Appuntamento tra i ciliegi maturi

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22:28 Azumi:
  [Parco/albero] Il caldo afoso avvolge il villaggio come una cappa che rende l’aria quasi irrespirabile ed ogni azione faticosa tanto che quasi nessun abitante del villaggio è fuori a quest’ora della sera. Nessun abitante fatta eccezione per Azumi che si trova nel parco di Konoha dove le è stato dato appuntamento da Raoku tramite un bigliettino che è stato recapitato a casa sua e che, lei, ha trovato infilato sotto la porta e fortunatamente ha avuto l’accortezza di guardare per terra e raccoglierlo invece di ignorarlo e calpestarlo. La solita piccola figura della ragazza è posizionata con la schiena contro un albero di ciliegio, le gambe unite e leggermente spostate in avanti mentre le mani sono intrecciate tra di loro all’altezza dello stomaco. La giovane indossa la parte superiore di un kimono completamente bianco dal bordo rosso acceso e dalle maniche piuttosto lunghe e dal bordo che le arriva fino alle ginocchia, indumento che sembra voler sfidare il caldo eppure il volto della ragazza sembra essere tranquillo come se quella temperatura non la toccasse più di tanto, mostrando un controllo superiore a quello degli altri cittadini. Le gambe sono invece coperte da un paio di pantaloni neri piuttosto attillati per consentirle di muoversi agevolmente mentre ai piedi calza un paio di scarpette nere allacciare fino alla caviglia. Non sembra avere altro di visibile con se. I lunghi capelli rosei sono, invece, stati sistemati in una crocchia dietro alla nuca, lasciandole il collo scoperto, tranne nella parte posteriore che è coperta dal colletto del kimono. Solo due ciuffi le coprono il volto pallido mentre la frangia le copre la fronte, almeno una parte perché la parte sinistra sarebbe visibile e la frangia scostata in quel punto. Gli occhi chiari della ragazza fissano un punto indefinito davanti a loro, mentre la pupilla si è lentamente abituata alla scarsità di luce ed occupa quasi tutta l’iridi il cui celeste è solamente un piccolo cerchietto confinato all’esterno. Le orecchie sono ben tese ad ascoltare i vari rumori che provengono da lontano e da vicino mentre il respiro è tranquillo e il petto si alza e si abbassa di conseguenza, creando un movimento monotono nella sua figura che, altrimenti, potrebbe sembrare una statua sia per il colore cinereo della pelle sia per l’immobilità con cui attende il Nara, e sembra che nonostante l’estate inoltrata il sole non l’abbia toccata.

22:40 Raoku:
 La corteccia dell'albero è un letto piuttosto scomodo in realtà, e non è un caso se non è riuscito a chiudere occhio in quella posizione. Raoku si trova infatti disteso sui rami dell'albero davanti a quello contro il quale si è appoggiata Azumi: infatti nel biglietto non è riuscito a spiegarle con esattezza il punto preciso del parco dove si sarebbe fatto trovare, ma soltanto l'area che era la stessa in cui si sono visti la prima volta, giusto per intendersi. lunghi capelli corvini, estremamente ribelli tanto che alcune ciocche finiscono per incorniciargli in maniera un po' disordinata il volto, sono raccolti per quanto possibile in un'alta coda morbida sulla nuca: appena sotto il legaccio della coda, la fascia del coprifronte di Konoha si confonde tra quei capelli così neri finché non spunta sulla fronte, dove capeggia il simbolo del Villaggio sulla piastra metallica. Raoku indossa un abbigliamento dal tessuto piuttosto leggero, pur (come sempre) armato come uno shinobi a tutti gli effetti. Il busto è rivestito da una canotta di rete indossata a pelle a maniche lunghe, tali da raggiungere la metà degli avambracci; a sua volta la canotta è sormontata da una tunica realizzata con tessuto leggero di un colore piuttosto chiaro - tendente al verde acqua - a mezze maniche che arrivano a rivestire gli arti fino all'altezza del gomito. L'indumento è ben stretto in vita da una fascia di colore nero che cinge il ventre e la parte bassa del busto fino all'inguine. Gli avambracci sono rivestiti invece da due vambracci di cuoio ben allacciati: nella parte inferiore dell'avambraccio destro è posizionato un Fuuda in cui Raoku ha precedentemente sigillato un pugnale kunai con la lama intinta di un veleno composto speciale, mentre nella parte inferiore dell'avambraccio sinistro un secondo Fuuda è posizionato con all'interno sigillato un ulteriore kunai dalla lama intinta, stavolta, di un veleno inibente. Guanti da shinobi senza dita con una piccola placca protettiva sul dorso rivestono le mani, mentre altri 4 Fuuda sono posizionati sul torace (due ai lati del costato, due all'altezza del ventre), a livello della canotta a rete: tutti e quattro contengono sigillati al loro interno altrettanti tronchetti utili per effettuare la tecnica della sostituzione, qualora si ritenesse necessaria, e rimangono celati dal tessuto della tunica. Sul retro della fascia lombare invece, dal lato del fianco sinistro, è posizionata una sacca porta-oggetti: al suo interno, oltre al filo di nylon arrotolato, sono immagazzinate due semplici carte bomba arrotolate in due piccoli rotolini e infilate in un medesimo vano, mentre negli altri due vani rimanenti sono contenute una confezione medica contenente un tonico speicale per rivitalizzare e potenziare il flusso di chakra e un altro involucro contenente un tonico coagulante speciale. Una seconda sacca porta-oggetti è invece portata sul lato destro della fascia: non tutti i suoi vani sono pieni, bensì soltanto tre di essi contenenti ciascuno un fumogeno. Pantaloncini piuttosto affusolati di un grigio piuttosto opaco fasciano le cosce di Raoku arrivando fin sotto il ginocchio, a livello degli stinchi: sulla coscia destra è posizionato, ben allacciato, un porta-kunai che al suo interno presenta nel primo vano 3 semplici pugnali kunai, nel secondo 2 kunai-bomba (realizzati unendo con un lembo di filo di nylon una carta bomba all'elsa di ciascun kunai) e nel terzo 3 shuriken. Dalla zona appena sotto il ginocchio (in corrispondenza dell'ultima parte, cioè, dei pantaloncini indossati da Raoku) fino alle caviglie di ciascuna gamba il genin indossa anche un ulteriore protezione, due schinieri di cuoio ben stretti intorno ai polpacci. Sandali da ninja neri completano infine il suo outfit per questa sera. Come dicevamo, il giovane Nara è da un po' lì ad attenderla e per questo si è disteso sui rami più solidi del ciliegio con la schiena, dopo esservisi arrampicato, e immerso nel verde del fogliame tenta di rilassarsi. La verità è che, anche se la sua ultima missione è stata più faticosa per il viaggio che per la missione in sé, l'idea di essere entrato negli Anbu lo esalta. Non l'ha dato a vedere al Generale, ma la cosa lo ha toccato nel profondo, in maniera viscerale. Soprattutto perché - e questo è un elemento negativo - è vincolato in quanto Anbu al vincolo di assoluta segretezza. Anche nei confronti di Azumi: ed il pensiero di rivedere la ragazza e nasconderle quel lato di sé lo ha logorato non poco. Per rilassarsi, decide quindi di risvegliare il suo chakra, lasciandosi avvolgere - qualora ci riesca con successo - da quella sensazione di completezza. Per prima cosa quindi andrebbe a comporre nel modo più preciso e rapido possibile il sigillo della Capra all'altezza del petto. Composto tale sigillo andrebbe quindi a focalizzarsi sulle proprie energie interiori. Per prima cosa andrebbe ad agglomerare, visualizzandosela mentalmente, l'energia spirituale in una sfera di colore rosso all'altezza della fronte, quindi passerebbe contestualmente a quella fisica che tenterebbe di raccogliere in prossimità del ventre in una sfera dal colore blu acceso. Proverebbe quindi, fatto eventualmente ciò, ad imprimere ad entrambe un moto rotatorio e circolare cercando di spingerle una verso l'altra in un movimento vorticoso intorno all'asse centrale del proprio corpo: l'obiettivo, nelle intenzioni di Raoku, sarebbe quello di farle incontrare e amalgamare armoniosamente all'altezza del petto, proprio in corrispondenza del sigillo precedentemente formato con le mani giunte. Mischiandosi, queste due fonti energetiche dovrebbero dare origine al chakra del giovane Nara il quale andrebbe eventualmente a spandersi attraverso il suo proprio sistema circolatorio in ogni anfratto del suo corpo, rivitalizzando carne e spirito. Solo allora, spostandosi con la testa e guardando verso il basso, noterebbe che sì, si è distratto quel tanto da far arrivare Azumi e costringerla ad attenderlo. Senza perdere altro tempo quindi si lascerebbe cadere giù dal ramo, sollevando dapprima il busto e poi lasciandosi cadere giù: l'altezza, non essendo particolarmente eccessiva, andrebbe ad essere ammortizzata con la flessione quasi totale delle leve inferiori, il peso del corpo che si scaricherebbe sulle ginocchia piegate e le mani che andrebbero a toccare terra, come a mantenere il più basso possibile il baricentro in modo da non sbilanciarsi e cadere rovinosamente. <Azumi, sei arrivata!> la saluterebbe, riergendosi in piedi e cercando di scuotersi le vesti dalle foglioline di ciliegio che, probabilmente, gli saranno pure rimaste incastonate tra i capelli. [Tentativo impasto chk 4/4][Chk se on: 30/30][Equip.: Guanti shinobi | Vambracci x2 | Schinieri x2 | Fuuda x 6: 4 tronchetti, 1 kunai veleno composto spec., 1 kunai veleno inibente | Porta-kunai: 3/3 kunai, 2/3 kunai+carta bomba, 3/3 shuriken | Portaoggetti 1: 2 carta bomba, filo nylon, 1 tonico chk speciale, 1 tonico coagulante speciale | Portaoggetti 2: 1 fumogeno, 1 fumogeno, 1 fumogeno, vuoto]

