Problemi di sangue

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con Kaori, Kyou

15:16 Kaori:
 Al termine della lezione Kaori si intrattiene mentre, lentamente, l'aula va svuotandosi. Gli studenti corrono via alcuni annoiati ed altri eccitati all'idea del jutsu appena appreso, desiderosi di fare uno scherzo ai loro genitori o a qualche compagno. Kyou, invece, rimane nell'aula accettando la richiesta della Hyuga di fermarsi per parlare. Kaori saluta con un cenno del capo ed un sorriso i vari deshi che si affrettano fuori dalla classe e, solo quando le due rimangono da sole, andrebbe a sorridere alla volta della ragazza mostrando un sorriso leggermente imbarazzato. < Scusami se ti sto trattenendo, ma davvero da quando ti ho vista poco fa non riesco a fare a meno di chiedermi se per caso non ti conosca già. > principia la Consigliera con una risatina appena accennata a terminare il suo dire. Quella situazione le è terribilmente familiare, le ricorda il giorno in cui ha conosciuto per la prima volta Ren, suo fratello. < Il tuo viso è uguale a quello di mia zia, si chiama Momoko Hyuga e mi chiedevo se per caso... insomma... > le sembra una conversazione sempre più assurda e timidamente porta la destrorsa dietro il capo a grattare la nuca da dietro la lunga cascata di capelli violacei. < -la conosci? > domanda, solo alla fine, mentre fuori dalla finestra la pioggia continua a scrosciare incessante ed un lampo illumina a giorno il Villaggio un istante dopo il rimbombare di un potente e fragoroso tuono. [ Chakra: on ]

15:35 Kyou:
  [aula 2] Rabbrividire, in quell'istante in cui è sola, senza lo scudo degli altri, è quasi imperativo. E' nervosa, nervosissima, al punto che perde definitivamente la concentrazione che è riuscita, per miracolo, a mantenere fino a quel momento. E' un solo istante, in cui si fa... rigida. Le spalle, per quanto si facciano aperte per una postura composta, restano rigide e ferme, fin troppo tese, la mascella guizza rapidamente, tirando le labbra in una linea sottile, e il bel colore rosato di una persona sana, perde colore e diventa un pallido inquietante, le mani che tremano < n-no non ci siamo mai viste > e farebbe pure per sgattaiolare via, se non fosse che Kaori continua a parlare, e immediatamente, gli occhi slavati cercano una via di fuga, annaspando per l'ansia che la rende un amasso tremante di paura. < ...> la fissa, adesso, con gli occhi pieni di lacrime che non versa, le labbra tirate, pallida come un cencio < ..è mia mamma > risponde piano, in un soffio rantolante quasi < lei non.. non vuole che io vi conosca > ma che sia sull'orlo dello scoppio, è più che intuibile < non ha mai... portato a termine la missione. E dal suo..fallimento sono nata io. Non.. vuole che la famiglia sappia. > e ancora non aggiunge, che è malata, da sempre, tenendosi in piedi, dritta, solo perché un banco la sostiene.

15:51 Kaori:
 La ragazza sembra perdere colore man mano che il tempo passa. Kaori inizia a sembrare preoccupata nel vedere come la pelle della giovane si faccia sempre più pallida, la sua posa rigida. Che non si senta bene? Probabile. Ma in verità sembra quasi a disagio, come un uccellino in gabbia che cerca disperatamente di volare libero e lontano dalla sua cella finemente intarsiata. Kyou le conferma la totale assenza di un loro incontro precedente a questo e quando la fanciulla ammette di essere la figlia di Momoko, Kaori si illumina per una frazione di secondo mostrando un sorriso contento e felice. Non sa perché le faccia tanto piacere l'idea di avere una cugina ma in qualche modo la notizia la rallegra facendole quasi dimenticare, per un attimo i suoi problemi. < Ma è gran-- > inizierebbe ad esclamare, prima di interrompersi quando la deshi rivela il pensiero della genitrice. A quanto pare Momoko non desidera che la figlia abbia contatti con "loro" -Kaori supponga ce l'abbia con il clan, per via del fallimento di una missione di cui Kaori non è a conoscenza. < Aspetta. > la ferma alla fine quando l'altra tace, scuotendo leggermente il capo come per voler cercare di rimettere in ordine le idee attualmente piuttosto confuse. < Di quale missione stai parlando? Fallimento? > chiede ancora prima di boccheggiare un attimo ed umettarsi le labbra. < Non so esattamente di cosa stai parlando. Credo di aver incontrato mia zia una sola volta in tutta la mia vita e mia madre non mi ha mai parlato molto di sé e della sua famiglia- > avendole dovuto mentire per tutta la vita per sfuggire a Cappuccio Rosso. < -ma non stai facendo nulla di male... E tua madre... beh, non credo che qualcuno ce l'abbia con lei. > continua tentando di mostrarsi quanto più calma e disponibile possibile nei suoi riguardi. [ Chakra: on ]

