Non avere paura

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01:37 Tenshi:
 E' una notte strana quella. Onosuke dorme sogni beati, mentre la rosata non si sente tranquilla. Fuori, irrompe il temporale, impetuoso, ed il suo cuore non è sereno. E' come se l'esterno rispecchiasse ciò che la genin ha all'interno: la tempesta. Non sa bene perché si senta così, non c'è un motivo in particolare per essere giù di morale. Sa solo che, nonostante stia diluviando, ha un bisogno impellente di uscire e di trovare un po' di pace. E' raro che lei si senta in questo modo, dato che è una di quelle persone con il sorriso sempre stampato in faccia. Ma non oggi, a quanto pare. Mentre un lampo illumina la stanza dei due genin, la Senjuu esce fuori, impugnando un ombrello rosa, il quale, probabilmente, la farà bagnare lo stesso, data la natura del temporale. Si trova sull'uscio, sotto il davanzale, il quale la ripara dalla pioggia. Prima di allontanarsi, decide di richiamare il chakra, data l'ora tarda e dato che su quell'isola avrebbe potuto incontrare gente di ogni genere. Porterebbe le mani al petto, congiungendole e formando il sigillo della capra. A questo punto, immaginerebbe due sfere: una rossa, l'altra blu. La prima, in corrispondenza del capo, rappresenterebbe la forza spirituale; la seconda, in prossimità del ventre, simboleggerebbe la forza fisica. Comincerebbe a far ruotare le due sfere, dapprima sul proprio asse, per poi spingerle l'una verso l'altra verso il petto. Qui, cercherebbe di unirle, andando a formare un'unica sfera: quella del chakra. Se tutto ciò fosse andato a buon fine, una grande forza inonderebbe ogni singola cellula del corpo di lei. A questo punto, chiude la porta dietro di sé, per poi aprire l'ombrello e sorreggerlo, in modo da ripararsi, per quel che può. Inizia a camminare. I lunghi rosa, ondeggiano sinuosi da un lato all'altro, mentre i passi di lei avanzano veloci. Indossa una maglia rosa a maniche lunghe, con uno scollo a barca, che lascia scoperte le scapole e parte delle spalle; sopra la maglia, ha un giubbotto corto in pelle nera. Dei pantaloni blu in jeans, a vita alta, le fasciano il ventre e le gambe, delineando le sue esili forme. Ai piedi ha degli stivaletti bassi neri, mentre al polso destro tiene legato un nastro rosso particolare: con del filo bianco vi è cucito il proprio nome, Tenshi, e dalla catenina che lo tiene unito, pende un ciondolo verde a forma di angelo. Cerca riparo sotto i davanzali delle case, nel frattempo, ma le punte dei capelli vengono già inzuppate dalla pioggia. Le viene in mente un luogo in cui di certo una Senjuu potrebbe trovare una certa tranquillità: il parco. Infatti, il contatto con la natura, con gli alberi, riesce sempre a rasserenarla. Arriverebbe, quindi, al luogo designato e avanzerebbe al suo interno. Troverebbe, finalmente, un posto dove sedersi: ai piedi di un grande albero dalle grandi foglie, grazie alle quali l'acqua viene trattenuta e solo qualche goccia arriva al suolo. Si siederebbe quindi su una grande radice sporgente, con le spalle contro la grande corteccia e le gambe piegate verso il proprio petto. Ascolterebbe il rumore del temporale, cercando di controllare il proprio respiro, per trovare, in quella notte tempestosa, quella pace di cui aveva bisogno. [Tentativo richiamo del chakra][Chakra 25/25]

01:37 Hitomu:
 Il cielo è scuro. Le nuvole nere coprono le stelle che solitamente si mostrano sulla volta celeste. Da queste, la pioggia scende a dirotto sulla terra sottostante. L'oscurità di questa immagine viene interrotta a tratti da fulmini che come saette cadono verso il basso illuminando il firmamento. Un lampo, attimi di silenzio e poi il boato del tuono che irrompe nel cielo spaventando i corvi che trovano riparo tra i rami degli alberi. Proprio sotto uno di essi, nel parco dell'isola di Chumoku, sta trovando schermo il jinchuuriki della Foglia sbarcato poco ore prima dalla nave che lo ha portato qui. Seduto con i glutei sul terreno e le gambe incrociate aderenti all'erba, il dorso del biondo è poggiato sulla corteccia di un albero. Dalle foglie dei rami sopra di lui, cadono gocce d'acqua che lo colpiscono con ritmo irregolare. I capelli biondi sono umidi, così come i suoi vestiti. Il vestiario comprende una maglia a maniche lunghe di colore blu con il simbolo del Villaggio del Vortice sulla schiena, un giubbotto smanicato di color verde con varie tasche sopra, un pantalone di colore blu con una fasciatura bianca sulla coscia destra e, infine, un paio di sandali da ninja di color nero. Sopra le spalle, porta un haori di colore rosso scuro con delle fiamme colorate di nero che si disegnano sul fondo. Una veste simile a quella indossata quando era Hokage ma con i colori completamente differenti. Lo sguardo del Nono è rivolto verso l'alto fissando la pioggia che si abbatte sull'isola. <Proprio un bel benvenuto devo dire..> dice ironicamente mentre le sue sopracciglia si aggrottano leggermente rendendo il suo viso più serio del solito. Cerca di ritrovare un po' di pace in quel luogo così silenzioso se non fosse per il temporale in corso. Una pace più interiore questa volta, diversamente dalle battaglie che combatte il jinchuuriki. Un momento per riflettere sul periodo che sta vivendo. Le sue palpebre si chiudono in questo momento. <Mmh..> qualcosa sembra interrompere la sua concentrazione. Alle sue spalle può sentire dei passi che portano qualcuno ad avvicinarsi al grosso albero su cui sta poggiando ora. Una persona si siede, al suo stesso modo, dalla parte opposta alla sua. Hitomu non la può vedere ma, data la vicinanza, sarebbe impossibile non sentirla. Mantiene i suoi occhi chiusi mentre le labbra si separano leggermente tra loro per permettere alla sua voce di uscire e farsi sentire dall'altra parte. <Se penso a quanto è grande questo parco, credo che fosse scritto che dovessimo scegliere entrambi questo albero..> un filo di voce esce arrivando all'udito dell'altro. Destino? Coincidenze? Pura casualità, forse? Bisogna scoprirlo. [chk on]

