Chiacchiere e distintivi

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10:09 Harumi:
 La Principessa della Luna in codesto giorno indossa i panni di Tsukiko per svolgere al meglio delle sue capacità il suo ruolo all’interno dell’elite speciale di Konoha ed essendo anbu questa posizione le impone di indossare vesti più pertinenti al ruolo. La divisa che calza il suo piccolo corpicino è composta da una maglia attillata senza maniche e dal collo alto e sopra di essa poggia allacciata una pettorina grigia e visibile sulla spalla destra v’è il tatuaggio anbu che d’ora in poi dovrà tenere celato quando si trova in abiti civili. Guanti neri le ricoprono le mani fino ai gomiti e sono indossate delle protezioni per gli avambracci, pantaloni neri calzano le sue gambette fino ad essere fasciati da bende scure nella loro parte finale culminando con le calzature ninja anch’esse nere. La coscia destra presenta una fasciatura bianca sopra ai pantaloni sulla quale è allacciato il porta armi e il portaoggetti in vita, entrambi pieni del suo equipaggiamento e delle di lei armi. Prima di iniziare il turno andrebbe a ricercare nei cassetti della sua memoria il sigillo della capra e le manine e le dita libere della bambina andrebbero a comporsi cercando di produrlo in maniera ottimale e fedele. Dovrebbe ritrovarsi nel buio della di lei mente e del suo mondo perduto nel quale galleggia priva di ogni legge di gravità, figurerebbe il suo corpo in quel nero pece e proverebbe tranquillità e pace tornando allo stato che per lei rappresenta l’utero della madre. Nero intorno a lei se non fosse per quei due colori che sono rimasti all’interno del suo corpo dalla prima volta che ci ha provato, ovvero il colore blu e il colore bianco che ora andrebbero a raffigurare le due energie che sono presenti nel di lei corpo. La scia blu percorrerebbe la creaturina dall’interno andando a riversarsi nella sua testa in una danza elegante che vedrebbe il colore aggrovigliarsi su se stesso formando una mezza luna di colore blu scuro, espressione dei suoi pensieri e della sua energia psichica. Invece la scia di colore bianco pervaderebbe tutto il suo corpo essendo espressione dell’energia fisica del suo essere ma si concentrerebbe all’addome in linee di bianco che danzerebbero e si attorciglierebbero in tale punto formando una seconda mezza luna. Le due mezze lune se ben ricorda ora dovrebbe essere sospinte entrambe verso il plesso solare dove permanerebbe il sigillo effettuato con le mani, in due movimenti speculari che vedrebbero le due mezze lune vorticare verso il punto prestabilito. Lì la bambina cercherebbe di portarle ad unirsi e miscelarsi ruotando come se si volessero mangiare l’una con l’altra ma alla fine dovrebbero unirsi armoniosamente in un’unica luna piena azzurra, frutto di un blu slavato col bianco. Quella luna piena non dovrebbe essere altro che il chakra che dovrebbe essere quindi stato richiamato con questo processo appena effettuato, per poter brillare e divampare nel piccolo corpo e renderla capace di effettuare cose altrimenti impossibili. Il volto è celato dalla di lei maschera dalle fattezze animali, quella della bambina ricorda un coniglio con le sue orecchie lunghe ed appuntite, un ghigno poco rassicurante e denti ben in vista; i colori che la segnano sono una base bianca con rifiniture rosse e nere e in essa si cela il distorsore della voce. L’anbu in miniatura alterna i movimenti delle sue gambe in un moto sicuro e a tratti nervoso unico cenno a rivelare il di lei stato d’animo incapace di esprimersi attraverso il viso e il tono di voce, leggeri borbottii si levano dalle di lei labbra inerenti al precedente ed infruttuoso incontro con un ragazzo ancora detenuto qui da loro. [Tentativo impasto del chakra | 4/4][Equipaggiamento e maschera anbu indossati]

10:42 Azrael:
 I corridoi del Quartier Generale ANBu si susseguono tutti uguali, tutti silenziosi e particolarmente asettici. Qualche ANBU in maschera si aggira per la struttura, cambiando strada nel momento in cui incrocia il proprio cammino con il Luogotenente Yami. La nomea che l?ANBU si è guadagnato nel periodo in cui era Generale, in quel periodo in cui nel Quartier Generale si parlava solo delle sue torture crudeli e cruente, tutto ciò è sopravvissuto nel tempo, negli anni in cui il Nara è stato assente dalla Foglia. Ed ora è lì, Luogotenente e capo della sezione Interrogatori e Torture, come è giusto che sia. Si erge in tutta la sua imponente figura, ammantata di nero, col cappuccio indossato. L’unico punto scoperto del proprio corpo, oltre ai calzari da shinobi di colore scuro, v’è la maschera. Bianca, in gesso, con due linee di vernice nera che scendono dalla sommità della fronte, passando per l’alloggio degli occhi ed arrivando fi sopra lo zigomo. Altro dettaglio, quello che più di tutti ha reso famoso l’ANBU idetificato con quella maschera è il sorriso inciso da orecchio ad orecchio, con i denti aguzzi posti in bella vista. Il sorriso del Sadico. Alle sue orecchie è giunta un’informazione piuttosto particolare, che non ha assolutamente apprezzato. Un interrogato volontario si è permesso di farsi beffe di uno dei suoi ANBU. Una cosa inammissibile già solo con queste premesse, ma la cosa ancor più grave è arrivata con le successive indagini riguardo l’agente che ha condotto quel brevissimo interrogatorio. Tsukiko. I cui tratti e le cui informazioni hanno portato unicamente ad una persona che Azrael, l’uomo dietro la maschera, conosce e a cui è particolarmente legato. Proprio per questo motivo il Dainin ha deciso di andare a cercarla, per capire cosa sia effettivamente successo. Ed eccola lì, dopo aver cercato un poì, la bambina che stava cercando. Le si avvicinerebbe a passo sicuro, fermandosi ad un paio di passi dalla sua posizione, richiamandone l’attenzione con la voce leggermente distorta dall’appposito meccanismo posto all’interno della maschera < Tsukiko, giusto? > Le domanderebbe, piuttosto retorico, attendendo che sia proprio lei ad avviare un eventuale discorso sui recenti fatti avvenuti nel Quartier Generale. [ Chakra ON – Equipaggiamento ANBU ]

11:00 Harumi:
 I colori ormai si stanno perdendo intorno a lei e in particolare in questo luogo asettico e silenzioso i colori non hanno mai danzato per lei rivelandole la particolarità del quartier generale degli anbu. Ogni volta che il di lei passo percorre questi corridoi non può fare a meno di ripensare a quanto è successo, se sia avvenuto per una sua mancanza di esperienza o se abbia detto o fatto qualcosa che abbia potuto portarla a sembrare meno professionale di quanto però è effettivamente stata. Come parere personale e assolutamente soggettivo crede fermamente di non aver fatto nulla che abbia potuto giustificare il comportamento di quel ragazzo arrogante che – per quanto volontario nell’essere qui – non ha avuto il minimo rispetto per il ruolo che la bambina ora ricopre senza credersi chissà chi ma è evidente che quella maschera le dona un’importanza maggiore rispetto ad un normale civile o ninja. Pensieri leggiadri che si liberando dalla di lei mente per volteggiare nell’aree intorno a lei rendendola sorda ad ogni rumore o parola, per questo la voce di Azrael giunge alle di lei orecchie in ritardo così come la sua imponente e nera figura e quando se ne rende conto è costretta a fermare il proprio passo per posare lo sguardo neutro e distante su di lui. Non è Azrael ma il Luogotenente Yami famoso per essere a capo della sezione Interrogatori e Torture e famoso per il suo sadismo e le crude punizioni inflitte a chi se le meritava. Riconoscendo in lui l’importanza che merita la bambina compie un inchino rispettoso e profondo piegando in avanti il busto e mantenendo le braccia ai fianchi, mantenendo l’inchino schiude le labbra per donare a lui la di lei voce piatta e atona, infantile e distorta dalla maschera. <Si, Luogotenente Yami, sono io.> una risposta per la retorica domanda dell’uomo e all’istante la Principessa coglie l’occasione per esprimere una domanda che rientra nelle competenze altrui. <Mi permetto di fare una domanda: ha già interrogato il ragazzo biondo, Yama Senju, che è giunto qui volontariamente?> la giovane mente di Tsukiko da per scontato che egli sappia di chi parla, essendo una notizia -quella di questo ragazzo giunto qui volontariamente- che girava per i corridoi e probabilmente il Nara ne sa molto di più data la sua posizione all’interno degli Anbu. Ritorna in posizione eretta ed attende pazientemente una risposta da parte di Yami, senza al momento aggiungere nulla su quanto accaduto volendo prima sincerarsi che l’altro ne sappia qualcosa oltre a non voler esattamente fare la figura di chi corre subito a lamentarsi se qualcuno le fa un torto. [Equipaggiamento e maschera anbu indossati]

