Salvataggio in extremis
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Giocata di Corporazione
Giocata del 11/12/2018 dalle 10:42 alle 17:59 nella chat "Ospedale [Konoha]"
I muscoli del viso si muovono contraendosi appena permettendo agli occhi di schiudersi, uno sguardo color oro, ambrato, che si sofferma ad osservare la semi oscurità della Tana dove ha combattuto per ottenere finalmente il contratto coi Serpenti. Un passo avanti, sempre più vicina ai suoi obiettivi. Il leggero e rantolante respiro indica che la ragazzina è ancora viva ma non è sicura se lo sarà per molto; ha provato a muoversi per trascinarsi fuori dalla Tana, ma il dolore l’ha inchiodata a terra, con la consapevolezza che il minimo movimento potrebbe causarle gravi danni. Ha cercato allora di tamponarsi al meglio le ferite causate dall’enorme morso di Idra, ma il petto difficilmente riesce ad espandersi per permettere ai polmoni di nutrirsi d’aria. Indosso porta ancora il suo kimono chiaro, bianco, con motivi azzurri che richiamano raffigurazioni di piccoli serpenti che si attorcigliano sinuosi lungo il tessuto ricamandolo con cura, bordi anch’essi azzurri così come la fascia che le tiene stretto e chiuso il kimono in vita. Quel candore ormai sporcato dal sangue che ha perso, macchie che si espandono a partire dal suo esile torace. Indumento corto e con le lunghe e larghe morbide maniche che vanno a coprirle le mani, mentre al di sotto porta dei pantaloni lunghi e di colore azzurro, sono morbidi ed attillati, ma dal tessuto elasticizzato per non impedirle i movimenti e il vestiario si conclude con dei calzari ninja di colore nero. Il porta kunai e shuriken viene portato alla gamba destra, mentre il porta oggetti è allacciato in vita, dietro alla schiena. Il copri fronte di Kusa è invece portato appeso alla fascia che le chiude il kimono, così da essere ben visibile. Non si presenta proprio bene, il viso reso ancor più pallido dal dolore e dalla perdita di sangue, contratto in una smorfia di sofferenza e frustrazione che non la lascia godere appieno del traguardo appena raggiunto. Lo chignon che dovrebbe tenerle raccolti i lunghi capelli neri e lisci come seta, in realtà è ben più sfatto ormai e ciocche le ricadono sporadicamente sul viso e sulla schiena. Se ne sta a ridosso di una parete, sempre la stessa, in posizione semi seduta cercando di respirare e di compiere meno movimenti possibili. Pensare che Otsuki riesca a raggiungerla in questo buco è difficile, e lei non può certo rimanere rinchiusa lì a morire, l’unico modo che ha per uscire e salvarsi è quello di contattare Az. Si ricorda perfettamente cosa le ha detto riguardo i sigilli che si è fatta mettere, non con poca riluttanza, ma deve ammettere a se stessa che ora si rivelerebbero molto utili. Non sa esattamente come funziona ma tanto vale provarci. Chiude gli occhi e cercherebbe di attivare il sigillo facendo scorrere il chakra verso la zona della nuca, in modo tale che concentrandolo in quel punto possa in un qualche modo attivarlo e aprire quella sorta di canale per tentare di mandare un messaggio telepatico al Nara. "Az, sono Kouki... puoi raggiungermi? Sono... nei guai." il tono incerto, titubante, come quello di un bambino che sa di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma che cerca in qualche modo di rabbonire qualcuno. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai cin veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro] Da quanto tempo non si sentiva così? Allegro, solare, rilassato. La proposta di matrimonio andata a buon fine lo sta portando a camminare ad almeno cinque metri dal pavimento. Si sente leggero, sereno, come se nulla potesse buttarlo giù. E invece, come il Nara ben sa, è proprio in questi momenti che arrivano le batoste più pesanti. Dopo essersi preparato come al solito ed aver fatto un rilassante giretto per il mercato della Foglia ecco che una sensazione familiare lo scolpisce in pieno viso come uno schiaffo dalla potenza inaudita. Il Nara si blocca sul posto, sgranando gli occhi per fissare il viale davanti a sé come se neanche lo vedesse davvero. Quando ha messo i sigilli dell’empatia e dell’Hiraishin si era accordato con lei che li arebbero usati solo in caso di estremo bisogno, la puara che quel momento potesse arrivare era tanta, ma solo ora si è concretizzata davvero. Il pensiero immediatamente vola ai possibili scenari che potrebbe trovare, potrebbe trovarsi n un faccia a faccia con Otsuki, per dirne una. La mascella si stringe ed i denti digrignano con u sibiloo quasi sinistro. Non ci pensa neanche un istante di più prima di formare il mezzo sigillo della capra, neanche risponde al messaggio di Kouki, limitandosi semplicemente a richiamare il proprio chamra per ricoprirsi interamente con la propria energia trasportata attraverso il keirakukei e fuori dagli tsubo per formare una patina uniforme e completa, che lo avvolga e gli permetta di concentrarsi sul sigillo che ha impresso sul corpicino della bambina, in modo da avere una sorta di “porta” nella quale dislocarsi. Indosso non porta equipaggiamento, ma una semplice camicia bianca, un paio di pantaloni in cotone scuro ed un paio di s arpe classiche di cuoio. Se dovesse combattere non sarebbe affatto preparato, dovrebbe affidarsi unicamente al proprio chakra, di cui una porzione svanirà già per l’uso di quella tecnica, ma non gli importa. Ha promesso che l’avrebbe protetta e lo farà anche al costo della propria vita, non importa quanto sarà pericolosa la situazione in cui sta per mettersi. Ed eccolo qui, una volta completata la tecnica che Yukio gli insegnò, in una tana scura, la cui penombra lo porta a socchiudere gli occhi per la differenza tra il Sole che vigeva sopra il mercato di Konoha e quell’atmosfera cupa. I serpenti giganti gli strisciano attorno e non ci vuole molto prima che si ritrovi davanti ad una Kouki ferita, grondante di sangue, con dei bendaggi di fortuna a tamponarle le ferite. < Kouki! > Griderebbe istintivamente, cadendo immediatamente in ginocchio accanto a lei, cercando di reprimere la rabbia che lo porterebbe a far esplodere la tana con tutti gli eredi e Manda stesso seduta stante. Non è il momento. < Non muoverti e non parlare. > Tenterebbe di rassicurarla, benché non abbia la più ppallida idea di che ferite abbia o di cosa fare per trattarle. La comunicazione con Kaori è quasi naturale e non attende un istante di più per attivarla e darle poche e semplici istruzioni. “Vai in Ospedale, in una stanza vuota e accanto ad un letto libero.” Perso per un istante con lo sguardo nel vuoto, solo ora tornerebbe con le iridi buie fisse sulla bambina. < Ti porto a Konoha piccola, tu resta ferma. > Solo questo le direbbe prima di poggiarle la destrorsa dietro la nuca e formare nuovamente il mezzo sigillo caprino innanzi al petto per poter replicare la tecnica che ha poc’anzi utilizzato per raggiungerla. Il canale in cui passare, stavolta, sarebbe collegato al simbolo dell’Hiraishin sulla nuca di Kaori, sperando che lei si sia posizionata dove le aveva detto. E così, richiamando nuovamente il proprio chakra verso l’esterno per ricoprire se stesso e la Yakushi, si dislocherebbe al fianco della Hyuga – sperando – su un letto dove Kouki possa adagiarsi per ricevere le cure necessarie. [ Dislocazione Istantanea twice – Chakra ON, ma poco ] Un lungo sbadiglio si libera incontrollato dalle sue labbra. Ha appena finito di fare il giro delle visite per assicurarsi che i pazienti sotto le sue cure stiano rispondendo efficacemente ai trattamenti e si sente già piuttosto stanca; ha dovuto cambiare alcune medicazioni, richiudere alcune ferite che non si erano ben rimarginate e compilare una pila di documenti senza fine. Sente le spalle tese, i muscoli rigidi per la posizione in cui è rimasta ferma a scrivere nell'ultima ora, chiusa nel suo ufficio, ed ora si può finalmente concedere una breve pausa. Depone la penna sulla scrivania abbandonandosi contro lo schienale della poltrona del suo ufficio, stiracchiandosi e sentendo qualche vertebra schioccare. La sensazione di sollievo è immediata ma destinata a durare ben poco. Proprio mentre stava per alzarsi per dare una occhiata fuori dalla finestra, la voce di Azrael l'ha raggiunta dritta dritta al cervello, con una urgenza tale da mettere in secondo piano qualsiasi suo altro pensiero. "Che succede?" domanda mentalmente, all'istante, allertata da quella strana richiesta, sbrigandosi nel mentre ad obbedire alle sue parole. Si alza rapida dalla poltrona afferrando il camice al volo dall'appendiabiti lì accanto prima di scattare fuori dall'ufficio e per il corridoio fino a raggiungere la prima stanza vuota disponibile. Si chiude la porta alle spalle, si avvicina al letto col cuore il gola e lo sguardo perso nel vuoto, come ad aspettarsi che da un momento all'altro il Nara sarebbe comparso lì. "Ci sono" aggiunge un paio di minuti dopo umettandosi nervosamente le labbra, sentendosi improvvisamente carica di adrenalina e panico. Che gli sia successo qualcosa e che abbia bisogno di cure? Che i Kami non vogliano! Se qualcosa è capace di mandare Azrael Nara in ospedale non c'è salvezza per nessuno. Che-- abbia trovato sua madre? Che sia ferita? Che abbia dovuto combattere con lei? Il pensiero le dà immediatamente la nausea. E se fosse successo qualcosa ad Harumi? Perché non ha controllato che fosse al dojo quella mattina?! Un insieme di pensieri dolorosi le vortica nella mente andando a farle battere forte il cuore e seccandole la gola. Neppure per un istante si ritrova a pensare alla piccola Kouki: non ha idea del legame che lega i due, non sa che i due condividono gli stessi sigilli che lei stessa ha impressi e marchiati sulla pelle. L'attesa perdura per un istante soltanto prima che il Nara compaia accanto a lei con- la Yakushi fra le braccia. Il sangue le macchia le vesti candide e la pelle d'avorio, il suo viso è inquietantemente pallido, i bendaggi improvvisati che ha addosso sono chiazzati di rosso. < Kouki! > esclama all'istante sgranando gli occhi, fissandola con lo sguardo ricolmo di terrore. < Cosa è successo? Chi è stato? > domanda d'istinto, in preda al panico, facendo spazio al Nara perché possa avere libero accesso al letto. < A-appoggiala lì e- e siediti su quella sedia. Sembri esausto... > chiosa poco dopo cercando di prendere il controllo della situazione, deglutendo, osservando rapidamente anche lo stesso Azrael per assicurarsi che nessuna ferita stia sfregiando la sua pelle. [ Chakra: