eroi del villaggio

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22:08 Mekura:
 Stava per staccare dal lavoro, ha avvertito anche la famiglia che presto sarebbe tornata a casa, tuttavia aveva delle cose da fare, da chiedere ed una persona da incontrare prima che se ne andasse via. Gli prenderà del tempo ma, quantomeno deve dirgli come sono andate alcune cose, informarlo insomma. Allunga il passo lungo i corridoi della magione, in direzione dell'ufficio dell'Hokage, arrivando di fronte alla porta di questo senza guardarsi intorno allungando la mano verso la porta così da far sbattere le nocche sulla superficie di questa. Da due intocchi forti in modo da farsi sentire. La donna indosso porta un completo formale composta da una gonna lunga poco sopra il ginocchio di colore nero lucido con un taglio sull'orlo in linea con la schiena. La parte di sopra è composta da una camicia bianca con lo scollo scquadrato sul petto, maniche lunghe e la trama semi lucida sul tessuto che simula letteralmente la pelle di un serpente. La schiena invece ha un tessuto "ti vedo, non ti vedo" Al collo porta una collana sottile d'oro che mette in risalto il collo sottile e lungo mentre i capelli corti sono tenuti ordinati con una ciocca che copre parte del volto sulla destra. Le palpebre degli occhi intanto sono tinte con una coda rossa cremisi mettendo in risalto gli occhi con il byakugan attualmente disattivato. <Hitomu, sei disponibile?> chiede ancora con la mano sollevata. [ch on]

22:19 Hitomu:
 Il Sole è calato dietro l’orizzonte ormai e il cielo è divenuto buio acceso da qualche nuvola, stelle qua e la e dalla Luna che si intravede coperta solamente in parte. L’immagine della volta celeste viene osservata dalle azzurre iridi dell’Hokage all’interno del suo ufficio nella Magione. Il jinchuuriki si trova in piedi, davanti alla vetrata della stanza guardando in parte il cielo e in parte il Villaggio che si estende davanti a lui. Il lavoro odierno è ormai terminato e il Nono sta per tornare a casa dalla sua famiglia per godersi un po’ di tempo con loro. La giornata passata si è rivelata tranquilla e gli shinobi della Foglia hanno portato avanti i controlli e le analisi in atto per dare un volto più completo alla situazione generale all’interno del Villaggio dopo gli ultimi avvenimenti. Il biondo indossa il suo solito vestiario composto da una maglia a maniche lunghe di colore blu con sopra un giubbotto senza maniche di color verde, tipico del Villaggio della Foglia. Nella parte inferiore, invece, indossa un pantalone lungo fino sopra le caviglie di colore nero, della fasciature bianche per le articolazioni dei piedi e un paio di sandali neri da ninja. Passeggia in largo e in lungo nella sua stanza riflettendo su quali possano essere le azioni da seguire, un piano da stabilire per non farsi trovare impreparati alle prossime mosse del nemico. Qualcosa ha in mente ma deve parlarne con le persone giuste in cui trovare un altro punto di vista, in modo da non guardare la situazione da un’unica direzione. Immerso nei suoi pensieri, qualcuno alla porta cattura la sua attenzione ed una voce femminile risuona da dietro l’ingresso. <Prego, Mekura. Entra pure> alza la voce per farsi sentire dalla donna concedendole il permesso di entrare. [chk off]

22:33 Mekura:
 La donna entra all'interno velocemente ma senza rumore, scivolando oltre la porta che apre e che chiude alle spalle con rapidi gesti. Appena sente il click della porta che si chiude la donna fa un rispettoso inchino formale verso la sua figura. <Onorevole Hokage, non voglio farvi perdere troppo tempo, ma è da un po' che avrei da parlare con voi di alcune cose> Del resto tutti e due hanno una famiglia a cui pensare ed è tardi. Allunga il passo portandosi di fronte a questo rimanendo in piedi. <primo tra tutti, il successo per il contratto con i serpenti> afferma sospirando ai mesi precedenti ed a quanto l'hanno tenuta impegnata. <é stata dura, lunga e con una preparazione non indifferente, ma alla fine sono riuscita anche a salvare il criminale che prima di me era legato alla evocazioni dei serpenti: l'ho riportato in prigione, vivo> insomma tutto bene quel che finisce bene, per lui magari non più di tanto ma almeno potrà partecipare alla riconversione messa in atto dalle politiche di Hitomu, per riformarlo come cittadino e quindi ridargli uno scopo all'interno dello stato civile del villaggio. Porta le mani dietro la schiena dopo essersi rimessa a posto una piega della gonna che la infastidisce. Poi solleva lo sguardo verso il capo villaggio, ancora una volta, con una certa ansia nella voce. Lei ha subito un durissimo colpo, estremamente violento a dire il vero dallo scontro con Azrael tanto da mettere alla luce la sua depressione. Da allora si sta dando da fare per apparire o meglio cercare di ricostruire la sua persona, ma si domanda spesso cosa vuole ancora la gente da lei, cosa si aspetti...ancora nessuno ha apertamente detto qualcosa: come la vedono le persone? come la vede il suo Kage? perché sembra che debba essere sempre lei a raggiungere gli altri piuttosto che vengano loro da lei? Questo le dava ansia. <hai...ricevuto il regalo? ti è piaciuto? era l'unica cosa che potesse essere utile ed elegante non conoscendoti poi più di tanto> [ch on]

