Allenamento innata {Kakuzu}

Quest

Giocata di Clan

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16:02 Jikan:
  [Dojo Kakuzu] E' passato qualche giorno da quando la cerimonia per l'affermazione del Kakuzu è avvenuto. Ciò gli ha permesso di familiarizzare con i cambiamenti avvenuti al suo corpo, anche se, privato di ulteriori spiegazioni non ha potuto scoprire molto sul suo funzionamento. Ogni volta che si tocca la pelle riesce a sentire un qualche movimento, al di sotto di essa. L'inizio è stato particolarmente traumatico, capitava, infatti, di sentire strani spasmi in alcune parti del corpo. Talvolta vedeva la sua pelle rigonfiarsi per poi tornare al suo stadio normale, insomma, pensava di aver custodito un mostro dentro di sé. Della sua scelta, tuttavia, non si pente, non ancora almeno. E' perfettamente cosciente di non sapere molto su quel clan, però è altrettanto volenteroso nell'imparare i suoi dogmi, così come i suoi segreti. Non solo, c'è di mezzo anche l'essenza del clan, ovvero la famiglia. Una famiglia, cosa c'è di più bello, cosa si può desiderare altro? Quando ha ricevuto un'ulteriore convocazione, difatti, ha reagito positivamente. Vogliono vederlo, di nuovo, chissà se sarà ancora il capo clan a parlare, o forse qualcun'altro. Il tempo non è dei migliori, nelle precedenti settimane molte tempeste e nubifragi si erano presentate in quel di Kusa. A risentirne erano soprattutto gli abitanti e i lavoratori, la cui routine veniva pesantemente condizionata dal clima. Il neo-genin passeggia per quelle strade, sempre con il suo solito modo di vestire: pantaloni, questa volta non a brandelli verso la fine e una felpa bluastra. Le mani, entrambe infilate nella tasca centrale, sembrano nascondere qualcosa. In realtà vuole solo tenere al caldo, ai piedi, però, non riserva lo stesso trattamento: questi sono tenuti liberi, nudi, a calpestare il terreno. Si sta dirigendo verso la sede del clan per presenziare, in seguito all'invito, che più che un augurio è un'esortazione, di presentarsi. Questa volta è in orario; non osserva i passanti, non degna loro nemmeno di uno sguardo, come se si sentisse colpevole di essere un diventato un Kakuzu, come se quello fosse diventato un pesante segreto da mantenere. Sorpassa la struttura dalle strane fattezze per raggiungere il dojo, chiaramente, viste le circostanze, non avrebbe proferito parola dall'esterno, come l'ultima volta. Ora è la sua prima occasione per mettere piede all'interno del dojo, ergo evitare brutte figure è un buon punto di partenza, il fatto che fosse arrivato in orario è già un buon punto di partenza. Appoggia i polpastrelli sui gradini, iniziando poi a percorrerli. Prima un piede, poi l'altro, fino ad arrivare all'entrata. Avrebbe poi aperto la porta, presumendo che questa sia chiusa, insomma non avrebbe senso tenerla aperta con la pioggia. < Eccomi > avrebbe proferito, una volta entrato, speranzoso di trovare qualcuno ad accogliarlo. Il suo tono non denota entusiasmo, piuttosto è un po' spento. Non riesce a essere più allegro di così in una giornata di pioggia, ma forse un buon clima all'interno della struttura l'avrebbe messo di buon umore.

