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Giocata di Clan

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10:04 Kaori:
 Da quando ha dato ad Azrael la notizia della sua gravidanza, uscire è stato sempre più difficile. Il Nara desidera ardentemente prendersi cura di lei e del bambino in arrivo e per farlo ha iniziato a comportarsi come una sorta di guardiano. A momenti non le permette neppure di fare le scale di casa pur di non farla affaticare e al lavoro l'ha convinta a dedicarsi solo a documenti e scartoffie, soprattutto dopo la scelta di Mekura di abbandonare il Consiglio. Non che comunque prima facesse granché ma adesso il lavoro che in teoria doveva svolgere lei si è addensato sulle spalle dei Consiglieri rimanenti. Oggi sarebbe andata un po' tardi in Consiglio in quanto prima ha una visita medica da fare in Ospedale per assicurarsi che vada tutto bene. Azrael voleva a tutti i costi venire ma alla fine la Jonin è riuscita a convincerlo ad andare alla riunione: già non può andarci lei, almeno lui deve andare. E poi non è che debba fare nulla di rilevante: qualche analisi del sangue, una chiacchierata col medico, nulla di emozionante. Sicuramente se si fosse trattato della prima ecografia avrebbe voluto averlo accanto! Ad ogni modo, manca ancora un po' di tempo prima della sua visita e perciò Kaori si gode la sensazione dell'aria fresca sul viso. Passeggia con passo tranquillo per strada stringendosi nel suo cappottino bianco. I guanti rossi le proteggono mani e dita mentre dei pantaloni elasticizzati neri le fasciano cosce e gambe. Degli stivaletti senza tacco le cingono caviglie e piedi ed un basco rosso è posto inclinato sul capo. I lunghi capelli viola ondeggiano alle sue spalle ad ogni passo mentre il coprifronte della foglia è legato attorno alla gola come protezione. Si trova davanti ad una fontanella ad osservare un gruppetto di bambini ridenti che giocano a schizzarsi l'acqua, ritrovandosi a carezzarsi il ventre quasi sovrappensiero, sorridendo. Osserva la scenetta immaginando Ken ed il suo futuro fratellino o la sua futura sorellina che giocano allo stesso modo e la cosa le fa quasi salire le lacrime agli occhi. Si perde a rincorrere quella fantasia, senza quasi accorgersi di qualunque cosa le capiti attorno. [ Chakra: on ]

10:17 Sayaka:
 Il gatto ha iniziato nuovamente a miagolare insistentemente, è un suono così flebile, continuo, strozzato che filtra nelle orecchie della giovane diciassettenne intrufolandosi nei pensieri ancora immersi nel mondo onirico. Che sia ora di svegliarsi è il caso forse, il sole ormai sorto, quella tenue luce che filtra dalla finestra e che va ad abbracciarle parte del viso e del cuscino. E’ un dolce risveglio se si esclude il miagolio del gatto, ma è ancor più dolce perdersi in quelle calde coperte, un morbido cuscino e rimanere rannicchiati come un bozzolo nell’attesa di diventare una bellissima farfalla. Quel miagolio ha ormai interrotto i suoi sogni, l’ha presa e trascinata di prepotenza nella fredda realtà nella quale lei apre gli occhi bianchi in un buon auguro per la giornata. <Mmghmg…> il saluto per questo gelido giorno è un mugugno bofonchiato a bocca chiusa, il viso si contrae una smorfia assonnata e infastidita dal continuo miagolio del gatto, ma c’è qualcosa che non va… <Io non ho un gatto…!> in un solo attimo tutto il sonno svanisce per lasciare una pulsante sensazione di dolore alla testa e una consapevolezza che quel suono così somigliante al miagolio di un gatto, non è altro che il pianto incessante di un bambino. Coi neri capelli sfatti e il pigiama tutto storto che si è avvolto intorno a lei come un fusillo, la giovane scosta le coperte e con velocità è già in piedi, scaccia via il giramento di testa improvviso e corre a prendere in braccio il suo piccolo Akihito. E’ un bimbo di appena un anno, mille possono essere i motivi per il quale piange, e prima di occuparsi di se stessa lei deve pensare a lui. Nessun peso, nessun rancore, come potrebbe mai provare simili sentimenti per lui. E’ una mattinata fredda, ma inizia come al solito, la sua routine: sistema i bambini, Akihito e anche la sua bimba di due anni Ayaka, prepara la colazione per loro e per sua madre che ancora non è uscita dalla sua stanza, fa mangiare i piccoli e poi porta la colazione su un vassoio in stanza dalla madre. Fa mangiare anche la madre mentre cerca di tenere sotto controllo i bambini, come sempre cerca di ristabilire un contatto con la donna, ma ella rimane persa in un mondo al quale a lei non è concesso di entrare. Infine fa una colazione veloce anche lei, mette a posto, sistema, veste i bambini e ovviamente veste se stessa. Esce di casa con i capelli scarmigliati raccolti in una cipollona alta, con diversi ciuffi che sparano qua e la, il viso sorridente che sembra illuminare tutto il resto, nonostante la stanchezza che le riempie gli occhi privi di quel brillio generale. Indossa un semplice cappotto nero, al di sotto una maglietta a maniche lunghe troppo larga per il suo fisico minuto e un paio di pantaloni neri che si infilano in degli stivaletti, assomigliano a degli anfibi. Il piccolo Akihito che porta in braccio è una piccola palla in quel suo giubbino rosso, mentre Ayaka, che invece cerca di tenere per mano, si è ben coperta col cappottino verde e la sciarpa, entrambi le somigliano con quei capelli neri e gli occhi bianchi. <Dobbiamo fare un po’ di compere, se fate i bravi vi preparo il vostro piatto preferito, okay?> un coretto di si esaltato, Ayaka saltella sfuggendo al controllo della sua mano e la ragazza si guarda intorno per adocchiare il primo negozio disponibile. Non dovrebbe perdere di vista i bambini, non dopo gli ultimi avvenimenti accaduti al villaggio, ma quando se ne rende conto Ayaka ha già preso il via, e non curante se ne va a saltellare andando a sbattere contro una persona non di poca importanza. <Ayaka! Torna qui!> si precipita annaspando, il panico che sale in gola, non perché temi in qualche modo la figura della capo clan Hyuga, ma perché teme per i disordini che ci sono in giro. <Mi scusi!> riafferra la bambina mentre questa sorridente stava per salutare Kaori con la manina e un candido sorriso.

