{ Primi provvedimenti }

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17:57 Kaori:
 Deglutisce fermandosi davanti ai cancelli che impediscono l'accesso alla foresta della morte. Ha creato una copia che, a Byakugan attivo, si accerti che nessuno si avvicini e quindi ha proceduto col suo incedere fino a raggiungere la sua meta. Col viso rivolto verso l'ingresso della foresta pone una mano sulla rete che delimita l'area sentendo il cuore batterle a gran velocità nel petto. Quanto ha appena letto e scoperto le stringe le viscere, le toglie il respiro, la fa sentire prossima ad un mancamento. Non per debolezza, non per paura: per rabbia. Si sente tanto pervasa da questa furia da sentirsi incapace di contenerla tutta dentro di sé. Non avrebbe mai permesso a niente e nessuno di fare del male ad Azrael e perché questo accada sa perfettamente che la prima cosa da fare è proprio renderlo partecipe del pericolo che sta correndo. Così, potendo solamente immaginare le proporzioni della reazione che il Nara potrebbe avere a quanto lei ha da raccontargli, ecco che Kaori ha deciso di incontrarlo al di fuori del Villaggio, lontano da dove la gente è solita avvicinarsi. Sola, completamente sola, nelle vicinanze di un luogo che ormai da tempo è stato ritenuto troppo pericoloso per essere avvicinato persino dai più esperti ninja del Villaggio. Indossa quello che indossava in casa mentre stava leggendo i fascicoli non avendo avuto il pensiero di cambiarsi d'abito data l'urgenza della cosa, con la sola aggiunta di un paio di pantaloni neri elasticizzati. Per il resto ha indosso una larga camicia bianca palesemente troppo grande per lei, dalle maniche arrotolate fino ai gomiti e i capelli raccolti disordinatamente con un mollettone sulla sommità del capo. Calzari ninja ai piedi e chakra impastato completano il suo abbigliamento poco curato ma di cui al momento non è affatto interessata. Abbassando appena il capo quasi a mettere in mostra i sigilli dell'empatia e dell'Hiraishin sulla sua nuca, Kaori chiude le palpebre andando a prendere un profondo respiro e rilasciandolo subito dopo sotto forma di pesante sospiro. Cerca di calmarsi, di scacciare i sentimenti che la stanno attanagliando, per rimanere lucida abbastanza da poter gestire quello che Azrael avrebbe provato di lì a poco. Immagina soltanto quanto male potrà fargli sentire quanto ha da dire dopo aver sentito da lui il racconto su quella donna e sui sensi di colpa avvertiti nel momento in cui non ha provveduto personalmente ad eliminare ogni altro seguace della setta della quale lei era sacerdotessa. "Azrael." pensa lei con tono fermo, privo di vero allarme ma nemmeno adorante come suo solito. "Ho bisogno di vederti. Raggiungimi appena possibile." Non ha bisogno di dirgli dove sia, sa bene che l'altro può raggiungerla ovunque lei sia nel giro di un battito di ciglia. A quel punto, semplicemente, attende, ben sapendo che di lì a poco, una enorme tempesta si sarebbe scatenata nelle loro vite. [ Chakra: on ]

18:49 Azrael:
 La casa del Nara non è mai stata così allegra. Sua madre e Ai stanno cucinando, mentre gli ometti di casa stanno giocando a nascondino o, semplicemente, a rincorrersi. Il piccolo Ken indossa la sua personale maschera da Anbu poggiata sul lato del volto ed il mantello sulle spalle, mentre suo padre indossa il suo solito pantalone grigio della tuta e le bende che gli ricoprono il petto e la parte alta dei bicipiti. Il chakra è attivo, come sempre, anche mentre il Dainin scorrazza per casa propria a piedi nudi, ridendo e scherzando col sangue del suo sangue. All’improvviso, però, una voce gli invade la mente, portandolo a bloccarsi sul posto, con un sorrisetto lascivo e malizioso a fior di labbra. “Oh. Arrivo immediatamente.” Risponde alla sua Kaori, tramite il sigillo dell’empatia, prima di rivolgersi al piccolo Ken che, vedendo la sua reazione, si è fermato e ha preso a guardarlo piuttosto incuriosito < Prendiamoci una pausa, tigre. Per oggi hai vinto tu. > Gli dice, avvicinandosi per accarezzargli i capelli corvini per qualche attimo, causando nel bambino uno spontaneo sorriso di gioia. Andrebbe, poi, nella propria camera da letto, recuperando una felpa nera con cappuccio da indossare per raggiungere la propria amata. Non si aspetta nulla di particolarmente rutto, in verità. Comprende perfettamente che la situazione non è delle migliori, ma, al tempo stesso, ha l’idea che alla Hyuga potrebbe andare di scaricare la tensione nel modo più congeniale al Dainin. Dopo essersi dato una rapidissima sistemata al crine corvino spettinato, aver indossato un paio di semplici scarpe nere ed aver riflettuto attentamente sull’eventualità di perdere la sua canonica ora di rito in bagno per prepararsi, ma il pensiero di raggiungerla è senza dubbio più allettante di compiere la propria ruotine di bellezza. Proprio per questa ragione, senza perdere altro tempo, andrebbe a compiere il sigillo della capra, unicamente con la mancina, per manipolare il proprio chakra affinché esso possa ricoprire interamente la sua figura, aprendo ogni tsubo per ricoprirsi interamente di quella cerulea energia che dà forza e vita ad ogni Ninja degno di questo nome. Non gli serve figurarsi un vero e proprio luogo, ma unicamente collegarsi al sigillo dell’Hiraishin che ha posto sulla nuca della donna che ama, così da rendergli possibile raggiungerla in ogni luogo ella si trovi. E così farebbe, attuando la propria tecnica più utilizzata, per ritrovarsi ell’ultimo luogo che si sarebbe mai aspettato. Alle spalle della Hyuga, qualora lei non si girasse immediatamente, preso ad ammirare la di lei esile figura, meno curata del solito, ma ugualmente meravigliosa. È il luogo che non gli torna. Se l’avesse trovata in quelle vesti in camera propria non ci sarebbe nulla di strano, ma-- < La Foresta della Morte? > Pronuncia col suo solito tono basso ed arrocato dal vizio del fumo, condito con una punta di sano e sincero divertimento. < Speravo nella comodità del tuo letto, ma, ehi, posso pur semre adattarmi. > Una flebile risata gli si leverebbe dalle labbra sottili, facendogli vibrare la gola ed il petto. È piuttosto evidente che il primo pensiero del Nara non sia affrontare un discorso serio, ma lasciarsi andare ad un qualcosa di più intimo tra i due amanti.

18:50 Azrael:
 [Edit - Chakra ON - Dislocazione Istantanea ]

19:24 Kaori:
 Non appena la voce di Azrael arriva al suo udito, Kaori si ritrova a sollevare appena il capo senza tuttavia ancora voltarsi. Abbassa la mano dalla rete sulla quale era posta per lasciar ricadere il braccio come morto lungo il fianco. E' ora. Respirando a fondo nel tentativo di rimanere concentrata sul mantenere la calma il più a lungo possibile, Kaori si ritrova alla fine a voltarsi pian piano fino ad affrontare il Nara alle sue spalle. La sua espressione lascia perfettamente intendere la sua impossibilità circa l'abbandonarsi allo scherzo e mostra una serietà grave che le appesantisce lo sguardo. < Azrael... > il suo nome esce dalle labbra quasi con la stessa calma malinconica che caratterizza il modo in cui, in ospedale, si rivolge ai familiari nel momento di dover riferire loro la perdita di un caro. La ragazza deglutisce, un alito di vento smuove i suoi capelli disordinati, i bordi inferiori della camicia bianca un tempo appartenuto all'uomo davanti a sé. E' la prima volta che lo vede indossare qualcosa di semplice e informale come una felpa: è quasi strano vederlo in quelle vesti ma... piacevole. Se la situazione fosse diversa forse le sarebbe piaciuto mostrare più apertamente la sua approvazione. La situazione però è quella che è e non vuole indugiare oltre prima di affrontare le cose visto il grave pericolo che non solo gli Hyuga corrono, ma la stessa Konoha. < Avevi ragione. Questo-- Frollo, non era un compagno di Cappuccio Rosso. > inizia la Hyuga senza troppi giri di parole non sapendo in che altro modo poter introdurre il discorso a causa del marasma di pensieri che le corrono nella testa in questo momento. < O meglio... si conoscevano, hanno lavorato insieme, ma penso che fosse solo per comodità, non per un credo comune. Frollo è votato ad un altro-- culto. > Le labbra della ragazza si stringono ed il suo sguardo si punta in quello del Nara quasi con fare colpevole. Si blocca, si ferma, non volendo aggiungere altro prima di una qualunque reazione da parte del Nara. Non vuole inondarlo di troppe informazioni tutte in una volta, ben sapendo di come già solo questa premessa potrebbe avere effetti devastanti sulla sua psiche e sulla sua emotività. Lo guarda, in silenzio, pronta a scattare in un istante nel caso in cui Azrael dovesse averne bisogno. Per abbracciarlo, per cullarlo fra le sue braccia o per fermarlo dal compiere qualcosa di stupido. [ Chakra: on ]

16:34 Azrael:
 Il tono di voce che la ragazza adotta nel richiamarlo è tutto fuorché affine all’idea che il Nara aveva riguardo quella richiesta così urgente nei suoi riguardi. Ha un tono mesto, malinconico, serio. Il Dainin non sa bene cosa pensare, ragion per cui sceglie di restare silente, per cercare di comprendere bene la motivazione di quel luogo, di quell’atteggiamento, di quella chiamata così improvvisa. Prende un profondissimo respiro, tendendo le orecchie all’ascolto di quanto lei ha da dire per guadagnarne un semplice e diretto “avevi ragione”. Le sopracciglia si sollevano in un moto di sorpresa, per poi tornare ad un’espressione più neutra e tranquilla. Questo Frollo, dunque, non è un devoto di Cappuccio Rosso. Non è parte del progett degli Hyuga Puri, così come aveva pensato Kaori. Il problema, tuttavia, non è questo. Il problema è l’alternativa che il Nara aveva pensato a questa teoria della Hyuga. Lo sguardo scuro del Nara permane fisso, apparentemente tranquillo, troppo tranquillo, quasi vitreo mentre si specchia nelle iridi perlacee della ragazza di fronte a sé. La parola “culto” gli gira in testa, gli vortica nel cervello senza intenzione di fermarsi. Invade la psiche del Nara finché egli non riesce neanche più a sentire altri pensieri che non siano relativi a quell’unica, dannata, parola. Eppure il suo volto è calmo, serafico, assolutamente neutrale. Le sottili labbra del Dainin della Foglia si incurvano in un sorriso piccolo, appena accennato < Quindi cosa pensi che voglia fare questo Frollo? > Domanderebbe con un filo di voce. Non triste, né spaventato, ma con la voce strozzata unicamente dalla forte repressione emozionale che sta esercitando su se stesso. Cercando in maniera forzata e faticosa di non lasciarsi andare alle sue elucubrazioni, ai pensieri che lo legano a Kuricha. Non vuole pensarci e, per ora, la cosa pare funzionare. Pare tranquillo, sospeso a metà tra la follia e la più assoluta calma. [ Chakra ON ]