on ] Non passano nemmeno troppi secondi prima che la figura del Nara si palesi nella Tana, accanto a lei. Fino all’ultimo aveva nutrito un leggero dubbio sulla funzionalità di quei sigilli, più che altro non era sicura al cento per cento di averlo utilizzato correttamente. Fortunatamente così non è avvenuto e la visione di Az, dopo davvero tanto tempo, le procura un tuffo al cuore. Otsuki è il suo maestro e creatore, ma nulla ha intaccato il legame che si è creato tra lei e coloro che considera come suoi genitori. La sua promessa fatta ad Az non verrà mai troncata e questa è una sicurezza, ora in questo momento riesce a capire solo quanto il Nara e sua madre le siano mancati. Una sensazione di calore che dona sollievo al corpo sempre più freddo per via del sangue perso, la consapevolezza che da lì a poco avrebbe rivisto anche sua madre. Per il momento segue il consiglio datole da Az, consapevole che ogni minimo movimento le procura dolore, il semplice respiro, quindi figuriamoci il provare a dire qualcosa, sforzare tutti quei muscoli e rischiare di peggiorare le sue condizioni. Si limita quindi a osservarlo dritto negli occhi, in quel profondo nero pece, la sua inespressività si macchia di un sentimento simile alla gratitudine, alla felicità, al sollievo e a un minimo senso di colpa ben nascosto in lei. Passano solo pochi secondi prima che la Tana svanisca davanti ai suoi occhi dorati per lasciare posto a una stanza di ospedale, all’istante gli occhi della ragazzina si spostano per ricercare in maniera istintiva la figura della Hyuga, è un ambiente che collega a lei e le viene quasi naturale. Il cuore subisce un altro tuffo, manca un battito alla vista della donna e al sentire le sue parole ricolme di preoccupazione. <Un… serpente.> mormora appena alle parole di sua madre, un filo di voce che è il suo solito sussurro, un sibilo, ma carico di sofferenza, fatica e qualche rantolo. <Enorme… mi ha morsa il… busto.> le zanne sono entrate nella sua carne, qualche costola probabilmente è rotta, come la clavicola a giudicare dal dolore e dai limiti che si sente addosso, ma non può esserne certa, solo Kaori può verificare il reale stato della Yakushi. Il dolore alla schiena e alla nuca per via dello schianto contro la parete passano quasi in secondo piano rispetto a quello che prova per il morso. Uno sguardo celere al Nara, poi torna a guardare negli occhi sua madre. <Mi spiace…> non ha idea di quanto tempo sia effettivamente passato senza che abbia avvisato nessuno dei due, della sua partenza si, ma poi non ha fatto sapere più nulla. <Ma… ce l’ho fatta.> spera solo di non dover morire proprio ora, ma è fiduciosa delle capacità di Kaori e sa che ora si trova in ottime mani. Un tenue sorriso affiora sulle sue labbra pallide, un piccolo sogghigno per quella che lei considera comunque parte della sua vittoria, della sua corsa agli obiettivi. Lo sguardo ora si porta al soffitto della stanza e si perde per qualche istante a guardarlo fisso, senza pensieri né parole. Solo un leggero respiro sibilante e rantolante. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai cin veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro] Solitamente si sarebbe sentito più tranquillo nel vedere la Hyiga, da sempre lei è il balsamo universale per qualunque sua ansia, ma in questo momento non l è, non come al solito. Si sente nervoso, impotente, nel panico. Non è un medico e per quanto possa essere bravo nel proprio lavoro non ha assolutamente idea di come salvare la sua bambina in questo momento. Deve soltanto affidarsi a qualcun altro, una cosa che lo rende teso all’inverosimile. Dopo aver sistemato la piccola sul lettino libero lancia uno sguardo nervoso alla sedia su cui lo ha indirizzato Kaori, scuotendo energicamente la testa e limitandosi ad aggirare il lettino per andare dall’altra parte. < Sto bene in piedi. > Ha bisogno di mioversi, di sfogare il proprio nervosismo nella tensione dei muscoli. Le mani si chiudono a pugno e si riaprono a ripetizione, le falangi sempre più fredde per via del sangue che gli corre a forza nelle orecchie, facendogli pulsare la testa. La voce è bassa, roca, trattenuta ed esce misurata dalle sue labbra per cercare di non far trasparire quanto sente in questo momento, dimenticando completamente che entrambe sono collegate mentalmente a lui e che potranno chiaramente sentire quanto sia preoccupato, ansioso, quanto si senta impotente e in colpa per non poter fare nulla. Ha promesso di proteggerla, ma ha fatto solo quel che ha potuto. Il sangue della Yakushi gli macchia le maniche della camicia bianca nei punti in cui le sue braccia si sono avvicinate a lei per trasportarla in ospedale. < Era nella Tana degli eredi di Manda. > Non avrebbe potuto non riconoscere i serpenti giganti. Non lui che ha studiato i serpenti bianchi e le loro differenze, non lui che è stato affiancato agli Yakushi per un tempo sufficiente da conoscere tutte le sfaccettature della loro cultura e del loro credo. < Sono serpenti stritolatori, non velenosi, se anche l’ha morsa non c’è rischio che l’abbia avvelenata. > Prosegue, cercando di dare una mano per quanto può, sebbene non abbia la più pallida idea di come si usi il chakra medico. L’informazione che Kouki dà riguardo la sua riuscita nell’impresa porta il Nara a formare un sorriso tirato sulle proprie labbra, la mano poggiata sul materasso accqnto a lei, temendo che in qualunque punto possa toccarla le farebbe soltanto del male. < Sei stata bravissima, domare i serpenti è un’impresa. Sono fiero di te piccola. > Tenterebbe di rassicurarla, magari anche di distrarla dal dolore, per poi rialzare lo sguardo pregno di preoccupazione sulla Hyuga, utilizzando il sigillo dell’empatia che ha con lei per escludere la Yakushi dalla conversazione ed evitare di darle pensieri che siano negativi. “Dimmi che puoi aiutarla. Ti prego.” Sa che Kaori la considera come una figlia sicuramente più di quanto possa fare il Nara, ma non riesce a mostrarsi meno preoccupato e in ansia. Non è soltanto per il calore che ricorda ancora di aver provato quando Kouki lo ha chiamato papà, ma è perché le ha fatto una promessa. E Azrael Nara, dovesse metterci la vita, mantiene sempre le sue promesse. [ Chakra ON ] Le fischiano le orecchie. Sente il sangue fluire tutto alla testa, le mani gelide, la mente leggera in maniera sinistra. Non come se non avesse pensieri a vorticarle per la testa ma come se tutto fosse distante anni luce da lei, come se quello che le sta capitando adesso sotto gli occhi fosse impossibile e lontano ed irreale. Una mera illusione, qualcosa che no, non sta succedendo davvero a lei. Sente la gola chiusa, la nausea stringerle lo stomaco, non riesce a parlare: ascolta le parole della bambina, avverte dentro di sé la preoccupazione e l'ansia di Azrael mescolarsi alle proprie mentre con tutta se stessa cerca di aggrapparsi con le unghie e con i denti alla realtà dei fatti, alla gravità della situazione. Non è il momento per farsi prendere dal panico e per fortuna l'adrenalina che le scorre a fiumi nelle vene l'aiuta a rimanere lucida abbastanza da ricordare cosa fare. Le sue mani viaggiano quasi meccanicamente al petto a comporre il sigillo della tigre, il chakra verrebbe istintivamente guidato dal centro del suo petto fino all'altezza del viso per tentare d'andare ad incanalarlo verso le ramificazioni del keirakukei che arrivano agli occhi. Qui concentrerebbe una gran quantità di energia nei bulbi al fine di risvegliare il gene Hyuga sopito e dunque attivare il Byakugan. Non le serve il poter vedere ad immane distanze, tutto ciò di cui ha bisogno adesso è poter osservare attraverso il corpo della Yakushi. Oltre i vestiti, oltre i bendaggi, oltre la carne. Vede la clavicola spezzata, le costole rotte di netto. Stringe i denti mentre leggermente sbianca in viso al pensiero che quello che sta vedendo è il corpo della sua bambina. La bambina che non ha protetto, che ha lasciato partire da sola. Che ha lasciato quasi morire solo perché questo era quello che lei le aveva chiesto. Le labbra vengono strette in una linea sottile, le informazioni che Azrael le dà la portano a sollevare lo sguardo per fissarlo inespressiva per un lungo momento, una sola venatura di ira a sfumare i suoi lineamenti solitamente cordiali. Manda. I serpenti. Esattamente come Raido. Il pensiero le fa digrignare i denti, la rassicurazione che non ci sia veleno a circolarle in corpo le dà un lieve sollievo. < Chiudi gli occhi. La devo spogliare. > dice, semplicemente, alla volta del Dainin non riuscendo ora a parlare alla bambina. Dovrebbe rassicurarla. Dovrebbe dirle che va tutto bene, che adesso è al sicuro. Ma dentro di lei l'atavico terrore di essere stata vicina tanto così dal perdere anche lei ha il sopravvento e le impedisce di sentire alcun tipo di rassicurazione e conforto. Si sente adirata, preoccupata, nervosa. Vorrebbe gridare e arrabbiarsi e al tempo stesso sa che non ne avrebbe alcun diritto. Ingoia il rospo cercando di affrontare un problema per volta. Prima salva Kouki, poi si lascia macerare in quel subbuglio emotivo che le sta intrecciando i nervi uno ad uno in un unico fascio rigido e compatto. Le mani andrebbero rapidamente a slegare i bendaggi di fortuna, ad aprire il kimono ormai intriso di sangue per osservare la situazione. Dei fori causati da denti enormi ma sottili per le dimensioni considerate, scavano nella carne facendo fluire enormi quantità di sangue dalle ferite. Nessuna chiazza nera, nessuna ramificazione violacea sottopelle: Azrael ha ragione, niente veleno. Analizza, tasta e osserva le ferite, attenta a non pressare le fratture che il Byakugan le consentirebbe di vedere mentre dentro di sé andrebbe a concentrarsi sulla fonte di chakra che le brilla in corpo. La farebbe fluire verso l'alto, verso le spalle e poi da lì la farebbe discendere verso le braccia, i gomiti, i polsi ed infine le mani. A questo punto tenterebbe di andare a raccogliere da questo fiume ceruleo la sola componente fisica di tale energia per farla fluire dagli tsubo posti sui palmi ed avvolgere così le mani del benefico chakra medico. "Sì. Ha qualche osso rotto e ha perso molto sangue, ma stiamo intervenendo in tempo." risponderebbe alla preghiera mentale del Dainin senza scostare dal corpo della bambina il proprio sguardo. Andrebbe a portare le mani al di sopra dell'addome della chuunin, ad una decina di centimetri di distanza dalle ferite, così da permettere al chakra verdastro di scorrere dalle sue mani per finire esattamente all'interno dei fori sanguinanti. L'energia andrebbe a raggiungere le costole propagandosi dentro di lei con la sua forza curativa al fine di andare a riparare tessuti, vene e capillari tranciati e sanguinanti. Rigenererebbe muscoli, ossa e fibre offese riuscendo nel giro di pochi istanti a sistemare le costole rotte e riportarle alla loro forma originaria. Il dolore dovrebbe andare alleviandosi di molto lasciando solo la sensazione di pesantezza e indolenzimento dovuta alla ferita solo appena guarita. [ Byakugan IV ] [ Competenze curative B ] [ Mani terapeutiche A ] [ Chakra: 111/130 ] [ Ps: 70 + 10 = 80 ] Riesce ad avvertire lo stato d’animo di Az, è qualcosa di assolutamente nuovo per lei che può essere brava quanto vuole con la logica e a comprendere i sentimenti attraverso di essa, ma non è altrettanto brava a gestire i sentimenti veri e propri quando questi le vengono sbattuti in faccia. L’ansia, la preoccupazione e il panico, il senso di impotenza. In un primo momento se ne sente soffocare, diventano suoi per qualche attimo facendole provare il panico di non potercela fare, eppure nutre una fiducia cieca in Kaori e nelle sue abilità. Si è ritrovata in una situazione peggiore una volta, con le viscere che volevano fuggire dal suo addome, tenute in sede grazie al coprifronte che si era legata. <Tranquillo.