In quel di Kusagakure, precisamente nel Dojo appartenente al Clan dei Kakuzu, quest'oggi prenderà parte un allenamento. Non vi sarà il Capo Clan tirchio e legato al dio denaro ad aspettare Jikan, bensì un altro membro del Clan che ha risvegliato l'innata ormai da tanto tempo. Possiede un ottimo controllo, non paragonabile a quello del Capo Clan stesso, ma si tratta pur sempre d'un abile utilizzatore di fibre. Il Dojo si presenta come una struttura più bassa, priva di piani superiori, ma sol inferiori. E' al par d'una palestra tradizionale, con porte tipicamente scorrevoli per facilitar l'ingresso. E' anch'essa composta d'egual materiale scuro, quasi si muovesse a contatto col vento seppur sia mera illusione ottica, la quale sicuramente era richiesta e prevista da chi l'ha creato. Al suo interno, il tutto è perfettamente illuminato ed il soffitto è fatto praticamente di vetro, cosicché possa entrar senza alcuna remora la luce perfettamente naturale, eccezion fatta per quest'oggi, laddove le lanterne a parete son accese sicché fuori sta piovendo a dirotto. Il rumor delle gocce che cadono e s'infrangono contro il soffitto vetrato è ben udibile all'interno del Dojo, per quanto non crei veramente troppa confusione né eccessivo fastidio. L'uomo che gli si prospetta davanti è all'incirca sulla trentina, con una barba curata che ne copre il mento e le guance. I capelli son corti e neri con il coprifronte ben piazzato e legato sulla nuca. Veste con abiti tipicamente da ninja, seppur la maglia e il gilet non posseggano in alcun modo maniche. Anzi, la muscolatura definita dei bicipiti è ben visibile così come svariate cicatrici che etichettano i punti principali dalle quali le fibre si distaccano. Gli occhi azzurri fissano il ragazzino appena entrato nel Dojo, piegando le nerborute braccia sul petto e in prossimità dello stomaco. < Eccoti. > S'annuncia, aspettando che questi s'avvicini. < Il tuo nome? > Lo scruta con attenzione, dalla testa ai piedi. Che sia per rammentarsene in futuro o sol per curiosità, non è dato ovviamente saperlo. < Attiva il Chakra. > Poche domande e semplici ordini. Tutto qui per il momento. [ Ambient ]

16:22 Jikan:
  [Dojo Kakuzu] No, di certo l'imperativo non gli avrebbe tirato su il morale. Appena entrato viene intercettato da quello che pare essere un membro del clan - ovvio che chiunque si trovasse lì fosse un conclannato - e subito chiede il suo nome. Certo, normale, non è ancora famoso, forse non vorrà mai diventare celebre. Eppure si chiede, talvolta, come vivano i ninja il cui nome è conosciuto in tutte le terre. Come passano le giornate? Male, probabilmente, costretti a indossare degli occhiali scuri per proteggere la propria identità, o ancor più una maschera. < Jikan... > Risponde, per un attimo indeciso se dire anche il cognome oppure no, tuttavia confida che l'interlocutore abbia già intuito la sua appartenenza al clan. Gli viene detto di fare sempre la solita cosa, non si può dire che non se lo aspetti: richiamare il chakra. Da lì non si scampa, certo che no, è la base per tutte. Questa volta, tuttavia, sarebbe stata leggermente diversa dalle precedente. Sì, perché solo una mano venne avvicinata al petto, la destra per essere più precisi. Avrebbe cercato di richiamare il chakra solo con metà del sigillo della carpa. Qualche giorno prima l'ha provato, certo, e gli è riuscito, per questo ora è altrettanto sicuro di potercela fare. La sua padronanza, in generale, del chakra, è migliorata. Questo grazie a un continuo allenamento, sia fisico che mentale, il quale ha favorito sia un maggiore controllo che un concreto aumento di quella risorsa. Ora quell'energia non è più vista sotto forma di vernice, per il ragazzo, anzi, viene vista per quella che è, nella sua purezza. Inizia l'attimo di concentrazione, quello è sacrosanto per completare la procedura al meglio. L'energia spirituale ha origine nella mente, è questa la prima che tenta di visualizzare. Dopodiché, si concentra su quella fisica, presente in ogni cellula del suo corpo. Entrambe verrebbero poi fatte fluire attraverso i numerosi tubicini, denominati tenketsu, affinché si possano mescolare e amalgamare per bene. Quel processo, che in tempo reale avviene in una buona manciata di secondi, avrebbe dato vita all'energia nota come Chakra. Una volta richiamato, in caso di successo, sarebbe ritornato alla sua posizione naturale, cosìcché il suo corpo potesse stare comodo; si considera come "naturale" quello stato in cui il corpo è in piedi ed entrambe le braccia sono portate verso il basso, ai lati delle gambe. Ergo una posizione in cui il corpo è in equilibrio e confortevole. < C'è qualche motivo in particolare per cui sono stato chiamato? > Già, ancora non gli è stato detto quello che, in realtà, vuole sapere. Perché si trova lì? Cosa c'è dietro quell'invito? [3/4 Tentativo richiamo chakra]

