Hoseki

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13:38 Damanthia:
  [Viale di ingresso] La rossa, dopo tanto tempo, incede sul vialetto di ingresso del parco di Chimoku, isola in cui mai si era recata prima di questi tempi. I suoi lunghi capelli rossi sono liberi di ondeggiare sulle spalle, disegnando nell'aria un moto pendolare, sinuoso e in qualche modo anche elegante. Indossa la tenuta da combattimento, perchè in cuor suo sa di non potersi più fidare di nessuno e di dover essere sempre pronta a tutto. Il coprifronte di Konoha è legato intorno alla coscia destra, mentre i porta kunai sono allacciati alla coscia sinistra e i restanti borselli alla vita. Il suo viso esprime un'assenza di emozioni che si confonde nella nebbia, lo stesso offuscamento dei suoi ricordi e dei suoi pensieri. I suoi occhi spaziano tra le fronde degli alberi e i fili d'erba ai suoi piedi, come se cercasse qualcosa, qualcuno, o semplicemente la ragione della sua esistenza. E' sola, sa di esserlo da così tanto tempo che ormai la compagnia di qualcuno è solo un ricordo che le gratta la gola, che le raschia il cuore, che le riscalda la pelle.

13:44 Saneatsu:
  [Ingresso] Quale miglior invito a farsi una passeggiata nella natura della nebbia? Come se fosse stata richiamata i suoi passi si sono mossi in direzione di quello splendido, rapita dal momento segue i suoi piedi lungo quei sentieri, i suoi luminosi occhi verdi scrutano la nebbia, non attraverso ma proprio la stessa manifestazione atmosferica. I capelli oggi sono sciolti, neri e lunghi le ricadono lungo la schiena fin sotto le scapole, lisci e morbidi come fossero fatti di seta, il corpo è fasciato da un semplice kimono michiyuki, che poi altro non è che un semplice chimono con scollo rettangolare, un tenue rosa il colore scelto da lei oggi, un girocollo dorato a dare luce alla sua figura. Maniche svasate che ricadono fino alle dita affusolate. Sulle gambe un pesante paio di collant coprenti a proteggerla dal freddo, visto che l’abito le arriva fino a metà coscia, ai piedi un paio di sandali da ninja, sempre pronta ad obbedire agli ordini, in un certo senso almeno visto che stranamente ad oggi non si piò più considerare una schiava, almeno nel senso più stretto del termine. Sfiora, per distrazione, una ragazza dai capelli rossi, solo questo viene colto dai suoi occhi che non le prestano molta attenzione, giusto un chinare del capo come per chiedere scusa rivolto a lei prima di tornare a fissare distratta il mondo

13:50 Damanthia:
  [Viale] La scia offuscata dei suoi pensieri viene interrotta da un movimento a lei prossimo, uno sfiorarsi di corpi casualmente vicini in uno spazio così ampio e sintomo di libertà come un parco cittadino. Un angolo di verde pregno di un'umidità nell'aria che si posa sulla pelle come piccole goccioline di acqua. Volge il capo in direzione della mora, appena in tempo per notare il cenno del capo in segno di scusa. Osserva le sue fattezze, con fare quasi indiscreto, soffermandosi sul vestiario e sui monili che ornano il corpo di quella donna. Damanthia, in risposta, accenna un sorriso circostanziale, come se appena si avvedesse della sua presenza, o come se ne accettasse l'esistenza per inerzia. La terra sotto i suoi piedi risponde morbida ai suoi passi, anche se battuta per il passaggio dei fruitori del parco. E il profumo degli alberi e del legno, stuzzica alcune cellule del suo corpo, come un richiamo primordiale. <Buongiorno> si sente dire, senza che ne avesse reale intenzione. Si ricorda solo ora del suono della sua voce, una voce spenta da tempo. Calda, sensuale, come brace morente in un camino caldo.