22:59 Hitomu:
 La donna fa il proprio ingresso nella stanza principale della Magione lasciando che la porta si chiuda dietro di sè. <Buonasera Mekura> la saluta rispondendo al formale inchino della Hyuga, anche se non ce ne sarebbe bisogno. La donna compie qualche passo in avanti restando in piedi mentre il jinchuuriki prende posto sulla sedia che si trova dietro la scrivania presente nella stanza. Mekura rivela di dover dire alcune cose al jinchuuriki e il Nono china in avanti la testa concedendole tutto il tempo necessario <Non ci sono problemi, lo sai.. Parliamo di tutto quello di cui hai bisogno> spiega il Kyudaime senza mettere fretta alla donna. Magari torneranno dieci minuti più tardi a casa, ma Mekura riuscirà ad avere le risposte che cerca se ne avrà bisogna e il jinchuuriki ascolterà tutto quello che lei ha da dire. Il primo punto riguarda il contratto di evocazione che è riuscita a stipulare la Hyuga con i serpenti <Non è da tutti, sai? Devo farti i miei complimenti> si congratula con lei per essere riuscita a ricevere il rispetto di un’evocazione così difficile. Inoltre, ha tenuto fede alla parola che aveva dato al Nono riuscendo a mantenere in vita il criminale che doveva per forza uccidere <E ti ringrazio, aggiungo. Ti ho fatto una richiesta e sei riuscita a portarla a termine, nonostante le difficoltà che erano presenti. Sono davvero felice per te, lo ammetto> conclude il suo dire il jinchuuriki sorridendo in direzione della donna. Mekura domanda se il suo pensiero per le feste è piaciuto e l’Hokage annuisce più volta con il capo <Certo, un regalo apprezzato da parte mia e della mia famiglia. Grazie per il tuo dono, Mekura> dice il Nono mantenendo il suo sguardo sulla Hyuga. <C’è qualcosa di particolare che volevi dirmi o chiedermi?> domanda ora invece lui supponendo il fatto che la kunoichi non sia venuta fin lì a quell’ora per dirgli solamente quelle due cose. [chk off]

23:22 Mekura:
 Annuisce sentendo i complimenti dando un timido sorriso non troppo convinto, andando successivamente a scuotere il capo. Sospira riportando le mani avanti, stringendole tra loro mentre, dopo aver appoggiato il peso sulla gamba destra ed abbassato di nuovo lo sguardo verso terra la donna inizia a camminare per la stanza allontanandosi di qualche passo, guardandosi intorno prima di osservarlo sempre con quel qualcosa di ansioso. <c'è altro> commenta la donna socchiudendo gli occhi e sospirando mentre, come se si stesse arrendendo di nuovo all'evidenza si prepara, prendendo il suo tempo. Ormai non si torna indietro, ma questo è successo da un po' ed è giusto che Hitomu lo sappia. <Ho deciso di abbandonare definitivamente l'akatsuki> Come Azrael, anche se la scelta del Nara non l'ha influenzata: se ne va via per problemi personali, biechi problemi personali e perché quella corporazione non ha più uno scopo per lei. Ha perso tutti i suoi compagni, era rimasta da sola con un capo assente. <Akendo è scomparso, lo andrò comunque a cercare a Kusa appena i problemi con la setta saranno risolti, è l'unico posto che mi viene in mente in cui potrebbe trovarsi, ma ho chiuso con l'Akatsuki> afferma con una nota amara nella voce. La fedeltà è pesante, alcune volte diventa difficile da sostenere e ora, sta togliendo la sua fedeltà ad Akendo, il suo Dio. Non rimpiange la scelta ma comunque se ne vergogna: un'altra cosa in cui ha fallito. Cerca una sedia mettendosi a sedere composta su questa, amareggiata, demoralizzata. <Ho fatto molte cose sbagliate nella mia carriera, per un po' ho anche desiderato farla finita...in molti modi a dire il vero, ma quello meno turbolento era ascoltare le opinioni di certe persone e alla fine dedicarmi completamente alla famiglia, alla casa, a diventare un angelo del focolare con tanti figli> solleva le spalle guardando verso un angolo della stanza mentre le esce un tono basso, affranto <magari tanti quanti quelli che ho perso> non crede di averne mai parlato con lui, se non di sfuggita. Poi ci ripensa mettendosi a ridacchiare <ma dovrei aprire un asilo se ne volessi così tanti> amareggiata guarda davanti a lei, sconsolata ma con un sorriso amaro sul volto <chissà se mai avrò un figlio mio, di sangue: tempo fa mi è stato detto che ho preso così tante botte che il mio utero è danneggiato> Era una cosa che la faceva visibilmente soffrire. Incrocia le gambe tra loro., la schiena leggermente curvata in avanti, lo fissa e riprendendo fiato, prosegue. <ma a parte questo discorso imbarazzante, volevo chiedervi, cosa ci si aspetta da una persona come me?> sta cercando delle conferme, un modo per ordinare la sua mente <sono una che ha appena lasciato l'Akatsuki, la mia fedeltà è stata messa alla prova in diversi campi e inevitabilmente ho ceduto in tutte le occasioni. Anche Konoha, infondo: non sono riuscita a salvare Hiashi Hyuga e molti direbbero che ci sono riuscita perché c'era anche un dannin con me in missione. Non sono illazioni, ho avuto modo di vedere chiaramente la cattiveria di certe persone, anche se allo stesso tempo ne ho conosciute altre più comprensive> piega la testa guardando il Kage come per cercare ancora una volta una risposta <io non sono perfetta, provo molta vergogna per quello che sono, per le mie debolezze, provo invidia per la maggior parte di chi è nel villaggio, il modo in cui tutti voi sembrate aver trovato un equilibrio. Alla luce di quello che ho fatto e dei miei limiti, Hitomu te lo chiedo come un favore, cosa pensi di me? cercando di essere obbiettivo> [ch on]