Jikan richiama correttamente il proprio Chakra, riuscendo quindi a sentir scorrer dentro di sé il suo flusso continuo e costante. Lo Special Jonin lo osserva mentre effettua tale Richiamo, senza proferir alcunché bensì aspettando che questi possa aver finito. < Okay, ci siamo. > Anche l'allievo sembra esser pronto, dunque non v'è altro motivo per cui si debba aspettare e rimandare ancor l'inizio di quest'allenamento. < Sì, certo.. > Annuisce, senza distoglier lo sguardo dal di lui viso affinché possa notarne i lineamenti del volto e le emozioni che dovrebbero palesarsi su di esso man mano, sia durante l'allenamento e sia per via della spiegazione. < ..devi allenare la tua innata.. > Svela l'arcano. < ..mi hanno detto che sei uno dei nuovi ch'è riuscito a richiamarla. > Ed ecco spiegato - in modo del tutto conciso - come mai il Kakuzu sia stato richiamato nel Dojo e, specialmente, da chi. Egli, ancor posizionato frontalmente al Genin con le braccia incrociate e le gambe divaricate, lo scruta ancor senza far altro, per il momento, se non rivolgersi direttamente ad esso. < Richiama la tua innata e rispondi. > A cosa? Ovviamente, alla domanda che di lì a pochi secondi va a rivolgergli. < Cosa puoi fare con essa? Come immagini il suo utilizzo in virtù d'un combattimento uno contro uno? > La domanda ha valore tattico e, a prescindere dalla risposta del ragazzino, vi sarà comunque una spiegazione dietro, un motivo per il quale vuol far ragionare la piccola fibra prima che, a tutti gli effetti, possa utilizzar in modo sconsiderato e poco consono l'innata che gli è stata donata. [ Ambient ]

