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Giocata del 12/06/2019 dalle 00:58 alle 02:38 nella chat "Tempio di Kusa"
[Cattedrale] Passettino dopo passettino, con fatica e difficoltà, col corpo pervaso da incredibili -almeno per lei- spasmi di dolore. Il corpo piccolo della nanetta è pervaso da diverse ferite, alcune richiuse ma altre ancora bene aperte e sanguinanti, ricoperta di lividi e sul lato sinistro del visino è evidente un ematoma che parte dalla tempia e scende fino alla mascella, con tanto di labbro spaccato. Non sa quanto tempo sia passato da quando è stata portata via e c’è da dire che la sua testolina è in preda a una confusione che le ha mischiato i vari ricordi insieme lasciandola in uno stato di disorientamento mica male! I lunghi capelli biondicci e mossi sono completamente in disordine, il visetto provato e gli occhi rossicci affaticati. Non saltella come faceva un tempo e non ha nemmeno lo stesso umore di un tempo. <Ohi… ohi… Guarda in che guaio ti sei cacciata!> borbotta dolorosamente trascinandosi verso l’unico luogo che per lei risulta essere un posto sicuro: il Tempio di zietto Rasetsu. Ha lottato, è scappata… e la prima persona alla quale ha pensato per poterla raggiungere è stato proprio lui. Lui soltanto, perché sono solo loro due a proteggersi a vicenda. Il vestitino che indossa è di un colore verde fluo mischiando con dell’arancione, pieno di balze e merletti -come suo solito- ma ridotto davvero male in quanto sporco e lacerato in alcuni punti. Trascina quelle gambette verso l’entrata di quel mistico luogo, manco chiedesse asilo come una povera mendicante, o al massimo la piccola fiammiferaia, ma comunque spera di trovare lo zietto al suo interno o dovrà trascinarsi ancora a lungo. <Povero… povero Picchio…> non è impastato il chakra poiché senza stremata e inoltre non le serve più sperando di essersi lasciato quell’essere alle spalle e di poter contare sul proprio zietto, apre le porte non con poca fatica ed entra nel luogo. [Chakra non attivo] Lì, nella Cattedrale. Dove tutto regna e tutto tace. Veste con un paio di pantaloni neri, aderenti ed eleganti, assieme ad una camicia bianca le cui maniche son piegate sin all'altezza dei rispettivi gomiti. I primi due bottoni son lasciati aperti, lasciando intraveder il petto magro, liscio. Nessun giaccone vien portato indosso, data la temperatura prettamente primaverile, per quanto vi sia una tempesta in atto. Gli avambracci son scoperti, mostrando alcune delle cicatrici che ha sui polsi, ad una attenta occhiata, ovviamente. Le vene non hanno il caratteristico colore violaceo, bensì è più scuro del normale ed evidenti data la pelle nivea e praticamente cadaverica. I capelli cremisi discendono lungo la schiena, incorniciando il volto del ragazzo sulla cui punta del naso son sistemati degli occhiali dalla montatura rossa, assieme ad una catenella. Nella tasca destrorsa, NON visibili, vi sono dei piccoli sacchettini di plastica trasparente, contenente ciascuna un totale di tre pillole. Ognuna è differenziata da una sigla: 2.0, 2.1, 2.2. Volge le proprie iridi verdognole da un lato all'altro della zona, incurante invero dei passanti, purché non debba dar loro una spallata per passare oltre. Non ha granché armi od oggetti con sé, se non un Tonico Coagulante ed un Tonico di Recupero Chakra nella tasca sinistra. Niente kunai, niente shuriken, niente bisturi. Non ne necessita per far del male alla gente. E quest'oggi non crede di doverne fare. Su tutto l'altare e sulle scale che lo antecedono, per non parlare della prima fila - completa - di panche, son disposte delle candele. Data l'assenza di luce, queste ultime donano alla sala un'aura spettrale, notturna. Con le luci all'esterno, fatte sol dai raggi lunari, l'interno assume cupezza. Alcune candele - bianche - son consumate, altre totalmente sciolte e riverse sulle scale e laddove erano state posate in precedenza. Solo alcune sono accese ed ancora danno luce alla navata centrale. Son le stesse che aveva posto lì