Giocata

Giocata Invalida

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con Sumie, Rin

21:44 Rin:
 Dopo una giornata passata tra commissioni, doveri e noia, la nostra piccola Tin Tin ha buttato i piatti da lavare in cucina e ha deciso che non avrebbe passato la serata chiusa in casa. E' stata una decisione categorica. Dopo aver sbuffato un paio di volte, rumorosamente, è andata a cambiarsi per poter uscire. Una volta lasciatasi il Dojo alle spalle, ha preso un respiro profondo e ha iniziato ad incamminarsi. Si mostra ai presenti per quella che è: una ragazzetta di circa quattordici anni, dai tratti ancora infantili leggermente corrucciati e la corporatura minuta. I capelli, dal taglio corto, sono di un marrone scuro, e le circondano il viso tondo in maniera disordinata; due ciocche più ribelli delle altre, sulla sommità del capo, assomigliano a due antenne, o almeno così le ha definite qualcuno. Indossa dei pantaloni di tuta larghi, che si stringono a un elastico all'altezza delle ginocchia, e sono dei sandali tradizionali quelli che porta ai piedi. Una maglietta grigia si intravede sotto ad un haori anch'esso nero, con delle fantasie bianche sulle maniche e sulla schiena. Porta con sé una tracolla, che ondeggia mentre cammina, la cinghia sulla spalla sinistra. Le mani sono affondate nelle tasche dei pantaloni, il nasino all'insù è rivolto verso il basso e gli occhioni sono scuri. Il loro colore sembra richiamare quello delle nuvole di tempesta, in un grigio denso che intrappola la luce, riflettendone ben poca. Silenziosamente, attraversa le strade del Villaggio, andando piano piano in direzione del Centro. Nel caso in cui dovesse incrociare qualcuno di conosciuto, sarebbe un leggerissimo cenno del capo quello che andrebbe a rivolgergli, in segno di saluto. Non ha davvero una meta - dopotutto, è uscita solo per la poca ana di restare in casa - ma quando si ritrova davanti l'ingresso di un bar, butta uno sguardo all'interno, e decide che potrebbe anche fermarsi qui. Entra, rivolgendo un educato, ma poco profondo inchino di saluto ai presenti, prima di andare a trovare un posto dove sedersi. Il primo disponibile. Una volta sedutasi, andrebbe a far scivolare la tracolla per terra, prima di incrociare le braccia sul ripiano del tavolino, e ci si appoggia col mento. Prima o poi qualcuno verrà a chiedere cosa ordinare, ma per adesso aspetta lì.