22:58 Azumi:
 Attende dunque pazientemente sebbene le labbra si muovano, di tanto in tanto, in una sorta di tic nervoso che le fa spostare velocemente verso destra o verso sinistra e perché la giovane sia piuttosto nervosa è difficile da comprendere, probabilmente perché è da lungo tempo che aspettava quel momento e, ora, non riesce ad attendere nemmeno qualche minuto. Non si avvede che Raoku se ne sta sdraiato sull’albero davanti a lei, non le è minimamente venuto in mente di controllare ed è per questo che gli occhi chiari si spostano verso la stradina poco lontana, in attesa di un segno o di un rumore di passi. Non è il rumore di passi, però, che arriva bensì il fruscio di foglie che si spostano e per un attimo ogni singola fibra del suo corpo si irrigidisce in risposta a quel rumore mentre le iridi si assottigliano fino a diventare una piccola fessura che le permette di mettere meglio a fuoco chi o cosa ha davanti. Pochi secondi e la tensione nel suo corpo si scioglie perché davanti le appare una figura ben conosciuta che le fa sciogliere le labbra in sorriso. Anche le dita e le mani si sciolgono e vengono portate lungo i fianchi. Attende che dopo quella entrata plateale l’altro si rimetta saldamente in piedi e poi con una piccola corsa, che è più uno scatto in avanti vero e proprio, brucerebbe le distanze che li separano e prima di arrivare a qualche centimetro di distanza dal neo anbu, senza fermarsi, fletterebbe le ginocchia verso il basso, scaricando tutto il peso e la forza del proprio corpo in esse, spiccando un balzo contro di lui a cui si aggrapperebbe sia con le braccia, che gli getta al collo, sia con le gambe che nel momento di spiccare il salto alza appena in maniera tale, una volta arrivata contro il corpo del Nara, di incrociarle dietro il suo fondoschiena in maniera tale da rimanere avviluppata in quella maniera a lui, come una scimmia su di un albero appunto. <Come Azumi sei arrivata?> Gli domanda alzando il capo per osservarlo negli occhi con uno sguardo fintamente offeso che si traduce nello sguardo che ancora una volta si assottiglia e le labbra che prendono una piega obliqua. <Dopo tutto questo tempo mi dici davvero Azumi seri arrivata?> Domanda imitando sull'ultima frase il tono di voce del ragazzo e sciogliendo, poi, le labbra in un sorriso che le fa distendere e mostrare la dentatura sottostante. Che sia estremamente felice lo si nota da lontano un miglio ed è soprattutto riscontrabile dal fatto che gli occhi chiari le brillano appena, quasi emozionati.

23:15 Raoku:
 Riesce appena a rimettersi in piedi, ed ecco che Azumi gli salta letteralmente al collo. Nemmeno figurativamente, proprio in senso letterale, scaricando il suo peso - seppur leggero, potenziato dalla spinta della breve corsa per azzerare la distanza che separava l'albero cui la ragazza era appoggiata da quello da cui è sceso in modo un po' rocambolesco Raoku - interamente sul corpo del ragazzo. Che, non aspettandosi niente del genere, non riuscirebbe ad ammortizzare per bene l'urto e, quindi, nel tentativo di tenere saldamente Azumi così ancorata a sé, circonderebbe con le braccia il corpicino della ragazza ma sarebbe di fatto sbalzato all'indietro, muovendo qualche passo in retromarcia e finendo con lo sbattere - non proprio violentemente ma neppure con gentilezza - la schiena contro il tronco dell'albero di ciliegio da cui si è lasciato cadere giù. <...cos'è, vuoi tentare di farmi secco per questo?> le risponde, sorridendole e quindi palesemente scherzando sul fatto che la ragazza gli ha fatto prendere una botta alle spalle e alla nuca: niente di preoccupante, al massimo un bernoccolo che fa sempre bene. La stringerebbe intanto a sé, approfittando del fatto che lei sia avvinghiata a lui come una scimmietta, e tenterebbe pure di rubarle un bacio fugace ma intenso, sempre che lei non si scansi. Il che, dato il mood con cui ha esordito, non è del tutto escluso. <...lo sai che mi sei mancata ogni giorno di più, non è vero?> le direbbe, gli occhi verdi che andrebbero a perdersi in quelli azzurri di lei <ho dovuto viaggiare parecchio per l'ultima missione purtroppo. Mi hanno spedito nel Paese del Vento, in pieno deserto...> le racconta, mentre intanto le braccia non mollerebbero la presa non concedendole, eventualmente, di scendere da quella posizione abbarbicata sul corpo di lui <un posto incredibile in realtà...una specie di oasi in mezzo alle dune di sabbia, con un tempio buddhista e alcuni monaci non proprio sani di mente, secondo me...> non entra troppo nei dettagli, forse per paura di ammorbarla, ma rimane sul vago <ti ho pensata tantissimo, ti avrei voluta lì con me, Azumi...devi credermi...mi sei davvero mancata> tenterebbe di incunearsi con il volto tra il lato destro del collo scoperto della giovane e l'incavo della sua spalla, scoccandole lì (o almeno provandoci) un bacio soffice seguito poi da un mordo prima di risalire verso il suo orecchio destro <...mi sei mancata in ogni senso possibile...> le mormora in un sussurro: non vuole essere palese, ma è chiaro che non gli è mancata soltanto la presenza fisica della ragazza accanto a lui <...e tu sei ancora più bella di quando sono partito...ti stanno bene i capelli acconciati così. Anche se lasciati sciolti non mi dispiacciono affatto> allontana adesso appena il volto, come per ammirarne l'acconciatura che, com'è evidente dalla sua espressione oltre che da quanto espresso a parole, gli è molto gradita <Allora...tu in questi giorni cosa hai fatto? Mi sembrano mesi che non ti vedo...> le chiede, le braccia che circonderebbero la vita di lei che - qualora lei lo voglia - solo ora le concederebbero allentandosi di scendere giù. [chk on][Equip come sopra]

23:42 Azumi:
 Forse l’irruenza con cui si è letteralmente gettata contro il ragazzo è stata un po’ troppa perché l’altro non riesce ad arrestare la spinta del corpo di lei e finisce per non riuscire ad assorbire il contraccolpo e barcollare all’indietro, finendo per impattare contro il tronco dell’albero. La ragazza sgrana leggermente gli occhi, inclinando il capo per osservare di sfuggita l’albero. <ti sei fatto male? Scusami!> domanda alzando la mano destre fino verso la nuca dell’altro, massaggiandola appena per qualche attimo prima di allontanarla dalla sua testa e rivolgere il palmo verso i propri occhi e controllare che non ci sia sangue, una volta assicurata che l’altro non si sia fatto troppo male si tranquillizzerebbe e tonerebbe con l’attenzione su di lui. E quasi anticipando l’altro si sporgerebbe in avanti per unire le loro labbra in un bacio si veloce ma intenso in cui cercherebbe di imprimere, forse con un pizzico di eccessiva foga, quanto in realtà lui le sia mancato. <Nel paese del Vento?> Domanda quasi incredula, una volta che le loro labbra tornano ad essere staccate. <E com’è stato? E’ stato difficile combattere su un terreno sabbioso?> Perché sicuramente quella è la prima domanda da fare, poi tutto il resto. Ascolta con curiosità tutto quello che le viene detto mentre gli occhi chiari non si staccano da quelli verdi del giovane. <perché che cosa avevano questi monaci?> E no, non le è sfuggita nemmeno una parola. <Davvero?> Ed in questo modo che risponde alla rivelazione che anche lei è mancata all’altro, abbassa appena lo sguardo verso il basso. <Cioè io pensavo che...insomma..> Non finisce la frase e fa spallucce per un istante determinando in quel modo che non era poi una cosa così importante da dire, non così importante come il fatto che ora sono nuovamente insieme. Lascia che l’altro si immerga verso il suo collo, trattenendo per qualche secondo il fiato quando risale verso il suo orecchio e un leggero brivido le fa scrollare la schiena. <Potrei…> Cerca di ritrovare una sorta di controllo schiarendo la voce. <Potrei fingere e dirti che non mi ci è voluta una buona mezz’ora per farla ma decido di essere sincera quindi grazie che l’hai notato.> E quasi prima di finire la frase, si lascia andare in una piccola risata cristallina che cerca di arginare con la mano destra, come sempre memore delle buone maniere. Intanto cercherebbe di scendere dal corpo dell’altro, adottando una posizione più consona, ovvero lasciando prima la presa delle gambe che toccherebbero il suolo con la punta dei piedi e poi le braccia che tornerebbero lungo i fianchi e così tornerebbe ad avere la solita statura inferiore rispetto al ragazzo. Alla domanda dell’altro alza la mano destra e chiude il pugno lasciando fuori, bene in vista, solamente indice e medio a segnare il numero due. <Sono alla seconda lezione, ed effettivamente adesso so usare la tecnica della trasformazione.>Ma lo dice con l’inflessione di voce di chi non è soddisfatta, almeno non completamente.

