Uccidere i nemici e anche un po' se stessi

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11:07 Samael:
 Piccoli passi si muovono per le strade di Konoha tranquilli e senza fretta alcuna scandendo il tempo con il delicato suono dei sandali in legno che sono indossati su dei piedi con delle calzine bianche. Risalendo indossa un kimono blu chiaro con dei disegni di fantasia di un colore blu ma più scuro e in vita stretta c’è la fascia gialla e verde che chiude il tutto. L’abito orientale arriva fini alle sue caviglie e ha le maniche lunghe, è un indumento indossato bene e sopra la fascia il tessuto è stato sistemato per creare quel leggero difetto che faccia pensare e trarre in inganno che ci sia un accenno di forme femminili. Maschio alla nascita ma conosciuto da tutti come una ragazzina di dodici anni, è una femmina ormai da anni e come tale continuerà a vivere e cercherà di fare. Lunghi capelli neri sono raccolti in una coda alta a lato della testa e fermata con un fermaglio che ha un fiore rosa ben in vista anche se non troppo grande. I tratti sono femminili e infantili di una delicatezza ben studiata e gli occhi sono due pozzi neri profondi portandosi dietro un’espressione alienata e assorta. Il braccio destro è tenuto piegato con la mano verso l’alto perché nell’incavo del gomito tiene appesa una borsa di plastica nella quale sembra esserci qualcosa e nella mano stessa stringe un bigliettino. Piccola e magrolina nessuno fa caso a lui, lei, come sempre è la normalità ormai. [Ch: off]

11:38 Azrael:
 Dopo le ultime cose successe il Dainin ha sentito il bisogno di fare una passeggiata sotto il tiepido sole invernale, al freddo pungente che contrasta con la luce dell’astro più luminoso di tutti. Porta una camicia nera, in tinta coi pantaloni del medesimo colore, spezzati da una cintura di cuoio la cui fibbia reca la sottile incisione del simblo del suo clan di appartenenza. I capelli corvini lasciati liberi di incorniciargli il volto candido, risaltando gli occhi color pece. Sospira lungamente, guardandosi attorno per poter scorgere qualunque cosa che possa attrarre la di lui attenzione. Dubita che possa vedere qualche membro della setta, ma la cosa non potrebbe che fargli piacere. Bagnarsi le mani del sangue di quialcuno dij loro, che è addirittura riuscito a prendere in giro gli ANBU, rubandogli quel dannato specchio da sotto il naso. La prima cosa che gli salta all’occhio, per le vie del centro, è la figura di Samael. Non conosce personalmente quella figura, ma ha avuto la possibilità di vederla qualche volta in giro per l’accademia o, episodio più importante, durante l’attacco della setta al monte dei volti, quando è intervenuto su chiamata di Ken per salvare il gruppetto da brandelli di corpi smembrati e schegge dovute ad un’esplosione di dimensioni piuttosto preoccupanti. È per questo che è interessato a Samael, per conoscerlo meglio, perché è stato a contatto coi suioi bambini e il protettivo istinto di padre lo porta a dirigersi a grandi e rapide falcate in direzione del giovane che il Nara pensa essere una ragazzina. Le si avvicinerebbe rapidamente, probabilmente troppo per i sensi della giovane dall’atteggiamento alienato ed assente, giungendole al fianco in pochi secondi < Buongiorno, disturbo? > Chiosa, senza avvicinarsi a più di mezzo metro per non rischiare di infastidire la persona con cui sta tentando di iniziare una conversazione. [ C on ]

11:49 Samael:
 Oggi non è una di quelle volte ma anche lei ogni tanto scandaglia i presenti per poter vedere qualcuno di quella setta, lo fa inconsciamente come lo ha fatto sul monte l’ultima volta e li ricerca per una curiosità personale per scoprire quanto effettivamente siano pericolosi o se la loro fama è stata travisata dai ninja di Konoha. Oggi però la dodicenne è impegnata a ripassare mentalmente la lista di cose da comprare anche se questa lista è scritta nel biglietto che stringe nella mano. Continua a camminare con un passo regolare oltrepassando negozi e chioschi che non rientrano nel suo interesse senza essere attratta da qualcosa di diverso che non sia scritto in quella lista. <Si, del pane.> mormora parlando all’apparenza da sola ma dubita di essere sentita e se anche fosse non le interessa, di certo non si aspetta l’alta figura di Azrael Nara che le si avvicina in pochi secondo al fianco e attirando la sua attenzione con la voce. La giovane si ferma e ruota lentamente il capo fino a quando gli occhi neri e profondi si posano prima sulla cinta dove c’è il simbolo dei Nara e poi risale fino al volto riconoscendo definitivamente il consigliere. Al volo indossa la maschera da brava bambina, i lineamenti si addolciscono e lo sguardo si ammorbidisce e un sorriso cortese e gentile si forma sul viso. <Buongiorno, consigliere.> pronuncia con voce femminile e giovanile con una delicatezza quasi fuori dal comune. <No, non disturba affatto, posso esserle utile?> è sorpresa che fra tutti il consigliere abbia deciso di avvicinarsi a lei ma non così tanto da non ritenersi più invisibile agli occhi degli altri. [Ch: off]