01:37 Tenshi:
 E' immersa nei propri pensieri. Le orecchie sono tese ad ascoltare l'armonia distorta del temporale. Cos'è quella strana tensione che ha dentro? Perché il cielo sembra rispecchiare l'umore della genin? Perché è tutto così… scuro? Sono domande alle quali, per il momento, non riesce a dare una risposta. Magari è solo un giorno un po' strano. Magari è solo quella fase della sua vita, la piena adolescenza, che la porta ad avere sbalzi d'umore. O magari è solo meteopatica. Non saprebbe dirlo. Il respiro è controllato, cadenzato, regolare. Le iridi, di un azzurro più scuro del solito, contornato da un verde smeraldo, sono puntate sullo spazio davanti a lei, controllando la presenza di eventuali persone. Di colpo, il filo dei propri pensieri, viene interrotto da una voce, simile ad un sussurro. Una voce alla quale la rosata non riesce a dare un volto. Il capo scatterebbe a destra e poi a sinistra, alla ricerca di una figura, per poi rendersi conto che la fonte di quella voce fosse alle sua spalle. E' una voce conosciuta. Una voce che la porta indietro nel tempo, a Konoha e a quando era ancora una bambina. E' una voce che fa parte della sua infanzia. Eppure, non ne riesce a delineare i contorni. Non riesce a capire di chi sia. Sarà che la sua mente è troppo ricolma di pensieri in quel momento? Sarà che non sentiva quella voce da un po' di tempo ormai? Il capo verrebbe abbassato, per poi essere sorretto dalla destrorsa, in una posa pensierosa, mentre la Senjuu cerca di spremere le proprie meningi e di ricordare qualche particolare in più. < Il destino a volte è buffo > esclamerebbe senza pensarci. Senza pensare al fatto che, dietro quella corteccia, sulla parte opposta dell'albero, possa trovarsi qualcuno di una certa portata. Si alzerebbe, a questo punto. Percorrerebbe un poco meno di un semicerchio, fermandosi ed appoggiando la destrorsa sulla corteccia. Piano, il capo farebbe capolino, guardando direttamente la fonte della voce. Gli occhi si spalancherebbero, mentre quei lineamenti verrebbero riconosciuti. Capelli biondi, occhi azzurri, vestiario da ninja di Konoha e haori. Il capo tornerebbe indietro di scatto, nascondendosi da quella figura appena riconosciuta. La schiena verrebbe poggiata completamente sulla corteccia, sulla quale si poserebbero anche i palmi delle mani. Gli occhi ancora sgranati, mentre guardano un punto indefinito davanti a sé. Il respiro irregolare dopo la scoperta. Solo adesso, si rende conto che quella frase che aveva pronunciato era stata un po' troppo confidenziale. Non sa bene come comportarsi, cosa dire. Perché ha questo problema con le persone? Perché in queste situazioni è sempre impacciata? Eppure, è proprio questo lato della sua personalità che la rende ciò che è. < Hi-Hitomu-sama > balbetterebbe, ancora nascosta dalla corteccia. Va bene chiamarlo così? O anche questo è troppo confidenziale? E poi, perché si sta ancora nascondendo? [Chakra on]

01:41 Hitomu:
 La pioggia continua a battere sull'erba senza l'intenzione di interrompere il proprio ritmo. Una visione un po' più oscura del cielo rende l'animo del jinchuuriki più cupo, come se il suo umore si riflettesse attraverso questa notte tenebrosa. Tutto ciò porta il Kyudaime a lasciare scoperto il suo volto. Vuole essere se stesso, Hitomu, come poche volte è potuto esserlo nella sua vita. Lui è sempre stato il Nono Hokage. La persona su cui fare affidamento quando ce n'era il bisogno. La persona a cui chiedere consiglio quando era opportuno. Poche volte è stato Hitomu, un ragazzo come tanti con i stessi problemi quotidiani di molte altre persone. Chi sarà presente quella sera, avrà la possibilità di vedere il suo viso in maniera trasparente. Senza cappuccio, senza maschere. Senza nascondersi dai problemi. Le sue parole vengono scandite lentamente e risuonano nell'aria fino ad arrivare all'altra. E la risposta lascia sorpreso il jinchuuriki. Non tanto per ciò che viene detto ma per il tono femminile che fuoriesce dalle labbra di lei. Una ragazza in giro a quest'ora della notte in solitudine? Non sarebbe proprio sicuro. Le palpebre di Hitomu si aprono lentamente mostrando le iridi azzurre su cui si riflette il temporale in atto. Con la coda dell'occhio, il biondo riesce a scrutare i lineamenti di lei che entrano all'interno del suo raggio visivo. Questo solo per un attimo, prima che lei scompaia di nuovo dietro quella corteccia. Ad un tratto, il nome del Nono viene pronunciato e la ragazza dimostra di conoscerlo. <Esatto.. Questo è il mio nome e così puoi chiamarmi, cara..> il modo in cui lo chiama e il fatto che sia ancora nascosta porta il jinchuuriki a pensare che la ragazza possa essere spaventata dall'averlo incontrato in un posto del genere. <C'è abbastanza spazio per entrambi qui per terra, se vuoi..> sussurra il Kyudaime ruotando leggermente il viso in direzione della posizione dove ha visto lei. Il capo torna, successivamente, ancora dritto con le iridi che guardono il temporale davanti a lui <Come ti chiami?> domanda ora lui alla ragazza cercando di sciogliere un po' la situazione. Lei è un po' tesa, forse, ma non ce ne sarebbe motivo. Hitomu è messo lì seduto, proprio come lo era lei pochi secondi prima. <Se non fossi venuta da questa parte, staremmo già parlando da alcuni minuti. Il destino è proprio buffo.. Hai ragione> riprende le parole di lei dette alcuni istanti prima. Il Nono torna in silenzio infine aspettando che sia lei a prendere una decisione sul futuro di questo incontro casuale. [chk on]