16:56 Jikan:
  [Dojo Kakuzu] Il motivo, non appena viene udito, gli pare più che plausibile. Lui stesso, qualche giorno prima, si è cimentato nello studio del funzionamento di quei strani filamenti. Sì, in effetti qualche prova l'ha fatta e non si può dire che sia andata male. Non appena gli viene detto di richiamare l'innata egli, istintivamente, porta il braccio destro in avanti, tenendolo teso. Lo scopo, ovviamente, è di far vedere l'eventuale successo di quel richiamo, oltre che ad evidenziare il punto da cui sarebbero fuoriuscite, in caso di successo, le fibre nere. Difficile spiegare il meccanismo dietro il funzionamento di quell'innata, lo stesso Jikan ha incontrato difficoltà nel capire come impiegarla concretamente. Avrebbe dunque tentato quel che gli è già riuscito, il che coinvolge solo le mani, nello specifico le dita. Non è altrettanto facile spiegare ciò che sente un Kakuzu, nel momento in cui vuole effettivamente muovere quelle fibre e innescare a un loro utilizzo. Diciamo che è un meccanismo che risulta quasi naturale, anche se richiede un certo impulso da parte del corpo ospitante. In questo caso il giovane Kakuzu inizia a concentrarsi sulla composizione delle fibre all'interno della sua mano. Avrebbe tentato di muovere all'interno, di farsi un'idea di come quegli sfilacci si comportassero all'interno della pelle. Non appena fosse stato pronto, avrebbe stimolato le fibre per rilasciarle nelle giunture che tengono i macro tessuti della pelle a contatto tra loro. In corrispondenza degli spazi tra una falange e l'altra, si sarebbe fatta spazio la fibra, andando a distendersi verso l'esterno, trapassando la pelle. Attorno a ogni spazio vuoto delle falangi sarebbero fuoriuscite sei fibre, quasi a formare un esagono immaginario. Una volta liberate all'esterno, queste, avrebbero iniziato a dimenarsi a destra e a sinistra con una certa casualità. Da quei movimenti innaturali si denota una certa disumanità, tipica di quei strani filamenti neri. La mano di Eito si sentirebbe quasi trascinata, di poco, da una parte all'altra, quasi come se le fibre fossero trattenute all'interno e volessero uscire: questo gli causerebbe un leggero tremore. Mentre ciò avviene, il giovane si prende tempo di riflettere sulla domanda appena postagli. Interessante come quesito, in effetti non ci ha pensato. Come impiegarla una tecnica particolare come quella? Il ragazzo non manca di inventiva, inoltre, data la sua curiosità, può dirsi abbastanza abile nel trovare modi creativi per combattere. Avrebbe quindi esposto i suoi pensieri con un certo entusiasmo, a denotare il suo profondo interesse per l'innata. < Dunque... le fibre sembrano pronte a distendersi in qualsiasi momento... come se la pelle le tenesse bloccate e aspettassero solo il momento giusto per allungarsi > Questa è la prima osservazione che ha fatto, anche alla luce di quella sensazione che provoca l'infermità della mano. < E' possibile che si stacchino dal corpo? Io le sento molto... propense a uscire dalla pelle, insomma... a staccarsi > Si prende un attimo, poi, per pensare alla seconda domanda. Giusto, come usarle in combattimento? < Forse si possono arrotolare attorno agli arti del nemico... in modo da bloccarlo o afferrarlo > Sorge spontaneo dire ciò, soprattutto data la loro forma. Così lunghe e sottili, un po' come delle fruste, sembrano adatte ad afferrare oggetti o persone. Non aggiunge altro, perché ora il suo sguardo è fisso sulla sua mano, mentre i filamenti si dimenano. Spera di scoprire qualcosa in più osservandoli più a lungo. [ChkOn | Tentativo Kuroi sen'i I]

Secondo giro, seconda attivazione riuscita con successo. Il di lui Chakra vien incanalato lungo le fibre delle quali il suo corpo è composto, riuscendo a gestir delle fibre nere che fuoriescono esclusivamente dalle di lui dita. Le può muovere, gestire ed allungare sin ad un massimo di dieci metri dalla di lui attuale posizione, il che le rendono versatili ed utili in molteplici campi. < Mentalmente, puoi dare ad ogni fibra un comando. > Specifica. < Essendo parte integrante del tuo corpo, si muovono in base al tuo pensiero, in base a ciò che vuoi fare con esse. > Aggiunge, indietreggiando d'appena un paio di metri e portandosi ad un totale di cinque dalla posizione di Jikan. < E' ciò che faranno, infatti.. > A sua volta, senza la necessità di formar sigilli, ma soltanto col controllo mentale, inizierebbe a far muovere le fibre attorno al proprio corpo. Come se fosse esplosa la di lui schiena, virulenti filamenti neri sbucheranno proprio da dietro quest'ultima muovendosi con far incontrollato. Per un primo momento, almeno. Difatti, vengon fatti fermare come se fossero dei raggi d'un sole nero, restando sollevati sulle spalle dell'utilizzatore che or non le muove. < Al tuo attuale livello, riuscirai a farli sbucare soltanto dalle dita.. > Come ha potuto ben notare. < ..perché non hai ancora completo controllo su tutte le fibre del tuo corpo. > Lui, invece, può permetter la fuoriuscita di quest'ultimi dovunque preferisca. < Perché non provi a farlo, anziché pensare soltanto a possibili congetture? > In fin dei conti, è proprio quello che lo Special Jonin gli ha chiesto di fare. Il suo è un modo un po' scorbutico per dirgli di darsi da fare, per capire fin dove egli possa spingersi con il suo attuale livello d'innata. < Io sono qui. > Allarga le braccia verso l'esterno, facendo nuovamente muover le fibre in un chiaro gesto scenico, sol per far veder come lui sia in grado di muoverle al meglio rispetto al Genin alle prime armi. [ Ambient ]