11:01 Harumi:
 [Chk: 20/20]

11:39 Azrael:
 la voce della bambina gli arriva ben più tardi di quanto una persona normale si sarebbe aspettata, ma il Nara sa perfettamente, dall’unico incontro che i due hanno avuto in vesti civili, che si tratta di una condizione mentale che la bambina porta con sé sin da quando è entrata a Konoha. Prende un proondo respiro, il Sadico, prima di lasciar risuionare un leggero sbuffo contro la maschera, il tipico sbuffar di narici di chi sta sorridendo sotto i baffi. La domanda che gli viene posta è diretta proprio all’argomento di cui Yami voleva parlarle, ma non riguarda nello specifico gli avvenimenti di cui è venuto a conoscenza. < Seguimi, andiamo nel mio ufficio. > Le direbbe, senza rispondere per ora, al quesito che gli è stato posto dalla Hyuga. Detto ciò sicuro del fatto che nessun Anbu mai si permetterebbe di contravvenire ad un suo ordine, si avvia lungo il corridoio, passando per le scalette che dovrebbero portarlo all’ufficio che il Nara si è riarredato quando è tornato a far parte del corpo speciale della Foglia. Una porta rinforzata e verniciata di nero verrebbe spinta con sicurezza dal Dainin, per lasciare che entrambi possano prender posto all’interno della saletta adibita soltando per lui e per le persone che deve ricevere. Si tratta di una stazetta su oianta quadata, dalle pareti bianche, ma non per questo spoglie. Fogli da disegno tappezzano interamente le pareti scoperte, fogli che ritraggono torture, uomini privi d’arti, sospesi a ganci da macellaio appesi al soffitto, tutti tratteggiati con carboncino nero e qualche sporadica macchia di sangue a fare da unica nota di colore. Tutti i disegni sono firmati proprio da Yami, dando l’idea che sia stato proprio il torturatore a disegnare quei soggetti alla fine di ogni sua tortura. Vite di persone spezzate nella maniera più crudele possibile e, poi, ritratte su quei fogli sottili e bianchi. Immaginidi cruenti torture si susseguono su ogni parete, fino a giungere a quella frontale, opposta alla pirta, su cui è poggiata una pesante libreria d’eano con diversi tomi, manuali, documentazione varia e altri fogli da disegno, dinanzi alla quale è sistemata una scrivania della stessa fattura in legno scuro su cui è posizionata, nell’angolo in alto a sinistra, una teca di vetro trasparente in cui è alloggiata una testa staccata dal corpo a cui era appartenuta. Le ultime vertebre ancora visibili dalla parte inferiore del collo reciso dal tronco, la pelle leggermente scarnificata a causa del passare del tempo e della putrefazione di qualunque corpo biologicamente morto, privo di occhi all’interno delle orbide e coi capelli scuri inariditi e sottili. Quello, per chi ha un minimo di conoscenza della leggendaria figura dell’Anbu cui appartiene l’ufficio, è il luogo in cui, alla fine di ogni singola tortura, egli ripone le teste delle sue vittime, dopo averle disegnate e decapitate, per ottenere il suo trofeo, da tenere in bella vista sulla scrivania. A terminare il semplice arredamento della stanza vi sono due sedie, una in legno d’ebano, dalla parte in cui dovrebbero sedere gli ospiti, ed una poltrona in pelle nera, per far da apppoggio a Yami stesso. È proprio lì che il Luogotenente andrebbea a sedersi. Rivolgendo lo sguardo scuro verso la Hyuga < Chiudi la porta e siedi pure, così possiamo parlare tranquilli. > Chioserebbe semplicemente, con estrema calma. Solo dopo che la bambina avrà preso posto, Yami riprenderà a parlare. Rispondendo all’iniziale do,anda della giovane < No, non ho ancora avuto il piacere di incontrarlo. In tutta sincerità il suo interrogatorio non mi stimolava particolarmente. Insomma, un volontario a cui non devo far del male, capirai da te che non mi attraeva molto. Ho sentito, tuttavia, che hai provato tu a parlarci e che non hai ricevuto una risposta adeguata al tuo ruolo e a quel che gli avevi concesso, ovvero la tua attenzione. Ti andrebbe di spiegarmi come sono andate le cose, di preciso? > Le domanderebbe, infine, prima di accavallare elegantemente le gambe e poggiare entrambe le mani sul ginocchio sinistro, in attesa di una risposta esaustiva. [ Chakra ON ]

12:21 Harumi:
 L’etera figura della bambina non ha motivo di disubbidire a tale ordine perentorio e i piedi vengono mossi a seguitare la figura dell’uomo fino al suo ufficio, il silenzio costella quel loro breve viaggio e rimane al passo di Yami pur senza affiancarlo ma rimanendo dietro di lui. Il crine albino screziato d’argento è raccolto in una crocchia ben delineata atta a non lasciare ciocche libere che possono disturbarla nel suo lavoro e lo sguardo apatico dietro la maschera segue ogni movimento del Nara fino a giungere alla nera e pesante porta che viene aperta con calma e facilità dal Luogotenente stabilendo l’ingresso a una stanza ben più che particolare. La porta viene chiusa alle di lei spalle e l’assenza di colore che fino a quel momento aveva segnato il luogo svanisce non appena mette piede in quella stanza, una nota di colori si mischiano violentemente tra loro andando ad investire la figura della Principessa lasciandola apparentemente e momentaneamente senza fiato. Il rosso, il nero e il viola si ergono minacciosi distaccandosi dalle pareti e da quei fogli appesi, aggrovigliandosi dinnanzi a lei e iniziando a sfrecciare ai suoi lati e per tutta la stanza fino a rallentare progressivamente e rimanere ad aleggiare sopra di loro come nubi tranquille ma minacciose e pericolose. Un sospiro vien lasciato sfuggire dalle di lei labbra ed è carico di sollievo e piacere, sentendo nel suo animo la felicità per aver ritrovato qualche colore davanti ai suoi occhi facendo divenire quella stanza una sua zona speciale di rilassamento e piacere. Non si sente male alla vista di quei disegni ma solo curiosa per quella forma d’arte e la sua rappresentazione in corpi torturati, dilaniati e menomati, magistralmente raccolti con del carboncino nero e impregnati della firma di Yami, con quella nota di colore rosso che ogni tanto solletica la di lei vista. La bambina rimane a lungo in piedi rivolta verso qualche disegno con le braccia lungo i fianchi e il visino sollevato per poter osservare meglio quello che vede, memorizzare i tratti e le figure e nel frattempo le di lei celluline grigie cercano di immaginare le urla, la sofferenza, il tipo di persone che erano e cosa avevano fatto per meritarsi questo trattamento. In lontananza le sembra di sentire le loro voci e il pungente odore ferroso del sangue e del ferro dei ganci. <Hanno pianto?> un’infantile e ingenua domanda che la bambina si lascia sfuggire per poi continuare il suo tour e l’ultima cosa che salta alla sua attenzione è la testa mozzata in putrefazione che viene mantenuta all’interno di una vetrina e anche di fronte ad essa, se a lei permesso, si soffermerebbe per osservarne i particolari come se tutto quello non fosse reale ai di lei occhi, ma solo finzione e sogno. <Dove sono gli occhi?> solo in quel momento prenderebbe posto sulla sedia sedendosi comoda e composta posando le mani sopra le di lei ginocchia. <Quando sarà putrefatta cosa ne farà?> nella di lei mente ogni cosa nuova che i suoi occhi osservando viene catalogata come normale amministrazione, nonostante il suo animo possa essere leggermente turbato, avverte che la sensazione di piacere di rivedere finalmente qualche colore è ben più importante di tutto il resto. Forse qualcosa non funziona in lei oltre alla maledizione e l’incapacità di provare dolore fisico, perché inizia a pensare se per caso simili cose potrebbero farle provare del dolore. <Quel ragazzo.> torna al presente e cerca di concentrarsi su quanto richiesto. <E’ qui di sua spontanea volontà ed ero andata da lui solo per parlare. Non avevo nessuna autorizzazione, ma questo lui non poteva saperlo quindi ho pensato che avrei potuto farmi dire qualcosa per soddisfare la mia curiosità.> principia mettendo subito in chiaro le sue intenzioni originarie riguardo Yama. <Ma lui ha iniziato in maniera arrogante a mancarmi di rispetto, sembrava non riconoscere il mio ruolo e la mia professionalità. Io sono una novizia, ma mi sembra di essermi comportata in maniera impeccabile. Lui ha preteso di sapere il mio nome in codice, ruolo e grado.> la voce atona e distorta dalla maschera continua nel racconto cercando di essere il più precisa possibile. <Ho risposto che non doveva essere lui a fare domande data la sua posizione e il luogo in cui si trovava, ma ha risposto che attendeva qualcuno di più esperto di me. Che non mi avrebbe detto nulla perché la sua era una faccenda personale e riservata tra lui e il Generale Gekido.> i pugni si stringono involontariamente sulle ginocchia e l’animo si contorce facendole provare qualcosa che però non viene espresso. <Mi ha detto che se non ero stata mandata da lui, non mi avrebbe detto nulla e che sarebbe toccato al Generale dirmi qualcosa a riguardo ma ha messo in dubbio che lo avrebbe fatto dimostrando disprezzo e mancanza di rispetto nei miei riguardi.> prende fiato e continua. <Gli ho detto che qui dentro non aveva più nessun diritto di avere cose riservate e che non poteva comportarsi come se fosse il padrone del castello, gli ho chiesto che cosa gli facesse credere che io non fossi esperta e anche il perché stesse dubitando di me.> mantiene lo sguardo fisso su Azrael, il volto nascosto che lentamente sembra esprimere qualcosa di simile al risentimento. <Mi ha risposto che… era perché sono bassa. Che dovevo chiedere all’Hokage se volevo sapere qualcosa perché sono questione top secret, che era un civile e non prigioniero, mi ha detto il suo nome, cognome, grado, che è un ronin che l’Hokage gli ha conferito la divisa anbu e un nome in codice anni fa per non so quale motivo e poi… mi ha detto che mi avrebbe accennato qualcosa se tanto volevo, ma nulla di più, come se dovesse darmi un contentino.> a quanto pare per quanto non volesse, questa esperienza se l’è segnata al dito. <Mi ero stancata di rimanere li dentro a farmi prendere in giro e mancare di rispetto. Gli ho detto che nonostante il suo nome importante e tutte le sue cosiddette onorificenze, stava giudicando una persona dal suo aspetto e gli ho fatto presente che era un errore che nemmeno i novellini fanno… che era arrogante e sbruffone, e me ne sono andata consigliandoli di rivedere il suo atteggiamento spigoloso se voleva ottenere qualcosa qui dentro.> pausa per riprendere fiato e riordinare le idee. <Non so se mi abbia presa in considerazione, ma da come si sono svolte le cose ne dubito.> scuote appena la testa appoggiando delicata la schiena alla sedia. <Non so… se sono stata poco professionale, in caso chiedo scusa nella speranza di migliorare.> [Chk: 20/20][Equipaggiamento e maschera anbu indossati]