02:12 Tenshi:
 Lei non riesce a mostrare quasi mai se stessa completamente. Un lato del suo carattere rimane sempre nascosto, sopito, mostrato solamente alle persone con le quali è riuscita a raggiungere una piena confidenza. Ciò che mostra agli altri, invece, è solo la sua parte debole, la sua parte maldestra. E vorrebbe cambiare questa sua parte di sé, ma poi… non sarebbe più Tenshi Senjuu. Gli occhi sono puntati ancora in un punto indefinito, mentre la pioggia continua a scendere incessante ed il cuore di lei è sempre più inquieto. E' agitata, come sempre. Pochi sono gli incontri nei quali è riuscita a mantenere il controllo del panico. Forse si possono contare sulle dita di una mano. Gli incisivi superiori afferrano con forza le labbra inferiori, mordendole. Non vuole di certo farsi del male da sola, è solamente un gesto istintivo che fa quando si trova in queste situazioni. Il battito cardiaco è alterato, il respiro ancora irregolare, affannoso. Il nono hokage è lì, accanto a lei. E la rosata si sta nascondendo, rassicurata dal fatto che lui non possa vedere il suo volto imbarazzato. E' stato davvero il destino a farli incontrare? O è stata solamente pura casualità? Per anni, da piccola, aveva sognato di incontrarlo di persona, di parlargli, di dirgli che anche lei, un giorno, sarebbe diventata un ninja. E adesso che può farlo, non trova il coraggio. Le parole del nono, in qualche modo però, la fanno sentire più tranquilla. Le ha appena detto che può chiamarlo così, Hitomu-sama. Quindi… va bene. Un respiro di sollievo viene fuori dalle labbra della genin, mentre la tensione viene pian piano sciolta. Cercherebbe di calmarsi ancora un po', di mandare via dalle sue guance quel rossore che le invadono, mentre il Kibou continua il suo discorso. < T-Tenshi > mormorerebbe con voce tremante, prendendo un respiro successivamente. < Mi chiamo Tenshi Senjuu > risponderebbe poi, con più convinzione. Riprendendo le parole di lei, il nono dice qualcosa che fa sorridere la rosata. Eh sì, il destino è proprio buffo. Prenderebbe un altro lungo respiro. La schiena e le mani, piano, si distaccherebbero dalla corteccia. Farebbe qualche passo lento, ancora indecisa sul da farsi. Un altro respiro. Poi, tenendo il capo chino, avanzerebbe velocemente, mostrandosi completamente agli occhi azzurri altrui. Apparirebbe come una ragazzina esile e bassina, con delle forme decise che fanno ben capire che non si tratta di una bambina, ma di un'adolescente che si sta avvicinando a poco a poco all'età adulta. Velocemente, si siederebbe accanto al nono, senza però guardarlo direttamente, tenendo lo sguardo fisso sui propri piedi. Le gambe verrebbero piegate verso il petto, mentre le braccia le circonderebbero. Probabilmente, a separarli, non vi è neanche mezzo metro, ma solo pochi centimetri. < N-non mi aspettavo di incontrarla qui… > direbbe, dopo qualche secondo di silenzio da parte di lei. Non si aspettava di incontrarlo in quel luogo, è vero. Ma, in realtà, non si sarebbe mai aspettata di incontrarlo veramente nella sua vita. [Chakra on]

23:27 Hitomu:
 Le palpebre si aprono e chiudono ripetute volte, in un movimento costantemente lento, lasciando il tempo che la sua vista metta a fuoco l'immagine che gli si pone dinanzi. Delle saette dividono il cielo in due, un lampo lo schiarisce neanche fosse diventato giorno tutto d'un tratto. E la pioggia non demorde il suo tintinnio sul terreno. Sarebbe meglio essere a letto, sotto le coperte, scaldandosi con una bevanda bollente e stare in buona compagnia. Invece due avventurose persone affrontano il temporale all'aperto lasciando che il destino faccia il suo corso. Nascosta ancora dietro l'albero, la ragazza rivela il suo nome. Tenshi Senjuu. Lo ripete una volta in più, più decisa della prima. Il jinchuuriki ascolta e recepisce. Un'altra Senjuu gli si pone davanti dopo Rin. <Senjuu.. Anche tu> sussurra il Nono a bassa voce. Il Kyudaime deduce che la ragazza deve provenire dal suo stesso Villaggio, da Konohagakure visto il suo clan di appartenenza. Alcuni attimi di silenzio fino a quando i passi di Tenshi li interrompono. La Senjuu si palesa al fianco del jinchuuriki e le iridi azzurre di questo scrutano i lineamenti della ragazza. I lunghi capelli rosa, la carnagione chiara e gli occhi di lei. Ogni dettaglio della Senjuu viene scrutato attentamente dal jinchuuriki che, dopo pochi secondi, ritorna con lo sguardo in alto verso il cielo. Con un colpo di bacino, Hitomu si sposta di qualche centimetro in là facendo posto a Tenshi per permetterle di prendere posto accanto a lui sull'erba. Le parole della Senjuu vengono ascoltate dal Nono che si lascia scappare un piccolo sorriso. Le labbra si allungano leggermente all'insù e, poco dopo, si separano l'una dall'altra lasciando uscire la voce di lui <E dove mi aspettavi, allora?> poche parole girando il viso verso la Senjuu e Hitomu mostra nuovamente un altro sorriso. Vuole mettere la ragazza a suo agio. Se devono trascorrere queste ore insieme, sarebbe inutile essere imbarazzati nel parlare di qualcosa. Meglio scrollarsi immediatamente il ghiaccio da dosso. Il piede destro striscia verso il suo gluteo lasciando il ginocchio flesso. La gamba mancina, invece, rimane distesa giù. Tenshi si trova proprio alla sua sinistra. <Non serve essere così formali questa sera. A volte, si possono fare delle eccezioni..> spiega il jinchuuriki verso di lei facendole intendere che può parlargli in maniera più semplice. <Allora, Tenshi.. Come mai hai deciso di affrontare questo temporale in solitudine?> domanda incuriosito il Kyudaime dalla risposta che le darà la Senjuu. Il suo sguardo rimane sugli occhi di lei attendendo immobile le sue parole. [chk on]