> sussurra in quel flebile sibilo, spostando ora lo sguardo su sua madre. <La mamma mi rimetterà a posto.> è uno scherzo per lei, immagina che abbia curato ferite ben peggiori, anche se quel non riuscire a muoversi per via dei dolori troppo forti e acuti, le fa peggio pensare agli scenari clinici più gravi. Ma la giovane Yakushi è portata a pensare sempre al peggio, così da essere sempre pronta in qualche modo. Non aggiunge altro alle parole di colui che ormai considera come un padre, al quale si è legata nonostante si fosse ripromessa di non fare lo stesso errore con Raido. Le cose dette sono giuste, non c’è veleno e si trovava proprio là, lo osserva solo un attimo stupita delle sue conoscenze, ma non si poteva aspettare altro da un ninja del suo calibro. Si accentua invece quel sorriso, sentendosi orgogliosa di se stessa ricevendo i complimenti da Az, sentendosi piena di quel calore che le da un fittizio rimedio contro quel gelo che prova. <Ci ho messo tanto però… scusatemi.> non ha idea di cosa sia successo a Konoha o a Kusa in tutti questi giorni, se le cose siano cambiate. Chiude gli occhi e lascia che sua madre la visiti al meglio, non pretende nulla da loro, nessuna parola, si aspetta solo di essere ripresa in qualche modo per essersene andata così e avrebbero anche ragione in effetti. Nonostante sia la sua vita, nonostante abbia pensato che entrambi avessero cose più importanti alle quali pensare e non voleva gravarli ancora di più coi suoi problemi. Invece alla fine è quello che ha fatto. Lo nota dal modo di fare di sua madre, non la guarda, non le parla. Un silenzio indifferente che le procura un dolore profondo e che si affretta a nascondere all’interno della sua testa, sa che è arrabbiata, sarebbe anche giusto se fosse arrabbiata con la Yakushi e lo accetta. Chiude gli occhi e spera che anche suo padre faccia lo stesso, non che non si fidi, ma avere lo sguardo maschile sul suo corpo nudo, chiunque esso sia, non la fa sentire ancora molto sicura se si trova in condizioni di non potersi muovere, in situazioni di impotenza. Inutile parlare e ripetere le sue scuse, ora è tempo di guarire e essere guariti, solo dopo verranno i discorsi. Lascia sua madre agire e avverte quella sensazione del chakra medico sulla sua pelle, dentro di lei, immagina come esso vada a rigenerare tessuti e ossa, man mano il dolore si affievolisce lasciandole solo la sensazione di pesantezza e intorpidimento che le permette però di sorridere più sollevata. Vorrebbe abbracciarli, nulla è cambiato di quello che prova per loro, e i suoi obiettivi non porteranno altri danni a loro o a Konoha. Prima o poi però dovrà affrontare le conseguenze del suo viaggio a Oto, del suo non aver dato nessuna notizia, del suo gesto forse avventato e poco intelligente. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai cin veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro] È profondamente nervoso per quanto sta accadendo, al punto tale da non pensare al fatto che sia Kaori che Kouki possano percepire le sue emozioni. E, di contro, riesce ad intuire quelle di entrambe in un turbinio che fatica enormemente a decifrarli tutti. Nel momento in cui la Hyuga gli intima di chiudere gli occhi lo sguardo saetta in direzione della donna, quasi con rabbia. Si sentirebbe pronto a dirle che non gliene frega nulla di vederla priva di veli, che non c’è – naturalmente – alcun secondo fine, ma immediatamente lo colpisce la consapevolezza che quel desiderio è sciocco ed egoista, dati i trascorsi della bambina. Un uomo, seppur non lui, fu quello che le ha lasciato ferite più profonde e gravi di quelle che ha lasciato il serpente e di certo gli occhi di qualunque altro uomo non farebbero altro che riaprirle e farle sanguinare ancora. Gli occhi verrebbero dunque chiusi, il capo verrebbe persino spostato in modo tale che rialzando le palpebre non avrebbe il corpicino pallido della Yakushi, ma semplicemente il pavimento. Le dita si stringerebbero attorno al materasso su cui è poggiata Kouki, come in un tentativo di darle la forza necessaria. Non ricorda l’ultima volta in cui ha dovuto subire delle cure e, di conseguenza, non ricorda se faccia male. Quello a cui sente di dover rispondere immediatamente sono le ripetute scuse da parte della piccola. Non sa quel che pensa Kaori nei riguardi della di lei sparizione, ma da parte del Nara non c’è altro che comprensione. Egli stesso ha dovuto allontanarsi per anni per ritrovare se stesso, sentirsi bene e a posto, per poter proseguire la propria vita. Qualcuno sarà stato preoccupato, certo, ma ne aveva bisogno. Ne aveva dannatamente bisogno. Ed è lo stesso bisogno che sente nella Yakushi, proprio per questo pensa di poterla capire. Così, mantenendo gli occhi chiusi ed il capo basso, cercherebbe semplicemente di parlarle < Io non ce l’ho con te, non ho nulla da perdonarti. > Direbbe semplicemente, senza mettere in ballo Kaori in questa sua semplice dichiarazione, perché non ha alcun diritto di farlo < Ora pensa soltanto a star meglio… > Concluderebbe, quindi, stringendo tra loro le palpebre ed attendendo soltanto un loro segnale per poter finalmente riaprire gli occhi. [ Chakra ON ] Si sente stravolta nel profondo da un insieme di emozioni che le stanno lacerando il cuore. Si sente dilaniata da due prepotenti desideri che palpitano con la medesima forza nel suo petto ricercando soddisfazione: il bisogno di urlare e dirle quanto l'abbia fatta stare in pensiero per tutti quei mesi di assenza si contrappone al disperato desiderio di stringerla forte a sé e dirle quanto sia felice di averla di nuovo a casa, fra le sue braccia, finalmente al sicuro. Soffoca quelle sensazioni cercando di concentrarsi solo sul movimento del chakra nel proprio corpo che continua a venir fatto fluire all'altezza delle iridi per tenere attivo e stabile il Byakugan e verso le mani perché il chakra medico possa venir fatto fluire nelle ferite della bambina. Le costole sono state riparate, il sangue ha smesso di fluire dal suo addome e le ferite si sono ben presto rimarginate senza lasciare alcun tipo di segno visibile; le mani della Hyuga si spostano dunque verso la clavicola spezzata della bambina lasciando che l'energia verdina tipica delle arti mediche vada ad avvolgerla e rimarginarla. Al suo anulare sinistro brilla un anello nero sormontato da una pietra violacea che proprio poche sere prima Azrael le ha donato come pegno di una vita insieme, ma in questo particolare momento Kaori non presta la benché minima attenzione a quel ninnolo. Da quando l'ha ricevuto in dono si è ritrovata spesso a rimirare con fare sognante quel gioiello, ripensando alla magica serata in cui Azrael gliel'ha affidato, ripensando al significato intrinseco di quel gesto. Adesso, quasi par dimentica di tale regalo, totalmente assorta dall'operazione attualmente in atto per guarire la propria bambina. Azrael è ancora voltato con gli occhi ben chiusi ed alle scuse di Kouki si ritrova a reagire come un padre amorevole che sia solo felice che la figlia sia fortunatamente tornata a casa ancora viva. La cosa porta Kaori ad avvertire un moto silenzioso di rabbia: lei proprio non riesce ad essere soltanto felice che Kouki sia ancora viva. Se Azrael non avesse potuto raggiungerla, se non avesse potuto portarla immediatamente da lei, cosa sarebbe successo, invece? Sarebbe valsa la pena di affrontare questo viaggio se fosse morta? Con la mascella ancora serrata deglutisce cercando di scacciare dalla mente quella possibilità. Una possibilità che è stata vicino tanto così dall'avversarsi a giudicare dal sangue che ricopre le vesti di lei, la camicia di lui. Il chakra medico blocca anche quest'ultima fonte di sanguinamento andando a rigenerare cellule e tessuti feriti e lacerati: il sangue va riproducendosi rapidamente, l'osso si ripara e ritorna in sede allineandosi con l'altro pezzo distaccato ed eventuali muscoli circostanti tagliati vanno rigenerandosi e tornando sani e compatti. Anche quell'ultimo foro scompare in pochi istanti dalla loro vista e tutto sembra essere finalmente a posto, almeno nel suo corpo. La botta che ha subito alla schiena non ha lasciato lesioni evidenti da trattare, ma per diversi giorni le provocherà dolore e forse un po' di mal di testa. < Bene. Dovrebbe essere tutto a posto adesso. O hai dolore da qualche altra parte? > domanda la ragazza controllando col Byakugan il resto del suo corpo, andando a posare i lembi del kimono sul suo corpo così da coprirla e permettere al Nara di potersi finalmente voltare di nuovo. "Puoi girarti" gli comunicherebbe deglutendo, disattivando quindi il Byakugan se Kouki non le avesse comunicato di altre ferite da dover trattare. < Adesso posso sapere cosa è successo negli ultimi... cinque mesi? > domanderebbe se non avesse avuto altri sintomi da dover controllare fissando la bambina dritto in volto, il cuore a contrarsi dolorosamente nel petto mentre si rende conto che finalmente la sua bambina è tornata. < Hai idea di cosa abbiamo passato? Vado a Oto, non cercatemi, cerca di capire e poi sparisci per mesi senza nemmeno un messaggio? > esclama la Hyuga basita, spaventata, sentendo