per l'appuntamento con la fanciulla dalla lingua biforcuta, ma alcune son rimaste ad osservare la struttura in assenza del Rosso. Le fiammelle fan ombra sul retro e sui lati, sui muri nei pressi di queste ultime. Volge le spalle all'enorme portone che fa sì possano accedervi gli esterni, gli estranei. Ha richiamato la sua innata, tutt'attorno ad esso è un nuvolone etereo nero e violaceo. Piccole scintille di tal colore scoppiettano tutt'attorno, brillano come stelle in un cielo notturno. Alcune gocce son scese dalla di lui mano; gli occhi son diventati ben più gialli ed accesi con la sclera nera. Lungo le guance, le consuete lacrime. Nessuna cappa, niente di niente. Non ne necessita. Sol il sangue aleggia attorno a lui e tanto gli basta. Come sempre. Non abbandona MAI questo suo lato, quand'è lì dentro l'Innata è garantita e lo si può trovare sempre in questo stato; anche se al momento non sembra voler fare altro né si rende conto del cigolio del portone. [ Chk On - Hijutsu Kokketsu ON ( Scopo descrittivo ) ] [Cattedrale] Ricorda molto la scena di qualche anime o manga che la nanetta avrà sicuramente visto o letto, lei che arranca per giungere il portone. Non porta con se il suo solito borsone a tracolla poiché lo ha perduto da qualche in un qualche momento della sua fuga e beh, non se lo ricorda! La testa fa uno strano ronzio che soffoca i suoi pensieri e la sua lucidità, la piccola Chibi-chan è stanca, molto stanca, ed è già tanto che riesca a vedere dove mette i piedi. Ha aperto finalmente il portone, ha raggiunto la sua meta anche se le manca ancora di identificare lo zietto. <Mmh…> mugugna facendo qualche passo all’interno della struttura, vede qualcosa davanti a sé ma non riesce a comprendere cosa sia. E non è nemmeno sotto effetto di droghe… o forse si? Non sa cosa effettivamente le abbia fatto suo padre, non può escludere nulla e a vederla non sembra stare per niente bene. Vede qualcosa di nero e violaceo, una nuvola o forse del fumo, c’è qualcosa che scintilla, forse dell’elettricità che sia andato in corto circuito qualcosa? Stringe gli occhietti e si porta sempre più avanti verso quell’ammasso non ben definito che vede, sebbene la vista non sia perfetta, anzi, con quella luce soffusa vede ancora meno. Si tocca il vestitino, i fianchi, alla ricerca di qualcosa che possa anche solo assomigliare a un’arma perché insomma non è che quella nube non sia sospetta! <Sssh…> piega le gambette sulle ginocchia e cerca di camminare silenziosamente alle spalle di questa ‘cosa’, cercando di aggirarla ma è evidente che non sia né silenziosa né agile in questo momento, inoltre il portone alle sue spalle si chiude e sbatte con un colpo sonoro e sordo. <Ah!> sobbalza ed esclama, proprio come una vera ninja. [Chakra non attivo] Si rende conto che v'è un invasore quando ormai è troppo tardi. Non l'ha percepito poiché quasi in trance, prossimo al sonnellino notturno che, ogni tanto, è costretto a concedersi. Le palpebre sono socchiuse, ma si riaprono nel momento stesso in cui la porta si chiude con un colpo sonoro. Con uno scatto repentino, feriale e bestiale, distende in toto l'arto manco che viene diretto e proiettato in direzione del portone e della figura che quivi dovrebbe trovarsi. O, comunque, in prossimità dello stesso. Sbarra gli occhi in un istante, non rendendosi neanche conto di quel che sta facendo. Un gesto, il suo, del tutto involontario. Invero, non ha necessità né intenzione di ledere la vita degli altri, specialmente di coloro i quali entrano nella Cattedrale. Solitamente, la gente pensa bene d'andarsene prima ancora che la porta si chiuda dietro le loro spalle. Contrariamente, non funziona così con la ragazzina; una ragazzina che Rasetsu conosce benissimo, ma che non vede ormai da tempo. Saranno mesi? O è un anno? Non saprebbe catalogarlo in ogni caso con esattezza. Non gli importerebbe neppure. Prima di rendersi conto di chi è e cosa sta per fare, tramite la distensione del braccio ( trattasi di mera scena, poiché necessita sol del