00:05 Tenshi:
 Seduta sull'erba umida, cerca di razionalizzare ciò che sta accadendo. Era uscita, durante quella notte di tempesta, perché ne aveva sentito il bisogno. Un bisogno impellente, quasi come se fosse stato un richiamo. Chi era stato a richiamarla durante quella notte così buia? Era andata al parco, perché le piace la natura, sedendosi ai piedi di un grande albero e proprio qui aveva incontrato il nono. Possibile che fosse stato veramente il destino a richiamarla? Era stato il destino a portarla direttamente sotto quell'albero? Stringendo a sé le gambe ripiegate, guarda in avanti, ascoltando nel frattempo le parole del Kibou. Una domanda viene posta alla genin, che piano si volta verso il viso di lui. Un sorriso, ampio e vivace, le viene rivolto. Uno di quei sorrisi che il nono era solito fare quando girava per le strade di Konoha. Un sorriso che la fa tornare nuovamente indietro nel tempo, a ricordare la sua infanzia e a quanto ammirasse la figura di lui quando era solo una bambina. Era una delle poche persone che le trasmetteva tranquillità in un'infanzia tormentata, nonostante non avesse avuto mai modo di parlargli direttamente. Ma il solo guardarlo, la rendeva serena. Perché lui era l'hokage in carica e, come tale, era riuscito a portare la pace nel mondo ninja. < Beh… non credevo che l'avrei mai incontrata. L'hokage in carica adesso è Furaya-sama e lei, invece, Hitomu-sama, è scomparso dalla circolazione, insomma… > direbbe, tranquillamente, senza balbettare stavolta. Forse, in quella notte instabile, il cuore di lei è riuscito a trovare un po' di pace. L'espressione del volto della rosata è ancora tesa, ma dal suo tono di voce pacato, si può ben capire che è stata messa al proprio agio. Ed è bastato solo un sorriso. Un sorriso che porta con sé una miriade di ricordi. < D'accordo, ci provo… >. Abbasserebbe lo sguardo, tenendo il viso rivolto sempre in direzione del kyudaime, mentre un leggero rossore si impadronirebbe nuovamente delle sue guance. Era stata troppo formale? In che modo avrebbe dovuto parlargli allora? Lui è pur sempre un hokage. < Avevo bisogno di prendere del tempo per me stessa > direbbe, tenendo ancora lo sguardo basso. Ovviamente, non rivela i particolari, perché in realtà non sa nemmeno lei il motivo esatto che l'aveva spinta ad affrontare la tempesta. < Come mai lei si trova qui, invece? > ricambierebbe la domanda, senza pensarci due volte. Lo sguardo ceruleo si alzerebbe, adesso, verso quello cristallino di lui. Le guance ancora rosse, mentre un tenero sorriso fa capolino sul volto di lei. Va bene porgere quella domanda? O forse è troppo personale? Perché non sa mai cosa dire in queste situazioni? [Chakra on]

00:40 Hitomu:
 Il loro incontro può essere parte di un piano scritto dal destino o può essere solamente una casualità in cui due anime in solitudine questa sera trovano qualcuno con cui condividere una parte del proprio tempo. Non si può mai sapere all'inizio, in realtà. Bisogna sempre aspettare il corso degli eventi. Per ora, dunque, dovranno solo godersi questo tempo che li ha fatti incontrare. La mano destra del jinchuuriki poggia sul terreno e le dita sfiorano ogni filo d'erba bagnato. Il viso di Hitomu è rivolto verso la ragazza. Le iridi azzurre di lui si riflettono in quelle cerulee della Senjuu. Il sorriso del jinchuuriki mette pace nell'anima della ragazza che riesce ad essere più tranquilla. Avere di fronte una persona libera da qualsiasi timore è importante. In questo modo, l'altra potrà essere in grado di lasciarsi andare e raccontare le preoccupazioni che si annidano al proprio interno. Una persona in imbarazzo, invece, farà fatica ad aprirsi in qualunque caso. Per questo il jinchuuriki prova sempre a mettere a proprio agio la persona che si trova davanti a lui. Che sia un'allievo, un genin, un chunin o un abitante del Villaggio di qualunque sesso. Per lui, è importante che l'altra persona possa ritrovare in lui quel soggetto a cui riversare tutto quello che si tiene dentro troppo a lungo. Non è un lavoro che si può concludere in una giornata. C'è bisogno di tempo. C'è bisogno di creare un legame con l'altro e instaurare un rapporto di fiducia. Questo è ciò che ha sempre fatto quando era l'Hokage del Villaggio. Ed è quello che continua a fare quando può e quando incontra qualcuno della Foglia. Proprio come Tenshi. La Senjuu inizia a parlare e Hitomu ascolta ciò che gli viene detto. Lei ha ragione. Ultimamente, il jinchuuriki è scomparso dal Villaggio. A causa della sua malattia, sta viaggiando molto e non riesce a tornare alla Foglia anche solo per farsi vedere. <Diciamo che cause maggiori mi stanno intrattenendo al di fuori del Villaggio..> spiega mentre il suo tono si abbassa leggermente. <Se potessi.. Se solo avessi la possibilità, passerei la mia vita al Villaggio> ma questo purtroppo non può avvenire al momento. Le parole di lei continuano anche se rimane, al momento, molto vaga nei suoi discorsi. La domanda fatta prima da Hitomu viene posta nuovamente ora da lei. Il jinchuuriki volta il viso davanti a lui alzando lo sguardo al cielo, con i fulmini che prendono il posto delle iridi della Senjuu nel riflesso degli occhi azzurri di lui. <Questo temporale rifletteva molto il mio umore. Mi sembrava un peccato non passare del tempo a pensare..> spiega in poche parole il biondo spostando ancora una volta il viso verso lei. Lo sguardo di Hitomu si posa su quello di lei. <Tempo per te stessa.. Un'ottima idea. Bisogna sempre prendersi cura di ciò che portiamo dentro di noi. In solitudine, in compagnia..> il tono di voce diventa più lento, scandendo bene ogni sua frase. <Siamo nella stessa situazione allora, credo..> sorride nuovamente dopo aver compreso che per questa notte hanno molto cose in comune. <Tu cosa porti dentro?> domanda di nuovo Hitomu fermando le sue iridi azzurre su quelle di lei. [chk on]

