Incontri Hyuga

Free

0
0

22:10 Harumi:
 Dopo il rapimento della piccola Hyuga, la tortura e l’elettroshock ed infine il suo salvataggio, ella non ha ancora messo piede fuori dal Dojo Hyuga, come se temesse nel profondo di vedere qualche uomo di Frollo dietro ad ogni angolo. Dopo essersi liberata però del pesante fardello e aver passato l’intera giornata con Kaori, la piccola Principessa ha deciso di uscire e percorrere quelle strade del villaggio ma non senza prendere un importante provvedimento, ovvero impastare il chakra. Andrebbe a ricercare nei cassetti della sua memoria il sigillo della capra e le manine e le dita libere della bambina andrebbero a comporsi cercando di produrlo in maniera ottimale e fedele. Dovrebbe ritrovarsi nel buio della di lei mente e del suo mondo perduto nel quale galleggia priva di ogni legge di gravità, figurerebbe il suo corpo in quel nero pece e proverebbe tranquillità e pace tornando allo stato che per lei rappresenta l’utero della madre. Nero intorno a lei se non fosse per quei due colori che sono rimasti all’interno del suo corpo dalla prima volta che ci ha provato, ovvero il colore blu e il colore bianco che ora andrebbero a raffigurare le due energie che sono presenti nel di lei corpo. La scia blu percorrerebbe la creaturina dall’interno andando a riversarsi nella sua testa in una danza elegante che vedrebbe il colore aggrovigliarsi su se stesso formando una mezza luna di colore blu scuro, espressione dei suoi pensieri e della sua energia psichica. Invece la scia di colore bianco pervaderebbe tutto il suo corpo essendo espressione dell’energia fisica del suo essere ma si concentrerebbe all’addome in linee di bianco che danzerebbero e si attorciglierebbero in tale punto formando una seconda mezza luna. Le due mezze lune se ben ricorda ora dovrebbe essere sospinte entrambe verso il plesso solare dove permanerebbe il sigillo effettuato con le mani, in due movimenti speculari che vedrebbero le due mezze lune vorticare verso il punto prestabilito. Lì la bambina cercherebbe di portarle ad unirsi e miscelarsi ruotando come se si volessero mangiare l’una con l’altra ma alla fine dovrebbero unirsi armoniosamente in un’unica luna piena azzurra, frutto di un blu slavato col bianco. Quella luna piena non dovrebbe essere altro che il chakra che dovrebbe essere quindi stato richiamato con questo processo appena effettuato, per poter brillare e divampare nel piccolo corpo e renderla capace di effettuare cose altrimenti impossibili. Se fosse riuscita nell’impasto solo allora avrebbe messo piede fuori di casa, non sapendo che comunque sia la bambina sarebbe seguita da una copia della dolce Kaori atta a tenerla sotto controllo e sotto protezione. Frollo potrebbe riprovare a rapirla o potrebbe anche solo attaccare gli Hyuga o il villaggio, ma solo per questa sera non vorrebbe pensarci, solo per questa sera vorrebbe provare a fare qualcosa di normale. Appare come la piccola bambina che è, vantando un’altezza di appena 136 cm e un peso altrettanto irrisorio, nella media nei di lei dieci anni di vita. La piccola Principessa della Luna indossa un paio di pantaloncini neri che coprono le di lei cosce fino a circa la metà, stivaletti neri le coprono i piedini e una maglia a maniche corte le cade morbida sulla vita a righe orizzontali bianche e nere, fortunatamente il tatuaggio degli anbu alla spalla destra è coperto dalla manica, ma in ogni caso al di sopra della maglietta indossa una felpa senza cappuccio e tenuta aperta sul davanti, dalle maniche che le arrivano a circa metà degli avambracci infine a completare il tutto v’è la il porta armi relegato intorno alla coscia destra, sopra ad una fasciatura bianca e il portaoggetti legato in vita, dentro al quale -oltre all’equipaggiamento- porta anche un fazzolettino nel quale è contenuto il suo prezioso tesoro. Il crine albino screziato d’argento è raccolto in una lunga coda il cui termine le sfiora le natiche, un delizioso piccolo fiocco blu li tiene legati escludendo la lunga frangia che le solletica il visino roseo nascondendo di tanto in tanto gli occhi bianchi e perlacei. Come al solito non ha espressione, totalmente assente sul di lei volto, occhi vuoti e fissi in un punto avanti a sé mentre avanza nella strada, bocca chiusa, labbra serrate in una linea orizzontale, non che sia incapace di provare emozioni, il di lei animo le prova e lei stessa le riconosce, solo che è difficile per lei esprimerle, soprattutto dopo quest’ultima esperienza di prigionia e tortura. Una piccola bambola di porcellana, etereo spettro di se stessa. [Tentativo per l’impasto del chakra | 4/4][Chk: 25/25][Equip.: porta armi: shuriken x3 | kunai x3 – portaoggetti: carta bomba x2 | bomba luce x2 | fumogeni x5 | fuuda tronchetti x4 | Filo di nylon x8 | Tonico Recupero Chakra Speciale x3]

