Piccoli Progressi

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11:44 Komosinar:
  [riaminazione: Stanza] i secondi passano lenti mentre Komo continua a guardare il soffitto che, nel tempo, rimane uguale a se stesso ed in qualche modo uguale al degente sotto di lui, sgraiato e pallido. Un leggero rumore si manifesta poi alla destra dell'uomo. La testa viene ruotata in quella direzione, lentamente. Ancora lo stesso rumore ripetuto: tre piccoli colpetti dati alla porta e quindi il silenzio. <Chi è?> domanda sforzandosi di alzare un po' la voce in modo da essere meglio udibile ed accorgendosi che, almeno quella, non gli provoca dolore nell'essere utilizzata. La porta si apre lentamente ed una giovane ragazza fa la sua comparsa da dietro di essa, vestita con una tunica da ospedale ed un vassoio nelle mani. <Buongiorno> si limita a dire con voce gioviale facendo poi un leggero inchino. I capelli raccolti in una crocchia ed avvolti in una rete. <Come sta il nostro paziente oggi?> domanda voltandosi solo un attimo per chiudere la porta dietro di se facendo ben attenzione a non far cadere nulla dal vassoio.

11:51 Komosinar:
  [riaminazione: Stanza] <cosa mi è successo?> è la prima domanda che viene posta alla fanciulla che si sta avvicinando. Sul vassoio in suo possesso alcune bende, dei fogli di carta e quella che sembra essere una ciotola con delle compresse. <i miei ricordi sono molto confusi,tu... tu sei un infermiera vero?> domanda con voce bassa, quasi timorosa. "Certo!" dice quindi sorridendogli ed accennando ancora ad un inchino con la sola testa. "purtroppo non conosco alla perfezione i dati riguardo il vostro ritrovamento. So solo che siete stato portato qui quasi una settimana fa ma solamente due giorni fa avete ripreso conoscenza..." afferma sorridendo appena e quindi rimanendo in attesa con quel vassoio in posizione perfettamente orizzontale. < una settimana fa?> domanda a sua volta il paziente cercando di seguire con lo sguardo il movimento della fanciulla <una settimana...> ripete con un filo di voce <e nulla su quello che è accaduto prima...> dice nuovamente, più parlando con se stesso che non col la ragazza. Lo sguardo si sposta poi da ella per tornare al soffitto perdendosi in esso.

  [riaminazione: Stanza] Devo farvi una semplice visita!# Afferma quindi la ragazza, sorridendo di nuovo e, poi, avvicinandosi con cautela a lui. Il vassoio viene appoggiato ad un tavolino non lontano dal letto stesso di Komo. Prende quindi i fogli in mano e, con una matita, inizia a far scorrere le righe leggendo rapidamente le parole scritte su di essi. La penna sembra sottolineare o spuntare alcune parole sul foglio stesso che, però, è celato al degente dalla cartelletta che lo sorregge. <tra quanto potrò andarmene?> domanda con un filo di voce cercando lo sguardo di lei al di sopra di quella stessa cartelletta che, prontamente, viene abbassata di qualche centimetro per permettere che i due occhi possano incrociarsi. Il cielo e la terra. L'azzurro pallido degli occhi di Komosinar e queli castani dell'infermiera. #prima dobbiamo verificare che tutti i parametri siano rientrati nella norma. Presto passerà il medico Ninja per assicurarsi delle vostre condizioni e portarvi le ultime cure.# Afferma sorridendo appena e quindi continuando a dire #siete migliorato molto in questa settimana# conclude sorridendo di nuovo e, quindi, sollevando ancora la cartelletta per continuare a spuntare le sue voci. Un foglio viene sfogliato. La lettura contunua. <...> una semplice esalazione dalla bocca e, poi, ancora lo sguardo al soffitto.