23:58 Hitomu:
 La donna non è tranquilla e lo si potrebbe notare dalla sua camminata per la stanza. Le iridi azzurre scrutano il volto della Hyuga ritrovando in lei un’espressione leggermente preoccupata. La guarda con più attenzione ora cercando di capire cosa nasconde dietro quel viso. La donna rivela in primis il suo abbandono all’Akatsuki, l’organizzazione a cui fa capo Akendo. Il jinchuuriki ascolta le motivazioni che l’hanno portata a prendere questa scelta capendo la situazione della Hyuga <Akendo è una persona intelligente. Sono sicuro che capirà i motivi che ti hanno portato a lasciarlo> rivela il Kyudaime alla donna supponendo come potrebbe prenderla il Rikudo Sennin. Mekura, dopo aver camminato per l’ufficio, si posa su una sedia lasciandosi andare ad uno sfogo che cattura tutta l’attenzione del jinchuuriki. Il biondo sposta il busto leggermente in avanti ascoltando concentrato tutto quello che la donna ha da rivelare. <Spero per te che un giorno possa succedere e ti possa godere quel momento come il più bel giorno della tua vita> dice il Nono riguardo alla voglia della Hyuga di diventare madre. Mekura pone infine due domande, simili tra loro, al jinchuuriki che si prepara a risponderle cercando di trovare le parole giuste da dire alla donna. <Penso che tu sia una donna molto forte. Hai vissuto tante situazioni nella tua vita, alcune complicate e altre meno.. ma ognuna di questa ti ha portato un po’ più di esperienza e questo ti ha fatto crescere diventando ciò che sei ora> si ferma un attimo mantenendo lo sguardo sulla donna. <Nessuno è perfetto, Mekura. Non pensare di essere l’unica che non è riuscita nei suoi obiettivi..> anche il jinchuuriki non è sempre stato capace di salvare tutti, purtroppo. E i pensieri vanno al suo ex compagno di team. <Gli errori che commettiamo ci aiutano a capire cosa è giusto o sbagliato e ci fanno capire cosa dobbiamo evitare per far sì che non capitino di nuovo. Ti sei sempre messa in gioco rischiando la tua vita in situazioni difficili. Chi non sbaglia mai è chi non muove mai un dito. Non essere così dura con te stessa. Per ogni cosa negativa che hai detto su te stessa, potrei trovarne una positiva..> aggiunge nuovamente lasciando che trascorrano alcuni attimi di silenzio nella stanza. <Io penso che ti vorrei sempre così come sei. Forte, coraggiosa, la donna che a volte sbaglia ma è pronta a tirare fuori il meglio di sè per rimediare ai propri errori, la donna che ama i suoi bambini incondizionatamente.. Vorrei ognuno di voi così com’è perché ogni vostro pregio e difetto compone l’intero Villaggio della Foglia> il discorso dell’Hokage termina cercando una reazione nello sguardo della donna sperando che le sue parole siano state d’aiuto. [chk off]

00:21 Mekura:
 La donna osserva Hitomu quando questo la conforta sul fatto che sarà comprensivo con lei. Solleva lo sguardo, stringendo i denti e le labbra, la fronte corrugata e la sensazione di una pressa al cuore che la attanaglia: le manca e anche lui l'ha abbandonata. Lo odia ma una parte di lei vorrebbe che fosse ancora li. Ha rischiato con lui ed ha anche sperato di costruire qualcosa, non una famiglia magari ma le sarebbe bastato quello che le avrebbe offerto. Il problema è che sono i dubbi quello che è riuscita ad offrirle quell'uomo, null'altro. <potrebbe> afferma riduttiva, del resto lo ha fatto con Azrael. <ma chissà, magari si dimostra essere un essere umano e mi chiederà perché l'ho fatto e forse io mi prenderò il piacere di...dargli il ben servito> allarga gli angoli della bocca poco convinta dalle sue stesse parole, ma le sarebbe piaciuto buttargli addosso una bottiglia di alcol negli occhi. Il Jinchiuuriki le parla, da una sua idea di chi sia lei, nel suo solito modo confortante di esprimersi, nei conforti e nelle speranze per lei. <magari, magari posso trovare un modo senza che ci sia un uomo nel mezzo> le viene da ridere e lo fa: si metterebbe a ridere di gusto <non sono brava ne poi così fortunata in amore, magari posso eliminare il problema alla base e comunque ricercare quello che voglio> non scherzava più di tanto. <Amo Ken, amo Ai...ma è da quando stavo con Yukio che ho questo stimolo. Mi ha dato l'idea lui, non volevo al tempo perché volevo fare carriera, poi però tutto è andato al diavolo e io sono qui..> sospira pesantemente <con l'istinto materno che scalcia come non mai> ma perché tornare sull'argomento? è chiaro che non voleva più parlarne oltre. Lo ascolta anche per quello che riguarda il fatto che sia troppo dura con se stessa, troppo severa, che non è la sola a non essere perfetta, che ha coraggio, che ha forza nel suo animo, che ha affrontato molto nella sua vita e che non la vorrebbe in altro modo se non per quello che è. Un breve sorriso, breve e sostenuto sollevandosi in piedi prendendo un'ultima volta la parola per quella serata <ti ringrazio> non dice altro per un po' di tempo, sollevando il capo. <ora avrò modo di dedicarmi completamente al villaggio e di rispondere adeguatamente alla minaccia di questa setta. Non credo di avere null'altro da dire oltre al successo della missione nella foresta della morte, ma lo sa già> del resto non sarebbe l'hokage se non lo sapesse. [ch on]