16:56 Kaori:
 Azrael non chiosa, non dice nulla in risposta alle parole di Kaori. Permane immobile ad ascoltarla fissandola dritto in volto lasciando perdere ogni traccia di provocazione e di scherzo. Appare tranquillo, rilassato, semplicemente in attesa di una spiegazione da parte di Kaori ma la ragazza può semplicemente immaginare cosa quella verità possa aver scatenato dietro quella facciata in apparenza così placida e serena. Stringendo le labbra la Hyuga tenterebbe, in seguito alla domanda appena soffiata di Azrael, di muovere pochi passi in sua direzione al fine di fermarsi dinnanzi a lui. Tenterebbe di muovere le mani per cercare di raggiungere quelle del Nara e tenerle fra le proprie. Un modo per cercare di fargli capire che lei è con lui, che non se ne sarebbe andata e che sarebbe rimasta al suo fianco ad affrontare qualunque pericolo insieme al Dainin. Un modo per rassicurarlo. Per rassicurarsi. Inspirando a fondo la Jonin protrae quell'infinito attimo di silenzio fra loro radunando i pensieri ma ancora una volta si ritrova a capitolare davanti all'impossibilità di girare attorno al reale problema fra loro. < Sterminarci. > sussurra la ragazza quasi strozzandosi nel pronunciare quella parola. < Ha ucciso centinaia di Hyuga cercando quello adatto a creare quello che gli serviva. Quando è riuscito a trovare mio fratello è riuscito nella sua sperimentazione e l'ha tenuto in vita sperando che questo li conducesse a me. > inizia a spiegare Kaori stringendo ancor più le mani attorno a quelle di Azrael in un disperato e profondo tentativo di calmarlo ancor prima che possa mostrarle alcun tipo di segno di furia o preoccupazione. < Cercheranno di rapire altri Hyuga per farsi dire dov'è Harumi: la rivogliono a tutti i costi. > continua Kaori fermandosi, boccheggiando in estrema difficoltà una volta arrivata a questo punto della storia. Come può dirgli il motivo per cui la rivogliono? Come può dirgli che il loro obiettivo è ucciderlo? Riportare in vita la donna che lui stesso ha amato e ucciso nemmeno troppi anni prima? E' terrorizzata dall'idea di farlo ma tutta quella storia è una corsa contro il tempo e non può permettersi in alcun modo di temporeggiare, adesso. Deglutendo Kaori va stringendo le labbra richiamando a sé tutte le sue energie e quindi si forza a proseguire. < Credo che vogliano usarla come contenitore per un'altra vita. > si ferma con espressione grave. < Inizialmente pensavo si riferisse a Tsukuyomi, pensavo volesse rendere Harumi una nuova divinità così come Cappuccio Rosso voleva che diventassi la madre di una nuova generazione divina ma... > il fiato trema, la voce si perde e lei si ritrova costretta a schiarirla a più riprese. < Ma poi ho continuato a leggere e... non è lei che vogliono creare. Non è scritto chiaramente ma... credo che il suo scopo sia... riportare in vita Kuricha. > La voce s'affievolisce, lo sguardo si farebbe carico di dolore e preoccupazione mentre ancora tenterebbe di tenere strette le mani del Nara nelle proprie. < Ha parlato di un uomo che aveva ucciso la sua Signora. Ha detto di voler uccidere ogni Hyuga, ogni Konohano ancora vivo fino a che lui non rimanga in vita da solo per punirlo della sua morte in attesa del ritorno della sua Signora. > Le sue parole sono flebili, il silenzio li avvolge e circonda tanto che persino gli uccellini sembra abbiano smesso di cantare. La ragazza è in pensiero, terrorizzata all'idea della sofferenza che l'uomo davanti a sé possa star provando a quelle rivelazioni e questo la spingerebbe quindi a rinforzare la presa sulle sue mani ed il proprio sguardo. < Non glielo permetterò, Azrael. Non gli permetterò di farti del male. Affronteremo questa cosa fianco a fianco, te lo prometto. > gli direbbe con determinazione, convinzione e con tutto l'amore di cui è capace tentando di carezzare le sue nocche con i pollici. < Insieme. > [ Chakra: on ]

17:58 Azrael:
 Le parole della Hyuga si susseguono senza che il Nara sembri in grado di ascoltarle davvero. Si muovono confuse nella sua mente, senza un vero e proprio ordine preciso. Pare quasi non capire, invece sta comprendendo benissimo quel che lei glij sta dicendo. Quello di cui ha sempre avuto paura sta realizzandosi. Ha avuto modo di crescere in questi anni, nascosto dal caos creato da Cappuccio Rosso e, adesso, sembra non possibile fermare la sua avanzata prima che possa effettivamente creare danni. Ha ucciso centinaia di Hyuga, gli rivela Kaori. Ed in quel momento le voci di quelle centinaia di vittime innocenti si raggruppano nel cervello di Azrael, facendolo cadere preda di un atavico senso di colpa, ma neanche in quel momento il volto del Dainin muta in alcun modo. I passi che Kaori muve verso di lui vengono accolti da un singulto, un'espressione di leggero sgomento, mentre il piede sinistro indietreggia leggermente, come se fosse pronto alla fuga immediata. Le mani si lasciano prendere da quelle della Hyuga, ma restano perfettamente immobili nella loro posizione. Rigide, contratte, fredde come il ghiaccio. Ed Azrael ascolta, ancora, quanto la ragazza gli dice a proposito delle intenzioni di quell'uomo. Resuscitare Kuricha. Riportarla in vita, nel corpo di qualcun'altra. Farla tornare parte del mpndo di cui fa parte il Nara. "No." Le mani si stringerebbero a pugno, quasi ignorando la presa di quelle di Kaori. Il capo comincerebbe a scuotersi nervosamente, senza un vero e proprio senso. Il petto comincia a fremere a quel pensiero. A tutti quei pensieri misti assieme. I sensi di colpa, il suo fallimento nello smantellare il culto di Tsukuyomi, l'inutilità dell'uccisione di Kuricha in questo senso. Quante vite se ne sono andate, per l'egoismo di Azrael? Quanti errori ha compiuto a causa della sua emotività? Rabbia, tristezza, sensi di colpa e altre emozioni confuse e senza nome si impossessano della figura del Dainin che comincia a fremere, a tremare incontrollabilmente. Una serie di microespressioni d'ira gli distorcono il volto, deturpano i muscoli facciali del candido volto del Nara. Sotto le bende qualcosa scalpita, brucia e prude. L'energia scaturita dal marchio maledetto, sopito da ormai molto tempo all'interno del corpo di Azrael comincia a nutrirsi di tutte quelle emozioni negative. Un'emozione familiare, che lo ha accompagnato per moltissimo tempo, da quando ha deciso di accettare quel potere. Non può permettersi che riesploda proprio adesso, non può perché-- < Mh? > Mugugna, guardandosi attorno, notando come il posto, in effetti, sia assolutamente perfetto per una sua esplosione di rabbia. Un luogo assolutamente deserto, senza rischio che nessuno si faccia male. Lo sapeva. Se lo aspettava. Ecco perhé lo ha portato lì. Perché è un pericolo. Perché tutti sanno che lui costituisce un pericolo per sé e per chi gli sta attorno. Digrigna con forza i denti tra di loro, emettendo un dissonante stridio, accompagnato da un sordo rumore di denti che sbattono gli uni contro gli altri. Solleverebbe le mani, per lasciare che esse sfuggano alla presa di quelle di Kaori, facendo leva sul piede sinistro per compiere un singolo passo indietro, allontanandosi da lei. < Vogliono me? > La voce risulterebbe leggermente distorta, accompagnata da un principio di risata isterica, pregna di isteria e pura rabbia. < Venga a prendermi! > Il tono s'alzerebbe, diventando quasi un urlo, come se volesse farsi sentire dalla persona di cui stanno parlando, come se si aspettasse che Frolo discenda magicamente dal cielo per compiere il suo piano proprio lì, in quell'istante. < Frollo! > Solleverebbe lo sguardo al cielo, contraendo vistosamente la mascella, dando libero sfogo a tutto quello che ha tenuto sopito per troppo, troppo tempo. Ed è a quel punto che, dal collo della felpa, una serie di simboli tribali neri gli dipingono la pelle, come un tatuaggio senziente, animato dal chakra maledetto impresso sul suo pettorale sinistro. Gli invade il collo, la mascella, le guance, fino agli zigomi, arrivando a sfiorare la parte inferiore degli occhi, il cui nero colore delle iridi s'allarga sino ad incupire persino la sclera, colmando gli occhi di Azrael di un oscuro abisso senza fine. Gli stessi segni escono dall'orlo delle maniche, andando ad invadere le mani, i dorsi, i palmi e le dita, oltre che tutta la zona del busto, benché sia coperta dal vestiario. La voce che gli fa vibrare la gola non sembbra neanche più quella di Azrael, ma risulterebbe profondamente distorta, come se emetterla stia sforzandolo fisicamente, portandolo a soffrire di un dolore incurabile ed inarrestabile. < FROLLO! > Lo chiama ancora, quasi a volerlo sfidare, benché sia assolutamente impossibile, per quanto siano forti le sue urla, che quell'uomo decida di interrompere il proprio fare per precipitarsi lì ed affrontare il Dainin ridotto in quel pericoloso, ma pietoso stato. [ Impulso maledetto I - 90 pv - Chakra ON ]