12:30 Komosinar:
  [riaminazione: Stanza] "molto bene! ora passiamo ad un esame obiettivo" afferma l'ingermiera posando la cartelletta con i fogli appena compilati a matita dalla fanciulla che, al posto di questi, prende delle bende. "riesce a mettersi seduto?" domanda poi sorridendogli ed iniziando, lentamente, a portare una mano dietro la nuca di Komosinar . Uno sforzo da parte dell'albine per cercare di sollevare la testa seguito da quello delle braccia che, puntellandosi coi gomiti sul letto, cercano di aiutare il busto a mettersi in posizione eretta. Un gemito soffocato. L'aiuto da parte di quella mano gentile sulla parte alta della schiena e, finalmente, è seduto. Le mani rapide della fanciulla si spostano in prossimità dei laccetti sulla schiena del degente andando a disfare i nodi e, quindi, togliendo con molta cautela la tunica che lascerà il torso nudo del paziente. Le bende coprono buona parte di quel costato, oltre le braccia e le mani. In silenzio e con sapienza, la fanciulla inizia a sciogliere i nodi ed i ganci che tengono le bende chiuse lasciando quindi solo la nuda pelle. Le escoriazioni appaiono vividissime su quella pelle bianca e, per quanto non siano molto gravi, sarebbero visibili anche al buio per quanto sono in contrasto.

12:41 Komosinar:
  [riaminazione: Stanza] <tra quanto potrò uscire di qui?...> domanda ancora Komo con un filo di voce. L'infermiera nel frattempo seguita a fare le sue medicazioni, cercando di essere più delicata possibile ed alternando la propria artemedica con le lozioni, pomate ed inguenti che si è portata e che, probabilmente, sono stati prescritti per quel paziente in particolare. "non manca molto! Vi state riprendendo molto rapidamente" afferma convinta sorridendo - anche se l'albino non la può vedere - e quindi seguitando nel suo lavoro. <c'è qualcuno che potrebbe darmi risposte riguardo al posto in cui sono stato ritrovato?> chiede quindi cercando di voltare la propria testa in direzione della fanciulla. " Fermo ancora per qualche secondo per favore signor ... Chiedo scusa... Come vi chiamate?" domanda quindi un po' imbarazzata la ragazza arrossendo appena in volto. Komo torna a guardare in avanti riportando l'allineamento della colonna come era quando la medicazione è iniziata. <Komosinar...> è la sua semplice risposta. La voce sempre flebile, quasi triste.

12:59 Komosinar:
  [riaminazione: Stanza] "Komosinar" Ripete l'infermiera annuendo "ancora qualche secondo Signor Komosinar ed ho finito. Devo solo ripristinare i bendaggi e poi potrete muovervi liberametne" Afferma nuovamente sorridendo ancora. < molto bene. Grazie> si limita a dire il paziente. I bendaggi vengono quindi ripristinati. Le mani dell'infermiera vengono nuovamente posti sul torace, ma solo nella parte alta. Gli avambracci, le braccia dell'uomo vengono invece lasciati senza bendaggi. Ferite a livello superficiale non ve ne sono e, a quanto pare, le ossa sembrano essere salde. Senza bende gli arti superiori appaiono ancora più magri e debilitati. Le mani, al contratio delle braccia, sono ancora bendate ma il tipo di bendaggio sembra essere più funzionale alla stabilità dell'articolazione del polso che non a coprire ferite. "Ecco fatto!" afferma la fanciulla lasciando il contatto con il corpo di Komosinar e cercando di portarsi quanto più possibile di fronte a lui. "si. un buon lavoro!" dice parlando con se stessa più che con il paziente che, dal canto suo, si limita a guardarla in volto mantenendo però un'espressione abbattuta.