15:58 Azrael:
 La giovane genin si prende del tempo per ammirare le forme d’arte che Yami ha sparso per le pareti del proprio ufficio, domandando un qualcosa che non gli pare di aver mai sentito da nessuno che abbia posato gli occhi su quei disegni. Hanno pianto? Non lo ricorda. Qualche attimo di silenzio si interpone tra la domanda della Hyuga e la dovuta risposta del Sadico. Attende, ricordando – o almeno provando a ricordare – dei dettagli riguardanti quelle torture. < Non lo so. > Risponde inizialmente, portando la mancina ad accarezzare la parte inferiore della maschera, appena sotto la fina di denti aguzzissimi. < Alcuni hanno pianto. Altri hanno urlato. Altri hanno cercato di non darmi soddisfazioni, resistendo fino all’ultimo momento. > Comincia a spiegare, incurvando le rosee in un piccolo, ma invisibile sorriso a fior di labbra. < Quel che nessuno ha mai capito è che non sono le urla, le lacrime, le imprecazioni a dar soddisfazione ad un torturatore. Certo, ritengo non vi sia melodia più bella che migliaia di urla di dolore che suonano all’unisono, ma i migliori sono quelli che resistono. Che tentano di risultare stoici, ferrei e forti, ma che, poi, nonostante tutti i loro sforzi, cedono come tutti gli altri. > Pronuncia, lasciandosi andare a quella considerazione filosofica sull’arte della tortura. Scuote debolmente la testa, subito dopo, per rispondere ad un’altra domanda piuttosto particolare. Gli occhi che dovevano appartenere alla testa che sta al di sotto della teca di vetro. < Raramente li lascio. I bulbi oculari sono pieni d’acqua, hanno bisogno d’essere costantemente idratati, altrimenti si seccano e cadono. È abbastanza antiestetico, quindi li cavo e li conservo. > Specifica, cambiando poi gamba su cui poggiare la mani, accavallandole in senso opposto, prima di fare attenzione al racconto e al rapporto che la bambina gli fa di quell’incontro. Non la interrompe, anzi, si limita ad annuire ad ogni pausa, senza frapporsi nel di lei dire. E anche quando Harumi cessa il proprio discorso il Luogotenente resta in silenzio per qualche ulteriore attimo, scegliendo di rispondere con quanta più accuratezza e tranquillità gli sia possibile. < Sì, hai sbagliato. > Principia, in tono serio e sicuro, tenendo le iridi scure che si intravedono dagli alloggi ella maschera, sulla sua interlocutrice. < Non sei sua madre, lui non è il fratellino minore stupido a cui devi fare la morale quando, appunto, fa lo stupido. > Proseguirebbe, lasciando che un breve risolino interrompa il proprio discorso. < Dato che il signorino si diverte tanto a fare il gradasso, a credere di essere privilegiato solo perché non è entrato nella mia sala interrogatori con un paio di manette ai polsi, gli farò un piccolo scherzetto. Potrei portarti un suo dente, mh? Non so, qualcosa che possa equilibrare la mancanza di rispetto che ti ha offesa. Nessuno ha diritto di ignorare il nostro ruolo, che sia deshi, genin, o persino il novellino che viene a farmi le pulizie in ufficio. > Terminerebbe, lasciando che lei possa dare la propria opinione in merito, prima che Yami si lasci prendere dall’entusiasmo e vada a percuotere violentemente “quel ragazzo”. [ Chakra ON ]

16:20 Harumi:
 Cerca di immaginare quei momenti nei quali codesti uomini sono stati atrocemente torturati da Yami, provando a risentire delle loro emozioni almeno internamente come è già abituata a fare senza esternare nulla. La filosofia sull’arte della tortura esplicitata dal Luogotenente possiede poi un ragionamento che solo un sadico potrebbe fare per il significato stesso del termine, ovvero osservare quanto persino la persona più stoica alla fine cede ed è forse il risultato più grande che un sadico possa ottenere oltre alla cacofonia di lacrime e urla. <Potrei assistere almeno una volta?> lascia che le parole le fuoriescano dalle labbra senza freno alcuno, che delineano un tracciato chiaro e conciso fino alle orecchie dell’uomo per essere meglio apprese. Cenni di assenso seguono la spiegazione di Yami riguardo gli occhi e segue il discorso con interesse celato spingendo in lei un’altra domanda ben mirata. <E dove li conserva gli occhi? Quelli non li espone?> a meno che non li abbia notati e allora dona ancora un altro sguardo alla stanza magari alla ricerca di qualche barattolo però in ogni caso per il momento la sua curiosità è stata soddisfatta e la Principessa della Luna dai dubbi gusti va a sedersi per lasciarsi andare al racconto nella maniera più dettagliata possibile. La risposta dell’Anbu giunge alle di lei orecchie senza che debba attendere troppo e in maniera tranquilla e seria annuendo placida all’errore che le viene fatto notare volendo imparare da esso. <Come avrei dovuto rispondere ed agire allora? Mi dica, voglio imparare e migliorare.> essendo una recluta deve prendere ogni nozione e consiglio che le viene dato per farne tesoro e immagazzinarlo all’interno della propria testa per poi farne ricorso per la successiva simile situazione e così non sbagliare più. Tuttavia le successive parole che vengono elaborate da Azrael e donate alla bambina, scaturiscono in lei una strana e nuova sensazione una specie di formicolio sotto pelle che le risale la spina dorsale e si spinge fino al cuore facendolo battere più veloce e prendendo possesso dei di lei pensieri. Il nero sembra insinuarsi sotto pelle e donarle la forza di schiudere le labbra e rispondere. <La lingua.> tono freddo e tagliente però così come esce quella semplice parola, tanto in fretta le mani si lasciano le ginocchia di scatto per fermarsi a metà strada tra il grembo e la bocca, come se stesse per andare a coprire le sue stesse labbra. La sua espressione non si può notare per via della maschera eppure dentro di lei si è smosso qualcosa che la porta ora a scuotere la testa. <No, che dico, scusi… forse va bene un dente o un dito al massimo.> troppo esagerato forse pretendere la lingua anche se glie l’avrebbe stacca ben volentieri, e sono proprio questi pensieri e questi sentimenti che avverte dentro di lei a lasciarla quasi di stucco iniziando una mini battaglia interiore che solo lei può vedere e sentire. [Chk: 20/20][Equipaggiamento e maschera anbu indossati]