10:31 Kaori:
 Rimane lì, impalata come una statua sul margine della strada ad osservare una scena di vita quotidiana come tante se ne possono osservare per le vie del Villaggio. Tutto sembra tranquillo e ordinario, persino il clima è piacevole e mite; eppure la calma è fittizia, una tensione nervosa aleggia ovunque sotto questo tentativo di andare avanti senza paura. Il culto è ancora un problema irrisolto, il pericolo ancora dietro l'angolo e la sorveglianza da parte di ANBU e ninja è massima. Una situazione non particolarmente piacevole per i cittadini, ma necessaria. Per ora sembra di essere fermi in un perpetuo attimo di stasi, sospesi in un eterno attimo di placida calma prima dello scoppio di una pericolosa tempesta. Kaori cerca di non pensarci. Sa che lei e chiunque altro lì a Konoha sta facendo del suo meglio per proteggere la Foglia, ma la continua catena d'insuccessi non fa altro che alimentare la frustrazione e la paura persino fra le fila di loro guerrieri. Lei, in particolar modo, messa al corrente dei reali piani al di sotto della facciata del culto, è costantemente nervosa. Preoccupata per Azrael, per ciò che potrebbe succedergli e per ciò che probabilmente prova con la minaccia del ritorno di Kuricha in una simile circostanza. Sospira appena carezzandosi pigramente il cappotto all'altezza della pancia e si riscuote solo quando qualcuno la urta accidentalmente. Si volta senza scomporsi, non si è fatta male, e vede questa bambina dai grandi occhioni bianchi che la osserva col nasino appena rosso per via dell'impatto. Le sorride d'istinto sentendo solo a quel punto la voce di una ragazza scusarsi. Una giovane dai lunghi capelli neri afferra la mano della piccolina e osserva Kaori con fare di scuse, portando la Hyuga a sorriderle e scuotere appena il capo. < Non preoccuparti. Non è successo niente. > la rassicura con dolcezza abbassandosi sui talloni per porsi all'altezza della bambina, guardandola in viso. < Non ti sei fatta male vero? > le domanda con candore per sincerarsi delle condizioni della bambina, quanto meno che l'urto non l'abbia spaventata o intristita. Solo a quel punto tornerebbe in piedi rivolgendo uno sguardo amorevole anche al fagottino fra le braccia della ragazza e dunque alla giovane stessa poco dopo. E' una giovane del loro clan, una ragazza che dovrebbe chiamarsi Sayaka se non ricorda male, con la quale non ha avuto modo di parlare mai di persona prima d'ora. < Tu sei Sayaka, giusto? > le domanda allora per assicurarsene, cercando di ricordare tutte le volte in cui -chiusa al dojo- ha fatto la conta degli Hyuga per accertarsi che nessun altro fosse sparito dal Villaggio. [ Chakra: on ]

10:52 Sayaka:
 La piccola Ayaka non si è fatta nulla per fortuna, giusto una piccola botta ma nulla che possa turbare l’innato buon umore di quella creaturina che ogni giorno con la sua sola presenza è in grado di rallegrare lo spirito della giovane, quella bimba insieme al fagottino che stringe tra le braccia, due angioletti. Un sospiro viene rilasciato dalle labbra rosse di Sayaka, felice di non aver turbato una persona tanto importante all’interno del villaggio, le prima parole della donna vengono quindi accolte con sollievo dalla giovane che socchiude appena gli occhi e torna a sorridere in modo più rilassato e cordiale, posando una mano sulla testolina della figlia. La bimba continua ad osservare sorridente la donna che si accovaccia di fronte a lei con fare premuroso ponendole una domanda alla quale lei scuote la testa con orgoglio, portando una manina al petto. "No no!" esclama con la sua vocina, per poi correre ad abbracciare una gamba della ragazza, la quale continua ad osservare sorridente la capo clan rialzarsi, lasciandole tutto il tempo per osservare, magari farsi delle idee e solo dopo ancora ascoltare quanto ha da dire, se ha qualcosa da dire logicamente. Quando però la donna pronuncia il suo nome, Sayaka sgrana gli occhi in un attimo di puro panico, realizzando solo in quel momento che ella la conosca, conosce lei, proprio lei che nemmeno è una kunoichi del villaggio, ma una semplice ragazza. E’ in disordine. Questo è l’unico pensiero che le salta alla mente e cerca, con la mano libera dalla presa del bimbo, di sistemarsi nervosamente i capelli, quei ciuffi ribelli che sparano ovunque, sorridendo e ridacchiando appena, nervosa. <Si…! Si, sono io!> arrossisce dalla vergogna di quella pietosa figura che sta facendo proprio davanti a lei, presentandosi così sciatta, così… se stessa. <Ah… e loro sono Ayaka.> afferma posando una mano leggera sulla nuca della bambina, che ancora una volta muove una manina salutando la donna. <E lui è Akihito.> alludendo al bimbo che tiene in braccio, intendo a succhiare il ciuccio con un bel visino vispo. Non ha mai detto chi sia il padre di quelle due creature, dopo tutto sua madre non lo ha mai voluto nemmeno sapere, un clima in casa non idilliaco e un clima di pura tensione e paura che si respira per le vie del villaggio, mentre si cerca di mantenere la calma e una parvenza di normalità, in nome anche di tutti i bambini che dovrebbero vivere il meno possibile nel panico e nel terrore. <Sono… un po’ sorpresa che conosce il mio nome, ecco, non sono nemmeno un ninja del villaggio!> ammette infine rendendosi conto di non sapere come comportarsi dinnanzi a una persona di quel calibro, cosa dovrebbe dire e come dovrebbe ponderare per bene le sue parole. Un sorriso che illumina quel volto, così giovane e perfetto, cortese e gentile, non deve essere troppo diversa da come è di solito alla fine. <Uh… come sta?> rammenta una buona educazione per le relazioni sociali, ma anche un sincero interesse per chi si sta occupando di una soluzione tanto delicata nel villaggio.