12:04 Azrael:
 La reazione che ottiene dalla ragazzina è una reazione formale, ma accompagnata da un volto gioviale, cortese e dolce. Anche il volto del Dainin si ammrbidisce in un sorriso cortese quando viene additato come Consigliere, suo titolo onorifico, ma non di certo quello di cui va più fiero. < Puoi chiamarmi Azrael, non sono in Magione e sono fuori servizio. > La testa è china versoil basso, per poter osservare il volto di Samael, naturalmente più bassa di lui. < Nulla in particolare, ho sentito di te a causa dell’attacco al monte dei volti, ti ho vista per strada e ho pensato di scambiare due chiacchiee. > La voce è pacata e tranquilla, atta a cercare un certo tono informale con la ragazzina, decisamente più giovane di lui. Non sa se la deshi ha notati la presenza dell’uomo in quella circostanza, il modo in cui li ha salvati da danni certamente non pericolosi, ma che comunque avrebbero potuto arrecare dolore e fastidio inutile ai presenti, tra cui anche i propri figli. < Tu piuttosto, se hai bisogno di una mano con la spesa o altro chiedi pure. > Le si affiancherebbe, prendendo un passo lento per non avanzare troppo o restare troppo ijndietro, per favorire un discorso con la gioovane. [ C on ]

12:17 Samael:
 Sorpresa tiene il viso sollevato verso di lui e ascolta le sue parole iniziali che lo fanno apparire come una persona molto modesta che cerca di attaccar bottone con una ragazzina senza voler risultare troppo opprimente o fuori luogo. <Va bene, Azrael. Io mi chiamo Samael.> risponde e si presenta a sua volta con un piccolo inchino del capo come segno di educazione e rispetto, mantenendo le maniglie del sacchetto nell’incavo del gomito destro, sembra che il braccio si sia addormentato in quella posizione. <Ah, l’attacco.> mormora in risposta in maniera assente dando l’impressione di essersi dimenticata di quanto accaduto non dando l’importanza che merita solo per crearsi una sorta di protezione per i pensieri che da allora sta avendo e non vuole condividere con nessuno. <Scambiare due chiacchiere in merito a cosa? Alla setta? A quanto è accaduto? Penso che tu sappia più di quanto sappia io, quindi no, non penso tu voglia parlare di questo. Ma tu che ne pensi di questa situazione? Come vedi il villaggio?> non può ricordarsi della presenza di Azrael Nara in quel frangente, non lo ha nemmeno visto e non ha collegato il lampo nero a lui, dunque non ci sono ringraziamenti ma non per cattiveria o maleducazione almeno. Riprende la marcia conscia che egli la segua. <Ce la faccio da sola, grazie. Devo solo prendere poche cose che mancano all’orfanotrofio e che si sono dimenticati di prendere con la spesa grande.> solleva gli occhi al cielo dimostrandosi parecchio scocciata, non va comunque a sparlar male dell’organizzazione al momento e del fatto che lei si sia solo trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato. [Ch: off]

12:49 Azrael:
 Osserv per qualche iustante in silenzio la figura della dodicenne. Sembra in tutto e per tutto una ragazzina normale, come tante altre, forse dall’atteggiamento un po’ atipico, ma nulla che possa portarlo a pensar male. Se sapesse del suo piccolo segretol potrebbe certamente avere uno spuntok di discussione molto interessante. Ha avuto in passato un altro caso di un ragazzino non propriamente apposto con il proprio aspetto, ma nella sua più totale ignoranza della cosa resta ad osservare quella che crede essere una ragazzina con un piglio totalmente disinteressato sul suo aspetto. < Io posso essere informato sulla cronaca, Samael. Ma non è tanto della cronaca che mi interessa, so di questa setta, so di questi fanatici che si fanno esplodere, ma non so quel che le persone pensano, questo non posso conoscerlo a meno che non siano le persone stesse a dirmelo. > La mancina si solleva per andare a ravviare una ciocca corvina dietro l’orecchio, per evitare che esse gli scopano lo sguardo e gli diano fastidio < Ti dirò la verità su quel che penso io e su come vedo il Villaggio. Non siamo in una situazione di pace, né tantomeno di guerra. È una sorta di guerra fredda, loro ci attaccano seguendo un piano che io non conosco, ma stiamo tentando di capire. Quando sarà fatto potremo raccogliere le nostre forze d’attacco per fermarli, ecco tutto. > Forse non sarebbe il caso di parlare di questa cosa con una semplice allieva, ma questo sarebbe il pensiero di qualcuno che ritiene gli allievi inferiori ai ninja addestrati. Non di certo il caso del nara, che ritiene che ognuno possa e debba dare una mano, che mai oserebbe mentire alla popolazione senza unmotivo sufficientemente valido. Resta in silenzi in attesa che ella possa rispondergli, ma al tempo stesso tiene lo sguardo color pece puntato su di lei, specie quando dce di star facendo la spesa per l’orfanotrofio di Konoha. < E come mai stai rifornendo l’orfanotrofio? Vivi lì? > La domanda forse è fatta con poco tatto, ma nulla nel suo sguardo, postura o voce lascia intendere che voglia offendere, tutto quel che si evince è una forte e quasi pressate curiosità. [ C on ]