17:25 Mekura:
 La donna osserva Hitomu quando questo la conforta sul fatto che sarà comprensivo con lei. Solleva lo sguardo, stringendo i denti e le labbra, la fronte corrugata e la sensazione di una pressa al cuore che la attanaglia: le manca e anche lui l'ha abbandonata. Lo odia ma una parte di lei vorrebbe che fosse ancora li. Ha rischiato con lui ed ha anche sperato di costruire qualcosa, non una famiglia magari ma le sarebbe bastato quello che le avrebbe offerto. Il problema è che sono i dubbi quello che è riuscita ad offrirle quell'uomo, null'altro. <potrebbe> afferma riduttiva, del resto lo ha fatto con Azrael. <ma chissà, magari si dimostra essere un essere umano e mi chiederà perché l'ho fatto e forse io mi prenderò il piacere di...dargli il ben servito> allarga gli angoli della bocca poco convinta dalle sue stesse parole, ma le sarebbe piaciuto buttargli addosso una bottiglia di alcol negli occhi. Il Jinchiuuriki le parla, da una sua idea di chi sia lei, nel suo solito modo confortante di esprimersi, nei conforti e nelle speranze per lei. <magari, magari posso trovare un modo senza che ci sia un uomo nel mezzo> le viene da ridere e lo fa: si metterebbe a ridere di gusto <non sono brava ne poi così fortunata in amore, magari posso eliminare il problema alla base e comunque ricercare quello che voglio> non scherzava più di tanto. <Amo Ken, amo Ai...ma è da quando stavo con Yukio che ho questo stimolo. Mi ha dato l'idea lui, non volevo al tempo perché volevo fare carriera, poi però tutto è andato al diavolo e io sono qui..> sospira pesantemente <con l'istinto materno che scalcia come non mai> ma perché tornare sull'argomento? è chiaro che non voleva più parlarne oltre. Lo ascolta anche per quello che riguarda il fatto che sia troppo dura con se stessa, troppo severa, che non è la sola a non essere perfetta, che ha coraggio, che ha forza nel suo animo, che ha affrontato molto nella sua vita e che non la vorrebbe in altro modo se non per quello che è. Un breve sorriso, breve e sostenuto sollevandosi in piedi prendendo un'ultima volta la parola per quella serata <ti ringrazio> non dice altro per un po' di tempo, sollevando il capo. <ora avrò modo di dedicarmi completamente al villaggio e di rispondere adeguatamente alla minaccia di questa setta. Non credo di avere null'altro da dire oltre al successo della missione nella foresta della morte, ma lo sa già> del resto non sarebbe l'hokage se non lo sapesse. [ch on]

17:52 Hitomu:
 Essere di conforto è un’abilità avuta sin dall’infanzia da parte del jinchuuriki ma con il passare degli anni nel ruolo di Hokage è riuscita a migliorarla notevolmente. Ogni volta che qualcuno si è presentato alla sua porta con un problema, il Kyudaime è riuscito a dare a quella persona una spinta stimolante per superare un ostacolo. Potrebbe stilare una lista lunga di nomi a cui è riuscito a dare una mano e una stessa lista di persone che sono pronti ad aiutare l’Hokage. Lui c’è per loro e loro ci saranno per lui. Un legame che unisce la più alta carica del Villaggio a tutto il suo corpo di shinobi. Mekura immagina cosa potrebbe fare per uscire dalla situazione in cui si trova e vivere una vita realizzando i suoi desideri. La donna continua a parlare del suo amore per i due bimbi che tiene a casa, della sua volontà che arde dentro lei di diventare madre. La vita non va sempre come si vuole ma il jinchuuriki è certo che la Hyuga riuscirà a trovare la sua felicità. Le iridi azzurre fissano il viso di Mekura analizzando le sue espressioni. Non deve essere facile vivere con la consapevolezza che non si potrebbe avere dei bambini nel proprio futuro. Il biondo capisce la mailinconia che si stringe dentro alla Hyuga e lei sa che se avesse bisogno di qualcosa, le basterà solo chiedere. <Sei ancora giovane, Mekura. La vita può riservarci delle belle sorprese inaspettate..> rivela il Nono cercando di tirare su un po’ di morale la donna davanti a lui. Mekura ringrazia non avendo più nient’altro da dire e informa il Nono della missione dei Monti. <Ottimo.. Concentriamo tutti gli sforzi per riuscire a trovare questi criminalizzare. Il Villaggio ne ha bisogno> conclude lasciando che la donna capisca quanto il Villaggio necessiti di una mano in questo momento. Un discorso che potrebbe e vorrebbe fare ogni volta che incontra un persona dentro quella Magione. [chk off]