21:56 Sumie:
  [Ingresso Bar] È riuscita a scappare finalmente dalle grinfie di Mogoru questa sera, ricevere il benestare e la possibilità di uscire senza scorta finalmente le è stata concessa, almeno una volta ogni tanto. Proprio per l'occasione, Kagume ha deciso di migliorarsi un pochettino, levandosi dalle scatole quel classico kimono da suora di clausura, pavoneggiandosi un pochettino. La serata è delle più normale, un semplice cielo appena nuvoloso con una temperatura mite che le può ancora permettere di uscire più o meno sbracciata, di fatto il suo abbigliamento è composto da una felpa a maniche lunghe con cerniera lasciata aperta, cappuccio indossato della medesima che raffigura alle spalle uno strano kanji che significa 'cecità' di colore celeste; sotto la felpa si può notare una semplicissima fascia per il seno, sempre di colore nero, visibile il suo sterno fino alla esigua V che si contraddistingue prima che un paio di jeans completamente strappati facciano da seguito agli occhi di chi stesse osservando la donna. Ai piedi un paio di stivali, neri, con un tacco non eccessivamente alto dove in essi si chiudono i jeans, i quali si infilerebbero dentro già dopo la metà coscia. Un semplicissimo anello articolato di esili dimensioni è inserito nel mignolo sinistro della propria mano, unghie rigorosamente con lo smalto (di che colore?) Nero, ma con delle sottospecie di brillantini sopra che lo farebbero apparire più del dovuto. Sprovvista di ulteriore bigiotteria si dirigerebbe all'interno dello stesso locale dove è appena entrata Rin. Varcata la soglia andrebbe ad abbassare il proprio cappuccio, mostrandosi in volto; del resto è pur sempre un ninja degno di nota, purtroppo. I primi passi verrebbero fatti in avanti, direzionandosi verso il bancone prima di tutto. "Lasciamo conto aperto questa sera? Salda Mogoru domani" Occhiolino nella direzione del barista, ruotando i tacchi a 180° per osservare i vari tavoli presenti; come non inquadrare immediatamente Rin? Appena seduta e, a quanto pare, da sola "Hey!" Ma chi? "Ti faccio compagnia, posso?" Le gambe si muoverebbero velocemente verso il tavolo di Rin, senza dire né A né B, tirerebbe indietro di poco una sedia frontale alla seduta della donna, accomodandosi "Che prendi?" Subito, veloce, non bisogna pensare "Io faccio che prendere direttamente una birra e me la lasci qui, che ne dici?" Rivolgendosi al barista, indicando il centro del proprio tavolo "La prima me la apri, le altre cinque le lasci in una conca con del ghiaccio che mi scoccio ogni volta a chiamarti, considerale già consumate se non le finisco poi" Sghignazzando appena "E tu?" Ruotando velocemente gli occhi verso Rin "Ah, Kagume, piacere" Distendendo la mano verso la ragazza, attendendo sue. Decisamente una entrata brusca oserei dire.

22:14 Rin:
 La solitudine, comunque, non dura molto. Si rende conto in fretta di essere lei la destinaria di quel 'Ti faccio compagnia, posso?', e si tira su col viso, raddrizzandosi leggermente con il busto, ma senza scollare le braccia dal tavolo. Alza lo sguardo verso la figura della donna, vedendola avvicinarsi, e le labbra si schiudono appena. Siamo piccoline e con poca conoscenza generale, ma che è un viso conosciuto è sicuro. Si raddrizza del tutto, lasciando scivolare le mani fino a farle atterrare sulle proprie coscie. Con le sopracciglia ancora leggermente aggrottate, fa un leggero inchino in direzione della Hyuga, senza smettere di guardarla. <Certo, nessun problema> risponde quindi, ma lei si è gia seduta. Non era esattamente previsto, ed è una nota di curiosità a modellarle il viso, nel guardarla rivolgersi al barista. Ordina delle birre, a conti fatti 6, e la deishi non può fare a meno di sgranare, di poco, lo sguardo. E', probabilmente, la prima volta che le capita - suo padre, al massimo, beveva del vino a cena. Le viene chiesto cosa ordina, e Tin Tin sembra restare un attimo interdetta. <Ehm...> che bella domanda. Si rivolge al barista <Del matcha, per favore> dice quindi, il tono di voce un po' incerto - è pure sempre in un bar, ce l'avranno, no? Intanto, la donna si è presentata, e le sta porgendo la mano. Guarda prima la mano, poi la donna, poi di nuovo la mano. Si, ha già sentito questo nome, ma ha davvero voglia di ricordarsi quando e perché? Nah. Ricambia la stretta di mano, quindi, sollevano un'ultima volta lo sguardo <Rin Senjuu, piacere mio> replica, presentandosi a sua volta, e un leggero sorrisetto andrebbe a dipingerle le labbra. La propria, di stretta, è abbastanza decisa, per quanto breve - la mano, infatti, andrebbe dopo poco a ritirarsi per tornare poggiata sulla gamba. Non può fare a meno di continuare silenziosamente a osservare la donna, il sorrisetto che ancora un po' permane, e un po' di timidezza che la porta a stringersi istintivamente nelle spalle. Ma si può essere così piccoli? A quanto pare sì.