17:46 Jikan:
  [Dojo Kakuzu] Mente: è questa la parola chiave che ancora non è riuscito a cogliere. Probabilmente è dato dal fatto che ancora fatica a considerare le fibre come parte del suo corpo. Alcune delle risposte date sono giuste, altre invece vengono appena corrette, comunque il conclannato ha ragione: ha poco senso continuare a formulare teorie senza poi praticare nulla. Prima di fare qualsiasi cosa, però, deve provare a muovere quelle fibre come farebbe con un arto. Quando un essere umano vuole compiere un movimento è sufficiente che la mente mandi un segnale al muscolo per permetterlo di muoversi. Questo meccanismo, che sembra naturale e automatico, deve avvenire in ugual modo per le fibre. Ovviamente di mezzo c'è anche il chakra, però in tal caso è fondamentale che lui le veda come un appendice, piuttosto che come un corpo esterno al suo. Così non sono, ormai sono parte di lui e questo lo deve accettare. Abbassa di poco il braccio destro, giusto per avvicinarlo di poco alle sue gambe. A quel punto avrebbe iniziato, poco a poco, a lasciare che queste fibre potessero dilungarsi. Avrebbe cercato, così come farebbe con il movimento di un arto, di spingerle, di farle uscire, cosìcche si possano avvicinare alle sue stesse gambe. Certo, forse quell'esercizio sarebbe stato più facile con un manichino di lengo, in ogni caso il suo stesso corpo non è una brutta cavia. Le avrebbe dunque dilungate fino a che queste non raggiungessero le sue rotule. Ora il suo intento è quello di avvolgerle. Per farlo avrebbe spinto le fibre ancor di più, così facendo queste si sarebbero piegate una volta essere entrate a contatto con le ginocchia. Le avrebbe quindi indirizzate vero l'esterno, per poi tentare di farle girare attorno alle gambe. Così avrebbe bloccato entrambe le sue gambe, facendo circa due giri, senza però sfruttare la massima distensione di queste. < Ecco... questo sembra funzionare > Poi, però, il suo sguardo si sofferma sullo special jonin. Incredibile che lui abbia raggiunto una tale padronanza di quell'innata. Riesce a muovere le fibre con una tale facilità da apparire quasi naturale, ecco, è interessante questo contrasto. Pur avendo l'innata più disumana che Jikan abbia mai visto, riesce a farla sembrare naturale. I suoi occhi aranciati non possono far altro che illuminarsi di fronte a quella bellezza grottesca. < Wow > afferma, per un attimo. Poi si accorge di quanto si stesse vantando, l'interlocutore, delle sue capacità. Insomma, quello spettacolo denota un certo narcisismo. [ChkOn | Kuroi seni'i I]