16:02 Kyou:
  [aula 2] Scuote il capo, alle sue parole, mostrandosi più a disagio che mai < non... non ha mai ucciso l'uomo che doveva uccidere. Se n'è innamorata. Quando lui ha scoperto chi fosse mia madre, e che era rimasta incinta è... scappato, e un incidente stupido si è occupato di finire quello che mia madre non è stata in grado di fare > spiega al volo, la situazione. Non ci sono sentimenti per un uomo che non conosce davvero, ma una sorta di generale dispiacere per sua madre, che nella paura del momento, si è rifugiata nel terrore. < non lo so.. lei.. > scoppia, portandosi le mani al volo e finalmente lasciandosi andare ad un scoppio di isteria quasi, con i singhiozzi che finalmente le invadono la bocca e le lacrime che scappano dagli occhi, seppur nascoste dalle mani sgraziate, poco curate < ...è malata da sempre, e io non ce la faccio più. > perché è solo una ragazzina, senza sapere dove voltarsi, senza addestramento di alcun tipo, senza conoscenze. Una ragazzina che brancola nel buio, annaspando disperata per la luce < non ce la faccio più a fare tutto da sola. > non solo economico-socialmente parlando: è emotivamente che è distrutta < sono stanca di... essere sola, senza nessuno cui chiedere aiuto, senza.. > non riesce a dire altro, semplicemente isterica, nel momento di sfogo, adesso, e volente o nolente, confidarsi con Kaori stessa.

16:14 Kaori:
 Il racconto della ragazza porta Kaori a schiudere le rosee in un moto di comprensione e sorpresa insieme. Se da un lato quelle parole l'aiutano a capire alcuni punti del precedente discorso, dall'altro non fanno altro che portare altre domande. Vorrebbe dire qualcosa ma non sa esattamente come comportarsi in merito ad una storia di cui non ha mai sentito parlare e che sembra far soffrire tanto la sua interlocutrice. Tanto da portarla, alla fine, a scoppiare a piangere davanti ai suoi occhi in uno sfogo che la Hyuga accoglie nel più totale silenzio, rimanendo a guardarla per diversi istanti prima di farsi avanti e tentare di raggiungerla, cercando di portare le mani sulle sue spalle al fine di calmarla e darle un minimo segno di appoggio. Il contatto umano ha effetti quasi miracolosi sulla psiche di una persona. < D'accordo Kyou, ho capito. > le dice con voce calma, bassa, mentre un altro tuono romba distante. < Va tutto bene. Adesso respira e siediti un istante, cerca di calmarti. > le dice con fare pacato invitandola a sedersi ad uno dei tanti banchi presenti. < Tua madre non ha motivo di nascondersi, mi senti? Se avesse fatto qualcosa di illegale stai pur certa che sarebbero già andati a cercarla e, voglio dire, vivete a Konoha: non sarebbe stato difficile trovarvi. > tenta di rassicurarla sfruttando la logica sempre tenendo un tono di voce composto e cadenzato che cerchi di ispirarle serenità e conforto. < Per quanto riguarda il clan posso garantirti che nessuno le farà del male, soprattutto in un momento come questo e che sia tu che lei sarete al sicuro e ben accette al Dojo in qualunque momento. E se lo dico io, vuol dire qualcosa, no? > abbozza un sorriso rassicurante cercando d'incrociare il suo sguardo. Solo a quel punto, se Kyou si fosse calmata, Kaori sarebbe andata a piegarsi sui talloni -in caso ella si fosse seduta- per guardarla in viso e quindi chiederle con tono serio e preoccupato. < Cos'ha tua madre? Sono un medico, magari posso aiutarla. > chiede, con cautela, tenendo lo sguardo fermo nel suo e attendendo una qualche risposta. [ Chakra: on ]