22:39 Sumie:
  [Ingresso Bar] "Oh Rin, piacere mio" Accavallando, nel frattempo che si ricompone, le gambe da sotto il tavolo. Dopo aver preso la comanda punterebbe, ovviamente, gli occhi verso la ragazza quando chiede del thè "Sei seria?" Sgranando appena gli occhi "Oh andiamo, non succede niente se prendi qualcosa di analcolico, offro io sul serio, per una volta che esco senza la mia guardia del corpo, onestamente, vorrei brindare, mi fai compagnia?" Occhioni che sbatterebbero fra di loro come un piccolo cane bastonato si direzionerebbero contro quelli di Rin, con appena una piccola luce che si propagherebbe da essi causa illuminazione del locale "Poi se ci sono problemi nel farti vedere c'è anche il retro eh, almeno c'è della musica movimentata, tanto non so ballare" Scrollandosi le spalle "Giusto per cazzeggiare un po'" Già, si vede che non usciva da tanto tempo da sola "Oh grazie mille!" Afferrando la prima birra, già stappata. Sbatterebbe la bottiglia lievemente sul tavolo inclinandola verso Rin "Alla salute" Per poi farsi un bel sorso abbondante, poggiandola in modo brusco sul tavolo. Velocemente andrebbe ad estrarre un pacchetto di sigarette dalla tasca dei propri jeans strappati ed un accendino a seguire "Possiamo avere un posacenere per cortesia?" Ricevendo una richiesta negativa da parte del barista, del resto è sempre un luogo chiuso, non si potrebbe fumare... Essi, spiegateglielo. "Come mai tutta sola tu invece? Giornataccia?" Borbotta, facendosi avanti poggiando i propri gomiti sul bordo del tavolo in legno, squadrandone il viso.

22:57 Rin:
 Chissà perché, ma sotto sotto si aspettava che la reazione altrui sarebbe stata questa. La donna, infatti, la incita a prendere qualcosa di alcolico, nominando nel frattempo anche una guardia del corpo, e la ragazzina rimane un attimo confusa. Confusa, sì. Una guardia del corpo? Che? La guarda con l'espressione di un cane bastonato, poi continua, e allude al retro, e si stringe nelle spalle. Una risata bassa le scappa dalle labbra, l'impacciataggine si fa strano sul suo viso acerbo, e la mancina andrebbe a poggiarsi sulla nuca. <Non è un problema farmi vedere...> dice titubante <non ho mai bevuto, quindi, ecco...> forse il té sarebbe la cosa più giusta, Tin Tin. E' troppo fossilizzata nelle rigide regole che le hanno impostato addosso per poter ipotizzare di bere qualcosa di alcolico - o meglio fino ad adesso non l'aveva nemmeno mai sfiorata il pensiero. Sente quasi il tono severo di sua madre che le dice che non deve assolutamente farlo, che cosa buffa. <Potrei assaggiare> azzarda <ma non so nemmeno se mi piace> precisa poi. Quindi ecco che alla donna arriva la birra, ed è un sorrisetto divertito a spuntare sul proprio volto quando la vede dapprima inclinare la bottiglia in sua direzione, e poi prenderne quel lungo sorso. Chiede anche di farsi portare un posacenere, ma la risposta è negativa, perché mica si può fumare in un bar. La curiosità si fa più intensa, è la prima volta che incontra una persona così. Che poi, così come? Neanche sa quali sarebbero gli aggettivi adatti a descriverla. E' un grande, enorme punto interrogativo. Un po' scocciata per la risposta negativa di poco prima, la Hyuga adesso le chiede come mai è da sola, ipotizzando una giornataccia. La deishi sembra sospirare, andando ad appoggiarsi allo schienale della sedia. Si stringe nelle spalle, il sorrisetto che di nuovo si fa largo <Sono sempre da sola> il tono leggero nel dirlo, una quiete sincerità. Sorvola sulla 'giornataccia', perché già ha accettato di assaggiare qualcosa di alcolico, magari i dogmi sull'educazione interpersonale deve seguirli. <Tu invece?> chiede di rimando, inclinando leggermente il capo di lato, lasciando trasparire un po' della propria curiosità - ma stringendo appena le labbra, quando nota lo sguardo dell'altra squadrarla.