17:31 Azrael:
 la curiosità di Harumi nei confronti della testa e del modo che il Dainin adotta per conservare i bulbi oculari che estirpa ai crani lo portano ad interessarsi in maniera non troppo velata alla figura della piccola ANBU. Gli ricorda se stesso quando era appena entrato nelle forze speciali, affascinato dall’arte della tortura ed incline ad un sadismo innato e che, volente o nolente, ha sempre fatto parte di lui. < Gli occhi li corservo in barattoli di formaldeide, che poi tengo nello stanzino dove lascio i teschi alla fine della putrefazione. > Le risponde, lanciando uno sguardo alla testa contenuta nella teca di vetro, tornando poi sulla piccola che, alla richiesta del Luogotenente, esprime la sua volontà di strappare di netto la lingua a Yama per tenerla come trofeo, salvo poi mostrare una sorta di pentimento nel pensiero appena formulato. Ecco, anche questo gli ricorda in maniera palese il suo iniziale modo di approcciarsi alla nobile arte della tortura. Non le risponde da subito, si alza ed aggira la scrivania, andando a raggiungere la bambina per poggiarle una mano sulla spalla. < Ehi, va tutto bene. Non devi scusarti per quello che hai pensato. Lui ti ha mancato di rispetto. Ha usato la lingua per ferirti e tu vuoi ferirlo togliendogliela. È un pensiero naturale. > La rassicura, massaggiandole debolmente la piccola spalla, qualora lei avesse permesso alla sua mano di poggiarvisi sopra. < Ogni essere umano ha questo desiderio. C’è chi lo nasconde e chi, come me, lo accetta. Questo non vuol dire che possiamo andare in giro a fare del male a chiunque ci dia fastidio, ovviamente. > Scuoterebbe debolmente la testa, prima di continuare a parlare < Vedi, non hai bisogno di combattere i pensieri che la tua mente partorisce. Devi discernere i pensieri buoni da quelli cattivi, ovviamente, ma non devi reprimerli perché, altrimenti, richiano di esplodere prima o poi. Devi imparare a controllarli e dominarli, prima che loro dominino te. > Proseguirebbe, prima di ripensare alla domanda che lei gli ha posto riguardo il poter assistere ad una tortura e riguardo a quello che avrebbe potuto fare dinanzi all’arroganza di Yama. < Avevi due scelte, una ti avrebbe messo dalla parte dei giusti, l’altra ti avrebbe dato una soddisfazione immediata, ma ti avrebbe messo nei guai. Ora io ti dirò quello che avresti potuto fare e tu mi dirai quale, secondo te, sarebbe stata quella giusta. > Resterebbe a guardarla, attendendo un qualunque cenno di assenso da parte sua prima di continuare. < Avresti potuto ammanettarlo e cambiare il suo stato da volontario a prigioniero, accusandolo di oltraggio nei confronti di un membro ufficiale degli ANBU, oppure avresti potuto tagliargli la lingua lì, in quel preciso istante. > Queste sarebbero state le due scelte. Una che avrebbe dato una soddisfazione immediata, l’altra una più lenta, ma ugualmente soddisfacente. Avrebbe potuto interrogarlo in seguito, in qualità di criminale, prendendosi la rivincita per ogni torto subito. < Ti farò chiamare la prossima volta che avrò la tortura giusta a cui farti assistere. Poi, se vorrai, ti insegnerò tutto quello che so. Che ne pensi? > Le domanda, seppur con la voce distorta, in un tono piuttosto paterno. Il tono di un adulto che vuole insegnare alla propria bambina qualcosa., che vuole condividere con lei un momento, benché quel momento includa il far soffrire una persona sino a farlo diventare parte dell’arredamento di quel macabro ufficio. [ Chakra ON ]

17:53 Harumi:
 Se solo non ci fosse quella maschera a coprirle il viso, l’uomo avrebbe potuto ammirare uno dei rari momenti nei quali l’espressività della bambina riesce ad avere la meglio ed esprimersi come mai potrebbe fare in maniera volontaria. Lo stupore che si delinea nei suoi bianchi occhi che si sgranano e nella linea sottile della bocca che si dischiude in maniera sorpresa, le sopracciglia albine che si sollevano e il tutto ingiustamente coperto da una maschera. <Conserva anche i teschi? Puliti e lucidati?> non è inorridita ma sempre più curiosa ed affascinata da quella mente che sta scoprendo tanto affine ad un di lei piacere personale ancora ben sopito in lei ed è lui -come Kaori- che sta facendo nascere in lei emozioni che le permettono di conoscersi e identificarsi. Proprio come quella richiesta di avere la lingua di Yama, formulata così precipitosamente e ritrattata abbastanza velocemente spaventata dai suoi stessi pensieri che spontaneamente si sono formulati nella di lei mente e si perde in quel labirinto grigio che è la sua testa non accorgendosi di Yami che lascia la sua postazione per aggirarla, così assorta e così lontana nel cercare di rincorrere il bianconiglio nella di lei mente. Si riscuote avvertendo la mano di lui sulla di lei spalla, così forte e decisa eppure allo stesso tempo comprensiva, seguita dalle sue parole altrettanto memorabili e atte a tranquillizzarla. <Esatto, è perché mi ha ferito con la sua lingua.> ecco perché ha pensato alla lingua ed ecco che comprende finalmente che quell’atteggiamento -nonostante abbia cercato di non comportarsi da bambina offesa- l’abbia inevitabilmente offesa invero. <Non volevo prendermela così tanto, ma forse sono ancora troppo giovane per passare sopra alle offese. Immagino che imparerò a non comportarmi da bambina offesa nel tempo.> eppure quei suoi pensieri sono definiti normali e terapeutici quasi senza doverli reprimere ma accettare, questo da modo di riflettere alla piccola Principessa. <Accettare questi pensieri anche se sono moralmente sbagliati?> sta cercando di capire come comportarsi in questa società e di certo lui le sta dando una mano sotto questo punto di vista mentre Kaori l’aiuta in un altro aspetto della sua vita, come a farle comprendere che una bambina normalmente non deve avere figli. <Come posso controllarli e dominarli?> chiede infine prima di stare al gioco del Nara. Le piacciono i giochi e gli indovinelli dunque si presta attentamente al gioco ascoltando ed annuendo diverse volte con calma placida. <La scelta giusta sarebbe stata ovviamente quella di mettergli le manette e farlo passare da volontario e prigioniero.> lo riconosce, non ha alcun problema a farlo e ancora una volta la maschera impedisce di veder nascere un’ennesima emozione sul viso di lei. Un leggero arrossamento delle gote rosate che svelato un imbarazzo o un’eccitazione per quello che sta pensando. <Anche se in effetti avrei tanto voluto colpirlo. Ma sapevo che sarebbe stato scorretto e non sapendo come agire me ne sono andata.> lascia che le sue labbra donino la fuga a un leggero sospiro prima di continuare quella chiacchierata così a cuore aperto. <Forse però non avrei avuto il tempo, anche nel mezzo della nostra chiacchierata penso che lui abbia impastato il chakra. Non ne sono sicura, ma ha formulato il sigillo della capra e poi non ha fatto altro… quindi se non ha attivato nessuna tecnica è probabile che avesse impastato il chakra.> annuisce non proprio convinta della sua deduzione. <Quindi forse ci sarebbe stato uno scontro se avessi tentato di mettergli le manette.> sarebbe potuto degenerare tutto all’istante e lei si sarebbe ritrovata in una posizione scomoda e sconosciuta. <Grazie del consiglio, Luogotenente.> e come potersi perdere anche quel breve ed intenso luccichio che attraversa lo sguardo della Principessa non appena giunge alle di lei orecchie quella allettante proposta. <Penso che potrebbe essere molto istruttivo per me, quindi accetto la proposta, grazie.> formale ed educata come sempre anche attraverso il tono di voce distorto e distaccato però non troppo dato che si potrebbe riconoscere un’inclinazione emozionata in quella giovane voce. <Potrò così farle da assistente?> non sa perché sta ricercando quella vicinanza con quell’uomo così come ricerca la vicinanza di Kaori, e allo stesso tempo ricerca nuovamente quella voce che la idolatrava. [Chk: 20/20][Equipaggiamento e maschera anbu indossati]