[// OFF: inserisci sempre la suddivisione in quarti, in quanto il movimento delle fibre o l'attacco con esse occupa comunque 2/4] Le di lui fibre si attorcigliano attorno alle gambe dello Special Jonin, il quale avverte sì il fastidio e la presenza di queste. Tuttavia, avendo ben poca forza rispetto a quelle del suo superiore, questi non sentirà alcun dolore e, anzi, può muoversi senza alcun problema. Sentirà come le fibre vengano tirate all'estremo, come se queste non potessero fermare l'utilizzatore più del dovuto, data la differenza di forza. < Avresti potuto cogliermi di sorpresa, tirandomi a terra con uno strattone. Devi comunque diventare più forte e rendere ben salda la presa. Non aver paura di farmi del male, anche perché posso liberarmi quando voglio. > Difatti, le di lui gambe si scompongono per via della presenza delle fibre. Si assottigliano, permettendo così ad esse di diventar più sottili ed ergersi ben più in alto di circa mezzo metro. Così facendo, le fibre del ragazzino prendono la presa sulla carne precedentemente fatta, mentre lo Special Jonin è or libero di muoversi come vorrebbe. < Come fermeresti l'arrivo d'un colpo con le fibre? > La mano libera altrui, infatti, va a prendere un Kunai dalla tasca porta oggetti, il cui braccio vien caricato all'indietro e ben disteso innanzi, come un colpo di frusta, facendo partir verso il di lui busto - altezza stomaco - un attacco ancor visibile. Jikan dovrà difendersi tramite l'ausilio delle fibre. Ma come? Quello è l'ordine e quella è la sua innata. Ciò che v'è di mezzo non è compito dello Special Jonin dirglielo. Deve ingegnarsi, ormai è un Genin e deve altresì comprendere cos'è possibile fare e cosa no con una Hijutsu del genere. [ Ambient | 2/ 4 Difesa ]

16:23 Jikan:
  [Dojo Kakuzu] Il ragazzo fatica a capire, inizialmente, giacché la meraviglia di quel che riesce a fare lo Special Jonin gli annebbia la mente. A quanto pare ora l'esercizio di mera pratica si è trasformato in uno scontro. Ora quello che prima poteva essere considerato come un maestro, è diventato il suo avversario. Lo sguardo di Jikan cambia radicalmente quando vede il conclannato mentre prepara un attacco, ormai non è più una semplice questione di apprendimento, ma di una sorta di simulazione, la simulazione di una sopravvivenza. Lo osserva, mentre si distende per poco verso l'alto, sempre con l'ausilio delle fibre, e carica un colpo con il suo braccio. Come difendersi da attacco del genere con le fibre? L'unico modo che gli viene in mente è quello di anticipare la posizione dell'arto in un certo attimo e poi bloccarlo. Porta in avanti anche la mano sinistra, questa volta, e inizia a sfilacciare le fibre seguendo il procedimento antecedente. A quel punto davanti a se si troverebbe molti filacci, provenienti da entrambe le mani, mentre si dimenano casualmente, in attesa di essere impiegati. All'avvicinarsi del braccio Jikan si abbasserebbe di poco, per poi distendere le fibre, proprio come se fossero un muscolo a parte, verso l'arto nemico. Le avrebbe distese e arrotolate attorno ad esso, per poi tentare di stringerlo forte, in modo che non si potesse più muovere. Quel tentativo, di fatto, ha come scopo di bloccare l'attacco avversario, ma non solo. In caso di riuscita avrebbe sfruttato la salda presa per mettere in difficoltà lo special Jonin con l'utilizzo del suo stesso braccio. Avrebbe iniziato a correre trasportando il suo braccio con le fibre, così facendo, forse, avrebbe costretto l'interlocutore a muoversi di conseguenza. Chissà, magari l'avrebbe trascinato con sé, in quella traiettoria. Nello specifico si sarebbe spostato di cinque metri in dietro, poi di altri cinque verso destra: quindi in un movimento obliquo[ChkOn | Kuroi Sen'i I][2/4 impiego fibre][1/4 Movimento obliquo per 10 metri]