23:08 Sumie:
  [Locale] La propria fronte si corruga, ascoltando attentamente quelle poche parole che la ragazza dice in confronto alla mole di cavolate che sono uscite dalla bocca della Hyuga "E quindi?" Inarcando il sopracciglio destro "Senti, Rin" afferrando una bottiglia nuova e dentro il ghiaccio con la mano sinistra, lasciandola in piedi dalla parte dalla ragazza "Non so se mi hai riconosciuto, sono una Hyuga, Kagume, Dainin della foglia" Sospira, dicendo il proprio nome e cognome sotto voce "Ho vissuto per anni segregata in una stanza unicamente ad allenarmi causa problemi alla vista, non mi volevano far uscire eccetera eccetera eccetera" Facendosi un sorso alla birra, ciccando al suolo. "Eh, te l'ho detto che mi serviva un posacenere, oh andiamo vengo sempre qui, non me la menare dai" Verso il barista, che forse forse ha capito che deve portare al tavolo "Stavo dicendo..." Un attimo di pausa, riprendendo il filo del discorso "Quella lezione di vita non mi è servita a niente" Schioccando la lingua sul proprio palato "Se pensi che possa aiutarti a crescere restare sotto una dittatura che ti impartiscono, qualsiasi persona sia, bhe sbagli, mi dispiace venirti contro senza nemmeno che ti conosca, me te lo dico sulla mia pelle" Indicando la bottiglia di birra con il collo della propria bottiglia di vetro chiusa nella mano destra "Se non vuoi TU berla è un altro discorso, ma se è un'altra persona che non vuole fartela bere, allora io fossi in te lo farei" Ridacchia appena, divertita da un argomento così tanto delicato "Assaggia, semmai, e se ti piace te la bevi, semplice no?" Facendole un occhiolino d'intesa, continuando a sorseggiare la propria birra mentre cicca nel posacenere appena tornato "Sei fantastico, lo sai che ti voglio bene, siiiii?" Ma niente, non riceve risposta, vabbè dettagli "Io invece scappo dalla routine quotidiana, una noia stare appresso alle persone che dicono sempre le stesse cose che vanno in accademia che fanno quello che dicono, oh uffa, è bello anche svagarsi, non c'è solo bianco o nero, ci sono tante di quelle sfumature nel dialogo che sembrano incapaci di tirare fuori, che rottura di palle" Ennesimo sorso, arrivando oltre la metà della sua prima bottiglia "E perchè sei sempre da sola? Hai dei problemi a relazionarti?" Inclinando la testa poco poco verso destra. Attenta Rin.