10:34 Kaori:
 Come una bambola inanimata Azrael permane immobile persino sotto il tocco di Kaori. Non muta il suo sguardo, non si rigirano le mani in quelle della ragazza, ricercandone un maggior contatto. Immutabile come una statua rimane ad ascoltarla fino a quando quel pensiero, quel 'no', non arriva forte e chiaro nella mente di Kaori quando ella gli rivela del probabile intento di Frollo di riportare in vita la donna che il Nara un tempo aveva amato. La ragazza immaginava che l'altro avrebbe avuto una reazione simile: un senso di rigetto alla sola idea, di nausea e dolore. E sebbene il suo viso paia essere una maschera di cera al pari di quella che Yami era solito mostrare durante le sue ronde, la Consigliera può sentire come fosse suo il dolore ed il subbuglio che devono starlo animando al momento. Una sensazione strana, sinistra, filtra attraverso il sigillo dell'empatia, una sorta di ondata scura che fluisce nella sua testa arrivando al suo cuore. Non capisce distintamente i suoi sentimenti, probabilmente Azrael sta cercando di arginarli e tenerli lontani da lei, ma Kaori sa che l'altro sta soffrendo. Sa che quell'espressione è una maschera, sa che non è affatto indifferente come sembra a quelle parole. Tuttavia, al tempo stesso, non è neppure un bambino e non può tenergli lontana e nascosta la verità solo per timore di fargli del male. Ha abbastanza rispetto per lui da procedere nell'esposizione dei fatti sebbene, tenendo comunque profondamente al suo benessere, cerchi comunque di mostrargli la propria vicinanza. Gli rimane accanto, continua a tenergli le mani per fargli sentire di non essere solo e poi... Le sfugge. Le sue mani si alzano, il suo corpo indietreggia d'un passo e dalle sue labbra sfugge un ringhio basso, ferale che crepa quella maschera di fittizia calma eretta fino a questo momento. Kaori schiude le rosee osservandolo con sguardo triste, preoccupato, sentendo dunque la sua voce uscire frammezzata dall'esordio di una risata trasudante pura isteria. La ragazza abbassa le mani facendole dondolare morte lungo i fianchi lasciando che il ragazzo esploda in quell'attacco di furia che aveva preventivamente previsto e per la quale si era preparata tanto da offrirgli il posto ideale per dar sfoggio della sua rabbia senza il rischio di doversi limitare per timore di ferire qualcuno. Aveva immaginato che la notizia lo avrebbe portato ad uno stato di shock e per questo ha pensato di portarlo lì dove la sua rabbia non avrebbe potuto ferire nessuno a parte lei. < Azrael.. > mormora Kaori tentando di richiamarlo, di non lasciarlo totalmente preda della sua rabbia e della sua furia. Tenta di ricordargli che è qui per lui, di dargli un appiglio al quale potersi aggrappare per non abbandonarsi del tutto a quell'abisso che lo sta inglobando e che lo sta trascinando giù. Un abisso che Kaori può vedere risalire il suo corpo lasciando marchi visibili sulla sua pelle. Chiazze nero pece che salgono ad avvolgere le sue mani, le braccia, il collo, il viso, raggiungendo gli occhi adesso totalmente e completamente neri, quasi quelli di un Demone. Yami. Quel nome non le è mai sembrato così adatto, adesso, guardando i suoi occhi privi di luce. < Azrael. > La voce della Hyuga tenterebbe ora di essere più ferma, più decisa, mentre alzando la testa con fare sicuro ed impavido lo guarderebbe in viso senza esitazione. Sa che in questo momento il ragazzo è instabile, sa che il potere che lo ha appena avvolto è pericoloso considerando la potenza già naturale del Nara, ma maschera la cautela che deve portare nell'avvicinarsi a lui con ostentata calma. Non vuole vederlo come una minaccia per quanto sarebbe sciocco non considerare tale un uomo tanto potente. Non vuole vederlo come qualcosa dalla quale stare alla larga. E non vuole che lui si veda così. Nè che creda che lei ne abbia paura. Anzi. Vuole dimostrargli che neppure questo può allontanarla dal suo fianco, che nemmeno vederlo al peggio di sé sarà mai abbastanza da farla fuggire via, da impedirle di tendergli una mano. Tenterebbe di muovere quel passo che Azrael aveva compiuto per distanziarsi da lei al solo fine di levare poi una mano fra loro. La tiene rivolta verso di lui, col palmo nudo verso l'alto, le dita molli, dirette in sua direzione, in sola attesa che lui scelga o meno di afferrarla. < Se verranno per te ci troveranno pronti a distruggerli. > Ci. Non 'ti'. Perché lei non avrebbe mai abbandonato il suo fianco, non importa quale minaccia si sarebbero trovati ad affrontare. < Ma prima di affrontarli dobbiamo mettere in sicurezza il clan, il Villaggio. E ho bisogno del tuo aiuto per farlo. > La sua voce permarrebbe calma, bassa, sicura, quasi come stesse parlando ad un animale ferito e spaventato. Cerca di mostrargli sicurezza perché questa possa cullare la sua paura. La sua rabbia. E cerca di tenere fisso lo sguardo nel suo per tentare di leggere i suoi sentimenti. Le ha già detto cosa quella storia lo aveva portato a sentire. Le aveva detto che si sentiva in colpa per non aver debellato quel culto quando ne aveva avuta l'occasione. Le aveva detto di essersi chiesto se avesse davvero fatto la cosa giusta o se non fosse stato un imperdonabile errore. Quelle domande, adesso, devono stargli vorticando nella testa come un uragano pronto a distruggere qualunque cosa. < Non è colpa tua. > dice, alla fine, dopo un lungo attimo di silenzio. < Quello che sta succedendo non è colpa tua. Voglio che tu sappia che ne sono profondamente convinta. > continua con sincerità ammorbidendo solo ora, appena, lo sguardo. Dal sigillo dell'empatia potrà perfettamente avvertire la serietà del suo dire, la convinzione della sua voce, nonché l'onestà espressa nelle sue iridi color perla. < Sei stato l'eroe che ha fermato questo fenomeno già una volta. Adesso lo faremo di nuovo e per sempre. > [ Chakra: on ]

11:13 Azrael:
 La rabbia di Azrael lo pervade profondamente, impregnando ogni singola cellula del proprio corpo. Kaori gli si avvicina ed il capo del Nara si riabbassa di scatto, puntando gli occhi, ora totalmente neri, su di lei. L’espressione distorta dalla furia e dalle macchie nere che il marchio porta con sé indica tutto fuorché la volont che la ragazza si avvicini. Non vede neanche la mano che gli viene tesa, non percepisce appieno le di lei parole. Il sangue che corre e sbraita nelle sue vene, nelle sue orecchie e nella sua testa gli impediscono di pensare in maniera lucida e razionale. Gli impedisce, persino, di ascoltarla. Non sembra importargli quanto lei voglia mostrargli affetto, dargli conforto e sostegno, ma non è propriamente così. Fosse in grado di ascoltarla ne sarebbe intenerito, ne starebbe raccogliendo l’invito, la mano, magari si lascerebbe andare ad un abbraccio, ma non può, non gli è consentito. È incapace persino di fare attenzione al contatto che i due hanno tramite il sigillo dell’empatia. Quello che Kaori ha di fronte adesso è la parte più oscura del Nara, priva di raziocinio e di volontà propria, ma pieno unicamente della voglia di uccidere, di distruggere ogni cosa che gli sia attorno per mettere a tacere il fastidio che prova nella sua testa. Ed è per questo che Azrael scatterebbe in avanti, bruciando quei pochi millimetri di distanza che li separano, oltrepassando la mano tesa della Hyuga per poi sollevare le braccia ed afferrare il colletto della camicia bianca che la Jonin indossa. Stringerebbe le mani con forza, come volesse strappargliela di dosso, continuando il proprio avanzare per spingerla contro la rete di sicurezza che delimita l’ingresso della Foresta della Morte. tenterebbe di bloccarla lì, utilizzando la propria maggiore forza fisica per essere sicuro di intrappolarla in quella presa. La fisserebbe come avesse davanti Frollo stesso, l’attuale fonte della propria rabbia. Il corpo del Daininè caldo, brucia a causa dell’enorme energia che l’impulso maledetto gli richiede per restare attivo. Schiuma di rabbia, il respiro è rotto e affannoso, le fauci sono strette come se stesse provando più dolore e sofferenza che vera e propria rabbia. < Dove-- > Emetterebbe quei fonemi a fatica, con la voce resa più grottesca e demoniaca dallo sforzo a cui si sta sottoponendo al momento. < Dove si trova-- > Non riesce a mantenere la calma, in quello stato parlare mantenendo un tono normale è quasi impossibile e, per quanto il Nara sia abituato e si sia allenato al fine di controllare il marchio maledetto sia per quanto riguarda l’attivazione, sia per quanto riguarda il suo mantenimento, è ancora vittima di questi sfoghi rabbiosi che lo portano ad uno stato primitivo, selvaggio e ferino. < DOV’E’?! > Le urlerebbe a pochissimi centimetri dal volto, conscio del fatto di star facendo qualcosa di profondamente sbagliato, ma incapace di fermarsi. Le sopracciglia si corrugano e si piegano verso il basso in quello che, chiaramente, è un moto di profonda tristezza. La tristezza di un uomo che ha momentaneamente perso il controllo sul proprio corpo, ma è comunque consapevole di quel che gli accade intorno e che vorrebbe non comportarsi così. [ Impulso maledetto I | 80 pv | Chakra ON ]

