...io pensavo di avere iniziato tardi

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14:20 Komosinar:
  [Terzo Cerchio] Di ritorno nel terzo cerchio per far nuovamente visita all'ospedale, Komosinar ne esce rassicurato dall'ultimo controllo effettuato. Le sue guarite sembrano completamente guarite e, ciò che rimane, è solamente recuperare massa muscolare ed un po' di fiato. Sempre appoggiato al proprio Bo, comprato per essere utilizzato come bastone da passeggio, il giovane uomo si aggira per le strade della citta guardandosi attorno con molta curiosità. Lo sguardo celeste accarezza qualsiasi superficie gli capiti di incontrare, che si tratti di una persona, un animale, una pianta o una struttura. Lo sguardo sembra essere sempre molto attento. L'espressione è seria. Vestito con abiti semplici e chiari, tra il beige ed il grigio, l'albino potrebbe apparire come un piccolo cadavere ambulante. I sui movimenti sono un po' più fluidi rispetto ai giorni precedenti ma, comunque, il bastone non viene abbandonato. <ricordi... devo continuare a stimolare i miei ricordi...> afferma con un filo di voce, come sempre, parlando tra se e se ed ignorando, almeno parzialmente, le persone che incrocia. [Bo nelle mani. Porta Shuriken sulla sinistra, contenente pillole]

14:38 Gekko:
 Le nuvole velano nella giornata odierna il sole che caldo splende sul Paese dell'Erba e che nei giorni scorsi ha reso rovente il clima a Kusagakure no Sato... per fortuna nel suo laboratorio di conceria il ragazzo può stare fresco, anche perché ultimamente ci sta passando davvero molto tempo. Questo pomeriggio, però se lo prende libero ed è anche, stranamente, libero da missioni di qualsivoglia genere. Come suo solito indossa il suo equipaggiamento al completo: pantalone aderente fino al ginocchio e lungo fino a metà tibia e maglia chiusa sul davanti da una zip, con maniche aderenti sino al gomito, schinieri e vambracci di cuoio, guanti ninja ed un'armatura leggera, anch'essa di cuoio a coprire il torace ed il lato delle cosce. In vita porta una cintura di cuoio, a cui è intrecciato il coprifronte di Kusa e da cui pendono ai lati un portakunai sulla destra contenente 9 di questi attrezzi shinobistici ed un portaoggetti sulla sinistra al cui interno trovano posto un set di fumogeni, 5 carte bomba, 5 bombe luce, 5 fili di nylon, 5 fili di nylon conduttori, 2 set di makibishi, 1 fuda con il kanji "fiamma", 5 fuda contenenti tronchetti da sostituzione ed altri 20 fuda bianchi, oltre naturalmente ad un pennellino ed un piccolo calamaio con dell'inchiostro per scrivere sui fuda. Prima di incamminarsi, il ragazzo raccoglierebbe anche le proprie energie e per far ciò comporrebbe un mezzo sigillo della capra davanti al plesso solare e figurerebbe nella propria mente il proprio corpo, come fosse tagliato in due metà da un piano orizzontale, sorretto proprio dalla mano manca che forma il mezzo sigillo. Focalizzerebbe la propria attenzione quindi in un punto al centro della fronte, dove visualizzerebbe comporsi la figura di un tetraedro dalle quattro facce a forma di triangolo equilatero. Un rubino a cui invierebbe le proprie energie psichiche colmandolo di una luce rossa ed intensa, che nutrendosi di conoscenza ed ambizione andrebbe a spandersi fuori dei bordi mentre il solido inizierebbe a ruotare intorno ai propri assi di simmetria, formando una sfera di luce rossa. Focalizzerebbe quindi la concentrazione nel punto da cui sorge la vita, l'ombelico, che è il punto di congiunzione con il ventre materno, rappresentante la vita e le energie del corpo, dove farebbe comparire uno zaffiro dalle otto facce in foggia di triangolo equilatero. Come il rubino, anche lo zaffiro prenderebbe a ruotare intorno ai suoi assi di simmetria,mentre verrebbe nutrito con la forza proveniente dai muscoli, la resistenza delle ossa, i riflessi dei nervi ed il talento del sangue. La luce azzurra si spanderebbe fuori dei bordi della figura fino a formare un'intensa sfera di luce azzurra. Quindi avvicinerebbe le due sfere, portandole alla porta del respiro, il plesso solare. Qui, le due sfere si toccherebbero e scontrerebbero, mandando i frantumi il piano orizzontale che divideva il corpo in due metà, come se fosse uno specchio e lentamente si amalgamerebbero e fonderebbero, dando origine ad una energia nuova ed antica al tempo stesso, origine dell'essenza stessa degli shinobi: il chakra. A rappresentare questa energia si plasmerebbe un icosaedro dalle venti facce in guisa di triangolo equilatero, colmo di una luce bianca e calda, che prenderebbe a ruotare al centro del petto dell'Ametista, facendo spandere la luce all'esterno, prima a formare una sfera di luce candida e quindi una serie di filamenti, che da questa si dipanerebbero lungo tutto il sistema circolatorio del chakra, per raggiungere ogni tsubo. Se tutto si fosse manifestato correttamente il ragazzo potrebbe sorridere, percependo i suoi muscoli più forti, le sue ossa più resistenti, il suoi nervi più scattanti ed il suo intelletto più acuto. Così agghindato e con questa energia in circolo, l'Ametista si muoverebbe verso i Cerchi più interni... del resto deve ancora far visita alle infermiere che sono state tanto dolci con lui... anche per spiegare loro che non c'era bisogno di nascondergli l'avvenuta dimissione per continuare a vederlo... Con sè porterebbe delle rose in boccio, da donare alle ragazze, ma chiaramente prima farebbe in modo che la loro bellezza sia eterna... prima di entrare in Ospedale, perché se mantenesse lì il chakra attivo se la dovrebbe vedere con le guardie ANBU che sorvegliano il luogo. Mantenendo le rose sotto il braccio sinistro, muoverebbe passi sicuri, anche in una zona della città dov'è meno conosciuto. Con la struttura ospedaliera che ormai s'intravede, non potrebbe non notare qualcuno che si regge ad un bastone, come poco tempo prima aveva dovuto fare anche lui... solo che Gekko non è mai stato contraddistinto da colori tanto tenui, essendo i suoi ciuffi, in perenne ribellione contro l'ordine, neri ed i suoi occhi del colore dello smeraldo. Osserverebbe dunque questa figura, nuova ai suoi occhi, che pare proprio arrivare dall'Ospedale. [Tentativo Impasto del Chakra][[se Chakra 25/25][Armatura Leggera, Schinieri, Vambracci, Guanti ninja, Coprifronte][Portakunai: 9x kunai][Portaoggetti: 5x fumogeni, 5x carte bomba, 5x bombe luce, 5x fili di nylon, 5x fili di nylon conduttori, 2x makibishi, 1x fuda "fiamma", 5x fuda "tronchetto", 20 fuda bianchi, pennello ed inchiostro]

15:01 Komosinar:
  [Terzo Cerchio] continua a passeggiare lentamente per la strada, guardando nelle vetrine dei negozi e specchiandosi all'interno di esse. Si ferma senza abbandonare l'appoggio al proprio bastone. Un profondo respiro viene tratto nei polmoni dell'albino facendo gonfiare dapprima l'addome e, quindi, il petto. Con la scarsa massa muscolare che gli è rimasta, se non fosse per la maglietta che lo copre, in questo momento gli si potrebbero contare le coste e tutte le ossa del torace. Il respiro viene quindi esalato mentre lo sgaurdo celeste di Komo si incontra con quello della propria immagine riflessa nel vetro di quel negozio. <non aveva torno la ragazzina di ieri a scambiarmi per un fantasma...> commenta sempre parlando con se stesso. Il peso viene quindi spostato lentamente verso i propri stessi piedi. Le mani spingono sul bastone per facilitare l'operazione e, poi, ecco che il bastone viene sollevato da terra di un paio di centimetri così da confermare a se stesso che tutto si regge sulle sue stesse gambe. <sembrano reggere...> afferma di nuovo in un filo di voce guardando poi la propria immagine nel vetro. Sposta poi il peso leggermente più sulla sinistra andando così ad portare la linea delle spalle perfettamente orizzontale dato che, a quanto gli sembrava, prima era leggermente sbilanciata verso destra.