17:03 Samael:
 Ha passato anni ad allenarsi ed essere allenata per sembrare quello che è, anni a convincersi e credere di essere una brava bambina, niente che possa assomigliare ad un maschio perché essere maschi è sbagliato. Non si addentra nella sua psicologia non conscia di quanto effettivamente la sua mente sia stata stravolta e si limita a vivere come meglio è stata abituata a fare. Al consigliere tuttavia interessa il pensiero della gente in merito alla situazione e come pegno da all’allieva in cambio quello che è il pensiero del Nara in persona. La dodicenne ne ha già parlato con Kaori e la donna le ha dato la sua personale visione delle cose insistendo sul fatto che nonostante promettano belle cose, in realtà vogliono solo il male. Ma la ragazzina non può esserne sicura se non ha modo di provarlo coi suoi occhi e le sue orecchie, e poi anche se fosse non le importerebbe molto. <Il mio personale pensiero è che loro non attaccano propriamente stando al significato del termine. Preferiscono il parlare alla lotta e se attaccati reagiscono, infine esplodono come ultima risorsa.> un’analisi oggettiva nata dalla sua esperienza e da quanto sente o legge, soprattutto sente. <Generalmente qualsiasi ninja, anche quello che si definisce buono, per non cadere in mani nemiche e rischiare di rivelare segreti, preferirebbe morire piuttosto che mettere in pericolo la sua gente.> sono argomenti complessi ma la sua mente ragiona su quel livello. <Farsi esplodere è solo la via più veloce ed efficace, ma non vanno a buttarsi in mezzo alla folla e si fanno esplodere per fare più vittime perché si divertono.> fa spallucce e continua a camminare. <Il mio pensiero è che non ho abbastanza elementi per dare un giudizio completo, tutto quello che al momento ho non li rende pericolosi in sé solo perché girano per villaggio e fanno del fanatismo, diventano pericolosi solo se uno li attacca e li uccide. Bisognerebbe trattarli come se si volesse disinnescare una bomba.> solleva il viso al cielo. <Non ne so molto, ma per disinnescare una bomba non bisogna di certo colpirla, ma usare tatto e intelligenza, sapere che fili trattare e come trattarli. Così si evitano vittime e la bomba diventa innocua.> paragonare le persone a una bomba non è il massimo però lei la vede così. Inoltre quello che è successo al villaggio, riguardo all’attacco agli anbu, se così si può chiamare, dovrebbe aver fatto il giro sulla bocca degli abitanti. <Quello che so è che promettono qualcosa che è di gran lunga migliore di quello che hanno molti qui al villaggio. Me compresa. Le persone sole e disperate, perché mai non dovrebbero seguire la promessa di qualcosa di migliore se il villaggio non fa niente per loro?> la dodicenne ha già perso la fiducia in Konoha già da molto tempo ormai, da prima che arrivasse questa setta, essa infatti non è altro che un’alternativa migliore sulle basi che lei possiede ma cerca di non parlare per sé, di non far passare quel messaggio ma di parlare in maniera generale. Nonostante questo accorgimento però il viso si fa via via sempre più scuro, distante e amaro ricolmo di un vuoto che sente da troppo tempo. <Comunque.> si riprende, scuote la testa e torna a indossare quella dolce e delicata maschera, il sorriso che appare genuino e gli occhi forse un po’ troppo assenti. <Si, vivo lì. Devo solo prendere due cose, niente di che, mi hanno solo chiesto questo favore dato che servono per il pranzo. Al momento sono alla ricerca del pane.> afferma cercando di risollevare il morale della discussione, dato che man mano che parlava è andata via via a incupirsi. [Ch: off]