01:29 Tenshi:
 Un lampo illumina il volto del jinchuuriki, delineandone i contorni maturi. Lei lo osserva: probabilmente quella è la prima volta che la rosata si trova così vicina a quella figura. Dopo l'imbarazzo iniziale, adesso una certa emozione si impadronisce di lei. Un'emozione che mitiga il suo essere irrequieto di quella sera, che si mescola ad esso, creando un perfetto equilibrio, una perfetta stabilità emotiva, che la Senjuu riesce a raggiungere solo in rare occasioni. Il suo cuore è bipartito in maniera perfetta: da un lato prevalgono emozioni negative, dall'altro emozioni positive. Da un lato è ancora una debole, una ragazzina timida ed impacciata che cozza con il mondo ninja. Dall'altro è una kunoichi con una grandissima voglia di imparare, di conoscere, di lottare. Un equilibrio precario, che potrebbe essere interrotto da un semplice gesto o da una semplice parola, ma che la fa star bene. E' bastato qualche momento con Hitomu per far sì che lo raggiungesse. Ma chissà cosa potrebbe succedere dopo, una volta che l'equilibrio verrà spezzato. Quale sarà la parte che prevarrà? Con questi pensieri vaganti per la mente, guarda ancora il nono, con occhi brillanti, come quelli di un bambino davanti al suo dolce preferito. < Oh… capisco > mormora con un filo di voce. Ed invece, non capisce del tutto. Se solo potesse, lui resterebbe al villaggio… cosa sono quelle forze maggiori, più grandi della sua volontà, che lo spingono a stare fuori dal villaggio? L'espressione di lei è incuriosita da quelle parole, ma non aggiunge altro, non chiede spiegazioni, perché non è mai stata un tipo insistente a cui piace impicciarsi nei fatti degli altri. Soprattutto perché davanti non ha una persona qualunque, ma ha proprio il kyudaime. Sarebbe una mancanza di rispetto. Quindi lo ascolta ancora, senza interromperlo, affascinata dal fatto che i due si trovino, più o meno, nella stessa situazione. Probabilmente per motivi diversi, ma dentro di loro c'è un temporale. Una battaglia, forse senza fine, chi lo sa? Ed il tempo sembra rispecchiare esattamente, come in un grande specchio, l'umore dei due. Cupo, buio, incostante. Alla fine, la Senjuu prenderebbe parola solo quando le verrebbe rivolta una domanda. < Io… credo di avere una tempesta dentro > il tono pensieroso, lo sguardo distolto da quello di lui, per poggiarsi su un punto indefinito tra i ciuffi d'erba. Una tempesta, una pioggia incessante, un equilibrio che viene sempre distorto, piegato, spezzato. La sua debolezza contro la sua voglia di fare di più. [Chakra on]

02:17 Hitomu:
 Quando il temporale si riflette nelle iridi di lui, dentro Hitomu irrompe ciò che tiene nascosto da un po'. Si contrappone la sua voglia di tornare alla Foglia, di vivere il Villaggio giorno per giorno, di passare del tempo con il suo piccolo Tobirama al suo obbligo che lo porta lontano da tutto ciò, la ricerca di una cura che possa guarirlo. A volte è stanco di viaggiare da un villaggio all'altro alla ricerca costante di nuove informazioni. Alcune volte vorrebbe solamente fare ritorno nella sua dimora e restare lì, seduto per terra magari, a guardare suo figlio che cresce. La sua malattia, però, lo porta lontano da ciò che il suo cuore vorrebbe. Se non trovasse una cura, potrebbe non tornare più al Villaggio e i momenti che tanto desidera potrebbero non realizzarsi mai più. Per questo, ogni volta mette da parte i suoi desideri e si concentra sull'obiettivo che deve portare a cambia in un attimo diventando più cupo. Lei, in realtà, non potrebbe capire e non sa cosa sta accadendo a lui. E Hitomu è costretto a dover rimanere in silenzio senza poter spiegare la sua situazione a nessuno. Soprattutto per il pericolo che i Villaggi stanno correndo dopo la liberazione dei bijuu. Hitomu odia dover mentire alle persone del suo Villaggio ma, per ora, è obbligato a farlo e questo lo fa star male dentro di lui. Lei spiega di aver una tempesta dentro. Una tempesta fatta di pioggia, nuvoloni neri, fulmini, tuoni. Un po’ come l’immagine che Hitomu ha davanti a se questa sera. La mano destra si solleva dall’erba bagnata e ritorna ad appoggiarsi sulla coscia dello stesso lato. Il jinchuuriki guarda la ragazza. Le iridi azzurre si posano sui lineamenti di lei, sui suoi capelli rosa che tanto la contraddistinguono e su quegli occhi così particolari. Avere una tempesta dentro non è facile. Non puoi fermarla. Puoi solamente viverla e attendere che finisca. Una volta terminata, la luce del Sole illuminerà tutto e la tempesta sarà soltanto un ricordo. <E tu sai vivere dentro questa tempesta? O vorresti uscirne?> domanda ancora una volta lasciandosi incuriosire dalle parole di lei. Se c’è una cosa che piace ad Hitomu, è entrare nella testa delle persone e comprendere ciò che c’è. Per capirli meglio, per aiutarli nei loro problemi. Qualcuno potrebbe trovarsi a proprio agio in una tempesta, altri vorrebbero trovare solamente un modo per uscirne nel più breve tempo possibile. Altri sono costretti a rimanerci, invece. Tenshi cosa vuole fare? Vivere per sempre nella tempesta o provare ad uscirne? [chk on]