11:32 Kaori:
 Succede prima che possa rendersene conto. Sente il suo corpo strattonato, la testa venir tirata quando le mani di Azrael artigliano il colletto della camicia per spingerla all'indietro fino a sbatterla contro la rete delimitativa che argina i confini della Foresta della Morte. I piedi di Kaori seguono la direzione che la forza di Azrael le impone indietreggiando goffamente sollevando terriccio e polvere attorno a loro, la pinza che teneva i capelli legati dietro la sua testa viene schiacciata fra il capo di Kaori e la rete, rompendosi, lasciando scivolare la chioma viola di lei attorno al suo viso, lungo le spalle, disordinatamente. La testa duole lì dove l'impatto con la rete e il mollettone è stato più forte ma non ci fa caso. Non si lamenta, non piagnucola, non lascia fuoriuscire un solo alito di paura o di dolore. Rimane bloccata come da lui desiderato senza neppure cercare di sfuggire alla sua presa, tenendo lo sguardo fisso sul suo volto, il cuore che le batte violento nel petto, nelle vene, sottopelle. Non lo ha mai visto così. Non lo ha mai visto preda di una rabbia tanto soverchiante e violenta. Lo ha visto innervosito, spaventato, persino ebbro dell'eccitazione della morte. Ma mai, mai era stato tanto- selvatico. Davanti a lei non v'è traccia dell'elegante Dio della Morte che il Dainin è sempre stato. Davanti a lei v'è un animale imbizzarrito. Il suo sguardo mostra violenza, furia, rabbia ed una sconfinata tristezza. La Hyuga lo guarda col fiato corto per via dell'improvviso spavento dovuto a quel gesto inaspettato, non chiosa, lo sente ringhiare e sbraitare fino a quando non le urla ad una irrisoria distanza dal viso, alla ricerca di una risposta. Lo chiede con furia eppure il suo sguardo trasmette disperazione. La disperazione di un uomo che cerca qualcosa sulla quale sfogare la propria rabbia, un'ancora alla quale aggrapparsi per non annegare. Un colpevole contro cui puntare il dito perché farlo contro se stessi è troppo doloroso e sfiancante. < Non lo so. > la sua voce è bassa, sottile. Non trema, non piange, non pare spaventata. Nonostante lo scatto d'ira del Nara una parte di lei ancora vuole credere nel fatto che lui non le avrebbe mai fatto del male: e se anche l'avesse colpita avrebbe preferito questo a che l'altro ferisca se stesso. < Ma arriverà a Konoha. Presto. > continua senza alcuna variazione nel tono, senza lasciar trapelare lo spavento subito a seguito della di lui reazione. Fa male. Fa male vederlo in queste condizioni. Fa male sapere di non poterlo raggiungere, sapere di non poterlo aiutare. Fa male sapere, soprattutto, che l'altro deve star combattendo dentro di sé contro ciò che è giusto e contro i sentimenti che per lungo tempo lo hanno legato ad un'altra donna. Una donna che egli stesso ha ucciso e che per questo avrebbe sempre trovato spazio nel suo cuore. Probabilmente avrebbe combattuto per tutta la vita con i sensi di colpa per quanto fatto. Si sarebbe chiesto per sempre se quel che ha fatto fosse giusto o persino necessario. Cosa sarebbe successo se lei fosse stata ancora lì. Fa male ma la Hyuga cerca di non pensarci. Tenta invece di sollevare la propria mancina per tenderla verso di lui in un lento e forse folle tentativo di sfiorarlo. Di sfiorare il suo viso, di accogliere la sua guancia nel proprio palmo per carezzare lo zigomo con il pollice. < Permettimi di aiutarti... > Anche così trasformato, anche mentre la tiene per il colletto, anche se le ha urlato in faccia, nonostante tutto... non sarebbe fuggita. [ Chakra: on ]

12:18 Azrael:
 Il corpo brucia, duole, trema per l’enorme sforzo, ma è qui che v’è il più grande svantaggio che il Nara prova quando libera quell’enorme potere celato nel proprio petto. Più fa male, più la rabbia monta. E più essa cresce, più il controllo viene meno, più quel piccolo simbolo vergato sulla propria pelle prende potere. I denti si serrano ancor di più, gli occhi si incupiscono maggiormente e le parole di Kaori non vengono recepite correttamente a livello cosciente. Non sono una risposta alle domande che, in preda alla furia, il Dainin le sta ponendo, ma se anche lo fossero state, probabilmente, non sarebe servito a nulla. Tutto quello che sente Azrael è il bisogno di lasciar uscire quella rabbia che, come il più pericoloso veleno, gli sta marcendo dentro. Non sa come fare, ha bisogno di riflettere, di riprendere il possesso del proprio corpo, ora nelle mani di coloro i quali hanno progettato la riproduzione di quel che rese famoso Orochimaru. Nell’istante in cui la mano della Hyuga si avvicina al proprio volto e lo sfiora, un campanello d’allarme risuona nella testa del Nara. Quando un animale è in preda a rabbia o paura, qualuque stimolo esterno, come un contatto o il semplice avvicinarsi di una persona porta ad un unico risultato. La destrorsa si alza di scatto, separandosi dalla camicia per tentare di afferrarle il polso prima che il di lei palmo possa poggiarsi sulla sua guancia completamente, prima che la dolcezza di quel tocco possa, nella sua visione attuale delle cose, fargli del male, distrarlo dal suo unico intento di uccidere Frollo. E tenterebbe di spingerle il braccio contro la recinzione, trattenendolo con forza affinché non possa muoverlo. La mancina, invece, lascerebbe la presa sulla camicia per andarle alla gola, nel tentativo di tenerla ferma avvolgendone il collo con le falangi. Più per spingerla contro quella recinzione, che con il preciso intento di stritolare. < Non toccarmi! > La voce trema, più di paura che di vera e propria rabbia < NON TOCCARMI! > Urlerebbe ancora, lasciando che due stille salate e trasparenti gli imperlino il volto, scendendo dagli occhi totalmente neri. Lacrime. Lacrime di disperazione causate dall’impossibilità di controllarsi, dalla consapevolezza di star minando la salute della donna che ama, che sta solo tentando di aiutarlo. < Io lo ammazzo! IO LO AMMAZZO! > Continuerebbe ad urlare, a sfogare in quelle grida tutte e emozioni che lo stanno distruggendo dall’interno. Ed i sensi di colpasi fanno ancora più vivi in lui, nell’attimo in cui ricorda una situazione analoga, in cui era Mekura quella tenuta per la gola, con gli occhi ricolmi di sgomento e quasi di repulsione nei di lui riguardi. Si era ripromesso che non sarebbe mai più accaduto, invece è proprio quel che sta per succedere. “Kaori… Kaori…” Cercherebbe di chiamarla, con quella minuscola e assopita parte razionale di cui ancora dispone, utilizzando il sigillo dell’empatia “Ti prego…” Le parole sono saltuarie, basse e supplichevoli. Una preghiera, una richiesta d’aiuto e delle sentite scuse. “Colpiscimi… fermami…” La implorerebbe di fargli del male, di sfruttare la situazione precaria del suo corpo pesantemente sotto sforzo per metterlo fuori combattimento, in maniera tale da poter essere calmato. [ Impulso maledetto I | 70 pv | Chakra ON ]

16:04 Kaori:
 La mano della ragazza viene fermata a metà strada del suo tentativo di sfiorare il viso di Azrael. Con una rapidità innaturale e con una forza incontrastabile da lei, il Dainin l'afferra per il polso andando a sbatterglielo contro la recinzione per impedirle di muovere ulteriormente il braccio mentre la mano rimanente passa dal tenerla per la collottola al tenerla stretta per la gola. Non imprime particolare forza in quel gesto, non ha difficoltà a respirare, ma il solo gesto, la sola minaccia nascosta dietro quella posa, è sufficiente a portare Kaori a schiudere le rosee alla ricerca di più aria: sa che non è in immediato pericolo, ma sentire la gola così costretta la porta d'istinto a voler incamerare ancora più ossigeno nei polmoni. Il ragazzo grida, la sua voce trema incerta mentre le intima di non toccarlo con tutta la forza di cui le sue corde vocali sono capaci, portandola a guardarlo in silenzio, la bocca a richiudersi per deglutire tacitamente un po' della saliva raccolta nervosamente fra le rosee. Dentro sé la paura di non poterlo raggiungere con le sue parole per aiutarlo a controllare quel potere si mescola al dolore del vederlo in quelle condizioni: divorato dalla sofferenza e dalla rabbia che quella notizia ha risvegliato. Ripensa al tono giocoso che aveva usato quando è comparso alle sue spalle, al sorriso che aveva sulle labbra e lo confronta con l'espressione ricolma di dolore che ora congestiona il suo viso per metà divorato dalle macchie oscure di quel sigillo maledetto. Azrael... Il suo Azrael... Le si spezza il cuore nel vederlo così. Persino il dolore di non poter surclassare per importanza la figura di Kuricha nella sua vita viene messo da parte dinnanzi al dolore che prova nel saperlo così affranto e piegato al volere di quel potere che brucia e consuma ogni traccia di umanità attualmente presente in lui. O almeno ci prova: perché se esternamente la furia è ciò che fa da padrone in lui, dentro il suo cuore è il dolore e la paura a regnare tanto da portare quelle lacrime brillanti a scivolare lungo il suo volto. Kaori l'osserva ferita, straziata nel vedere quel pianto soffocato trasparire da quei pozzi neri e rimane immobile anche quando la sua voce le urla contro il caos emozionale che in quel momento lo sta sconquassando senza pietà. Un nuovo alito di vento soffia scuotendole la chioma violastra, smuovendole i lembi della camicia bianca mentre immobile rimane incastrata fra lui e la rete con il braccio bloccato contro di questo e la gola racchiusa nella calda morsa della mano del Nara. Non saprebbe cosa dire, cosa fare per aiutarlo, fin quando la voce di lui non fa capolino nei propri pensieri, come se il suo subconscio stesse combattendo il mostro che lo sta controllando per chiederle aiuto. E Kaori lo guarderebbe sciogliendosi in una espressione ricolma di affetto e comprensione mentre i propri pensieri prenderebbero una precisa forma al fine di rispondergli. "Non leverò mai le mie mani contro di te, Azrael. Non c'è possibilità al mondo per cui ti farei del male." Non crede di poter parlare senza che la sua voce tremi a causa della costrizione attorno al proprio collo, perciò preferisce rispondergli tramite il sigillo che collega le loro menti come fossero una sola. Inoltre, forse, se gli parla direttamente nella testa le sue parole potrebbero arrivare più in profondità di quanto non potrebbe fare con la sua voce. "Sono qui per te. Sarò sempre qui per te." continua senza mai distogliere dai suoi occhi lo sguardo. "So che stai soffrendo in questo momento. So che fa male. So che stai bruciando. Che vorresti distruggere il mondo intero. Lo so. Lo capisco. E mi dispiace. E se colpirmi può aiutarti, allora fallo. Colpiscimi." continua a dirgli, mentalmente, senza che le sue parole tremino incerte. "Oppure puoi accettare la mia mano e soffocare il tuo pianto sul mio petto. Lasciare che mi prenda cura di te e aiutarmi a prendere quel mostro a calci in culo per tutto quello che ha fatto prima che prosegua con i suoi obiettivi." Si ferma per qualche istante prima di tentare di schiudere le rosee ancora una volta e quindi azzardare un semplice movimento: la mano ancora libera tenterebbe d'alzarsi per andare a posarsi sul dorso di quella che le intrappola la gola in un tocco che vorrebbe essere leggero e cauto, appena accennato, pronta a fermarsi al minimo segnale da parte di Azrael di timore o contrarietà. "Baciami, Azrael. Combattilo insieme a me..." [ Chakra: on ]