00:10 Raoku:
 Non è che sia immune ai colpi - ci sta ancora lavorando - ma di certo non è stato niente di cui preoccuparsi il leggero urto che ha subito contro l'albero. <Non ti preoccupare, Azumi, va tutto bene. Mi hai solo colto alla sprovvista, non mi ero ancora rimesso in piedi> ridacchia nel lasciarsi "visitare" dalla giovane dai capelli rosa che, a quanto pare, mostra una discreta preoccupazione per il suo stato di salute. Sarà la vena innata che la spinge a voler diventare un ninja medico un giorno? Chissà. Difficile da dire al momento, dato che ancora è una deshi e sta imparando i rudimenti dell'arte ninja. Di sicuro ciò che non le manca è la curiosità, e lo dimostra sommergendolo di domande non appena lui accenna all'ultima missione completata con l'ormai fedele compagna Harumi. <Ai, non eravamo troppo lontani da Sunagakure no Sato...almeno credo...> in effetti nè lui nè la bambina hanno pensato a farci un giro, non appena hanno conclusa la missione sono tornati indietro sui loro passi. Quando la sente chiedergli com'è combattere nel deserto, però, la cosa lo imbarazza un po' cogliendolo forse impreparato <beh...sinceramente non lo so...non abbiamo combattuto granché...> ammette, arrossendo un poco in volto <...in realtà non abbiamo combattuto affatto. Dovevamo solo recuperare un oggetto da dei monaci buddisti e poi tornare indietro. E nel monastero erano tutti abbastanza pacifici...anzi...> le racconta, cercando di allontanare da sé il leggero rossore dovuto al fatto che non può pavoneggiarsi di mirabolanti imprese, almeno non stavolta. <uh...beh...è stato piuttosto strano in effetti...> prova a spiegarsi <in pratica ci hanno sottoposto delle prove di intelligenza, degli indovinelli in pratica, senza neppure mostrarsi. E poi il capo dei monaci era completamente cieco, o almeno dai suoi occhi sembrava così anche se i suoi movimenti erano piuttosto fluidi. E quando siamo andati via, penso desiderasse che io ed Harumi fossimo andati al loro monastero per rimanerci...anche e non ho capito bene perché> nè, tra le altre cose, come faceva a sapere i loro nomi prima ancora che si presentassero. Ma i dettagli che ancora oggi lo inquietano sembra che li tralasci volentieri. Si lascia trasportare dalla voglia di raccontarle tutto, di ritrovarla finalmente abbracciata e di sentire il suo profumo mentre le parla riscoprendo il suo sguardo, ma nel trasmetterle tutto questo forse la mette in imbarzzo tanto che nota come Azumi abbassi lo sguardo di fronte alla manifestazione del suo amore per lei <...> cerca di indagarne il volto, sospingendolo con il proprio e spingendo leggermente sulla sua fronte con il proprio naso, come a sospingerla per l'appunto a rialzare il volto sul suo <...che pensavi, Azumi?> le chiede, sinceramente curioso e pure un po' preoccupato dalla reazione della ragazza che, solitamente, si è dimostrata la meno imbarazzata della coppia. Invece anche quando le fa quel complimento sulla crocchia pare particolarmente lusingata, cosa che a Raoku fa anche piacere soprattutto perché non immaginava che il suo giudizio fosse tanto importante per la fanciulla dai capelli rosa. In qualche modo, pure il Nara ha di che sentirsi lusingato dalla cosa <Vieni, passeggiamo...il parco è meraviglioso di notte> le suggerisce, ora che si è ricomposta in posizione eretta, e andrebbe ad incamminarsi tra gli alberi di ciliegio - che ora non sarebbero in fiore ma in piena fase di frutto, con tanto di ciliegie a grappolo appese ai ramoscelli - non prima però di aver allungato la mano destra verso la mancina di Azumi in modo da prenderle - qualora lei non si opponga -la mano. Ascolterebbe le sue parole relative alla lezione, annuendo felice che lei stia proseguendo il suo cammino nell'Accademia, eppure qualcosa nel tono con cui Azumi ne parla gli fa suonare una specie di campanello di allarme interiore. <Cosa c'è, amore...> è la prima volta che gli viene da chiamarla così, sebbene gliel'abbia ripetuto più volte quello che prova, ma stavolta non ci pensa neppure troppo mentre si rivolge a lei <...non ti piace quello che stai studiando in Accademia?> le chiede, cercando di sondare con un po' di discrezione il terreno e provando a spingerla a raccontargli cosa la turba. <Sei andata poi da Kaori-sama? Magari lei potrebbe darti una mano, è una delle kunoichi più potenti del Villaggio in fin dei conti, forse potente quasi quanto Furaya-sama...> le suggerisce, attendendo comunque che le parole della sedicenne facciano chiarezza. [chk on][Equip. come sopra]

00:38 Azumi:
 Si sincera, dunque, che il ragazzo stia bene e alle sue parole annuirebbe ma senza aggiungere altro, chiudendo in quel modo il discorso per evitare di sembrare tropo insistente per le questioni di poco conto. Ascolta il breve racconto fornito da Raoku che intanto osserva con sguardo quasi meditabondo, probabilmente perché sta cercando di figurarsi in mente quei luoghi che lei non ha ancora mai visitato, non essendo mai uscita dai confini del villaggio. <Capisco dopotutto non tutte le missioni sono fatte di scontri epici!> E lo dice sorridendo per rassicurare l’altro che in fin dei conti quella non è una cosa importante tanto che conclude. <L’importante è che la missione sia andata a buon fine!>Sorride più caldamente ora ma abbassa lo sguardo alle successive parole di lui, costretta dallo stesso ragazzo a rialzarlo subito dopo. <Non pensavo che ti sarei mancata così tanto ecco.. però…> Lascia la frase in sospeso e si umetta con la punta della lingua le labbra che si sono seccate tanto da impedirle di articolare bene le parole. <E’ solo che tu mi sei mancato da morire era come..> Abbassa lo sguardo perché quasi si vergogna di pronunciare quelle parole. <..come se ogni cosa in questo villaggio mi riportasse alla mente te ed era una cosa insopportabile, come scavare in una ferita aperta.> Solo ora rialza lo sguardo verso di lui <E beh mi domandavo se anche per te fosse stato lo stesso..> E finisce quella frase in un sussurro perché ancora una volta sembra quasi vergognarsi di ciò che ha appena detto, come se fosse una sorta di segno di debolezza, un segno piuttosto stupido. Annuisce alla sua proposta di camminare e si mette stretta al suo fianco mentre stringe la sua mano, spostandola leggermente per poter intrecciare le dita con le sue. Osserva davanti a se ora e per un istante ancora una volta le iridi chiare vengono sgranate nel buio, e forse lui nemmeno se ne accorgerà ma quell’appellativo con cui l’ha appena chiamata ha colpito il bersaglio e con un lieve sorriso si porta la mano libera all’altezza del cuore, stringendo il tessuto del kimono sopra al suo petto. Si riscuote da quel torpore mentale, voltando il volto verso di lui per guardarlo. <No no mi piace l’accademia è solo che non vedo l’ora di finirla, mi sento stupida a studiare i jutsu basilari..> Rivela con un sorriso più tirati dei suoi soliti. <L’ho incontrata in accademia, è stata lei a farmi lezione ma non ho avuto l’occasione di poterle parlare purtroppo.> Inclina le labbra in una piccola smorfia di disappunto.

01:07 Raoku:
 Azumi pare comprendere il suo imbarazzo nel raccontarle una missione che ha visto lui ed Harumi fare quasi più da fattorini che da shinobi capaci di uccidere (e con già delle vittime a loro carico, malgrado tutto) ma al contempo è anche in grado di metterlo a tacere, sopendolo nella maniera più giusta e cioè senza apparire delusa dal racconto del giovane Nara. <Ai, direi di sì...alla fine abbiamo riportato quella specie di incenso al Villaggio. Anche se non abbiamo dovuto faticare troppo nè io nè Harumi-chan> le spiega <quell'elemento era particolarmente importante. Dall'incidente dei Maboroshi ci sono ancora parecchie persone che sono affette dalle conseguenze di quel danno collaterale e a quanto ci hanno riferito quello speciale incenso che producevano quei monaci era parte di una complessa cura per riportarli alla normalità> le spiega, a grandi linee, rimarcando l'importanza che comunque la missione ha avuto in difesa della gente della Foglia. Passa dunque ad ascoltare le parole di lei, stupendosi del suo fare impacciato ma riconoscendovi nell'ombra quell'alone di insicurezza che in fin dei conti ha sempre fatto parte di Azumi e che lui sta cercando di destrutturare. Anche perché la ragazza dovrebbe davvero avere molta più fiducia in se stessa secondo il suo parere, anche se capisce che non è facile dopo quello che ha passato. <Azumi...come puoi pensare che tu non mi manchi allo stesso modo?> le chiede, rassicurandola mentre un sorriso dolce andrebbe a dipingersi sulle sue labbra <sei una ragazza meravigliosa...anzi, sei la mia ragazza, il che vuol dire che per me sei ancora più speciale di quanto tu non lo sia già da sola> che è unica, in fin dei conti, gliel'ha detto fin dal loro primo incontro, da quando era rimasto come folgorato dalla sua storia e dall'indole della fanciulla dai capelli rosa <la verità è che mi manchi con la stessa intensità, ma non allo stesso modo in effetti> aggiunge Raoku, gli occhi verdi del giovane Nara che cercherebbero quelli di lei, anche sollevandole leggermente il volto con la mano destra ad avvolgerlo in una carezza se necessario <anche la tua assenza non riesce a trasmettermi cose negative come una ferita. Semplicemente, aumenta la mia voglia di rivederti. E il saperti al sicuro mi permette di dormire serenamente ogni notte...> le sussurra, avvicinando il proprio volto a quello di lei <...voglio fare la mia parte per proteggere il Villaggio, ma farei di tutto, anche sacrificarmi se necessario, per fare in modo che tu sia al sicuro...> le mormorerebbe, cercando adesso di annullare la distanza tra le proprie labbra e quelle di lei per chiudere quel suo parlare con un bacio con cui andrebbe - qualora lei non si scosti - a schiudere le labbra di Azumi lasciando scorrere dolcemente la propria lingua alla ricerca di quella della ragazza, perdendosi in quel bacio e godendoselo, breve o lungo (come spera) che sia mentre la stringerebbe a sè. Una volta sciolto eventualmente quel bacio, si incamminerebbe insieme a lei, mano nella mano. E non si accorgerebbe di aver colpito tanto nel segno con quell'appellativo utilizzato senza neppure starci troppo a pensare su, come se gli fosse venuto naturale, ascoltando attentamente le parole della sedicenne e cercando di capirne le preoccupazioni. <Beh, pensa che tutti i grandi ninja sono passati da lì, da quello che stai studiando tu adesso> le assicura <mi ricordo che Azrael-sama, durante la lezione che ha tenuto alla mia classe in Accademia, ci disse la stessa cosa: che sia lui che il Nono, che erano in classe insieme, avevano intrapreso la loro carriera studiando le tecniche elementari da deshi. Non devi mica vergognartene> le assicura, concedendole un sorriso radioso e intrecciando a sua volta le dita a quelle di lei, perdendosi ad ammirare la sua figura nella penombra del parco <una volta che avrai imparato bene quelli, il resto verrà tutto molto più naturale, credimi. Io ad esempio adesso sono riuscito a controllare un secondo elemento del chakra, il Fuuton, ma tutti i miei allenamenti si basavano su quanto imparato in Accademia> le spiega, senza insistere troppo comunque dato che ritiene che Azumi sappia perfettamente l'importanza degli studi che sta portando avanti. Solo, gli dispiaceva non sentirla vibrare dello stesso entusiasmo di sempre. <Davvero? Se non ricordo male tenne una lezione anche a me, ma non ho avuto granché modo di parlarci da allora e, non essendomi specializzato come ninja medico, non ho più voto modo di scambiare qualche impressione con lei. Non demordere comunque, Azumi> torna a rivolgersi alla ragazza, voltandosi verso di lei mentre prosegue a passeggiare in mezzo agli alberi al suo fianco <da quel che ricordo è una donna gentile, saprà esserti d'aiuto, ne sono sicuro> cerca di trasmetterle la propria fiducia con un sorriso, ma i suoi occhi si perdono nel rimirarne ancora una volta la curva del collo dentato dai capelli raccolti in una crocchia: è un'acconciatura che sta veramente bene alla giovane, ed è una cosa questa che non avrebbe mai detto dato che ne ha sempre apprezzata la chioma fluente e lasciata libera. È costretto quasi a ricredersi. Tanto che tutto ad un tratto, qualora lei non lo discosti, bloccherebbe i propri passi vicino al tronco di un albero e, tentando di agire velocemente con lo scopo che lei non possa opporsi o creare resistenza, proverebbe a circondarle con il braccio sinistro la vita, sospingendola piano verso il tronco dell'albero vicino a loro e, chinandosi per sopperire all'evidente divario di altezza, andrebbe a strapparle un lungo ed intenso bacio, ricercando ancora una volta la lingua della sedicenne per intrecciarla alla propria in quello che, nelle sue intenzioni, dovrebbe essere un bacio improvviso e atto a mozzarle quasi il fiato. <Perdonami, Azumi...non sono riuscito a trattenermi...> le sussurrerebbe, qualora infine si staccassero da quel bacio, a fil di labbra dopo aver trattenuto appena il labbro inferiore della giovane <...hai un effetto particolarmente intenso su di me...anche se mi sforzo, alla fine, non riesco ad evitare di saltarti praticamente addosso...> scherza, forse. O forse neppure troppo. [chk on][Equip. come sopra]