22:30 Kyou:
  [Ichiraku] Prigione di bende, sofferenza e dolore, è quella che la tiene ferma, chiusa tra quattro mura, che non parlano non le permettono mai di muoversi di liberarsi, di scappare. Niente, nel piccolo appartamento che condivide con la madre, sa di casa, tutto, però, urla prigionia. Compreso quel lieve odore di disinfettante, tipico di luoghi che devono restare puliti, sempre in qualsiasi evenienza. I capelli scurissimi, del colore tipico di un qualsiasi gene che si incontra col nero, ossia nero con sfumature, sono raccolti in un acconciatura tanto severa quanto costrittiva, che nell'assurdità della complicatezza, di trecce sottili che si intrecciano tra loro fino ad arrivare a comporre i due bun alti, sulla testa, chiusi da nastri color indaco che quasi non si distinguono, lasciando il volto dai lineamenti dolci, cesellati e scolpiti con tenerezza, libero: grandi occhi, che hanno rubato il colore al cielo dopo il tramonto, tanto chiari da sembrare pieni di una trasparenza immota, sono sormontati da sopracciglia scure, ad ala di gabbiano, naso all'insù, labbra piccole, piene, tipiche di chi non ha ancora abbandonato la morbidezza dell'infanzia. I colori, le fattezze, il vago modo di portarsi, ricorda l'appartenente a quella famiglia che ancora non ha mai visto né raggiunto, e nel complesso, piccola, non farebbe fatica ad inserirsi nell'intero clan. Le braccia e i polsi sono coperti da uno scaldacuore che termina in due anelli: pollice e medio, che tengono la stoffa tesa sulle braccia; sovrapposta, con il collo alto, una maglietta in mesh indaco, che ricopre tutto il disponibile, a sua volta coperta dalla casacca dalle maniche senza forma, morbide, a tre quarti, dal collo sciancrato e morbido che le si accomoda, togliend un po' della durezza che la accompagna, nei tratti del volto, nella postura; pantaloncini morbidi, a metà coscia, coperti da due pannelli che fanno sembrare l'indumento una gonna, e calze, che la coprono e la fanno restare calda e composta, che si tuffano negli stivaletti chiusi, dalla suola morbida e consunta, di quelli che si usano tutti i giorni, confortevoli. Non ha segni di riconoscimento né porta con sé armi, è semplicemente ferma, davanti al chiosco di Ichiraku, senza muoversi, senza dire niente, portando con sé il profumo di disinfettante e sapone, con le mani lungo i fianchi e l'aria di chi è in grado di esprimersi come un sasso bagnato.

22:43 Ushio:
 camminando per le vie cittadine, il ragazzo dagli occhi verdi... si, di color verde acqua, era di ritorno da chissà quale locazione. Appare allegro, quasi sorridente, sebbene i pochi che lo conoscessero, sapevano che difficilmente, era solito mostrare sentimenti che non fossero mere smorfie di disappunto. Indossa vesti semplici, come ogni altro aspirante Ninja dell'accademia. Sulle spalle uno zaino, mentre nella destra, sembra far roteare un Kunai, tenendolo nell'indice medio della destra. Poca maestria ancora, di chi dovrà allenarsi ancora a lungo. Stivali di cuoio, abiti di colore scuri, come nero e marrone, una cintura alla quale v'è una borsa. Guanti di cuoio, sulle mani, a coprirle

22:44 Harumi:
 La cicatrice verticale in mezzo al petto che le percorre in lunghezza lo sterno non è visibile perché coperta dalla maglietta, salvo la porzione iniziale che sporge per via della scollatura appena accennata, data la maglietta forse leggermente grande per lei. Si è portata dietro l’equipaggiamento e ha impastato il chakra le sue celluline grigie non vogliono essere paranoiche, ma dopo essere stata tradita letteralmente alle spalle ora è conscia che il pericolo potrebbe celarsi realmente ovunque, dietro ogni angolo, soprattutto in un momento come quello che si sta vivendo. Ha fame e lo stomaco lancia segnali evidenti ma soprattutto udibili, il problema è che la bambina si sente ancora una volta fuori posto e fuori dal mondo, come se avesse fatto un paio di passi indietro e stesse ora ricercando quell’equilibrio che aveva trovato. Muove i suoi occhi perlacei su ogni negozio e chiosco senza esserne realmente attirata -non ancora- da nessun tipo di pietanza ch’egli offrono alle di lei narici, la sua maschera di fredda porcellana perdura sul suo visino intanto che percorre lentamente la strada del centro del villaggio. Il coprifronte di Konoha è come al solito portato legato al braccio destro, ben stretto con un abile nodo e in modo tale che la placca sia ben visibile verso l’esterno e agli occhi delle altrui persone. Piccola, minuta e gracile, una bambina ancora nel pieno dell’infanzia che si aggira come un piccolo soldato, occhi che da soli pochi mesi si sono aperti al mondo, una reale vita che ha preso questo nome solo da poco, per anni cresciuta da macchine mediche che le impedivano di muoversi, vedere e parlare. Giunge nel suo cammino di fronte ad un chiosco, ma non è l’odore ad attirare l’attenzione della Principessa della Luna, non è nemmeno la prospettiva di un pasto caldo che potrebbe riempire il di lei stomaco, ma è una persona. Una ragazza più grande di lei, dalla bellezza e delicatezza indiscussa, i corvini capelli intricati in un’acconciatura perfetta, pare un’apparizione qualcuno pronto a donar sollievo agli occhi della bimba. Dopo tanto tempo ritrova i suoi colori, essi si fanno vivi quando qualcosa o qualcuno la colpiscono in particolar modo e questo sembra essere il caso: attorno alla ragazza -ferma di fronte al chiosco- si sollevano fasci di colori che vanno dal nero al bianco, colori vellutati, gentili e allo stesso tempo freddi e distanti. Quei colori si sollevano intorno alla di lei figura della sconosciuta, danzano intorno a lei avvolgendola dolcemente creando come una sorta di barriera, un guscio simile a quello che aveva la piccola Hyuga pochi mesi scorsi. Attirata si avvicinerebbe come una piccola falena ad una fonte di luce, soffermandosi se possibile al fianco della giovane sconosciuta dai tratti così delicati e assenti, come i suoi. Incapace però di iniziare una conversazione per prima, come ai vecchi tempi si limiterebbe a fissarla in maniera insistente, espressione che ancora non esprime nulla ma labbra leggermente dischiuse senza riuscire a donar voce ad ella. Solleverebbe solo il braccio destro però la mano si soffermerebbe a mezz’aria interrompendo il suo avvicinarsi al braccio della sconosciuta in un qualche modo tentando di attirarne l’attenzione. Persino il suo profumo possiede un leggero colore, una pennellata di bianco e azzurro e grigio. Ancora non si a vede di nessun altro in avvicinamento, impossibilitata a deviare la sua concentrazione verso qualcun altro. [Chk: 25/25][Equip.: porta armi: shuriken x3 | kunai x3 – portaoggetti: carta bomba x2 | bomba luce x2 | fumogeni x5 | fuuda tronchetti x4 | Filo di nylon x8 | Tonico Recupero Chakra Speciale x3]