15:19 Gekko:
 Continuerebbe ad avanzare per un po', fino a trovarsi a pochi passi dall'albino ed osserverebbe con interesse i suoi movimenti ed il tentativo di mostrare a sè stesso che può reggersi sulle proprie gambe, senza dover ricorrere al bastone. Poi odrebbe di una ragazzina che il giorno precedente avrebbe scambiato l'uomo dai capelli bianchi per un fantasma e dovrebbe sforzarsi per trattenere un risolino... effettivamente il paragone sembrerebbe azzeccato, però i fantasmi non hanno mica bisogno di reggersi ad un bastone (?). L'osservazione proseguirebbe però con vivo interesse, potendo anche risultare insistente e fastidiosa, mentre gli occhi di smeraldo starebbero scrutando nel dettaglio l'altrui corpo... esile, pallido, malsicuro sulle gambe, anche se in grado di reggersi. Facile che sia stato costretto ad una lunga immobilità e probabilmente non ha potuto mangiare come si deve... dove "come si deve" vorrebbe dire pasti abbondanti e saporiti... cosa che non si trova certo in ospedale, dove l'uso del sale è qualcosa di razionato peggio dell'acqua in un deserto. Dopo quest'attenta disamina dell'altrui aspetto, che non ha assolutamente nulla di medico, lo Shoton potrebbe determinare che quel corpo non si presta ad combattimento corpo a corpo... ma forse tutto dipende dallo stato di debilitazione. Infine deciderebbe di rompere gli induci, palesando la propria presenza... ammesso che l'insistente sguardo non sia stato tanto fastidioso da palesarla per suo conto. <Credo che se stai cercando di fuggire da quel luogo.> mormorerebbe alludendo all'ospedale <Finiranno per riprenderti in fretta.> sorriderebbe e del resto facilmente sarebbe lui stesso a prenderlo con la delicatezza che si userebbe per un pacco postale e riportarlo indietro... oppure non lo farebbe per solidarietà, dato che nei pochi giorni del suo ricovero non vedeva l'ora di andarsene. Seguirebbe un leggero inchino con la parte superiore del busto, mentre gli occhi verdi rimarrebbero fissi sull'altrui persona <Ad ogni modo lascia che mi presenti. Il mio nome è Gekko, del Clan Shoton, Kusa no Kesho.> andrebbe a chiosare, terminando col proprio titolo, il cui significato sarebbe "Cristallo dell'Erba" e riprendendo dopo una breve pausa <Con chi ho il piacere?> concluderebbe riprendendo la posizione eretta.[chk on][equip invariato]

15:30 Komosinar:
  [Terzo Cerchio] Mentre ancora è intento ad osservarsi noterebbe una figura riflessa nel vetro di quel negozio che si avvicina verso di lui. Lo sguardo si sposta quindi ad osservare quell'immagine riflessa cercando di memorizzare le caratteristiche più peculiari della stessa, soffermandosi particolarmente sull'armatura da essa indossata. Quando gli viene rivolta la parola, poi, Kmosinar si volge in direzione del suo nuovo interlocutore. Il bastone viene istintivamente appoggiato a terra nel tentativo di rendere più semplice quel movimento. Spingendolo indietro come il remo di una zattera, difatti, la rotazione dovrebbe avvenire in maniera più fluida. <buongiorno...> inizia a dire l'albino cercando ora lo sguardo del genin davanti a se. Lo sguardo ancora una volta cambi direzione muovendosi verso il coprifronte per poi tornare agli occhi di Gekko. <Ne sono stato dimesso, non ho bisogno di fuggire... grazie> inizia a dire con tono di voce pacato e volume moderato. Un sorriso di circostanza prima di continure con il suo discorso appena iniziato <Il mio nome è Komosinar...> afferma ricambiando l'inchino, sempre aiutandosi con il Bo per poi rialzarsi quasi subito ed aggiungere <non conosco il mio clan... non...> abbassa lo sguardo <non lo ricordo, se mai ne ho avuto uno...> conclude quindi, risollevando lentamente lo sguardo verso quello altrui, quasi la cosa gli pesasse [equip: BO: Portakunai]

15:43 Gekko:
 Ascolterebbe l'altrui replica alla sua battuta riguardo l'ospedale... il luogo terribile dove per trattenere l'Ametista gli avevano immobilizzato le gambe al letto con delle cinghie. Ridacchierebbe appena, sentendo che l'altro sarebbe stato dimesso e non sarebbe quindi in fuga.< Meglio così. Almeno potrai mangiare qualcosa che abbia un sapore, senza temere che qualche inserviente venga a riportarti indietro.> noterebbe anche che lo sguardo dell'altro si poserebbe un istante sul proprio coprifronte <Che sbadato.> mormorerebbe <Sono un Genin di Kusa.> sorriderebbe, non che la cosa sia in qualche modo messa in dubbio, ma solitamente nella sua presentazione menziona almeno il fatto di essere uno shinobi di Kusa, se non proprio il grado <Anche tu sei uno shinobi?> chiederebbe non notando invece insegne o alcun equipaggiamento a di fuori del BO/bastone da passeggio e di un portakunai e shuriken dal contenuto ignoto, per l'Ametista <Intendo. una volta che ti sarai rimesso in forma.> sorriderebbe sentendo poi che l'altro non "ricorda" di avere mai avuto un Clan e non essendo un medico... capisce probabilmente male e non pensa ad un'amnesia, oppure semplicemente preferisce pensare diversamente <Piacere di conoscerti Kemosinar.> mormorerebbe notando però un senso di fastidio dell'albino di fronte a quell'ammissione <Beh il sangue trova sempre la sua via.> mormorerebbe <Nemmeno io sono nato all'interno del Clan Shoton e mi è stato rivelato solo poco tempo fa.> alzerebbe le spalle, omettendo di raccontare come quella rivelazione abbia radicalmente cambiato la sua vita.[chk on][equip invariato]

15:52 Komosinar:
  [Terzo Cerchio] <Komo... Komosinar!> precisa l'albino continuando a guardare gli occhi del proprio interlocutore, distraendosi da essi solo un istante di tanto in tanto per spostare la propria attenzione ad eventuali movimenti che l'altro potrebbe fare durante il suo dialogo. <Shinobi?> domanda quindi. Gli occhi si spalancano per un secondo. Lo sguardo sembra smarrito. Il respiro si ferma per un istante e, poi, tutto torna regolare <intendi dire... un ninja?> chiede forse non conoscendo lo specifico termine o avendolo dimenticato insieme a tutto il resto della propria vita. <io...> di nuovo abbassa lo sguardo mentre risponde <io non so... non penso di essere mai stato un ninja ma, purtroppo, neanche so che tipo di lavoro io facessi prima... purtroppo... non lo ricordo...> conclude prendendo poi un profondo respiro e rilasciando lentamente. Le gambe nel frattempo si spostano di qualche centimetro mentre il peso viene passato, in maniera leggermente superiore rispetto a prima, al bastone da combattimento a cui egli si appoggia. Lo sguardo si alza di nuovo spostnadosi a guardare nei dintorni in evidente ricerca di qualche cosa <ho bisogno di riposarmi un po'...> afferma tornando a cercare il volto altrui.