controllo mentale ), creerebbe un costrutto nero contornato dell'alone violaceo che circonda anche lui. Trattasi d'una sorta di cupola posta però frontalmente alla ragazzina. Vuole tentare di bloccarla all'interno di quest'ultima, formando dunque un costrutto semicircolare. E' aperto sul davanti proprio per inglobare l'esile corpicino della bambina, seppur le estremità sia puntellate di tanti piccoli spilli che feriscono a contatto con il corpo umano del nemico. Il costrutto non mira esclusivamente a fare male, bensì ad aprire delle ferite in particolar modo sulle braccia e sulle gambe. Il costrutto, d'altronde, sarebbe abbastanza grande da inglobarla del tutto e lasciare libera soltanto la zona superiore e i lati, qualora sia veloce a schivare. Il problema è che non ha il Chakra attivato e che il costrutto di Rasetsu è piuttosto veloce. Lo potrà vedere arrivare, poiché viaggia dritto per dritto lungo la navata e cerca di raggiungere proprio l'ingresso e la di lei attuale posizione. Conosce quel luogo a menadito, riconosce i suoni e i rimbombi, dovuti alle eco, che riesce a scorgere in esso. < Sei venuto qui per morire? > Poiché, a tutti gli effetti, ciò che conta di fare, seppur la domanda sia quest'ultima, è proprio uccidere l'attuale estraneo. [ 2/4 Creazione Costrutto + 2/4 Utilizzo ][ Hijutsu Kokketsu LV3 ON ] [Cattedrale] Il povero piccolo Picchio s’è infilato in una brutta situazione. Non ha riconosciuto il proprio nido e nemmeno l’unico amico che abbia mai avuto, e il povero Picchio dal becco avvelenato ha finito per fare un grosso errore! Strisciando alle spalle di quella nube nera e violacea, con gli occhietti troppo stanchi per vedere chi o cosa ci sia oltre quel fumo, ha dato modo all’altro di reagire in maniera istintiva, certo ma non gli si può mica fare una colpa! Dopo tutto lei è entrata e si è mossa come una ladra. Chibi nel corpo ma grande nell’ego, la ragazzina non ha nemmeno il chakra attivato, quasi impossibile per lei vedere ciò che le sta giungendo addosso a quella elevata velocità. Atterrita cercherebbe solo di appiattirsi con la schiena contro una qualsiasi parete e se non ce ne sono, indietreggiando potrebbe persino cadere a terra col proprio sederino, fatto sta che per come è conciata nemmeno fa in tempo ad azzardare a provare una schivata. Nulla, nada, nisba! <Non ci tengo a morire! No!> riesce solo ad esclamare quasi in concomitanza alla domanda che in maniera annebbiata riesce a cogliere solo in parte, andando a sollevare le braccia per cercare una mera protezione al visino intanto che cerca di raggomitolarsi come meglio può, pronta a subire l’impatto, inerme e rassegnata… non ha più le forze per scappare ancora. <Zietto!!> chiude gli occhi con forza e urla con tutto il fiato che riesce a racimolare da quei piccoli polmoni, alzando la voce nel tentativo di farsi sentire proprio da Rasetsu, ovunque egli sia, una richiesta di aiuto, non avendo ancora capito che effettivamente è proprio lì davanti a lei. [Chakra non attivo] L'attacco la raggiunge abbastanza da creare, lungo il corpicino della bambina, in particolar modo sulle braccia che ha alzato per difendersi, degli squarci di media entità dai quali inizia a sgorgare del sangue. Invero, le faranno male, ma mai più di quanto le accadrà in seguito. A seguito di questi tagli, non sentendo ancor nulla provenire dalla ragazzina, bensì essendo un attacco conseguente al precedente, inizierebbe a far penetrare il Sangue Nero lungo il di lei corpo. Le farà male o, comunque, le causerà un intenso fastidio e, solo allora, sentirà la voce di Eiko che chiede aiuto proprio a lui. Il braccio discende verso il basso, ma il Sangue Nero continua ad entrare in circolo nel corpo della piccola vittima. Il primo passo del piccolo fluido le causerà dolore e fuoriuscita d'altro sangue dalla ferita posta sul braccio destro, precisamente sull'avambraccio, laddove è entrato. Nonostante ciò, non arresta il movimento, il fluido color pece che si fa spazio nel di lei corpo come se avesse