16:39 Azrael:
 Gli occhi continuano ininterrotti quelle lacrime salate, due flussi trasparenti e salini che testimoniano tutta la sofferenza che si cela dietro quell’espressione di rabbia. L’istinto principale sarebbe quello di stringere la presa sulla sua gola e sul suo polso. Farle del male per sfogare tutto il male che ha dentro di sé, ma la volontà che ha allenato qasi più del proprio fisico e delle arti magiche di cui è esperto gli impediscono di compiere quell’insano gesto. La guarda schiudere le labbra, deglutire a fatica. Le sta facendo del male? Il pensiero lo strazia ancor di più dei sensi di colpa nei riguardi di quelle centinaia di vite spezzate per un suo errore giovanile. La mano che le tiene bloccata la gola trema impercettibilmente, a metà tra il voler rafforzare la presa ed allentarla. Tutto questo finché le parole di Kaori non gli arrivano dritte alla mente. Tranquille, sicure, non spaventate dall’eventualità che possa fargli del male. Come può essere ancora convinta del fatto che il Dainin non costituisca un pericolo per la sua sicurezza? Perché non è spaventata? Perché non lo sta pregando di lasciarla andare, perché non sta semplicemente scappando? Perché non gli sta facendo del male per impedirgli di farne a lei? Quel che sta facendo è confermargli la prorpia presenza al suo fianco. Addirittura sta offfrendosi per lasciarlo sfogare, per calmarsi. Lo sguardo tetro del Nara vacilla per qualche istante, dal volto scosso da centinaia di microespressioni di rabbia e pazzia si fa strada la sorpresa e la perplessità. Le labbra si schiudoo, lasciando trapelare un singolo alito che si fonde col vento che smuove il crine di entrambi. “Baciami.” Quella richiesta fatta dalla Hyuga continua a vorticargli in testa senza sosta, senza che egli riesca a capire la reale motivazione di cotanto ardire nel chiedere alla estia inferocita che minaccia di strangolarla un semplice bacio. La di lei mano lo sfiora e, stavolta, non v’è una reazione violenta ad attenderla. Il contatto con la pelle morbida della ragazza lo raggiunge, lo rincuora e lo tranquillizza. Non ha senso restare qui, a farsi consumare dal marchio maledetto, attendendo che il nemico giunga dal cielo per farsi uccidere. Quella non è la cosa giusta da fare. Non è con Kaori che deve prendersela. Lei non è il nemico, è l’unica persona che ha intenzione di stargli accanto incondizionatamente, qualunque cosa accade. A partire dal punto in cui il tocco gentile della Hyuga gli sfiora la mano la pelle torna a farsi chiara, i segni neri lasciati dal marchio si ritraggono, risalendo l’avambraccio, il bicipite e lasciando il torno. La sclera tornerebbe a farsi bianca, lasciando spazio solo al color nero pece della pupilla e dal volto iniziano la loro ritirata i rimasugli di quell’energia tanto devastante per chi la fronteggia che per chi la utilizza. La mano che le teneva il polso perde di vigore e forza, ricadendo mollemente lungo il fianco e quella che le manteneva la gola si aprirebbe per ricercare la di lei guancia, in maniera che possa accoglierla contro il proprio palmo. < Kaori… > Biascicherebbe il Nara, col corpo appesantito a causa dello sforzo, il fiatone a smuovergli il petto e le lacrime ancora a rigargli il viso, ora rischiaratosi nuovamente. < Mi dispiace. > Queste sarebbero le uniche parole che Azrael sarebbe in grado di pronunciare, prima di lanciarsi contro il corpo della Hyuuga, a ricercare le di lei labbra con le proprie nel tentativo di acconsentire alla richiesta che lei stessa gli ha fatto. Tenterebbe di baciarla, di confondere il proprio respiro affannoso con quello della donna che ama, di chiederle scusa nella maniera più semplice e naturale che conosce. La mano si sposterebbe dalla sua guancia sino alla nuca, frapponendosi tra i capelli e la rete metallica che delimita la Foresta della Morte, laddove l’aveva fatta sbattere violentemente in quel folle impeto d’ira, come per tentare di proteggerla, adesso che ne ha le facoltà. [ Chakra ON ]

16:57 Kaori:
 Può vedere la confusione farsi strada lungo il viso del Nara lungo quella conversazione. L'espressione rabbiosa distorta appena da una venatura di disorientamento, come se non capisse ciò che sta accadendo. Le lacrime continuano a scivolare, la sua presa rimane stabile attorno al suo polso ed alla sua gola, ma non viene rafforzata: la blocca ma non vuole farle del male. Vuole tenerla a distanza, vuole impedirle di toccarlo, forse persino proteggerla nonostante il rabbioso e minaccioso modo di farlo. Ma Kaori non vuole andarsene, non vuole lasciarlo da solo alle prese con quel sentimento: lei vuole rimanere lì, al suo fianco, pronta ad abbracciarlo e stringerlo al petto per cullare la sua sofferenza con la propria vicinanza. Vuole amarlo abbastanza da poter condividere quel pesante fardello con lui, aiutandolo a sopportarlo e sostenerlo. Lo invita a colpirla, lo invita a sfogarsi nel modo che più preferisce: attaccando o abbandonandosi alle sue premurose cure. E' libero di fare ciò che preferisce ma lei non se ne sarebbe andata. Forse è totalmente matta, forse sottovaluta il potere di quel sigillo sebbene abbia avuto modo già in passato di vedere cosa Raido era stato capace di fare sotto il controllo di quel potere, ma non fugge. Rimane lì, per lui. E Azrael ne rimane tanto colpito, tanto sconvolto da vacillare, da ritrovarsi bloccato dalle sue parole. Non ringhia, non retrocede, rimane imbambolato e confuso a fissarla lasciandole quindi modo di sfiorarlo. La sua mano tocca la propria e in pochi istanti ogni cosa cambia: i segni neri sulla sua pelle vengono come risucchiati verso il suo petto, strisciano sulla sua cute ritraendosi dal punto ove il contatto con Kaori è avvenuto. La sua mano viene 'ripulita' da quell'infezione, il volto va schiarendosi e così i suoi occhi che tornano ad essere le solite stelle oscure di sempre, liquide di un pianto disperato e profondo. Il marchio viene controllato, il suo potere arginato e il ragazzo torna nel pieno controllo di sé liberando il polso della Hyuga dalla sua presa e andando a lasciare il suo collo in favore di una tenera carezza sul viso. Kaori sente i polmoni gonfiarsi nuovamente d'aria, la gola fresca ora che l'aria torna a scivolare sulla sua pelle e quindi accoglie quel bacio disperato assieme alle mortificate scuse del Dainin. Si abbandona contro di lui cercando il suo viso, portando le mani al suo volto, stringendosi a lui, stringendolo a sé. Respira col fiato corto contro le sue labbra perdendosi per diversi istanti in quel gesto così da assicurarsi che tutto vada bene, che tutto sia come sempre fra loro. Lo bacia con impeto, con bisogno, volendolo proteggere, volendolo rassicurare, volendolo amare con tutto ciò che ha. E solo dopo diversi infiniti istanti andrebbe quindi a distaccarsi appena dalle sue labbra per guardarlo dritto negli occhi, con le mani ben strette contro le sue guance e il naso a sfiorare il suo. < Ehi. Guardami. > mormora perentoria, a bassa voce. < Ascoltami. Io sto bene, okay? Sto bene e non scapperò via per delle urla e un po' di scortesia. > dice sicura, convinta, fissandolo negli occhi. Nonostante il fare minaccioso, dopotutto, non le ha fatto del male. E' stato rude, violento, ma abbastanza controllato da impedirsi di ferirla davvero. < Io ti amo, Azrael. E questo non cambierà in alcun modo le cose. Intesi? > continua con tono sicuro tenendo lo sguardo fisso nel suo. < E' bene che tu lo sappia, che ci creda davvero prima che iniziamo a lavorare su questa storia. Ho bisogno che ti fidi di me. E che tu sappia che non permetterò a nessuno di farti del male finché avrò vita e fiato. Te lo prometto. > sussurra a questo punto con dolcezza, con tenerezza, allentando appena la presa sul suo volto per carezzare gli zigomi coi pollici e raccogliere quelle lacrime limpide che gli hanno rigato il viso. [ Chakra: on ]

17:55 Azrael:
 Ora che il marchio lo ha lasciato libero dalla sua maledetta morsa, Azrael può pensare lucidamente. Non le ha fatto del male, non sembra arrabbiata, lo sta baciando con lo stesso impeto di sempre. L’unico pensiero che gli balena adesso nella mente è quello di prenderla e portarla in camera, per poter sfogare in maniera più sana la propria rabbia, ma non è di certo questo il momento di farlo. Al termine di quel bacio spassionato le mani della Hyuuga permangono sul di lui volto in tenere carezze, lievi e dolci parole gli si infrangono contro le labbra, parole di una Kaori che… si preoccupa per la sua sicurezza? Il Nara si lascia scappare una risata amara, ma piuttosto divertita. < No, aspetta… > Poggerebbe la fronte contro la sua, scoprendo i denti bianchissimi in un sorriso radioso < Io ho minacciato di strangolarti e tu ti stai preoccupando che qualcuno possa fare del male a me? > Scuoterebbe appena il capo, abbassando la mano che sta sulla di lei nuca fino al suo fianco, poggiando l’alttra su quello opposto < Nessuno mi farà del male. Sono Azrael Nara, per lla miseria. Dovessero riportare in vita Shin in persona, probabilmente, riuscirebbero appena a farmi qualche graffietto superficiale. > E così il Modesto proseguirebbe il suo discorso, cercando di buttare sul ridere un argomento così delicato. < Mi brucia il fatto che delle persone siano morte per un mio errore. Che vogliano riportare in vita quella grandissima… > Si schiarirebbe la voce, a questo punto, cercando di reprimere le numerose parolacce che gli affollano la mente riguardo Kuricha. Una donna ch, sì, ha amato quasi fino a diventare pazzo, ma che lo ha offeso col peggior tradimento che qualcuno potrebbe mai portargli. < Insomma, Kuricha. Non tanto perché siamo stati insieme, ma perché—cazzo, ci ho messo anni per mandare giù i sensi di colpa relativi a lei, non ammetto che mi si rimetta davanti a quei sentimenti superati con così tanto strazio. > Terminerebbe, sollevando il capo per posare le labbra sulla fronte di Kaori in un tenero bacio che lo vedrebbe, poi, permanere con le labbra ferme lì, mentre articolano nuove parole per proseguire il discorso < C’era qualche indizio riguardo il modo in cui vorrebbero riportarla in vita? Edo Tensei? Riti Voodoo? Preghiere inutili alla loro ancor più inutile divinità? > Domanda, anche piuttosto sarcastico nel proprio dire, aspettando che la Hyuga gli dia qualche risposta in merito. Terminerebbe qui il proprio discorso non fosse che, tuttavia, le gambe cominciano a tremare, dato l’enorme sforzo cui si è sottoposto. < Gh- > Mugugnerebbe, flettendo involontariamente le ginocchia ed aggrappandosi con forza ai fianchi di Kaori per evitare di crollare al suolo. [ Chakra ON ]