01:31 Azumi:
 Ancora ascolta il discorso di lui sulla sua missione ed annuisce di tanto in tanto per dimostrare che sta seguendo ciò che le viene detto ma non lo interrompe e parlerebbe solo nel momento in cui lui finisce di parlare. <Visto? Allora è stata molto importante come missione e se è per questo è stato un bene che non avete ucciso nessuno!> E per la prima volta si espone in quello che è il suo pensiero, dopotutto per una persona che aspira a diventare un ninja medico è quasi ovvio che odi uccidere se non davvero strettamente necessario o forse nemmeno quello ed è per questo che alla fine della sua frase le labbra si inclinano in una smorfietta. Le parole di lui arrivano chiaro alle sue orecchie e ancora una volta il Nara centra il bersaglio, capendo perfettamente cosa dire e colpendo la sensibilità della ragazza che nel sentirsi dire quanto sia speciale. Sgrana leggermente le iridi e le labbra si dischiudono e ancora una volta si dimenticherebbe di respirare per qualche breve attimo tanto che sarebbero i polmoni a ricordarle che il suo corpo necessita di ossigeno. Eppure per qualche attimo un alone cupo passa sul suo volto. <lo sai che mi sto impegnando molto per diventare una kunoichi, se ci riuscirò la mia vita sarà in pericolo.> ed è come se lo stesse mettendo davanti alla cruda realtà della vita che entrambi hanno scelto. Vorrebbe aggiungere altro ma quel bacio la zittisce e non riesce più a pensare a nulla, quasi come sempre quando è con lui, e ricambia quel bacio che sembra durare quasi un’eternità mentre quasi si discostano iniziano a camminare mano nella mano nel palco, sotto gli alberi di ciliegio. <E si hai perfettamente ragione si deve partire dal basso per arrivare in alto ma è difficile per me aspettare di arrivare a livelli medio alti voglio dire ora come ora sono inutile e questo mi fa..> Lascia la frase in sospeso, socchiudendo appena gli occhi e gonfiando le narici per qualche attimo. <..Arrabbiare> completa la frase, sottolineando quasi con il tono della propria voce che, si, a volte si lascia guidare dai sentimenti quasi sempre negativi. <Ah si? Sono contenta per te in questo modo potrai utilizzare un ventaglio di jutsu più ampio vero?> Chiede quasi conferma nonostante, ormai, sia entrata quasi completamente in quel mondo che fino solo ad un mese prima le era completamente sconosciuto. <Sicuramente tornerò da lei appena finita l’accademia, quando forse potrà aiutarmi di più di come potrebbe fare.> Sorride ma non fa in tempo a rendersi conto di quello che accade perché Raoku la sbatte contro un tronco, anche se l’impatto della sua schiena sarebbe estremamente leggero, non dandole il tempo di capire ciò che sta facendo ma solo di percepire il sapore delle sue labbra, del suo odore così troppo vicino al suo che le fa quasi girare la testa. Ricambia con altrettanta passione quel bacio, giocando con la lingua di lui, e rimanendo senza fiato quando lui si discosta tanto che le labbra rimangono semiaperte alla ricerca di ossigeno, lo sguardo quasi appannato. Rimane in silenzio per qualche lungo attimo, ritrovando solo dopo la capacità di parlare nuovamente. <Allora non farlo.. non trattenerti.> Afferma con un sussurro.

01:56 Raoku:
 Annuisce alle parole di lei che lo rassicurano sull'importanza della missione, concordando quanto da lui detto, e sul sollievo per il fatto che non hanno ammazzato nessuno <Beh...ammetto che non mi è dispiaciuto troppo evitare lo scontro. Anche se quando sei in missione, lo proverai anche tu non appena finirai l'Accademia> le assicura <l'adrenalina è tanta che non riesci a rimanere tranquillo o abbassare la guardia neppure quando non vedi ostacoli all'orizzonte. Ed è un bene, perché così si rimane sempre all'erta> ma si perde probabilmente qualche punto di sanità mentale, questo evita di dirlo però <e si evita di farsi sorprendere> lui, ad esempio, ha raggiunto l'apice della paranoia quando ha tentato di verificare se quello che lo circondava, in quell'ultima missione con Harumi, fosse un genjutsu o meno. Tralascia però tutte queste considerazioni, si perde in lei, sussurrandole quanto in realtà gli è mancata e cercando di farle capire che tutti quei dubbi erano futili, che lui pensa davvero sempre a lei. Azumi d'altro canto gli ricorda un'inevitabile realtà. <Ai, lo so bene. E so anche che non potrò che stare in pensiero per te, anche quando saprò che te la saprai cavare egregiamente da sola> le mormora di rimando <e spero che non ti succeda mai niente. Per i tuoi nemici più che altro, perché altrimenti niente mi potrebbe trattenere dal dare loro una morte orribile> in queste ultime parole si può notar una freddezza letale nel tono della sua voce, come se davvero quella prospettiva risvegliasse in lui la sua parte peggiore. Una parte che quasi non ha niente neppure a che vedere con Gisei stesso. Ascolta intanto con attenzione il dire di lei, parole che gli strappano un sorriso divertito ma al tempo stesso perfettamente consapevole e comprensivo <Lo so, è dura. È una sensazione che ho provato anche io mentre ero uno studente. Quello che impari ora però ti sarà veramente utilissimo, specialmente per quel che riguarda il controllo dei flussi del tuo chakra> le assicura, senza rivelarle altro di quello che potrà essere il suo futuro cammino da kunoichi. Sorride, sornione e anche con un pizzico di malizia mentre annuisce nel parlare del secondo elemento che ha imparato a padroneggiare <sì, beh, più che altro sono jutsu un po' più semplici e rapidi da attuare rispetto a quelli dell'elemento Katon che avevo imparato a controllare prima> le spiega <così adesso ho più possibilità di cavarmela in un combattimento, anche se adesso devo migliorare la distribuzione del mio chakra e il suo potenziale grezzo> sì, insomma, il quantitativo cui può attingere. Annuisce soltanto alle sue parole su Kaori, approvandole in linea generale ma soprattutto lasciando a lei la scelta di quando fissare e affrontare quell'incontro, dato che ne va del suo futuro. Quello del Nara, anche se Azumi ancora lo ignora - e continuerà ad ignorarlo, probabilmente - è già tracciato in fin dei conti, nel momento stesso in cui ha accettato di indossare la maschera di Gisei. Il sacrificio. È anche per questo che, nel momento in cui si accorge che il suo cuore manca un battito ogni volta che i suoi occhi indugiano sulle curve sensuali della sedicenne, decide di evitare di trattenersi e la bacia. Un bacio avvolgente, profondo, ma soprattutto intensamente passionale. <Non sfidarmi..Azumi...ho delle ottime motivazioni per non trattenermi, e ben poca voglia di dare retta al buonsenso in realtà...> le sussurrerebbe la destra che salirebbe lungo il tessuto del kimono in quella carezza che indugia - volutamente? involontariamente? - per un momento sul seno sinistro della ragazza prima di risalire innocentemente (o quasi) al volto di lei. Azzererebbe ancora la distanza, la bacerebbe di nuovo, intensamente, lasciando che quel bacio lo avvolga interamente, lo spinga a perdersi completamente in lei e nel suo profumo. [chk on][Equip. come sopra]