18:34 Azrael:
 Dai piccoli alloggi per gli occhi della maschera di Harumi si può notare, seppur a malapena, il suo sguardo cambiare in più momenti. Una cosa alquanto interessante, considerata la consueta assenza di sentimenti sul volto giovanile della Hyuga. < Certamente. Puliti, lucidati e conservati in maniera tale da non portare sporcizia o insetti. > Preciserebbe, così da poter continuare a parlare di cose ben più importanti. < Ascolta, se prefwerisci, finché siamo qui, possiamo proseguire senza la maschera. Nessuno ti dirà niente o ti rimprovererà, se lo fai. > Le dice, prima di iniziare a rispondere alle cose che la piccola Hyuga gli ha posto davanti in esame. < Vedi, non c’è un unico modo in cui dominare i propi istinti. Il primo passo è accettarli, poi bisogna essere bravi a valutare la situazione e capire quando questi istinti possono aiutarti nelle situazioni e quando sono… solo semplici capricci. > Come potrebbe riuscire a spiegare tre anni in cui ha lavorato su se stesso fino ad arrivare, seppur non in maniera perfetta, a dominare i propri istinti. < Infatti. > Si interpone tra le di lei parole, per darle ragione. < Quella situazione sarebbe stata svantaggiosa. Ragion per cui, nel momento in cui lui avesse provato ad alzare le mani, eravate nel Quarier Generale Anbu e qualcuno sarebbe accorso per metterlo in galera e lasciarlo marcire lì. Ad ogni modo, ti spiego il mio piano: ho intenzione di usare la tecnica della trasformazione per trasformaarmi in te e ripetere la scena che hai già vissuto tu. E in quel momento potrò insegnargli una significativa lezione. Naturalmente non lo ucciderò, non sarebbe giusto o vantaggioso, come ti dicevo prima. Ma gli strapperò almeno un dente e, poi, lo darò a te. > Terminerebbe, così, la spiegazione del proprio “piano”, a cui poi seguirà l’interrogatorio formale per cui Yama è arrivato lì. Si silenzierebbe per un istante, a questo punto, allontanandosi da lei per poggiarsi con la schiena sulla grossa scrivania. < Harumi… > La chiamerebbe per nome, adesso, per avviare un’altra parte di discorso, in maniera tale da aggiustare un errore che in passato si è ritrovato a fare per emotività < …proprio in nome di una scarsa valutazione della situazione mi sono ritrovato a comportarmi in maniera molto scontrosa con te. E volevo sapere se fosse tutto a posto, ecco. > Concluderebbe, adesso, attendendo una risposta di fronte alla piccola Harumi. [ Chakra ON ]

18:53 Harumi:
 Lascia correre l’immaginazione che la porta a figurarsi uno stanzino e dentro di esso i teschi puliti e lucidati, resi immuni a sporcizia e insetti, insieme a barattoli di occhi in formaldeide. Si domanda la Principessa cosa proverebbe davanti a un simile spettacolo però ora come ora si sente solo estremamente curiosa di questi particolari hobby che sono propri dell’uomo che ha di fronte. Scuote appena la testa decidendo di rifiutare quell’offerta che le viene posta pur senza conseguenze. <Preferisco mantenere la maschera così come le regole vogliono.> pausa e riprende per un attimo solo l’argomento. <Potrò vedere anche quei teschi e gli occhi?> unica domanda e poi tace portando avanti la discussione su un altro fronte più importante per la piccola Principessa e il suo interlocutore. Accettare i di lei pensieri sarebbe il primo passo per dominarli però a maggior ragione prima di tutto dovrebbe riconoscerli e non farsi spaventare da essi. <Grazie del consiglio.> se li tiene stretti tutti questi consigli utili per migliorarsi come ninja e come anbu oltre che come persona in vista del di lei benessere fisico ed emotivo. Seduta composta sulla sedia e nel bel mezzo del suo personale silenzio, la Principessa ascolta il piano elaborato dall’uomo per giocare un brutto tiro al ragazzo volontario che attende qualcuno che lo interroghi. Alla conclusione delle sue parole non ci sono cenni di assenso o parole ma solo un piccolo accenno di una piccola e distorta infantile risatina che le sue labbra non riescono a trattenere e che il suo corpo riesce ad esprimere portando sorpresa e sollievo in quella mente attanagliata dalla maledizione delle emozioni. I colori ancora danzano a ridosso del soffitto della stanza e lei solleva la testolina per osservarli e perdersi in un lungo silenzio quasi interminabile, i silenzi al quale l’uomo è già stato messo alla prova in casa di Kaori, anche se quella prova non andò molto bene. <Mi piace, sarò curiosa di sapere cosa succederà. Poi mi racconterà tutto?> che sia in veste di anbu o in veste civili, sarà il Luogotenente a decidere e lei si affida al suo più alto grado per comprendere cosa le è permesso o non permesso fare, l’esempio di potersi togliere la maschera senza conseguenze ne è una prova che poi sia stata una sua scelta di seguire le regole è un’altra cosa; ma quando lui la chiama per nome la bambina sembra trasalire perché l’uomo ha infranto una regola molto importante che ora sembra la sua mandando in tilt. <In veste anbu sono Tsukiko. Sono Tsukiko… Ho la maschera…> non può rischiare di mischiare questi due aspetti del di lei lavoro e la voce affronta un'altra metamorfosi: tremola. Le regole sono regole, la rigidità che si è imposta le impedisce di essere flessibile in questo momento. Non può però ignorare quello che le viene detto e per il quale ha avuto molti pensieri. <E’ a posto. Kaori… ha spiegato che c’è stato un malinteso e che i tuoi pensieri hanno preso il sopravvento. Nessun problema, io ero invece preoccupata che… mi odiassi?> solo ora riesce a mettere in chiaro cosa pensava e cosa temeva, cosa quell’atteggiamento l’aveva portata a pensare. <Però Kaori ha spiegato tutto. Spero che non succeda più una cosa simile.> si comprende che non sia molto brava in queste situazioni e con le parole forse appare un po’ inesperta e impacciata, così attende una reazione da parte dell’uomo. Yami o Azrael si sta già iniziando a confondere. [Chk: 20/20][Equipaggiamento e maschera anbu indossati]

16:39 Azrael:
 L’attaccamento alle regole da parte di Harumi lo sorprende alquanto. I bambini, solitamente, sono i primi a non voler sottostare alle regole, eppure alla Hyuga non sembra importare questo basilare concett. In fondo, per quanto il Nara a volte possa dimenticarsene, quella che ha di fronte non è una bambina normale, non una che abbia vissuto esperienze che possano definirsi normali. È per questo motivo che, immediatamente, nel momento in cui la piccola mostra disagio nel togliere la maschera e riguardo il nome in condice, il Dainin si raddrizza sulla propria schiena, schiarendosi rapidamente la voce. < Hai ragione Tsukiko, non avrei dovuto. Prendila come una sorta di prova per constatare quanto tenessi fede al regolamento, in ogni caso avresti superato tutto. > Si fermerebbe, a questo punto, sperando che il proprio piccolo errore di valutazione non incida sul rapporto leggermente più ‘rilassato’ che i due stanno tenendo in questo momento. < Non ti odio, no. E nemmeno in quel momento, ero solo distratto da altri pensieri, persone cattive e cose del genere. Avrei dovuto pormi in maniera più educata, ma comunque spero che tu possa darmi l’occasioe di rimediare. > Direbbe, a questo punto, cercando di far vertere il discorso su qualcosa che possa interessare entrambi e che Yami vorrebbe studiare più da vicino, quando nota questo particolare interesse nella tortura in qualcuno, figurarsi in una bambina così piccola. < Come mai vorresti assistere? Vorresti sapere cosa dice un torturato? Quanto e come urla o piange? O sei solo curiosa di sapere come sono fatti i corpi umani quando sono aperti? > Domande semplici, ma non propriamente adatte ad una ragazzina dell’età della Hyuga, fatte appositamente per cercare di scrutare da quella piccola porzione di occhi perlacei visibili dalla maschera una qualunque reazione ad immagini così crude. [ Chakra ON ]