18:18 Kaori:
 Quel bacio sembra quasi ridarle nuova vita. Non importa quale pericolo incomba, quale dolore li stia attendendo: Azrael alla fine tornerà sempre da lei. E va bene così. Si gode quel momento per infiniti istanti beandosi della sensazione delle calde labbra del Nara contro le proprie fino a quando non sente l'urgenza di quel bisogno scemare poco per volta fino a lasciarla di nuovo lucida. Ha il fiato corto, le gote arrossate e sente il desiderio di stendersi al fianco dell'uomo che ha dinnanzi a sé per perdersi in lui, ma si controlla. Gestisce il proprio bisogno in virtù di qualcosa di molto più urgente ed importante. Deve calmarlo, rassicurarlo, ricordargli che non è da solo. Ed ecco quindi che tenterebbe di dirglielo, di confortarlo, strappandogli una bassa e tenera risata mentre le mani di lui vanno poggiandosi sui suoi fianchi. < Mi preoccuperò sempre che qualcuno possa fare del male a te. > sorride amaramente lei inclinando leggermente il capo, guardandolo, le loro fronti a contatto. < Ci sono tanti modi per fare del male a qualcuno. Fisicamente sei inattaccabile ma il tuo cuore... > la destrorsa della Hyuga scivolerebbe a tentare di poggiarsi sul petto in direzione dell'organo cardiaco. < Non lo permetterò. > ripete, con maggior convinzione, tornando a guardarlo negli occhi prima di dare in una breve risatina quando l'altro le ricorda chi ha davanti. < Sì, sì, lo so. Azrael Nara, Dainin della Foglia, ex Generale ANBU, ex membro Akatsuki, figlio di Khalux blablabla... > lo sfotte teneramente, a bassa voce, aiutandolo ad allentare la tensione tra loro prima di sollevare gli occhi al cielo e scuotere a sua volta il capo quasi con giocosa rassegnazione. Ma poi Azrael si fa appena più serio e quello che dice porta la ragazza a guardarlo nuovamente negli occhi con fare più serio, un'espressione di triste comprensione a dipingersi sul suo viso. < Lo so. > sospira lei, sincera. < Ma io non penso che il tuo sia stato un errore. Avevi la possibilità di fermare un culto sanguinoso debellandone il capo e dando agli altri la possibilità di fermarsi senza doverli uccidere, oppure sterminare dei ragazzini sbandati e sperduti perché avevano seguito la guida sbagliata. Lo hai fatto per rispettare la promessa che le avevi fatto, ma... è quello che avrei fatto anche io. > rivela Kaori umettandosi le rosee, la voce bassa, i capelli smossi da un altro alito di vento. < So che questo non cambia come ti senti, ma... non ti incolpo per quello che è successo. Affatto. > Vuole che lui lo sappia. Che sappia che nonostante la morte di tutti quegli Hyuga, Kaori non ce l'ha con lui né lo ritiene per nulla responsabile. Rimane così per un po' ascoltando quindi quella domanda che l'altro le pone con fare incerto. Kaori può avvertire il suo corpo particolarmente pesante, le braccia stringersi ai suoi fianchi come se vi si stessero aggrappando. Non ci ha pensato, ma il sigillo maledetto -a quanto le disse Raido- consuma enormi quantità di energia. < Devi essere a pezzi. > commenta lei portando le mani sulle sue spalle. < Vieni, sediamoci qui. Riposati un attimo. > continua andando a cercare di aiutare l'altro ad abbassarsi così da ritrovarsi entrambi con le schiene poggiate contro la recinzione, fianco a fianco, seduti sull'erba soffice e fresca. < Comunque no... non mi sembra di aver letto nulla in merito. Per qualche motivo avevano bisogno di Harumi. La hanno creata appositamente per la sua rinascita. > spiega Kaori deglutendo. < Per qualche motivo hanno voluto che si trattasse di una Hyuga. Cercavano qualcuno che avesse dei geni "compatibili" e hanno scartato 116 persone prima di trovare mio fratello. > continua la ragazza guardando ora dritto di fronte a sé. < Ha citato Cappuccio Rosso. Credo che per un certo periodo abbiano condiviso uno stesso credo, ma poi si sono dissociati. Questo Frollo ha giudicato Cappuccio Rosso un folle, dice che la vera storia della Luna è la sua ma forse ha voluto comunque continuare con parte della sperimentazione di Cappuccio per i propri obiettivi creando uno Hyuga puro. Se gli serviva semplicemente un corpo, a questo punto tanto valeva trovarne uno che assecondasse anche i dettami dell'altra faccia della leggenda alla quale credevano... E' l'unica spiegazione che sono riuscita a dare alla cosa. > spiega la ragazza strofinandosi gli occhi con pollice ed indice, sospirando. < Non lo so, mi sembra tutto assurdo. > mormora alla fine rialzando il capo e voltando il viso verso Azrael. < Anche perché l'unica volta in cui ho visto dei morti ritornare in vita servivano i loro corpi originari, non dei surrogati. > ricorda lei ripensando a quando ha visto risorgere, con i suoi stessi occhi, I primi Quattro Hokage e Sukui Aburame. [ Chakra: on ]

16:14 Azrael:
 La situazione sembra essere tornata ad una parvenza di normalità, tra risate, battutine, baci e coccole da parte dei due amanti. Kaori lo prende bonariamente in giro, causando una reazione di ilarità nel Nara, che si ritrova a rdere contro di lei, sottovoce, lasciando che il petto venga smosso da quel flebile risolino. < Mi scusi Kaori Hyuga, Consigliera della Foglia, Special Jonin più forte dei paesi ninja blablabla… > Le risponde, posando un altro leggero bacio sulla di lei fronte, sorridendo contro di essa e lasciandole un piccolo buffetto contro il fianco, su cui ha poggiate entrambe le mani. Il discorso, però, torna immediatamente su toni più seri, sebbene il Nara non si abbatta più di quanto non abbia fatto in precedenza, ma rimanga semre piuttosto sereno, nonostante la leggera vena malinconica che s’udirebbe nella voce del Dainin < Quel che più mi preme è che… io non ho mai risparmiato nessuno. Uomini, donne, bambini e anziani, se avevano mosso anche solo un dito contro Konoha io li ho fermati. E uno dei miei unici e soli gesti di pietà sia costata la vita a centinaia e centinaia di Hyuga. > Scuoterebbe il capo, allontanandosi appena da lei, tenendo il tono di voce bassonon solo data la vicinanza dei due, ma anche per via del fiato che viene gradualmente a mancare. < Ti ringrazio… vuol dire molto per me il fatto che non mi ritieni responsabile di quanto accaduto. Vorrei solo… riuscire a perdonarmi io stesso. > Le direbbe, prima che le gambe gli cedano e che sia costretto ad aggrapparsi a Kaori per non capitolare a terra. Lascia che lei lo accompagni, che lo aiuti a sedersi senza movimenti bruschi o troppo faticosi. Aveva quasi dimenticato cosa volesse dire tenere quel maledetto marchio attivo, quanto esso fosse in grado di consumare il fisico della persona che ha l’ardire di utilizzarlo. < G-grazie… > Biascicherebbe, poggiandosi seduto a terra, laddove la Hyuga lo ha aiutato a sistemarsi, prima di proseguire col discorso. < Purtroppo, per quanto io sia stata la persona più vicina a Kuricha in assoluto non so molto del culto. Mi chiese di entrare a farvi parte, ma ovviamente mi rifiutai, tuttavia non ho mai avuto l’occasione di studiarne gli scritti e, in generale, non ne parlavamo molto. L’unica cosa che so è che faceva dei sacrifici umani di notte, che andava a lavarsi sulle sponde del Lago Nero e, poi, tornava da me. Magari credono nella trasmigrazione dell’anima o in qualche stronzata del genere. > Terminerebbe, poggiando le mani al suolo e cercando una posizione stabile sul terreno per avere la possibilità di riprendere fiato. < Quand’è che ti è capitato di vedere persone tornate in vita? > Le domaanda, infine, ponendo attenzione a quel piccolo dettaglio che, per la sua assurdità, lo pora a guardarla piuttosto stranito, col sopracciglio sinistro alzato e le labbra corrucciate in un’espressione alquanto interrogativa e stuipita. [ Chakra ON ]

16:33 Kaori:
 In qualche modo, nonostante la palese malinconia che addensa l'aria, i due riescono a ritagliarsi un breve attimo di tenerezza e tranquillità. Fra un bacio e l'altro scherzano appena per alleggerire l'atmosfera fin troppo cupa e tesa. Anche la Hyuga ridacchia al sentire la replica del Dainin, ricordando quel loro primo incontro dopo il ritorno dell'altro da quegli anni di silenzio e si bea del tenero contatto delle labbra di lui contro la fronte, ritrovandosi una volta ancora a scoprirsi incredula di come proprio lei si trovi ora fra quelle braccia. Azrael... lo stesso Azrael che aveva creduto in lei prima di chiunque altro. Lo stesso Azrael che amava scherzare con lei e scoprire le sue reazioni meravigliate in risposta ai suoi portentosi jutsu. Lo stesso Azrael che ha detto di amarla e di volerle rimanere accanto per sempre. < Mi sembra passata un'eternità da quel torneo > ammette lei ridacchiando prima di stringersi ancor di più a lui come a voler essere sicura di non sentirlo sgusciar via dalla sua presa. Tenta di rassicurarlo, di confortarlo, di fargli capire che in nessun modo lo giudica colpevole e responsabile della situazione attualmente in corso ed in parte riesce anche a farcela. Ma il perdono di cui ha bisogno, lo sa bene, non è il suo. < Posso solo immaginare come la cosa ti faccia sentire. E'- comprensibile. > mormora lei ricercandone lo sguardo, tentando di carezzare delicatamente il suo viso con fare premuroso ed attento. < Forse fermare definitivamente questo culto ti aiuterà a trovare pace però. > azzarda lei sperando vivamente che il fermare una volta per tutte quel folle piano possa aiutare il ragazzo a trovare il perdono che tanto cerca da se stesso. < Ma se così non dovesse essere, se dovessi continuare a sentirti colpevole... non lasciarti abbattere. Fa' di queste sensazioni l'incentivo per fare meglio la prossima volta, mh? > tenta di confortarlo lei sorridendogli, cercando di poggiare una mano sotto il suo mento con dolcezza. < E se mai ti sembrerà troppo, ti basterà venire da me e sarà pronta a tenerti fra le braccia e condividere questo peso con te. > Ne avrebbe cullato il dolore, la paura, la colpa. Avrebbe sempre avuto cura di garantirgli un rifugio sicuro fra le proprie braccia. A quel punto lo aiuta quindi ad accomodarsi a terra nel notare la sua spossatezza e, sedendosi al suo fianco, ascolta quanto egli ha da dire annuendo silenziosamente di tanto in tanto, stringendo le labbra. Non hanno esattamente un punto di partenza, ma almeno potranno aumentare le difese per impedire che ci siano nuove vittime. < Okay allora... mentre cerchiamo qualche informazione su questo culto andrò a parlare con Juusan per portargli le prove che tanto voleva e intanto informerò il clan della situazione per far sì che la difesa sia massima. Poi dovremo informare il Consiglio e Hitomu, nonché gli ANBU: Frollo diceva che dopo gli Hyuga sarebbe passato ad attaccare i Konohani, il pericolo non riguarda più solo il clan. > dice lei cercando una conferma da parte di Azrael su quel piano per poi udire quella domanda e quindi ritrovarsi a sorridere. < Fu anni fa, poco prima che sparissi. Te ne parlai rapidamente durante una tua visita alle Cascate. > rievoca quel ricordo con affetto. < Qualcosa andò storto nei piani dei Custodi del Fuuinjutsu ed in qualche modo il Primo, il Secondo, il Terzo ed il Quarto tornarono in vita assieme a Sukui Aburame per combattere contro Konoha. > spiega Kaori ricordando ancora adesso quella situazione. < Li affrontai assieme ad altri compagni, ma è inutile dire che se non fosse stato per il Quarto che rinsavì all'improvviso, non li avremmo mai fermati. > sorride ben sapendo che quella battaglia era persa in partenza, al tempo. Lei era solo una genin ed i suoi compagni di squadra... beh, non li ricorda neppure più. [ Chakra: on ]