18:10 Mekura:
 <parli come se tu fossi molto vecchio> afferma lei sogghignando, prendendolo un poco in giro mentre ritorna nel silenzio con una espressione tipica di chi si sta riprendendo da una botta. Stordita, ancora ferita, ma in ripresa. Crede a quello che dice Hitomu? si, ha saputo portare a termine quella missione in condizioni molto pericolose, dovrebbe avere maggiore fiducia di se stessa. Ma il dolore è ancora li, l'assenza è ancora li, il vuoto è ancora li. Fatica a riempirlo, fatica a mettere qualcosa in quel buco e sentire la felicità, o quanto meno la pace. Forse il suo desiderio disperato di avere un figlio non è solo per la maternità ma per riempire un buco, lasciare che qualcosa cresca dentro di lei, che non sia del tutto vano. <trovo assurdo che riescano ad entrare nel villaggio senza essere visti o percepiti> Sospira affranta <direi che è quasi imbarazzante per tutto il clan Hyuga: siamo il clan che letteralmente vede attraverso le pareti, potremmo scandagliare quasi costantemente il villaggio eppure non siamo stati in grado di trovare nessuno> sospira pesantemente al pensiero <non faccio una colpa a nessuno> alza leggermente il tono della voce per poi abbassarlo arrendendosi all'evidenza < ma è frustrante, come se non avessimo in mano quel piccolo tassello che ci permette di capire il quadro di insieme> agita il braccio destro mentre pensa ad altavoce per poi guardare verso Hitomu con una certa preoccupazione nel volto, ma questa volta non è la solita troppo depressa. < la cosa peggiore è che si danno al martirio, si fanno esplodere pur di non essere presi e nel farlo PRIMA si assicurano di far passare i ninja del villaggio come i malvagi della situazione> incrocia le braccia tra loro meditandoci su <...e da un punto di vista civile è così infondo: alla fine siamo sempre noi ad attaccare per un motivo o per un'altro> solleva di nuovo lo sguardo verso Hitomu schiarendosi la voce per poi fare una domanda <Hitomu, tu...ti sei mai sentito nel torto mentre guardavi qualcuno morire? quando ti accorgi che l'hai ucciso e che volendo c'era un'altra soluzione?> domanda la donna incuriosita. [ch on]

18:31 Hitomu:
 Alla fine la donna ha ragione. Il biondo parla saggiamente ma alla fine è ancora giovane. Non si può certo definirsi un anziano. Sul suo volto si disegna un sorriso ascoltando la battuta della donna <Possiamo ancora goderci un po’ della nostra giovinezza> afferma il Kyudaime speranzoso che la donna superi questo momento di tristezza. Il discorso si sposta sulla setta e su quello che il Villaggio potrebbe fare per evitare situazioni del genere. E anche come sia curioso e allo stesso tempo frustrante il fatto che alla fine passino sempre dalla parte del torto gli shinobi. Un situazione difficile per tutti, dagli abitanti della Foglia agli shinobi che combattono e difendono le mura del Villaggio. Mekura aggiunge come soprattutto il Clan Hyuga potrebbe fare molto di più grazie all’utilizzo della sua innata per scoprire intrusioni all’interno di Konoha e invece tutti loro sono costretti a subire gli eventi senza poter muovere un dito per sistemare la questione. <Tutti potremmo fare qualcosa di più, a partire da me. In questo momento, però, dobbiamo avere chiara la situazione tra le mani e affrontare le mosse giuste organizzando un piano che possa esserci d’aiuto> spiega il Nono. A volte, lasciarsi prendere dagli eventi e fare più del necessario, può portare a causare fatti peggiori di quelli accaduti fino ad ora. Mekura pone una domanda infine al jinchuuriki chiedendo se si è mai sentito in una situazione particolare nel momento succedere qualcuno morire. Il Nono riflette con calma e risponde dunque alla donna <Ho sempre provato ad evitare la morte di una persona, nonostante questa fosse mio nemico nelle circostanze in cui ci siamo incontrati. Ma a volte sono proprio loro a non lasciarti altra scelta.. Se la tua vita viene minacciata in maniera costante, non puoi fare altro> dice mentre il suo sguardo rimane fisso sulla donna. <Magari un’altra soluzione esiste sempre ma devi valutare quanto sia fattibile in certe circostanze. Lui vuole uccidere te e tu non hai molto tempo per riflettere bene sulle possibilità di riuscita di ogni soluzione. La nostra vita purtroppo è fatta di decisione prese in una frazione di secondo. Non dobbiamo darci ulteriori colpe che non abbiamo o farci venire risentimenti su ciò che abbiamo scelto di essere e ciò che facciamo> questo è il suo pensiero. [chk off]