13:56 Saneatsu:
  [Ingresso] Una voce giunge alle sue orecchie, nascoste sotto quel mare nero, una voce umana che a lei suona come dolce fiele, quel singolo saluto le ricorda di quali privilegi si goda ad essere considerati come essere viventi e non semplici oggetti, eppure per abitudine la sua prima reazione è di rallentare il passo fin quasi a fermarlo per poi cercare intorno a sé altre persone, qualcuno che identifichi il saluto, non si aspetta certo di godere di simili gentilezze. Le ci vuole qualche istante prima di comprendere che lì non ci sono altre persone, almeno non nelle immediate vicinanze. Torna quindi ad osservare la rossa, la fissa con una reale attenzione ora e poi accenna ad un sorriso felino, allungato e diverto <oh> esclama quindi con un fil di voce, pacata e dal tono senza particolari inflessioni <buongiorno> replica quindi fermandosi definitivamente, quasi a voler permettere all’altra di raggiungerla o superarla a seconda poi di quelle che saranno le intenzioni della sconosciuta.

14:01 Damanthia:
  [Viale] Lei, osservatrice attenta, non può rinunciare alla sua innata curiosità e alla sua voglia di capire, comprendere le cose che la circondano. E anche se non aveva intenzione di parlare con nessuno, il suo corpo decide per lei e ferma il suo incedere, a pochi passi di distanza dalla mora. Usa la mancina per raccogliere la chioma cremisi e, con un moto semi circolare, la sposta su una sola spalla, lasciando che copra in parte il seno sinistro e in parte libera di appoggiarsi morbida sulla pelle del braccio. Sono pochi istanti, o forse secondi prolungati, quelli che la rossa utilizza per studiare le fattezze della mora, per osservarne i lineamenti, le espressioni, il colore della pelle e l'eventuale rossore sulle gote. Anche se sulle sue labbra, dipinte di rosso, si disegna un sorriso, i suoi occhi restano immutabilmente seri, tradendo quindi una cortesia di mera circostanza. Vorrebbe dire qualcosa, vorrebbe avere qualcosa da dire. Ma è stata immersa in un silenzio per così tanto tempo, che le sembra quasi innaturale spezzarlo.

14:09 Saneatsu:
  [Ingresso] Attende il tempo necessario per comprendere <continuiamo insieme la passeggiata?> perché alla fine ciò che l’aveva spinta fin lì non perde d’esistere solo per le nuove e strane attenzioni ricevute. Il suo viso affusolato non può che risultare elegante, abbastanza alta e magra, un siluette longilinea la sua, occhi allungati ricordando la tipica forma a mandorla ma al contempo distaccandosi abbastanza da risultare quantomeno particolare, iridi verdi ed estremamente luminose così come il candido incarnato che pare comunque in salute, senza scadere nel pallore dei cadaveri o della malattia, i capelli riflettono quel poco di luce presente, chiaro segno di quanto curi il suo aspetto o di quanto, più difficilmente, sia stata baciata dalla fortuna e dalla natura. La mano destra si stacca dal suo fianco, lentamente e con eleganza così da indicare il sentiero, fornisce, mentre parla, seguito alla sua voce, qualche istante di attesa prima di riprendere il cammino <posso quantomeno conoscere il suo nome?> sorride ancora, esattamente come prima, come se in qualche modo volesse affascinare la ragazza, atteggiamenti che se non fossero svolti con la sua pacatezza potrebbero sembrare studiati ed impostati. Insomma si atteggia da manuale <io ho molti nomi, ma sarò lieta di condividerne uno in caso> si volta, il mento punta diretto verso il proseguo del cammino, si lascia rapire ancora una volta