17:36 Azrael:
 La camminata prosegue placida, lenta e assolutamente priva di intoppi. L’unica cosa su cui ha da porre la propria attenzione è il discorso di Samael. Resta in silente ascolto, riflettendo attentamente su ogni singola parola e su ogni singola espressione che attraversa il volto della piccola ragazzina. Sembra piuttosto evidente che la bambina sia sfiduciata nei confronti della Foglia, quasi inneggiando alla setta di Tsukuyomi, ma quel che dice è assolutamente giusto. È come disinnescare una boba, pre isamente. Con calma e strategia si può evitare l’esplosione. Alla fine di tutto, dopo minuti interi di silenzio schiude le labbra per riprendere parola. < Perché non cedere all’alterativa migliore, se il Villaggio non fa nulla. Giustamente. > Solleva lo sguardo anche lui verso l’alto, osservando il cielo invernale. < Quel che racconta la setta è di far trovare a tutti la pace, la serenità, i propri cari defunti. Il motivo per non seguirli è semplicemente che non manterranno mai cosa promettono. Konoha non fa nulla al riguardo semplicemente perché quel che i disperati che si uniscono a quella setta vogliono non è realizzabile, nella maggior parte dei casi. Negli altri casi, invece, è soltanto perché il sistema fa schifo e le cose da sistemare bisogna sistemarsele da soli. > Probabilmente sta dicendo un mucchio di cose che non dovrebbe dire, che chiunque potrebbe fraintendere, ma è così che il Nara è fatto. Sincero e assolutamente limpido in quel che pensa, sia bene che male. < Orfanotrofio. > Ripete quella singola parola, mostrando le stesse ombre che anche Samael presenta nel parlare di quella cosa, sebbene per motivi probabilme te diversi, ma che – a differenza della dodicenne – il Dainin esprime a parole < Io non ho avuto la possibilità di crescere con qualcuno. In un orgfanotrofio o chissà che altro. Vorrei chiederti… com’è? È… anche solo vagamente simile all’avere una vita normale? > [ C on ]

17:53 Samael:
 Resta in silenzio e continua a camminare con appeso al braccio il sacchetto di plastica e in mano il biglietto della lista delle cose da prendere. Mentre cammina si guarda in torno per individuare un negozio che possa vendere pane ma se ricorda bene manca ancora qualche passo prima di poterne vedere uno. Ascolta in silenzio quello che viene detto dal consigliere di Konoha senza mai voltarsi a guardarlo e mantenendo quell’espressione incoerente: occhi spenti e sorriso sulle labbra. <Probabilmente hai ragione. Se il sistema fa schifo allora bisogna sistemarsi le proprie cose da soli. Ma per chi è solo e viene ignorato da tutti, se la sua voce per quanto urli non viene mai sentita, cosa dovrebbe fare?> ancora non lo guarda. <Non si tratta di impegno, non si sta parlando di una persona a cui non piace essere preso in giro perché troppo debole e allora gli basta allenarsi con determinazione per cambiare la sua situazione.> accenna uno sguardo verso l’uomo. <Non so se mi sto spiegando bene.> si assicura di essere chiara in quello che dice con calma e nel rispetto della persona che la sta affiancando. Torna a guardare avanti a sé e finalmente riesce a scorgere qualche metro più avanti il negozio che le interessa ma le ci vorrà ancora qualche momento per raggiungerlo e intanto ascolta le ultime parole dell’uomo che riguardano l’orfanotrofio e quella domanda troppo difficile per lei. <Sinceramente… non te lo so dire, non mi è possibile fare un paragone con una vita normale. Quel che so è che fa schifo.> senza mezzi termini. <L’orfanotrofio è come un negozio di animali, dove la gente arriva e guarda quello che più gli piace e decide chi prendere e chi no.> il tono è delicato nonostante appaia leggermente distante. <Si prediligono i bambini piccoli, esattamente come per gli animali preferiscono i cuccioli. Quelli grandi probabilmente ci marciranno senza mai essere amati.> fa spallucce e sorride, sembra leggera come se stesse parlando di una realtà molto distante da lei. <Forse tu potrai capire, dato che hai detto di essere cresciuto senza nessuno. In ogni caso preferivo di gran lunga vivere con mio padre, ovviamente.> è la prima volta che lo dice a qualcuno e se si sapesse che razza di persona era il padre verrebbero i brividi a pensare che la dodicenne lo preferisca a un orfanotrofio. [Ch: off]