19:02 Mekura:
 <hum il problema è proprio che non è chiara, non abbiamo nulla alla quale aggrapparci ne una pista da seguire: siamo in balia di queste persone e del giudizio che contamina l'intero villaggio e attira a loro altri fedeli, mentre noi rischiamo di perdere cittadini> Ninja e non. Il discorso viene fatto con calma, la donna rimane li ad ascoltare e pacatamente riprendere parola. <..ci sono situazioni più strane di altre> commenta in modo strascicato mentre ripensa a quanto successo ai monti. <non si trattava di non avere tempo, si trattava di altri tipi di fattibilità> spiega la donna incrociando le braccia tra loro, sollevando il mento e guardando Hitomu <il resoconto sul modo di operare di queste persone è chiaro: vogliono prima parlare e poi se costretti si fanno esplodere> Solleva le spalle tenendole ferme mentre piega la testa verso il basso, prendendosi una pausa mentre lo dice <ci ho pensato un po'su questo modo di fare, di approcciarsi alla popolazione di Konoha ed ai ninja. Non parlo delle tematiche: le conosciamo. "Vieni con me e sarai salvo nel regno dei cieli insieme alla Dea, gli eretici invece verranno purgati da questo mondo, chi rimarrà verrà premiato con una condizione migliore"> era la sintesi generale di tutto quello che stavano imbastendo per la popolazione. <ci ho pensato molto, come ho detto e queste persone le considero una forma di terrorismo molto infida> spiega questa ripensando a quello che le hanno detto al monte l'altra sera. <ho subito un attacco di recente, ai monti con i miei figli, non ho dato il tempo di reagire in primo luogo perché a causa di un incidente un civile era rimasto ferito e suo figlio lo avevano rapito. secondo non potevo permettere che fossero una minaccia per loro: ho attaccato senza domandarmi chi ci fosse sotto...una era una ragazzina dell'età di Ai> sospira pesantemente all'idea. <ne hanno approfittato subito per attaccarmi verbalmente dicendo quanto fossi un mostro che non ha esitato ad uccidere degli innocenti, insomma, ero io il problema, non loro...e ci ho pensato molto> afferma la donna seriamente, ripetendosi di nuovo. <ma era vero: sono un mostro, ma questo lo so da diverso tempo. Io uccido, lo faccio per mestiere, non mi nascondo dietro nessuna facciata e spesso perdo meno il sonno di quanto la mia coscienza richiede. L'ho imparato dalle prime missioni: o uccidi o vieni ucciso, più ne uccidi meno persone possono farti del male> piega la testa di lato, in parte imbarazzata da quel discorso da fare con lui, il quale sta applicando politiche di reintegrazione piuttosto che di punizioni per i criminali...a lui deve la vita di sua madre. <ma loro, loro manipolano la realtà prendendo quello che è vero dandogli una connotazione sbagliata. Usano la parola come una spada, sfruttandola per soggiogare i più deboli convertendoli con le buone, passando per martiri perché si fanno esplodere pur di non essere presi, che sono i nostri ninja ad attaccare per primi, non loro. Mettono il seme del dubbio, dividono le persone e ancora peggio reclutano i nostri cittadini e li sfruttano contro lo stesso villaggio> afferma la donna seriamente, turbata e con lo sguardo indurito da certi pensieri. <ho avuto un colloquio privato con una delle vittime dell'ultimo attacco, il figlio del civile ferito, ha riconosciuto un ragazzo appena uscito dalla accademia...immagina cosa succederebbe se si facesse vedere dai suoi amici così? dai suoi parenti se ne ha? immagina se usasse quei contatti per convincerli a seguirlo? immagina che nel farlo i suoi compagni lo assaltano e lui si fa esplodere uccidendoli tutti, lui compreso..sai di chi sarebbe la colpa principale? nostra> rimane in silenzio tombale, guardandolo negli occhi, fissandolo per cercare di capire che cosa potesse passargli mentre lei afferma queste cose e solo dopo riprende. <quindi la vera domanda al dubbio di prima: come ci dovremmo sentire adesso sapendo che queste persone, il vicino di casa, il giardiniere, magari il ragazzino della accademia che hai seguito ogni tanto eppure persone che fanno parte del tuo villaggio possono essere un pericolo in entrambi i casi noi non facessimo nulla o reagissimo? come ci ricorderà la storia per le decisioni che abbiamo preso e prenderemo? quante vite inutili verranno stroncate in questa che considero una guerra? da persone del nostro stesso villaggio?> tono amaro mentre va a concludere. <come dovremmo viverlo d'ora in poi? abbiamo avuto le nostre guerre civili ma...sapevamo perfettamente chi era il malvagio e lo sappiamo ancora, però davanti a lui ci sono delle persone plagiate, non dei sadici...eppure io non riesco a non considerarli se non come dei terroristi perché infondo è quello che stanno facendo: dissestare l'asse del villaggio infondendo dubbi e di conseguenza paura e come tali vanno fermati...io, potrò mai trovare perdono per quello che sta accadendo?> le viene da sorridere <ehehe anche se questo magari sarebbe da chiedere ad una guida spirituale> [ch on]

15:19 Hitomu:
 Mekura prende parola spiegando il suo punto di vista riguardo tutta la situazione attuale della setta e del Villaggio. Il jinchuuriki rimane in silenzio ad ascoltarla per tutto il tempo in cui lei parla lasciando che il suo sguardo attento si posi sul viso dell’altra notando ogni sua espressione durante il discorso. Il Nono comprende quanto il tema sia importante per la donna e non potrebbe essere altrimenti. La situazione descritta dalla Hyuga è la fotografia di ciò che sta succedendo al Villaggio della Foglia. Niente di più, niente di meno. Questa setta attira su di sè le attenzioni degli abitanti lasciandosi credere martiri di questa situazione mentre ne sono i soli responsabili. <Purtroppo non possiamo aprire gli occhi agli abitanti che non comprendono la verità.. C’è stato un periodo in cui ammiravano un Hokage elogiandolo come salvatore dal male che lui stesso aveva creato> il riferimento è collegato ovviamente a Kuugo e la carestia da lui stessa iniziata. Con queste parole, il jinchuuriki vuole far capire alla donna come a volte possa essere difficile mostrare agli occhi dei civili quale sia la verità dei fatti. La maggior parte di loro crede solo a ciò che gli si mostra davanti al naso. <Sta a noi con le nostre azioni e anche con le parole far capire quale sia la reale situazione> bisogna che tutto il corpo di shinobi si metta di impegno per far ragionare il popolo nella giusta direzione. A volte, il lavoro di un ninja non si limita solamente ad missioni di combattimento. Le parole della Hyuga colpiscono l’attenzione del Nono. Non è un periodo in cui qualcuno si può permettere di abbassare la guardia. <Il nemico è soltanto uno, anche se in questo caso potrebbe affiliare persone a noi sconosciute. Per questo, la nostra allerta deve essere massima in ogni momento> non devono lasciarsi sfuggire il minimo dettaglio. Le iridi azzurre rimangono sempre ferme sulla figura della donna. Il tono di voce è serio, in relazione al tema che stanno affrontando. <Non ti dovrai perdonare nulla.. Tutto quello che stiamo facendo è per il bene del Villaggio e dei nostri abitanti. Gli unici a dover ricevere il perdono saranno questi elementi che stanno minacciando la Foglia, ma questo è un altro discorso> non serve affrontare certi argomenti in questo momento. Il jinchuuriki ritorna in silenzio in attesa delle parole della donna. [chk off]