16:03 Gekko:
 il 15enne porterebbe la destrorsa dietro la nuca <Ops, scusa Komosinar.> ridacchierebbe rendendosi conto in ritardo di avere pronunciato il nome dell'altro in modo sbagliato <Beh... sì... shinobi nel senso di ninja uomo.> sorriderebbe <Insomma avrò anche sbagliato a capire il tuo nome, ma decisamente credo di potere escludere che tu sia una donna.> ridacchierebbe cercando di buttare sul ridere un altro discorso che pare essere spiacevole per l'albino <A quindi intendevi questo anche prima quando dicevi di non ricordare...> mormorerebbe, apparentemente iniziando a comprendere che quella dell'altro non sia semplice mancanza di conoscenza, bensì un problema più fastidioso <Quindi per qualche ragione tu hai dimenticato queste cose.> mormorerebbe riflettendo <Però ricordi il tuo nome.> sorriderebbe <E' già qualcosa, no?> continuerebbe facendo cenno con la testa in una direzione <Sotto a quell'albero c'è una panchina.> proferirebbe a sentire che l'altro ha bisogno di riposare <Ti hanno detto qualcosa riguardo questa perdita di memoria? In ospedale intendo.> chiederebbe iniziando a muoversi, pur se con estrema calma e lentezza, onde non mettere fretta l'altro <Insomma. Io non sono un medico.> e si vede (?) <Ma i dottori avranno un'idea di quale sia la causa e come aiutarti.> sorriderebbe facendo seguire un lento passo ad un altro. [chl on][equip invariato]

16:10 Komosinar:
  [Terzo Cerchio] ascolta il ragazzo che si trova di fronte a lui e, quindi ne segue l'indicazione con lo sguardo quando questo gli mostra la panchina più vicina. Il passo inizia subito in quella direzione, lento e supportato dal bastone, come fatto fino ad ora. L'attenzione viene quindi alternata tra Gekko e la strada che sta percorrendo, oltre che alle altre persone contro cui non deve sbattere. <Non è un problema fisico, mi hanno detto...> afferma sollevando appena le spalle mentre continua a camminare. Un profondo respiro mentre si muove e, poi, ecco che ricomincia a dare risposte al ragazzino. <Loro non possono curarmi come hanno fatto per le ossa ed i muscoli... devo solo aspettare che la memoria mi torni da sola e... stimolarla con vari imput...> afferma guardando poi, per qualche secondo, la panchina verso cui sono diretti come se fosse la cima di una montagna da raggiungere. <Il primario dell'ospedale> aggiunge con voce un po' più bassa <mi ha persino consigliato di iscrivermi all'accademia ninja per rinforzare il mio corpo>. Si ferma, appoggiandosi in particolar modo al proprio bastone e, quindi, ecco che domanda guardando fisso il genin <com'è quest'accademia?>. Rimarrà in piedi appoggiato al bastone attendendo quindi una risposta a questa domanda.

16:29 Gekko:
 La breve distanza da coprire per arrivare all'agognata seduta all'ombra procede con fatica e lentezza... una certa parte di Gekko vorrebbe aiutare l'altro, ma l'Ametista si mette nei suoi panni e sa benissimo quanto gli sia pesato farsi aiutare quando si è lussato il femore <Ah capisco.> mormorerebbe sentendo che l'amnesia non sia un problema fisico <Niente botta in testa quindi.> sorriderebbe cercando come suo solito di alleggerire il più possibile la situazione ed i discorso <Degli stimoli per far tornare la memoria eh?> mormorerebbe, mentre la panchina si fa sempre più vicina <Beh, se ti ha visitato il primario e se ti ha consigliato di iscriverti in Accademia, si vede che anche loro hanno pensato che tu non fossi un civile.> comunicherebbe, per quanto l'intervento del primario potrebbe anche essere stato meramente umanitario, viste le gravi condizioni in cui versava l'albino <Beh. Io ricordo che chi mi ha iniziato alle arti marziali diceva che il corpo non dimentica.> sorriderebbe <Quindi andando in Accademia, potrai comprendere se in precedenza fossi un ninja.> mormorerebbe <Ciò che è fisico, come la composizione dei sigilli o la parte che riguarda il combattimento dovrebbe venire senza bisogno di pensarci.> sorriderebbe arrivando infine alla panchina, ma preferendo rimanere in piedi per poter guardare in viso Komo, senza assumere posizioni da coppiette <Oh beh.. com'è l'Accademia?> rimuginerebbe trovando un po' strana questa domanda <Beh, dal lato strutturale, lo vedrai da solo, però ti anticipo che la parte migliore per me è il tetto.> ridacchierebbe <Se invece ti interessa conoscerne la difficoltà.> alzerebbe le spalle <Questo credo che dipenda da persona a persona. Forse lo scoglio più grosso...> inizierebbe a rivelare, lasciando però la frase in sospeso per un po' <...è il fatto che ci siano alcuni Sensei che sono davvero giovani.> ridacchierebbe ripensando alla volta in cui Eiko aveva scambiato per un Deshi il Sensei che era entrato a far loro la lezione sul Rilascio Illusorio.[chk on][equip invariato]

16:38 Komosinar:
  [Terzo Cerchio] Ascolta con attenzione le parole che gli vengono date in risposta alle sue e, solo dopo che l'altro avrà terminato la sua spiegazione, komosinar riprenderà a camminare, ormai un po' riposato, verso la panchina che dista solo pochi passi da lì. <sigili?> la voce è abbastanza perplessa soprattutto se ascoltata guardandolo in volto e notando il corruciarsi delle sopracciglia <cosa intendi di preciso con 'sigilli'?> domanda inclinando un po' la testa di lato e, poi riportandola quasi subito in posizione normale. Riprende ad alternare lo sguardo tra Gekko e la panchina verso la quale sono diretti. Solo qualche passo ancora. <spero veramente che quest'accademia, allora, possa farmi ricordare in qualche modo chi fossi io prima....> dice torcendo un po' le labbra per un secondo <se solo ricordassi almeno il mio vognome...> dice sospirando rassegnato. Qualche altro passo e finalmente giunge a quell'agognata meta. Il bastone viene fatto battere contro lo spigolo della seduta e quindi appoggiato a terra mantenendo quel contatto come punto saldo. <perché vedi come uno scoglio il fatto che ci siano Sensei più giovani? Se... Se posso chiedere?> domanda ignorando per ora altre parti delle risposte che gli sono state date, per non frammentare troppo il discorso.