17:13 Azrael:
 Una volta sedutosi a terra è libero di riprendersi un attimo, di riempire i propri polmoni dell’ossigeno di cui necessita e del profumo incredibilmente familiare della Hyuga. Lei dichiara di non ricordare un torneo in cui il Nara neanche era presente, in un periodo di cui non era neanche parte del mondo e, al solo pensiero, il Dainin si ritrova a riavviarsi una ciocca corvina ribelle dietro l’orecchio, sorridendole quasi con fare colpevole < Sarebbe stato un grande onore, per me, poterti vedere. Vedere la consacrazione in colei nella quale ho creduto fermamente sin dal primo istante in cui l’ho conosciuta. Durante l’unico torneo a cui io abbia mai preso parte ho perso, sai? È stato particolarmente umiliante, io detesto perdere. Magari al prossimo… > Lascerebbe in sospeso la frase, pensando a come potrebbe essere affrontare un altro torneo, rivivere l’emozione di affrontare avversari incredibilmente validi, sotto le ovazioni della folla, di familiari, amici e sconosciuti. Non che adesso ne abbia bisogno, sia chiaro. Nella sua enorme arroganza e tracotanza è piuttosto sicuro che sbaraglierebbe qualunque avversario gli si possa parare davanti, tranne forse… < Anche se mi spaventa l’idea di essere riempito di botte dalla mia ragazza. > Sorriderebbe, mostrando un certo intento sarcastico nel proprio dire, benché quella frase mostri molta più verità di quanto Azrael vorrebe dare a vedere. Il piano che, poi, espone Kaori è del tutto sensato, avvertire Juusan per mettere in sicurezza gli Hyuga, oltre che per cacciarlo a calci in culo dalla Magione, per poi avvertire il consiglio ed il Nono per mettere in sicurezza l’intera Konoha, ma l’esperienza del Dainin gli suggerisce di dover aggiungere qualche piccolo punto all’organizzazione di tale piano. < La minaccia non deve essere resa pubblica ora. > Direbbe con una certa fermezza. < Avvertire gli ANBU va bene, così come anche per Hitomu, ma la notizia non deve arrivare adesso alla popolazione. Scatenare il panico in una fase così embrionale e davanti ad una minaccia ancora non conreta non porterebbe a nulla se non al panico. Abbiamo il vantaggio di conoscere, almeno in parte, le mosse di Frollo. Se non lo diamo a vedere possiamo usare la cosa per fermarlo in maniera più efficace, ma se sbarriamo le porte di Konoha lo porteremo a cambiare il suo modo di agire e lo renderebbe ancora più imprevedibile. > Esporrebbe così la propria idea, atendendo una conferma od una smentita da parte della Hyuga. < In più, non dobbiamo e non possiamo fare del male agli adepti del culto. Se sono come quelli che aveva Kuricha, loro non hanno idea di cosa abbia in mente il loro capo. Quel che possiamo fare è usarli per arrivare a lui. > Terminerebbe, prima di udire il racconto di Kaori a proposito dei Kage che si è ritrovata a combattere, lasciandosi scappare un sorriso ed addolcendo il proprio sguardo cupo, puntato nelle di lei iridi di perla < Sì, ricordo… è stato un peccato non poter partecipare, mi sarei divertito. Magari chiederò ai CDF di resuscitare gli altri quattro, sarebbe un onore scontrarmi con mio padre, con Shikamaru e… beh, Kuugo possono anche risparmiarselo, l’ho ucciso io. > Scoppierebbe in una fragorosa risata, che porterebbe i suoi polmoni ad aprirsi, il suo umore a rigenerarsi. Non ha saputo rispondere alle premure che la Hyuga ha mostrato riguardo i suoi sensi di copa, ma è semplicemente perché—non sa cosa dire. Meno ne parla, meno li sente, per tale motivo sta cercando di fare qualunque cosa per aggirare un discorso che vorrebbe aver chiuso anche prima che cominciasse. [ Chakra ON ]

10:46 Kaori:
 Le labbra si distendono, le gote s'alzano ed un tenero rossore va appropriandosi del suo viso nel sentire le parole di Azrael, adesso appena meno ansante dopo essersi accomodato al suolo per riposare dopo l'enorme consumo di energie appena sostenuto. E' felice di sapere che il Nara avrebbe creduto le sue capacità sebbene... < Ah sì? > il suo sorriso si fa appena ironico, provocatore, mentre il suo sguardo si riempirebbe di una chiara nota di divertimento. < Anche se mi sono trovata costretta a dover battere Mekura per vincere? > dice con tono giocoso, chiedendosi se davvero, a quel tempo, sarebbe stato felice per lei considerato il legame che lo legava all'altra Hyuga. Non che Kaori non avrebbe compreso, in ogni caso, se il ragazzo si fosse rattristato per la sconfitta della sua ragazza in quel momento. < Davvero? Dev'essere stato davvero una vita fa allora! Dubito che esista qualcuno che sia riuscito a batterti negli ultimi... 10 anni? > osserva seria, lei, prima di andare ad ascoltare quella successiva aggiunta da parte del Nara e dargli un affettuoso buffetto al braccio con fare molto poco convinto. < Ma per piacere! Non so nemmeno se sarei in grado di colpirti se dovessi affrontarti! > ridacchia Kaori snudando i denti bianchi, provando ad immaginare uno scontro fra loro. < E poi potresti leggere in anticipo le mie mosse se volessi. > arriccia appena il naso mostrandogli una tenera linguaccia prima di liberare una leggera risata e quindi passare ad un argomento decisamente più serio e delicato. I due discutono di come affrontare adesso le cose a seguito dei dettagli scoperti dai documenti rinvenuti al laboratorio di Taki e Azrael aggiunge il proprio pensiero portando la ragazza ad annuire in silenzio fino a quando l'altro non si ferma per cercare un suo confronto. < Sì, sono d'accordo. Avvisare adesso la popolazione non ha senso. Lasciamo che ad essere informati per ora siano solo gli ANBU e i ninja di ronda, così da controllare al meglio chi entra ed esce dal Villaggio. Creare panico adesso sarebbe deleterio. > concorda la ragazza per poi ascoltare l'idea di Azrael di non ammazzare subito gli adepti del culto al fine di usarli a loro vantaggio per trovare il capo dietro il progetto. Si umetta le labbra andando a sistemarsi una ciocca di capelli viola dietro l'orecchio annuendo piano, lasciando vagare lo sguardo nel vuoto con fare assorto. < Se anche non dovessero sapere dove si trovi potremmo usarli per cercare di fermare questo Frollo. Kuricha ti chiese di risparmiare gli altri prima di morire, forse anche Frollo potrebbe scendere a patti pur di salvarli e così potremmo imprigionarli tutti: non li uccidiamo ma li neutralizziamo chiudendoli tutti in cella. > Persino alle sue stesse orecchie quell'idea suona come una vana speranza. Qualcosa le dice che non avrebbe mai funzionato. Sospirando scuote appena il capo stringendosi nelle spalle. < In ogni caso vedremo più avanti cosa farne di loro. Prima di tutto dovremmo riuscire a prenderli. Al resto suppongo ci penseranno il Kage e gli ANBU. > aggiunge tornando a guardare il Dainin per sentire quindi il suo dire in merito all'esperienza della Jonin con i Kage redivivi. Le si sgranano gli occhi nel sentire quel folle piano per poi aprirsi in una risata rassegnata quando Azrael termina il suo racconto. < Sono Azrael Nara e ho ucciso Kugo Gaito, blablabla. > lo rimbecca ancora una volta giocando con lui, rendendo la sua voce acuta e infantile nello scherzoso tentativo di fargli il verso: una mossa che forse le sarebbe costata cara se non fosse stata la sua ragazza. < E comunque è stato tristissimo. Vedere quegli uomini che hanno dato la vita per il Villaggio ritrovarsi costretti ad attaccarlo per distruggerlo è stato orribile. > ricorda lei volendo scacciar via quel ricordo andando a poggiarsi contro il fianco di Azrael rannicchiandosi contro di lui, poggiando il capo contro la sua spalla. < Mi sento come se fossimo sull'orlo di una guerra, lo sai? > sussurra alla fine, Kaori, con voce bassa, il tono smorto mentre lascia vagare lo sguardo davanti a sé. < Mi sembra di sentirla addosso. Ma... non ho paura. > ammette ruotando ora il viso verso di lui per mostrargli un piccolo e tenero sorriso. < So che assieme a te posso fare qualsiasi cosa. > sorride, sinceramente, ritrovando in lui la forza necessaria per affrontare anche quella difficoltà. Se è per proteggerlo, se è per salvarlo, sarebbe stata capace di sovvertire cieli e terra. [ Chakra: on ]