15:52 Mekura:
 Il libero arbitrio, l'arma che ti permette di compiere le tue scelte ed avere la responsabilità su di esse. Il libero arbitrio diventa quasi un pericolo quando non si sa che cosa si ha in mano, ma sopratutto quando non si prende in considerazione il fatto che tu, sei responsabile dei tuoi errori. Lo scarica barile da una persona all'altra è la culla dell'idea che sarebbe meglio che ci sia solo un unica identità che detti delle linee guida su come comportarsi, su cosa credere. E qui nascono le leggi, nascono persone che decidono per altri per il bene della comunità, si evolve nella democrazia, ma anche nella dittatura. Invero l'essere umano vive il libero arbitrio nel modo più incoerente: Si da delle leggi, grida alla libertà, si batte per essa, per esprimere le sue opinioni e poi? poi cosa succede? a cosa serve se non sa neppure reggere il peso delle sue azioni? perché è così che accadrà: cercheranno un capro espiatorio, in questo momento di crisi e dopo, la debolezza del genere umano nella sua miseria. <purtroppo> le esce con molta amarezza nel tono della voce e fastidio. <il che significa che con le nostre azioni dobbiamo appagarli? dobbiamo raccontare una storia che gli piace di più? perché alla fine è questa come viene percepita la realtà: più un gruppo ha consenso più è reale. Cosa sarebbe successo se il popolo avesse continuato a credere a quel kage? a condividere i suoi valori?> prende una pausa con una certa dose di durezza nella voce e criticità. <per la storia saremmo noi nel torto, e così succederà adesso se non verranno guidati> sospira pesante, portando una mano alla testa, la destra, portandosi indietro i capelli per poi farla scivolare di nuovo sul volto. Rimane in silenzio sapendo che quello che ha detto è duro, cinico e sprezzante verso il villaggio: ha appena detto indirettamente che gli abitanti del villaggio non sono che pecore. <mi dispiace...mi dispiace che sia sempre io quella che è sbagliata, in tutto> abbassa il capo in segno di scusa <mi dispiace che sia sempre dietro a cercare il peggio delle persone, forse perché vedo solo il peggio di me e non concepisco altro, di trovare sempre la falla, di contestare qualsiasi cosa, mi dispiace che sia sempre io e io soltanto ad avere parole dure per tutto e tutti, persino per la volontà del fuoco> sospira pesantemente quasi con le lacrime agli occhi per via dello stress o forse proprio per lo sfogo che le uscito in quel momento. <le mie parole offendono molte persone e mi hanno allontanato da tutti> abbassa il tono diventando poco più di un bisbiglio, si prende un attimo buttando giù un grosso groppone <ma è la mia natura...diffidare, o almeno è così che sono diventata: nulla è certo> le viene da sorridere <qualcuno deve pure essere la pecora nera no?> e qui Hitomu potrebbe capire il perché sta chiedendo il perdono: quella donna è martellata dai sensi di colpa che non riesce a scacciarsi. Il suo è un mantra di dolore perenne, quasi al biasimo ed al rimpianto. Hiashi, gli Hyuga, l'incapacità di trovare un suo posto in questo mondo, la cattiveria che la popolazione le ha riservato e verso le persone che l'hanno abbandonata sta combattendo con il bisogno di fare il suo dovere, di risolvere a questi problemi: lei ha paura di perdere quanto ha raccolto in questi mesi e di perderlo di nuovo.Ha perso l'Akatsuki, ha perso i suoi compagni, suo fratello, la sua famiglia non le parla ed ha paura che nella sua rabbia lei possa esagerare, si possa scatenare su queste persone. <io...non credo che non dovrò perdonarmi qualcosa: arriverà il momento in cui verranno a biasimare qualcuno, per tutta la gente morta, se si potesse fare altro, di meglio, si può sempre fare di meglio, guarderanno tutti i nostri errori e li elencheranno e quale sarà la realtà? vedrò di notte le persone che un tempo erano i miei vicini? li vedrò con quelle mezze maschere chiamarmi dall'altra parte del fiume?> una citazione poetica, per quello che riguarda l'altro mondo <e cosa diranno i vivi di me quando sapranno che io ho le mani macchiate dei loro fratelli e sorelle? dei loro amanti? degli innocenti e credimi....li vedo già di notte> quell'ultima frase viene detta quasi come un ringhio di una belva, una belva ferita e rabbiosa e per un attimo anche i suoi occhi è come se guardasse qualcosa..eccome se lo guardava. <io...non sono meglio di qualsiasi criminale dentro le nostre prigioni: l'ho fatto per proteggere, vero, ma non è una questione di giusto o sbagliato, ma di chi vive e muore, di chi può ancora farti del male e chi non può più> [ch on]