16:56 Harumi:
 La mentalità della piccola Principessa si può definire infantile sotto alcuni punti di vista però non si potrebbe definire nemmeno totalmente matura, più che altro sotto altri aspetti lei si ritrova ad essere ligia alle regole solo perché sono qualcosa di certo e sicuro. Dopo essersi ritrovata in un mondo sconosciuto senza avere la minima idea di cosa stesse accadendo intorno a lei, senza avere una minima base di cosa sia la vita, si è sentita affogare e annaspare, e le regole sono quelle ancore di salvataggio che la tengono a galla donandole il tempo di imparare a nuotare. Fin quanto segue le regole è sicura di compiere azione esatte ed è sicura di potersi immergere sempre più in quel mondo fino a sentirsene parte, per questo si sente tanto attaccata ad esse, ma sono concetti così complicati per la di lei mente che forse nemmeno riesce a comprenderli. Tuttavia prova un profondo senso di sollievo quando il Luogotenente pare comprendere quella piccola parte di lei tornando a chiamarla col nome in codice di Tsukiko e delineando un motivo a quel suo comportamento che si risolve in una specie di prova. Involontariamente ancora una volta la bambina accenna un spontaneo sorriso che però viene nascosto dalla maschera però è un sorriso che fa a condizionare anche gli occhi, i quali -perlacei- sembrano farsi più brillanti. Dolce è stata la reazione dell’uomo per mettere nuovamente a suo agio la piccola e questo lei lo comprende e lo accetta, senza andare però a minare quell’atmosfera che è venuta a crearsi. <Si, Kaori me lo ha spiegato, non si preoccupi, è tutto a posto per me… e sono felice di sapere che non ci sono sentimenti negativi verso di me. Me ne sarebbe dispiaciuto.> pacata e piatta come al sempre ma le sue parole sono verità e rispecchiando esattamente quello che pensa e prova. Un lungo silenzio infine segue quelle domande che le sono state poste, dando l’impressione che ancora non abbia sentito, rimanendo immobile e neutra nel mentre che le di lei celluline grigie analizzano e comprendano quanto chiesto. <E’ una domanda difficile. Direi che mi interessa perché sono curiosa.> una pausa e le manine si stringono sulle ginocchia. <Forse è perché vorrei conoscere ogni aspetto di questo mondo, ogni sfumatura esistente. Conoscendo poco della vita, quest’arte mi potrebbe sembrare totalmente normale agli occhi e alla mente, qualcosa come un’altra… e se invece poi scoprissi che non è così?> abbassa delicatamente il viso osservando le proprie mani che vanno ad intrecciarsi tra loro. <Ad esempio pensavo che bastasse essere femmina per avere bambini, quindi credevo fosse normale che anche una bambina potesse avere dei figli. Ma Kaori mi ha detto che non è giusto e io ho compreso che ci sono altre regole e mentalità ben diverse.> torna a sollevare lo sguardo cercando di tenerlo fisso sulla maschera altrui. <Sono curiosa di quello che potrei vedere, se quest’arte sarebbe in grado di farmi provare dolore fisico. Curiosa di conoscere le reazioni dei torturati… ogni sfumatura di colore per me è importante.> conclude il di lei dire incorniciando il tutto con una lunga ed intensa pausa di silenzio assoluto. [Chk: 20/20][Equipaggiamento e maschera anbu indossati]

17:29 Azrael:
 Per quanto avesse deciso di parlare con Tsukiko unicamente per il bisogno di sapere cosa è successo nell’incontro con yama, quell’incontro si sta rivelando decisamente più interessante. Lo sta aiutando a comprendere cosa è presente nella testa della bambina, così diversa e così lontana dal mondo. < Allora… metiamo una regola, solo tra me e te. Finché non stiamo facendo qualcosa di ufficiale, non siamo in missione o non siamo in presenza di altri in incontri uficiali, mi darai del tu. > Direbbe, cercando una maggiore confidenza con la piccola, anche quando non saranno divisi dalle maschere che gli coprono il volto. < In cambio, io ti spiegherò qualunque cosa di cui sarai curiosa. Ti farò assistere a delle torture, ti mostrerò persino i miei teschi, se vorrai. > Ecco, più che una vera e propria regola è uno scambio piuttosto equo, un favore per un favore. < Sono curioso anche io. Provo piacere nell’infliggere dolore alle persone perché, proprio a causa del dolore, le persone hanno reazioni tutte diverse, tutte molto interessanti. Ora, non voglio farti del male, ma voglio sapere cosa provi, cosa vedi e cosa senti. > Inclinerebbe leggermente il capo a sinistra, spiegando brevemente le sue intenzioni nei riguardi della piccola Harumi. <Io posso mostrarti tutto quel che vuoi. Posso ostrarti qualunque posto del mondo, ad esempi. Senza viaggiare, in ua maniera che non richiede tempo o fatica. E posso mostrarti quello che provano le persone, posso spiegartelo nel dettaglio. E lo farò, a patto che tu, poi, mi aiuti a capire te. Ci stai? > Le proporrebbe, andando poi ad avanzare con la mano destra per stipulare quella sorta di accordo con una formale stretta di mano. < Ti interessa scoprire il mondo, mi hai detto. Ma ti interessa anche scoprire te stessa? Da dove vieni, come e perché? > In fondo il Nara ha una vaga idea delle origini che potrebbe avere la Hyuga, ma non tutti i tasselli sono al proprio posto, non tutte le pagine sono leggibii nel modo corretto e nel corretto ordine e potrebbero scoprirlo e mettere tutto al proprio posto, se iniziassero a lavorare assieme. [ Chakra ON ]

17:46 Harumi:
 La regola enunciata dall’uomo o per meglio dire il patto, sembra molto ragionevole alle orecchie della giovane Principessa, la quale va ad annuire con un cenno di assenso senza nemmeno rifletterci troppo, facendo dono a lui del proprio parere. <Per me va bene, mi piace.> l’educazione e il rispetto sono importanti per la piccola, ma le piace anche accorciare le distanze se si tratta di qualcuno che le piace come persona. <Mi sembra uno scambio perfetto. Maggior confidenza in cambio di spiegazioni e alla possibilità di assistere alle tue torture e vedere i tuoi teschi.> infatti la piccola Anbu ha già iniziato a mantener fede a quel patto, cambiando di punto in bianco il suo modo di esprimersi nei riguardi dell’uomo. <Non so se proverei piacere, al momento solo curiosità. Ma… non so nemmeno io con esattezza cosa provo e cosa sento, so che sento emozioni ma non riesco facilmente ad esprimerle, e so che non sento…> si blocca di colpo irrigidendosi senza nessuna apparente ragione, ma stava per dire qualcosa che non vorrebbe far sapere, qualcosa che solo Raoku sa, e ora inizia ad andare indietro nel tempo nel disperato tentativo di comprendere se prima le se sfuggito qualcosa o meno in merito al dolore fisico. Forse si, o forse no, inizia un lungo momento di paranoia nel quale osserva la figura di Yami per capire se si sia accorto di qualcosa o meno ma una cosa è certa ed è che non deve rimanere per troppo tempo in silenzio. <Ci sto.> pronuncia facendosi sfuggire quelle parole ancor prima che il cervello abbia elaborato con cura tutto quello che egli le ha detto. <Ma in che modo si può conoscere il mondo senza viaggiare? E come si può spiegare nel dettaglio cosa provano le persone? Tu leggi dentro di loro?> l’etera e piccola figura della Principessa pone le sue domande in modo che arrivino delicate all’orecchio altrui e subito annuisce con altri eloquenti cenni di assenso divenendo invero molto più veloce a recepire quello che le viene chiesto e a rispondere. <Voglio soprattutto scoprire me stessa. Kaori mi ha detto che siete andati nel luogo da dove provengo, e che ha trovato qualcosa… non mi ha detto molto però.> abbassa la testa e continua a fissare le di lei manine ancora strette sulle ginocchia, e tenendo lo sguardo basso continuerebbe a dialogare con Yami. <Ha detto che molti Hyuga sono morti lì, e che mi sarebbe toccata una sorte peggiore della morte.> ancora non riesce a vedere l’altra opzione come peggiore anche se ha perfettamente capito cosa Kaori volesse dirle e intendere, ha compreso quale che fosse il suo pensiero e le regole che ci sono in questo mondo, ma la di lei mente ancora deve riuscire a farle sue. <Voglio scoprire tutto.> non aggiunge altro preferendo il silenzio e la visione delle proprie manine le quale verrebbero rilassate non appena si rende conto della tensione che sta immettendo nei muscoli e nei tendini delle mani. [Chk: 20/20][Equipaggiamento e maschera anbu indossati]