11:27 Azrael:
 Le considerazioni che la Hyuga fa riguardo il torneo portano il Nara a sorridere. Non sa bene neanche lui cosa avrebbe fatto nel vedere Mekura umiliata in uno scontro contro uhna kunoichi sulla carta più debole e contro la quale avrebbe dovuto vincere, ma qui entra in gioco la visione che Azrael ha del combattimento e dell’onore in battaglia, che non si esime dall’esprimere a Kaori in tono piuttosto divertito e quasi di sufficienza nei confronti di Mekura < Non hai combattuto con quella che, all’epoca, sarebbe stata la mia fidanzata. Hai combattuto contro una kunoichi e hai vinto. E, in più, avrei potuto dire di averci visto giusto quella mattina da Ichiraku. E, come sai, io *adoro* avere ragione. > Si limiterebbe a ridacchiare, pensando al modo in cui ha vinto, agli errori e alle cose giuste fatte. Sì, gli sarebbe davvero piaciuto assistere a quello scontro. Per quanto riguarda l’eventualità di uno scontro, seppur amichevole tra i due, il Nara non perde il suo egocentrismo. Mai. Sa, tuttavia, quando è il caso di ammettere una propria debolezza. < Ho visto una tua fenice di fuoco. Diciamo che non mi colpiresti perché il mio primo pensiero sarebbe quello di fuggire a gambe levate. E no, naturalmente non utilizzerei l’empatia. Che scontro sarebbe, altrimenti. Tuttalpiù cercherei di distrarti in ogi modo possibile, ricordandoti quanto mi piacerebbe essere in camera, sul letto.. > Lascerebbe la frase in sospeso, recuperando il proprio sorriso malizioso e lascivo che Kaori di certo conosce alla perfezione. Ed il solo fatto che il Nara abbia ammesso di aver eventualmente bisogno di questo genere di trucchetti per distrarla dovrebbe dirla lunga su quanto egli sia convinto che lei sarebbe perfettamente in grado di metterlo in difficoltà. < E poi ti devo uo scontro, ricordi? Il giorno in cui sarai in grado di colpirmi sarò in debito di un certo jutsu da insegnarti. > Le farebbe un occhiolino, cavalcando quell’atmosfera scherzosa che si sta instaurando nuovamente tra i due. A quel che la ragazza dice in merito alla faccenda di Frollo non può che annuire in silenzio, non avendo molto altro da aggiungerem se non qualche dettaglio sull’effettiva messa in pratica del loro piano. < Perfetto allora. Agli ANBU ci penso io-- > “No. Non pensare. Azrael NON pensare a nulla.” Si ripeterebbe mentalmente, cercando in maniera anche piuttosto goffa di nonsottolineare come eglij abbia ancora voce in capitolo per quel che riguarda le forze speciali di Konoha, essendone tornato a far parte, salvo poi cambiare imediatamente discorso, sperando in una distrazione della Hyuga < --perché insomma, sono pur sempre stato il loro Generale in passato, ecco. Mentre tu… vai a cacciare Juusan a calci in culo, prima che decida di dislocarmi lì e tirarlo per i capelli. La prossima volta in cui mi vedrà non sarò disarmato, quindi ti conviene fare in fretta se non vuoi avere una vita sulla coscienza. > Direbbe, cercando amabilmente di scherzare, ma lasciando che il proprio tono sottintenda una minaccia tutt’altro che goliardica. Avrebbe davvero tanta voglia di ucciderlo, fosse anche solok per la responsabilità che ha avuto nei riguardi di Kaori e la sua incrollabile incuranza. Terminando il proprio discorso lascerebbe che lei gli si accosti al fianco, allungando il braccio per avvolgerlo attorno alle di lei spalle e continuare ad ascoltarla, perdendosi con lo sguardo scuro nell’ambiente circostante. < Anche io penso che ci stiamo avvicinando a qualcosa di grosso. > Converrebbe con lei riguardo l’essere in guerra. < Ma non solo non ho paura, sono quasi… contento. > Aggiungerebbe, abbassando lo sguardo con fare un po’ colpevole per quella sua stessa ammissione. < Non che sia contento che delle persone moriranno, ma—è davvero, davvero tanto che non trovo qualcuno che mi metta seriamente alla prova. Che non mi faccia provare quel brivido, quell’adrenalina che il combattimento porta con sé. Mi manca. E—così potrai vedere cosa so fare. Se pensi che io mi sia dato alla pazza gioia contro la flotta di Sharper Hook devo ammetterti che non è neanche la metà di quel che so fare. > Terminerebbe, dandole un tenero bacio tra i capelli, se lei lo permettesse, prima di rendersi conto che non ha più senso per loro restare davanti quella recinzione che avvolge la Foresta della Morte. di cui, a tal proposito, il nara non sa assolutamente nulla. Solleverebbe le sopracciglia, corrugando la fronte con fare quasi perplesso. < In un altro momento mi spiegherai anche perché la Foresta è recintata in questo modo strano, mh? Ma… adesso sono abbastanza stanco di parlare. Sono venuto da te convinto che avessi voglia di scaricare un po’ di tensione. > Si lascerebbe andare ad una flebile risata, compiendo poi il sigillo della scimmia davanti al proprio petto per tornare ad abbracciarla, sempre che lei non avesse nulla da ribattere, per avvolgere entrambi col proprio chakra e figurarsi l’unico posto in cui vorrebbe essere in questo momento. In casa di Kaori, nella sua camera da letto, tra le lenzuola che ha imparato ad amare quasi quanto ama colei che vi riposa ogni notte. [ se end – Dislocazione pvt ]

11:50 Kaori:
 Sa perfettamente che Azrael non ha alcun interesse nel cercare di fare il carino con lei fingendo che al tempo tenesse a lei più di quanto tenesse a Mekura: insomma, sanno entrambi che la Hyuga ha significato la sua vita per un lungo periodo di tempo e perciò, nel momento in cui l'altro le spiega che non si sarebbe lasciato influenzare dal fatto che in quel torneo partecipasse la sua ragazza, tentando d'essere il più oggettivo ed imparziale possibile, Kaori gli crede. Sa che Azrael ha abbastanza rispetto per la sua persona da non mentirle e questo la fa sentire felice. Inoltre sì, sa perfettamente quanto Azrael adori avere ragione. < Mh sì, potrei essermene accorta in una occasione o due... > scherza lei fingendo casualità prima di ridacchiare e quindi ascoltare come il Dainin sembrerebbe davvero considerare pericoloso un eventuale scontro con lei. La cosa la porta a pensare, a chiedersi se davvero sia cresciuta tanto da poter anche solo sperare di sostenere uno scontro con il Nara. Si tratterebbe di qualcosa di davvero difficile, qualcosa di molto pericoloso ed al tempo stesso estremamente eccitante. Il brivido di mettersi alla prova, di poterlo fare -per di più, con una leggenda vivente quale è Azrael Nara. Ma ogni sua seria considerazione circa questa sfida viene messa a dura prova dal fatto che l'altro avrebbe comunque provato a distrarla in modi decisamente scorretti e ben poco ortodossi. La ragazza schiude le rosee osservandolo, fingendosi oltraggiata. < Non vale! > esclama con una mezza risata bloccata fra i denti. < E comunque potrei distrarti allo stesso identico modo! Ti conviene? > inarca un sopracciglio quasi con tono di sfida prima di ridacchiare e quindi lasciarsi andare ad un semplice sorriso rivolto verso di lui. < E come potrei mai dimenticarlo? Ho pensato e ripensato a questa promessa per anni chiedendomi se sarei mai riuscita a tentare di mantenerla. > ammette lei con voce morbida, bassa, passando poco dopo alla parte seria e sottile della conversazione. Quando Azrael si propone di andare a parlare con gli ANBU Kaori annuisce avendo lei stessa pensato la stessa cosa in precedenza, ma si ritrova appena confusa dai pensieri bizzarri che l'altro le invia mentalmente. Arricciando il naso e aggrottando le sopracciglia, l'osserva perplessa sbattendo le palpebre. < Ehm... sì, è quello... a cui avevo pensato. > replica senza fare però domande in merito, rimanendo semplicemente appena confusa. < Immagino che in pochi fra gli ANBU oserebbero non prendere in considerazione una richiesta da parte di Yami. Anche se fosse in contrasto con gli ordini di Gekido. > ridacchia Kaori ricordando quanto fosse temuta la controparte ANBU di Azrael nei tempi in cui egli ne rivestiva ancora il ruolo. Dopotutto era famoso per il suo incarico di addetto agli interrogatori e lei stessa ha potuto vedere con che tipo di mezzi era solito svolgerli: ci vuole poco ad immaginare come convincesse i prigionieri a parlare. < Comunque sì, il mio primo passo sarà andare da Juusan con le cartelle che ho finito di leggere. Andrò oggi stesso. > annuisce lei, seriamente, prima di tornare a piombare in un silenzio rilassato, spezzato solo di tanto in tanto da un alito di brezza, dal frusciare degli alberi, dal cinguettio degli uccelli. La sua voce esce bassa e Azrael le risponde con sincerità. Può capire in parte ciò che egli intenda dire e non lo ritiene un mostro per quel pensiero: per guerrieri come loro è sempre stimolante ritrovarsi ad affrontare una nuova sfida, specialmente considerando l'animo competitivo e ambizioso del Nara. < Non ho dubbi. Per te quella missione dev'essere stata una passeggiata. > ricorda la ragazza il modo in cui bastò loro -praticamente- un solo jutsu a testa per risolvere la situazione. Accoglie quel bacio fra i capelli ad occhi chiusi prima di ascoltare il dire di Azrael con un nuovo sorriso sulle labbra, i suoi occhi a captare l'espressione ammiccante dell'altro, il suo udito a recepire la proposta fra le righe. La ragazza lo guarda con espressione divertita, posando una mano sul suo petto per cercare la cerniera della sua felpa ed abbassarla appena un po' per poter far scivolare le sue dita sulla sua pelle. < Effettivamente avrei un po' di tensione da dover rilasciare... > mormorerebbe la Hyuga andando a poggiare le proprie rosee alla base del suo collo prima di lasciare all'altro il compito di trasportarli in un luogo decisamente più opportuno. [ END ]

Dopo aver letto i documenti recuperati dal laboratorio di Taki, Kaori decide di incontrare Azrael per rivelargli quanto scoperto e avvertirlo del pericolo che personalmente corre.

Dopo una iniziale reazione violenta e incontrollata, il Nara recupera la calma e i due riescono a pensare ai prossimi passi da dover seguire per mettere in sicurezza il clan e l'intera Konoha.