11:13 Kaori:
 La ingenua sincerità della piccolina smuove qualcosa nel fondo dello stomaco della Hyuga che quasi si sentirebbe spinta dal desiderio di abbracciarla tanto forte da toglierle il respiro come se fosse un orsacchiotto di peluche o un gattino spelacchiato di cui prendersi cura. Gli ormoni della gravidanza iniziano già a controllare le sue emozioni portandola a sentirsi stranita e stravolta dalle sue stesse reazioni. Si limita tuttavia a ridacchiare divertita della spontaneità della piccola mentre si ripara dietro una gamba della madre e quindi snuda i denti in un sorriso ricco di calore. < Meglio così allora. > chiude lì il piccolo incidente, felice che la bambina non si sia né spaventata né tanto meno fatta male. Si ritrova dunque a dedicare la propria attenzione alla ragazza più grande che, ad ogni modo, par fin troppo giovane per avere due bambini tanto piccoli: tuttavia non sta a lei intromettersi nei fatti suoi e perciò, senza fare alcun tipo di domanda, si limita ad annuire quando la ragazza annuisce nel confermare di essere Sayaka: non solo, le presenta anche i piccolini che porta con sé portando Kaori a sorridere ad entrambi e quindi portarsi una mano sul petto con fare pacato. < Ma che bei nomi. > osserva con fare ammirato lanciando uno sguardo prima all'uno e poi all'altra. < Io invece sono Kaori. > si presenta ai due e, tutto sommato, anche alla ragazza per quanto ella saprà sicuramente chi lei sia. In realtà, a quanto pare, la giovane è piuttosto sorpresa proprio dal fatto che la Consigliera sappia il suo nome. La cosa la porta a sorridere: le ricorda i primi tempi in cui la gente la riconosceva per strada e lei quasi non capiva perché. < Non sei una ninja ma sei una Hyuga. E anche loro a quanto vedo. > sorride Kaori riferendosi ai grandi occhioni bianchi dei due bambini presenti. < Un tempo non sapevo i nomi di tutti i membri del clan, ma da dopo la storia di Cappuccio Rosso e soprattutto ora con questa storia dei cultisti, sto facendo sempre più spesso un controllo del clan per assicurarmi che non stia sparendo nessun altro. Abbiamo perso troppi Hyuga credendo che fossero morti in missione, non deve succedere più. > spiega la ragazza con un mezzo sospiro mortificato, quasi sentisse propria la colpa del triste destino toccato al proprio clan nel tempo. < Perciò alla fine ho iniziato a riconoscere tutti. > riprende poco dopo sorridendole, andando a scacciare la tristezza del pensiero precedente. < Se non ricordo male vivi con tua madre, vero? > le domanda, giusto per essere sicura che sia tutto okay nella sua famiglia. < Io... direi stanca. > ammette alla fine per rispondere alla domanda della giovane. < Questa storia dei cultisti mi sta togliendo il sonno la notte e assicurarmi che il nostro clan non sia in pericolo è quasi un'ossessione. > ammette con una risatina amara pensando alla piccola Harumi, al sicuro nel suo letto, Kouki tornata finalmente a casa, i figli di Azrael al sicuro nei loro letti. < Ma non mi posso lamentare. > aggiunge poi arrossendo appena, felice, pensando che -di contro- ha anche tanti motivi per essere felici. Le nozze imminenti col Nara di cui i giornali non fanno altro che spettegolare da settimane, il bambino in arrivo... < E tu? Dove portavi questi due piccoli tesori? > le domanda di rimando, poco dopo, andando a sorridere alla famigliola con occhi scintillanti di rispetto e ammirazione. [ Chakra: on | Scusa il papiro @.@ ]

11:37 Sayaka:
 Sorride, la ragazza, sentendosi quasi colpevole in un primo momento di una serie di pensieri che un paio di anni fa le avevano avvelenato la mente, quegli stessi pensieri che erano ritornati un anno dopo, quel suo sentirsi fuori luogo, poco adatta, stravolta e sola in balia di eventi troppo grandi per lei. In manca di un appoggio solido sul quale basarsi ha dovuto ergersi con le proprie forze, sopraffatta da responsabilità e dolori arrivati a lei troppo preso. Eppure oltre a quello c’è anche un infinito amore che ha imparato a sviluppare, è nato spontaneamente ma l’ha dovuto coltivare almeno un po’, ma il ricordo di quei pensieri e quelle sensazioni fanno da sempre sentire in colpa. Notare come la donna sorrida in quel modo tanto dolce e spontaneo alla bambina, con quel calore e quell’amore, la fa sentire inadatta e proietta verso Kaori un sentimento che le fanno pensare che quella si che sarebbe una madre coi fiocchi. Quel suo modo di fare dolce, pacato, il sapere come comportarsi coi bambini, farsi amare e voler bene, da’ per certo che la capo clan è tutto quello che sarebbe dovuta essere lei fin da subito. Alimenta quel sorriso così dolce, aperto e sincero, così maschera verso quanto sente dentro di sé, e con un cenno del capo effettua un piccolo inchino nei confronti di Kaori quando si presenta, spronando dolcemente anche la bambina a fare altrettanto. <Piacere… come si dice?> domanda poi verso la piccola, la quale orgogliosamente imita la madre in quel piccolo, goffo e tenero inchino, con un sorrisino smagliante osservare prima la ragazza e poi la donna, ben convinta di sapere rispondere alla domanda che le è stata posta. “Oggi boccolli!” un’esclamazione che non è evidentemente la risposta che ci si aspettava dopo un saluto, ma la ragazza ride sinceramente sollevata da parole simili e spera allo stesso modo che non siano un insulto per la capo clan. <Ho promesso che se fanno i bravi cucinerò i loro piatti preferiti, e a lei piacciono i broccoli.> afferma solare verso la donna, sperando di spiegare quanto detto dalla piccola, ponendo il tutto in un contesto meglio comprensibile. Un rossore appena lieve che aumenta ora che ascolta quanta attenzione Kaori metta nel proprio ruolo, una cura che la porta a conoscere ogni membro del suo clan per evitare che si ripeta quanto è già successo. Una spiegazione completa, probabilmente fra quei nomi di scomparsi potrebbe figurare persino quello di suo padre, il quale un giorno non ha più fatto ritorno da una missione, semplicemente sparendo, anche se lei sente e sa, nel profondo, che sia ancora la fuori da qualche parte. <Capisco, deve essere davvero faticoso, ma… almeno a me da un senso di profonda sicurezza, sapere che c’è qualcuno che ci tiene così tanto da controllare ogni singolo nome, ogni singolo volto.> commenta dolce e amorevole, un segno di preoccupazione verso tutta quella fatica, ma allo stesso tempo un profondo riconoscimento e ringraziamento verso una capo clan degna di questo nome. <Si, con mia madre…> le da conferma con un sorriso involontariamente triste alla figura di quella madre assente, apatica, che non esce dalla sua stanza. <E’ un po’ complicato in realtà, ma non voglio entrare nel merito di questo discorso, non mi sembra il caso.> ammette scuotendo la testa e cancellando dal viso il segno di quella tristezza, imponendosi una felicità atta a non far preoccupare nessuno. <Il culto, già… è davvero una situazione tesa, se lo è per noi, che siamo semplici abitanti, scommetto che è molto più frustrante per i ninja e voi, insomma.> i fallimenti, l’incapacità di proteggere magari come si vorrebbe il villaggio… sono tutte sensazioni che nessun abitante dovrebbe scordare. Queste persone fanno del loro meglio e invece lei non poche volte ascolta discorsi di persone che li denigra magari chiamandoli incapaci. <Ma bisogna cercare di tenere una certa tranquillità e serenità, preservare ciò che è possibile per non dare queste sensazioni ai bambini.> ammette sincera, seria e consapevole di quella realtà, colta poi in contropiede quando la donna le pone quella domanda, più di ogni altra cosa un po’ colpita da quello sguardo che rivolge a loro. <Compere! Dobbiamo fare la spesa e poi faccio un giro al parco.> ammette frizzantina con una piccola risata, che coinvolge con entusiasmo entrambi i bambini che saltellano e si agitano sul posto.