13:12 Komosinar:
  [riaminazione: Stanza] <avrei bisogno di usare il bagno...> afferma l'uomo cercando il volto dell'infermiera guardandola per qualche secondo per poi abbassare lo sguardo, mostrando leggero imbarazzo. "certamente! Appoggiatevi pure a me! Sono molto forte sapete!" dice sempre mostrandosi gioviale e mostrando, contemporaneamente, il bicipite destro a dimostrazione della propria presunta forza. Komo sposta le gambe, facendole scivolare sotto le lenzuola fino a che i piedi non sbucano all'aria aperta. "vi prendo subito le ciabatte!" afferma quindi l'infermiera che quindi si precipita dal lato opposto del letto a recuperare le calzature dell'uomo per portarle rapidamente sotto i piedi di lui. Una spinta delle braccia, un ulteriore scivolamento sul sedere ed i piedi toccano a terra. "Oh! accidenti! che sbadata!" Afferma di nuovo la ragazza. "Ci metto un attimo!" dice ancora portandosi nuovamente dal lato opposto di quel letto e, molto rapidamente, allungando le proprie dita verso i lacci della camicia da notte del degente. Sollevando i laccetti verso le spalle, La ragazza torna a coprire il torso di Komo che, nel frattempo torna ad immobilizzarsi. "Ho quasi fatto..." afferma ancora lei, apprestandosi a riallacciare tutte le chiusure previste . Le vesti sono stropicciate e sollevate mostrando le gambe fino a mezza coscia ma, ora, quantomeno la schiena è coperta.

13:27 Komosinar:
  [riaminazione: Stanza] un esalazione viene rilasciata dalle labbra dell'albino che ancora sta attendendo l'infermiera. Seguto pazientemente a guardare la porta d'ingresso tiene le mani ben posizionate sul materasso. La ragazza arriva e gli si accosta abbassandosi leggermente tramite flessione delle gambe. "Si appoggi qui!" gli dice ancora sorridendo. Komosinar solleva quindi il braccio sinistro e, lasciandosi aiutare, lo mette attorno alle spalle della fanciulla giunta in suo aiuto. Spingendo poi sull altro braccio e sulle gambe tenta quindi di sollevarsi. Barcolla un po' appoggiandosi istintivamente al corpo dell'infermiera che, dal canto suo, sembra non vacillare neppure di un centimetro. "Ci sono io! Tranquillo!" lo rassicura lei. <Grazie> è la risposta di lui che, ora, trova la sua stabilità sulle proprie gambe. Il primo passo viene poi mosso in avanti, seguito dall'infermiera da un lato. Il peso del corpo di Komo viene ribilanciato gravando sempre meno su di lei. Un altro passo, lento, viene mosso con la gamba controlaterale. <sembrano più forti...> afferma sorridendo appena l'albino. ""Lo saranno sempre di più"" conferma sorridendo la ragazza.

13:35 Komosinar:
  [riaminazione: Stanza] I passi si susseguono, lenti ma costanti avvicinandosi alla porta del bagno fino a che il paziente non sarà condotto vicino alla tazza. La ringhiera di sostegno vicino al servizio igienico diventerà così il prossimo obiettivo. ""Forza! Attaccatevi qui!"" afferma la giovane spostandosi in modo da guidare il movimento dell'uomo verso quel sostegno. La mano destra di Komo viene quindi portata sulla sbarra afferrandola con la poca forza di cui al momento è capace. Lo sguardo dell'albino si sposta per un attimo verso l'infermiera, trovandola ancora una volta sorridente. Sul volto di lei nessun dubbio o tensione sembra essere manifesta. Le gambe si spostano ancora di piccoli passi ruotando, accompagnate dal movimento della fanciulla che piano piano segue la rotazione, facendo ovviamente molti più passi. ""Ora vi lascio la vostra intimità ma, se avete bisogno, io sono qui fuori, d'accordo?"" domanda lei guardandolo in volto. Lentamente quindi si sposta da sotto l'abbraccio di lui accompagnando quel braccio sinistro verso il sostegno a disposizione. <Grazie ancora> dirà quindi Komosinar annuendo e facendo un leggero inchino mentre guarda l'infermiera allontanarsi e chiudere con cura la porta.