00:14 Azumi:
 Sorride in maniera tranquilla al dire di lui ma quasi come se trovasse ilare quello che ha appena detto. <Credi che io sarei entusiasta di uccidere? Proprio per evitare che la gente muoia voglio diventare un ninja medico, dovessi anche impiegare l’ultima goccia di chakra che mi rimane per adempiere al mio lavoro.> E lo dice con una serietà tale da confermare che, lei, crede vivamente in ciò che ha appena detto. Nel sentire, poi, il suo tono di voce cambiare alza appena il capo in sua direzione in maniera quasi incuriosita fissandolo per qualche attimo in maniera totalmente seria. <No, non vorrei mai che ti vendicassi, non voglio che tu ti macchi di un omicidio orribile per colpa mia.> Riprende fiato e la mascella e mandibola si serrano l’una contro l’altra rivelando un’espressione piuttosto dura tanto che l’arco della mandibola viene messo più in risalto nonostante i suoi lineamenti siano, comunque, delicati. <E se mai io dovessi morire significa solamente che non ero forte abbastanza e quindi meriti di fare quella fine.> e nuovamente torna a scavarne l’argomento di dover essere forti, argomento che ormai sembra iniziare a scavarle dentro come un mantra che la giovane continua a ripetersi. Deve essere forte e non deve essere un peso per nessuno, soprattutto non deve essere un peso per se stessa. Fortunatamente il discorso che vira sui vari jutsu riesce a distrarla da quei pensieri che, per qualche istante, l’hanno incupita. <bene se servono a migliorare fai bene a lavorarci su!> Mostra, ora un rinnovato sorriso con le labbra che si appiattiscono al disotto dei denti bianchi che vengono, ora, messi in mostra ma per qualche attimo perché con quella velocità che non si aspettava di certo si trova al ridosso del tronco dell’albero, con la schiena premuta contro di esso. Risponde a quel bacio con altrettanta passione finchè quelle parole non la toccano nuovamente e le fanno piegare l’angolo destro delle labbra in un piccolo ghigno furbetto. <Quali sarebbero queste buone motivazioni?> Chiede fintanto una voce che vuole sembrare totalmente innocente ma che, in realtà, di innocente non ha proprio nulla. <Andiamo..> Si sposta leggermente in avanti con il busto per arrivare con le labbra al suo orecchio, almeno se lui non la blocca prima in qualche modo. <Il buon senso è per gli sciocchi e per i codardi.> Afferma in tono mellifluo mentre sfiora con il labbra inferiore il lobo del Nara prima di tornare con la schiena contro il muro, guardandolo dritto negli occhi. Che sta tirando un po’ troppo la corda lo sa perfettamente e forse proprio perché ne è consapevole che cerca di provocare l’altro, e proprio lei che prima si è sentita al settimo cielo nel sentirsi chiamare “amore” ora ha assunto il comportamento di chi provocando vuole trovarsi esattamente dove ora lei si trova, con le spalle al muro. Ed intanto abbassa lo sguardo, seguendo con le iridi chiare il percorso della mano del ragazzo che indugia un po’ troppo sul suo seno ma questo non sembra dispiacerle, anzi è proprio lui che ora che si trova in quella posizione sopraelevata per la sua maggiore altezza può notare come il kimono della giovane sia un po’ troppo aperto del normale, lasciando intravedere cosa in realtà ci sia sotto.

00:41 Raoku:
 La determinazione di Azumi è qualcosa che spunta così, come un fiore improvviso nel deserto in grado di lasciare chiunque a bocca aperta. Così, dall'essere remissiva ed insicura, un istante dopo afferma con sicurezza la sua intenzione nient'affatto semplice e banale di diventare un giorno un ninja medico. Uno dei percorsi più duri da seguire e tra i più specialistici. Raoku di fronte a tanta determinazione non può che lasciarsi andare ad un sorriso orgoglioso ma anche divertito, perché in effetti è così: i repentini cambi d'umore della sedicenne riescono sempre a sorprenderlo e a stuzzicare il suo interesse. <Non puoi pretenderlo, Azumi...questo proprio non puoi chiedermelo...> le sussurra tuttavia, il volto che riassume tratti di assoluta serietà, una luce fredda che balena sul fondo delle iridi verdi del giovane Nara <ho già ucciso in missione, so cosa si prova e so quanto mi costa togliere una vita senza che sia costretto a farlo> prosegue, mentre alla mente riaffiora il ricordo della lunga chiacchierata fatta con Azrael al Dojo del clan <ma non riesco ad immaginare stimolo più forte ad uccidere che poter colpire e togliere di mezzo qualcuno che possa averti eventualmente fatto del male> è perfettamente serio e calmo mentre pronuncia queste parole, consapevole che questo costituisce una postille tutt'altro che di poco conto al suo stesso nindō: perché non ha affatto specificato cosa farebbe qualora questa sua smania eventuale di vendetta andasse contro gli interessi stessi del Villaggio. Le lascia quantomeno il beneficio del dubbio. <Se tu mai un giorno dovessi morire in battaglia> torna ad assicurarle con forza, la mano che stringe appena più intensamente quella di lei <ti vendicherei con tutta la forza di cui dispongo. E probabilmente poi mi lascerei morire a mia volta> aggiunge, con indifferenza ma con la stessa luce fredda e decisa nello sguardo <ma non accadrà, Azumi. Ci sarò sempre per proteggerti...> è altrettanto sicuro di questo, o perlomeno ne dà l'impressione. Tutto poi accade piuttosto in fretta: sarà per il clima che fa ribollire il sangue nelle vene, sarà perché Azumi è particolarmente bella in kimono e con quello chignon che le lascia scoperta la pelle candida del collo, fatto sta che non riesce a resistere. Quel bacio nasce visceralmente, è frutto di una passione che il giovane Nara non riesce proprio a contenere - o almeno così pare. <Azumi.....> il nome di lei viene pronunciato con un sorrisetto carico di malizia sulle labbra del ragazzo, quasi con esasperazione come a testimonianza che sì, non vedrebbe l'ora di dedicarsi ad altro con lei <siamo in un parco, lo sai questo vero?...> borbotterebbe, il respiro appena più pesante mentre pare fare a botte con la passione e l'eccitazione dirompente che arpionano il suo animo. Si chinerebbe con il capo verso il alto destro del collo della sedicenne, approfittando del suo avvicinarsi al lobo per sussurrargli quella sentenza sul buon senso, e al sentire quelle parole andrebbe - qualora lei non lo ostacoli - ad arpionare con un morso quella pelle candida dell'incavo tra il collo e la spalla. Probabilmente, vista la carnagione diafana, finirà con il lasciarsi il segno. <Ti amo da impazzire, Azumi...> le sussurrerebbe, mentre inevitabilmente l'occhio del Nara (che poi così lesso pare non essere) cadrebbe in quella scollatura allentata dal kimono. Scollatura che darebbe una vista spettacolare della curva dei seni pieni della giovane, seni che lui ha imparato a conoscere e ad apprezzare enormemente <...e sei bella da mozzare il fiato. Mi basta vederti per desiderarti come quella notte a casa mia...> la loro prima notte insieme, quel susseguirsi di passione e voracità tra i due che è culminato in un amplesso che ha lasciato il segno, almeno nella nuova recluta degli Anbu. [chk on][Equip. come sopra]

01:09 Azumi:
 Lo guarda per qualche istante rimanendo in perfetto silenzio probabilmente riflettendo sulle prossime parole da scegliere. <Sentimi bene non voglio e non vorrò mai che tu perda tutto per vendicarmi, ci siano capiti bene?> Il tono della voce è secco e quasi perentorio ma sembra raddolcirsi subito dopo non volendo apparire troppo dura. <Non dire stupidaggini, dopotutto siamo solamente di passaggio in questo mondo e io non voglio che tu butti la tua vita per me, va bene? > Allunga la mano per carezzargli la guancia con un gesto lento della mancina, soffermandosi per qualche attimo appena sopra il mento ed abbassando poi la mano lungo il fianco, accompagnando quel gesto con un leggero sorriso, solo per fargli capire che si, va tutto bene. Ma il comportamento della giovane cambia ancora, adesso si fa più coraggioso e quasi sensuale tanto che il sorrisetto le torna sulle labbra <Ah già…hai ragione> Afferma inclinando lievemente il capo verso destra ed esponendo maggiormente la linea del collo diafano. <Quindi posso fare tutto quello che voglio senza subire conseguenze?> Domanda in maniera retorica, sbuffando un sorrisetto furbo e dando un piccolo colpo di reni si allontanerebbe qualche centimetro dal tronco per finire, inevitabilmente, contro il corpo di lui, o meglio andandosi ad adagiare e premere candidamente contro il suo corpo. Forse sta per fare altro ma il Nara si avvicina al suo collo mordendolo forse un po’ più forte di quanto la ragazza possa sopportare tanto che serra gli occhi velocemente <Ah..> Un lieve lamento di dolore le esce dalle labbra ma cercherebbe di attutirlo, richiudendo subito la bocca per sigillare quel suono. Le palpebre si rialzano lentamente e quelle successive parole la travolgono ancora e non le danno il tempo di rispondere, o di controbattere o proprio di pensare. Rimane ad osservarlo leggermente inebetita e solo dopo le parole le arriverebbero correttamente al cervello tanto che scrollerebbe leggermente il capo. <Sei troppo buono> commenta sorridendo ancora una volta candidamente mentre si spinge nuovamente in avanti verso il volto di lui per rivendicare un nuovo bacio passionale, di quelli che tolgono il fiato per tanti secondi, troppi..

01:38 Raoku:
 Le parole di Azumi lo colpiscono a fondo, dimostrando una maturità e una saggezza davvero importanti per una ragazza di soli sedici anni. Lo stesso Raoku pare colpito, eppure scuote debolmente il capo <Lo so, ne sono perfettamente consapevole> ammette <ma ciò nonostante non posso promettertelo. La mia vita e il mio cuore sono completamente tuoi> asserisce con convinzione, gli occhi verdi che si perderebbero nel fissare quelli azzurri di lei <se non lasciassi anche io questo mondo insieme a te, probabilmente di me rimarrebbe soltanto un'ombra pallida e senza forze. Davvero vorresti condannarmi ad un'esistenza simile?> le sussurra, il tono caldo e sensuale ma anche intriso di una convinzione che evidentemente è radicata a fondo in lui. Così come è radicata quella passione che lo spinge ad avvolgerla ed avvincerla in quel bacio contro la corteccia del ciliegio, e che accende in lui nuovamente quel fuoco atavico ed animale che è l'eccitazione, un effetto che ha del chimico nel momento stesso in cui la bellezza della ragazza dai capelli rosa colma i suoi occhi. La morde così, senza ritegno, saziandosi del profumo e del sapore della sua carne come per sfogare quella voglia intrinseca che ha di lei e che - proprio perché si trovano in un luogo pubblico - non può soddisfare. Ne sente il peso leggero tra le sue braccia, contro il suo corpo: un peso leggero che però è come benzina sul fuoco della sua eccitazione e che fa ruggire prepotentemente il sentimento che dentro prova per lei. <Stai giocando con il fuoco, Azumi...guarda che ci metto un secondo...> c'è quasi una sottile minaccia nelle sue parole, ma è una minaccia scherzosa, un sorrisetto colmo di malizia ad accompagnarla disegnato sulle labbra del giovane Nara. <...> vorrebbe risponderle a tono a quel "troppo buono" che gli affibbia, ma quel bacio cancella ogni suo pensiero, annebbia ogni rimasuglio della sua mente. Si perde ancora una volta in quella dolce prigione costituita dalle sue labbra, vi muore letteralmente sopra perdendo il fiato mentre risponde con vigore a quel bacio scomposto, intenso, profondo che spinge allo spasmo le sue riserve di fiato. <...forse devo essere un po' meno buono, allora...magari ne gioverei pure...> cosa intenda è presto detto. Senza aspettare alcun invito da parte della ragazza, si chinerebbe e, facendo leva sulle proprie ginocchia flesse e sulla muscolatura sia delle leve inferiori che dei bicipiti e delle spalle, tenterebbe di prenderla in braccio - esattamente come quella sera sul monte dei volti, dove hanno avuto il loro primo vero appuntamento da coppia - e si dirigerebbe direttamente contro il tronco dell'albero apponendovi sopra dapprima la propria suola destra. Contemporaneamente, andrebbe a plasmare il proprio chakra concentrandosi sul flusso energetico e provando a direzionarlo in quantità sufficiente a reggere il peso di entrambi sulle piante dei propri piedi e da lì tentando di creare una specie di rivestimento aderente alle suole dei sandali. In questo modo, il suo intento sarebbe quello di arrampicarsi camminando semplicemente con Azumi stretta tra le braccia su lungo il tronco del ciliegio, andando ad incunearsi tra i rami e, trovatone uno solido a sufficienza, andrebbe ad infiascassi letteralmente lì insieme alla propria fidanzata. <Attenta alla testa...> borbotterebbe, scansandole con la spalla una fronda. Qualora lei non si sia rifiutata nè si sia opposta, andrebbe quindi a sedersi proprio su quella robusta diramazione del tronco stringendola a sé <ora sei in trappola, bella mia...> mormorerebbe, un sorrisetto per niente casto e puro stampato sul volto <qui dovrebbero proprio impegnarsi per vederci...> una proposta indecente? Una semplice provocazione? Ai posteri l'ardua sentenza. [Tentativo rilascio del chakra di base 2/4 + mov. inferiore ai 12.5m 1/4][Chk on: 30/30][Equip. come sopra]