16:57 Gekko:
 Il giovane conciatore attenderebbe che l'altro arrivi alla panchina e si sieda, ascoltandone le parole e quindi, una volta che questo si sia accomodato porterebbe le mani al plesso solare, congiungendole tra loro per formare il sigillo del Topo <Ci sono 12 sigilli, che si fanno con le mani per orientare il chakra a muoversi nel giusto modo per eseguire le tecniche ninja.> sorriderebbe andando di seguito a comporre il sigillo della Lepre, della Tigre, del Drago, del Cavalo, del Cane, ma non andando a mostrarli tutti e 12 e soprattutto non facendolo abbastanza lentamente da poter far notare la forma dei vari sigilli <Però questo ti verrà spiegato in Accademia e non vorrei essere lo shinobi che ha dato suggerimenti ad un Deshi per far colpo fin da subito.> ridacchierebbe riportando le braccia inerti lungo i fianchi <Beh... perché l'età dei Sensei può essere un problema?> mormorerebbe pensando come effettivamente per lui non lo sia stata. <L'Accademia è aperta a chiunque voglia provare ad apprendere i rudimenti delle arti ninja.> mormorerebbe per rispondere al quesito posto <Questo significa che ci sono anche bambini decisamente piccoli.> sorriderebbe <Ma ci sono soprattutto allievi che sono sui 10-12 anni.> direbbe tranquillo <Io ho iniziato l'Accademia che ero già più grande, dato che ne avevo 15.> alzerebbe le spalle lasciando per un istante al 30enne di fare le proprie valutazioni <A volte mi sono trovato ad avere insegnanti più giovani di me o che avessero la mia età, ma che erano già Chunin.> cioè ninja avanzati <Ora. Per me non è stato un problema però ho sentito altri farsene perché qualcuno più giovane di loro era tanto più avanti.> mormorerebbe <Però se per te non è un problema, tanto di guadagnato.> sorriderebbe <Vuol dire che già sai che per uno shinobi l'età anagrafica è un concetto di poco valore.> ridacchierebbe <In qualche modo già questo è un indizio del fatto che tu fossi uno shinobi, prima di ciò che ti è successo.> alerebbe le spalle <A proposito. Posso chiederti cosa sia successo, Komosinar?>[chk on][equip invariato]

17:13 Komosinar:
  [Terzo Cerchio] Facendo perno sul bastone, Komosinar volge le spalle alla seduta della panchina e quindi flette leggermente le gambe per sedersi su di essa iniziando poi ad ascoltare le parole del ragazzino. Lo sguardo viene posato sulle mani di questo, notando da subito con quanta agilità e destrezza vengono mosse, al punto che non è in grado di vederne bene i movimenti. < interessante...> si limiterebbe a sussurrare, ancora parlando con se stesso più che con Gekko. Annuisce quando gli viene giustificato il motivo della parziale - invece che totale - rappresentazione di quei sigilli, mostrandosi in qualche modo d'accordo con la sua scelta. Si guarda appena attorno, quando alcune voci un po' più alte del solito gli giungono alle orecchie ma, subito, ecco che torna a prestare attenzione alle parole del giovane conciatore. Di tanto in tanto annuisce, cercando di seguire passo passo le parole che gli vengono dette ma, ad un certo punto, ecco che interviene per rispondere ad un affermazione che viene espressa dal ghenin. <Tra le altre cose che ignoro> dice con volume di voce moderato così come il tono della stessa <c'è anche il modo in cui io pensassi o vedessi il mondo prima di risvegliarmi in quell'ospedale.> si ferma per un attimo a guardare in volto Gekko e poi continua <parlando poi con le infermiere piuttosto che pensando per mio conto... ed ho avuto parecchio tempo per pensare... ho realizzato che, anche tu, che penso possa avere circa la metà dei miei anni, potresti insegnarmi cose che non so, anche al di fuori del mondo ninja> una piccola pausa mentre lo osserva con attenzione e, quindi, aggiunge <capisci cosa intendo Gekko del Clan Shoton?> domanda sorridendogli appena ma glissando sulla domanda diretta che gli è stata rivolta.

17:28 Gekko:
 A quanto pare l'albino ha una predilezione per evitare di rispondere alle domande... ma l'Ametista parrebbe non farci eccessivamente caso <Beh in pratica tu sei come un foglio bianco.> mormorerebbe senza apparentemente nemmeno considerare che il riferimento possa apparire poco cortese, soprattutto ove collegato al fatto di non rispondere... esattamente come un foglio, che per sua natura se interrogato non replica. <Io non so se la tua memoria tornerà o meno o se tornerà del tutto.> in fondo se ci pensa c'è tutta una parte della sua vita di cui non sa nulla e per risalire alla quale dovrebbe probabilmente andare a cercare delle risposte altrove e non a Kusa <Però fossi in te non mi preoccuperei tanto di scoprire chi eri, quanto piuttosto di diventare ciò che vuoi.> alzerebbe le spalle <Puoi diventare qualsiasi cosa. Anche al di fuori dell'esperienza ninja.> alzerebbe le spalle <Può essere l'occasione per seguire una strada che in passato avevi escluso perché sapevi chi fossi e cosa gli altri si aspettassero da te.> sorriderebbe <Per esempio potresti diventare un cuoco e magari poi scoprire che non sei tanto magro perché sei rimasto immobile e senza poter mangiare decentemente a causa di ciò che ti è successo.> ridacchierebbe <Bensì perché hai passato la tua vita precedente in costante dieta.> sorriderebbe facendo quella che non è proprio una battuta delle più brillanti ed a sua volta avitando commenti riguardo alla constatazione espressa dall'altro sul fatto che lui possa insegnargli molto anche in ambito non strettamente shinobistico.[chk on][equip invariato]

17:45 Komosinar:
  [terzo cerchio] ancora una volta rimane in silenzio ad ascoltare le parole del proprio giovane interlocutore, annuendo di tanto in tanto per lasciare intendere che sta dando attenzione a ciò che gli viene detto. <Spero di essere un foglio scritto in una lingua da tradurre, sinceramene.> afferma accennando un leggero sorriso di circostanza distogliendo poi lo sguardo da lui ed iniziando a guardarsi attorno metre la sua schiena viene finalmente appoggiata completamente allo schienale di quella panchina. <non so se posso cogliere l'occasione, come mi stai suggerendo...> inizia a dire senza questa volta guardarlo in volto ma cercando qualche cosa nella via, tra le persone che passano <...di realizzare un sogno che avevo, dato che non ricordo quali sogni io avessi.> un profondo respiro ed un leggero e lento rilascio prima di continuare. Una brezza di vento che gli scompiglia i capelli albini. Lo sguardo si porta verso l'alto in cerca di un sole che è celato dalle nubi <mi sento un po' come quel sole...> spiega sorridendo ora più sincero <non si può dire che non esista ma non si può neanche dire di sentirne il calore sulla pelle...> afferma distogliendo lo sguardo poco dopo e chiudendo gli occhi con una certa forza, probabilmente infastiditi da quello sguardo diretto nella luce <spero di essere un cielo coperto di nubi...> inizia a spiegare facendo paragoni e, lentamente, aprendo gli occhi per poi volgersi ancora a Gekko <spero che la tempesta sia gia passata con la mia dimissione dall'ospedale e che, qualche buon vento permetta alla luce dei miei ricordi di giungere fino a me e scaldarmi o, magari, mostrarmi cosa del passato devo correggere alla luce di quello che, senza la sua influenza, ora sto pensando e credendo.> [Equip invariato]