14:19 Tenshi:
 Quella tempesta non è per nulla facile da gestire. Sentimenti opposti fanno a gara per arrivare primi e non si sa mai quale prevarrà. E' una corsa senza fine, come un pendolo che oscilla da un lato all'altro. Da una parte la sua debole personalità, dall'altra la voglia di diventare più forte. La genin è convinta di aver bisogno di entrambe le parti, per poter essere una brava kunoichi. Ha bisogno di un equilibrio, che tenga a bada quelle forze contrapposte. Ma se questa battaglia uscisse fuori dal suo controllo? Cosa succederebbe a quel punto? Cosa succederebbe se la sua personalità, di colpo, si addormentasse? E cosa succederebbe, invece, se la voglia di essere più forte sparisse? Sia in un caso, che nell'altro, sarebbe la fine. Lo sguardo cupo è ancora puntato su alcuni ciuffi d'erba davanti a lei. I pensieri si susseguono veloci. E se avesse ucciso qualcuno, mentre, magari, la propria personalità è sopita? E se si fosse lasciata uccidere, invece, mentre la voglia di combattere è assente? E' un po' ciò che era successo quella volta con Koi, anche se la fine di quell'incontro non era stata così tragica. Lei aveva lasciato prevalere la propria umanità. Aveva lasciato che la bambina le facesse del male. Ed adesso, cos'è che rimane? Solo... ferite. Adesso alzerebbe la destrorsa, portando lo sguardo sul dorso di essa. Lì, vi è una cicatrice ampia, segno del fatto che una ferita non è stata curata a dovere. La guarda, esaminandola, perdendosi nei propri pensieri. Se la sua debolezza continuasse a prevarre, si farebbe del male da sola, in un circolo vizioso che la condurrebbe dritta alla morte. < Io... non posso uscirne > direbbe, perplessa delle sue stesse parole. Eppure, è vero. Non può uscirne. Deve conviverci. Non può semplicemente astenersi da quella battaglia, lasciando scomparire quei sentimenti in guerra. < Ma non riesco neanche a viverci dentro. Avrei solamente bisogno di una tregua, per poter prendere un respiro di sollievo. Ma se mi fermassi poi l'equilibrio si spezzerebbe... e non so cosa potrebbe succedere a quel punto > il tono di voce è tremante, ma finalmente è riuscita a dire ciò che pensa, anche se il discorso potrebbe non apparire chiaro sin da subito. La mano verrebbe pian piano abbassata, per poi essere portata sull'erba umida. Il capo si volterebbe verso il viso del nono. Gli occhi cerulei apparirebbero sgranati, percorsi dall'ombra della paura. Lei, in fondo... ha paura di sé stessa. Troppe volte ha messo a dormire i suoi sentimenti negativi. E adesso essi si stanno semplicemente ribellando contro di lei. [Chakra on]

14:53 Hitomu:
 La pioggia continua a cadere sull'isola e i due sarebbero protetti solamente dai rami degli alberi che li coprono dalle gocce d'acqua. Ognuno vive la tempesta che si porta dentro e ognuno sa come gestirla. C'è chi è capace di arrestarla e vivere nella serenità e chi invece è costretto a conviverci navigandoci all'interno per tutta la vita. Il Nono in gioventù ha combattuto le sue battaglie interne. Dal periodo in cui è rimasto solo senza i suoi genitori e ha dovuto prendersi le sue responsabilità sin da ragazzo fino agli anni in cui Konoha era sotto la tirannia di un vigliacco disonesto e lui soffriva per il suo Villaggio. Con il tempo, è riuscito a sistemare queste situazioni portando la pace dentro la sua anima. Le tempeste sono scomparse e la luce ha preso il sopravvento portando nella vita di Hitomu una famiglia, il titolo di Hokage del suo amato Villaggio e una pace nel mondo ninja. Lui è riuscito a uscirne e, da quel momento, ha deciso di dover aiutare le altre persone, soprattutto quelle più giovani, a combattere i loro problemi. Tenshi sembra essere chiusa in una gabbia all'interno del proprio corpo. Una persona, dietro le sbarre, che avrebbe paura di venire fuori e mostrarsi al mondo e che per questo preferirebbe vivere in un equilibrio che le garantisce un quieto sopravvivere. E per quanto possa farla stare tranquilla, questo non è vivere. Hitomu ascolta le parole della ragazza trovando timore nella sua voce. Lei posa il suo sguardo verso il jinchuuriki una volta terminato il suo discorso. Le iridi azzurre di lui cercano di di scrutare all'interno di quelle cerulee di lei. Cosa si nasconde nel profondo della sua anima? Questo è ciò che sta cercando di capire il Nono e più i discorsi vanno avanti, più sarebbe complicato riuscire a capire la persona che ha di fronte. <Parli come se fossi costretta a vivere in questo equilibrio. Lo fai per gli altri o per te stessa?> il jinchuuriki vuole provare a comprendere maggiormente la ragazza. Di certo, non si fermerà all'apparenza. La sua volontà di aiutare le persone aumenta se davanti trova qualcuno davvero in difficoltà. E questo è il caso di Tenshi. <La vita è tua, cara. Sei tu che decidi cosa farne. Sei tu che puoi scrivere il tuo futuro. Solamente tu, Tenshi Senjuu..> il suo tono si fa più deciso, più marcato. Lo sguardo intenso del biondo non si distoglie da lei. <Di cosa hai paura?> domanda il jinchuuriki curioso di sapere il motivo per cui non può prendere la sua vita in mano e decidere cosa farne. [chk on]

15:23 Tenshi:
 Perché queste emozioni negative sono venute fuori solo ora? Ora che nella sua vita va tutto bene? Ora che ha delle persone su cui poter contare? Perché non sono emersi prima? Quando era sola al mondo e quando la gente la trattava come feccia? Cos'è cambiato in lei? Forse ha semplicemente preso coscienza del fatto che il male esiste davvero. Lei, che aveva sempre creduto che il bene fosse insito in ogni uomo, adesso ha scoperto che esso convive con il male. Anche dentro di lei, la quale, in sedici anni, non aveva mai fatto del male neanche ad una mosca. Ed il bene ed il male si incarnano nei suoi sentimenti contrapposti, che combattono affinché uno dei due prevalga. Si sente davvero costretta a vivere in quell'equilibrio. Perché non sa cosa potrebbe succedere se essi si mescolassero. Ha paura di quello che potrebbe fare con le proprie mani e con la propria testa, adesso che ha una conoscenza più ampia dei jutsu. Eppure il suo obiettivo è sempre stato quello di aiutare le persone. Davvero se l'equilibrio si spezzasse, sarebbe capace di fare del male a qualcuno? < Credo di farlo per gli altri. Il mio sogno è sempre stato quello di aiutare le persone. E se ad un certo punto impazzissi? Se facessi del male agli altri? > il tono è deciso, come se lei sapesse già quello che potrebbe accadere. Come se fosse sicura che, una volta spenta la propria personalità, ciò che rimarrebbe sarebbe soltanto un lato oscuro di sé. Come se tutti quegli anni trascorsi a stare attenta alle proprie parole ed ai propri gesti, non valessero più nulla. Ma era stata davvero la scelta giusta quella di comportarsi così? Facendo sempre la brava ragazza? Decidendo di non affilare le unghie per paura di fare del male agli altri? O semplicemente, agendo in quel modo, aveva contribuito ad accrescere il proprio dolore? Eppure Kouki glielo aveva detto di stare attenta. Glielo aveva detto che la situazione le si sarebbe ritorta contro. Abbassa lo sguardo, mantenendo il capo rivolto verso il jinchuuriki, mentre ascolta le parole decise di lui. 'La vita è tua, cara. Sei tu che decidi cosa farne'. Aveva mai pensato a se stessa? Aveva mai pensato al proprio bene piuttosto che a quello degli altri? No, probabilmente non lo aveva mai fatto. D'altronde la sua vita andava avanti solo perché spinta dal suo unico obiettivo: salvare più persone possibili. Non importa da chi o da cosa. Il silenzio è la risposta della genin a quelle parole, poiché adesso si trova in dubbio. Non sa se la scelta di vita che ha preso è davvero quella giusta per lei. Voler aiutare gli altri è un grande sogno, è vero. Ma non si può distruggere se stessi per un sogno. < Ho paura di me stessa. Ho paura di ciò che potrei fare, se dessi libero sfogo ai miei sentimenti >. Finalmente, lo ha ammesso. Dopo ben sedici anni ha capito che quei sentimenti non possono essere semplicemente ignorati. [Chakra on]