14:39 Kaori:
 Guardare quella ragazza ed i suoi bambini la porta a ricordare il motivo che, in principio, la spinse a voler diventare una kunoichi. Difendere persone come lei. Semplici, tranquille, famiglie indifese che desiderano solo una vita normale. Impedire a qualunque minaccia di toccarli, di far piangere ad una giovane come Sayaka il dolore della perdita di un figlio. Più osserva quelle tre piccole figure, più sente dentro sé rafforzarsi il desiderio di ergersi in loro difesa. Sembra una ragazza gentile, amorevole e i suoi bambini indifesi ed innocenti. Vede il modo in cui si aggrappano alle sue braccia credendo probabilmente che la loro mamma sia la persona più forte al mondo, la loro ancora e colonna e dentro sé avverte il bisogno di essere, per la stessa Sayaka, un appiglio sicuro. Le sorride con candore ascoltandola, cercando di scambiare qualche parola anche con i piccolini ritrovandosi quindi sorpresa nell'udire l'esclamazione della bambina alla propria presentazione. Le strappa una risata sincera, divertita, le sopracciglia ad aggrottarsi con fare interrogativo nella sua risata mentre volgerebbe lo sguardo, intenerita, verso la ragazza che subito provvede a spiegarle quello che intendeva dire la figlia. < Ohhh! Ma loro sono sempre bravi, vero? > domanda allora Kaori guardando la bambina e scoccandole un occhiolino. < E poi è una fortuna che il loro piatto preferito consista in delle verdure: vuol dire che cresceranno sani e forti. > sorride rivolgendosi alla donna e quindi rimanendo semplicemente basita quando questa va pronunciando quel successivo dire. E' la prima volta che qualcuno del suo clan le dice qualcosa del genere. Un complimento, un ringraziamento. Un semplice riconoscere l'impegno che ci sta mettendo per tenerli al sicuro. La cosa la commuove facendole divenire gli occhi lucidi senza però far sgorgare alcuna lacrima. Le pizzica il naso ma trattiene stoicamente quell'improvvisa reazione emotiva annuendo appena e tirando su col naso. < Allora vuol dire che quello che faccio vale la pena di esser fatto. Anche se facesse sentire a questo modo te soltanto. > ammette lei sinceramente toccata da quella gentilezza, per poi informarsi sulle condizioni della ragazza. Nel nominare sua madre nota subito uno strano cambiamento nell'atmosfera, nell'espressione stessa del viso altrui e si ritrova ad annuire in silenzio quando Sayaka le dice che non le sembra il caso di dilungarsi sulla questione. < Se è con te ed è al sicuro non mi serve sapere altro. Ma... se ci fosse qualsiasi tipo di problema o dovessi essere preoccupata per qualsiasi cosa, di legato al culto della Luna o a qualunque altro ambito, sappi che la mia porta è sempre aperta. Al Dojo oppure anche in Ospedale. Se chiederai di me farò in modo di riceverti all'istante. > le dice cercando di offrirle un qualsiasi tipo di appoggio e sostegno, temendo che la ragazza possa aver bisogno di aiuto. < Diciamo che è una specie di... buono per Hyuga. > ci ride su cercando di smorzare la tensione venutasi a creare e quindi ascolta quanto Sayaka dice poco dopo in merito alla questione dei cultisti e di come questi facciano sentire ninja e cittadini. Kaori annuisce, concorda con lei, ed espira piano rivolgendo ora lo sguardo ai ragazzini che- ancora, si schizzano l'acqua della fontanella vicina. < Sì, a volte abbiamo l'umore sotto i tacchi. L'idea di non aver ancora stanato una minaccia che vi preoccupa da tempo demoralizza un po'. Ma cerchiamo di dare comunque il massimo e di fare il possibile perché nel frattempo possiate continuare una vita quanto più normale possibile. > le dice tornando a guardarla, sorridendo nuovamente alla fine quando Sayaka le spiega dove sono diretti tutti quanti. < Mi sembra un bel programma. > commenta Kaori sorridendole. < Questa bella signorina darà una mano alla mamma? > domanda rivolgendo ad Ayaka uno sguardo divertito, prima di umettarsi le rosee e tornare ad osservare la conclannata. < Hai davvero due bei bambini... > le dice alla fine con dolcezza, ammirando il quadretto che loro tutti insieme compongono. < Siete una bellissima famiglia. > osserva, con gentilezza, guardandola negli occhi. [ Chakra: on ]

15:10 Sayaka:
 A volte Sayaka stessa si domanda se non debba fare qualcosa anche lei per il bene dei suoi bambini, per tenerli al sicuro e proteggerli, qualcosa di concreto che possa essere di aiuto al villaggio stesso e ai suoi abitati. I suoi bambini, come quelli di un’altra madre o un altro padre, necessitano di una protezione sempre maggiore perché sono il loro futuro, oltre a essere delle creaturine alle volte deboli, quelle più bisognose di protezione e affetto. Ma se volge lo sguardo a questo pensiero allora le viene da domandarsi se sia davvero un bene fare qualcosa, e un senso di ansia e preoccupazione si riversa dentro di lei, come acqua fresca in una brocca vuota. Se lei dovesse morire per cercare di proteggere il villaggio, lascerebbe i suoi bambini da soli, senza nessuno… una nonna assente e troppo malata e un padre… meglio non parlane. Avrebbero il clan, la protezione dell’intero clan, forse, eppure questa paura l’ha sempre frenata da fare quel passo all’interno dell’accademia. Sorride tornando alla realtà nel sentire la donna che si rivolge ai suoi bambini, stringe a sé il piccolo Akihito che porta in braccio, mentre questo ridacchia come un piccolo furbetto in risposta a Kaori. Una risata, quella piccola risata, in grado di riempire il suo cuore e sollevare ogni fatica. Ayaka invece annuisce convinta, visetto angelico e un pochino imbarazzata, forse conscia di essere anche una piccola peste, e tenta di imitare Kaori con quell’occhiolino, ma riesce solamente a strizzare tutti e due gli occhietti, convinta di esserci riuscita. Un’altra risata da parte della diciassette che contenta annuisce, grata di quella fortuna. <Sono stata molto fortunata in effetti, ero preoccupata perché pensavo che avrebbero odiato la verdura, e invece!> sospira trovando sollievo, sentendo una sensazione di incredibile complicità con quella donna, come se a lei potesse confidare qualsiasi cosa seppur bloccata da quel senso di dovere nel non lamentarsi di niente. <La cosa importante è far assaggiare il più tardi possibile le cose zuccherate. Il meno possibile anche, perché se no rifiuteranno qualsiasi altra cosa se si abituato al buon sapore dolce dello zucchero.> di libri su come gestire dei bambini ne ha veramente tanti a casa, si è dovuta arrangiare e a faticato, ma alla fine i risultati ci sono e tutte le sta venendo ripagato, ogni giorno, con i sorrisi che i bambini le rivolgono. Nota in seguito quello stato di commozione che rapisce lo sguardo della capo clan: gli occhi lucidi. Riesce a percepire che sia qualcosa di positivo e allo stesso tempo si sente molto dispiaciuta per lei perché pare essere la prima volta che qualcuno le rivolge tali parole. <Me soltanto? Io credo che faccia sentire tutti al sicuro. Se poi c’è qualcuno di ingrato che non comprende tutto l’impegno che ci stai mettendo, allora non dovresti starli ad ascoltare. Loro non sanno come sia stare al tuo posto, o al posto dei ninja.> arrossisce per l’improvviso imbarazzo. <Non che io sappia come sia stare al tuo posto, eh! Ecco… lo immagino solamente. Ma di certo non mi metto a criticare, soprattutto se non ho idee migliori e anche se le avessi, magari cercherei solo di farmi ascoltare con rispetto.> invece da quello che sente in giro, ci sono solo un sacco di lamentele sterili. Ora tocca alla ragazza sentirsi commossa però, perché la donna le porge un braccio al quale aggrapparsi, una figura solida e presente, la figura di un adulto, se così possiamo dire, che le è mancata. <Sapere di poter contare su un capo clan come te, è già tanto per me. Grazie davvero di cuore…> ammette sincera sorridendo verso la donna e trattenendo anche lei le lacrime, non volendo piangere. Non davanti ai bambini per i quali deve essere sempre al top. <Mi farebbe davvero piacere avere qualcuno con cui parlare, ma davvero non voglio farti carico di altri problemi o pensieri, ne hai già parecchi.> vuole essere il più chiara possibile per lei, senza mentire e senza voler fare per forza la stoica, ma mostra anche la sua debolezza, la sua fragilità, si mette a nudo per qualche istante per poi affermare la semplice verità. Un sorriso, un vero sorriso, quello che vuole regalare a quella donna tanto gentile e premurosa, una parte che è mancata nella sua vita. <Vorrei fare molto di più, aiutare… fare qualcosa di concreto come voi, come ninja, ma…> si blocca e scuote la testa facendo oscillare quell’enorme cipolla di capelli che ha in testa, un volto disteso e dolce, pacato e in un certo senso arreso. Ayaka dal canto suo annuisce con fervore quando Kaori si rivolge ancora a lei, facendo un passetto avanti e mettendosi la manina al petto. "Cetto! Aiuto sempre!" pronuncia con un tale orgoglio ed enfasi da mandare dritto al cuore della ragazza un senso di amore e commozione che non hanno eguali. <Grazie…> sussurra dopo quelle parole sentire che Kaori le rivolge. Sono una bella famiglia, nonostante tutto. Non riesce a trattenere quelle piccole lacrime che silenziose scelgono di lasciarsi alle spalle quegli occhi bianchi per percorrere in segreto le sue gote.