18:04 Gekko:
 ascolterebbe ora il dire dell'albino, che parrebbe finalmente rilassarsi e lasciarsi andare... parrebbe, perché ciò che dice è una sequela di metafore, per comprendere perfettamente le quali forse servirebbe l'auto della traduzione da parte di un poeta (?) <Beh in realtà io non ho detto che potresti realizzare un sogno.> ridacchierebbe prendendo qualcosa che almeno abbia un significato concreto <Ho semplicemente detto che senza l'influsso di quello che conoscevi e delle aspettative altrui potresti prendere una strada diversa.> alzerebbe le spalle <Una cosa inconsapevole diciamo. Perché alla fine anche i nostri sogni e le aspirazioni dipendono in buona parte da ciò che conosciamo.> alzerebbe le spalle, cercando di chiarire quello che in effetti è un equivoco abbastanza comprensibile <Riguardo al fatto di non poter dire di sentire il calore del sole sulla pelle...> ridacchierebbe lasciando la frase in sospeso <Oggi è nuvoloso, quindi in qualche modo hai ragione, però l'altro giorno faceva così caldo che quel ragazzo...> riderebbe nuovamente pensando all'incontro con Kaiba ed al suo mal tollerare il caldo <Beh, diciamo che probabilmente non sarebbe daccordo con te su questo punto.> ridacchierebbe e poi alzerebbe le spalle ascoltando le ultime asserzioni del giovane <Beh sì. Immagino che in questo momento ciò che desideri maggiormente sia scoprire chi sei e da dove vieni.> mormorerebbe <Incluso cosa ti sia accaduto, suppongo. Anche perché se prendessi una strada e poi i ricordi tornassero e dovessi riconsiderarla alla luce della memoria ritornata, forse ti pentiresti di quanto hai fatto e ti diresti che sapendolo avresti fatto scelte diverse.> rifletterebbe il Kusa no Kesho <Però forse avresti bisogno di qualcosa di più immersivo che passeggiare le Kusa come un qualunque civile.> proporrebbe <Considera che per le prime lezioni non c'è necessità di affidarsi troppo al corpo, quindi fossi in te inizierei seriamente ad andare in Accademia.> alzerebbe le spalle <Almeno controlli gli orari delle lezioni ed eviti la fregatura di arrivare a lezione in coro e dovere aspettare l'inizio della successiva, per non perdere pezzoi di spiegazione. sorriderebbe.[chk on][equip invariato]

18:14 Komosinar:
  [terzo cerchio] di nuovo ascolta le parole del ragazzo annuendo, proprio come ha fatto in precedenza, e quindi accigliandosi appena in alcune parti del discorso che gli vengono fatte ma attenderà pazientemente che quel discorso sia concluso prima di rpendere a sua volta la parola. Rimanendo con la schiena comodamente appoggiata allo schienale della panchina, Komosinar, con voce pacata, domanderebbe <di che ragazzo parli?> e poi, quasi non avesse detto nulla proseguirebbe nel discorso rispondendo ad una domanda che gli era stata fatta diversi minuti prima ma che, momentaneamente, aveva trascurato: <l'unica cosa che mi ricordo è di essere caduto da cavallo in un dirupo...> affarma spostando la mano destra per massaggiarsi delicatamente il braccio sinistro. <è un ricordo recente che ho avuto stando in ospedale ma è pur sempre un ricordo...> afferma facendo poi spalucce e continuando nella propria risposta <ricordo anche che vivevo con dei cani ma, a dire il vero, questo è solo un piccolo frammento> diniega con il capo, come se stesse dissentendo su qualche cosa anche se, al momento, è solo lui che sta parlando <in questo momento non so bene cosa farò... certamente proverò a seguira la strada indicatami dal primario iniziando a seguire queste lezioni in accademia ninja ma... non sono sicuro che sia il mio sentiero...> afferma facendo spallucce e lasciando al ragazzo la parola.

18:36 Gekko:
 <Capelli bianchi. Qualche anno più di me.> spiegherebbe lo Shoton per descrivere Kaiba <Anche lui è un Genin di Kusa, quindi forse lo incontrerai in giro.> sorriderebbe andando poi ad ascoltare quanto sente dall'albino <Beh. Credo che sia sia comunque un inizio.> direbbe <Vuol dire che eri a contatto con parecchi animali, anche se forse quella del cavallerizzo non era proprio la tua strada.> andrebbe a sorridere, pur se forse la sitauzione era più critica di quanto potrebbe sembrare fda questi frammentari ricordi... ad esempio il ragazzo potrebbe essere caduto da cavallo perché troppo stanco da un lungo viaggio, oppure perché debilitato da un malore o da qualche sostanza, o ancora perché vittima di un attacco o nel pieno di una combattimento... insomma le circostanze potrebbero essere le più diverse e senza conoscerle, la semplice caduta da cavallo rimane un mistero e forse fare battute a riguardo non è proprio la cosa migliore... però lo è se si vuole alleggerire il discorso senza andare a preoccuparsi di dettagli al momento non conosciuti e su cui sarebbe futile spaccarsi la testa <Insomma un posto con vari cani e almeno un cavallo è qualcosa che si può cercare dopo tutto.> alzerebbe le spalle <Magari ce ne sono vari, però o ti vengono in mente altri dettagli per restringere la ricerca, oppure non si può che tentare ogni luogo.> alzerebbe le spalle <Poi la tua strada la troverai o la ritroverai, a seconda dei casi.> mormorerebbe incoraggiante.[chk on][equip invariato]

18:43 Komosinar:
  [terzo cerchio] Stacca la schiena dallo schienale, tornando quindi ad appoggiarsi al bastone ma senza sollevars da quella panca. Lo sguardo si sposta per un attimo proprio sul bastone per poi tornare a portarsi verso il ragazzi mentre ascolta le parole che egli dice. <molte cose potrebbero ricordarmi quale fosse la mia strada.> un profondo respiro prima di ricominciare a parlare e, quindi, <si... ci sono diverse possibilità per trovare qualcuno che mi conosca, a partire dal capire da quale villaggio o città io provenga per giungere, forse, all'indirizzo della casa dove abitavo e dove, forse, mi aspetta qualcuni, anche se fosse solo il cane...> conclude sorridendo appena all'idea e facendo spallucce. Ad un certo punto, poi, Komosinar spalanca gli occhi mentre guarda il ragazzo, rimanendo a fissarlo per qualche secondo prima di accorgersi di quanto sta facendo e, quindi, distogliere da lui lo sguardo <scusami...> dice a voce bassa con un tono un po' dispiaciuto <mi è parso di...> si interrompe per riportare l'attenzione alle proprie mani ancora appese al bastone da combattimento <mi è parso di ricordare qualcosa ma... non so...> diniega con il capo <non era nulla di chiaro...> conclude un po' sconsolato.

18:55 Gekko:
 ascolterebbe le parole dell'albino, ma soprattutto cercherebbe di osservarne il comportamento... parla dell'eventualità di potere trovare qualcuno che lo conosca, basandosi sui suggerimenti dell'Ametista e poi per un istante... un momento appena... pare rimanere assorto, come intrappolato in un Genjutsu, fissando lo Shoton e prima che qualcuno lo ipotizzi, Gekko non gli ha fatto nulla e si spera che non si sia innamorato, perché altrimenti dovrebbe rassegnarsi a non essere corrisposto (?) <Hey che ti prende?> chiederebbe aspettando che si ridesti da quello stato di trance, forse impercettibile a chi sia meno attento <Beh. Ti posso assicurare che io non ho a che vedere con il tuo incidente.> mormorerebbe alzando le braccia a mostrare le palme delle mani <Però forse ti ricordo qualcuno del tuo passato o magari c'è qualcosa che ci unisce.> alzerebbe le spalle considerando come gli scherzi della vita siano a volte crudeli... forse l'albino potrebbe conoscere Gekko da quel periodo di cui lui stesso non ha memoria. <Magari se mi dici cosa t'è venuto in mente, potremmo ragionarci sopra. Un tuo flash magari fa suonare un campanello per me e il tutto potrebbe aiutarti ad avvicinarti di più alla meta.> e potrebbe aiutare anche l'ametista dato che non ha rinunciato a scoprire tutto del proprio passato.[chk on][equip invariato]