23:00 Kyou:
  [Ichiraku] Non s'avvede immediatamente né di Harumi né di Ushio, impegnata a fissare, le sagome di chi è seduto all'interno, impegnata ad ascoltare il chiacchiericcio delle persone, quasi stesse assorbendo il calore della vitalità, l'apparenza di vita normale, che non comporta bende, medicine, tosse, pezze fredde; così impegnata, che è solo quando Harumi è così vicina da poterla quasi toccare, che si volta, istintivamente, con la sensazione di essere fissata, i peli sulla nuca che si fanno sentire in una reazione naturalmente umana, non segnata né consegnata dalla presenza di chakra, chakra che, nel proprio caso, lascia sopito, dentro di sé. Sfarfalla le ciglia però, sugli occhi tinti di quel pallora sfumato di lilla, osservando la piccola che ha rubato il colore alla luna, farsi vicina, fin troppo. Li conosce, più o meno, quasi tutti, visti come fugaci apparizioni dagli occhi perlati, in tutta konoha, e Harumi, non è da meno. Se non fosse che probabilmente nessuno di loro, sa come si chiama, o come appare, forse, in seno alla famiglia, potrebbe esserci anche lei < mmh? > non sembra aver bisogno di parole, per capire che è la propria attenzione, che si vuole raccogliere, non quando sotto le luci del chiosco di Ichiraku, mentre le nuvole passano, oscurando la luce di luna e stelle, c'è solo lei. La fissa, corrucciando appena le sopracciglia scure, come per una fitta dolorosa, quasi volesse chiedere "si?" ad Harumi stessa, prima che qualcosa, un'altra figura in avvicinamento, quella di Ushio, semplicemente sotto la luce della luna e quella sporadica delle case lì intorno, si intravede. Una figura che ai propri occhi chiari, slavati quasi, non è conosciuta, e una sorta di ventata di istinto materno, nel vedere Harumi così piccola, la porta a sorpassarla appena, un paio di passi, la sinistra che si solleva per mostrarle il palmo un semplice cenno traducibile con "aspetta". Potrà notarle, quelle mani poco curate, dalla pelle chiara un po' secca, senza smalto né unghie lunghe, le mani di qualcuno che lavora e si è scontrato spesso, con gli aghi. E' verso Ushio, più o meno dove la sua figura si dovrebbe trovare, che si rivolge < chi è. > un suono semplice, secco, nonostante la voce dolce, appena arrochita da un lunghissimo silenzio, una voce che sembra colare miele, quasi si fosse morsa un'albicocca troppo matura.

23:06 Ushio:
 chiaramente, è ancora lontano dal centro della città, tanto che non si avvede della presenza ne di Harumi, ne tanto meno di Kyou. Si, di odori ve ne saranno molti, specialmente del chiosco di Ramen, non molto lontano da lui, posizionato lungo la via principale, che comunque, ormai, starà chiudendo i battenti< ........ >ora si ferma e con rapidità, farà roteare di nuovo il Kunai, per poi riporlo all'interno della borsa, dove riposavano anche gli shurriken, preparati per ogni situazione. Balla appena la frangia marrone, sulla fronte del ragazzo, toccata appena dal vento o forse, semplicemente, a causa del movimento proferito< ..... >di nuovo tace, non riconoscendo quella voce, seppur dolce ed infantile, comunque, gli risulterà estranea. Attende ancora un momento, prima di avanzare sotto una delle luci dei lampionici cittadini, rivelandosi <chi sei tu.... > domanda a sua volta <non credo di conoscerti... > commenta fermando il suo passo incessante, mantenendosi a distanza. Solo ora noterà anche la presenza di Harumi che fissa con maggiore intensità, corrugando la fronte, perchè in lei, noterà qualcosa di conosciuto... gli occhi