13:42 Komosinar:
  [riaminazione: Stanza] una volta da solo nella stanza, l'uomo lentamente si siede sulla tazza. Le vesti dietro di lui si aprono andando a portarsi ai lati della seduta stessa e, una volta seduto, vengono raccolti dall'uomo per evitare di sporcarli. Solo un minuto dopo giunge nuovamente il momento di alzarsi. Le mani nuovamente verranno portate verso la barriera che funge da supporto. Le gambe vengono spostate leggermente di lato e, coordinando una leggera spinta tra le due, riescono a sollevarlo. Le braccia tirano e spingono in maniera alternata per garantire una corretta stabilità.<Infermiera...> Si limita a chiamare il paziente. Subito la porta si apre, anche se lentamente per evitare di impattare contro l'albino. ""Eccomi!"" dice la stessa fanciulla di prima che si presenta a lui con in mano una salvietta calda e bagnata, oltre che profumata. Nell'avvicinarsi a lui, quindi, gli avvolge le mani lasciando che il tepore della salvietta stessa venga diffuso sulle mani ancora bendate. Gli occhi dell'uomo si spalancano per qualche secondo abbassandosi poi a guardare quel gesto. ""è per lavarvi le mani senza troppo intaccare il bendaggio"" conferma la giovane che, subito leva quella salvietta appoggiandola proprio alla sbarra di sostegno per tornare a mettersi sotto l'ascella dell'albino tornando ad essere lei stessa un sostegno

13:50 Komosinar:
  [riaminazione: Stanza] <Grazie...> dice ancora Komosinar cercando con lo sguardo il volto di lei. Il peso di lui, questa volta, non è più così gravoso sulla fanciulla. I passi, ora, sembrano muoversi con maggiore, seppur in misura minima, agevolezza. ""State prendendo confidenza con le vostre gambe! è un buon segno!"" afferma l'infermiera. <è un buon segno... si...> conferma l'uomo che, spostando in avanti la gamba destra guadagna mezzo metro. La sinistra segue cercando di imitarla aiutato sempre dal sostegno della ragazza. Nel silenzio proseguirà quindi questo cammino verso il giaciglio. Solo una piccola pausa poco dopo aver superato il bagno e quindi la rapida ripresa. <quando potrò vedere un medico?> domanda quindi l'uomo con un volume di voce leggermente più alto ed il tono leggermente più portato ad uno stato d'animo positivo. ""è passato da voi questa mattina mentre ancora dormivate! Tornerà probabilmente nel pomeriggio o domani mattina!"" rivela la fanciulla sorridendogli mentre lo aiuta a sistemarsi seduto in una posizione eretta e comoda. ""Non manca molto alle vostre dimissioni, non siate impaziente"" commenta quindi. Il silenzio, al momento, è l'unica risposta che Komosinar da alla donna, insieme ad uno sguardo celeste in cerca di quello castano di lei.

13:56 Komosinar:
  [riaminazione: Stanza] ""Ora riposate ancora un po', o magari leggete qualche cosa"" Suggerisce l'infermiera sempre sorridente, indicando con lo sguardo alcune riviste poste sul tavolino accanto al vassoio da lei stessa lasciato pochi minuti prima. Komosinar annuisce lentamente al dire di lei e, quindi, lentamente si leva le ciabatte per portare, con la dovuta calma, le gambe e quindi i piedi sotto le lenzuola. Con l'aiuto delle mani si porta quindi in una posizione più centrale del letto. La ragazza, che nel frattempo ha aggirato il giaciglio, sistema i cuscini dietro la schiena del paziente in modo che per lui sia più semplice simanere in posizione eretta anche da seduto e, qundi, recupera il proprio vassoio. ""Se avete bisogno di qualche cosa non esitate a chiamare!"" dirà in fine, facendo un inchino e tornando ad aprire la porta per poi congedarsi. Lasciato solo,l'albino si accingerà a prendere una delle riviste che gli sono state poste a disposizione e, svogliatamente, inizierà a sfogliarne le pagine fino a che il sonno non si affaccerà di nuovo ai suoi stanchi occhi. // end

Komosinar si sveglia ancora in ospedale. Assistito da un'infermiera viene medicato e gli vengono rifatti i bendaggi. Informato che la situazione sta migliorando velocemente.
Al tentativo di fare qualche passo per andare ad evaquare, l'uomo si accorge, con costante supporto fisico e morale da parte dell'infermiera, che le sue gambe rispondono meglio agli sforzi fatti.
La voglia di andarsene di lì viene palesata più di una volta.