20:14 Komosinar:
  [terzo cerchio] Diniega con la testa lentamente e solo un paio di volte prima di rispondere <non ricordo bene...> afferma con voce un po' rassegnata, torcendo poi le labbra e voltandosi a guardare le proprie mani. <è come quando ti svegli da un sogno e ricordi la sensazione che questo ri ha lasciato ma non riesci a ricordare il contenuto del sogno stesso> afferma. Sta per continuare a parlare quando qualche cosa attira la sua attenzione. Lo sguardo viene spostato verso l'alto. Algune goccie stanno iniziando a cadere dal cielo. Le mani si serrano sul bastone spingendo poi con forza - quel poco che ha - verso il basso mentre, contemporaneamente, le gambe spingono per sollevarsi. Il peso viene spostato in avanti e nel giro di pochi secondi l'albino si trova in posizione eretta. <Meglio cercarci un riparo... mi fai strada tu ragazzo?> domanderà quindi spostando solo ora lo sguardo su di lui ed accantonando il discorso precedentemente iniziato. <se non ci leviamo di qui mi sa che domani saremo di nuovo in ospedale con un malanno> aggiunge mostrando, comunque, di ricordare alcune cose della vita comune come, per esempio, le condizioni pericolose o quelle che potrebbero divenirlo.

20:34 Gekko:
 tutto d'un tratto le nubi si addenserebbero e pochi attimi dopo la pioggia inizierebbe a cadere dal cielo... sarebbe bello fosse una di quelle piogge rinfrescanti, ed invece, la prime gocce che raggiungono il volto di Gekko sono tiepide... segno che questo temporale sarà decisamente poco piacevole e genererà soltanto molta umidità... certo a meno che qualcosa non cambi. <Komosinar, ti presento il Paese dell'Erba.> ridacchierebbe iniziando a muoversi nella direzione del più vicino riparo... un chiosco già preso d'assalto da molti <Beh. Pare che dovremo bagnarci un po', prima di mettere la testa all'asciutto.> mormorerebbe <Per una volta che mi fido a uscire senza ombrello, tu guarda come vengo ripagato.> ridacchierebbe, apparentemente senza dare peso alla situazione <Certo, a meno che tu non abbia magari un telo...> mormorerebbe continuando a procedere senza fretta, tenendo il passo dell'albino e senza fornire ulteriori spiegazioni <Però se finirò all'ospedale non sarà certo per un raffreddore.> ridacchierebbe <Anzi, già che ci siamo, io volevo portare un regalino alle infermiere.> sorriderebbe cambiando direzione e muovendo verso l'ospedale <Che ne dici se ci ripariamo all'Ospedale?> chiederebbe <E' anche possibile che lì troviamo degli ombrelli dimenticati da qualche kusano distratto.> chioserebbe infine anticipando però ciò che voleva fare prima di entrare in ospedale e quindi trattenendo le rose appoggiate nell'incavo del braccio sinistro, formerebbe con le mani il sigillo del topo ed attingerebbe al proprio chakra. Per prima cosa trarrebbe una stilla di energia e le imporrebbe l'alterazione dell'elemento Doton, mutandola idealmente in una roccia. Quindi trarrebbe una seconda stilla a cui imporre l'alterazione elementale Raiton, mutandola nella propria concentrazione in una saetta. A conclusione scaglierebbe la saetta contro la pietra con violenza, in modo da congiungere le due forze e mescolarle, in modo simile a come le energie fisiche si uniscono a quelle psichiche nel richiamo del chakra. In questo modo genererebbe nel proprio petto un cristallo dal colore viola intenso, l'Ametista del suo grado, e se tutto si fosse svolto correttamente ora sarebbe in grado di utilizzare il proprio hijutsu.[Tentativo Richiamo Innata Shoton I][se Shoton I on][se chk 24/25][Equip invariato]

20:45 Komosinar:
  [terzo cerchio] Inizia a muoversi seguendo passo passo, sempre con una velocità moderata, il proprio interlocutore ed annuendo silenziosamente quando questo gli nomina il chiosco dove ripararsi. Quando poi viene cambiata direzione, ecco che Kmosinar cambia insieme a lui ma non senza lamentela <ma... non è più lunga la strada da quella parte?> chiede con voce leggermente più alta del solito, arrivando ad avere un volume normale, e quindi aggiunge <aspettami per favore!> affemra cercando di accelerare un po' il passo aiutandosi con quel bastone utilizzato come il remo di una zattera. Il fiato già inizia a farsi corto. Gli occhi, ancora una volta si spalancano e la camminata diviene automatica ma più zoppicante rispetto a prima. <Galik....> dice in un soffio di voce mentre continua a camminare ma, tra l'acqua, la disattenzione e forse qualche ostacolo sul terreno, ecco che l'albino, già indebolito di suo, rovina a terra con un tonfo. <Ohuff!> esclamerebbe cercando di portare le mani davanti a se. Il bastone cade quindi a terra in maniera rumorosa. Le ginocchia impattano al suolo e la schiena diviene il bersaglio preferito dalla pioggia. <COFF COFF!!> due colpi di tosse e una momentanea immobilità, così, a quattro zampe.

21:09 Gekko:
 forse per il pensiero di trovare riparo, più all'albino che a sè stesso, dato che si fida del proprio fisico abbastanza da non temere queste quattro gocce che... ok sono più di quattro (?) <Accalcarci insieme a tutte quelle persone non mi pare proprio la cosa più sensata e l'ospedale non è poi così lontano.> mormorerebbe affrettandosi leggermente, nella convinzione di fare un favore all'altro, che però evidentemente avrebbe ancora bisogno di starsene un po' a riposo prima di affrontare il maltempo kusano procedendo con quella che a lui pare comunque ancora un passo assai moderato, sentirebbe l'altro chiedere di rallentare e si volterebbe, giusto in tempo per vedere Komosinar tuffarsi di pancia sulla strada e tornerebbe indietro offrendogli la mano libera per aiutarlo a rialzarsi, se questo l'accettasse. Unicamente quando l'albino fosse in piedi prenderebbe a parlare <Appoggiati alla mia spalla destra.> mormorerebbe <In ospedale dovremo anche chiedere che ti diano qualcosa di asciutto da indossare.> continuerebbe prendendo poi una pausa <Proprio sicuro che ti abbiano lasciato uscire serenamente ?> chiederebbe forse con poca sensibilità <Insomma, mi hanno tenuto bloccato per giorni interi, prima di lasciarmi andare, quando mi sono rotto la gamba in missione.> diagnosi vaghissimamente semplificata <Magari avresti avuto bisogno di un po' di trattamenti in più.> mormorerebbe, aspettando che l'altro gli si appoggi alla spalla destra e riprenda in mano il proprio bastone, per poi procedere al passo del malato. Attendendo di poter ripartire solleverebbe leggermente il braccio sinistro che regge le rose in boccio, ora leggermente bagnate e concentrerebbe su una rosa la sua attenzione, ne apprezzerebbe la lunghezza dello stelo, ogni singola spina e foglia che si diparte dal gambo, fino ad arrivare al calice che vira dal verde intenso ad uno più tenue laddove incontra i petali del bocciolo. Imporrebbe alla rosa la propria volontà e vi invierebbe il proprio chakra, veicolato da questa sola volontà, nel tentativo di mutare la caduca essenza vegetale in una eterna bellezza di cristallo. Se tutto si fosse manifestato correttamente, la base dello stelo inizierebbe a mutare la propria sostanza divenendo un cristallo rosa violaceo che si estenderebbe per tutta la lunghezza del gambo, mutando ogni singola spina e foglia in quel medesimo cristallo, giungendo rapidamente al calice ed infine al bocciolo.[Shoton I on][Tentativo Cristallizzazione: 1 rosa 2/4][chk 23/25][equip immutato]