23:28 Rin:
 Una lampadina si accende nella mente della deishi, portandola a sgranare lo sguardo, e restare rigidamente interdetta, al sentire la donna dire quella parola che le mancava. Dainin. Una Dainin. E' una Dainin. Tipo, un grado altissimo, ecco - tipo che vorrebbe sprofondare. Furaya si è beccata lo sclero da fangirl, Kagume si sorbirà semplicemente quest'espressione da ebete stampata sul volto. Ascolta le sue parole cercando di mantenere l'attenzione il più possibile, seguendo il discorso, anche se all'inizio non capisce dove vuole andare a parare. Trattiene le risate quando cicca per terra e il barista sembra lamentarsi, ma lei lo zittisce prontamente. Si, la donna parla davvero un sacco, nota. Quello che le dice, comunque, la confonde ancora di più, come se già non fosse bastato, e adesso non sa davvero cosa dovrebbe pensare. Guarda la bottiglia che ha davanti, ancora titubante, e soltanto quando le viene rivolto l'occhiolino d'intesa, sembra prendere coraggio. Si, lasciando stare il conflitto interiore immenso, dato che quel leggerissimo equilibrio che era riuscita a stabilire fra il proprio carattere e le varie regole, sembra tremare molto. Insomma, chissene frega Tin Tin, è una birra, al massimo ti viene il mal di testa. La mancina si allunga, fino ad afferrare la bottiglia, ed è incerta nel guardarla, incuriosita. Sembra che sia la prima volta che ne veda una da vicino - eh, beh, in effetti è proprio così. Se la porta alle labbra, andando a prendere un sorso - per assaggiare, appunto. Il sapore pungente le invade la bocca, e chissà come si immaginava il sapore di questa roba, ma non era lontanamente simile a questo. Fa una smorfia, allontana la bottiglia un attimo, quindi sembra ragionarci su. E dopo questo momento, ci riprova - andiamo tipo a tentativi, insomma. Per quanto il sapore resti pungente e sconosciuto, forse forse, non è così malaccio, eh, Tin Tin? La domanda della donna arriva, e non può fare a meno di ridacchiare. <No, no...> ma quali problemi relazionali, che siamo dei fagottini di gentilezza - normalmente <Ci sono semplicemente abituata> e si scrolla nelle spalle <Comunque forse mi piace> e fa un cenno alla bottiglia che regge, le labbra storte, senza alcun contesto.

23:46 Sumie:
  [Locale] “TU” Arruffandosi il volto “Perme mi stai prendendo per il culo” Continuando ad osservare la ragazza mentre finisce con un sorso la sua prima birra, continuando a fumare “Cioè sto parlando solo io! Non mi dici nemmeno, oh ma quando la smetti, eh?!” Inclinando la testa verso sinistra “Sei proprio una ragazza strana tu eh” Lei? “Oh ti piace?! Bene allora due sono tue e due mie, semmai ti porto a casa in spalle, tranquilla non c’è problema” Ridacchiando “Ma non sono nemmeno chissà quanto forti in fin dei conti” Solo nove e mezzo di grado alcolemico, più o meno, l’una. Non ha problemi a relazionarsi, quindi è semplicemente una tipa pacata “Troppo pacata” Pensiero ad alta voce, non doveva dirlo “Vabbè” Sbattendo la birra vuota sul tavolo generando solo un piccolo rumore “Hey, siete soli pure voi due?” Verso un tavolo in lontananza, dall’altra parte del locale, urlando fra la gente che non la cagherebbe di striscio, ad un tavolo in fondo due ragazzi, si può dire che sono decisamente due modelli differenti, uno senza barba provvisto di occhiali, camicia e pantalone, classico tirato, l’altro una barba folta, camicia a quadri e pantaloni beige con degli scarponcini ai piedi; cacchio però fa caldo vestito così “Chi vuoi prendere per i fondelli? Destra o sinistra?” Ruotando gli occhi di poco verso Rin “Dai fidati di me, non succederà nulla, se non prendi una decisione qui figurati in missione” La sta girando sul personale, decisamente, quanto meno verifica se può spronarla in qualche modo “E poi stiamo festeggiando la mia serata libera, un regalino?” MA SE NON VI CONOSCETE NEMMENO! Aspetterebbe a chiamare di nuovo i due ragazzi nell’altro tavolo, giusto per vedere la situazione come si evolve con Rin sperando ovviamente di non recarle disturbo eccessivo “Poi se vuoi una serata pacata, rispetto la tua idea, ma sappi che sbatterò un paio di volte i piedi al suolo ed inizierò a simulare un pianto” Sollevando le sopracciglia “Io ti ho avvisata eh” Mani sollevate, levandosi ogni responsabilità delle future azioni, ridacchiando fragorosamente