18:12 Azrael:
 Il dialogo si muove attraverso i massimi sistemi. Si sta parlando dello stato, del modo in cui il popolo si rapporta con esso e il Nara, che all’epoca fu il primo ad andar via dalla Foglia perché la sentiva troppo stretta, non sa bene come rispondere ai dubbi della dodienne, perché semplicemente sono gli stessi che lo hanno attanagliato anni prima. < Mi sono posto spesso queste domande. Prima che Hitomu diventasse Kage ti avrei dettok che non c’era speranza, che sarebbe convenuto andar via. Ma adesso le cose si stanno evolvendo e stanno cambiando. Quella che potrebbe essere la soluzione per Konoha è anche la soluzione che adotta la setta: avere fede. > China lo sguardo a guardare la dodicenne, notando quello sguardo spento in tralice che contrasta col sorriso gioioso. Gli pare di riconoscere quel tiopo di mimica facciale, gli sembra che sia la stessa che adottava anche lui quando tutto doveva andar bene, quando gli era imposto di mostrare che tutto andava bene, ma la luce degli occhi non coincideva sui muscoli del volto. < La differenza tra noi e Tsukuyomi è che con noi puoi confrontarti. Siamo persone e per questo, sapendo quanto il genere umano non è quasi mai degno di fiducia, la perdiamok molto facilmente. Tsukuyomi, invece, è un’entità, una Dea. Non puoi avere un confronto diretto con lei, la senti talmente distante che è molto più facile aver fede. Ma quei pazzi, pensando che la cosa potesse essere utile, in passato hanno sventrato dei bambini per estrarne organi da offrire in sacrificio. Non voglio soffermarmi su quanto questo sia giusto o sbagliato, ma logicamente parlando mi chiedo: in che modo questo può essere funzionale a risolvere i problemi che ogni persona si porta dietro? > Termina con questa filippica, lasciando a Samael la sentenza sull’interrogativo che ha posto, scendendo poi in un discorso più complesso, che lo porta a distogliere lo sguardo ricordando quanto suo padre, il padre adottivo, gli abbia mosso alcune delle più truci ed immotivate violenze che l’essere umano conosca e che preferirebbe mille volte condurre l’infanzia che ha vissuto, piuttosto che tornare in quella stanzetta con lui. < E come pensi che questa cosa si possa risolvere? > Domanda, questa volta per nulla retorico, abbozzando immediatamente una proposta concreta che possa risolvere il problema di quella struttura che funge più come una macelleria che vende pezzi di carne, piuttosto che come un luogo di ritrovo e riparo per gli orfanelli < Se magari qualcuno comprasse tutta la struttura per modellarla secondo valori più sani, credi che questo possa migliorare la cosa? > [ C on ]

18:30 Samael:
 La fede è qualcosa che la dodicenne ha perso ormai da molto e non intende nemmeno per un istante pensare a Konoha come a qualcosa di diverso che a un nemico. In silenzio ha ascoltato quelle parole che per un adulto sono tanto ragionevoli e sensate ma lei non vuole prenderle nemmeno in considerazione. <Fede.> mormora con un tono che nonostante sia dolce si dimostra abbastanza ironico, quasi volesse essere sprezzante nei riguardi di questo concetto per il villaggio. I lineamenti si induriscono e per un breve istante non indossa più quella maschera che è destinata a portare per molto tempo ancora se non vuole fare la stessa fine di suo padre. Un lungo silenzio e elabora dei bambini uccisi in nome di tale culto e dea, sicuramente non è una soluzione ai problemi di ogni persona e per questo scuote la testa senza tuttavia provare nessun sentimento di empatia per un fatto che effettivamente è orribile, terribile e inconcepibile. <Certo sono fatti non condivisibili, come non lo sono tanti altri fatti che vengono commessi da chi non ha niente a che fare col culto. Tuttavia non credo proprio che pure con voi ci si possa confrontare davvero apertamente.> di certo lei non potrebbe dire apertamente quello che pensa, non c’è un reale confronto perché lei mente per salvaguardare se stessa proprio da loro. <Del resto io sono orfana per colpa vostra, di Konoha. Non c’è confronto né dialogo.> mormora sentendo quell’enorme vortice dentro di sé oscuro che come una stella morta risucchia tutto ciò che ha intorno, eppure il sorriso torna in maniera naturale non volendo mostrare nessun effettivo rancore. <Mi spiace, non mi sono espressa bene.> risponde alle sue ultime domande fermandosi nei pressi del negozio e prendendosi qualche attimo per comprare il pane che le serve, gentile nei modi di fare col venditore e non appena riempie il sacchetto e paga coi soldi che le sono stati dati torna a rivolgersi all’uomo. <Sicuramente a molti orfani piace come struttura, è meglio della strada o della morte. In sé non è una struttura fatta male, quindi non c’è niente da migliorare secondo me. Però il fatto che a me sembri un negozio di animali, rimane.> torna a guardare l’uomo. <Per migliorare la cosa dovrebbero esserci genitori per tutti, credo. Rendere più bello un posto materiale non potrà mai riempire il vuoto che si sente dentro.> fa spallucce e riprende il cammino. <Ma è solo un parere personale. Per quanto riguarda me vorrei solo riavere la vita di prima.> conclude e tace. [Ch: off]