21:20 Komosinar:
  [terzo cerchio] A terra, bersagliato dall'acqua meteorica, Komosinar solleverebbe appena lo sguardo in direzione di Gekko notando come questo, prontamente, sia tornato indietro per offrirgli aiuto. Il bastone verrebbe quindi afferrato nuovamente con la mano destra e, con un lento movimento del polso, verrebbe portato in posizione verticale. Una delle estremità del bastone viene da subito appoggiata a terra e su quella viene fatta leva per raddrizzare l'intero Bo. La mano quindi scivola leggermente più in alto stringendosi meglio che può. La mano sinistra viene invece protesa verso la mano che gli viene offerta per potersi alzare. Anche questa volta tenterebbe di stringere l'avambraccio di Gekko, appena oltre il polso in modo che anche lui possa fare la stessa cosa con l'avambraccio di Komo. Gekko potrà in questo momento accorgersi di quanta sia effettivamente la forza dell'albino. Tiratosi inpiedi, senza aggiungere altro commento ma, invece, tenendo la mascella contratta, accetterebbe l'appoggio alla spalla dell'altro e, alternando quell'appoggio al bastone cercherebbe di accelerare il passo. <Non c'era motivo di occupare un letto di ospedale ad oltranza...> risponde con un volume di voce basso, leggermente scocciato nel tono. Lo sguardo fisso sul percorso da seguire, staccandosi di tanto in tanto solamente per visualizzare l'ospedale. <è solo questione di riabituare le mie gambe alla deambulazione senza esagerare... tutto lì...> spiegherebbe quindi risparmiando poi il fiato per dedicarlo alla camminata che, se per un altro potrebbe sembrare cosa semplice, per lui, in questo momento, non lo è.

21:38 Gekko:
 un vago senso di dejuvu coglie lo Shoton mentre si avvicina all'ospedale... nuovamente con una persona al proprio fianco, nuovamente uno dei due si sorregge ad un bastone... ma questa volta non è l'Ametista, bensì l'albino incontrato per caso... ora, se fosse una ragazza qualcuno direbbe che lo Shoton sia caduto in tentazione e quindi abbia abbassato la guardia... effettivamente al momento non potrebbe reagire facilmente ad un attacco, avendo entrambe le braccia occupate... ma chi diamine dovrebbe cercare di attentare ala loro sicurezza nel Centro di Kusa, nel 3° Cerchio poi e soprattutto tanto vicino all'ospedale? La risposta è nessuno! Almeno oggi nessuno decide di tentare assalti ai danni dell'Ametista o dell'albino. <Beh. Forse è il caso che prima tu riesca a recuperare bene. Insomma per la tua salute non va tanto bene rischiare di finire gambe all'aria sotto un temporale.> non andrebbe bene per la salute di nessuno a dirla tutta <Poi sarà proprio il caso che ti procuri un ombrello e lo porti sempre con te.> ridacchierebbe almeno in questo modo potresti ripararti senza dover cercare di correre sotto una tettoia.> mormorerebbe, obliando il fatto che Komosinar sia caduto perché cercava di tenere il passo dello Shoton <Piuttosto...> aggiungerebbe mentre procedono al passo di Komo <Prima di cadere hai menzionato un certo Galik.> comunicherebbe <Non so se sia il nome completo, però ti è uscito d'istinto e non so se ci hai fatto caso.> direbbe. Alla fine se non si fosse nemmeno accorto, pensandoci lucidamente quel nome potrebbe risvegliare qualcosa... e vogliamo sperare che rivolgendosi a Gekko mentre cadeva, non abbia tirato fuori il nome del proprio cane o del cavallo (?). Tenendo un passo molto inferiore al proprio normale, per lo Shoton sarebbe poi molto semplice fissare nuovamente lo sguardo sulle rose, concentrandosi ora su una diversa e ripetendo la procedura di concentrazione della propria volontà ed invio del proprio chakra nell'etere immaginarle il fiore divenire cristallo, dalla base dello stelo alla punta di ogni singola foglia, spina e pelato. Se tutto, nuovamente, si fosse svolto nel migliore dei modi, una seconda rosa dovrebbe iniziare a mutare in cristallo rosa-violaceo, partendo dalla base dello stelo fino a giungere al bocciolo con tutti i suoi petali.[Shoton I on][Tentativo Cristallizzazione: 1 rosa 2/4][chk 22/25][equip invariato]

21:52 Komosinar:
  [terzo cerchio] <se non fossi andato così di fretta forse non sarei caduto comunque...> fa notare invece l'albino, continuando ad appoggiarsi a ragazzo. Lo sguardo celeste si sposta ora sulle rose notando come una di esse sia differente dalle altre ma, per il momento, sembra non voler menzionare la cosa preferendo, per ora, tornare a prestare attenzione alla strada che stanno percorrendo. Pochi metri e saranno sotto un tetto. <Chi?> chiede quindi quando gli viene ripetuto quel nome che egli stesso ha pronunciato. Il respiro si fa leggermente più affannoso tanto quanto i vestiti sono più baganti. <Galik... si...> ricorda poi, continuando nel suo incedere verso l'ospedale. <era... o meglio... penso che fosse un coniglietto che avevo da bambino...> afferma con un po' di nostalgia <non ricordo bene come fosse... però...> ancora il discorso è spezzato per via del fiato che si fa un po' corto <però ricordo un acquazzone e quel coniglietto che... che... che sembrava scivolare in una buca...> dice spalancando ancora per un attimo gli occhi, anche se solo per un istante prima di correggersi <no... non stava scivolando....> sorride appena segitando a camminare. Pochi passi e ci sono. <stava scappando nella sua tana... ero... ero io sotto la pioggia...> conclude lasciando che un sorriso sincero gli distenda le labbra mentre gli occhi improvvisamente si animano di nuova luce, qualche cosa che lascia una leggera speranza in più.

22:06 Gekko:
 Una leggera smorfia compare sul volto dello Shoton, quando viene rimarcata la sua responsabilità nella caduta dell'albino <Dici bene...> mormorerebbe vagamente piccato e un po' fintamente offeso <Forse.> mormora precisando con estrema lentezza ascoltando poi il dire di Komo riguardo a Galik... che era un coniglietto... le speranze sono state soddisfatte. Il ragazzo non ha pensato ad un cane o un cavallo guardando lo Shoton. <Scusa eh. Ma tu mi guardi mentre cadi e pensi ad un coniglietto?> continuerebbe con tono fasullamente offeso, insomma una finzione tanto pacchiana che pure il più ingenuo tra i boccaloni comprenderebbe che il ragazzo finga <Sembro forse un dolce animaletto da compagnia?> protesterebbe mettendosi poi a ridere <Beh dai. Ci siamo quasi, mormorerebbe essendo ormai davanti all'uscio dell'ospedale di Kusa <E comunque credo che un ricordo sia pur sempre qualcosa, per quanto forse insignificante. Almeno significa che la tua memoria può essere recuperata.> mormorerebbe <Dici che è il caso di farti cadere sotto la pioggia ancora qualche volta?> proporrebbe ridacchiando, prima di focalizzarsi nuovamente sulle rose e concentrando la sua attenzione sulla terza, ancora nella sua natura vegetale e vedendo nella propria mente il suo lungo stelo, le spine e le foglie ed il bocciolo ed indirizzando la propria volontà ed il chakra attraverso l'umido etere verso il belllissimo fiore, che se tutto si fosse svolto correttamente, ora starebbe rapidamente mutando la propria sostanza, divenendo un lucido e resistente cristallo rosa-violaceo.[Shoton I on][Tentativo Cristallizzazione: 1 rosa 2/4][chk 21/25][equip invariato]