18:06 Azrael:
 Sarebbe piuttosto difficile, anche per un principiante in materia di interrogatori, lasciarsi sfuggire il tentennamento della piccola Harumi. Le labbra, seppur coperte dal gesso della maschera di Yami, si corrucciano per qualche istante, cercando di comprendere quale sia la risposta che la Hyuga non vuole dargli. E questo già contravviene al patto che ha voluto stipulare con lei. < Cos’è che non senti, mh? Abbiamo appena detto che io ti dirò tutto se anche tu farai lo stesso. > Oscillerebbe col capo un paio di volte, prima verso la sinistra, poi verso destra, prima di tornar dritto a guardare la sua interlocutrice negli occhi perlacei che si intravedono oltre la maschera < In fondo, per logica, non è pericoloso che tu mi dica tutto di te. Sono più alto in grado e fisicamente più forte, non mi occorre conoscere particolari di te per trovare un puto debole. Inoltre la mia posizione all’interno del Villaggio è rispettata da tutti, se volessi dare informazioni su di te potrei darne di false e tutti mi crederebbero comunque. Se non ho ancora fatto nulla di tutto ciò, può voler dire soltanto che non ho intenzione di farti del male. È pura logica. > Esporrebbe in maniera piuttosto fredda, ricordando quasi come quei tipi di ragionamento lo abbiano aiutato a parlare con la piccola Kouki, sebbene al momento sia impegnata in facccende che vanno anche oltre la propria comprensione. Se la piccola avesse dato una risposta esaustia, diversa dal semplice silenzio o da qualche divagazione che non porterebbe ad una risposta diretta alle curiosità del Nara, egli potrebbe contiuare e rispondere alle di leidomande, per ripagare Tsukiko del suo tener fede al patto di scambio reciproco di informazioni. < Posso viaggiare senza spostarmi a piedi o con mezzi di trasporto. In un semplice battito di ciglia sono in grado di compiere la distanza che intercorre tra Konoha e Iwa, ad esempio. > Una brevissima e splicistica spiegazione dell’utilizzo dell’Hiraishin, per spiegare al meglio le proprie parole precedenti < Si tratta di una conoscenza particolarmente avanzata del ninjutsu, riservata a pochi eletti. Magari un giorno te ne parlerò più nel dettaglio o, meglio, te lo mostrerò. > Le propone, prima di proseguire col proprio discorso riguardante la sua abilità di conoscere le emozioni < No, non leggo dentro le persone. Non posso assicurarti che tutto ciò che dico sia assolutamente giusto, ma la mia esperienza, sia nella vita che come ANBU mi hanno portato a far particolare attenzione alle emozioni altrui. Posso spiegartele teoricamente, dirti cosa le sta provocando e farti altri esempi, così potremo scoprire come e quando e se anche tu puoi provarle. > Ed ecco che la piccola esterna la propria volontà di scoprire le proprie origini. Certamente esse saranno collegate al laboratorio trovato a Taki, ma non per questo sono certe e ben spiegate. < Kaori sta leggendo i documenti che abbiamo trovato lì, per capirci qualcosa di più. Siamo certi che tu venga da lì, ci manca solo da sapere perché sei venuta al mondo e chi ti ha generata. > Non utilizza termini come ‘genitori’ o ‘nascita’ perché, per quanto ne sa, non è detto che sia un organismo procreato da un uomo ed una donna, essendo il laboratorio da cui dovrebbe essere venuta adatto per esperimenti genetici e per il creare la vita in provetta, partendo dal corredo genetico di – così come è molto probabile – il fratello gemello della stessa Kaori. [ Chakra ON ]

18:22 Harumi:
 Un lungo e delicato silenzio, profondo quanto è profonda la stessa Principessa eppure ricolmo di colori ed emozioni, ma giustamente concorda con Yami nel comprendere che lei stessa sta già andando contro al patto appena stipulato e le fa comprendere in maniera del tutto articolata, come lei possa dirgli qualsiasi cosa senza timore. Eppure teme per la propria carriera e teme di essere esclusa dalla strada prescelta, però può tentare di farsi promettere di mantenere il segreto così come fece con Raoku. <Non dirlo a nessuno però. Ho paura che mi venga impedito di essere un ninja… io non sento il dolore fisico, non provo questo tipo di dolore ma non so a che livello e quanto profondo sia.> scuote appena la testa. <So che potrebbe essere un problema in un combattimento, potrei non rendermi conto di quanto grave sia una ferita.> confessa anche a lui quel segreto ma si esime dal chiedergli di farle del male in quanto è già stato chiaro in merito e in più non può costringere un superiore a fare qualcosa, non è come parlare con un proprio parigrado. Successivamente alle sue parole ascolta la spiegazione che le viene donata in cambio riguardo al viaggiare senza mezzi, spostarsi così velocemente come un battito di ciglia e pare alla bambina qualcosa di stupendo e oltremodo comodo. <Comodo. Mi piacerebbe sperimentarlo.> nei tempi e nei luoghi giusti, non ora che stanno discutendo di altre cose importanti mentre i colori ancora aleggiando sopra di loro. La Principessa della Luna è migliorata dal loro primo incontro, ora riesce a parlare più liberamente anche se forse sono da migliorare i tempi di risposta. <Capisco cosa intendi allora… sai interpretare le espressioni, i gesti e il tono della voce, le emozioni. Allora accetto davvero volentieri il tuo aiuto.> qualsiasi cosa possa aiutarla viene accolta di buon grado dalla bambina. <Ah… Kaori ha detto che mi sarebbe toccata una sorte peggiore della morte, ovvero che… mi avrebbero fatto fare figli.> più o meno, le parole vengono fatte scivolare con facilità come se fossero prive di importanza. <Per far risorgere la stirpe della Luna, dato che ne sono la Principessa.> questo è tutto quello di cui hanno parlato durante l’allenamento della piccola Hyuga e altro sicuramente non sa. [Chk: 20/20][Equipaggiamento e maschera anbu indossati]

18:44 Azrael:
 Prima ancora di dirgli il suo piccolo segreto, la piccola tenta di estirpargli la promessa di non parlarne a nessuno. Yami annuisce in risposta, d’altronde non avrebbe avuto intenzine di farlo neanche se non le avesse fatto alcun genere di promessa. < Non lo farò. Tuttavia non è necessario che tu mantenga un segreto in maniera incondizioonata con tutti. Anche questo è questione di valutazione, devi e puoi decidere a quali persone affidare una confidenza. Kaori, ad esempio, non utilizzerebbe mai alcuna arma, né fisica né mentale, contro di te. Così come non lo farei io. > Spiegherebbe, prima di assiilare quel dettaglio che la piccola non aveva voluto dirgli fin da subito. Le labbra si schiudono, un respiro vibra contro il distorsore vocale. < E’… strabiliante. > Pronuncerebbe con una certa ammirazione nella voce. Ha potuto avere esperienza di altre persone particolarmenti resistenti al dolore fisico e l’ha sempre trovata una caratteristica estremamente affascinante. < Dubito che qualcuno potrebbe mai impedirti di fare la kunoichi. È vero che questa condizione ti impedisce di accorgerti della gravità delle ferite, ma allo stesso modo ti rende più resistente degli altri a torture fisiche, a grandi sforzi… tutto questo è meraviglioso ed estremamente utile. Ma un’arma, per essere utilizzata deve essere prima di tutto conosciuta a fondo. > Terminerebbe, prima di avanzare un passo verso la piccola figura di fronte a sé. < Vorrei… provare. > Le esternerebbe quel bisogno quasi maniacale di assicurarsi della profondità della sua condizione. Il non sentire dolore fisico da parte della bambina stuzzica la curiosità del Sadico in una maniera quasi irresistibile. Se lei si mostrasse favorevole a provare, il Nara le tenderebbe la mano destra aperta, col palmo rivolto verso il soffitto, in modo che possa poggiarvi la propria. Qualora lo avesse fatto, egli proseguirebbe il proprio discorso, guardandola negli occhi. < Guarda me, non le nostre mani. > Questo le direbbe, se lei stesse facendo quel che le è stato richiesto. Se non posa lo sguardo sulle loro mani, non potrà accorgersi con altri sensi che non siano il tatto delle azioni di Azrael che, in concomitanza col proseguo del proprio discorso, le chiuderebbe le falangi attorno l’esile polso per cominciare a stringerlo leggermente. < Quello che c’è di brutto, nel costringere qualcuno ad avere dei figli non è proprio il ‘fare figli’. > Inizierebbe a spiegarle, aumentando gradualmente la pressione applicata sul polso. Farebbe attenzione, con udito e tatto alla reazione delle ossa della piccola. Non vuole spezzarle il polso, né incidere in maniera considerevole sulle di lei ossa. Vorrebbe unicamente testare la resistenza superficiale al dolore, dando semplicemente lo stimolo della stretta sularticolazione che sta stringendo. E continuerebbe col proprio fare, senza mai smettere di parlare e di guardarle negli occhi, incurante del fatto che la cosa potrebbe lasciarle dei lividi, segno dei capillari che potrebbero cedere alla pressione, quel che gli importa è non causarle danni che la costringerebbero all’ospedale, ma che guarirebbero da soli in qualche ora, al massimo un giorno. < Si tratta, più semplicemente, del costringere una persona ed il suo corpo a qualcosa che essa, con la propria mente e la propria volontà, non vuole fare. Come se qualcuno tirasse i fili di un burattino, ma qualora il burattino avesse volontà. Si tratta di togliere il potere che ogni persona ha il diritto di esercitare su se stessa. È umiliazione, frustrazione, una serie di emozioni negative che nessuno vorrebbe mai provare e che, successivamente, potrebbero portare alla difficoltà di recuperare proprio quel controllo, anche anni e anni dopo. > Le spiegherebbe, come da contratto, le implicazioni emozionali di quanto le è stato precedentemente spiegato da Kaori e, se lei non avesse mai mostrato segni di cedimento, questo sarebbe il momento in cui le lascerebbe il polso, smettendo di applicare pressione, cercando di studiare le di lei reazioni. [ Chakra ON – Forza 65 (ridotta per non fare danni) ]