15:52 Kaori:
 E' evidente che Sayaka, nonostante la giovane età, si stia impegnando con tutte le sue forze per essere una brava mamma per i suoi bambini. Ayaka e Akihito sono ben vestiti, sembrano felici, tranquilli e perfettamente puliti. Pettinati, emanano un buon profumo di pulito e sorridono attaccati alla ragazza che, apparentemente piccola e fragile, li porta mano nella mano con sé. La Jonin ammira la forza che l'altra deve avere per occuparsi così presto di una responsabilità tanto grande come quella di essere genitore ed è felice di vedere la spensieratezza dei due bambini, l'evidente affetto che lega tutti e tre. < Sono sicura che saprai trovare un giusto equilibrio nella loro dieta. > chiosa con sincerità la capoclan pensando a come anche lei, fra non troppo tempo, avrebbe dovuto premurarsi di occuparsi di tutte queste cose. Insegnare al suo bambino a mangiare bene, a non mangiare troppo, a camminare, a non lasciarle la mano per strada... la cosa un po' la spaventa non avendo mai fatto niente del genere prima e tuttavia sa anche che assieme a lei ci sarebbe sempre stato Azrael a darle una mano. Chissà se anche Sayaka ha qualcuno che l'aiuti con i due bambini? Non ricorda se c'è anche un uomo nella sua famiglia e, in questo momento, non le sembra il caso di indagare: non sia mai che tocchi qualche tasto doloroso. Ad ogni modo rimane assai sorpresa dal sentire le parole della giovane quando questa cerca come di confortarla e rassicurarla in merito al suo essere la capoclan. La incoraggia, la ringrazia e sembra empatizzare con lei tanto da sentirsi solidale. Il pensiero la intenerisce e la rafforza al tempo stesso, facendola sentire ripagata di tutti i suoi sforzi. Sapere che almeno lei apprezza il suo duro lavoro la fa sentire come se tutto quello che sta facendo avesse finalmente un senso ed un motivo d'essere. < Ti ringrazio di cuore per le tue parole Sayaka. > le dice con sincerità rivolgendole uno sguardo carico di riconoscenza e gratitudine. < Sono davvero felice che tu la pensi così. Ma... capisco anche se c'è qualcuno che al momento non si fida di me o comunque di chiunque si sia preso il compito della guida del clan. Negli scorsi mesi sono successe tante cose, noi Hyuga siamo stati travolti da tante perdite dopo la storia di Cappuccio Rosso e sicuramente c'è ancora dello scontento in giro. Non potrei aspettarmi diversamente. > spiega la donna con amara consapevolezza. < Ma voglio fare tutto il possibile per fare ammenda, per dimostrare che voglio prendermi cura di tutti quanti al meglio che posso. E se non basta per tutti quanti va bene... il tempo magari mi aiuterà in questo tentativo di riscatto. > sorride determinata snudando i denti bianchi e notando, poco dopo, le lacrime affacciarsi sugli occhi della giovane. Non piange, le trattiene, ma queste scintillano lucide portando la donna a chiedersi quanti altri pesi le sue fragili spalle si portino con sé ogni giorno. < Ma figurati, nessun problema! Anzi in realtà... > non sa se sia il caso di dirlo, ma Sayaka le dà una certa idea di fiducia e stabilità. < Pensavo che potessi darmi una mano. Cioè, potessimo aiutarci a vicenda, ecco... > chiosa timidamente arrossendo appena sulle guance. Si avvicina di qualche passo, la destrorsa che si alza a riparare le labbra come per confidare un enorme segreto che non dovrebbe essere udito da nessuno. < la verità è che... aspetto un bambino. > confessa timidamente riabbassando ora la mano e giocherellando nervosamente con un bottone del suo cappottino. < E... beh.. mi chiedevo se non potessi darmi dei consigli, sai. Insegnarmi qualcosa. > mormora timidamente stringendosi nelle spalle. Ma è solo dopo che Kaori si ritrova a schiudere le rosee per osservarla con fare un po' più serio quando la sente parlare del suo desiderio di fare del suo per il Villaggio. S'interrompe bruscamente e la Hyuga intuisce che -probabilmente- il motivo di tale pausa è da ricercarsi nel fagottino fra le sue braccia e nella principessina al suo fianco. < ...ma hai paura di lasciarli da soli. > conclude per lei Kaori con un tono a metà strada fra il comprensivo e l'interrogativo, venendo solo a quel punto richiamata dalla vocina di Ayaka che tutta felice afferma di aiutare sempre la sua mamma. < La tua mamma è proprio fortunata allora. > le dice Kaori con un sorriso ricolmo di dolcezza, per notare solo poco dopo le lacrime sul viso di Sayaka. Non dice nulla, probabilmente non è il caso di chiederle niente davanti ai bambini, ma si limita -dopo un attimo di silenzio- a tirar fuori da una tasca del cappotto un fazzoletto immacolato. < Per tutti i Kami, anche a te il vento fa lacrimare gli occhi? > le domande dal niente porgendole il fazzoletto. < Proprio ieri mi è andato il vento freddo addosso e ho iniziato a lacrimare: Azrael pensava che stessi piangendo tutto preoccupato. > dice con tono allegro e superficiale così da evitare ai bambini qualsiasi tipo di preoccupazione nel caso avessero dovuto vedere la madre in quello stato. [ Chakra: on ]

16:23 Sayaka:
 Sembrava che dovesse essere una normale giornata come tutte le altre, tutte quelle che si susseguono nella sua vita da un po’ ormai, la routine che entrata a far parte del suo essere tanto da non preoccuparsi più molto del suo aspetto esteriore. Pettinare i capelli, tenerli in ordine, vestirsi in maniera adeguata e magari femminile… no, non ha tempo e non ha voglia, ma non per questo lascia andare allo sbaraglio anche i bambini, loro devono essere a posto. La capo clan invece si è imposta contro la monotonia, le è apparsa davanti sul suo cammino per imprimerle emozioni e saggezza. Ride riguardo alla dieta, leggera e ricolma di speranze, desiderando davvero di crescerli nella maniera più giusta, cercando di capire quali siano le migliori attenzioni senza rischiare di fare di peggio. Non pensa a replicare a quelle semplici parole perché viene attirata dal bellissimo discorso che la donna mette in campo, fra loro due. Un discorso di forza, comprensione, senso di responsabilità e giustizia… non le importa se nel clan qualcuno non si fida o ha da ridire, lei sa che sta facendo del suo meglio, che sta facendo il giusto e lascia quindi la parola al Tempo perché tutti possano vedere la persona che Sayaka vede oggi. <Penso che sia così che dovrebbe pensare un degno capo clan, sono davvero felice e sollevata che tu sia così.