23:15 Harumi:
 Attende qualcosa forse una reazione da parte dell’altra, sperando nella sua ingenuità di essere vista senza dir nulla per attirarne l’attenzione, pregando con il di lei solo sguardo che ella la noti, si volti e la guardi forse per bearsi di quei lineamenti tanto dolci che nulla esprimono; è un guardarsi allo specchio, qualcosa che non le è mai capitato prima di adesso. Non riconosce la figura di Kyou, non sa chi sia poiché non l’ha mai vista prima, non si è mai soffermata più di tanto sulle persone e nemmeno su quelle interne del clan, non avendoci avuto quasi nessun contatto se non con Kaori e Mekura, non essendo mai stata al Dojo del clan prima di due giorni fa. Attende un suo cenno e una sua parola, nota l’incurvarsi delle sopracciglia altrui come se le stesse facendo una tacita domanda, confusione o un dubbio. Non vuole essere invadente, non lo fa apposta, si avvicina con la sua ingenuità non pretendendo di arrecare danno o fastidio apposta. L’altra sembra notare qualcosa o qualcuno che ben presto rientrerebbe anche nel campo visivo della piccola Principessa, la presenza ovvero di un ragazzo in avvicinamento che sembra mettere in allarme la ragazza che con un gesto della mano le intima di aspettare portandosi con un passo avanti a lei. Si da inizio così a una mezza conversazione dove ognuno chiede all’altro chi sia e nella quale è solo la bambina a rimanere in silenzio -vuota in viso- ad osservare entrambi. Occhi perlati che ora si soffermano su quella mano tanto giovanile e tanto poco curata, pelle secca e segnata, una mano di chi è abituato a maneggiare sempre qualcosa. Nonostante non esprima assolutamente nulla in viso è ben consapevole che prima o poi il buon senso civile deve venire a galla, e questo vuole che bisogna presentarsi prima di cominciare una qualsiasi conversazione. <Mi chiamo Harumi Hyuga, Principessa della Luna.> consueto modo di presentarsi, una voce piccola e infantile che non pecca assolutamente di presunzione con quell’appellativo che lei stessa si è data, ma è solo un dato di fatto per lei che dona ad altri. Voce senza nessuna particolare emozione, piatta ma al contempo cortese che viene seguita da un inchino non tipicamente orientale, infatti le braccia verrebbero distaccate appena dai fianchi come se stesse sollevando una gonna invisibile e allo stesso tempo -col piede destro avanti al sinistro- piegherebbe le gambe in un piccolo dolce e nobile inchino. <Ho fame, voi no?> non si capisce bene cosa abbia intenzione di fare con quella presentazione e quella domanda donata al duo quasi senza senso o logica, voltando lentamente il capo verso l’entrata del chiosco. Socializzare, passare una serata normale come qualsiasi altra bambina, ecco quello che cerca di fare in maniera involontariamente impacciata e tenera. [Chk: 25/25][Equip.: porta armi: shuriken x3 | kunai x3 – portaoggetti: carta bomba x2 | bomba luce x2 | fumogeni x5 | fuuda tronchetti x4 | Filo di nylon x8 | Tonico Recupero Chakra Speciale x3]

23:41 Kyou:
  [Ichiraku] resta ferma, davanti ad Harumi, le braccia lungo i fianchi, l'espressione di marmo gelato che non si muove di un singolo millimetro, quasi fosse più radicata, la parentela col clan, di quanto non si pensi, e semplicemente, con l'emozione di un ciocco di legno, sfarfalla le ciglia, verso Ushio < qualcuno che è attento a quello che succede in questo villaggio. > come se per lei, fosse inconcepibile avvicinarsi a due ragazzine, nel pieno della notte, kunai in mano, senza dire niente. Solleva piano le mani, e anche alle flebili luci del chiosco di Ichiraku, ad un occhio esperto, non sarà difficile notare la sequenza, meccanica ma terrificantemente precisa, delle dita che scivolano, movimento dopo movimento, alla formazione del sigillo della capra, gli occhi lilla slavato che si fissano, quasi fosse caduta in trance, in quel luogo di potere, di assoluta calma e necessità, di assenza di movimento parole o opere, che Azrael le ha insegnato a raggiungere. La prima sfera, all'altezza del terzo occhio, quella di ricordi, sentimenti, emozioni, quella che ha il profumo di cannella, e il calore degli abbracci, il suono delle risate, è una sfumatura azzurrata, chiara, che si riempie, con ogni emozione della deshi. All'altezza dell'ombelico, l'elasticità dei propri muscoli, la prontezza, la velocità, il bruciore dei polmoni per una corsa troppo sfrenata, si forma piano, a seconda del battito del cuore, con ogni battito la sfera dalle sfumature rosate che si riempie allargandosi. Ed è solo quando è sicura, con la mascella che si serra, terrificantemente dritta, senza dolcezza né comprensione, che inizia quel tentativo di attirare le sfere ad avvicinarsi e cozzare l'una contro l'altra, obbligandole quasi, nel tentativo di richiamare quell'energia tipica, che solo chi sa farlo può davvero richiamare, a formare una sola sfera dal colore appena violaceo, lattiginosa, all'altezza della bocca della stomaco, le parole di Azrael che le rimbombano nella testa come se fossero un mantra preciso, mentre cerca di richiamare il proprio chakra. E' solo dopo il proprio tentativo, che si volta, verso Harumi < chi è per te, la Consigliera? > senza ancora muoversi davvero. Non è in grado di fare molto, anzi, in quella situazione, è probabilmente quella che andrebbe protetta ma... nessuno di loro, lo sa davvero. Né Harumi né Ushio stesso, e resta ferma, per lunghi istanti < si.Ma non posso permettermelo. > semplicemente perché non dispone di niente, da poter usare per pagare Ichiraku, risponde sincera, però, verso Harumi, senza nascondersi dietro un dito. [ tentativo I: impasto chakra ]