13:59 Azumi:
 Ancora una volta rimane spiazzata da quelle parole, come se non riuscisse a capacitarsi che qualcuno potrebbe rischiare la vita per lei e questo si riflette nella sua espressione completamente stupita che le si dipinge sul volto e che le fa sgranare gli occhioni celesti. Si spinge la ciocca che le lambisce il volto dietro l’orecchio abbassando per qualche istante lo sguardo in maniera quasi imbarazzata. <No ma, comunque non dovresti.> Borbotta rialzando solo adesso lo sguardo sul volto del ragazzo. Il morso le fa ancora male e la pelle del collo le pulsa leggermente ma è un dolore quasi piacevole a cui si è velocemente abituata ed è per questo che nessun lamento esce più dalle sue labbra che si inclinano appena in un sorrisino in risposta all’affermazione dell’altro, dopo essersi avvicinata ancora di più al suo corpo ma rimanendo leggermente distante con il capo per permettersi di guardarlo senza problemi. <Perché altrimenti?>Continua a provocarlo con tanto di mento che si alza a mò di sfida e con la punta della lingua che va a sbattere contro la parte dura del palato creando un sonoro schiocco. <Un secondo per fare cosa?> rincara ancora la dose, conscia che davvero con il suo atteggiamento sta scherzando con il fuoco ma per il momento non sembra minimamente importarle. Eppure Raoku sembra non scherzare ed è per questo motivo che se la carica nuovamente in braccio senza che lei opponga resistenza o qualsiasi obiezione di sorta. Rimane contro il suo petto spostando lo sguardo tra lui e il tronco su cui ora inizia a camminare come una delle prime volte in cui si sono incontrati ma questa volta non rimane più esterrefatta dall’utilizzo del Chakra che anche lei sta imparando a padroneggiare. Mentre stanno salendo riesce a schivare senza problemi alcuni piccoli rami più bassi, solamente spostando il capo oppure inclinandosi con il busto a destra o sinistra ma mai troppo per evitare di sbilanciare con il proprio peso il ragazzo. Almeno finchè non arrivano su uno dei rami più grandi ed è proprio lì che si fermerebbero. <Mi chiedo..> Afferma inclinando lievemente il capo lateralmente. <Che fine abbia mai fatto quel ragazzo che arrossiva ogni volta che mi avvicinavo a lui.> Sbuffa un piccolo sorriso alla fine della propria frase per ribadire, quasi, come sia ilare che ora è lui a prendere il più delle volte le situazioni in mano. <Impegnarsi a vedere cosa?> Scandisce per bene parola dopo parola mentre allunga una mano sopra la propria testa per raccogliere una ciliegia che penzola da un piccolo rametto. La strappa tirandola verso di se, facendo ondeggiare e frusciare le foglie del ramo ed alcune cadono anche sopra ai due ragazzi ma lei sembra non preoccuparsene. Lentamente si porta il frutto alle labbra mordendola qualche millimetro prima dell’osso che si trova, solitamente in posizione centrale, e poiché quella piccola ciliegia sembra essere perfettamente matura e forse anche troppo, addentandola le lascerebbe un po’ di succo rossastro sulle labbra dando un tono di colore più accesso ad un viso altrimenti pallido. Con un gesto veloce lascerebbe cadere la parte rimanente del frutto e passerebbe la punta rosea della lingua prima sul labbro superiore e poi su quello inferiori per ripulirle da quel liquido dolciastro e appiccicoso. <Mh..> inclina leggermente il capo lateralmente <E’ la prima ciliegia della stagione che mangio..> Ma ovviamente non è questo ciò che in realtà vuole dire.

14:26 Raoku:
 Quel "non dovresti" si perde nel vuoto dello sguardo abbassato di Azumi, imbarazzata forse da quella presa di posizione ferrea da parte del Nara. Eppure difficilmente Raoku potrebbe sembrare più serio: forse le sue recenti esperienze l'hanno portato a pensare quello che ha detto, forse è stato il dialogo con Azrael, forse addirittura l'essere entrato a far parte del corpo degli Anbu, con responsabilità e doveri annessi. È che, diversamente da quando era un semplice studente, pare più consapevole del potere e di ciò che esso rappresenti, delle possibilità che esso riserva e degli obblighi che comporta, verso il Villaggio ma anche verso le persone che si ama. E Azumi, per lui, ricopre senz'altro un posto speciale, un ruolo da protagonista assoluta. Vorrebbe dirle tutto, ma a volte il silenzio è foriero di messaggi più intensi e importanti di quanto lo siano le stesse parole: e d'altra parte la sedicenne non ha apparente motivo di avere dubbi sui sentimenti che Raoku prova per lei. Si lascia dunque avvolgere da quel bacio, permettendo alla passione di travolgerlo e assaporando letteralmente la pelle e la carne di lei in quel morso che lo inebria, e che non sembra provocare eccessivo dolore neppure ad Azumi. No, non è più quel ragazzino che si imbarazzava ad ogni sguardo, o meglio non è più soltanto quello: non potrà mai prescindere da ciò che è, ma con lei ha imparato a riscoprire una parte di se stesso che neppure immaginava, un'intimità mai provata prima con nessun'altra ragazza. Prende l'iniziativa, imbracciando a due mani il coraggio mentre il cuore pare scoppiargli nel petto dai rimbombi che nella cassa toracica scatena ogni battito. Concentra il chakra nelle piante dei piedi inerpicandosi quindi su quell'albero, senza fornire spiegazioni ad Azumi che non siano celate in un sorriso malizioso ed enigmatico in riposta a quella sua ennesima domanda provocatoria. La ragazzina vuole davvero giocare con fiamme più ardenti di quello che immagina. Trovata la propria alcova nell'incavo tra quel ramo portante e il tronco, all'interno dell'ampia chioma carica di frutti del grosso ciliegio, la stringe a sé mentre lei lo stuzzica ancora, pur apprezzando questa sua vena più intraprendente. O almeno così gli sembra. O forse no? Il dubbio per un istante lo assale, ma sembra non intenzionato a mostrare la crepa nelle sue convinzioni. <Hai paura di aver perso questo potere su di me, Azumi?> le mormora quindi, gli occhi verdi che ricercano quelli di lei a quella distanza così ravvicinata che i loro respiri si fondono praticamente in un solo refolo. Sorride, ironico e sfrontato, avvicinandosi appena al suo volto <forse dovresti chiederti in cosa l'hai trasformato, quel ragazzino...> le sussurra, pregando che le ombre della chioma nascondano il leggero imporporamento sulle sue gote in grado di sbugiardarlo all'istante. Già, perché lei intanto sembra proprio a suo agio nel continuare in quella che, per lui, era una "innocente" (ma neppure troppo) provocazione. Invece adesso la situazione sembra farsi davvero calda, tanto da fargli ribollire il sangue nelle vene. <Impegnarsi...beh...insomma...a vedere...ecco...> niente, la gola è fin troppo secca al momento, pare stringergli le parole nella trachea prima che queste escano, strozzandole <...diciamo che un'idea ce l'avrei...mmmh....> il rossore si spande sugli zigomi del giovane Nara, sebbene cerchi di fare l'uomo vissuto ed esperto. Fortunatamente Azumi distoglie per un momento lo sguardo, ma la cosa non l'aiuta: nel gesto che la ragazza fa per strappare la ciliegia infatti lo sguardo di Raoku - sebbene si sforzi di seguire il volto di lei - ricade per un prolungato istante sul petto della ragazza che sobbalza nello sforzo di arcuare la schiena per poi tornare alla normalità. Immagini e ricordi fin troppo vividi balenano nella mente di Raoku per aiutarlo a smaltire l'imbarazzo, anzi semmai danno ancor più legna al fuoco che gli arde dentro <...magari potresti farmela assaggiare...> mormora, senza specificare se si riferisca alla ciliegia o a qualunque altra cosa. Fatto sta che stringerebbe le braccia intorno al corpo di Azumi, cercando di portare la ragazza a circondare la propria vita con le cosce mentre proverebbe al contempo ad arcuare la propria schiena e il collo nel tentativo di raggiungere le labbra di lei appena macchiate dal succo del frutto per stringerle in un bacio dolce e al tempo stesso fremente, succhiando leggermente le morbidi carni dei labbri umidi. <Mmmh...forse ho bisogno di più assaggi per gustarmela davvero...> borbotterebbe, staccandosi un istante, prima di tentare di afferrarla in un nuovo bacio. [Rilascio chakra di base: on][Chk on 30/30][Equip. come sopra]