16:30 Kyou:
  [aula 2] E' la sorpresa di essere toccata così, spontaneamente e senza fini che non siano il conforto, che la portano a smettere di singhiozzare immediatamente. Un tocco placido, rassicurante, morbido e delicato, di mani dolci e curate, soffici, tiepide, che la fanno improvvisamente fermare, e alzare lo sguardo slavato in quello lattiginoso altrui, come se avesse ricevuto un pugno nello stomaco: sclera arrossata, labbra schiuse, naso rosso e guance rigate, lo sfogo del momento che le ha restituito colore, e la sorpresa più genuina e intensa, che la porta ad un solo suono, come prima risposta < uh? > e non è più una maschera di pietra, quella. No, è una favolosa espressione di sorpresa, con le labbra schiuse e le sopracciglia scure sollevate, una vaga ruga sulla fronte a renderla più vera e la sensazione di calore, scaturita dalle mani altrui che si propaga, portandola ad ammorbidirsi e rilassarsi, come se la tensione si fosse completamente sciolta, le spalle ora morbide, e le ginocchia che vanno a farsi benedire, facendola ritrovare seduta senza nemmeno averci pensato < n-non dobbiamo nasconderci? > sembra quasi che Kaori le abbia detto che la luna è blu e che la gravità non esiste < possiamo? > senza voce, solo un sussurro su un volto fatto di occhi grandi come uova all'occhio di bue e lacrimoni che scendono silenziosi, sfarfallando le ciglia dall'incredulità. E le mani, che prima erano sul volto, sono ferme, chiuse a pugno, all'altezza delle clavicole, quasi non riuscisse davvero a muoversi < posso? > e in quella domanda, non c'è la richiesta di poter mettere piede, in un posto riservato, c'è proprio una silenziosa supplica, non detta, che aleggia nell'aria: posso davvero far parte della famiglia? < io.. > scuote appena la testa < non lo so. Non.. non sono un medico. Ma si ammala sempre. Se è troppo caldo, se è troppo freddo. Se qualcuno di estraneo entra a casa. > insomma, probabilmente è une vecchia infezione mai guarita del tutto che si acuisce, con i minimi cambiamenti < puoi farlo davvero? > insomma, quella promessa potrebbe cambiarle la vita.

17:40 Kaori:
 La sorpresa che si palesa sul viso della ragazza porta Kaori a chiedersi da quanto tempo quel peso le stesse gravando sul cuore. Il modo in cui appare stupita quando la Hyuga le mostra vicinanza e comprensione le stringono il cuore, facendole quasi chiedere che razza di nomea avesse il proprio clan per mettere tanto timore a chiunque temesse di aver sbagliato qualcosa fino a quel momento. Kaori non vuole questo. Non vuole che i membri del clan abbiano paura. Vuole che si sentano al sicuro fra i loro simili ma che sappiano cosa succederebbe in caso di reale tradimento. Continua a sorriderle cercando di mostrarle appoggio e comprensione osservando gli occhi rossi, la pelle più colorata e per assurdo all'apparenza più sana ora che non è più così pallida come fino a poco prima. Scuote dolcemente il capo alle domande della giovane, al suo tentativo di ricevere una rassicurazione concreta e reale e addolcisce lo sguardo andando ad inclinare di poco il viso. < Non è mai stato necessario. > le dice con gentilezza scoprendo i denti bianchi. < So che essere uno Hyuga è una responsabilità dura e che un nostro sbaglio sembra apparire molto più grave rispetto a quello di chiunque altro perché > e qui andrebbe a mimare le virgolette con le dita < Non è quello che ci si aspetta da noi > riderebbe amaramente prima di riprendere. < Ma questo non toglie che siamo persone come chiunque altro. Sbagliamo, cadiamo. Amiamo. > Le rivolge un sorriso gentile cercando di trovare le parole migliori per far sentire la giovane più tranquilla. < Tu non sei stata la conseguenza di nessun fallimento. E ora che tuo padre non c'è più, in ogni caso, nessuno avrebbe nulla da recriminarvi no? > le fa notare con quanto più tatto possibile, non volendo parlar male del genitore della ragazza. < Senti. Avrei bisogno di visitarla per saperne di più ma mi rendo conto che magari lei possa non voler avere rapporti con me stando al tuo racconto. > le dice la Hyuga umettandosi le labbra. < Parlale. Dille che è libera di cercarmi in ospedale in qualunque momento. Sarei soltanto felice di dare una mano, se posso. > chiosa sincera rimettendosi in piedi udendo una volta ancora quella domanda che Kyou e rivolge per l'ennesima volta, quasi non voglia credere alle sue orecchie. < Kyou. Non sono io a potere o non potere fare qualcosa. Sei *tu*. > dice con tono sicuro guardandola dritto negli occhi. < Tu sei una Hyuga. Tua madre è una Hyuga. E il clan è la vostra famiglia. Non possiamo impedirvi di esserlo neppure volendolo e sicuramente non lo vogliamo perciò... > una leggera risata spezza il discorso prima che Kaori la osservi mormorandole quell'ultimo dire. < Noi saremo sempre qui, quando vorrete. > [ Chakra: on ]