Il colpo dello Special Jonin non è ovviamente fortissimo, trattenendo tutta la forza che possiede in realtà. Il movimento che vien da lui compiuto, tuttavia, è adeguato e consono alla difesa in questione. Spingendosi in avanti, oltre a fermar il Kunai che dovrebbe partire, immobilizza anche l'altrui braccio. E' sicuramente capace di farlo, può stringerlo e trascinarselo se non fosse che la forza dello Special Jonin è superiore e che questi ha un controllo migliore dell'innata rispetto al Genin. Difatti, pur non essendo al livello del Capo Clan, possiede un'ottima gestione delle fibre e, non a caso, è secondo ad esso. Dunque, pur iniziando a correre per trascinarselo, il suo superiore si gira in sua direzione e sol per assecondar il di lui movimento, lasciandosi lievemente trascinare. D'un tratto, però, il di lui braccio si sfilaccia di nuovo, chiamando a sé il nuovo apporto delle fibre. Il braccio, divenuto or nero e ricco di queste strambe fibre, si assottiglia e può facilmente sottrarsi al di lui "abbraccio", se tale vogliamo definirlo. < Di per sé, sai usarle, sai manovrarle. Ti ci vuole un po' d'allenamento per capire le tattiche ed il metodo giusto in cui impiegarle. > E questo d'oggi, d'altro canto, è servito proprio a queste particolarità. < Tutto sommato, te la caverai e puoi apprendere le tecniche che ti verranno tramandate. > Richiama il braccio, tornando ad esser a tutti gli effetti un esser umano normale. Richiama tutte le fibre finora utilizzate, anche quelle che sbucavano dalla schiena come mero effetto scenico. Un po' di presunzione non fa mai male, anzi! < Buona giornata, nanerottolo. > Ma non è neppur basso di per sé(?). Ad ogni modo, Jikan potrà tornar alle di lui normali mansioni, avendo or libertà. [ //OFF: Scrivi sempre il consumo del tuo Chakra, specialmente se hai una tecnica attiva che ti toglie punti ad ogni turno | END ]

17:15 Jikan:
  [Dojo Kakuzu] Interessante che il giovane genin riesca a impegnarsi seriamente solo quando si tratta di scontrarsi con qualcuno. Fino a poco tempo prima non era riuscito a controllare bene le fibre, anzi, a dire il vero era ancora terrorizzato nel vederle. Eppure basta che gli sfiori l'idea di lottare, di essere contro qualcuno, e si crea una nuova determinazione. Forse si tratta di istinto, quasi sicuramente. La sua mente fa in modo di spronarlo a sopravvivere, di combattere fino alla fine e ciò, talvolta, gli permette di sviluppare nuove capacità. Il controllo delle fibre, in quel modo, non l'ha mai fatto prima. Lui stesso si meraviglia, di fatti, dopo aver osservato il braccio nemico mentre si svincola con una facilità esemplare, si mette, per poco, a giochicchiare. Le muove, le avvolge tra di loro. Le estrae, le allunga e poi le ripone al loro posto. Quest'ultime, nel farlo, sembrano voler ricucire il tessuto. Così fanno e, in corrispondenza di quelle dita, più precisamente tra una falange e l'altra, si viene a formare una cicatrice. < Oh, oh, stanno... > Già, stanno mettendo dei punti di sutura naturali. < Ecco perché vengono le cicatrici > Non ci aveva mai pensato prima, eppure quella è una costante caratteristica del clan. Ora sa perfettamente a cosa è dovuto. < Certo, cercherò di fare più pratica > Eccome se l'avrebbe fatto, giorno e notte, in ogni occasione buona. Lo stesso non avrebbe potuto dire per quanto riguarda la tecniche. Quella se le sarebbe studiato con molta più calma, insomma, ci avrebbe dedicato singoli giorni di pratica. Nei prossimi giorni, peraltro, si sarebbe recato alla sede del clan, pronto a imparare le suddette tecniche. < Grazie, anche a lei... > Ricambia con un po' di scontento. Continuare lo scontro non gli sarebbe dispiaciuto, pur essendo conscio di aver affrontato un avversario volutamente trattenuto nella sua forza. Quel giorno, a differenza degli altri, sarebbe rimasto nel dojo, intento a osservare le pratiche degli altri conclannati, se proprio si volesse esagerare: i suoi familiari. [END]

Jikan s'allena con un suo superiore nell'utilizzo dell'innata.

UP INNATA! No exp.