la bocca farsi improvvisamente acida ed un conato salirle dal basso per bloccarsi in fondo alla gola. Porta una mano alle labbra come per bloccare la via a qualcosa che non dovrebbe decisamente uscire e, senza fiato, corre nel piccolo bagno annesso alla camera per chinarsi sul lavandino. Ricaccia il groppone amaro e inspira a fondo reggendosi al lavabo con ambo le mani. Deglutisce bile e sente gli occhi lucidi per lo sforzo riuscendo solo a quel punto a respirare. Si sciacqua la bocca, la faccia, si prende un momento per cercare di tenere a bada l'ansia crescente. Ha perso sua madre. Ha quasi perso Harumi. Qualcuno vuole uccidere Azrael. Non può perdere anche Kouki. Solo a questo punto, un po' più calma, tornerebbe nella stanza con il viso ancora umido, le punte dei capelli bagnate e qualche goccia a macchiare il camice altresì appena chiazzato del sangue della bambina. < Se fossi partita semplicemente perché avevi bisogno di tempo per te stessa lo avrei capito. Io stessa ho dovuto fare questa scelta tempo fa. Ma non sei solo andata via per meditare o pensare o riflettere. Sei andata letteralmente in una tana di mostri, da sola, nel Villaggio dove probabilmente vive l'uomo che ha distrutto la tua vita... > riprende Kaori senza fiato, fissando ora la ragazzina con tutta la fragilità che fino a quel momento ha cercato di celare. < E se Azrael non avesse potuto venire a prenderti? Se non ti avesse trovata? Se non ti avesse portato immediatamente qui avresti potuto... > la Hyuga si ferma mordendosi il labbro inferiore, chiudendo gli occhi per allontanare quella possibilità dalla propria mente. Non può. Non può prenderla neppure in considerazione. Se solo avesse perso anche la sua bambina non ci sarebbe stata speranza per lei di non cadere una volta ancora in frantumi. [ Byakugan IV ] [ Competenze curative B ] [ Mani terapeutiche A ] [ Chakra: 108.5/130 ] [ Ps: 80 + 10 = 90 ] Lo sguardo dorato della giovane Yakushi viene spostato sul soffitto della stanza come se si dovesse concentrare su altro che non siano quelle cure e quei sentimenti così forti e profondi che tutti e tre stanno provando. Stesa su quel lettino, così impotente e incapace di muoversi, respirare o parlare senza provare dolore, la fa sentire impotente ed è una situazione che non tollera, che non ha mai tollerato. Non le resta che attendere, ascoltare le parole di Az e muovere appena la testa in segno di assenso. Cerca però di stare il più immobile possibile, non volendo in alcun modo interferire col lavoro di Kaori, impegnata nell’utilizzo del chakra medico in modo da aiutare le cellule lesionare alla autoguarigione. <Il dolore sta passando.> informa i genitori presenti sulle sue sensazioni, così da dare un feedback positivo al lavoro di Kaori e sia per tranquillizzarli entrambi nel caso ce ne sia bisogno. Il tono di voce che sembra star riacquistando la sua tranquillità, il sibilo soffuso trasportato dall’aere che le impone di chiudere gli occhi per qualche altro istante, come colta da un’improvvisa stanchezza. Riapre gli occhi quando sente la voce di sua madre porle quella precisa domanda alla quale la giovane Yakushi scuote appena la testa, se le fosse possibile, appena il kimono torna a coprirle il corpo, cercherebbe di alzarsi con cautela per mettersi seduta sul lettino, senza fare nessun altro tipo di movimento se non quello se le fosse permesso, se il dolore non fosse stato troppo intenso. Non può sapere cosa nel profondo entrambi possano provare, soprattutto sua madre che ha mantenuto quello stoico silenzio senza guardarla in viso, aspettandosi quindi qualcosa di più simile a una ramanzina piuttosto che ad altro. Infatti la domanda che le viene posta mira a quello oltre che a essere legittima. <Ricerche.> risponde in maniera fin troppo tranquilla nel tentativo di calmare la sua mamma, solo ricerche e non accenna nemmeno per un attimo al fatto che ha effettivamente incontrato Otsuki. Nulla verrà detto a tal proposito, almeno per il momento. <Ho fatto solo delle ricerche per trovare i Serpenti e la Tana di Manda.> ha avuto modo di vedere come sia il clan lì a Oto, il villaggio stesso, dopo tutto aveva in programma un viaggio proprio a Oto con Raido, per vedere il suo villaggio natale. Un viaggio mai fatto. <Non volevo continuare ad essere un peso, non volevo continuare a dipendere da altri, mi dispiace per come ti sei sentita, di averti fatta preoccupare.> la guarda in viso, ma la donna corre verso il lavabo come colta da un conato improvviso e pazientemente la ragazzina attende che ella ritorni da lei, senza metterle fretta, senza esternare la sua preoccupazione per averle causato un malore. Quando sua madre torna da lei, lo sguardo della ragazzina rimane riflesso in quello bianco della donna, l’espressione calma e tranquilla, contornata da un leggero senso di colpa ma forte della sua sicurezza nella scelta compiuta. <Ho sbagliato a non farmi più sentire, quello si. Ma è anche vero che se eravate così preoccupati, potevate raggiungermi senza problemi, giusto?> e qui lo sguardo va a calare lentamente su Az per sapere direttamente da lui se effettivamente tramite quei sigilli una cosa simile sarebbe potuta accadere. Non li sta accusando in alcun modo, ma in parte è anche per questa consapevolezza che non si è mai preoccupata di farli preoccupare troppo, perché sapeva che nel caso avrebbero potuta raggiungerla comunque. <Sarei potuta morire.> conclude la frase per la sua mamma, tornando a guardarla negli occhi, una nota dolce nello sguardo e nel sorriso che affiora sulle sue labbra. <Sono stata sconsiderata, ma ero sicura che voi avevate fin troppe cose da pensare qui a Konoha e che questa cosa… riguardasse solo me, e che dovevo sbrigarmela da sola. Mi sento in colpa e mi dispiace solo di non avervi scritto più.> ammette con tutta calma. <Ma non del viaggio che ho fatto, dovevo essere sicura di riuscire a cavarmela anche da sola e così è stato. Anche se ho bisogno di più potere, ancora di più, per arrivare dove desidero…> però crede di aver dato ampia dimostrazione delle sue abilità, avrebbe potuto morire ma non è successo, ci vuole anche una certa dose d fortuna, lo ammette. <Però sono davvero felice di rivedervi, e accetto la tua rabbia, è più che legittima.> anche la bambina si era sentita corrosa dalla rabbia e dalla paura quando Kaori era sparita, comprende quello stato e abbassa la testa osservando il pavimento. Non si sente legittimata a pretendere un abbraccio, una carezza o qualche bacio quindi rimane immobile come se stesse attendendo il suo giudizio. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai cin veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro] Tutto quel che il Nara può fare in uel momento è restarsene con gli occhi chiusi sperando che, quando potrà riaprirli, tutto si sarà risolto. Non è un probema per lui affidarsi a Kaori, lo è, però, affidarsi a qualcun alro, chiuque egli sia, perché da solo non ha le capacità per cavarsi fuori d’impaccio. Nel momento stesso in cui le cure terminano il messaggio mentale di Kaori lo porta a riaprire gli occhi per posarli sul lettino ospedaliero. Quel che nota da principio, però, è il malessere della Hyuga che pare avere un improvviso e viokento attacco di nausea. < Kaori! > Esclama, aggirando il letto come se fosse in missione e avesse bisogno di evitare un attacco potenzialmente mortale. Cercherebbe di di arrivarle alle spalle per cingerle i fianchi ed assicurarsi che sia tutto a posto < Ehi, siediti un po’… > Le direbbe in un premuroso sussurro, indicandole con la mancina la sedia che sarebbe spettata a lui in quanto passivo osservatore, anche accompagnandola qualora fosse necessario. A prescindere dalla risposta, comunque, la di lui attenzone verrebbe immediatamente calamitata dalla piccola Kouki e dal suo discorso a seguito di quella che è stata a tutti gli effetti una sfuriata. Che fosse necessaria o no non ha alcuna importanza, al momento. Il Dainin prende un profondo sospiro, percependo chiaramente quanto la situazione sia scomoda e tentando di essere il tramite utile a mettere pace tra due fronti opposti. < Tutto quel che ho sempre voluto, Kouki, è che tu ti fidassi di me. > Ormai ha imparato quale lingua è più utile parlare in presenza della Yakushi, la stessa che egli stesso ritiene più giusta e veritiera, sebbene sia difficile da imparare ed applicare: la logica. < Tu mi hai concesso di applicarti quei sigilli a patto che li usassi soltanto in caso di tua richiesta e tuo estremo bisogno. E se lo avessi fatto soltanto per sapere come stessi? > Una domanda piuttosto retorica, alla quale va rispondendosi immediatamente da solo < In futuro, dopo aver perso fiducia nella mia promessa, avresti potuto pensarci due volte prima di chiamarmi in caso di bisogno. Per la tua sicurezza avevo bisogno che tu ti fidassi. E di mantenere quella promessa. > Il tono di voce è piuttosto piatto e neutrale, atto a nascondere qualunque siano le proprie emoziooni del momento in favore di una voce razionale e fuori dal coro di una mamma ed una figlia che hanno troppi trascorsi per essere oggettive l’una con l’altra. < Ho dovuto mettere da parte il mio istinto di protezione in favore di una soluzione più logica e funzionale. > Conclude, infine, non volendosi giustificare, ma unicamente volendo spiegare le proprie ragioni. < Io comprendo il tuo bisogno, ma non c’è bisogno di affrontare irrazionalmente pericoli per dimostrare di essere forti. Conosco bene Oto, l’ho visitata molte e molte volte, ho persino visto la sede del tuo clan, conosciuto Kunimitsu. Conosco anche i serpenti e se non ho voluto aiutarti era proprio perché non mi stavi chiedendo direttamente una mano. Non credo che né io né tua madre necessitiamo di scuse per quanto riguarda il tuo viaggio o l’esserti fatta sentire poco, ma comprendi quanto sia stato difficile metterci da parte perché tu potessi fare la tua strada? Kaori non sapeva nemmeno dei sigilli che ti ho impresso, come avrebbe dovuto reagire alla tua assenza? > Una colpa tutta sua, di cui sa che dovrà rispondere, ma faceva tutto parte del patto fatto con la Yakushi, in un certo senso, quindi è assolutamente certo di aver fatto la scelta giusta e, adesso, sta soltanto a loro due arrivare alla conclusione che è stupido rivangare su quanto accaduto o che avrebbe potuto accadere. E in tutto ciò, lui si limiterebbe semplicemente ad avvicinarsi a Kouki per carezzarle lentamente i capelli scompigliati e a dirle poche e significative parole < Ero sicuro che saresti riuscita, ma sono ugualmente contento che tu sia tornata. > [ Chakra ON ]