23:45 Ushio:
 inarca un sopracciglio quando anche Harumi, si intromette fra loro <..... > la osserva assottigliando lo sguardo, idem per i gesti che compie ma i suoi occhi rivelano chiaramente qualcosa, idem quando ella si presenta come appartenente al cla degli Hyuga. Incrocia le braccia all'altezza del petto <Ushio> si presenta semplicemente cosi, senza dare troppe spiegazioni, ne di clan di appartenenza, tanto meno soprannomi, dato che in effetti, non ne possedeva affatto <.....> nuovi momenti di silenzio. Alterna lo sguardo fra le due prima che di oda un forte rumore provenire dal suo stomaco, cosa che lo farà visibilmente arrossire. Emetterà quindi una smorfia, chiaramente vergognandosi di quanto gli sia accaduto <effettivamente... > e punterà in direzione del chiosco di Ramen <siamo forse ancora in tempo per una ciotola di Ramen? > domanda guardando il cielo <non credo, a quest'ora, sicuramente staranno chiudendo...> sentenzia semplicemente. Ricondurrà il braccio al suo posto, conserto sul petto, insieme all'altro <......> e non aggiungerà altro per molti momenti, volendo forse, lasciar spazio di dialogo alle due <immagino ci rivedremo ancora...> unico commento che rivolgerà alle due, poi, sciogliendo le braccia per riportarle lungo i fianchi, se ne andrà via, proseguendo il proprio cammino, diretto chissà dove [FINE ROLE per me, grazie ad entrambe :)]

23:57 Harumi:
 La ragazza sconosciuta è parecchio attenta a quello che succede nel villaggio, paranoica forse verso le persone che vi girano intorno e questo è un bene in questo momento di assoluto allarme dove adepti di un culto malato potrebbero aggirarsi tra le strade del villaggio. La osserva con estrema attenzione mentre tenta di formare il sigillo della capra, la solita concentrazione di chi sta cercando di impastare il chakra o di eseguire qualche tecnica. La piccola Principessa ha al braccio il copri fronte, simbolo che la lega alla figura di un ninja, quello che non si sa è il grado che ricopre, potrebbe essere genin come potrebbe essere un chunin, ma sta di fatto che ha il titolo di ninja, mentre non le sembra di vedere nessun coprifronte sul corpo delicato della ragazza o sul ragazzo, anche se armato. Questo potrebbe far loro dei deshi, degli allievi dell’accademia, o forse potrebbero non portar con loro il coprifronte, nulla le può dar sicurezza al cento per cento se siano anche loro ninja o meno. Non nota nessuna tecnica visibile succedere al simbolo caprino eseguito dalla ragazza e la cosa le fa pensare che abbia solo impastato il chakra, come potrebbe aver attivato qualche tecnica silenziosa o dallo scoppio ritardato. Cerca di analizzare i presenti e comprendere chi siano, cerca di ricercare quel suo modo logico di ragionare perduto col rapimento e l’elettroshock, un allenamento il suo che usa i due presenti come cavie. Al dire della giovane corvina rimane in silenzio assoluto, non un’espressione e nemmeno un movimento di qualche muscolo, silenzio come se non l’avesse sentita e occhi bianchi che lentamente si muovono ora ad accogliere la figura del ragazzo che si presenta donando a loro il suo nome di battesimo e niente altro. <Piacere.> cortese e vuota verso di lui, un singolo cenno del capo però poi egli riprende il passo e si allontana e la bambina lo segue con lo sguardo, confuso e perplesso il suo animo, non il suo viso. <Ciao.> ritorna in seguito a concentrarsi sulla ragazza, più volte fa scorrere lo sguardo su di lui dando l’impressione di essersi scordata domanda e parole dette poc’anzi dalla sconosciuta. Ma quel simbolo, segno che di chakra se ne intende, quella domanda posta con sicurezza e il seme del dubbio si insinua dentro la bambina arrivando a pensare che quella ragazza potrebbe essere un membro del culto, insana e breve paura che si tramuta in terrore e rabbia, sentimenti celati nel di lei corpo e comunque mai espressi. Se tanto fosse anche un membro del culto, però, oramai ha detto il proprio nome e tutti loro conoscono la Principessa, una domanda simile dunque non la porrebbero. <Perché lo desideri sapere?> domanda sincera che sfugge al controllo delle di lei labbra. <Qual è il tuo nome? Sei un ninja?> non sarebbe saggio mettersi a parlare di cose personali con una sconosciuta, per lo meno potrebbero farlo in un ambiente diverso magari. <Se desideri parlare, per me va bene. Ti posso offrire qualcosa da mangiare, così stiamo comode.> il desiderio infantile, profondo e nascosto, di chi magari vorrebbe solo compagnia e lasciarsi andare una chiacchierata ingenua e tranquilla. [Chk: 25/25][Equip.: porta armi: shuriken x3 | kunai x3 – portaoggetti: carta bomba x2 | bomba luce x2 | fumogeni x5 | fuuda tronchetti x4 | Filo di nylon x8 | Tonico Recupero Chakra Speciale x3]