14:58 Azumi:
 E’ cosciente di star tirando molto o meglio troppo la corda e si capisce perfettamente dalle labbra che sono tirate in un piccolo sorrisetto malizioso oltre al fatto che poteva benissimo lasciar correre invece di gettare benzina sul fuoco, eppure pare divertirsi nel farlo. Scrolla lentamente il capo alle prime parole dell’altro mentre il sorriso si amplia appena ma proprio come prima non è un sorriso allegro ma estremamente furbo. <No, diciamo che sono consapevole del fatto di aver acquistato altri poteri su di te.> La voce si è fatta leggermente più bassa, più melliflua e carezzevole allo stesso tempo ma questa volta non si accorgerebbe del proprio tono di voce, semplicemente è totalmente immersa in quella situazione che inizia a farsi più intima di quanto dovrebbe. <Credo di sapere perfettamente in che cosa si è trasformato.> E fa seguire uno sorriso appena sbuffato alla propria frase mentre sorvola sul resto delle parole, in verità sa perfettamente che cosa l’altro ha in mente e la sua, come tutto il discorso che i due stanno affrontando, era solamente una frase provocatoria. Intanto si adopera per strappare dal ramo quella singola ciliegia, anche con una sorta di fatica nel farlo, ma abbassando leggermente lo sguardo noterebbe l’espressione dell’altro, espressione che le fa inclinare lievemente il capo e stringere, con la mano libera dal piccolo frutto, la scollatura del kimono. <Non mi posso distrarre un attimo che tu già allunghi l’occhio?> E ancora una volta lo dice in maniera del tutto scherzosa e la sua voce è priva di qualsiasi inflessione negativa, dopotutto è lei stessa che ha deciso di indossare quella scollatura vertiginosa. <Ma tu guarda…> borbotta ancora lanciando un’occhiata divertita al ragazzo mentre morde quel piccolo e rosso frutto. Sembra impiegare un’eternità a mangiare quella parte di ciliegia e la ingoia nel momento esatto in cui Raoku le pone quella domanda che le fa alzare il sopracciglio destro in un’espressione interrogativa, eppure si lascia tirare verso di lui senza opporre resistenza, allargando appena le gambe per sistemarsi meglio mentre le loro labbra si uniscono in quel bacio profondo e poi in un altro e altri ancora finchè non lei ad allontanare il viso quel tanto che basta per poterlo osservare dritto negli occhi ma con i loro nasi che quasi si sfiorano. < Lo so, ho esagerato io…> Sembra aver ripreso il controllo di se stessa e del suo buon senso che per qualche attimo ha preferito mandare in vacanza da qualche parte. <Perd..> Non finisce la frase ma rimane con le labbra appena dischiuse ad osservarlo fisso negli occhi come se per qualche attimo non le fosse arrivato l’afflusso di sangue al cervello o come se si fosse persa completamente nel suo sguardo. E’ un rumore in lontananza, che richiama la sua attenzione al presente, scuotendola da quella sorta di torpore. Sbatte lentamente le palpebre tornando a sorridere leggermente eppure non continua la frase ma torna ad unire le proprie labbra a quelle del ragazzo, questa volta però non in maniera spinta ma con un bacio che è messaggero di un’infinita dolcezza.

15:17 Raoku:
 <Sembra quasi che tu ne sia compiaciuta...> le sussurra, riferendosi alle parole di lei sui poteri che ha acquisito sul giovane Nara <in effetti sei particolarmente pericolosa per me...eppure non riesco a farne a meno...> pericolosa in più di un senso, e la stessa situazione attuale lo dimostra. Così come lo dimostra il suo seno che, evidenziato dalla scollatura vertiginosa del kimono che indossa, non può che attrarre lo sguardo di Raoku nel momento in cui gliene viene offerta la più che ghiotta occasione. Inevitabile l'imbarazzo che lo inonda come uno tsunami nell'esatto momento in cui lei gli fa notare quanto davvero non possa distrarsi un momento senza che l'occhio del ragazzo "casualmente" cada in quella trappola mortale. <N--non è colpa mia...insomma...> il rossore è totale sul volto di Raoku, prima così intraprendente eppure ancora, fanciullescamente, imbarazzato nell'essere colto in flagrante dalla sedicenne <...è che...ecco....> non ha modo di spiegarsi in realtà: la cruda realtà è che la stava proprio sbirciando, ed è talmente evidente il fatto che qualunque scusa gli sorge nella mente pare troppo ridicolmente assurda per essere detta. come se non bastasse, i loro corpi così vicini non lasciano spazio ad equivoci rispetto allo stato in cui versa Raoku, come Azumi potrà inevitabilmente constatare. Cerca di distogliere lo sguardo, ma gli occhi di lei che adesso lo fissano divertiti e maliziosi da una posizione appena superiore - visto come sono messi - sono come una calamita per i suoi. Così come quelle labbra appena inumidite dal succo della ciliegia infranta dai denti di Azumi. Un miele troppo dolce per non attrarlo irresistibilmente. La bacia, la assapora e ne sugge le labbra ancora e ancora, stringendola a sé e interrompendo quel suo dire nel momento in cui prova a riprendere la parola: lei si sarà pure resa conto che la situazione è lì per accendersi irrimediabilmente, avrà pure un frammento di autocontrollo a farla ragionare, ma Raoku attualmente vuole solo godersi quei baci in quell'alcova nascosta tra i rami del ciliegio. Il profumo di Azumi gli intasa le narici, i suoi capelli appena gli solleticano il volto mentre la mano destra - lasciando la mancina a cingerle il fianco - si alza percorrendo la linea laterale e le curve del suo corpo fino ad accarezzarle il collo flessuoso e l'incavo tra questo e la mascella, sul lato sinistro del volto, trascinandola appena verso di sé in quel turbinio di baci passionali e di dolcezza. Si distacca appena da lei, come per riprendere fiato, un piccolo barlume di saliva rimane a legare per un momento le loro labbra prima di infrangersi. <Sei la mia persona più importante...> le sussurra. Una frase quasi sconnessa, quasi infantile, sgrammaticata pure. Non sa neppure da dove gli esce fuori, eppure sente che è il momento giusto per dirla, e che non c'è altro modo per esprimere lo stesso concetto. O forse sì <...ti amo, Azumi...> le sussurra, mentre un rumore in lontananza quasi spezza il silenzio della notte nel Villaggio della Foglia. Ma anche quel rumore è troppo lontano per preoccuparlo, troppo distante da quel mondo fatto di loro e di quel ramo su cui poggiano. Per un momento le preoccupazioni del mondo sembrano scomparse: sembra intenzionato a godersi solo quell'istante, sperando che duri per sempre e non si perda nelle spire di un tempo destinato a prendere, inesorabilmente, il sopravvento.

15:45 Azumi:
 <Diciamo che è un qualcosa che mi lusinga..>Ammette con un pizzico di imbarazzo nella voce, forse perché una reazione puramente femminile a cui non è abituata non avendo mai avuto modo di soffermarsi a pensare troppo ai propri sentimenti. Non aggiunge nulla riguardo quella sbirciatina da parte del ragazzo e quando lo sente, e vede, così imbarazzato le labbra si inclinano in una piccola smorfia colpevole. <stavo solamente scherzando… non è una cosa che mi da fastidio, non preoccuparti.> Aggiunge con un sorriso più caldo ora ma ancora non ha tempo di aggiungere altro perché si immerge completamente in quel bacio, stringendosi a lui come se si aspettasse di vederlo o sentirlo scomparire in qualche modo. Non vuole che le sensazioni che sta provando vengano interrotte eppure Raoku si stacca dalle sue labbra e, di riflesso, lei si piegherebbe in avanti alla ricerca delle sue labbra ancora una volta ma solo per un fugace bacio, prima di distaccarsi ancora una volta da lui e lasciarlo parlare. Sorride dolcemente alla sua affermazione, la mano destra si alza e si posa sulla sua guancia in una carezza leggera come se il petalo di un fiore si fosse poggiato sulla sua pelle. Indugia per qualche attimo, accarezzando la sua guancia con lenti movimenti del pollice. <Anche per me lo sei. > Solo ora abbassa l’arto ma solo per avvicinarsi ancora di più per gettargli entrambe le braccia al collo, arrivando al suo orecchio. <Ti amo con tutta me stessa.> Ma è un sussurro flebile il suo e subito si staccherebbe, lasciando che le braccia tornino al proprio posto. <Stavo pensando.> Si stringe per qualche attimo nelle spalle come se non trovasse le parole o si vergognasse di parlare. <Posso dormire a casa tua questa notte?> Lo chiede con tranquillità ma c’è altro di non detto che aleggia su quelle parole e probabilmente non è nemmeno difficile da afferrare.

16:03 Raoku:
 Un sorrisetto spunta sul volto di Raoku mentre le sente pronunciare quelle parole, in cui nota appena un accenno di imbarazzo <Ti lusinga rappresentare un pericolo per me? Forse devo davvero cominciare a preoccuparmi...> mormora, palesemente ironico, prima di lasciarsi sommergere a sua volta dall'imbarazzo per quella sbirciata un po' troppo audace da parte sua. Soltanto le parole di Azumi finiscono per tranquillizzarlo, pur non sopendo del tutto il rossore che gli ha imporporato le guance <Beh...scusami lo stesso...è che non ho saputo resistere alla tentazione...> ammette, il tono di voce che finisce per affievolirsi <te l'ho detto che non riesco a fare a meno di te...mi manchi, e mi manca anche il tuo corpo dopo quelle notti...> non serve specificare altro, entrambi hanno ben in mente a quali notti passate insieme si riferiscono. Da quella prima volta alle altre, magari più fugaci ma certo non meno intense, che ne hanno fatto seguito. Generando in Raoku un appetito che fino ad allora non si era mai trovato a provare in quella misura: una fame che soltanto lei, unicamente Azumi, può essere in grado di saziare. Si gode ogni singolo bacio come una piccola prelibatezza da assaporare fino in fondo, la morbidezza delle labbra di lei che si fonde mischiandosi al suo stesso sapore, i loro nasi che si sfiorano, i respiri che si mischiano mentre il cuore accelera i battiti, la respirazione stessa si fa più smorzata. Il sussurro delle prole di Azumi gli arriva all'orecchio, sfiorandogli la mente come una carezza e strappandogli un sorriso che tradisce il sentimento profondo che sente spandere dentro sé. L'abbraccia, le braccia allenate e toniche che stringono il corpicino della sedicenne al suo <Non ho mai immaginato di provare qualcosa del genere per qualcuno prima di incontrarti> le mormora, cercando di prolungare quel momento <quando ti ho parlato la prima volta, è stato come se sapessi di trovare il mio contrappunto perfetto. Io...non so spiegarmelo, Azumi> sorride, sollevando lo sguardo su di lei ora che si staccano appena <non c'è niente di razionale in quello che provo, ma mi priverei volentieri di tutta la razionalità di questo mondo se significasse averti sempre con me> la guarda fissa, perdendosi nei suoi occhi con i propri. È serio, consapevole che non può rivelarle il motivo della preoccupazione che ha dentro, della paura di perderla ora che come Anbu è maggiormente esposto al pericolo. Rimane in silenzio, semplicemente, la ascolta, le labbra del ragazzo si incurvano in un sorriso malizioso e al tempo stesso infinitamente dolce <perché, pensi che ti avrei mai fatto tornare a casa stanotte?> le chiede, stuzzicandola ironicamente <per me potresti anche venire da me a tempo pieno, c'è spazio per entrambi...> le mormora. Che si celi una proposta reale in queste sue parole? [Rilascio chakra di base: on][Chk on 30/30][Equip. come sopra]