19:03 Harumi:
 Rimane in silenzio avvertendo un leggero senso di colpa per non averne mai parlato con Kaori, nonostante lei sia la persona più adatta per parlare di quella che sembra a tutti gli effetti una malattia ma aveva appunto paura che le fosse preclusa la possibilità di essere un ninja però Yami afferma di mantenere il segreto e non solo perché le sue parole vanno ben oltre quello che la bambina avesse mai immaginato e la definisce strabiliante. Una condizione strabiliante che permette alla bambina di essere resistente al dolore, alle torture, ai colpi. <Strabiliante? L’ho pensato anche io come prima cosa, perché mi permetterebbe di essere resistente e di essere un ninja perfetto. Con la mia mancanza di colore e l’impossibilità di esprimere quello che provo… non sarei un ninja da manuale?> senza pensarci su due volte dona la propria mano a lui tenendo lo sguardo fisso in quello del Nara così come le viene chiesto. <Però i contro non sono da sottovalutare.> non dice altro ma non prova nemmeno a concentrarsi su quello che avverte al di lei polso quando l’uomo glie lo stringe, perché non sentirebbe nessun dolore e nessun fastidio. Come se non stesse succedendo niente infatti manterrebbe lo sguardo sull’uomo e intanto ne ascolterebbe le parole. Anche lui come Kaori espone il medesimo pensiero sul costringere qualcuno ad avere figli ma forse questo era un qualcosa che era sfuggito alla Principessa. <Dunque se io fossi d’accordo potrei fare figli?> a quanto pare non è un problema di età come aveva inteso da Kaori, ma di volontà, quindi se lei volesse potrebbe. <Ho compreso che togliere la volontà e costringere è un male, che provare sensazioni negative è un male. Ma pensavo che ai bambini fosse comunque vietato avere una prole, ma se essi fossero d’accordo allora non ci sarebbe problema?> non c’è nessuna reazione allo stringersi della mano attorno al fragile e sottile polso della bambina, ne espressiva, ne nessun muscolo che si contrae, più che altro sta cercando di trovare nei cassetti della sua memoria il discorso completo e preciso che Kaori le fece riguardo questo argomento per non tralasciare nulla. Sono cose così complicate per lei che a volte ha bisogno di risentirle più volte così che il di lei cervello possa assimilarle. Se il polso infine le verrebbe lasciato, la bambina abbasserebbe solamente lo sguardo per osservare il risultato di quanto fatto dall’uomo sul suo polso. <Niente.> le sue labbra rilasciano solo quella flebile e delicata parola. [Chk: 20/20][Equipaggiamento e maschera anbu indossati][//Off: sarebbe insensibilità congenita al dolore. A quanto ho capito è una impossibilità di sentire ogni tipo di dolore, persino incapacità di avvertire lesioni interne e fratture quindi penso sia totale. Comunque non sono un medico se mi sbaglio mi correggerò volentieri!]

19:31 Azrael:
 La capascità di cui si sta accorgendo nella piccola Harumi ha dell’incredibile, ma, al tempo stesso, è estremamente svantaggiosa. E lei deve saperlo, non può vivere senza comprendere quel che accade in lei. < No, non proprio. Con la tua particolare capacità potresti essere molto più resistente alla fatica, ma moriresti per quel che il tuo corpo sta sopportando. Vedi, l’essere insensibile al dolore non ti rende invincibile. Ti rende solo visivamente più resistente. E il non provare emozioni ti rende, sì, più resistente agli stimoli psicologico, ma un buon interrogatore si rende immediatamente conto che è inutile continuare a battere su qualcuno che, a livello patologico, non puoi scalfire psicologicamente. > Uno svantaggio tutti gli effetti, insomma, ma nulla che le impedirebbe di essere ninja. < E’ strabiliante per la sua unicità. E, comunque, nessuno ti vieterebbe di essere ninja. Se il tuo obiettivo è difendere il villaggio, nessuno te lo impedirà, a prescindere dalle tue condizioni fisiche. > Terminerebbe, lasciando andare il polso che, in soldoni, non riporterebbe più di qualche livido dato il controllo che il Nara ha esercitato sulla propria forza che, se usata a pieno, sarebbe bastata per spezzarle il polso di netto. < Uhm… è interessante. Vorrei passare in ospedale, naturalmente senza dare informazioni sensibili a nessuno, per studiare se ci siano stati altri casi del genere, ma… per farlo avrò bisogno di Kaori. Se vorrai parlarne con lei, insieme potremo aiutarti a conoscere meglio questa tua particolarità. > Ecco che il discorso per quanto riguarda la sindrome della piccola Harumi si estingue, lasciando quello riguardante la procreazione. Deve ammettere, Azrael, che non sa propriamente come affrontare questo discorso. Non ha ancora fatto ‘il discorsetto’ neanche ai suioi figli, figurarsi ad una bambina che conosce da così poco, per quato voglia aiutarla in ogni modo. < Ecco… no. A prescindere dalla volontà, i bambini non possono avere altri figli. La motivazione è biologica, il corpo di un bambino on è pronto per accoglierne e partorirne un altro. > Cercherebbe di mantenersi quanto più professionale possibile, prima di aggiungere il fattore, forse, più importante alla sua arringa < Inoltre, per *volere* qualcosa devi… esserne consapevole. Prendendo ad esempio la questione dell’avere figli… ci sono persone che, alla suonata età di ventisette anni, per dire, ancora non hanno idea di cosa voglia effettivamente dire essere padre o madre. Di certo un bambino non può saperlo, capisci? > S silenzierebbe, a questo punto, avendo esaurito gli esemèi da portare in esame alla piccola Tsukiko, prima di – sempre che lei non abbia altro da dirgli – congedarla e pensare alle prossime mosse da fare riguardo Yama e la questione del culto della Luna, di cui hanno ampiamente discusso < Ora che sai dov’è il mio ufficio puoi venire ogni volta che vorrai per farmi qualche domanda, oppure… fatti dire da Kaori dove abito e mi troverai lì. Vado a predisporre l’interrogatorio per Yama. Alla prossima, Tsukiko. > E così direbbe, prima di uscire dal proprio ufficio, dopo essersi assicurato che anche la piccola Hyuga faccia lo stesso. [ se END ]

19:46 Harumi:
 Ad ogni parola dell’uomo il capo si muove in segno di assenso nel cercare di comprendere a cosa effettivamente tutto quello potrebbe portarla. <Capisco. Si, non pensavo di essere invincibile, e sono consapevole che morirei senza nemmeno rendermene conto.> la bambina non spende più alcuna parola al riguardo, dato che quello che aveva da dire lo ha spiegato al meglio possibile all’uomo, salvo poi sentire un moto di preoccupazione quando egli annuncia di voler andare in ospedale, subito rassicurata dalle successive parole. In religioso silenzio si perde in pensieri e colori, andando ad annuire quasi in maniera automatica ma senza assorbire effettivamente le parole che le vengono esposte. Conoscere questa sua malattia potrebbe essere un bene eppure ancora una volta è la paura di ricevere informazioni negative a renderla titubante, però la bambina annuisce, come detto, per risposta automatica. <Giusto, giusto.> comprende invece la spiegazione che le viene fornita da Azrael riguardo all’avere figli in giovane età e insieme alle spiegazioni di Kaori creano un quadro completo, come se effettivamente loro due fossero nati per stare insieme e incastrarsi perfettamente in ogni cosa che fanno. <Volontà, età, regole… forse Kaori me ne aveva già parlato.> ci sono troppe cose alle quali deve badare, anche alle più piccole e non riuscire e ricordare le esatte parole che le vengono dette è frustrante per lei, forse proprio perché non le aveva effettivamente comprese al meglio. Si alza dunque dalla sedia non appena viene congedata dall’uomo, flettendo le ginocchia per poi ridistenderle e portare le braccia lungo i fianchi. Non esegue nessun inchino perché come da patto può essere meno formale dunque solleva una manina e con essa saluterebbe l’uomo. <Grazie per il tuo tempo, davvero.> ha trovato delle persone buone e care delle quali far tesoro, eppure c’è sempre una parte forse nascosta di lei che sente che qualcosa non sta andando nella maniera ottimale. Si volta verso la porta e quindi ne esce con passo lento ma deciso e riprende il proprio turno di guardia. [fine]

Yami convoca nel suo ufficio Tsukiko dopo che si sono incrociati nel corridoio, ne consegue una chiacchierata su diversi argomenti: quanto successo con Yama, come essere un buon anbu, l'arte della tortura e infine argomenti personali ai due dove si chiariscono. Si parla infine di patti che vengono stipulati e della condizione particolare della bambina.