00:18 Kyou:
  [Ichiraku] Non dice niente, ad Ushio che praticamente fa tutto da solo, e si limita a sospirare, ora rilassata che la pseudo-minaccia armata di Kunai, se ne va. Non aggiunge, non si muove, limitandosi a restar estremamente cauta, ferma, come se non fosse, ed è nell'effettivo una realtà dei fatti, incapace di fare troppe cose insieme, non avvezza a mantenere il chakra attivo, non avvezza a muoversi, ad esplorare ciò che la circonda, non avvezza a fare molte cose, come le semplicissime chiacchiere. E seppur sul volto di pietra, scolpito nella porcellana e cotto, non si dimostri il tumulto che la agita, dentro è un crogiolo di emozioni che la agitano, e che la portano, con estrema lentezza, a dare le spalle al vicolo dove è svanito Ushio, per tornare a fissare Harumi. < dimmelo e ti dirò perché > insomma, svelare di essere figlia di qualcuno che si nasconde, per paura, non è proprio qualcosa che si fa tutti i giorni < mi chiamo Kyou. > e per quanto il suo aspetto possa tradire, discendenze Hyuga, il suo nome non ha suono familiare, nemmeno per quelli che conoscono Momoko. < ... > la fissa, dall'alto dei quasi venti centimetri di differenza che le separano e per quanto ci sia l'inespressività della pietra sul sul volto, annuisce, alle sue parole. < non mi piace il buio. > facendole dunque cenno di farsi avanti, scostando le tendine del chiosco perché sappiano, che ci sono clienti. E' silenziosa, nell'indicare al ragazzo dietro il bancone il lato più lontano da tutti, quello più appartato, dove potersi arrampicare sullo sgabello insieme alla ragazzina < ho una famiglia che non mi conosce, qui al villaggio. Ma non so se posso azzardarmi a chiedere aiuto. > confessa, senza remore, e per quanto continui a fissarla con la stessa inespressività di Harumi, se lei la guardasse con attenzione, potrebbe notare un vago bagliore di disagio, paura, disperazione, e più di tutti, indissolubile solitudine, intensa e bruciante, che le anima lo sguardo. [ chakra ]

00:33 Harumi:
 La ragazza richiede uno scambio di informazioni, una parola per un’altra, come dovrebbero fare le persone civili anche se la richiesta della corvina potrebbe sembrare un ordine perentorio che non andrebbe bene alla bambina albina, però fortunatamente non è così che la Principessa interpreta tali parole. <Piacere Kyou.> un cenno delicato e gentile anche verso di lei quando le fa dono della sua presentazione, rivelandole un nome sconosciuto alle orecchie della piccola bambina. <Kyou è un nome dolce. I tuoi colori… sono bianco, nero, blu, viola, azzurro.> ritorna come in passato a dire cose che per altri potrebbero essere senza senso, intanto che lo sguardo distante della bambina segue la danza di quei flussi colorati che danzano intorno alla figura della giovane corvina. <E’ bello. Mi mancavano i colori.> pian piano spartiti mentre si abituava a quel mondo sconosciuto ma pur sempre ricercati nella sua nostalgia. Non sembra accettare quello scambio di risposte -non ancora almeno- dato che la bambina ha il vizio di elaborare quanto ascolta ad un ritmo tutto suo, e di rispondere anche in maniera sconnessa dipende da come si sente. <Il buio… ci sono stata per tutta la mia vita. Lo trovavo rilassante, un posto solo mio. A me piace il buio.> esprime i suoi pensieri non richiesti come suo solito e avanza nel chiosco seguendo la ragazza e lasciando che sia lei a guidare entrambe verso un tavolo presente in un lato appartato del locale. <Mi nascondo spesso nell’armadio proprio perché è buio.> parole quasi inquietanti dette così, con quella voce infantile e morta, quegli occhi privi di luce che però indagano il volto altrui alla ricerca di qualcosa, ascoltando con la dovuta attenzione ogni cosa che le viene donata. <Perché non ti azzardi? Di cosa hai paura?> alla bambina non serve molto indagare il volto altrui quando ci sono dei colori tanto chiari che aleggiano intorno alla persona, e quelli sono colori freddi e intensi allo stesso tempo, colori che inducono alla tristezza ma anche alla dolcezza, colori di chi spera come lei. <La Consigliera, Kaori.> principia, esistono due consigliere ma dato che la domanda è arrivata dopo la sua presentazione, deduce che chieda di una Hyuga, e lei ha solo un legame con Kaori che intenderà spiegare se è quella la Consigliera che la corvina intende. <Lei è la mia mamma.> ammette è solo in questo preciso istante ecco che affiora un piccolo e timido sorriso, sincero e disarmante, ma piccolo una breve contrazione delle labbra. <Quindi ora sta a te dirmi perché me lo hai chiesto.> uno scambio di informazioni, semplice. [Chk: 25/25][Equip.: porta armi: shuriken x3 | kunai x3 – portaoggetti: carta bomba x2 | bomba luce x2 | fumogeni x5 | fuuda tronchetti x4 | Filo di nylon x8 | Tonico Recupero Chakra Speciale x3]