14:16 Damanthia:
  [Viale] <La natura accoglie chiunque la rispetti> dice, in risposta alla proposta della mora. E nel mentre, riprende un lento incedere. Anche se in tenuta da battaglia, il suo corpo esprime le forme e l'armonia di una donna giovane, elegante e sempre consapevole della propria bellezza, il cui impatto ha fornito alla rossa molteplici occasioni di successo, ma anche molteplici rovi da districare. I suoi occhi si posano per qualche istante sulle curve della mora, per confrontarne l'abbondanza rispetto alle proprie e per saggiarne, con il solo sguardo, la consistenza. Non che lei abbia mai avuto mire sulle donne, ma sicuramente apprezza la bellezza nel suo insieme, come fugacità di un presente che influenza sia il passato che il futuro. <Damanthia, così mi chiamano> Che corrisponda poi al suo vero nome è un dettaglio che lei spesso ignora, perchè non apprezza le persone che così l'hanno battezzata. <Non mi interessano i molti nomi, l'unico che potrebbe interessarmi è anche l'unico che ha un reale potere sulla persona.> Risponde, con calma e senza inflessioni particolari sull'accento. <Da dove viene?> Gli anni saranno passati copiosi, gli eventi saranno trascorsi dolorosi e influenti, ma il suo vero io non cambia e mai lo farà.

14:27 Saneatsu:
  [Ingresso] Il passo riprende, in compagnia questa volta anche se la maggior parte della sua attenzione viene donata al piacere che le reca sentire le goccioline di nebbia sulle sue guance, sulle sue labbra e persino sul nasino. Insomma è stata attirata proprio dal tempo e non si lascerà distrarre così semplicemente <allora temo sarebbe inutile fornire un qualsiasi nome> replica a sua volta, si ritrova accanto ad una combattente affilata ma che pare andare subito al sodo <non hanno alcun potere per me> si affretta quindi a spiegare <se rispondere o meno lo decido solo io, volta per volta> uno sguardo fugate rivolto alla sua interlocutrice seguito da un nuovo sorriso, esattamente come il primo che le aveva rivolto <ma è un piacere fare la sua conoscenza Damanthia> aggiunge quindi continuando sempre ad incedere lentamente lungo quei sentieri, attraverso quei percorsi nell’incontaminata natura che la cattura con la sua dichiarazione di guerra alle regole, ai limiti e agli ordini, una forza che si può solo invidiare <provengo da molto lontano ma ormai è possibile trovarmi a Kusa> sembra quasi che ci provi del gusto a rispondere sempre così criptica, attenta a non dire davvero nulla su sé stessa eppure nemmeno se ne rende conto, è semplice abitudine la sua <lei è originaria di qui?> continua quella conversazione leggera e semplice al momento, che le permette di saggiare un po’ di libertà senza più sentire il collarino, con la netta sensazione di poter davvero essere ciò che preferisce

14:35 Damanthia:
  [Viale] <Allora un nome vale l'altro, le concedo. La chiamerò Hoseki, allora.> Se la mora non ha intenzione di fornirle un nome adeguato, sarà lei a battezzarla come meglio preferisce. La rossa ha sempre avuto il pieno controllo sulle sue azioni e ha sempre cercato di averlo sulle scelte altrui. E' un vizio da primadonna, è vero, ma è un carattere distintivo del suo ego, spezzato forse, ma potente. <Io vengo da Konoha> sposta la destra a picchiettare, con l'unghia smaltata dell'indice, il coprifronte allacciato intorno alla costra destra, come per rafforzare il concetto appena espresso e, in qualche modo, sottolineare l'ovvietà dell'informazione. Non è acida nel suo modo di porsi, è solo che esprime emozioni in un modo tutto suo. Sembra quasi apatica, ma in realtà il fuoco scorre dentro di lei come lava pronta ad eruttare. E questo vulcano è rimasto inattivo per troppo tempo. Ora instabile, pericoloso, incontrollabile potrebbe esplodere da un momento all'altro. <Il potere è una cosa così fugace che può passare da un paio di mani ad un altro senza che ce ne rendiamo conto, sa?> Sospira, con un lieve sorriso che va dipingendosi sulle labbra. <Un giorno crede di possederlo, il giorno successivo si ritrova senza quello che credeva fosse suo>. Esperienza personale? Di sicuro.