22:18 Komosinar:
  [terzo cerchio] Non vuole dare risposte al ragazzo fintanto che stanno camminando e, quindi, anche ne ne ascolta il dire e le domande rimarrà in silenzio fino a che non saranno arrivati. Quando finalmente i due sono giunti al coperto, l'albino sceglie di avvicinarsi il più possibile ad un muro per appoggiarsi ad esso. La reazione iniziale sarà di grande fastidio, quando sentirà la stoffa bagnata schiacciarsi contro la sua schiena ma il senso di supporto che il muro gli da sembra alleviare subito questa prima impressione. Lo sguardo poi si porta sul ragazzo e sulle sue rose, quindi ancora al volto del ragazzo. <Era un animaletto da compagnia si...> dice con tono piatto e volume poco sopra il sussurro, udibile solo ad un paio di metri di distanza. <E no... direi che di cadute per qualche tempo ne ho a sufficienza... che siano sotto la pioggia, in un burrone o in un prato asciutto e soffice> conclude riprendendo lentamente fiato per poi volgere ancora lo sguardo alle rose su cui il gennin sta esercitando la sua arte. <quello è ciò che vi insegnano all'accademia ninja?> domanda curioso mostrando, con quel tono di voce e con l'espressione un po' corruciata, una vaga perplessità.

22:45 Gekko:
 Penetrerebbero nella zona coperta antistante l'ingresso, quindi per ora sarebbero ancora fuori dall'ospedale, ragion per cui ancora nessun ANBU è venuto a reclamare per il chakra attivo dello Shoton e la presenza di armi sui corpi dei due. Tuttavia per prima cosa l'Ametista rilascerebbe il proprio Hijutsu, dissolvendo l'ametista nel suo petto e rilasciando anche l'alterazione elementale della Terra e del Fulmine. Quindi rilascerebbe del tutto il proprio chakra, dividendolo nuovamente nelle originarie energie fisica e psichica. Con ciò avvertirebbe fisicamente e mentalmente la differenza, trovandosi in qualche modo menomato dall'assenza del chakra. <Questo posto mi piace poco, soprattutto perché non posso mantenere il chakra impastato.> sorriderebbe tenendo con garbo le rose, mentre slaccia i cordini che assicurano il portaoggetti ed il portakunai alle cosce e slaccia anche la cintura <Delle armi mi interessa meno.> ridacchierebbe <Ah. Temo che ti chiederanno di consegnare sia il bo che il porta kunai.> mormorerebbe avviandosi con l'altro all'interno ed avvicinandosi alla guardia a cui affidare le armi <Chakra disimpastato come da regolamento e consegno tutto l'equipaggiamento.> sorriderebbe <Le rose invece sono un regalo per le infermiere che mi hanno assistito mentre ero ricoverato. La guardia farebbe una smorfia, come a dire che a voler essere puntigliosi quelle rose mutate in cristallo potrebbero essere astrattamente usate come armi atte ad offendere "Dovesse succedere qualche cosa di problematico per via di questi regali, sappiamo dove trovarti." e come no... un po' di gentilezza non guasterebbe mica <Ah. Komosinar, qui, avrà bisogno di una mano per tenersi in piedi, se gli togliete il bastone, quindi magari può servire una sedia a rotelle.> mormorerebbe alla guardia che farebbe un cenno verso il bancone dell'accettazione. Il ragazzo si dirigerebbe da quella parte <Ti faccio portare una sedia a rotelle, ma poi ti consiglio di rimanere qui finché non spiove.> solo a questo punto replicherebbe alla domanda <Oh, no. Queste cose non si imparano in accademia.> sorriderebbe <Questa è la capacità Innata del mio Clan. E' un Hijutsu.> ridacchierebbe giusto per poi aggiungere <In Accademia ti spiegheranno cosa sia, e ti spiegheranno aa grandi linea anche cosa siano gli altri Kekkei Genkai, o Abilità Innate.> direbbe, ancora una volta mostrando di non voler prevalicare il lavoro dei Sensei. Quindi si allontanerebbe fino al bancone della reception. Serve una sedia a rotelle laggiù.> sorriderebbe <Credo sia solo un po' stanco, ma finché sta qui, non può tenersi al bastone.> alzerebbe le spalle mettendo poi sul bancone le 3 rose di cristallo <Una per chi mi ha accolto ed una per ognuna delle due infermiere che mi hanno assistito mentre cercavo di scappare.> ridacchierebbe generando l'ilarità della ragazza seduta dietro il bancone e di altre due lì vicino. Quindi si intratterrebbe un po' con le infermiere, lasciandole però tornare a lavorare senza distrarle troppo a lungo e lascerebbe il luogo riprendendo il proprio equipaggiamento e salutando con la mancina l'albino <La prossima volta ti faccio scarpinare di più, quindi allenati e fai fiato.> ridacchierebbe a seguito di questa velatissima minaccia e se non fosse fermato lascerebbe il luogo.[se End]

22:58 Komosinar:
  [terzo cerchio] Ascolta le parole che gli vengono dette dal ragazzo e, inisieme a quelle ascolta il regolamento riguardo la consegna delle armi e degli ogetti potenzialmente pericolosi. < mi sembra sensato...> afferma quindi l'albino annuendo. Si avvicina all'ingresso, ancora bagnato dalla pioggia e, poi, ecco che attende che l'infermiera arrivi con la sedia a rotelle. <Non ho capito la metà di quello che mi hai detto ma, ora, magari è meglio se vado ad asciugarmi.> afferma con voce pacata rivolto a Gekko. Si guarda attorno vedendo il ragazzo andare al bancone e quindi tornare appresso a lui <vedremo si vi sarà una prossima volta, Gekko del clan Shoton> afferma accennando ad un sorriso di circostanza per poi fare un leggero inchino. Nel frattempo ecco che giunge un infermiere con la sedia a rotelle. <mi servirà solamente per qualche minuto, poi la lascio a chi ne ha veramente bisogno> dice sorridendo all'uomo che gli viene in soccorso. Da lì l'albino verrà portato in una stanza perché possa lasciare i vestiti a qualcuno che glieli asciugherà fornendogli temporaneamente dell'abbigliamento asciutto. Attenderà in quella stanza con delle riviste da leggere fino a che i suoi abiti non saranno nuovamente utilizzabili, anche se dovessero essere stropicciati o sgualciti. [end]

una giornata in cui leggere nubi offuscano il solo sopra Kusa vede l'incontro tra lo Shoton e Komosinar, che incuriosisce l'Ametista al pari di qualcuno che si trovi palesemente fuori posto... quantomeno fuori da un ospedale, dal quale in realtà l'albino è stato dimesso con prognosi favorevole. I due hanno un colloquio disteso, fino all'avvento della pioggia... niente affatto cosa strana nel Villaggio dell'Erba, ma quest'oggi Gekko si era fidato del caldo infernale dei giorni precedenti ed aveva lasciato l'ombrello a casa...
Una scena ai limiti del comico porta però Komosinar a recuperare un ricordo del proprio passato, quando sotto una simile pioggia aveva visto il suo coniglietto Galik andarsi a rintanare sotto terra.
Alla fine i due optano per la temporanea ospitalità dell'ospedale, che per l'Ametista dura il tempo di portare un dono alle infermiere che si erano prese cura di lui durante la sua reclusione... ehm ricovero.