Giocata del 13/12/2018 dalle 15:41 alle 19:36 nella chat "Ospedale [Konoha]"
Ricerche. Ha solo fatto delle ricerche, dice. Il tono della bimba è tranquillo, quasi casuale mentre spiega con semplicità cosa l'abbia spinta ad Oto. Il modo in cui minimizza quanto è appena successo porta quasi Kaori a sentirsi matta per quello che sta provando, per quel tumulto interiore dovuto all'aver visto ritornare la sua bambina ferita a quel modo, incapace di muoversi, di salvarsi. Sente la gola acida e non riesce a trattenere quel conato che le risale dallo stomaco, fuggendo rapidamente nel piccolo bagno per darsi una sciacquata e calmarsi. Azrael le si fa vicino, preoccupato, la invita a sedersi e Kaori avverte dentro la sua mente l'ansia del Nara come se fosse la propria. < Tranquillo, è solo un po' di nausea... > mormora un po' più calma, sedendosi comunque dove egli le ha indicato, cercando di respirare a fondo per evitare ulteriori risalite di bile alle labbra. In effetti è tutta la mattina che si sente prossima al rimettere, con lo stomaco sottosopra e quella orribile sensazione di avere qualcosa che le pizzica lungo la gola. Non era riuscita nemmeno a mangiare, l'odore del caffè che riempiva il corridoio con il piccolo bar le aveva fatto rivoltare lo stomaco il che era strano visto che l'aroma della caffeina l'è sempre piaciuto. Questa riflessione la porta a irrigidirsi di colpo e guardare Azrael per un istante soltanto con una specie di panico che la fa boccheggiare per un secondo prima di scuotere il capo. < Avrò mangiato qualcosa che non mi ha fatto bene. > aggiunge poco dopo cercando di darsi la spiegazione migliore per il momento. Torna comunque a portare la propria attenzione su Kouki ascoltando il resto del suo discorso e ritrovandosi a dare in un verso amaramente sarcastico. < Cercarti...? > domanda Kaori con espressione ferita. < Come? Dove? Sapevo solo che fossi andata ad Oto, ma non sapevo dove né perché. Avrei potuto chiedere agli Yakushi che vivono lì, ma tu volevi che loro sapessero della tua presenza o eri lì di nascosto? Non lo sapevo. Se avessi chiesto di te la voce sarebbe arrivata ad Otsuki? Non l'ho mai visto, magari avrei anche potuto trovarmelo davanti... > scuote appena il capo umettandosi le labbra lentamente, mordendosi l'inferiore con fare titubante. < E poi non potevo lasciare Konoha. Sono successe... molte cose da quando sei andata via. > mormora abbassando lo sguardo e liberando un mezzo sospiro, non volendo far pesare sulla bambina fin da ora le situazioni scatenatesi alla Foglia in quei mesi. Kouki continua a parlare, a spiegarsi, andando a spiegare quanto bisogno abbia del potere e di quanto non le basti, minimamente. La donna la guarda negli occhi sentendo riverberarsi nella mente tutti i racconti che nel tempo ha sentito, da parte di Mekura, Hitomu e forse anche Azrael su come la ricerca costante del potere sia stata la rovina di Kurako. Di come Azrael si senta gravato ogni giorno dal peso dei poteri che ha ottenuto nel tempo, quali il sigillo che ha impresso sul petto. Non vorrebbe mai la stessa cosa per la propria bambina, ma potrebbe mai fermarla? < A che ti serve? > domanda perciò, alla fine, espirando sconfitta. < Tutto questo potere che cerchi, che vuoi così disperatamente, che non basta.. a cosa serve? Cos'è che desideri? > le chiede con la voce intrisa di profonda preoccupazione, la sua mente a scontrarsi con il cuore in una lotta senza vincitori né vinti. Vorrebbe tenere la sua bambina al sicuro, in qualità di madre. Ma capisce che l'altra è una ninja e che correrà sempre dei rischi, come kunoichi. La cosa la dilania dal profondo, portandola alla fine a capitolare. < Non sei mai stata un peso e non capisco in che senso senti di dipendere da altri. Non è il potere che cambierà questa cosa: non dipendi dalla forza di nessuno, non è mai successo mi sembra... > si ferma scuotendo il capo e passandosi la lingua fra le labbra secche, una mano fra i capelli per ravviarli mentre il cuore le batte forte nel petto. < Senti... io non sono contraria al fatto che tu abbia sentito di voler fare questo viaggio. Anche se sono tua madre so che ci sono cose sulle quali non posso decidere per te per quanto possa essere contraria o preoccupata al riguardo. > spiega la donna alzandosi e avvicinandosi così al letto dove la bambina siede finalmente guarita. < Ma vederti tornare in queste condizioni mi ha spaventato a morte. Eri in una tana di serpenti, incapace di muoverti e hai perso molto sangue: se Azrael non fosse accorso non saresti uscita da lì *da sola*. Non avrei mai neppure saputo cosa ti era successo. E la cosa mi ha mandato nel panico. > tutta la paura, l'angoscia provata, traspaiono chiaramente dalle sue iridi perlacee mentre andrebbe a cercare la sua mano per tenerla nella propria. < Non sono-- arrabbiata. Ma vorrei che la prossima volta che decidi di partire per una missione del genere ci avvisassi dei rischi che stai per correre. Va bene? > le domanda, alla fine, sospirando quasi arrendevole, prima di lasciar modo ad Azrael di dire la propria e limitarsi a guardarlo con espressione neutra. Le dà fastidio l'idea che per tutto quel tempo Azrael avesse avuto quelle connessioni con lei senza che ne avesse la più pallida idea: sapeva quanto fosse preoccupata per Kouki eppure non gliel'ha detto. Pensava che non avrebbe avuto segreti proprio con lei. Soprattutto quando riguardavano la bambina che considera una figlia. Ma non dice nulla, limitandosi ad ascoltare in silenzio. Non è il momento per discutere, questo. Adesso è tempo di guarire e riprendersi. [ Chakra: on ] Ascolta con calma le parole di suo padre Az, la logica che lui usa lei l’apprezza, è il principio sulla quale la ragazzina ha sempre basato le sue azioni e i suoi pensieri, anche se per altri potevano sembrare irrazionali, per lei non lo erano. Molte volte la logica le sfugge, in particolar modo da quando ha contratto quell’infezione che non le permette di contenere i sentimenti e la rabbia ma non dipende da lei, ma dalla malattia. Rimane nel più assolto silenzio ascoltando quello che entrambi hanno da dire, senza interromperli e lasciandosi il pregio di un lungo silenzio per poter cercare di comprendere appieno tutto quello che i due adulti, i due genitori, stanno esprimendo a lei. Nota la preoccupazione, l’ansia, quella profonda paura negli occhi di sua madre e sente un moto allo stomaco che si lega indissolubilmente a quanto ha fatto ad Oto. Accettando infine l’aiuto di Otsuki, stando con gli Yakushi di Oto, con lui, considerandolo come un maestro e questo va in contrasto di colpo con quanto sta provando ora davanti agli occhi di una madre spaventata per lei. Ha maturato nel tempo la consapevolezza che, cosciente o non cosciente, alla fine arriva a volere la morte di Otsuki per perseguire i propri obiettivi, come mero strumento. Forse è proprio vero che alla fine una persona in un modo o nell’altro arriva a fare o a essere quello per cui è destinato. Stringe istintivamente le mani di sua madre quando Kaori le prende la sua, gli occhi della ragazzina sono fissi in quelli della donna e le labbra permettono alla voce di sibilare quello che più desidera. <Desidero superare Orochimaru. Non mi basta raggiungere lui o Kunimitsu, voglio essere più forte. Voglio dare un senso al mio Clan, che al momento si trova sotto una guida che io non ritengo efficace. Voglio essere qualcuno.> sospira abbassando lo sguardo. <Otsuki può insegnarmi tante cose ancora, potrebbe e vorrebbe farlo, e io vorrei usarlo per arrivare dove voglio io per il momento. E’ tanto sbagliato?> si è resa conto che collaborare con lui non le basta, in un modo o nell’altro quell’uomo non potrà averla alla fine. <Mi dispiace mamma, non ho tenuto conto di quello che avresti potuto provare, e mi dispiace veramente.> torna a guardarla ora senza lasciare la sua presa, in un sospiro dispiaciuto, anche se in fondo c’è molto altro. <Non volevo accusarvi di qualcosa, forse mi sono espressa male.> e solleva lo sguardo per rivolgersi a suo padre, non voleva sentire giustificazioni da parte di Az, non crede di averne bisogno perché non si è sentita offesa in alcun modo. <Infatti ti sono grata per non averli usati, per aver rispettato il patto. Mi spiace, non era assolutamente quello che intendevo dire.> scuote appena la testa cercando di mantenersi seduta posando le mani sul lettino. Pensava che sua madre sapesse dei sigilli in realtà, e quindi si è sentita un po’ più libera di non avvisare forse, o forse semplicemente perché non è ancora pratica dei rapporti sociali quindi figuriamoci dei rapporti che dovrebbero esserci in una famiglia. E’ abituata a fare in un determinato modo, ha capito che bisogna solamente avvisare quando ci si allontana e quindi credeva di aver fatto bene e aver svolto la sua parte, dimenticandosi che forse sarebbe stato anche meglio farsi sentire ogni tanto. E’ stata una sua mancanza, senz’ombra di dubbio. <Devo ancora imparare molto, non credevo fosse così importante farmi sentire, pensavo vi bastasse sapere dove fossi e perché.> ancora deve imparare per bene che non è da sola e che non può pensare solo a se stessa. <Quindi si, comprendo che sia stato molto difficile, forse non riesco a capirlo del tutto e me ne dispiace… forse è qualcosa che capirò quando sarò più grande e avrò dei figli.> è l’unica cosa logica che le viene in mente, perché ora le riesce molto facile comprendere la sua parte da figlia, e nonostante riesca ad immaginare che per loro sia stato difficile mettersi da parte, vivere con la paura di non stare facendo la cosa giusta, di perderla, porsi tutte quelle domande logiche e giuste su una sua probabile morte… riesce solo a scalfirne la superficie, ma non ha immedesimarsi come vorrebbe. Però capisce, si. <Hai detto che sono successo molte cose a Konoha… se io vi avessi chiesto di seguirmi a Oto, nel mentre qui sarebbe stato un disastro allora. E’ per questo che sono andata da sola, per questo vi ho scritto che avete già molte altre cose a cui badare oltre a me e ai miei problemi.> Kusa nemmeno la considera più casa sua, solo una meta dove andare a lavorare ormai, si sente legata a quel villaggio solo grazie al Clan lì presente e… anche per un altro motivo a dir la verità, che porta i capelli rossi. Scuote appena la testa lasciandosi sfuggire un piccolo sorriso smaliziato sulle labbra. Accogliendo i complimenti di Az e la sua carezza. <La prossima volta si, ti avviserò su tutto. E con diversi messaggi, non solo uno prima di partire.