> raddrizza la schiena e le spalle, solleva il mento per darsi un degno contegno per la persona che si trova di fronte, anche se ormai ha peccato iniziando a darle del tu da un pezzo, sicuramente non educato come vorrebbe lei, ma le ispira semplicità. Una persona che nonostante il ruolo che occupa non pretende di essere sopra a tutti quanti, non c’è altezzosità in Kaori… è una ragazza come tante altri, più forte, più responsabile, tanto da guidare un clan, ma come lei è Sayaka, la donna è semplicemente Kaori. Rispettandola comunque e sempre. <Uh? Una mano? Bhe, se posso volentieri…!> imbarazza che proprio a lei venga a chiedere qualcosa, e si avvicina anche come per condividere quel segreto con lei. Un segreto che lascia senza fiato la ragazza… un bambino, aspetta un bambino. Sicuramente, dato il matrimonio annunciato dai giornali, il padre non può che essere il ragazzo della donna, questo vuol dire che nel ventre porta il frutto di un vero e passionale amore. E’ una notizia magnifica che la ragazza accoglie come se partisse da una sua vecchia amica, come se Kaori fosse la persona più vicina a lei e questo provoca un’esplosione di felicità sul volto della giovane Sayaka. Il viso splende insieme al sorriso, lo sguardo, la mano libera che va a portarsi davanti alle labbra, dolcezza e amore. <Oh! E’ stupendo!> si lascia andare a quell’esclamazione, potendo solamente immaginare la gioia che deve aver sentito dentro di lei quando lo ha scoperto. Gioia mista a timore, un timore che deriva dal fatto sicuro della sua posizione e dal suo essere ninja, timore perché è la prima volta, ma anche un immenso amore, qualcosa di loro e solo loro che lentamente cresce dentro quel ventre. E’ qualcosa di mistico e speciale. Lo immagina, perché purtroppo non sono state le sue stesse emozioni, difficilmente una ragazza sceglie di essere madre alla sua giovane età, tutto sommato riesce a comprendere e può sentire l’amore che già Kaori può provare per quel piccolo ammasso di celluline. <A quanto sei?> domanda senza riuscire a ottenere un freno alla sua emozione e curiosità. <Io… Io ho un sacco di libri a casa e se davvero posso esserti di aiuto, mi farebbe piacere aiutarti.> brillano gli occhi come se avesse trovato qualcuno con cui condividere tutto questo. Si sente così felice ed emozionata per lei, un evento che dovrebbe essere di sola e unica gioia, qualcosa di enorme e porta tante speranze, così come avrebbe tanto voluto sentirsi lei. Verso il discorso sul voler fare qualcosa però, comprende di poter essere compresa per davvero ora, perché la paura di lasciarli soli presto rientrerà anche nei pensieri di Kaori, se già non ci ha già pensato. <Esatto.> mormora soffiando un sospiro. <Mia madre non è in grado di stare con loro, di occuparsene nel caso dovessi stare via troppo tempo. Eppure allo stesso tempo sono certa che diventare un ninja servirebbe per proteggerli meglio e servire ancor di più il villaggio.> accenna un sorriso, quasi amaro. <So che ci sono molte altre mamme che allo stesso tempo fanno il ninja, altri genitori, anche padri… quindi forse è solo una paura che devo superare, cosa ne dici?> chiede consiglio a lei, si era ripromessa di non riversare i suoi dubbi e problemi sulla donna, ma non se ne sta rendendo conto, le parla come se fosse un’amica da sempre. Intanto a quel complimento la piccola principessina arrossisce e vergognosa va ad abbracciare ancora la gamba della ragazza, osservando Kaori con occhi divertiti e simpatici. Ne lei, ne il fratellino si rendono effettivamente contro delle lacrime della loro madre, ma Sayaka apprezza quel gesto tanto gentile e spontaneo, che le ricorda anche di tenere un certo contegno per non far preoccupare i bambini. <Grazie…!> si asciuga quelle lacrime. <Il vento a volte è così fastidioso. Secca gli occhi in una maniera incredibile!> sta al gioco così che entrambi i bimbi si mettano a ridere divertiti.

09:31 Kaori:
 Un semplice e candido sorriso viene rivolto alla giovane a seguito del suo gentile dire. Kaori si sente rinvigorita e rafforzata dalle parole di Sayaka, sente che la ragazza -senza saperlo- sta dando un senso reale e concreto a tutti i suoi sforzi, dandole così nuova determinazione per continuare nel suo compito. Non riesce a replicare alcunché: commossa, si limita ad accogliere ed accettare quelle rassicurazioni facendone tesoro dentro di sé mentre il tempo, lentamente, scorre. Sayaka le ispira fiducia, le sembra una persona buona e ricolma di dolcezza, qualcuno alla quale poter affidare un segreto e meritevole di ogni suo sforzo. E' per questo che, alla fine, Kaori si scioglie e le confida quella verità che fino a quel momento è stata nota soltanto a lei ed Azrael e le pochissime persone cui hanno sentito di volerlo comunicare. La giovane si illumina al semplice udire della notizia e la sua reazione entusiastica porta Kaori a dare in una risatina divertita, intenerita, mentre le gote le si tingono di un rosso delicato. Si carezza dolcemente il grembo con ambo le mani, quasi un modo di proteggere il piccolo al suo interno, di fargli sentire il proprio amore fin da subito e alla domanda dell'altra le sue iridi si fanno ricolme di luce, l'espressione radiosa che solo una madre in dolce attesa è capace di mostrare. < Sono quasi al terzo mese. > mormora con la voce più dolce che abbia mai usato, sollevando il capo a cercare lo sguardo di Sayaka quando questa le dice che sarebbe lieta d'aiutarla. < Davvero? > chiede felice Kaori illuminandosi. < Non sai quanto mi saresti d'aiuto! Anche se sono un medico non mi sono mai occupata di una gravidanza prima né tanto meno di un neonato. Non ho idea di cosa fare e siccome tu sembri essere bravissima coi bambini ho pensato che fossi la persona giusta a cui chiedere consiglio. > ammette lei timidamente con una sfumatura di imbarazzo nello sguardo. < Magari un giorno di questi possiamo prenderci un té! Così possiamo parlare con più calma, senza che nessuna delle due debba scappare ai propri impegni. > le propone, con gentilezza, sorridendole. E quindi ascolta i pensieri di Sayaka trovar voce, quel suo conflitto interiore fra un forte senso di dovere e responsabilità che preme dentro di lei nei riguardi del Villaggio e quello nei confronti dei suoi bambini. Kaori comprende la difficile situazione in cui la donna si trova e, annuendo, replica: < Senti, non sei obbligata a frequentare l'Accademia ninja e diventare una kunoichi. Data la situazione nessuno ti biasimerebbe. Ma... se volessi imparare qualche piccolo trucchetto per difendere i tuoi bambini... beh, posso spiegarti qualcosa. Insomma, insegnarti quello che