18:56 Azrael:
 La ragazzina è arrabbiata, furiosa con il sistema e sta sforzandosi evidentemente di trattenersi. Il Naranon si scompone, neanche quando la dodicenne lo accusa neanche troppo velatamente di essere responsabile del suo essere diventata orfana. Si ritrova a scuotere debolmente la testa, incapace di trattenere l’acido delle proprie parole, non atto a farla star male, ma unicamente per tastare òe di lei reazioni < Hai scoperto solok recentemente che le persone fanno cose brutte? > Pare quasi possa starla prendendo in giro, ma il modo di fare del Dainin non contempla finte reazioni o mostrare una bella faccia quando la situazione non lo richiede. Ha sempre preferito la totale onestà. < E’ colpa di Konoha se sei orfana? Cos’è, un pezzo del Monte dei Volti si è staccato per uccidere i tuoi genitori? Konoha, il mondo intero, sono fatti di persone. Enormi contenitori che hanno al loro interno semplicemente delle persone. Ed il modo in cui stai generalizzando le azioni cattive di queste persone per incolpare anche tutte le altre, me compreso, è piuttosto—buffo. > Non risulta arrabbiato, non sembra neanche divertito da quel che sta dicendo, di certo non trova particolarmente carino far innervosire una ragazzina così giovane e che ha sofferto tanto, ma a prescindere dall’età il Nara ritiene che ognuno meriti di conoscere la realtà dei fatti, così come è stato per lui quando era decisamente troppo piccolo. < Dici di non poterti confrontare con noi, eppure non mi stai ponendo neanche una vera domanda, non mi stai incolpando direttamente di nulla, ma stai comunque tentando di dirmi che è anche colpa mia. Come ti ho detto io non sono qui in veste di Consigliere, ma di Azrael, puoi parlarmi liberamente, se non sei troppo codarda. > Attende, fermo dinanzi al negozio del pane per limitarsi a salutare con un cenno del capo il panettiere e solo allora ascoltare e riflettere riguardo le ultime parole di Samael, che non fanno altro che confermare quel che pensa il Dainin fino ad ora, certamente essendo passibile di errore, ma su cui non ha alcun dubbio. Samael si sta lamentando molto, ma non sta proponendo alcuna soluzione. La osserva dall’alto, cercando gli occhi del proprio stesso colore scuro, pece dentro pece < Sono stato orfano per molti anni. Tutti mi conosconok come figlio di Khalux Nara, il Settimo Hokage, ma io non l’ho mai conosciuto. La mia vera madre mi ha abbandonato e i genitori che mi hanno adottato sono uno morto e l’altra uscita di prigione appena pochi mesi fa. Probabilmente non ti importa nulla, ma io so sia cosa voglia dire essere orfani, sia essere soli, sia che non si può tornare indietro. Quindi mi dispiace dirti che l’unica vera soluzione a tutto questo è cercare di cambiare le cose, andare avanti e smetterla di piangerti addosso. > Forse – sicuramente – è stato troppo duro, ma il discorso lo ha preso troppo sul personale per essere l’ennesima persona che racconta balle alla povera Samael o che, peggio ancora, non l’ha neanche ascoltata. [ C on ]

19:10 Samael:
 Sorride al commento acido dell’uomo, non sentendosi offesa e nemmeno innervosita in realtà. <No, lo so bene cosa sia capace di fare l’uomo, credimi.> nonostante sia deviata a livello mentale è ben consapevole che ciò che le ha fatto il padre è qualcosa che dire orribile è dire poco, quindi sa da tutta la sua breve vita che l’uomo fa cose brutte, tuttavia quell’uomo le manca e lo difende. Alle sue successive parole il sorriso non svanisce ma si accentua, andando a sventolare la mano libera come se quello che la ragazzina ha detto all’uomo non era altro che uno scherzo. <Hai ragione, sono stati solo dei ninja. Anzi, non so nemmeno chi sia stato.> a essere sinceri nemmeno ha potuto vederlo o pregarlo, non sa dove vengano seppelliti i traditori se mai vengono seppelliti. <Ed è vero, il mondo è così e non fa sconti a nessuno. Mi sta bene, non me ne lamento, ma sono libera di pensare quello che voglio e di sentirmi come meglio credo.> non dipende da lei quella voragine che ormai la sta fagocitando. <E’ vero anche che non ti incolpo di nulla, ma tu sei un ninja e dato che non so quale ninja abbia effettivamente ucciso mio padre, per me potresti anche essere tu il colpevole, quindi generalizzo.> parla con calma e risulta tranquilla non volendo far scendere quella discussione ad un livello troppo cupo e importante, vuole solo che rimanga una discussione aperta, senza tensioni, senza far arrabbiare nessuno. Ascolta quello stralcio passato dell’uomo e non sa effettivamente come interpretarlo, lo guarda mentre cammina avanti con un’espressione pacata e rilassata, indossando una maschera che non le appartiene. Gli sorride alla fine con dolcezza. <Mi stai dicendo che potresti capirmi?> dubita che potrebbe farlo davvero fino in fondo comunque. <Ad ogni modo non mi piango addosso, voglio diventare ninja proprio per cambiare le cose, quindi mi sto dando da fare. E’ la mia risposta e soluzione a quanto mi è successo.> una mezza verità, tralascia la parte più malata di sé e va avanti. <Mi dispiace se ti ho offeso. E se anche tu hai provato questo.> aggiunge però infine tornando a osservare qualche punto distante. [Ch: off]