> annuisce rilassando il viso, a questo punto si domanda se tale suo mancamento sia pesato anche al Rasetsu, dovrà cercarlo per assicurarsene. <Cos’è successo a Konoha, comunque?> si sa che la ragazzina ha bisogno di sentirsi informata su ogni cosa che la circonda, per sapersi muovere e capire come agire in determinate circostanze. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai cin veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro] Fortunatamente la preoccupazione avuta per la Hyuga rientra subito quando lei, semplicemente, si siede ed ammette di avere… nausee? Lo sguardo del Nara si punta dritto su di lei come se fosse particolarmente allarmato per un pensiero balenato in mente al pari di un lampo in un cielo che promette tempesta. Ha mangiato solo qualcosa di sbagliato. Ha solo mangiato qualcosa di sbagliato. Non c’è alcun motivo per cui dovrebbe preoccuparsi. Insomma… Kaori è un medico. Uno dei migliori che la Foglia possa attualmente vantare, lo saprà se sta solo avendo qualche piccolo sintomo di indigestione… no? Scegliendo saggiamehte che quel dubbio che gli si è balenato in testa sia solo la preoccupazione di un uomo che è stato da sempre turbato dall’eventualità che qualcuna potesse ingabbiarlo con una gravidanza indesiderata, resta silente ed attento ad ascoltare il resto della conversazione. Non sa bene come comportarsi in quella circostanza. Sembrano una famigliola felice, ma quanto Azrael ne fa effettivamente parte? conosce Kouki da troppo poco tempo e non sta reagendo come un padre apprensivo, ma più come un amico e confidente. La motivazione, probabilmente, è da cercare nel fatto che non ha un vero e proprio posto in quel quadretto, nell’amore tra madre e figlia. La Yakushi gli aveva parlato delle sue mire di potere, del suo legame con Orochimaru e il Nara non ha mai saputo effettivamente che cosa risponderle in merito. Non pensa che la ricerca del potere sia errata, egli stesso ne è stato vittima e ha visto tanti dei suoi conoscenti soccombere in nome di questa folle ambizione, ma la comprende. Ed è quasi certo che Kaori non approva. È quasi certo che la ragazza è di principi troppo sani e giusti per poter effettivamente comprendere quanto una persona possa sentirsi sporca dentro, a punto tale da volersi riempire di parole come potere, potenza, gloria e fama a volte, al punto tale da volersi annullare per perseguire un unico scopo. È anche per questo che la ama, è anche per questo che sa di aver fatto la scelta giusta a designarla come compagna di vita. < Konoha può sopravvivere con una copia contenente anche solo un decimo delle energie di cui dispongo. > Decide di intervenire, infine, anche se con tutta la tracotanza che lo contraddistingue da sempre. < Se è della sicurezza della mia famiglia ciò di cui stiamo parlando, Konoha può farsi bastare una mia copia. Per quel che mi riguarda ci sono cose più importanti. > E bravo il nostro Dainin e Consigliere della Foglia. Per quanto siano parole che, in teoria, non dovrebbe dire, quantomeno sa di essere sincero sempre e comunque. Vuole lasciare a Kaori l’onere di dire alla sua bambina cosa sia giusto o sbagliato, vuole che sia lei a darle insegnamenti e dritte riguardanti quel che pensa del suo viaggio ad Oto, di quel che ha fatto e farà ancora per perseguire i di lei scopi perché, segretamente, lui sente di essere d’accordo, almeno in parte. “Ricorda che è nella natura dei serpenti ammaliare la preda prima di saltarle addosso. Non essere troppo dura con lei.” Questi gli unici pensieri che sceglie di rivolgere unicamente alla Hyuga, per far in modo che lei possa riflettere attentamente prima di dirle che è assolutamente errato accostarsi ad Otsuki. E il Nara si dà unicamente il compito di fare la crnaca degli eventi accaduti a Konoha in recenti tempi, senza sembrare troppo catastrofico. < Un culto di pazzi adoratori della dea della Luna minaccia di morte tutti gli abitanti infedeli di Konoha. E me, in particolar modo. Ma nulla di preoccupante, insomma, Konoha ha resistito a non so quante crisi della volpe a nove code in preda all’isteria, certamente un manipoli di folli mascherati non ci darà particolare filo da torcere. > Sorride affabile alla volta della bambina, salvo poi spostare il proprio sguardo su Kaori. < C’è altro che Kouki dovrebbe sapere e che vuoi dirle tu? > Mormora, scaricando su di lei la responsabilità di dare una spiegazione per l’anello che porta al dito, insomma, è una cosa che spetta alla mamma, no? [ Chakra ON ] Le parole della bambina portano Kaori a sgranare gli occhi e fissarla adesso sbalordita. Aveva appena ritrovato uno stato di calma superficiale nell'accettare che, in ogni caso, Kouki era finalmente tornata a casa e che sarebbe stata bene. Adesso però si ritrova a fare i conti con qualcosa che le mette i brividi e che le fa venire la pelle d'oca lungo le braccia, sulla nuca. < Aspetta. > dice fissandola ad occhi sgranati, le labbra schiuse per via dello shock palesemente visibile sul suo volto. La voce di Azrael le arriva alla mente leggera, dolce, mentre cerca di evitare una possibile lite, ma Kaori non riesce davvero a concepire qualcosa come la leggerezza quando l'incolumità di Kouki è in gioco. < Vuoi rimanere in contatto con quel mostro?! > esclama Kaori come se la sola idea fosse assurda ed impossibile, come se dovesse palesemente trattarsi di uno scherzo che però non è assolutamente capace di comprendere. < Dopo tutto quello che ti ha fatto? Dopo i traumi che ti ha causato? Dopo le ferite, le punizioni, l'umiliazione! Hai davvero intenzione di > le mani si alzano a formare delle virgolette invisibili con una veemenza tale da far apparire le sue dita più come degli artigli che come delle semplici falangi. < *usarlo* > e la parola verrebbe quasi ringhiata fra i denti < per farti insegnare chissà cosa? > Nei suoi occhi è evidente lo smarrimento, l'orrore che quel discorso le ha fatto montare dentro. "Ma lei non è un serpente! E' una bambina!" risponde mentalmente ad Azrael con una veemenza tale da privarla improvvisamente di ogni energia. Perché solo a lei quella situazione mette i brividi? Perché sembrano tutti così tranquilli attorno a sé mentre a lei il mondo sta sgretolandosi sotto i piedi? Kouki torna a parlare con Azrael, lo rassicura, si scusa per l'ennesima volta, ma tutto sembra essere ovattato e distante attorno alla Hyuga. Si rende conto di quanto lei e la bambina si trovino su binari diversi. Raido l'ha introdotta al mondo insegnandole che il suo obiettivo andava bene. Assecondando quello che lei desiderasse senza premurarsi di capire come e perché o quali rischi questo avrebbe comportato per lei. Adesso Kouki è troppo cresciuta per poter cambiare idea, quei pensieri sono tanto radicati nel suo cuore che non basterebbe la ramanzina più logica del mondo a cambiare le cose. Vuole essere famosa. Vuole essere qualcuno. Forse perché dentro di sé sente di non essere nessuno per via del suo passato, forse perché vorrebbe solo trovare il suo posto. E Kaori non ha alcun diritto di intervenire nelle sue scelte. La chiama madre, la considera sua figlia, ma non potrà mai decidere davvero cosa sia meglio per lei oppure no, semplicemente perché Kouki non è una bambina come tante. Non ha potuto crescerla, non ha potuto insegnarle nulla del mondo e adesso è troppo tardi per educarla come vorrebbe perché nella sua mente, Kouki è già cresciuta. Si sente girare la testa, si sente stanca di doversi occupare di tutti, di amare figli sui quali non ha diritto e per i quali può solo preoccuparsi quando giocano troppo col fuoco. Fa male. Ama Kouki e Harumi come se fossero davvero sue, eppure se anche dovesse dir loro di non fare qualcosa, cosa vieterebbe loro di farla comunque se è ciò in cui credono? Si avvicina alla finestra aprendo di poco un'anta per permettere a dell'aria fresca di circolare nella stanza, sentendo ancora la gola chiusa e la nausea farsi intensa. Non sa cosa fare. Si sente smarrita. Si sente travolta da troppe responsabilità, troppe preoccupazioni, troppi sentimenti. Sente che se non fosse per la presenza di Azrael al suo fianco, probabilmente le sue gambe avrebbero già ceduto, la sua mente si sarebbe semplicemente spenta in un sovraccarico sensoriale che il suo corpo non sarebbe stato capace di gestire. Lascia che sia lui a parlare adesso, si appoggia al davanzale con le mani poggiate ai propri fianchi e presenzia alla conversazione in uno stato di semi assenza ritrovandosi meccanicamente ad aggiungere, al termine del discorso di Azrael, ma prima del suo invito, un piccolo dettaglio che l'altro non aveva voluto condividere, forse nel rispetto della privacy della donna. < E hanno con loro mia madre. Non è stata propriamente rapita, ci è andata di sua iniziativa. Ma è stata sicuramente imbrogliata, perciò non è al sicuro lì. Sempre ammettendo che sia ancora viva. > spiega quasi con fare atono, prima di ascoltare quell'ultimo dire di Azrael e cogliere quella specie di sottinteso nel suo mormorio che la porta ad abbassare lo sguardo sulla propria mancina, l'anello nero con la pietra violacea a scintillare sotto i raggi del sole che filtrano dai vetri alle sue spalle. < E... ci sposiamo. > aggiunge rialzando il viso e la mancina assieme, il dorso rivolto verso di loro per mostrare il gioiello al suo dito. Avrebbe voluto condividere quella notizia con più gioia, risate e sorrisi, ma non riesce in alcun modo a distogliere la mente dal pensiero di una possibile vicinanza fra Kouki e Otsuki. Il pensiero la tormenta impedendole di pensare lucidamente a qualunque altra cosa. [ Chakra: on ] Sorride alle parole del Nara, su quanto suo padre sia sicuro della propria forza e di come la famiglia, per lui, vada messa in primo piano. Inutile nascondere che è felice nel comprendere che la ragazzina stessa fa parte di quella famiglia, un qualcosa che ha da sempre cercato da quando Raido glie ne ha dato un assaggio. Ma la giovane Yakushi ha sempre fatto tutto in funzione dei suoi obiettivi finali, in funzione di un piano pensato con Otsuki, questo è quello del quale è convinta, qualcosa che però non la distoglie dall’affetto che prova per Kaori e Az, e che non la porta a rompere la promessa fatta al Nata riguardo a Konoha. Ormai la sua scelta l’ha presa, è successo e ha vinto in un certo senso, i serpenti sono suoi anche se sa benissimo che non può e nemmeno deve considerarli tali. Non sente di avere con essi nemmeno un rapporto di compagni, benchè meno amici… sono più legati da un contratto in cui si scambiano favori a vicenda, ecco. <Mostro?