00:45 Kyou:
  [Ichiraku] Sospira, annuendo alle parole di Harumi < significa albicocca. mia madre l'ha scelto perché lei si chiama pesca > confessa, spostando lo sguardo lontano, dalla figlia della luna, fissando per lunghi istanti le proprie mani, strofinandole l'una contro l'altra. Resterebbe ferma, se non fosse che le parole di Harumi la portano a voltarsi ancora, per fissarla < i miei colori? ah, credo ci sia anche un po' di rosa, qui e lì. > non sembra seguire immediatamente, il discorso altrui e immediatamente, a labbra schiuse, alza lo sguardo verso la propria testa, verso la fronte, quasi cercasse di capire di che colori si parli, fissandosi, senza davvero capire ma senza contraddirla, aggiungendo un pezzo di informazione quasi a caso. Sembra fatta di grigi e di apatia, ma è una ragazzina color indaco ed emozioni intense, ben nascoste, ben tenute a bada, e quella inespressività che ritrova in Harumi, la fa sentire meno sola, meno..strana, isolata. E ancora, la ascolta senza contraddire, senza interrompere, lasciandola parlare < a me non piace. Ci si nascondono troppe cose, nel buio. > ricordi forse, o semplicemente la paura degli incubi, la fanno parlare, e nonostante abbia i capelli tinti del buio più scuro, è verso la luce che si protende. < io non posso nascondermi. > come se si parlasse del semplice nascondino. Sospira, chiudendo gli occhi, lasciando che le parole di Harumi, la sua curiosità spontanea, la raggiungano senza ferirla < perché non sanno chi sono. > semplicemente, sa di non essere stata nominata, non con il proprio nome, la propria età a nessuno di quella famiglia < mia madre non ha fatto quel che doveva, e per paura non è mai tornata dalla sua... mia...> si volta, per fissarla, apatica quanto l'altra < nostra famiglia. > commenta, piano, prima di sospirare, e tirare fuori quel guscio di indifferenza che non è poi così perfetto come crede. Ascolta, e ascolta ancora, senza interrompere, prima di reclinare il capo, come se volesse gettarsi dallo sgabello su cui si è arrampicata, al suono di quelle parole < ... > schiude le labbra, ma non sembra in grado di riuscire a parlare, subito, lasciando che la voce esca ad un sussurro, solo per la piccola Harumi, una confessione tra amiche, sorelle mai nate, che parlano di cose che nessuno può capire davvero < è mia cugina. > una strana leggerezza, sembra impossessarsi di lei < è l'unica parente che ho. > perché degli altri... non c'è traccia. < ma non posso dirglielo, senza tradire mia madre. > senza davvero pensare che Harumi, se interrogata, potrebbe rivelare il segreto. Fiduciosa, terrificantemente fiduciosa, come le ragazzine, senza macchia, senza peccato. [ chakra ]

01:03 Harumi:
 <Che cosa carina.> sono parole sincere quelle che dona alla ragazza dopo che ha saputo da dove derivi tale dolce e vellutato nome, da una madre che si chiama pesca, qualcosa di incredibilmente delizioso che non riesce nemmeno ad immaginare poiché il suo nome le è stato dato da un pazzo maniaco, anche se le piace essere una Principessa, senza poteri e senza corone, solo la fantasia di una bambina troppo cresciuta. <Il rosa si sposa bene con l’azzurro, magari hai anche i colori dell’albicocca, ma dovrei osservare con più attenzione e non mi sembra il caso.> di fissare a quel modo asettico le persone non ne ha l’intenzione, sa quanto a disagio può mettere, anche se ha come l’impressione di aver trovato una tacita sorella in questo. <Quando ho paura, un luogo stretto e buio mi aiuta. Mi ricorda… un periodo in cui stavo bene.> prima che arrivassero le losche parole, le losche toccatine, le inquietanti idolatrie, il sangue e il suo odore. Era come stare nel ventre della mamma per lei, in quella piccola teca legata alle macchine col solo suono del suo cuore. <Allora, tu sei molto più coraggiosa di me.> un dato di fatto nato dal suo volersi non nascondere, qualcosa di cui andare fieri ma che la bambina forse non prendere veramente sul serio come se appunto si stesse parlando di un semplice gioco. La rivelazione che giunge poco dopo però è alquanto lucida e chiara alle di lei orecchie perché la loro famiglia significa che la giovane Kyou si accosta agli Hyuga, fa di lei una Hyuga, però non ci sono espressioni di alcun tipo sul suo viso, perché sa che il villaggio è pieno di Hyuga che non conosce e per lei -la corvina- è una come tante altre, ma fino ad un certo punto però, poiché ne vede i colori. <Cos’è che non ha fatto tua madre? Io so che se hai bisogno di aiuto, Kaori non te lo negherà, quindi non aver paura. E’ una buona e dolce capoclan.> sa che è così, sa di aver ragione, glie lo ha dimostrato la stessa donna in questa giornata; ma è quella confessione a gettare la piccola Principessa in un marasma di emozioni incontrollate, il fatto che ella sua la cugina di Kaori, una parente. Una reale parente, non come la piccola bimba che a conti fatti è solo un clone, questo le porta tristezza e paura nel di lei animo, qualcosa che finalmente si riflette in quegli occhi bianchi anche se solo per un attimo, un breve riflesso. <Devi…> mormora appena iniziando e troncando un dire nel suo inizio, tempo qualche secondo di silenzio prima di riprender parola. <…Devi fare ciò che è giusto.> tradire, il tradimento lo ha appena vissuto sulla sua schiena da parte di quella che dovrebbe essere sua nonna, ma è conscia che sia un tipo di tradimento diverso. <Perché tradiresti tua madre? Che tipo di tradimento sarebbe?> vuole conoscere di più per poter elaborare e comprendere, proprio come sua madre vorrebbe. Ma ora è portata a pensare in qualche modo che Kyou sia legata anche a lei, se condivide il sangue di Kaori, è logico che in un qualche modo sia legata anche alla corvina, ma la bambina non sa come affrontare questa nuova situazione e si blocca. [Chk: 25/25][Equip.: porta armi: shuriken x3 | kunai x3 – portaoggetti: carta bomba x2 | bomba luce x2 | fumogeni x5 | fuuda tronchetti x4 | Filo di nylon x8 | Tonico Recupero Chakra Speciale x3]