17:08 Azrael:
 Nell’attendere che Samael compri il pane sta in piedi di fronte al negozio per riflettere attentamente su quanto stanno parlando. La dodicenne sta parlando di cose molto importanti e molto delicate. La violenza che si consuma nel mondo, quali cose l’uomo è capace di compiere con le proprie mani e così via. L’atteggiamentok del Nara è stato pro ocatorio per studiare la reazione altrui, per analizzarla. La ragazzina immediatamente fa qualche passo indietro, restando sul vago, ma senza rimangiarsi quel che ha detto poc’anzi. < Se era un nemicok di Konoha è possibile. Sono uno dei più grandi assassini di mukenin che la Foglia abbia mai avuto, da quando sono uscito dall’accademia. > Non è dij certo fiero dij quel che sta dicendo, la voce non prende alcun tiopo di slancio di emozione, restando una voce piatta e neutrale, quasi glaciale. < La tua giovinezza ti autorizza a pensare e sentire tutto ciò, ma considerati sempre passibile di cambiamento. Io stesso ho mitigato molte delle cose che pensavo ed estremizzato altre. > Questoper quanto riguarda il sentirsi e fare come meglio sij crede. Una cosa giustta, ma fin troppo poco profonda, quasi una giustificazione. E quando alla fine la ragazzina gli chiede se con quel che ha detto pretende di comprenderla e si scusa in caso lo abbia offeso il Dainin scote il capo, proseguendo la camminata accanto a lei, in qualunque luogo abbia intenzione di portarlo < No, non ho la presunzione di comprendere gli altri, a stento ci riesco con me stesso. Volevo sollo intendere che so di cosa parlo. > La discussione sembrerebbe esaurita qui, per cui Azrael decide di alleggerire il tutto, fissando il cielo invernale sopra le loro teste, sfruttando l’unico spunto che la ragazzina gli ha dato < Che tipo di ninja speri di diventare? Che tu sappia sei parte di qualche clan o hai qualche arte prediletta? > [ C on ]

17:11 Samael:
 Quel che dice l’uomo punge sul vivo la dodicenne e la voragine dentro di lei aumenta così a dismisura da rischiare di dire troppo e di far cadere la maschera che indossa. Samael rimane pur sempre una ragazzina, la brava bambina di papà, non ha un autocontrollo molto sviluppato e sente allo stomaco un bruciore tanto intenso che non riesce a trattenere le parole. <Già. E’ quello che si fa. Il nemico si uccide e basta, ma tieni a mente una cosa.> lo sguardo che ora gli rivolge è di fuoco ed è forse uno dei più sinceri che potrà mai vederle addosso. <Quello che per te è un nemico, per qualcun altro è un padre. Per qualcun altro ha un valore!> a denti stretti, non urla anche se vorrebbe ma soffoca quel tono tra i denti come se stesse mordendo qualcosa di duro intanto che parla. <Voi… fate quello che vi pare fregandovene di chi lasciate indietro, di chi ferite, di chi lasciate da solo. A nessuno viene mai in mente che uccidendo qualcuno lasci orfano qualcun altro, o vedovo, comunque tu lo privi di un parente o di un amico, di qualcuno che gli voleva bene.> si ferma, punta lo sguardo verso il basso incapace di fermare quel vomito di parole e impossibilitata a riprendere la maschera che le è caduta. <Non c’è nessuno che consoli chi ha perso quella persona, nessuno che tenga conto dei sentimenti di chi rimane. A nessuno viene in mente che abbiano dei sentimenti e che siano feriti.> qualcosa scorre sulle sue guance e nemmeno se ne accorge di quelle lacrime che furiose sono scappate al suo controllo. Solleva il braccio libero dal sacchetto e usa la manica del kimono per asciugarsi gli occhi. E’ una ragazzina e poco importa cosa abbia fatto suo padre, rimane sempre suo padre. <Cambiamento, certo.> non aggiunge altro in merito, non le importa di quelle parole ora e nemmeno delle successive. Non prova più interesse perché non riesce a raccogliere da terra quella maschera che le è scivolata dal viso, mostra adesso un volto reale costellato di rabbia, odio e sofferenza. <Voglio diventare un ninja giusto. Ma no, non so se appartengo ad un clan, l’unico a saperne qualcosa era mio padre. Sono solo abile nel ninjutsu magari.> immobile sul posto porta la mano libera sul viso e lo nasconde, si sorregge la testa nascondendo quella parte di lei agli occhi dell’uomo e a mente più fredda ora si pente di essere stata così impulsiva. Per lei dovrebbero però assumersi delle responsabilità ogni tanto e non solo uccidere e uccidere come se nulla fosse. Per quanto criminali o traditori, intorno a loro ci sono comunque persone innocenti che hanno perso qualcuno e ne soffrono, e da lì il passo per la vendetta è davvero corto. [Ch: off]