insegnamo all'Accademia ma privatamente. Solo per darti una infarinatura di base sulle tue potenzialità. Magari un domani quando saranno più grandi potresti ripartire da questo e scegliere di affrontare i tuoi esami in Accademia. > le propone Kaori nel tentativo di rendersi utile, profondamente convinta che sarebbe sempre meglio accertarsi di aver dato ad una ragazza vulnerabile come lei gli strumenti quanto meno minimi per poter tentare una difesa di sé e dei propri bambini, in caso lei non dovesse essere presente al momento del bisogno. Ayaka, nel mentre, si stringe ancor di più alla gamba della madre portando Kaori a dare in una risatina intenerita da quel gesto mentre la ragazza riprende il controllo ricacciando indietro le lacrime precedentemente accorse. < Lo so, è una piaga. > regge ancora il gioco Kaori, sorridendole. < Comunque forse dovrei lasciarti tornare alle tue compere. Non volevo rubarti del tempo. > le dice alla fine sistemandosi una ciocca viola dietro l'orecchio. < Fammi sapere per quel té o in caso tu abbia bisogno di qualunque cosa. Mi troverai quasi sempre al Dojo ormai visto che Azrael mi impedirà di partecipare alle missioni, perciò quando ti va passa pure a salutare. E ovviamente, anche loro due sono i benvenuti. Dopotutto è anche casa vostra. > sorride, teneramente, prima di lasciar a Sayaka la parola e dirigersi, dopo i loro saluti, verso l'ospedale dove la sua visita l'attende. [ End ]

10:00 Sayaka:
 E’ rigenerante per la ragazza avere un contatto umano di questo genere: incontrarsi con qualcuno e solo parlare di quanto succede, di consigli, di raccomandazioni, dolci segreti. La diciassettenne non è una ragazza che va in giro a dire i fatti di altri, sbandierare i segreti non è da lei o avrebbe già detto molte più cose che la riguardano, che riguardano anche i suoi bambini, tenere le labbra sigillate lo sa fare bene. Aiutare il prossimo invece è quello che vorrebbe fare, non importa se lo conosce o è uno sconosciuto, se qualcuno chiede a lei allora sarà ben felice di metterci del suo, seppur piccolo oppure grande. Cerca di sistemarsi ancora una volta quei ciuffi neri e ribelli, tentando di infilarli sotto l’elastico senza mai distogliere lo sguardo da Kaori e l’attenzione per la piccola Ayaka, avvertendo le sue manine strette alla sua gamba. <Terzo mese…> un sorriso dolce immerso in quel periodo che non fu suo, ma cerca di immaginare ogni sensazione possibile che possa attraversare la donna, il modo in cui si accarezza la pancia, gesti lenti e ricolmi di amore, un amore protettivo e sa che una madre sarebbe pronta a tutto pur di difendere un figlio. <Sicuro! Quando vuoi, e quando magari sono più libera anche io, non mi dispiacerebbe passare al dojo per un thè e una chiacchierata simile.> il cuore, il suo cuore… batte così forte ed è una sensazione quasi nuova, non si tratta di quando scarica tutto quell’amore che prova per i figli, questa emozione riguarda solo lei e una possibile chiacchierata in amicizia con qualcuno. Kaori ha decretato in questo modo un bellissimo quanto improvviso cambiamento nella vita della ragazza, le ha donato qualcuno in più e di diverso dalla sua solita routine, non si vorrebbe mai azzardare ma forse le sta donando un’amicizia. Lei sempre così selettiva e che di amicizie le ha perse o forse non le ha nemmeno mai avute per colpe non sue. <Se ti fa piacere potrei anche portarti qualche libro, sono utili con me hanno funzionato!> un’esclamazione con annessa gioia e divertimento, una leggera risata che stempera ogni peso che ha avuto fino ad ora sulle spalle. Un peso che viene sempre più alleggerito dai consigli che la capo clan le da in risposta ai suoi dubbi, un obbligo che non è un obbligo anche se lei lo avverte come tale, e una proposta fantastica e perfetta per lei. Uno scambio di aiuti, di favori, spera solamente che quell’offerta non sia un invece si un obbligo per la donna da parte sua, come se si sentisse in dovere di ricambiare i consigli di Sayaka… ma no, le sembra che tutto stia avvenendo nella semplicità nell’unico voler fare qualcosa l’una per l’altra. E’ un sorriso grato quello che mostra agli occhi della donna, quasi timido, azzardato, ma veritiero. <Sarebbe… perfetto, nel senso… mi farebbe davvero piacere poter imparare almeno quelle cose che mi permetterebbero di fare comunque qualcosa.> la voce così velata, mista a un imbarazzo insensato nell’accettare quell’offerta. <Lo apprezzo davvero molto.> professa un profondo inchino, unico modo che sente necessario per mostrare la sua gratitudine che non può essere espressa a parole per quanto enorme sia. Asciugate le lacrime ecco un’altra risata, colpevole e giocosa nel medesimo istante. <Certo, e ancora grazie… se non disturbo ti farò sapere per queste cose e ti avviso prima.> non farà la sua apparizione al dojo senza preavviso, non è da lei. <Ma certo… casa nostra.> una doppia appartenenza, una doppia sicurezza, lei si sente sicura con Kaori alla guida del clan, si sente sicura all’idea di andare al dojo, si sente… protetta. E’ una bellissima sensazione che non aveva mai provato prima, rigenera ogni sua cellula e cancella la stanchezza. Prende un profondo respiro immagazzinando aria nei polmoni, aria fresca e nuova. <Fa bene con queste accortezze, ma spero non esageri!> ammette con una piccola risata nei confronti del ragazzo e padre del bambino della donna. <Ma niente reclusioni al dojo, in questo periodo è giusto che tu faccia una camminata al giorno di almeno mezz’ora.> ne approfitta per dare un primo consiglio e poi sprona i bambini a salutare. <Ora andiamo, salutate.> un sorriso, e anche la bimba muove la manina con veemenza aggiungendo un piccolo e tenero “Ciao!”, così vero e spontaneo, anche il piccolo fa un piccolo gesto con la manina, un’occhiata veloce timida e divertita, e poi torna ad abbracciare la mamma ridacchiando. <E’ stato un piacere, arrivederci.> saluta anche la ragazza ovviamente, un altro inchino e poi prende la piccola per mano e continuerebbe i suoi doveri mattutini con un nuovo spirito. [end]

Kaori e Sayaka s'incontrano casualmente quando la figlia di quest'ultima va a sbattere contro la capoclan. Le due iniziano a parlare ed alla fine raggiungono un accordo: Sayaka darà qualche consiglio a Kaori sulla sua gravidanza mentre quest'ultima le insegnerà le tecniche accademiche al di fuori dell'accademia per consentirle di avere i mezzi minimi per proteggere i propri bambini ♥

Vorrei fare i complimenti a Sayaka: davvero davvero brava **