> abbassa il viso sembra sinceramente sorpresa da quell’affermazione, andando a fissare coi suoi occhi gialli e dorati le varie cicatrici che presenta sulle braccia leggermente scoperte dalle maniche del kimono, appare come assorta in qualche profondo pensiero come se cercasse dentro di sé qualche risposta che al momento le sfuggono. Di punizioni, umiliazioni e ferite non ha ricordo, anche se la sensazione più profonda di essere vista nuda da qualche maschio prima era emersa con prepotenza per poi tornare a quietarsi come se nulla fosse successo. Non sa cosa provi in quel momento sua madre, non sa cosa le da più fastidio, cosa la preoccupi maggiormente, la osserva mentre si allontana per andare alla finestra, prendere aria come se stesse per soffocare e sgretolarsi sotto al peso di troppe cose. <Cos’è che ti sta facendo tanto soffrire, mamma? Fammi capire, aiutami a capire cos’è che ti fa sentire tanto a disagio. Cosa desideri veramente? Di cosa hai bisogno per essere tranquilla e felice?> pone quelle domande con un’estrema delicatezza quasi inusuale per lei, c’è qualcosa che non riesce a capire e vorrebbe invece conoscere, qualcosa in Kaori che le sfugge veloce come un alito di vento e la ragazzina vorrebbe proprio agguantarlo. Perché deve cercare di capire come si deve comportare per evitare di mandare tutto a rotoli, per evitare che le persone intorno a lei si sgretolino come cenere. Quelle parole successive sullo stato attuale di Konoha le danno un attimo da pensare, sa che Az è forte ma non sa quanto lo siano questi del culto, al momento è più preoccupata per la madre di Kaori che, ingannata, ha seguito il nemico. Sono di certo molte, troppe, sensazioni tutte insieme per chiunque, per sua madre in particolare. <Posso fare qualcosa per aiutarvi?> ritrovare la madre di Kaori ora le sembra la cosa più importante per cercare di portare un minimo di serenità nella donna, eppure l’ultima notizia, data con così tanta poca importanza, fa rimanere di stucco la ragazzina. <Oh.> osserva l’anello e il viso si rilassa in un’espressione stupita mentre le mani si stringono appena sul tessuto dei pantaloni. Lo sguardo si alterna tra i due ma tuttavia è felice per loro e un caldo sorriso lo va ad affermare. <Sono contenta. Vuol dire che state andando avanti ed è un bene. E’ un’ottima notizia.> anche Raido e Kaori si dovevano sposare, lei avrebbe dovuto indossare un abito femminile, non se ne sentiva all’altezza ma Raido l’aveva convinta. Di colpo viene travolta da tristezza e rabbia indefiniti, il terrore che tutto potrebbe finire nuovamente come già accaduto in precedenza. Ma la ragazzina non ha una reale voce in capitolo. <Spero con tutto il cuore che possa andare bene, e che nessuno soffra ancora per amore.> non vuole dubitare di Az, ma la paura che anche lui possa far soffrire Kaori per un attimo le balena nella testa, così come era arrivata, se ne va, lasciandole solo la lieta notizia e una felicità per l’evento. <Vi meritate di stare insieme.> hanno bisogno l’uno dell’altra, ha visto come Az è riuscito a tirar fuori sua madre del nero pozzo, può stare tranquilla. Ma come al solito teme di perdere il suo posto in quella famiglia, timore che fa ben attenzione a nascondere. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai cin veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro] Lo sa che è difficile. Lo sa che è terrificante. Lo sa che è sbagliato. Sa che Kouki non dovrebbe mai e poi mai avere contatti con Otsuki. Al contempo, però, sa che non dovrebbe e non potrebbe fermarla. < Se era tuo scopo raggiungere i serpenti tramite lui, beh, ci sei riuscita. Hai ammaliato la tua preda, ma non gli sei ancora saltata alla gola. Ricordi quel che dovevo insegnarti, giusto? > Le aveva promesso che le avrebbe insegnato a torturare, che le avrebbe insegnato come nutrire il suo lato più ferale, crudele e sanguinario. È per questo che è così tranquillo, perché è assolutamente certo che la vita di quell’uomo non durerà ancora molto. Dopo aver rivolto queste poche e brevi parole alla ragazza vede Kaori sgretolarsi, allontanarsi come per scappare e il suo istinto non può altro che seguirla col corpo, giungerle alle spalle per sostenerla. Teterebbe di poggiarle le mani sui fianchi, come a volerle impedire di cadere al suolo da un momento all’altro. < Kaori. > La richiamerebbe, richiamerebbe la di lei attenzioe con voce ferma e sicura, dedicandole per qualche istante tutte le attenzioni che merita. < E’ qui. È con noi, non con lui. > Le mormorerebbe all’orecchio, rendendo più salda la presa sui di lei fianchi, qualora gliel’avesse concessa. < Non l’hai ancora neanche abbracciata. > Le ricorderebbe, nella maniera più dolce e pacata che conosce. non vuole dirle cosa fare, ma semplicemente farle notare come richiamarla all’ordine in un momento come questo è la cosa più sbagliata da fare. Ora la lascerebbe andare per tornare sul letto, tendendole la mano per accompagnarla , se lei volesse. Giunto nuovamente accanto al corpicino allettato di Kouki, sospirerebbe piano, profondamente. < Se leggi il giornale di Konoha potrai vedere e leggere di alcuni uomini in mantello nero e maschera bianca a mezzaluna. Quel che puoi fare è ucciderli a vista, semplice. > E’ piuttosto sicuro che questo concetto le sarà particolarmente familiare. È una cosa piuttosto semplice da dire, tanto quanto è difficile proseguire il discorso e giungere all’argomento riguardante il matrimonio. La mano, qualora la Hyuga volesse stringerla, si serrerebbe maggiormente per rinsaldare una presa di cui entrambi hanno profondamente bisogno. < Senti… io so che è una situazione strana. So che io non sono… lui. > No, neanche una singola cellula di Azrael Nara è paragonabile a quel che fu Raido. La considererebbe un’offesa personale. < Ma io amo Kaori e—voglio renderla felice. E tengo a te quanto tengo ai miei figli, per quel che mi riguarda sei una di loro. Non vi farò mai del male. E anche se era ovvio… sarei estremamente contento se tu venissi alla cerimonia, in prima fila o anche portandoci le fedi, qualora Kaori fosse d’accordo. Tanto—abbiamo un po’ di cose da risolvere prima di organizzare tutto, sai, culti da sterminare, perso e da recuperare, Villaggi da salvare. > Cercherebbe di sdrammatizzare la situazione, sono tutte persone che hanno sofferto molto e che stanno cercando la via migliore per uscirne. [ Chakra ON ] Vorrebbe scappare. Vorrebbe andare via, sottrarsi a quel momento. Non vuole stare lì. Non vuole affrontare quella conversazione. Non sa cosa fare, cosa dire. Perché improvvisamente sembra che Kouki non abbia alcun problema a parlare di quell'uomo, quando fino all'ultima volta che avevano parlato ne sembrava terrorizzata? Perché improvvisamente le sembra la cosa più naturale del mondo farsi insegnare da lui? Perché nessuno sembra capire la paura e la rabbia di Kaori? Perché nessuno sembra agitato quanto lei? Addirittura Kouki non comprende perché Kaori lo abbia definito "mostro" mentre Azrael è lì a parlare un linguaggio tutto loro che sa di sangue e complicità. La ragazza arretra di un paio di passi, sgomenta. < Cosa... > un sussurro flebile, quasi inudibile, mentre lo sguardo perso osserva Kouki come se non la riconoscesse. < Che diavolo è successo...? > domanda basita, confusa, la stanza a girarle attorno. Le domande della bambina la colpiscono come una sequela di schiaffi portandola a chiedersi lei stessa cosa la sta preoccupando fino a quel punto. Cosa non le permette di gioire genuinamente del ritorno della Yakushi a casa. < Sapere che non rischierai più di farti del male. Capire perché adesso l'idea di collaborare con quello schifoso non ti spaventa come l'ultima volta che ne abbiamo parlato. > rivela lei stringendo le labbra, confusa, stanca, andando a cercar rifugio accanto alla finestra, dove un po' d'aria fresca sembra darle un vago sollievo, almeno a livello fisico. E mentre tenta questa fuga, Azrael le viene in soccorso cercando di stringerla a sé non tanto per cercare nel suo abbraccio calore o affetto ma per darle sostegno e stabilità. Come un'ancora la tiene aggrappata alla terra ferma impedendole di sprofondare, cercando di farle vedere ciò che al momento dovrebbe contare più di ogni altra cosa. La ragazza non riesce a capire come per lui possa comunque sembrare tutto normale, come possa non vedere che è tutto sbagliato, ma non ce la fa a ribattere ancora. Si abbandona a quel contatto come una bambina compita e seguirebbe il suo moto verso il letto per avvicinarsi alla Yakushi con la mano molle e priva di forza in quella del Dainin. Dovrebbe abbracciarla, già. Dovrebbe rassicurarla. Su cosa, esattamente, non lo sa. Fra le due sembra l'unica a non avere minimamente traccia di ansia o paura, ma comunque lo fa. La stringerebbe a sé lasciando andare la presa sulla mano di Azrael cercando di ritrovare in quel gesto qualcosa che era solo loro, qualcosa che le aveva unite, qualcosa che in quei mesi non fosse cambiato. Cerca di ritrovare in quella stretta la certezza di averla ancora con sé di non averla perduta. Cerca di recuperare quello che può della sua bambina mentre sente dentro di sé addensarsi mille timori senza nome prima di sciogliere quell'abbraccio -se Kouki l'avesse concesso- e tornare con le braccia mollemente morte lungo i fianchi, la mano del Nara a ricercare la sua. Cercherebbe di trarre forza da quel contatto, da quella stretta, tentando di non venir travolta dalle correnti che la stanno investendo in questo momento, stringendo le dita attorno alle sue per cercare equilibrio mentre Kouki fa loro le congratulazioni per la bella notizia. La bizzarra scelta di parole tramite la quale la bambina fa loro le sue felicitazioni porta la Consigliera a ridere internamente di una risata amara: se solo la bambina sapesse che Azrael sta attualmente combattendo contro il fantasma della donna che per lungo tempo ha amato... ma queste sono cose che probabilmente è meglio non portare a galla. < In ogni caso il matrimonio in sé è solo una celebrazione. Alla fine non aggiunge nulla a quello che proviamo già, per cui ci basterà soltanto... continuare così, suppongo. > sorride senza il calore che è solito contraddistinguerla, ascoltando poi quanto è lo stesso Azrael a voler aggiungere. < In realtà pensavo che le fedi potesse portarle Ken. > interviene la donna dopo poco guardando il ragazzo. < Pensavo di chiedere a Kouki di farmi da damigella, se... le va. > aggiunge quindi voltandosi verso la bambina, un rado velo di tensione ad aleggiare ancora nella stanza mentre si ritrova poi a scrollare le spalle ed umettarsi le labbra. < In ogni caso c'è ancora tanto tempo prima di pensarci. Prima dobbiamo metterci sulle tracce di Frollo e fermarlo. > continua come per voler rassicurare la bambina che ad ogni modo ci sarebbe stato tutto il tempo del mondo per pensare a quell'evento e abituarsi a quell'idea. [ Chakra: on ] Annuisce perché ricorda perfettamente quello che suo padre doveva insegnarle, quello è rimasto ancora ben impresso nella sua memoria, ha ancora un margine entro il quale riesce a pensare ed agire, nonostante sia diversa e non più la solita Kouki, tuttavia qualcosa è rimasto immutato. <Si, mi ricordo. Sei ancora disposto a farlo?