16:01 Hitomu:
 Le iridi di Hitomu guardano il viso di lei. La fissano consapevoli che all'interno di lei ci sarebbe una guerra in atto. Una battaglia che non si vince con tecniche di arti magiche o illusorie. Una sfida da cui è possibile uscirne solo vivendo nella maniera giusta. Non c'è nulla in Tenshi che non va. Non c'è niente in lei che non ci sia in tutte le altre persone. Lei deve essere solamente capace di controllare questi sentimenti di cui parla. E non ci sarebbe nessuno in grado di aiutarla se non lei stessa. Tenshi potrà parlare con cento persone ma sarà solo lei l'unica che può risolvere la sua situazione. Nonostante questo, le persone accanto a lei possono aiutarla a trovare la strada giusta e Hitomu farebbe proprio questo. Lei pensa di farlo per gli altri perchè la sua volontà è quella di aiutare le persone. Il Nono comprende le sue parole ma ci sarebbe una cosa che vorrebbe dirle. Qualcosa di fondamentale quando decidi di intraprendere un percorso come quello scelto dalla Senjuu. <Non sarai mai capace di aiutare gli altri, se prima non riuscirai ad aiutare te stessa. Nel momento in cui sarai capace di farlo per te, sarai in grado di comprendere le persone che ami e riuscirai ad aiutarle> parla per esperienza perchè è proprio ciò che lui ha vissuto. Lei ha paura di impazzire e rischiare di far male agli altri. Questo è quello che differenzia il bene dal male. La decisione da prendere è sua. Non c'è nulla di scritto, nulla che non si possa cambiare. Nel momento in cui scegliere se fare del bene o fare del male, sarà Tenshi a decidere quale strada prendere. L'istinto andrà per una strada e Tenshi prenderà una decisione. <Sai, nella vita abbiamo sempre una scelta da dover compiere.. Puoi usare i tuoi sentimenti per aiutare gli altri o puoi reprimerli fino a far del male alle persone. Ognuno di noi vive di emozioni e sentimenti. E cosa scegli di fare con essi, lo puoi decidere solamente tu. La scelta è tua. E di nessun'altro, Tenshi..> dice il jinchuuriki abbassando leggermente il suo tono rendendolo più comprensivo verso lei. Lei rivela di avere paura di se stessa e di quello che potrebbe fare. Per Hitomu, non ci sarebbe nulla di più errato nel pensarla così. <Hai paura di ciò che ti rende te stessa. Di ciò che ti rende Tenshi Senjuu. Tu sei questa..> l'indica della mano destra di Hitomu batte nella parte superiore sinistra del petto di lei, a volerle indicare il suo cuore e la sua anima. Gli occhi color azzurro fissi su quelli di lei. <Ciò di cui hai paura è in realtà ciò che ti rende forte. Distruggi questa illusione che ti sei creata e vivi la tua vita davvero, Tenshi> conclude il suo discorso sperando che possa servire a lei per migliorare la sua situazione. [chk on]

16:35 Tenshi:
 Aiutare se stessa. Quest'idea non era mai passata dalla mente della Senjuu. Era troppo concentrata sul proprio obiettivo, a tal punto di dimenticarsi della persona più importante da salvare: se stessa. Aveva sempre pensato di potersi sacrificare per gli altri, credendo di poter dare anche la vita. Ma se davvero fosse morta, come avrebbe potuto aiutare gli altri? E come avrebbe potuto farlo in quelle condizioni? In quel momento in cui la sua mente è così fragile, proprio come la sua personalità. Per poter aiutare gli altri, si deve prima salvare se stessi. Non si tratta di far prevalere il bene o il male. Si tratta semplicemente di custodire la propria vita, come se fosse il tesoro più importante di sempre. E a questo, lei non ci era mai arrivata. Aveva lasciato che gli altri le facessero del male, senza pensarci. Senza pensare alle conseguenze che questa scelta avrebbe portato nella sua vita. Una vita finora vissuta per metà. < Aiutare… me stessa > ripete semplicemente le parole dell'interlocutore, come se avesse capito solo adesso l'importanza della propria vita. Come se avesse capito ora che la padrona della sua vita è semplicemente… se stessa. Non c'è niente di difficile in questo concetto, ma per lei tutto ciò è nuovo. E' come se avesse aperto per la prima volta gli occhi. E' come se stesse guardando il mondo da una prospettiva differente. < La scelta è mia… > con un sussurro, nuovamente ripete le parole del nono. Il suo stesso futuro dipende da lei e non dagli altri. E' lei che decide se fare del bene o del male. Quella battaglia interiore, semplicemente, non esiste. E' lei stessa che l'ha creata, ma non è mai esistita. Sgrana ancora gli occhi, adesso che ha capito che la tempesta… è passata. Credeva che quella battaglia non potesse avere mai fine, che il cielo sarebbe stato sempre in burrasca. Eppure, qualcuno è riuscito di nuovo a riportare il sereno. I muscoli, che erano tesi per l'angoscia e l'agitazione, finalmente si rilassano. Le mani vengono strette in due pugni, contro il suolo. E' come se la sua debolezza si fosse finalmente mescolata con la sua forza, in un tutt'uno omogeneo, perfettamente miscelato. Non esiste nessun equilibrio, non esiste nessuna lotta… esiste solamente Tenshi Senjuu. Una ragazza dai capelli rosa e gli occhi cerulei, debole ma forte allo stesso tempo. < Intravedo un arcobaleno > è tutto ciò che direbbe. Le parole di Hitomu l'hanno portata ad accettare quei due lati di sé. Magari era proprio per questo momento, che il destino, in quella sera tempestosa, li aveva fatti incontrare. [Chakra on]