14:44 Saneatsu:
  [Viale] Annuisce e abbozza un sorriso divertito <e Hoseki sia> concede <anche se trovo che sia troppo duro, mi si adatterebbe meglio un suono più delicato> continua quindi a disquisire sul nome come se non le appartenesse, come se alla fine non si trattasse del modo in cui chiamarla <Konoha eh> la mano destra si alza nuovamente per scostare qualche ciocca dal volto e rimetterla dietro alle spalle, scoprendo così l’orecchio che sul padiglione auricolare, in alto, porta semplicemente un copri orecchio dorato, un intreccio di fili estremamente sottili che formano solo un confuso disegno <Qualche quartiere particolare di Konoha?> forse sta andando un po’ troppo sullo specifico ma è inutile biasimarla, tanto non porterebbe a nulla. Ascolta quindi il discorso della compagna di viaggio, la lascia parlare a lungo mentre un amaro sorriso le sorge sul volto, gli occhi sembrano correre ad un passato più o meno lontano, si perdono qualche istante nei ricordi prima di sospirare, amaramente e come se un grosso peso si fosse poggiato sulle sue esili spalle <lo so bene> risponde chiudendo però lì il discorso, senza dilungarsi oltre, senza giocare ed essere cortese, un taglio secco e netto che la conduce poi al tanto amato e conosciuto silenzio, si guarda in giro osservando la bellezza del paesaggio in cui sono immerse quasi dimentica di non essere più sola, come se in qualche modo tutto fosse stato resettato e loro si trovassero nella condizione di qualche minuto prima a quel fortuito incontro

14:52 Damanthia:
  [Viale] Inarca un sopracciglio come se stesse davvero soppesando l'importanza del suono dolce o meno di quel nome.. <Cosa c'è di più delicato di un gioiello? E vedo che a lei piacciono in particolar modo> Sorride, inclinando il capo, mentre camminano sul sentiero battuto, per sbirciare altri eventuali monili oltre a quelli già notati. <Non teme di risultare eccessivamente appariscente in una terra che non la riconosce come propria?> E i pensieri si susseguono nella sua mente come nodi che si sciolgono e permettono l'accesso a curiosità diverse, a step, come una caverna esplorata con attenzione sui dettagli. <Di cosa si occupa, Hoseki?> Cerca di comprendere se è una kunoichi quella che accompagna la rossa in questa uggiosa giornata. <Non torno a casa mia da così tanto tempo che non so, se dopo tutti gli eventi avvenuti, quel quartiere sia rimasto come una volta> Ammette, lasciando che i suoi occhi si coprano di un velo di ricordi confusi, con qualche volto che scompare quasi subito dopo essere apparso. <Sono stata via per parecchio tempo...> Dice, quasi più a se stessa che alla sua interlocutrice. Non è contenta di questa separazione dalla società per così tanto tempo, ma l'ha dovuto fare, quasi più costretta che per propria scelta. La coercizione degli eventi che pesa sul capo di una donna combattiva, che non ama e mai ha amato arrendersi.