> se ne vuole assicurare perché con quanto è successo non può più dare nulla per scontato, non sa se le carte in tavola sono cambiate e se si quanto. Lascia che Az raggiunga sua madre, le parli, l’abbracci, ora hanno bisogno l’una dell’altro, hanno sempre avuto bisogno del supporto di entrambi per superare le avversità, per questo tutto sommato confida che il matrimonio non sarà mandato a monte come fece Raido. Abbassa il viso ad osservare ancora le proprie mani, strette alla stoffa dei pantaloni e in quel momento in cui è sola, seduta sul lettino, si sente più piccola e sola che mai. Non ne comprende il motivo e senza rendersene conto fa ondeggiare un poco le gambe al di la del bordo del letto, muovendo i piedi avanti e indietro. Regola la respirazione rendendola più profonda e lo sguardo si allontana perdendosi in qualche cosa che può essere solo suo. Un mondo nel quale si era rifugiata per tanti anni forse, o semplicemente pensieri. Dal punto di vista della ragazzina al momento è la sua mamma quella strana, quella diversa, mentre lei non riesce a capirne il motivo. È tornata, si è scusata, ha riconosciuto il suo effettivo errore, eppure c’è qualcosa che non riesce a comprendere e a capire, nessuno la sta aiutando a farlo e si sente sempre più sola. Pensava di potersi crogiolare nella soddisfazione di aver raggiunto il primo scalino dei suoi obiettivi, riposarsi finalmente a casa e invece no, a quanto pare c’è sempre qualcosa che riesce a rompere in un modo o nell’altro. Si sente terribilmente stanca e mentre da una parte si sente ben accolta da suo padre, dall’altra sente che sua madre si sta distanziando da lei. Perché è quello che sente dal suo punto di vista, incapace di comprendere l’inganno dietro a Otsuki, di ricordare il motivo per il quale sia un mostro. Lei al momento vuole solo toglierlo di mezzo perché rappresenterà un ostacolo futuro, dopo averne assorbito tutte le conoscenze possibili. Nella sua testa è tutto così semplice che non riesce a capire in effetti il terrore di Kaori. <Non capisco perché sei così sconvolta, davvero… vorrei che mi spiegassi. Che mi aiuti a capire, perché è come se mi stessi perdendo dei pezzi. Quello che dici non corrisponde a quello che so io o che ricordo.> si sente terribilmente confusa ma probabilmente è per via delle ferite che sono state appena guarite, forse del riposo non le farebbe male. Si prende la testa fra le mani, massaggiandosi le tempie e chiudendo gli occhi, ricercando nel buio un po’ di sollievo. E’ allora che giunge l’abbraccio della sua mamma, un abbraccio carico di disperazione, come se stesse cercando qualcosa in lei che non riesce a ritrovare. La ragazzina ricambia l’abbraccio, dapprima debole e meccanico, le braccia si sollevano e le mani si aggrappano ai suoi vestiti mollemente, colta dalla paura di sentirla distante, costretta a fornirle quell’abbraccio da Az. Ma man mano che perdura quel contatto, la stretta della bambina si fa sempre più forte, le mani a chiudersi a pugno come a volersi attaccare a lei con tutte le sue forze. Il viso affonderebbe tra i suoi vestiti e solo ora lascerebbe trapelare una parte leggera di quella disperazione che latente dorme in lei, un senso di colpa profondo che non si sposa con quanto hanno detto fino ad ora, come se dovesse scusarsi di altro ma non saprebbe dire cosa. Istintivamente vorrebbe non staccarsi più da lei, tanto che quando sua madre scioglie l’abbraccio, tornando con le braccia molli lungo i fianchi, la ragazzina invece rimarrebbe avvinghiata a lei ancora. La stringerebbe ancora e ancora, come le spire di un serpente, non velenoso ora, ma poi è costretta certamente a interrompere quell’abbraccio, non guarda la sua mamma in viso, spaventata da quel distacco che sente da lei. <Mi va, si. Damigella… va bene.> non pretendeva altro posto o ruolo, Ken sarà sicuramente più degno di portare le fedi, ma al momento, come viene detto da Kaori, hanno altro a cui pensare. <Va bene, allora… se vedessi questi uomini li ucciderò a vista. Nessun problema per questo.> qualcosa che riesce a fare per bene almeno c’è, distruggere vite. Rimane un po’ per conto suo, se non ci sarà altro da dire o fare, spera almeno di poter tornare a casa con sua madre. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai cin veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro][Se End] Quella situazione è sfiancante e non riesce a capire bene cosa fare per risolvere la cosa. Non può parlare liberamente davanti a Kouki, né con una Kaori così scossa, in questo momento. Sospira lungamente, mentre le due si abbracciano. Pateticamente, forse come semplice dimostrazione del fatto che lui è di troppo in quella stanza, è l’unico a non aver ricevuto un abbraccio. La stretta sulla mano della Hyuga, da salda e decisa com’era prima, si fa sempre più molle ed evanescente. Non ha più molto da fare, non riesce più a mantenere la pacatezza che occorre in quell’occasione, quindi non resta altro che andar via. < C’è tempo, sì. > Secco e lapidario questo suo ultimo dire, prima che si azzardi a fare un passo indietro, tenendo lo sguardo basso e piuttosto contrito. < Vi lascio alle vostre cose, suppongo che Kouki avrà bisogno di riposo. > Dice, semplicemente, senza dar troppo retta a quanto le due si stiano dicendo in quel momento. Ora sa come si sente, Kaori, nei riguardi di Ken e Ai. Una figura materna, ma non una madre. Esattamente quel che prova lui in questo momento, per quanto si sforzi di fare da padre alla piccola Kouki, di riempire il vuoto lasciato da Raido. < Se avete bisogno di me, sapete dove trovarmi e come contattarmi, fatelo e sarò subito da voi. > Resterebbe per un solo istante in piedi, come se attendesse qualcosa in particolare, qualosa che probabilmente non arriverà. < Io—ti voglio bene Kouki, mh? > Solleva la testa per sorriderle, donarle un sincero e tenero sorriso a fior di labbra, prima di chinarsi in avanti per dare un bacio sulla guancia alla Hyuga, sebbene privo della passione che – Kaori certamente sa – è solito mostrare in sua presenza. < Torno a casa amore, ci sentiamo presto. > E così, senza null’altro dire o fare, uscirebbe dalla stanza e dall’Ospedale, non per tornare a casa, ma per concedersi un po’ di sana meditazione sotto le Cascate dell’Epilogo. [ end ]
Giocata del 14/12/2018 dalle 10:21 alle 10:50 nella chat "Ospedale [Konoha]"
Quello che avrebbe dovuto essere un felice ritorno non è altro che una tragedia. Azrael è l'unico sinceramente felice di quanto sta accadendo, l'unico che si senta effettivamente fiero di Kouki e di quello che ha fatto, forse perché in parte più simile a lei di quanto Kaori sarebbe stata mai. La Hyuga non si sente felice, non si sente serena. Si sente confusa, abbattuta e disorientata. In parte si sente sollevata, certo: dopo mesi di tormento interiore nel non sapere che fine avesse fatto la propria bambina, adesso è finalmente lì e sebbene fosse in condizioni critiche adesso stava bene dopo che lei l'aveva curata a dovere. Ma anche se Kouki adesso è con lei, c'è qualcosa che gliela fa avvertire distante anni luce. Il pensiero la sfianca e le fa venire semplicemente voglia di fuggire. Ma non può. Deve occuparsi di lei. Come di Harumi, come del Villaggio, come dei pazienti, degli Hyuga e persino della propria madre. Deve occuparsi di tutti, tutti dipendono da lei, chi più e chi meno. Il modo in cui Kouki continui a sembrare confusa da quello che Kaori dice la porta alla fine a sospirare rumorosamente, quasi stanca di quella conversazione che le sembra a più riprese assurda. Dopo tutto quello che le ha raccontato su Otsuki, come pretende che adesso Kaori si senta tranquilla a saperla desiderosa di imparare da lui? La cosa le fa venire voglia di urlare. Non sa cosa rispondere e per fortuna Azrael le dà l'occasione perfetta per rimandare quella conversazione ad un momento in cui la Hyuga stessa sarebbe stata più pronta a parlare. < Sì, è meglio se adesso riposi un po'. > concorda la Consigliera sperando dentro di sé di poter approfittare del momento per allontanarsi con Azrael e parlare con lui, il corpo ad iniziare a muoversi già in sua direzione. Ma l'altro par essere di tutt'altro avviso e, congedandosi, se ne va con quello che Kaori riconosce come disagio e distacco, lasciandola pietrificata sul posto accanto al letto della chuunin. Non è il solito, non è tutto come sempre. "A presto" non "A dopo". Come se fosse sottinteso che non si sarebbero visti nell'immediato, come se volesse mettere un muto distacco tra loro. Non la consueta consapevolezza che quella sera sarebbero stati assieme, ma un saluto circostanziale di quelli che si rivolgono a quelle persone che si incontrano per caso e non si sa quando si sarebbero riviste. Adesso anche lui, che in principio sembrava essere l'unico effettivamente felice, è stato compromesso. La cosa porta Kaori praticamente a spegnersi a lasciar andare ogni tipo di desiderio di reagire per abbandonarsi semplicemente a quello che sta accadendo. < D'accordo. > si limita allora a mormorare anche se l'altro ormai non può più sentirla. Smunta, con tono basso e praticamente spento, torna a rivolgersi verso Kouki aiutandola a chiudere il kimono al meglio per evitare che muovendosi si apra a mostrare il suo corpo. < Adesso ti accompagno alla nostra nuova casa, al Dojo Hyuga. Hai bisogno di riposare e lì sarai al sicuro. > le dice quasi inespressiva, stordita, sentendo ogni cosa distante da sé, ruotare e vorticarle attorno, il sangue a fischiarle nelle orecchie e la gola ancora chiusa, quel profondo senso di nausea a rafforzarsi ancora di più dentro di lei. [ END ]