, che va fino in profondità a toccare l’acqua sottostante, un tunnel. <E’ la profonda Tana del Serpente, se sei curioso di vedere cosa c’è lì infondo, non ti resta che buttarti. Non ci sono appigli o modi per rallentare la caduta… anzi se allunghi troppo le mani rischi di tagliarti con le rocce affilate. Si dice che è come essere morsi da mille Serpi.> inizia a muovere le mani sulla schiuma, unisce dei cumuli e inizia a modellarla creando un muro fatto di picchi e la mano cala sulla superficie d’acqua di fronte ad esso. <Arrivi sul fondo e c’è uno specchio di sangue rosso vivo, è un sangue velenoso ma se vuoi sapere cosa c’è alla fine della Tana devi fare attenzione, bisogna prima valicare il muro.> muove le dita come se stesse camminando sulla schiuma. <Non si sa cosa ci sia oltre il muro… per ognuno è diverso, ogni persona vive la propria esperienza, ma comunque nessuno fa mai ritorno dalle profondità della Tana del Serpente. Si dice che si affronta le paure più profonde o i nostri desideri.> cerca di creare un serpente con la schiuma. <Il Grande Serpente vede tutto e tutto sa… egli può cambiare la realtà intorno a te, per questo per ognuno è diverso ciò che si trova, ma come sia in realtà la Tana nessuno lo sa. Anche se nessuno è mai tornato, tutti tentano ogni volta perché si dice che si riesce ad arrivare in fondo si trova un grande Tesoro.> conclude, di certo con il cappellaio era tutta un’altra storia, lui sa come renderle migliori e più… vere. <Io l’ho visitata, sai?> una volta o forse più, si. Quello è l’unico luogo in grado di fare del male, in quel suo Mondo Perfetto. La guarda crearsi quel vulcano in testa con l’acqua. <Decisamente pessima idea.> sogghigna appena e poi la osserva mentre crea un altro cappello… lo accetta, certo, ma ci apporta delle modiche: crea altri due cornini ai lati del cono e se lo piazza sulla testa blu. Non una parola, deve sentire cosa ha da dire la Dama a riguardo di Norita. Comprende quelle parole ed è una bella risposta, ma viene colpita da delle cose più di altre… il freddo. Non sente più freddo, forse non ha più paura. Ha scacciato via le ombre e hanno creato un legame molto intenso. <Non senti freddo.> lei invece si, molto. Non risponde alla domanda posta dalla ragazza, non ha voglia di dire il come lei abbia conosciuto Norita. <Quindi vi volete molto bene, siete entrati in risonanza. Sembra una bella cosa. Anche a me piace perché mi ha fatto vedere la Persona oltre il ninja. Lui… mi ha considerato una Persona e non una Cosa…> abbassa lo sguardo e finalmente si immerge. <Si.> sembra che qualcosa l’abbia rabbuiata, qualcosa ha incrinato qualche suo meccanismo. Si siede nella vasca e cerca di immergersi in quell’acqua calda per non sentire freddo. <Immagino che a lui debba piacere molto il tuo corpo.> gioca con l’acqua e con la schiuma, non guarda la Dama bianca, ma è chiaro a cosa la bambina stia alludendo in questo preciso istante. La piccola, come detto, non ha mai provato pensieri o sentimenti romantici, è tutto molto fisico e concreto per lei. [Chakra: si]