15:02 Saneatsu:
  [Viale] Il discorso prosegue, chiusa la parentesi che lei stessa ha preferito non approfondire <non bisogna confondere significato e significante però> replica quindi <anche se lei ha ragione apprezzo la bellezza dei gioielli per quanto ne riconosco anche la pericolosità, adescano l’occhio distraendo da dettagli ben più importanti> non approfondisce comunque troppo ciò che vuole intendere, proprio come prima, fermandosi prima di andare troppo oltre e limitandosi ad andare avanti, passando oltre a ciò che stava rischiando di ricordare a sé stessa <la mia natura è appariscente, il numero di ninnoli da me indossi non cambierebbe il risultato> scuote appena le spalle, ancora una volta dicendo tutto e nulla <sono una Kunoichi come lei> per una volta risponde in maniera estremamente diretta, un episodio estremamente raro. Conitnuano con il loro incedere mentre ascolta Damanthia, ne carpisce una tristezza di fondo, una specie di sofferenza durante il racconto, insomma non pare proprio felice d’essersi allontanata dal villaggio per quello che par essere stato un bel po’ di tempo, chissà però quanto con precisione <una missione?> domanda appena è sicura che lei abbia concluso il racconto e non si limiti ad una pausa <o una scelta personale?> aggiunge voltandosi verso la ragazza, la rossa e puntandole addosso i suoi occhi versi, penetranti e attenti, finalmente donandole tutta la sua attenzione

15:44 Damanthia:
  [Viale] Ascolta con pazienza e lieve interesse ciò che la mora le dice..<Qualcosa mi dice che, proprio perchè lei conosce la pericolosità della distrazione derivante dagli accessori, se ne ricopre con così cura dei dettagli. Probabilmente per deviare l'attenzione altrui da qualcos'altro che non ama condividere> Diretta, anche parecchio invadente agli occhi di alcuni, ma è il suo essere senza filtri che la porta a parlare in questo modo. <E il suo essere una Kunoichi mi da conferma di quanto appena detto> Il percorso di un ninja è dettato dallo studio e dalla dedizione all'esercizio, ma anche dallo studio dei dettagli e delle tecniche adeguate per avere la meglio in un combattimento, anche quando le basi sono sfavorevoli al successo. <Da quanto tempo porta avanti i suoi studi? Che traguardi ha raggiunto?> L'assenza di un coprifronte ben visibile, nella mora, potrebbe essere indice di un grado ancora pari all'allieva, o potrebbe essere altresì una scelta per nascondere il potenziale. <Una missione. E una scelta personale. Una missione per me stessa> Spiega, pur mantenendosi in principio vaga. <Ho dovuto salvaguardare il mio benessere. Mi capisce, vero?> In un qualche modo si sente simile a quella donna dalla chioma bruna. Non sa per quale motivo, ma la sensazione è quasi netta.

15:53 Saneatsu:
  [Viale] Un solo sorriso divertito rivolto alla ragazza, come a voler confermare senza parola alcuna le affermazioni dell’altra, si nasconde ancora una volta dietro all’ambiguità dei suoi modi, così diversa rispetto all’altra <o forse> accenna appena <sono solo molto vanitosa> allunga appena il passo come a voler essere inseguita o semplicemente per testare la compagna del momento, impossibile leggere dietro ai quei gesti <quante domande> svicola semplicemente, evita una risposta diretta nascondendosi dietro a ciò che appare <una mente molto curiosa eh?> sinuosa continua la sua camminata, volgendo appena il capo verso l’incontaminata bellezza del luogo, allungano la mano destra senza però mai provare a toccare davvero le foglie e gli alberi, si avvicina, sembra bramare quel contatto che però lei stessa si nega <mi chiedo solo se la sua missione fosse approvata dal clan e dal villaggio> ancora prova a carpire informazioni, muovendosi piano in quella foresta di parole <o se è quantomeno disposta ad affrontare tutte le possibili conseguenze> solo ora abbassa la destra, la riporta verso il suo fianco e si arresta, portando i piedi l’uno accanto all’altro, volgendo il busto verso la rosa e facendosi per un istante dannatamente seria, fissandola quasi con insistenza per osservare eventuali reazioni del suo volto, sussulti e qualsiasi altro dettaglio