18:01 Azrael:
 Le parole di Samael congelano il Nara sul posto. Lo sguardo di fuoco che la dodicene gli rivolge trova assolutamente riscontro in quello dell’uomo. Uno sguardo carico di mille emozioni diverse. Rabbia, odio, comprensione, rammarico, sensok di colpa, anche paura. Nessuna di queste, però, rivolte alla ragazzina. Ci aveva vsto giusto, aveva capito che ci fosse qualcosa dietro la figura dei suoi genitori. Traditori, mukenin. E quel che ha detto lo ha detto esattamente per attestare questa cosa, per avere ragione. Ma cosa ha ottenuto? La rabbia e la sofferenza di una bambina sola. Non ricorda bene l’ultima volta in cui non è stato contento di avere ragione, ma stavolta sicuramente non è così. Si sente profondamente dispiaciuto, ma non per aver tirato fuori un argomento delicato, ma unicamente perché non è stato compreso. Non risponde, inizialmente, dopodiché si fruga nelle tasche per tirarne fuori un foglio stropicciato ed un pennino che solitamente userebbe per disegnare. Vi traccia su qualche lettera, qualche numero, a formare infine il suo indirizzo di casa. Dopo aver riposto il pennino nella tasca ripiegherebbe il foglio per lanciarlo nella busta della spesa di Samael senza neanche aspettarsi che lei gli porga la mano per ricevere quel bigliettino. < Tu pensi che chi uccide i criminali non pensi a chi resti indietro. A chi lascia orfano. Bene. Lì c’è il mio indirizzo di casa, vai in biblioteca, cerca notizie a proposito di Jun Nara e poi vieni da me, mi dirai se la pensi ancora così. > Non aggiunge altro, probabilmente sono anche troppe le informazioni che ha dato. Spera di aver riposto quelle confidenze in una persona che saprà cosa farne. Non col rischio che vengano divulgate, ma col rischio che non vengano sfruttate, col rischio che Samael possa ignorarle, quelle informazioni. < Mi dispiace. > Dice, poi, perdendok quel piglio glaciale in favore di un’espressione più morbida, ma comunque estremamente piatta. < Se sono stato io l’assassino, mi dispiace. Ma lo rifarei e in futuro senza dubbio lo rifarò. E mi dispiacerà ogni volta di più. > Non tanto per il padre di Samael, non sapendo neanche se effettivamente è stato lui ad ucciderlo, ma per sua madre. Per quanto quella donna sia colpevole di atrocità, ogni traditore o criminale che uccide ha la sua faccia. Ed ogni volta che uccide è uccidere anche un po’ di se stesso, ponendo fine ancora ed ancora alla vita di quella donna che, a suo tempo, la vita gliela diede. Senza aggiungere altro, fin troppo provato per mantenere ulteriormente la calma, farebbe un cenno di saluto col capo alla ragazzina e si dirigerebbe nella direzione opposta all’orgfanotrofio. Senza una meta precisa, ma il più possibile lontano da lì. [ if end ]

18:14 Samael:
 Impossibile per la dodicenne comprendere cosa sia il vissuto dell’uomo che ha di fronte, questo perché Samael è una ragazzina che non pensa molto al prossimo anche se ha premura di conoscere e sapere, però senza lo scopo di cambiare il suo pensiero e mutare i suoi sentimenti. Entrambi sono provati da quella conversazione eppure lei come ragazzina sola è improntata a pensare solo al suo bene dato che è l’unica a provvedere per sé. Non lo vede frugare e scrivere perché in questo momento tiene la mano sul viso per sorreggere la testa e gli occhi sono chiusi. Sta soffrendo e prova una rabbia profonda e per colpa sua sente il desiderio di colpire quell’uomo più e più volte, ma ha abbastanza lucidità da non farlo. Solleva lo sguardo quando avverte il biglietto che viene messo nel sacchetto e lei guarda subito all’interno però prima che possa leggere Azrael Nara le spiega all’istante in cosa consiste. <Jun Nara?> non dice altro ora sente di essere abbasta fredda da poter sostenere qualche altra parola, ma non troppo perché non riesce a contenere la rabbia. Tuttavia quelle semplice scuse la addolciscono perché nessuno le aveva mai chiesto scusa. Abbassa il viso e non si muove mentre invece l’uomo saluta e se ne va allontanandosi da lei e da quel luogo. Non ha altro da dire e nessun altro con cui parlare se non il ricordo del padre, solleva la testa verso l’alto e osserva il cielo con occhi neri e profondi. <Mi sento meglio.> sussurra verso nessuno, ma senza sorridere e senza che i suoi occhi brillino in alcun modo. [end]

Azrael si avvicina a Samael per parlare con lei e accompagnarla a fare la spesa. Entrambi discutono e hanno modo di affrontare diversi e seri argomenti fino a ferirsi entrambi. Il Nara poi si congeda volendo allontanarsi da lì lasciando a Samael una ricerca da fare mentre continuerà le sue commissioni.