18:35 Kyou:
  [aula 2] Non sa cosa rispondere, non sa davvero cosa dire, limitandosi a sfarfallare le ciglia e a lasciare che gli ultimi lacrimoni cadano da soli, lungo il volto, rotolando sicuri sulle guance chiare spennellate del rosa sano di qualcuno che non si nasconde davvero, dal sole. < ...a-aveva paura che qualcuno potesse accanirsi > contro di sé stessa, contro di lei stessa, insomma, non è proprio un denominatore comune, uno Hyuga fallimentare tanto più con una figlia al seguito. Le parole di Kaori però, sono tanto sincere quanto qualcosa di inaspettato, che la destabilizzan e la fanno dubitare di qualsiasi convinzione, sia mai stata inculcata nella sua testa scura. < ...dicono che non sia stato un uomo onesto in ogni caso > insomma, la sua parola avrebbe contato meno di zero, e lei di affetto verso un uomo che non esiste davvero, non ne prova nemmeno una stilla. Si fa appena nervosa, riguardo la questione della madre, spostando lo sguardo lavato, del blu del cielo attraverso il tulle di una candida tenda, si sposta verso il pavimento, smettendo di fissare gli occhi candidi di Kaori < io.. non- > si morde appena il labbro inferiore, tergendo via dalle ciglia le ultime gocciolone di lacrime < g-glielo dirò. > anche se c'è una vaga consapevolezza che probabilmente la donna rifiuterà, chissà. < non credo di poter fare niente > scuotendo la testa scura < non ho mai... fatto niente, se non stare con lei. Vengo all'accademia di nascosto > mordendosi le labbra, ancora, con cattiveria, quasi avesse paura di indispettire la paranoica madre. Le parole sulla famiglia però, la confondono, la destabilizzano, la spaventano e attirano tutto insieme < io.. io non- non- > non sa che vuol dire, avere un famiglia, glielo si legge in faccia, palese come non mai, al punto che scivola, dal proprio posto, verso la porta < io- > non sa davvero che dire, pensare, troppo confusa, troppo spaventata, per la quantità di emozioni, informazioni e gentilezza dimostratele, da riuscire a capire qualcosa. I sensi sovrastimolati, il mondo che corre troppo in fretta, tutto che vortica, senza tregua < mmh. > l'unico commento, così confusa da non capire nemmeno l'entità di quelle parole, e stanca, sopraffatta e così impaurita da tremare, chinare veloce, la testa, educata, senza spiaccicare una parola, ma pronta a correre via, sotto la pioggia scrosciante, sperando che il diluvio, possa aiutarla a capire, qualcosa di più, di quanto successo [ exit ]

18:44 Kaori:
 Ci ha provato. Ha provato a calmarla, a rassicurarla, ma capisce che poche parole dette da un'estranea -per quanto consanguinea, non possano cancellare sostituire anni di una educazione assai più dura e martellante. La madre l'ha cresciuta -apparentemente- con il ripeterle di stare lontana dal clan e adesso la giovane Kyou si ritrova a combattere fra l'attrattiva di una famiglia da una parte e gli insegnamenti di sua madre dall'altro. Kaori può vagamente comprendere il suo dramma interiore e non osa forzarla in alcun caso. Cerca solo di mostrarle le sue possibilità, di farle capire che il clan non le avrebbe voltato le spalle, ma la ragazzina è combattuta ed alla fine si lascia prendere dal panico, finendo semplicemente con l'indietreggiare e fuggire via, lasciando la Hyuga da sola nella stanza a guardare sospirando la porta da cui la giovane deshi è appena uscita. Pensa e ripensa ai mille problemi che il retaggio della loro famiglia ha creato a tutte quelle persone e si domanda cosa potrebbe mai fare per sistemare tutto. Il pensiero poi di non poter più tornare a casa a rivelare a sua madre di aver conosciuto la sua nipotina le spezza qualcosa dentro e quel vago accenno di buon umore che Kyou era riuscita a donarle, sfuma subito sostituito da una espressione spenta e distante. [ END ]

A seguito della lezione svolta in Accademia, Kaori parla con Kyou per chiederle se non conoscesse una certa Momoko Hyuga e scopre con sorpresa che è sua figlia, in altre parole la propria cugina.
Le due iniziano a parlare ma alla fine Kyou fugge combattuta dall'idea di far attivamente parte del clan.


La role non raggiunge le sei azioni.