16:01 Damanthia:
  [Viale] Socchiude gli occhi, prima, poi li chiude, inspirando a piene narici un improvviso profumo proveniente dagli alberi intorno a lei. E' un continuo richiamo, labile prima, forte dopo. La chimica del suo corpo e del suo chakra che, ricorda, essere così affine all'ambiente di cui si circonda. Una sensazione che la scuote a livello molecolare, cosa di cui è conscia, in parte. Questo la distoglie dalle parole e dai movimenti della bruna e così anche lei si trova a fermarsi sul posto, lasciando che Hoseki si fermi poco oltre. <La curiosità è la sete dell'anima> Risponde, mistica. Come se solo alla fine avesse carpito le parole proferite dalla kunoichi. <E io di sete ne ho tanta. Lei no?> Sorride, un sorriso che proviene dal passato. E proprio nel passato si rituffa, per trovare le parole in risposta alle domande che le vengono poste. <Il Clan? Il Villaggio?> Ripete, schiudendo le labbra in una forma di sorpresa. <Non mi sono posta il problema a dire il vero. Sono dell'idea che il villaggio debba poter contare su combattenti utili. E nello stato in cui ero, non sarei stata utile a nessuno.> Fa spallucce, come se la cosa davvero non la tangesse nemmeno. <Non che io non tenga al mio villaggio, tutt'altro. Ma era l'unica cosa giusta da fare..> Sorride, ora...più serena...<Pronta ad affrontarne le conseguenze, ovviamente.> E la determinazione illumina i suoi occhi cobalto, mentre ammicca verso la sua improbabile compagna.

16:10 Saneatsu:
  [Viale] Persino i suoi capelli iniziano ad accusare l’umidità della nebbia, facendosi semplicemente un po’ più crespi, più gonfi e difficili da pettinare, non che ci stia davvero provando è semplicemente una sensazione che avverte e che la infastidite al punto da andare a cercare un elastico al polso, nel poi successivo tentativo di portare la chioma sul lato sinistro del suo corpo ed iniziare ad intrecciare una lunga ma morbida treccia, con le mani appena bagnate dall’umidità stessa della nebbia che ha anche i suoi lati negativi. Lascia che l’altra si esprima, che concluda il suo discorso e torna a fissarla, occhi agguerriti, sicuri e decisi, almeno questo è ciò che a lei traspare <meglio così allora> puntualizza infine, riconoscendo l’energia della rossa e semplicemente rispettandola. Quella serenità che appena le si legge in viso, un semplice cambiamento che par positivo anche se lei certo non ha idea su come interpretarlo <ora vorrei proprio sapere come finirà la sua storia> un sorriso che par quasi un augurio di buona fortuna <appena termineranno qui tornerà indietro?> continua ancora ad intrecciare i lunghi capelli mentre parla, riparandoli come può dalle semplici condizioni metereologiche, cercando di mascherare e mantenerne immutata la bellezza. La osserva con uno sguardo sottile, divisa tra i suoi capelli e l’interlocutrice

16:21 Damanthia:
  [Viale] Probabilmente la conversazione con Hoseki ha avuto un effetto terapeutico sulla rossa, perchè la determinazione nel suo sguardo trasmette serenità ad ogni fibra del suo corpo. La compagnia, le chiacchiere stimolanti, servivano da trampolino di lancio per l'inizio del recupero delle normali funzionalità della Kunoichi, represse da troppo tempo. Sorride alla sua interlocutrice..< Esatto, Konoha mi aspetta..> Almeno è quello che spera. Poi si sofferma ad osservare Hoseki e i suoi movimenti per la cura dei capelli.. <Aspetti un minuto.. Ho una cosa per lei..> Distoglie lo sguardo e si osserva intorno, concentrando la sua attenzione sugli alberi intorno a lei. Compie qualche passo in loro direzione, con la delicatezza di chi rispetta la natura, con il rispetto di chi sa di appartenerle e doverle tanto. Si avvicina ad un albero a foglie larghe, tronco robusto e legno scuro. Solleva la mancina e la posa sul legno, lo accarezza e vi si avvicina ancora un poco. Chiude gli occhi e poggia la fronte sulla superficie lignea, inspira profondamente ed espira con altrettanta intensità. Cerca di entrare in comunione con quell'albero, in un sacro e intimo momento di riverenza. Poi, con una lentezza riverente, si solleva sulle punte dei piedi per staccare delicatamente un paio di foglie dalle fronde più basse.. <Grazie..> Sussurra, all'albero e a nessun altro. China lievemente il capo, sorridendo e torna a voltarsi verso la mora. <Ponga queste foglie tra le sue mani, le schiacci delicatamente e lasci che la linfa vi inumidisca la pelle. Dopodichè le passi tra i capelli... Si fidi. L'efficacia del suo nutrimento renderanno i suoi capelli più morbidi. > Pare che la tristezza nel suo sguardo per ora sia solo un ricordo. Ora c'è spazio solo per l'equilibrio e la comunione con l'ambiente. <Restituisca così l'energia richiesta all'universo, e l'equilibrio potrà mantenersi stabile>. Porge le foglie alla donna, con un sorriso affabile, in attesa.