17:04 Hitomu:
 Aiutare se stessi. Primo di voler il bene altrui, prima di pensare alle persone che ci circondano, bisogna pensare a se stessi. Per il semplice motivo che ognuno vivrà con se stesso per sempre e per questo bisogna vivere in pace interiormente. Dopo aver risolto i problemi nel nostro animo, si può provare ad aiutare le altre persone che ci stanno accanto. Capirle, comprenderle, consigliarle, salvarle. Tutto ciò viene in seguito. Non è semplice ma è un passo che bisogna compiere se si vuole seguire la strada che Tenshi ha scelto. La ragazza ripete lentamente le parole dette dal jinchuuriki, come se ora le fosse tutto più chiaro. La mano destra di Hitomu si allontana dal corpo di lei e ritorna aderente al fianco del jinchuuriki. E le labbra di lui si allungano leggermente all'insù disegnando un sorriso sul suo viso. L'espressione di Hitomu si fa più felice quando sembra che lei sia riuscita a scampare a quella brutta tempesta che si portava dentro. Tutto quello che verrà da oggi in poi non sarà sempre rose e fiori ma lei sa di possedere la forza e la volontà per migliorare la sua vita. E in Hitomu riaffiora quella sensazione che gli mancava da tempo e che lo faceva stare così bene. Quell'emozione che sente solamente quando riesce ad esser d'aiuto a qualcuno del Villaggio della Foglia. Quando era Hokage, era sempre pieno di appuntamenti con gli shinobi del Villaggio che gli parlavano dei loro problemi. Ora che da tempo è assente dalla Foglia, questo genere di incontri è venuto a mancare e quella sensazione gli mancava. Tenshi dice di intravedere un arcobaleno e il jinchuuriki spera che i raggi del Sole possano illuminare la sua vita d'ora in poi. <Guarda lì in alto, Tenshi..> dice il Kyudaime guardando verso il cielo che lentamente si apre. La pioggia smette di cadere pian piano, le nuvole nere si aprono e si allontanano da sopra l'isola e la Luna inizia ad intravedersi in alto. La luce inizia ad illuminare il parco risplendendo sulle gocce d'acqua che si trovano sui fili d'erba. <Mi ha fatto davvero piacere parlare con te questa notte, Tenshi. Mi sei stata d'aiuto..> forse lei non se ne è accorta ma Hitomu sta dicendo la verità. <Se avrai bisogno di parlare ancora, ci incontreremo alla prossima tempesta> sorride il jinchuuriki lasciando questa mezza promessa a lei un po' in maniera ironica. Le iridi azzurre si posano su di lei ancora un'ultima volta mentre lei dovrebbe essere impegnata a guardare il cielo. <Non avere più paura, Tenshi Senjuu. Ci sarà sempre la luce dopo una tempesta> conclude le sue parole e il suo corpo, prendendo un colorito giallo e rosso, sparisce in un lampo. Se Tenshi fosse ancora impegnata a guardare il cielo, non potrebbe accorgersi che Hitomu non c'è più accanto a lei. Il movimento del Nono lascia solamente un leggero soffio d'aria che investe la Senjuu. La serata è terminata e Hitomu cammina per l'isola, alla ricerca di nuove informazioni per i suoi obiettivi. [END]

17:28 Tenshi:
 Un sorriso illumina il volto del kyudaime, dopo aver allontanato la propria mano dal petto di lei. Gli occhi della genin riprendono ad essere lucenti, mentre anche le sue labbra vanno a formare un piccolo sorriso. E' come se i due fossero diventati, quella notte, complici. Non si erano mai rivolti la parola, eppure lei gli aveva aperto il proprio cuore, gli aveva mostrato la propria debolezza. Lui aveva messo una fine alla tempesta di lei, lei aveva portato un po' di felicità nella vita ormai burrascosa di lui. Seguendo l'invito di Hitomu, la rosata alza lo sguardo. Il cielo non è più coperto. La luna brilla luminosa lassù in alto, facendo risplendere le gocce lasciate dalla pioggia e gli occhi speranzosi della ragazza. Come è buffo il destino. Il cielo, ancora una volta, rispecchia il suo umore. La tempesta è passata. Il sorriso si allarga, mentre gli occhi ammirano la luna, come se la stesse guardando per la prima volta. < E' stato lei ad aiutare me... grazie >. Il fatto che lui le abbia detto di averla aiutata, la rende ancora più felice e serena, anche se non ha chiaro in cosa le sia stata utile. Vorrebbe aggiungere altro, vorrebbe capire in che modo lo ha aiutato, ma al momento è persa in quel cielo limpido. In quelle stelle luminose. In quella brezza autunnale. In quella tranquillità dopo la tempesta. Ascolta ancora le parole del proprio interlocutore, annuendo semplicemente con la testa. < Mmm! > mormorerebbe, con il sorriso sulle labbra. Ci sarà sempre luce dopo una tempesta. Sempre. Dopo essere caduta nell'oblio, riesce a cogliere nuovamente quella luce. Una luce splendente, che abbraccia tutto, ogni sua debolezza, ogni sua forza, ogni suo dubbio. Lo sguardo è ancora perso ad ammirare il cielo sereno, quando un soffio d'aria le scosta i capelli. Il capo verrebbe voltato verso la fonte. Si rende conto, solo adesso, che il nono è già andato via. < Grazie, Hitomu-sama > sussurrerebbe fra sé e sé. Il suo cuore è più sereno. Il suo animo più tranquillo. Gli occhi splendono di una luce nuova. In testa ha una nuova consapevolezza: aiutare se stessi è il punto di partenza per essere forti. [END]

In una notte burrascosa, il destino, o una semplice coincidenza, fa incontrare due anime, ognuna in battaglia con se stessa: Hitomu e Tenshi. La tempesta è ciò che li accomuna.

// HITOMU KAWAII <3