01:28 Kyou:
  [Ichiraku] < mmh > è il primissimo commento, una piccola bozza di sorriso: un angolo delle labbra che si solleva appena, quasi un gioco o uno scherzo delle luci, che le illuminano il volto. < magari la prossima volta andiamo al monte. Lì non c'è nessuno > facendo spallucce, senza aggiungere nulla, con l'espressione alle proprie parole, ma sufficientemente sincera perché sia intuibile, che non vuole prenderla in giro < e puoi guardare quanto vuoi. > sospirando ancora, prima di farsi zitta zitta e ascoltare, ciò che la principessina ha da dire. < io non riesco a stare al buio. E' tutta la vita, che sono all'oscuro.> da quello che significa crescere in modo normale, in un contesto diverso. < non lo so. Non credo di esserlo davvero. Non mi nascondo da tante cose ma... > scuote la testa scurissima, senza aggiungere altro, perché si nasconde dalla famiglia da sempre. < non ha mai finito la sua missione. L'ha lasciato andare via. Ed è rimasta... ad ccuparsi di me. E si è ammalata, quando ero piccola, e adesso non sta mai bene davvero. > insomma, ha fatto un disastro momoko, non uccidendo chi avrebbe dovuto, ha fatto un disastro innamorandosene e dandogli una figlia, ha fatto un disastro, lasciandolo andare e... morire poi, per qualche stupido incidente nel viaggio di ritorno. < non so cosa è giusto. Lei è mia madre, ma mi ha portato via tanto. Kaori... l'ho solo vista da lontano. Non so chi sia, cosa sia. > insomma le sembra di essere su un baratro: saltare o tornare indietro. Si volta, per fissarla < perché lei non vuole che loro sappiano. Lei non vuole che Kaori sappia che sta male, o che io esisto. > ha paura, momoko, ma è troppo, adesso, il carico di peso che sta scaricando addosso a lei < io però non ce la faccio più. > non continua però, interrompendosi bruscamente, quando è il ragazzo, che si fa vicino e sorridente, chiede se abbiano fatto abbastanza chiacchiere < ...ah sì. Scegli tu Harucchan. Qualsiasi cosa andrà bene. > annuendo, nei confronti del ragazzo, lasciando alla bimba, la scelta di cosa mangiare, e di cosa parlare, per il resto della serata. [ chakra ! exit ]

01:41 Harumi:
 Man mano che la sente parlare lo sguardo della piccola Principessa si sgrana, s’apre ad un mondo nuovo mostrando un’espressione -finalmente- di pura sorpresa ed emozione. Kyou le sta concedendo di guardarla, non si sente a disagio da una cosa simile, le concede di andare in un posto come il monte, senza troppe persone per poterne osservare i di lei colori. Non ha trovato nessuno che disdegnasse quel suo modo di vedere il mondo e i colori, nessuno le ha mai detto nulla, mai detto che fosse una sciocchezza o una malattia, però nessuno le ha mai dato corda così tanto. Non si tratta nemmeno di darle corda, ma di ‘giocare’ con lei, condividere il suo mondo, non è lei che deve per forza entrare in risonanza col mondo che la circonda, per una volta è qualcun altro che vuole entrare nel suo. Ciò la rende in grado di donare un dolce e sincero sorriso rivolto solo alla corvina, tutto per lei. <Apprezzo la tua proposta, davvero. Ma al momento forse potrebbe essere troppo pericoloso andare al monte da sole.> non sa che una copia di Kaori è sempre vigile a seguirla ovunque. <Ci sono pessimi individui in giro… nemici. Ah, nel caso vedessi qualcuno con una maschera a mezzaluna in faccia o che predica uno strano culto della Luna… ti prego di non dare loro retta e di allontanarti il più in fretta possibile. E di informare le autorità.> sa che dovrebbe essere una notizia che circola, ma vuole premurarsi che ella -una sua familiare- sia al sicuro. Infine tace per ascoltare con grande attenzione quello che le viene raccontato riguardo alla madre, a quello che non ha fatto e alla sua malattia. Nascondersi dal clan per paura di una ritorsione per non aver finito una missione e la piccola Principessa sa quanto sia importante portarle a termine, lei che è fissata con le leggi e regole così tanto da non essere elastica. Un brivido di disagio le percorre la schiena, conscia che completare una missione non va affatto bene, compiendo quasi un tradimento però oggi ha parlato tanto con Kaori e Mekura, oggi sa che non bisogna fare assolutismi, sa che c’è tradimento e tradimento e sa che c’è bisogno di comprensione. E’ stata sua madre a dirglielo, quindi è sicura che non farà del male alla giovane Kyou e a sua madre. <Tua mamma ha paura, ma ha torto in questa sua paura a parer mio. Ti assicuro che non avreste nulla da temere da Kaori, lei è molto comprensiva, davvero tanto.> si porta le manine ad altezza cuore, là sullo sterno dove v’è la sua lunga cicatrice, gli occhi si chiudono come se tentasse con tutte le sue forze di far comprendere questo concetto alla cugina. <Tua madre non ha da temere… e la cosa giusta da fare è chiedere aiuto, per lei e per te, che non ce la fai più. Ad un certo punto devi pensare anche a te stessa… e non tradiresti tua madre, all’inizio forse potrebbe vederla in quel mondo, ma non c’è nulla da temere perché lo faresti per voi.> non sa se si è fatta comprendere ma spera di si, e si ritrova a sentirsi richiamare con quello strano nomignolo che la lascia confusa e perplessa, ma non dispiaciuta e prende al volo il permesso di ordinare per prima e poi fa seguire la corvina e continuare magari la conversazione. [fine]

Harumi e Kyou si incontrano davanti a un chiosco e vengono raggiunte poco dopo da Ushio, il quale però si sofferma solo pochi momenti per poi continuare per la sua strada. Le due ragazze rimaste sole colgono l'occasione per conoscersi comodamente sedute all'interno del chiosco e Kyou rivela la sua parentela con Kaori, stessa cosa che fa anche Harumi, scoprendosi in un certo senso cugine di secondo grado. Tra colori, paure e rassicurazioni, si spera forse nella nascita di un bel legame tra una chiacchierata e l'altra.