16:29 Saneatsu:
  [Viale] Osserva i movimenti della rossa senza comprenderli ma nemmeno senza opporsi, si limita solo a lasciarla fare guardandola, più sicura e decisa mentre conclude la sua opera andando a chiudere la lunga treccia con l’elastico. Ascolta quindi le istruzioni dell’altra, facendo attenzione per poterle meglio memorizzare senza rischiare eventuali errori. Allunga quindi la mano verso le foglie che le vengono porte così da ricevere il dono <la ringrazio> replica semplicemente, oh i regali le piacciono <mi assicurerò di farlo il prima possibile> e con questa frase andrebbe a sistemarle sotto l’obi chiaro, con estrema delicatezza così da assicurarsi che le foglie non vengano schiacciate o rovinate in alcun modo <quando avrà sistemato tutto l’aspetto a Kusa, confido che sarà in grado di ritrovarmi> un sorriso di congedo nasce sul suo volto mentre china delicatamente il capo in direzione dell’altra <ora temo di dover tornare i miei doveri, è stato un piacere> raddrizza la schiena e si lascia guardare un altro istante, mostrandosi in tutto quella che per lei è la sua bellezza <Damanthia> dolcemente le esce dalla bocca il nome, come a voler sottolineare che se ne ricorderà, che ha apprezzato e tutto ciò che di buono può esserci nel mostrare d’aver prestato attenzione a qualcuno. Con questa ultima parola torna sui suoi passi, decisa e veloce senza però mai perdere la sua eleganza, diretta alla prossima tappa del suo viaggio [end]

16:36 Damanthia:
  [Viale] Studia attentamente i movimenti della sua interlocutrice, mentre si ferma nuovamente vicino a lei e le porge le foglie. Ha fatto un dono che a sua volta le è stato fatto dalla natura, e vuole assicurarsi che il beneficiario sia veramente meritevole. E la cura con cui ripone le foglie e le conserva, è già sintomo di un rispetto che non tutti sanno esprimere. <Sarà un piacere ritrovarla, ne sono sicura> Sorride divertita, ora perfettamente a suo agio. <Le auguro un buon proseguimento per tutto>.. China lievemente il capo in segno di saluto <Hoseki> Sorride, ammicca e si volta nella direzione opposta a quella intrapresa dalla kunoichi dai neri capelli. Inspira ancora una volta il dolce profumo degli alberi, è come l'ossigeno di cui necessitava. La consapevolezza che il suo fuoco non si è mai spento, ma solo sopito, risulta essere per Damanthia la scintilla di cui necessitava. E con questa rinnovata coscienza, si allontana dal parco. [end]

Si ritrovano per caso e tra una mezz aparola e un'insinuazione Damanthia comprende di avere ancora la forza del fuoco dentro di sè mentre Joruri ci guadagna un prezioso rimedio di bellezza.