16:16 Hitomu:
 Il jinchuuriki rimane in silenzio ad ascoltare lo sfogo della donna. Lei si arrabbia, grida dentro e versa parole di fastidio verso gli abitanti del Villaggio. I suoi occhi mostrano tutto quello che prova e le iridi azzurre dell’Hokage vedono tutto ciò che si nasconde dietro quelle pupille. Lo sguardo del Kyudaime è attento sulla donna, quasi a volerla consolare. Lo sfogo di lei è duro ma il jinchuuriki comprende le sue parole. C’era un tempo in cui anche lui non capiva la gente del Villaggio. Solo con il tempo, con i fatti, è riuscito a mostrare loro la verità. Il compito degli shinobi della Foglia in questo momento è quello di mostrare la verità agli abitanti del Villaggio, in qualunque modo. <Non dobbiamo appagarli con una bella storia. Dovremo mostrare loro la verità. Mostrare a loro i fatti e gli avvenimenti accaduti. Davanti alla realtà, non potranno essere ciechi> per quanto non sia un compito facile, tocca a loro farlo. Essere un ninja della Foglia e proteggere il Villaggio significa anche compiere azioni di questo genere. Non sarà facile, ma nessuno ha mai detto che avrebbero solo dovuto combattere con le armi contro un nemico. A volte, sei costretto a combattere anche contro la tua stessa gente usando altri metodi che non ti insegnano in accademia. Dopo lo sfogo, Mekura se la prende con se stessa. Spiega che è colpa sua e di ciò che ha vissuto. Il jinchuuriki scuote la testa essendo contrario al suo pensiero. <Non sei sbagliata. Ognuno di noi ha un vissuto e questo ci condiziona nella nostra esistenza. La tua storia passata non è semplice ed è normale che magari non riesci a guardare il mondo come lo guarda una persona che ha avuto un passato più semplice del tuo> afferma rivolgendo sempre lo sguardo verso di lei. <Non credere di essere sbagliata solo perché vedi il mondo in un’altra prospettiva. Ogni punto di vista è diverso cambiando da persona a persona. Un criminale si macchia le mani di sangue con l’intento di farlo per causare distruzione e terrore. Può chiamarsi allo stesso modo chi si macchia del loro sangue per proteggere milioni di persone innocenti? Per me, tu non sei una criminale. Sei un eroe del Villaggio della Foglia, con i suoi problemi e i suoi pensieri, con il suo vissuto e il suo futuro pronto ad aspettarlo. Questo è ciò che sei> conclude il suo dire lasciando che il silenzio torni a fare da padrone. [chk off]

16:43 Mekura:
 Solleva lo sguardo osservandolo di sottecchi, ancora con gli occhi lucidi dalla stanchezza e dallo stress del discorso. La verità, mostrala in un mondo di ciechi, convinci il re con un solo occhio e allora avrai una realtà oggettiva come il sole che scalda la pelle. Sorride, timidamente, triste, abbassando di nuovo lo sguardo per poi rialzarlo quando questo le ribadisce che non è sbagliata. Un discorso già sentito da altre persone, che a quanto pare non entra, ma per lo meno adesso c'è anche una spiegazione per la quale non è sbagliata, non semplicemente che si sente in questo modo. Ma la soddisfa completamente ? no, non è il compito dell'Hokage convincerla. In un certo senso quello che ha detto degli abitanti vale sopratutto per se stessa: deve imparare a vedere la realtà di quello che è. Rimane ammutolita, con le braccia che cadono di lato, stanca dalla giornata e con un disperato bisogno di qualcosa di caldo da bere. Si schiarisce la gola e scuote il capo. Imbarazzata arrossisce quando sente addirittura che viene chiamata eroe. <eroe> ripete con la gola strozzata, imbarazzata mentre il suo corpo si contrae con le spalle che si stringono tra loro come a proteggersi da quella affermazione..eppure è così confortante sapere che non è un mostro, che nel suo animo in mezzo a tanta melma ci sia qualcosa che "luccica" qualcosa di valore, una rosa tra le spine un diamante tra le lame. <grazie Hitomu per aver ascoltato le mie parole...buonanotte> non riesce a dire altro mentre a passo veloce, letteralmente scapperebbe dalla porta per dirigersi verso casa. [end]

17:00 Hitomu:
 Il viso della donna direbbe molto sulla sua attuale situazione. Sorride ma dentro è triste. Le parole del jinchuuriki provano a darle una scossa ma a volte anche il miglior discorso può non fare effetto se il fuoco non arde da dentro. Questo è ciò che ha bisogno Mekura. Lei deve risvegliare quel fuoco che la fa vivere. Solo così potrà tornare ad avere un’esistenza tranquilla e vivere la sua vita godendosi i suoi giorni. Altrimenti sarà dura sopportare gli ostacoli che si paleseranno davanti durante la vita. Si imbarazza quando l’Hokage la chiama eroe ma questo è ciò che lei sarebbe. Ogni shinobi della Foglia deve essere un eroe per gli abitanti del Villaggio. Ognuno di loro combatte, mette in pericolo la propria vita per proteggere ognuno di loro. Meritano di essere riconosciuti con tale termine. C’è molto di più di quello che ora Mekura riesce a vedere dentro di se stessa. Tanto pregi, quanti difetti. Nessuno è perfetto, certo. Ma lei non è il mostro che crede di essere. La Hyuga ringrazia il Nono per le parole e scappa via velocemente dalla Magione, senza dare il tempo al jinchuuriki di risponderle per un saluto. <Prego..> si limita a dire la guardandola correre via fuori dall’ufficio lasciando che la porta si chiuda e lasci in solitudine il Kyudaime all’interno della stanza. Al biondo dispiace che lei stia vivendo questa situazione e vorrebbe fare molto di più che fornirle un sacco di parole. Le iridi azzurre rimangono a fissare l’anta di ingresso. Si aggiornerà presto sulle condizioni della donna per sapere come sta. Per ora, terminerà il suo lavoro e infine farà ritorno a casa. END

Mekura contatta Hitomu per informarlo che ha raggiunto il suo scopo: prendere il controllo dei serpenti bianchi.
Lo informa anche del fatto che ha lasciato l'Akatsuki e discutono dell'attuale problema al villaggio.