16:23 Azumi:
 Scuote il capo con una piccola risata che occulta velocemente con la mancina che nasconde le sue labbra per il temo della durata della risata. <Non in quel senso! Volevo dire che mi lusinga piacerti così tanto!> Sorride in maniera divertita ma si fa più seria quando le successive affermazioni del Nara le arrivano alle orecchie, inclina lievemente il capo verso sinistra, studiando con le iridi chiare il volto del ragazzo in un perfetto silenzio. <Lo so.> Afferma, addrizzando il capo e facendo ondeggiare le due ciocche di capelli rosei che le lambiscono il viso. <Che tu ci creda o no anche per me è difficile.> ammette, sospirando e abbassando per qualche attimo lo sguardo al ricordo della tristezza che andare via ogni mattina le provoca, come se fosse un distacco vero e proprio, reale, dall’altro. Non ha più il tempo di pensare, però, perché quella sequela di baci la incatena a lui, ed ora le parole non servono perché le loro bocche muovendosi insieme, ricercandosi hanno già detto tutto. Gli sussurra dunque quelle parole e rimane ad ascoltarlo, facendo fatica a trattenere le lacrime che prepotentemente le affollano gli occhi arrossati, eppure con la forza riesce a non scoppiare a piangere per l’emozione, non è abituata a vedere e sentire manifestati segni di affetto, figuriamoci d’amore. <Nemmeno io anzi non sapevo nemmeno che cosa significasse essere vicina ad una persona, adesso non riesco a non pensare come sarebbe la mia vita se non fossi accanto a te..> Sorride calorosamente in risposta alle successive parole. <Hey..> richiama la sua attenzione, guardandolo negli occhi. <Tu mi hai sempre con te, proprio qui.> Ed allunga al propria mano destra fino a posare il palmo caldo all’altezza del cuore di lui, ritirandola poi subito dopo. <Ah ecco per questo mi hai chiesto di vederci!> Sorride ora, argomenti più frivoli sono molto più facile da sopportare. <Lo vorrei davvero tanto ma..> Tronca la frase e porta a propria mano all’altezza della base della propria gola come se le fosse rimasto qualcosa incastrato proprio lì. <Ma devo badare a mia madre lo sai.> E quanto le costa dire quelle parole, quanto le costa rimanere intrappolata in quella casa che inizia a detestare con il genitore che le ha tarpato le ali fin da bambina e che l’ha costretta ad una vita infima. <Anche se lo vorrei tanto.> Abbassa lo sguardo stringendo le labbra tra di loro talmente forte da farle sbiancare mentre la tristezza inizia a far spazio alla rabbia e al rancore.

16:44 Raoku:
 Vederla ridere gli mette allegria, come se fosse in qualche modo contagiato dal suo stesso buon umore <Avevi dubbi in proposito?> le chiede rimanendo su una una ironica nel tono. I discorsi seri prendono spazio nella loro conversazione subito dopo però, nell'esatto momento in cui lo steso Nara dà voce a quello che prova: non è una cosa semplice per lui esprimerle senza lasciarsi bloccare dall'imbarazzo crescente ciò che prova, eppure ne avverte come il bisogno, la necessità di dirle tutto, di chiarire ad Azumi quanto lei rappresenti per il suo mondo. Le parole della sedicenne sono balsamo per le sue preoccupazioni, per i suoi timori più nascosti: riconosce nelle sue parole quello stesso bisogno che a sua volta prova nell'allontanarsi da lei dopo aver passato una notte insieme, abbracciati a riscaldarsi con i rispettivi corpi, così come ogni volta che deve andare in missione prova l'unico timore di non poterla rivedere per una complicazione. Il tocco della mano di lei contro il suo petto gli provoca un brivido caldo, come se quella leggera pressione accendesse un calore particolare nel punto esatto in cui viene esercitata. La mano destra afferrerebbe quella manina, trattenendola lì appena un po' di più, concedendole una morbida carezza lungo il dorso <Lo so... me ne sono accorto quando mi sono allontanato dal Villaggio, in missione, provando la paura di non poter tornare. L'unica cosa che temevo> le rivela <era non poterti rivedere>. La serietà e la gravità di quella frase fortunatamente viene smorzata da quella proposta di dormire da lui e dalla risposta del Nara che si fa maliziosamente sferzante <Diciamo che è stato uno dei motivi, anche se non il principale...> ammette lasciandosi andare ad una risata un po' imbarazzata <puoi biasimarmi per questo?> la osserva, gli occhi verdi illuminati da una luce decisamente poco innocente alla prospettiva di accoglierla in casa sua per questa notte, mentre lei si fa più rabbiosa al pensiero dell'impedimento di sua madre. Per un istante anche Raoku sente latente nel suo animo la stessa frustrazione, il non poter averla con sé fino al mattino successivo e poi ancora il giorno dopo, ma poi scuote debolmente il capo <non devi preoccuparti, Azumi, non c'è fretta> le assicura <è da egoista volerti avere tutta per me, e non posso permettermi di esserlo: tua madre ha bisogno di te, ed è comunque una fortuna che tu possa prendertene cura ancora> lui lo sa bene, se n'è preso cura per anni e adesso prova interiormente una vergogna profonda nel non essere ancora andato a vedere come sta la sua madre priva di senno nei quartieri dei Nara <vieni...andiamo. Questa notte è ancora lunga e almeno voglio illudermi che sia nostra, e di nessun altro...> le sussurra, avvicinandosi a lei e strappandole un ulteriore, caldo bacio mentre con le braccia stringerebbe con fermezza il corpicino della sedicenne. Di pari passo, cercando di rimanere concentrato nel plasmare il chakra sulle piante dei suoi piedi, andrebbe a muoversi cercando di sollevare l'esile corpo della ragazza in braccio per poi muoversi con i piedi nuovamente - ma in senso contrario stavolta - lungo la corteccia del grosso ciliegio. Lo scopo sarebbe quello di ridiscendere a terra, senza lasciarsi cadere ma camminando lungo la corteccia fino ad una distanza minimale da cui poter saltare a terra: nel caso in cui riesca in tutto ciò, al momento dell'impatto con le suole sul terreno Raoku andrebbe a flettere le ginocchia così da ammortizzare il proprio peso e quello di Azumi con le proprie leve per poi rialzarsi e rimettere a terra anche la ragazza. Che andrebbe a prendere per mano e, qualora lei lo voglia, si allontanerebbe insieme a lei alla volta della propria abitazione. [movimento inferiore a 12.5m: 1/4][Rilascio chakra di base: on][Chk on 30/30][Equip. come sopra][end]

17:06 Azumi:
 <Molti… perché vuoi dimostrarmi il contrario?> Domanda tornando ancora una volta a stuzzicare il giovane sebbene, questa volta, le parole le escono spontanee e quasi involontarie dalle labbra. Ancora una volta, però, torna seria e la propria mano che poggia sul pettorale del ragazzo viene bloccata dalla sua stessa mano ed intanto ne ascolta le parole che le scavano dentro e che le fanno quasi male. <Ma io non voglio che tu sia infelice a causa mia..> Afferma abbassando per un istante lo sguardo mentre le lunghe ciglia rosee le coprono interamente gli occhi. <No..> Scuote il capo lentamente facendo seguire a quelle parole quel movimento monotono a destra e a sinistra del capo. <Non posso biasimarti ma vedrai che con il tempo anche questa pura verrà lenita.> Abbozza una sorriso che non sembra essere affatto convincente e che anzi è estremamente forzato e poco veritiero. La rabbia, poi, la fa parlare senza cognizione di causa, quasi a sproposito senza pensare davvero a quello che sta dicendo o senza trattenere quella reazione violenta che a stento riesce a controllare ma nel momento in cui le parole di Raoku le giungono alle orecchie il suo viso diventerebbe più bianco di uno straccio. <io…> Si porta entrambe le mani alle labbra, quasi a coprirle. <Mi dispiace ho parlato a sproposito, hai ragione.> In silenzio spia l’espressione del ragazzo quasi a cercare un indizio di ciò che prova nel suo sguardo ma si ritrova semplicemente ad annuire con lentezza mentre ricambia con altrettanto calore e passione quel bacio che è costretta, però, ad interrompere. In silenzio si lascia prendere ancora una volta in braccio come se fosse una bambolina di pezza, che si adombra perché vorrebbe tanto essere capace di utilizzare il suo di chakra per scendere da quel tronco, e sarebbe grata una volta a terra. Velocemente si ricompone, spazzolandosi il kimono e i pantaloni con entrambe le mani prima di lasciarsi prendere la mano e allontanarsi insieme al Nara nella notte, verso una destinazione che non difficile da intuire.[end]

Raoku e Azumi si danno appuntamento in un parco di ciliegi a Konoha per passare insieme un po' di tempo dopo non essersi visti per un po' a causa delle missioni del Nara. Tra provocazioni, coccole e qualche proposta valida per il futuro, i due si allontanano infine diretti a casa di Raoku per passare la notte insieme.