trovato un nuovo luogo in cui fermarsi, in cui accrescersi e progredire. Stranamente, appare come se sia lo stesso sangue o lo stesso corpo della piccola a richiamarlo e a far sì che s'unisca ad essa. < E-Eiko-chan? > Sbatacchia velocemente le palpebre, mentre dovrebbe riuscire a sentirne le urla dovute al Sangue che ancor vaga alla ricerca d'una possibile uscita. O d'un luogo nel quale soffermarsi del tutto. < Mio piccolo picchio. > La ricorda benissimo, come se fosse ieri. Sbatacchia ancora una volta le palpebre, confuso e disorientato da quanto fatto, abbastanza da permettergli di compiere un paio di passi che lo conducano verso la di lei posizione. Dissolve il costrutto di Sangue Nero con il quale l'ha ferita, per quanto ciò non basterà a fermare quell'effetto domino che ha creato, facendo entrare in circolo proprio il di lui potere innato. < Perché sei qui? Non dovresti essere qui. Te l'ho detto tante volte.. > Come lo dice anche agli altri, a chiunque incontra. < ..devi stare lontana da me. > Eppure, per tanto tempo, non ha fatto altro che cercarla, prima d'incontrare Kouki e.. perdersi del tutto in lei. < Devi avere paura di me. > Il suo mantra, la frase che a tutti ripete, pur di far capire loro con che essere mostruoso hanno a che fare. Sempre e comunque. Tende la dritta, macchiata di sangue alle estremità, verso il di lei viso. Vuole avvicinarsi, ma al contempo la teme. [ Hijutsu Kokketsu LV3 ON ] [Cattedrale] L’impatto per la nanetta è devastante poiché già provata da tutto quello che ha passato, il fastidio che dovrebbe provare all’inizio per lei è già dolore. E’ come se qualcosa di vivo stesse premendo contro la pelle delle sue braccia, che si spinga con forza e con foga per farsi spazio all’interno di quel corpo attraverso le ferite sulle braccia, spingendo verso l’esterno, allo stesso tempo, quel sangue che occupa un posto non più suo. <Aaaaah!!!> e urla finalmente dopo essersi trattenuta fino a questo momento, coi polmoni piccoli e già manchevoli di quell’aria necessaria. Il fiato le manca, la pelle brucia, dentro di lei il corpo inizia a pulsare dolorosamente e le grida della piccola Chibi-chan non si attenuano ma anzi, aumentano. Quel fluido nero cerca di farsi strada con violenza nel suo corpo, lo sente scorrere e scavare cunicoli di fuoco sotto la sua pelle, nelle sue vene, mentre il sangue sgorga. <Fermalo!! Fermalo!!> la ragazzina inizia a muovere le braccia e l’intero corpo, come a cercare di scacciare qualche insetto da dosso solo che tali insetti sono ormai sotto la sua pelle. Cedono le zampe del Picchio, e cade a terra pestando le ginocchia doloranti al pavimento e intanto si stringe le braccia al petto incurvandosi in avanti. Gli occhi chiusi, stretti, che si riaprono quando sente il suo nome. <Z-zietto…?> apre gli occhi e mette a fuoco, ci prova con tutta la sua volontà e finalmente rivede il viso del suo unico amico, davanti a lei che si sta avvicinando. Ciò che dice viene bellamente ignorato, cavalcando l’onda della paura per il non sapere cosa le sta accadendo e incespicando fa qualche passo avanti avvicinandosi lei a lui e azzerando gli ultimi centimetri di distanza dalle sue mani. Si tufferebbe lasciandosi cadere tra le braccia di Rasetsu, incurante di quanto le ha appena detto, mica si fa problemi! O forse non ha capito che è stato lui, ancora non lo ha compreso. Cercherebbe di abbracciarlo e stringersi a lui proprio come aveva fatto l’ultima volta, quando si erano promessi di essere solo loro due. <Zietto…!!> mugugna, geme di dolore e chiude forte gli occhi stringendosi a lui, non le importa se lui tenterà di allontanarsi, gli si appiccicherà come un koala. <Fa male! Che sta succedendo?? Ho paura! Ho corso così tanto per scappare!> sta iniziando a confondersi e a fare un miscuglio di ciò che ha in mente. Non le importa del dolore, non le importa se sta morendo, l’importante è essere riuscita a tornare da lui e se anche dovesse morire qui e ora, almeno sarà tra le braccia del suo zietto. [chakra non attivo]